domenica
05 Ottobre 2025

Il Centro Sub Nuoto Club 2000 Faenza ko contro Riccione nella semifinale playoff

Pallanuoto / Nell’andata la prima squadra di Moretti viene rimontata dagli avversari dopo essere stata a lungo in vantaggio e ora punta tutto sulla gara di ritorno in trasferta

Promozione PN 2019
La prima squadra del Centro Sub Nuoto Club 2000 Faenza

Si complica il cammino della prima squadra di pallanuoto di Faenza verso l’approdo in Serie C. La partita di andata di semifinale del campionato di Promozione ha visto il team del Centro Sub Nuoto Club 2000 battuto 10-7 dalla Polisportiva Comunale Riccione. Non essendo la vasca di via Marozza del centro sportivo di Faenza omologata per queste gare di spareggio, la squadra allenata da Massimiliano Moretti è stata costretta a ricevere gli ospiti adriatici alla piscina “Sterlino” da 50 metri di via Murri a Bologna, tra l’altro “tana” di un’altra semifinalista, la Rari Nantes. Nell’incontro disputato domenica scorsa il Centro Sub Nuoto si è mantenuto in vantaggio di uno o due gol sugli avversari nei primi tre periodi, dominando per ampi tratti. Nel quarto tempo, però, a meno di tre minuti dal termine i faentini si sono bloccati e Riccione li ha raggiunti nel punteggio, concludendo poi il match sul 10-7.

La partita di ritorno che sarà arbitrata da Rizza, in programma domenica prossima 5 maggio alle 11 allo Stadio del Nuoto di Riccione, risulterà decisiva per l’accesso alle partite di finale. «Dobbiamo vincere con più di tre gol di scarto – dice Moretti -: sarà dura, ma si può fare; io ci credo». Sempre domenica, alle 17, alla piscina “Dogali” di Modena si disputerà la partita di ritorno dell’altra semifinale tra Ondablu Formigine e Sterlino Rari Nantes Bologna (arbitro Randi). E’ stata invece rinviata la gara di andata, che andrà in scena sabato 11 maggio alle 20.30 a Bologna.

Giovanili Domenica 5 maggio gli Under 13 riprenderanno il campionato di categoria: alle 15 riceveranno a Faenza la Coopernuoto Carpi nell’ambito della 7ª e ultima giornata della seconda fase di qualificazione ai playoff. Domenica 12 maggio, invece, alle 17.15 gli Under 17 torneranno in acqua per i quarti di finale, ospiti della Polisportiva Coop Parma al Centro “Negri”. Nel pomeriggio di domenica 5 maggio il Torneo di Acquagoal di Codigoro vedrà tornare in acqua gli Under 11 faentini, ossia i ragazzi nati nel 2008 e nel 2009. L’impianto principale della piscina di Faenza sarà teatro, sempre domenica 5 maggio, del 2° Trofeo regionale di nuoto artistico del Centro Sportivo Italiano in cui saranno impegnate le giovani syncronette del Centro Sub Nuoto.

Nuoto Importante appuntamento in arrivo per i nuotatori agonisti che saranno in gara dal pomeriggio di venerdì 3 fino a tutta domenica 5 maggio nel 18° Meeting nazionale F.I.N. “Città di Ravenna” – 32esimo Trofeo “Michele Zaccaria”. La manifestazione si svolgerà nella piscina comunale “Gianni Gambi” di via Falconieri, da 50 metri a 8 corsie, e sarà riservata alle categorie Ragazzi, Junior e Cadetti-Senior: queste due ultime categorie gareggeranno in una sola categoria definita “Assoluti”. Ci sarà da aspettare ancora una settimana per rivedere in azione i nuotatori Master, i quali parteciperanno sabato 11 e domenica 12 maggio al 14° Trofeo di San Marino, nella piscina da 50 metri del Multieventi Sport Domus di Serravalle.

«Se l’arte non provoca qualcosa, a cosa serve?» Oliviero Toscani approda a un museo

Al Mar di Ravenna i celebri scatti del fotografo che ha fatto parlare il mondo col suo immaginario sopra le righe.  «Fotografare è come guidare – dice –: non tutti sono autisti e non tutti sono autori»

Lupo Agnello Toscani

Se c’è una cosa che si può dire di Oliviero Toscani è che chiaramente non abbia il desiderio di piacere a tutti. Sovversivamente creativo e impegnato contro la pena di morte, quanto avventato e grossolano, per non dire peggio, in molte delle sue affermazioni pubbliche (ricordiamo la faccenda del rossetto “collegato” al femminicidio che ha portato a movimenti contro l’acquisto dei prodotti pubblicizzati dalla sua firma) è indubbio che le sue frasi forti e le sue immagini scioccanti abbiano fatto il giro del mondo.

