Un 20enne e una 48enne trasportati in ospedale. Per i soccorsi l’elicottero del 118 da Bologna
Due persone sono rimaste ferite gravemente in un incidente stradale avvenuto verso le 7 di stamani, 24 maggio, sulla strada statale 253 San Vitale all’altezza di Godo. Un ragazzo di 20 anni e una donna di 48 hanno riportato ferite nello scontro frontale tra le due auto che guidavano: lui è stato trasportato all’ospedale di Cesena e lei a quello di Ravenna. Per i soccorsi è intervenuto anche l’elicottero da Bologna.
Verso Bologna nel tratto tra l’incrocio con l’Adriatica e lo svincolo di Fornace. Coda di curiosi in direzione opposta
Il tamponamento fra due automezzi pesanti sull’autostrada A14 bis a Ravenna, poco dopo le 9 sulla carreggiata in direzione Bagnacavallo nel tratto tra l’incrocio con la statale Adriatica e lo svincolo di Fornace Zarattini, ha causato un violento incendio che ha avvolto uno dei due veicoli. I due conducenti sono usciti senza riportare ferite gravi, uno di loro è stato portato in ospedale per accertamenti. Le fiamme hanno causato una colonna di fumo nero visibile da diversi km di distanza.
Secondo le informazioni finora raccolte, uno dei due camion dopo l’urto si è ribaltato e ha preso fuoco. I pompieri hanno domato l’incendio e messo in sicurezza l’area per consentire il recupero dei rottami e il ripristino della normale viabilità. La polizia stradale infatti ha disposto la temporanea chiusura del tratto: per chi proviene da sud non è possibile procedere oltre il quadrifoglio e i veicoli vengono deviati sulla viabilità ordinaria. La chiusura ha causato circa un km di coda. Rallentamenti anche in direzione opposta per curiosi.
A Faenza in un camion vela è apparsa la scritta: “Per il mio corpo scelgo io. Basta Medioevo”
“Per il mio corpo scelgo io. Basta Medioevo”. È la scritta con la quale è stato imbrattato il camion vela che circola a Faenza con la campagna dei movimenti Pro Vita contro l’aborto.
L’associazione culturale San Michele Arcangelo, tra i promotori sul territorio della campagna pubblicitaria, commenta: «Gesto violento, nella peggiore tradizione del totalitarismo. Non ci faremo intimidire».
L’epilogo della controversa vicenda nata dal mancato rimborso del mutuo. Soluzione temporanea in attesa della casa popolare
I due coniugi sul cancello di casa
Una famiglia ravennate ha deciso di rinunciare all’utilizzo del proprio appartamento al mare per la stagione estiva per offrire ospitalità gratuita temporanea a sei persone (genitori e quattro figli tra tre e 18 anni) rimaste senza un tetto dopo lo sfratto conseguente alla vendita all’asta della propria abitazione per mancati pagamenti del mutuo. È l’epilogo della vicenda già raccontata su queste pagine il 14 maggio scorso, giorno in cui il custode giudiziario ha comunicato lo sfratto esecutivo concedendo sette giorni di svuotare i locali. La famiglia resterà nell’appartamento sui lidi fino al momento dell’assegnazione di una casa popolare che, secondo le dichiarazioni dell’assessora competente, avverrà entro la fine del 2018. A rendere noti gli sviluppi della storia è Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lpr che lo scorso febbraio aveva segnalato il caso ai servizi sociali.
Era stato lo stesso decano dell’opposizione a lanciare un appello alla solidarietà della cittadinanza perché qualcuno potesse aiutare la famiglia sotto sfratto con una soluzione temporanea. «La risposta della cittadinanza al mio appello è stata toccante. Sono state otto le offerte di un alloggio o di aiuti economici, soprattutto per pagare un affitto, e materiali. Tuttavia per varie ragioni non c’era stato modo di concretizzare nulla. Domenica 21 è arrivata l’offerta che poi è andata a buon fine».