Figlio di Fedele Toscani, primo fotoreporter del “Corriere della Sera” – e mano che immortalò il corpo esanime di Benito Mussolini dopo la sua “esecuzione” – studia fotografia e arte e si fa notare nel mondo della moda sin da subito, alla fine degli Anni ’60, per l’originalità del suo approccio.
Da quel mondo, dalla moda, non è più uscito, firmando per le più note riviste di settore, per le campagne di marchi come Valentino, Chanel e altri grandi stilisti, sino al lungo sodalizio con Benetton, dagli Anni ’80 fino al 2000, quando l’azienda – a causa delle foto di Toscani ai condannati a morte dello Stato del Missouri, che furono scattate senza dichiararne esplicitamente il fine pubblicitario – fu condannata a pesanti risarcimenti e subì un grave danno d’immagine. Ha girato il mondo anche il ritratto di una stremata Isabelle Caro, la modella malata di anoressia che morì nel 2010 lasciando impressa per sempre nel marchio Nolita il suo volto scavato e pieno di lentiggini.

Ma ciò che forse è meno noto di Toscani, sono l’impegno nella ricerca e gli aspetti meno provocatori della sua creatività, come la ideazione della Sterpaia, un centro di studio per la comunicazione situato nel Parco di San Rossore in provincia di Pisa, totalmente autosufficiente grazie all’energia solare. Centro da cui proviene anche Nicolas Ballario, curatore della mostra “Oliviero Toscani. Più di 50 anni di magnifici fallimenti” al Museo d’Arte della Città di Ravenna (Mar) fino al 30 giugno 2019. Toscani, che oggi è un ultrasettantenne tutt’altro che ammorbidito dall’età, ci ha raccontato a muso duro quel che orgogliosamente considera fallimentare.

Oliviero Toscani RitrattoSignor Toscani, ma perché intitolare un’antologica proprio ai suoi 50 anni di magnifici fallimenti e non ad altro? Dove ha fallito esattamente?
«Non è mica un difetto. Se qualcosa è magnifico vuol dire che va bene. I fallimenti per me sono più importanti delle cose riuscite. Ho pensato che questo dovesse essere il titolo e basta».

La provocazione è una costante nel suo lavoro: perché sceglie di comunicare in modo così forte?
«Se l’arte non provoca qualcosa, a cosa serve allora? Il mio linguaggio è questo. Quello che sto facendo mi va bene».

Parliamo della fotografia: ci sono tanti modi di essere fotografi. Cosa segna il confine, a suo parere, tra arte e mestiere?
«È come guidare un’automobile: ci sono quelli che vanno a spasso e quelli che vanno a lavorare. Non tutti quelli che guidano sono autisti, così come non tutti quelli che fanno fotografia sono autori».

Lei ha frequentato per tutta la vita il mondo della moda: cosa pensa in particolare della fotografia legata a questo tema e come sceglie i soggetti?
«Nella fotografia di moda ci vuole ancora più creatività. I soggetti vengono scelti in base a cosa devo fare. L’anoressia, l’angelo o il diavolo sono venuti fuori perché avevo prima un’idea in testa, un progetto. Non si esce di casa con la macchina andando in giro a cercare i soggetti da fotografare come si faceva nel secolo scorso.

Oggi fare una foto è come realizzare un film, solo che bisogna essere registi, sceneggiatori e cameraman allo stesso tempo». Dal punto di vista tecnico cosa predilige?
«Niente in particolare, solo ciò che mi serve per fotografare. Tornando alla metafora del guidatore, l’importante è che prima di prendere la macchina si vada a scuola guida per la patente».

Fotografia e società, oggi e domani.
«Il linguaggio fotografico ora è il più importante. Tutti sanno fotografare e scrivere, tutti hanno una macchina in tasca e non si tornerà più indietro. È il linguaggio più popolare, democratico e accessibile. Poi ci sarà sempre differenza tra Van Gogh e il pittore della domenica».

Soli e in angoli ostili: gli alberi di Zanni lottano per aggrapparsi alla vita

Un libro raccoglie il risultato di un lavoro durato alcuni anni, immagini scattate in varie parti del mondo: «Dall’Iran a Bagnacavallo: non importa dove sono, mi interessano gli alberi più improbabili». In bianconero «perché il colore è una distrazione»

Orizzontale 03Ha cominciato a raccogliere foto di alberi 4-5 anni fa e aveva già in testa l’idea di un libro. Ora c’è: “Soundtrack for falling trees” è il lavoro del ravennate Adriano Zanni (che da anni ha un blog sul nostro sito). «Mi interessano gli alberi più sfigati, quelli da soli, quelli abbandonati, quelli cresciuti in posti difficili, quelli finti, quelli che esistono solo come ombra». È un lavoro sull’ostinazione e sulla solitudine, sulla lotta e sulla rassegnazione, un lavoro sulla vita e sul mondo: «Non si sceglie dove nascere, il vento può trasportare un seme nel luoghi più impensati, si tenta di restare aggrappati alla vita, si resiste ostinatamente, talvolta non ci si riesce e si soccombe».

Il libro di 93 pagine è uscito a febbraio e raccoglie foto scattate in varie parti del mondo dove Zanni si è trovato: «Israele, Iran, Lanzarote ma anche dietro casa o nelle campagne ravennati. Non è tanto da dove vengano le foto, che sia Bagnacavallo o il Medio Oriente non importa, mi interessava più l’albero che la zona. Anche per questo non ci sono didascalie sui luoghi». Ma per quelli più vicini all’autore, si è instaurata una sorta di legame con la pianta: «Alcuni sono in punti dove ho occasione di passare spesso e li ho fotografati più volte. Li ho visti cambiare, in alcuni casi li ho visti seccarsi o essere abbattuti, in altri li ho visti riprendersi». Una volta raccolto tutto il materiale è arrivato il momento della selezione, quello più difficile perché c’è da scartare. E non è facile decidere cosa lasciare fuori: «Rispetto a quelle pubblicate sono partito da un gruppo che era il quadruplo. Appena fai una selezione ti penti subito di come l’hai fatta. Ne potresti fare una ogni dieci minuti e verrebbe diversa. Per questo c’è chi dice che dovrebbe farla qualcun altro al posto dell’autore. A un certo punto ti imponi di fermarti e fare con quello che hai». Scattate e stampate rigorosamente in bianco e nero, un po’ come è nello stile di Zanni per tutte le sue fotografie: «Cerco sempre che ci siano poche distrazioni e il colore distrae sempre un po’ di più».

In 25mila alla mostra del Mic di Faenza “Aztechi, Maya, Inca”

Molti dei pezzi in esposizione potranno comunque essere ammirati nella sezione precolombiana del museo

MayaSono stati circa 25mila, in poco meno di sei mesi, i visitatori della mostra “Aztechi, Maya, Inca e le culture dell’Antica America”, al Museo internazionale delle ceramiche (Mic) di Faenza.

La mostra, a cura di Antonio Aimi e Antonio Guarnotta, ha inaugurato l’11 novembre e ha chiuso i battenti il 28 aprile. Molte delle ceramiche in esposizione potranno comunque essere ammirate nella sezione precolombiana all’interno del percorso permanente del museo. Mic possiede infatti una delle più interessanti collezioni italiane d’arte precolombiana, costituita da quasi 900 reperti.
Il primo nucleo importante risale al periodo prebellico. La collezione si arricchì poi nel dopoguerra, grazie alle donazioni di musei e istituzioni come l’Instituto Nacional de Arqueología y Historia di Città del Messico, The University Museum di Philadelphia, Museo Nacionál de Antropología y Arqueología di Lima, Museo Nacionál di San José, ed è cresciuta grazie a numerose donazioni private, alcune anche recenti. (Ansa.it)

Alfonsine promosso in D, l’allenatore ha 28 anni e ammira Mourinho e Guardiola

Mattia Gori è il giovane tecnico che ha vinto l’Eccellenza con il miglior attacco e una delle peggiori difese: «Siamo scesi in campo sempre spregiudicati». L’ambizione è seguire le orme dell’amico Sabbadini, oggi ds del Ravenna in serie C