In manette un 37enne: pedinamenti e minacce alla ex. Già condannato per lo stesso reato nei confronti della compagna precedente
Agli altri uomini non doveva nemmeno rivolgere la parola, nemmeno sul luogo di lavoro per questioni professionali. E quando ha rotto la relazione lui è passato a minacce e pedinamenti portando la donna a licenziarsi ma non è bastato. I carabinieri di Riolo Terme hanno arrestato nei giorni scorsi un 37enne per stalking eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, unica misura ritenuta adeguata dal giudice. In passato l’uomo era già stato condannato a due anni per una vicenda identica con la precedente compagna.
Le indagini sono partite un mese fa quando la donna ha deciso di rivolgersi ai carabinieri per segnalare l’ex appostato fuori di casa ed è emerso così l’inferno vissuto nell’ultimo anno. All’inizio del 2017 si era fidanzata con un collega e ben presto erano iniziati litigi, scenate e maltrattamenti vari per la morbosa gelosia dell’uomo. Dalle scenate si è passati alle offese poi fino alle violenze fisiche e minacce di morte, anche davanti a testimoni. Che sono stati sentiti dagli inquirenti per ricostruire il quadro. Peggiorato quando la donna ha interrotto il legame. L’ex fidanzato è passato ai pedimenti e decine di telefonate promettendo vendette. Le testimonianze raccolte hanno confermato.
Coffari si augura che i carabinieri trovino al più presto gli autori dell’incendio che ha danneggiato un espositore nell’edificio dedicato alla Madonna della Neve. Le fiamme si sono spente da sole, lievi danni
I danni causati dall’incendio in chiesa. Foto dalla bacheca Facebook di don Cerasa
Il Comune di Cervia e i consigli di zona esprimono vicinanza e solidarietà a don Christian Cerasa e a tutta l’arcidiocesi di Ravenna-Cervia per l’atto vandalico nella chiesa della Madonna della Neve in zona Malva dove ignoti nel pomeriggio di ieri, 22 maggio, hanno appiccato il fuoco a un espositore di volantini. «Questo ennesimo atto vandalico e criminale in un luogo di culto è un gesto vile e deprecabile che l’intera città condanna con forza», afferma il sindaco Luca Coffari. Che ringrazia i cCarabinieri prontamente intervenuti e confida nell’operato delle forze dell’ordine per individuare i colpevoli. L’episodio è accaduto nel tardo pomeriggio, tra le 18.30 e le 19 mentre il parroco era fuori dalla chiesa. Al suo ritorno ha trovato i resti dell’incendio che si era spento da solo.
I sostenitori ravennati della campagna informativa ricordano che sulle affissioni compaiono i numeri di telefono per chi ha bisogno di assistenza in caso di difficoltà in gravidanza
«Non si capisce come un aiuto a scegliere la vita financo previsto dalla stessa legge all’articolo 5 possa essere scambiato per un attacco ai diritti di non di sa chi». Le associazioni ravennati Pro Life rispondono alle critiche giunte da più parti per la campagna di affissioni e camion vela organizzata in occasione del quarantennale della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza anche a Ravenna da Pro Vita e a cui hanno aderito. Si tratta, in sintesi, di un manifesto che mostra un feto a undici settimane sottolineando le sue funzioni vitali.
«Questa attività di informazione dell’opinione pubblica – si legge in una nota firmata da Associazione culturale San Michele Arcangelo, Movimenti per la vita di Ravenna e di Lugo, Centro di aiuto alla vita e Comitato “Difendiamo i nostri figli” – mostra né più né meno quello che si vede in un’ecografia a quell’epoca gestazionale e che dovrebbe essere mostrata nella stessa prassi della legge 194/78. Ha lo scopo di di valorizzare la scelta alla vita delle donne che in attesa di gravidanze inaspettate o percepite come momentaneamente indesiderate non sanno a chi chiedere aiuto per loro e le loro famiglie. Nella parte bassa del manifesto è stato inserito il testo “Aspetti un bambino? Sei in difficoltà? Non avere paura: noi ti aiutiamo”, con il numero del centro di aiuto alla vita di Ravenna e del Movimento per la Vita di Lugo, per fornire alle donne in stato di gravidanza, che desiderino avere la più utile consulenza sul proseguimento della gravidanza, di poter affrontare questa delicata fase della loro vita in modo più sereno e con l’aiuto di operatori competenti».