Mattia Gori
Mattia Gori

Da Edmondo Fabbri fino a Delio Rossi, passando per Azeglio Vicini e Alberto Zaccheroni, la Romagna è da sempre terra di grandi allenatori. Arrigo Sacchi, addirittura, è stato inserito di recente da France Football al terzo posto tra i tecnici migliori di sempre. Fatte le dovute proporzioni, un allenatore che ha compiuto una piccola impresa in queste settimane è Mattia Gori, giovanissimo mister che ha condotto l’Alfonsine alla promozione in Serie D, sbaragliando i pronostici di inizio stagione. 28 anni, ravennate doc, ha raggiunto questo traguardo con un gioco divertente che di rado si vede in una categoria “minore” come l’Eccellenza. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Gori, avete festeggiato ad Alfonsine?
«Nemmeno tanto, a dir la verità. Per scaramanzia, a parte un po’ di magliette, non era stato preparato praticamente nulla. È stato però bello festeggiare in casa, sul nostro campo, al termine di una vittoria sofferta come quella sul Sant’Agostino».

Una promozione su cui a inizio stagione non si sperava. Giusto?
«Sì, perché partivamo in seconda, se non addirittura in terza fila, dietro le favorite Castelfranco, Progresso, Marignanese e Castrocaro».

E invece?
«Invece siamo partiti fortissimo, grazie alle qualità di un gruppo eterogeneo ma molto affiatato, dove tutti hanno remato dalla stessa parte. E dire che l’organico era ristretto».

Qual è il segreto del vostro successo?
«Nessun segreto, solo tanto lavoro e armonia nello spogliatoio. In più i giocatori esperti, i vari Riccardo e Federico Innocenti, Salomone, Lusa e Bertoni, hanno trasmesso il loro carattere ai giovani».

Come è allenare tanti giocatori più vecchi di lei?
«Non è semplice, ma tutto è stato reso naturale grazie alla loro disponibilità ad aiutare, ascoltare e adattarsi anche a ruoli non loro».

Alfonsine PromossoA una giornata dal termine del campionato l’Alfonsine può contare sul miglior attacco (58 reti segnate, media 1,75), ma anche una delle peggiori difese (ben 43 subite, media 1,3).
«Siamo scesi sempre in campo con un atteggiamento spregiudicato, con l’intenzione di segnare un gol in più dell’avversario, non di subirne uno in meno. Abbiamo anche perso tante partite, il più delle volte per troppa voglia di vincere. Non avevamo mezze misure ed è per questo che abbiamo pareggiato pochissimo, centrando tra l’altro un record».

Quale?
«Quello di restare in testa alla classifica dalla prima all’ultima partita. Negli ultimi vent’anni non ci sono riuscite nemmeno realtà come Ravenna, Rimini e Imolese».

Nella prossima stagione la vedremo guidare l’Alfonsine in Serie D?
«Al futuro ancora non ci ho pensato. Valuterò quali sono i programmi della società. Questo è un gruppo che ha dei valori e che merita di continuare la sua avventura, ma per il momento preferisco godermi la vittoria. È chiaro che mi piacerebbe fare questa scommessa».

Quando ha deciso di allenare?
«Ho smesso di giocare a calcio a 18 anni, in quanto ero un po’ scarso. Mi sentivo però adatto a fare il tecnico e ho cominciato nel vivaio dell’Azzurra. Poi sono passato agli Allievi dell’Alfonsine, nel settore giovanile del Forlì e infine sono tornato ad Alfonsine, dove guido la prima squadra da due stagioni. In definitiva, sono già dieci anni che faccio quello che io ritengo il mio lavoro».

Come modo di giocare e lavorare, ha qualche modello?
«No, sarebbe folle. Mi piacciono tantissimo Guardiola e Mourinho, quest’ultimo per la personalità, la gestione del gruppo e il suo essere mediatico, ma sono modelli lontani anni luce dalla mia realtà… In piccolo vorrei emulare il mio amico Sabbadini, che a Ravenna da direttore sportivo sta facendo grandissime cose».

Quali sono le sua caratteristiche vincenti?
«Da parte mia ci metto passione, carattere e conoscenze, lavorando a stretto contatto con lo staff. Solo quest’anno, per fare un esempio, ho guardato sul video più di 150 partite di Eccellenza. La cosa più importante, però, è cercare di sfruttare al massimo le caratteristiche dei propri calciatori, anche a discapito dello stile di gioco preferito».

Al Mar in mostra anche 18 fotografi emergenti: inaugura il progetto “Looking On”

Il 4 maggio gli autori presenteranno il loro lavoro al pubblico e a un gruppo di esperti del settore

Looking On Largo Largo Ok
L’illustrazione di Michele Papetti realizzata appositamente per la mostra

Si completa la panoramica sulla fotografia del Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna (che già ospita le mostre di Oliviero Toscani e Arrigo Dolcini) con la mostra collettiva “Looking On”, un progetto ideato da Silvia Loddo e Cesare Fabbri per Osservatorio Fotografico.

L’inaugurazione della mostra, dedicata alla fotografia emergente, è in programma venerdì 3 maggio dalle 18.

Il progetto è stato costruito attraverso un doppio invito. Il primo rivolto ad alcune figure professionali della fotografia: Chiara Bardelli Nonino, photoeditor di Vogue Italia e L’Uomo Vogue; Federica Chiocchetti, curatrice e fondatrice di Photocaptionist; Silvia Loddo, ricercatrice indipendente e fondatrice di Osservatorio Fotografico; Elisa Medde, managing editor di Foam International Photography Magazine; Giulia Ticozzi, photo editor di La Repubblica; Giulia Zorzi, fondatrice della libreria/galleria Micamera.
Ciascuna delle sei “onlookers” a sua volta ha invitato tre autori emergenti italiani che suggerisce di “stare a guardare”: Eleonora Agostini, Nicola Baldazzi, Marina Caneve, Valeria Cherchi, Giammario Corsi, Matteo Di Giovanni, Karim El Maktafi, Francesca Gardini, Giulia Iacolutti, Claudio Majorana, Sofia Masini, Luca Massaro, Michela Palermo, Piero Percoco, Federica Sasso, Francesca Todde, Angelo Vignali, Alba Zari.

Sempre venerdì 3 maggio dalle ore 18.30 in occasione di Ravenna Jazz 2019, nella loggia del Mar è in programma il concerto per sax tenore e sax soprano di Fabio Petretti, “Trip of Melody”.

Nella giornata del 4 maggio, dalle 9 alle 16, i 18 fotografi emergenti che partecipano alla mostra collettiva presenteranno il loro lavoro al pubblico e a un gruppo di esperti del settore negli spazi del museo. La giornata, che sarà articolata in tre momenti, prevederà l’alternarsi delle presentazioni di sei fotografi per volta: ognuno introdurrà il lavoro esposto per Looking On e parlerà più in generale della propria ricerca, mostrando libri, dummies, stampe e rispondendo alle domande del pubblico.

Esordio sfortunato nei playoff per l’Atlas, ko a Cavezzo. Rivincita il 2 maggio

Volley / I risultati, le classifiche e i tabellini delle squadre ravennati che partecipano al campionato di Serie C. Nel maschile Santo Stefano vince il primo set, ma poi cede nelle successive tre frazioni, tutte di un soffio. Nel femminile Cervia espugna Castenaso e si qualifica ai playoff, mentre Massa e Olimpia Teodora vincono e restano sempre in corsa

Atlas
Il gruppo della Conad San Zaccaria Atlas di Santo Stefano

Serie C maschile

Inizia con una sconfitta che lascia tanto amaro in bocca l’avventura nei playoff di Serie C maschile della Conad San Zaccaria Atlas, battuta in quattro set a Cavezzo dall’Edil Cam nella gara di andata dei quarti di finale. La formazione di De Marco ha la possibilità di ribaltare la situazione nel match di ritorno in programma giovedì 2 maggio a San Pietro in Vincoli (Palestra Scuole Medie, ore 21). Chi passa il turno incontrerà in semifinale i bolognesi della Zinella Vip.

Edil Cam Cavezzo-Atlas Santo Stefano 3-1
(19-25, 28-26, 26-24, 25-23)
CONAD SAN ZACCARIA ATLAS SANTO STEFANO: Scarpellini 9, D’Andria 13, Taglioli 20, Casadei 10, Garavini 5, Martini 4, Bussi, Gatti, Fantini, Dellacasa, Silvagni 2, Monti (L). All.: De Marco.