I promotori della campagna affermano che «le donne devono essere libere di poter decidere per la vita, devono essere supportate in ciò e non e devono sentirsi “obbligate” ad abortire per assenza di un’idonea informazione su cosa sia un aborto e le sue conseguenze fisiche e psichiche, sugli aiuti materiali e non».
Sullo stesso tema giungono anche i commenti, di opposto tenore, dall’Unione donne in Italia (Udi) e dalla Casa delle Donne di Ravenna. L’Udi scrive che «la Legge 194 è diventata negli anni cuore e simbolo di un attacco generalizzato ai diritti delle donne. A tutte le Istituzioni responsabili della sua applicazione, chiediamo di garantire i diritti delle donne del nostro Paese, senza arretramenti. La Legge 194 è già fortemente compromessa dall’abnorme e ingiustificabile obiezione di coscienza. Vogliamo che le donne possano scegliere tra i diversi metodi abortivi e che sia possibile la somministrazione della Ru486 fino alla nona settimana, come in tutt’Europa, anche nei Consultori pubblici adeguatamente potenziati, dove la contraccezione ordinaria e di emergenza sia accessibile, gratuita, senza obiezioni fasulle. Basta con l’ideologia familista/maschilista che rivuole la donna o in casa a fare figli o nel lavoro senza maternità».
La Casa delle donne si rivolge al Comune e chiede che si attivi «per la rimozione immediata dei manifesti lesivi della dignità e dei diritti delle donne. In altre città sono stati prontamente rimossi. Si tratta di immagini che mirano a colpevolizzare le donne che hanno subito, o scelto, la fine di una gravidanza per i motivi più diversi. Colpire le donne che vivono un momento così difficile e doloroso della loro vita, è subdolo e ipocrita». Per dovere di cronaca va ricordato che la versione ravennate è diversa da quella apparsa in altre città perché non viene menzionata esplicitamente la contrarietà all’aborto o alla legge che lo garantisce. «L’obiettivo di questa campagna di comunicazione oscurantista e violenta – continua il comunicato della Casa delle Donne – non è affatto la difesa della vita ma è la criminalizzazione delle donne per sottrarre loro potere e controllo sulla riproduzione e trasformarle in strumento procreativo».
Appuntamento sabato 26 maggio con l’iniziativa promossa dall’associazione Ravenna Football Club: si affronteranno squadre miste composte da giocatori delle giovanili ravennati
Per tutta la giornata di sabato 26 maggio a Ravenna in piazza Kennedy sarà allestito un campo da calcetto che vedrà sfidarsi i giovani talenti delle squadre giovanili del territorio ravennate suddivisi in squadre miste e dopo la premiazione dalle 20.45 tutti davanti al maxischermo per la finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool. Torna l’appuntamento con “Il calcio nel cuore” promosso dall’associazione Ravenna Footbal Club, realtà parallela alla squadra di calcio e impegnata nella promozione dello sport e nel sostegno dei colori giallorossi.
La particolarità del torneo giovanile amichevole, il primo Trofeo Fruttagel, è rappresentanta dalla composizione delle squadre: per favorire l’aggregazione dei ragazzi le squadre saranno formate da ragazzi non dello stesso club, che potranno così fare conoscenza di altri giovani calciatori che solitamente trovano come avversari.
La manifestazione vivrà della sinergia con la mostra allestita a palazzo Rasponi delle Teste “Il grande calcio del passato”, un’ulteriore occasione per fare sognare i ragazzi e permettere loro di conoscere la storia di questo sport.
Denunciata anche la madre: erano entrambi incensurati. La piccola è fuori pericolo
A soli 18 mesi ha ingoiato della droga trovata in casa mentre giocava ed è finita in ospedale. Dopo 24 ore in osservazione in terapia intensiva, la prognosi per lei è stata sciolta: è fuori pericolo anche se dovrà trascorrere qualche altro giorno ricoverata.