Serie C femminile

Promossa la Fenix Faenza con due turni d’anticipo, stanno per arrivare i nodi al pettine anche per quanto riguarda il discorso playoff, che vede già qualificata La Greppia Cervia e con il Massavolley Massa Lombarda a caccia dell’ultimo punto. Tutto ancora da decidere per l’Olimpia Teodora, che nell’ultima giornata della regular season affronterà le rivali dirette della Libertas Forlì nel match in programma sabato 4 maggio al PalaMattioli (ore 18).

Girone C (25ª giornata)

Massa Lombarda-Banca San Marino 3-1
(25-20, 25-22, 23-25, 25-16)
MASSAVOLLEY MASSA LOMBARDA: Galassi 9, Spada 9, Diop 16, Bellettini 8, Domenichini 24, Martelli 11, Toschi, Sassatelli (L). Ne: Massioni, Montebugnoli. All.: Zaniboni.

Far Castenaso-Cervia 1-3
(25-18, 25-27, 22-25, 22-25)
LA GREPPIA CERVIA: Agostini 20, Magnani 10, Colombo 5, Villa 11, Pappacena 15, Caniato 8, Fontana, Colombo, Loffredo (L), Desiderio (L). Ne: Zatti, Petrarca, Piraccini. All.: Briganti.

FlamigniKelematica San Martino in Strada-Olimpia Teodora Ravenna 2-3
(25-13, 20-25, 25-16, 8-25, 9-15)
OLIMPIA TEODORA RAVENNA: Poggi 3, Fontemaggi 10, Tampieri, Missiroli 21, Ceccoli, Bendoni 4, Fusaroli, Monaco 17, Maiolani 5, Petre (L). All.: Rizzi.

Faenza-Retina Cattolica 3-1
(24-26, 25-10, 26-24, 25-16)
FENIX FAENZA: Tomat 22, Melandri 10, Taglioli 7, L. Guardigli 13, Emiliani 6, Tortolani, Maines 3, E. Guardigli 1, Gorini 10, Zannoni, Martelli (L), Greco (L). Ne: Alberti. All.: Serattini.

Altri risultati: Maccagnani Molinella-Pontevecchio Bologna Datamec 2-3, Libertas Forlì-Gut Chemical Bellaria 3-0. Riposa: Rubicone In Volley Savignano.

ClassificaFaenza* 57 punti; Cervia e Massa Lombarda* 46; Olimpia Teodora Ravenna* 45; Libertas Forlì* 43; Castenaso* 41; Cattolica* 40; Molinella* 31; Bellaria* 28; Pontevecchio Bologna* 27; Sammartinese* 21; San Marino* 20; Rubicone* 5 (* una gara in meno).

Villa Verlicchi visitabile per due ore, poi via al cantiere per la ristrutturazione

Il 3 maggio installazioni, letture, fotografie, libri negli spazi del giardino e degli interni storici. Lavori da 400mila euro

Villa Verlicchi
Villa Verlicchi a Lavezzola

Per due ore sarà visitabile e poi verrà chiusa di nuovo per l’inizio del cantiere di ristrutturazione. Villa Verlicchi di Lavezzola (via Bastia, angolo via Pasi) accoglierà i visitatori venerdì 3 maggio dalle 18 alle 20 per osservare come sono oggi e come saranno domani, dopo la sua ristrutturazione, il giardino esterno e gli interni storici.

L’iniziativa, promossa da Crac (Centro in Romagna per la ricerca arte contemporanea) in collaborazione con l’Amministrazione comunale, ospiterà alcune installazioni, letture, sonorizzazioni, fotografie, videoloop e libri d’artista con installazioni che mirano a proporre piccole azioni e stimolare un modo diverso di vivere l’arte e il luogo che la ospita. Verranno utilizzati i linguaggi dell’arte contemporanea e della socialità attiva.

Il progetto di ristrutturazione, a firma dell’architetta Cristina Bucchi, è finanziato dal programma locale Leader, approvato dalla Regione Emilia-Romagna per un costo di 400mila euro. Il progetto riporta sul territorio una serie di spazi per servizi pubblici, attività culturali e ricreative. In particolare troveranno sede nella villa un museo del libro d’artista, laboratori e spazi per Crac, un centro di aggregazione per il tempo libero e per l’associazionismo sportivo, sede di associazioni di volontariato locale e spazi per eventi e iniziative all’aperto.

Torna il “tradizionale” luna park di Lugo, in piazza per dieci giorni

Luna Park LugoDieci giorni di giochi e divertimento con il tradizionale luna park di Lugo, che da venerdì 3 maggio torna in piazza Garibaldi. Di fianco alle tradizionali giostre, nella piazza torneranno anche quest’anno il “booster” e l’Extreme, mentre la novità del 2019 è il Saltamontes.

Le attrazioni saranno aperte tutti i giorni fino a lunedì 13 maggio. Inoltre, nelle giornate di venerdì 3 e giovedì 9 maggio si potranno ottenere biglietti omaggio e con la formula “prendi 2 paghi 1”, in occasione delle Feste dello studente.

Antonio Dikele Distefano intervista Mahmood e Mentana – IL VIDEO

Lo scrittore ravennate: «È sempre bello confrontarsi con un uomo come Enrico»

Distefano Mentana Mahmood

Lo scrittore ravennate Antonio Dikele Distefano ha ospitato in una puntata del programma “Basement Cafè” di Esse Magazine Mahmood, fresco vincitore del Festival di Sanremo, e il giornalista nonché editore di Open, Enrico Mentana.

«Che bello, ho intervistato Mentana – ha scritto su Facebook Distefano –. È sempre bello confrontarsi con un uomo come Enrico e credo che per me e Ale sia stata una grandissima esperienza».

Al centro del dibattito il mondo dell’informazione, tra nuovi media e comunicazione, nell’Italia di oggi. Qui sotto è possibile vedere un’anteprima della puntata, che invece è pubblicata in maniera integrale a questo link.

Torna a Ravenna la festa del cappelletto. Con una versione dedicata a Dante…

In piazza Kennedy gli stand di dieci ristoranti locali propongono la loro ricetta del piatto tipico

Festa CappellettoPer la quarta volta, il 10, 11 e 12 maggio, il cuore di Ravenna ospita la grande festa dedicata al cappelletto, rigorosamente ripieno di formaggio, come da tradizione ravennate.

L’appuntamento è ancora in piazza Kennedy, allestita con i chioschi di dieci ristoranti locali per presentare e gustare i cappelletti da passeggio (in contenitori biodegradabili e compostabili).

Si tratta dei ristoranti: Al Cairoli; Antica Bottega di Felice; Babaleus; I Furfanti; Marchesini; Osteria I Passatelli 1962 del Mariani; Al 45; La Gardela; Naif; Radicchio Rosso.

Oltre ai classici al ragù, ciascuno dei ristoranti potrà presentare una versione di cappelletti con condimento a sorpresa. Ma la novità più grande di quest’anno è il “Cappelletto per Dante”, in preparazione delle celebrazioni del settimo centenario della morte, che cadrà nel 2021. L’ispirazione per questo cappelletto speciale si basa sui luoghi che Dante frequentò negli ultimi anni della sua vita a Ravenna, in quella pineta da cui trasse ispirazione per la cantica del Paradiso della Commedia. Sarà quindi un cappelletto paradisiaco, naturalmente ripieno di formaggio, come da ricetta ravennate tradizionale, condito però con i genuini prodotti della pineta, come l’asparagina (o in alternativa l’asparago verde) e il pinolo. Impreziosito dalla foglia d’alloro e dallo scalogno.

La festa ospita in piazza anche gli stand delle uova Le Naturelle, del Parmigiano-Reggiano con il Caseificio Sociale Allegro, della farina del Molino Spadoni.

Infine l’artista Silvana Costa proporrà uno spazio laboratorio “Cappelletto in Arte” per mostrare al pubblico come nascono i cappelletti in mosaico.

Chiude la storica libreria Tarantola: tre giorni di svendita

Libreria TarantolaLa Tarantola, storica libreria ravennate, chiude. E per l’occasione l’1, il 3 e il 4 maggio (dalle 15 alle 19) svende tutti i suoi libri a 1, 3 e 5 euro.

Si tratta di un pezzo del centro storico di Ravenna, dove la libreria-cartoleria è nata e cresciuta, gestita da Annarosa Persiani e dal marito Paolo Caccia fino al 2003. Nel 2011 lo storico marchio è riapparso a Marina di Ravenna dove, dopo un nuovo trasloco, ora è aperta per gli ultimi giorni, al porto turistico Marinara.

 

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