È accaduto a Ravenna lunedì mattina – citiamo un’agenzia dell’Ansa – quando la bimba, mentre il padre era impegnato al telefono, è riuscita ad aprire un cofanetto contenente 62 grammi circa di hashish tra cui una barretta che ha masticato. Il genitore è stato arrestato per possesso di droga ai fini di spaccio e lesioni personali come conseguenza di altro reato. La madre è stata invece denunciata a piede libero perché, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, avrebbe saputo di quella droga custodita in casa.
Entrambi i genitori, di nazionalità italiana e residenti a Ravenna, sono incensurati. A fare scattare le indagini, coordinate dal Pm di turno Silvia Ziniti, è stato il posto di Polizia dell’ospedale di Ravenna dove il padre ha accompagnato la piccola.
Volley / In attesa solo dell’ufficialità la fresca diciottenne di Lugo “cede” con un anno di ritardo alla corte della più importante formazione giovanile azzurra, che parteciperà al prossimo torneo di A1
Sara Panetoni in maglia azzurra
Il baby talento Sara Panetoni saluta Ravenna e si accasa al Club Italia, di cui difenderà i colori nel prossimo campionato di Serie A1 femminile. In attesa solo dell’ufficialità, che dovrebbe arrivare a giorni, la fresca diciottenne di Lugo (è nata il 6 maggio del 2000) “cede” con un anno di ritardo alla corte della più importante formazione giovanile azzurra, la cui attività è seguita giorno per giorno dallo stesso commissario tecnico Mazzanti, dal cui serbatoio pesca a piene mani in questo intenso periodo di tornei internazionali. Già nella scorsa stagione la giocatrice cresciuta nella Teodora si sarebbe potuta trasferire nella squadra “federale”, senza però accettare l’offerta, decidendo di provare a ritagliarsi in Serie A2 uno spazio tutto suo nella Conad, cosa però avvenuta solo a intermittenza.
Panetoni riprende così il suo percorso tinto di colore azzurro, che ha avuto il suo culmine l’estate scorsa, quando l’Italia ha vinto in Argentina i campionati mondiali Under 18 con lei che ricopriva il ruolo di libero titolare. Tesserata con il club di Bagnacavallo, Sara nonostante la giovanissima età ha alle spalle già un discreta esperienza. “Lanciata” appena quattordicenne in Serie B2 con la maglia della Teodora nel 2014, nel 2016 si è trasferita nell’Olimpia Cmc che ha partecipato al torneo di B1, debuttando nel ruolo di libero. Nella scorsa stagione, infine, ha fatto l’esordio in A2 nella Conad Olimpia Teodora, realtà nata dalla fusione tra le due società ravennati, con il compito di “vice” Paris, quest’ultima titolare in seconda linea.
Il sindacato parla di atto intimidatorio per l’affissione notturna messa a segno in varie parti d’Italia: «Non ci faremo intimidire»
Uno striscione firmato da Forza Nuova con la scritta “Non si può morire di lavoro” è stato affisso a Ravenna nei pressi della sede della Cgil in via Matteucci con un blitz nella notte tra il 22 e il 23 maggio. Non vengono segnalati danneggiamenti di alcun tipo alla struttura. Il sindacato parla di «atto di intimidazione e provocatorio». Analoghe azioni sono state compiute in altre Camere del lavoro, a Cesena, a Rimini e nel resto d’Italia.
«Siamo di fronte a un’azione compiuta su larga scala e coordinata con il chiaro intento di colpire la Cgil – commenta la segreteria confederale della Cgil di Ravenna –. Di fronte a questi atti non ci faremo intimidire. Ci attaccano sulla sicurezza sul lavoro che rappresenta uno dei temi centrali dell’operato del nostro sindacato e sul quale la Cgil è in campo ogni giorno». Secondo il sindacato l’episodio segue un’analoga provocazione risalente al mese di febbraio, quando sulla targa della Cgil posta nella sede della Camera del lavoro di Faenza fu rinvenuto un adesivo di CasaPound. «Il ripetersi di simili episodi – commenta il segretario generale della Cgil di Ravenna, Costantino Ricci – evidenzia il pessimo clima che si sta respirando in Italia. È importante che tutte le istituzioni, assieme ai sindacati, adottino ogni azione atta a riaffermare quotidianamente i valori democratici e di ripudio del fascismo che sono a fondamento della Costituzione. Organizzazioni di stampo neofascista prendono di mira le Camere del lavoro che da sempre, nella loro storia, sono un presidio di democrazia e dove i cittadini trovano e troveranno sempre un punto di riferimento per la tutela dei diritti e per avere risposte ai loro bisogni. Nessuna intimidazione e nessuna provocazione fermerà l’azione della Cgil a favore dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie e in difesa della vita democratica di questo Paese».
I sindacalisti del Sinlai con i militanti di Forza Nuova e Lotta Studentesca hanno rivendicato il gesto: «“Basta morti sul lavoro! Sindacati Confederali e Stato Boia!” è il grido che è echeggiato in tutto il Paese, diretto a condannare aspramente il fatto che nel 2018, malgrado i proclami progressisti, di lavoro si muore molto più che in passato. Obiettivi dell’azione nazionale sono stati i sindacati confederali, colpevoli di non vigilare sulle condizioni di lavoro di operai e impiegati, sempre più sfruttati e vessati; le associazioni datoriali e le aziende che più di altre si sono negativamente distinte per il macabro record di morti tra i propri dipendenti».
Volley / Il tecnico marchigiano proviene da Bergamo, dove per due anni ha guidato in Serie A2 la Caloni Agnelli. Bonitta: «Lavora molto bene con i giovani, è la persona perfetta per il nostro futuro». Oltre a quello del palleggiatore, “radiomercato” dà per quasi certo il tesseramento di Argenta
Il tecnico Gianluca Graziosi durante un time out a Bergamo (foto Legavolley)
È Gianluca Graziosi il nuovo allenatore della squadra ravennate per la stagione 2018-2019 di Superlega. Classe ’65, marchigiano di Ancona, il tecnico verrà presentato alla città e alla stampa nella giornata di lunedì 28 maggio a Ravenna (ore 11, luogo da definire). Graziosi proviene da Bergamo, dove per due anni ha guidato in Serie A2 la Caloni Agnelli, mentre in queste settimane è impegnato a Roma, dove nel centro federale dell’Acqua Acetosa “Onesti” sta dirigendo i lavori della nazionale italiana “B”, nel cui organico è presente anche lo schiacciatore Raffaelli.
«Lunedì, nel corso dell’assemblea – dichiara il direttore generale del Porto Robur Costa, Marco Bonitta – la Lega Pallavolo ha votato all’unanimità, con tre astensioni, a favore della deroga per un suo doppio incarico. Abbiamo quindi definito subito l’accordo con entusiasmo e siamo contenti che Gianluca abbia sposato il nostro progetto. Siamo felici di avere con noi un allenatore che in carriera ha fatto benissimo, in particolare con i giovani, ed è quindi la persona perfetta per il nostro futuro. Conosco “Ciccio” da tempo, proviene da una scuola molto qualitativa e negli ultimi anni ha raggiunto ottimi risultati».
La carriera di Graziosi In un curriculum di spessore svettano le ultime due stagioni, con la Caloni capace di arrivare in entrambi i casi nelle semifinali dei playoff di Serie A2, ma soprattutto l’annata 2014-2015, culminata con la promozione in Superlega alla guida del Potenza Picena (prima della rinuncia da parte della società marchigiana alla disputa del massimo campionato) e il premio come miglior tecnico della categoria. Proveniente dalla scuola di Marco Paolini a Falconara, in precedenza Graziosi ha compiuto in panchina tutta la trafila conquistando i cinque titoli giovanili di categoria fino alla Junior League. Dopo un’esperienza da secondo in A1, sempre a Falconara nel 2001-2002, come head coach a Castelfidardo ha raggiunto nel 2008 la promozione in A2, seguita da quattro annate (dal 2012 al 2016) a Potenza Picena, per infine approdare a Bergamo.
Mercato Salutati Orduna e Buchegger, con quest’ultimo che nei prossimi giorni dovrebbe raggiungere a Monza il palleggiatore e l’ex tecnico Soli, oltre a Marechal (in Russia) e Gutierrez (in Argentina), il direttore generale Bonitta si sta muovendo per costruire l’organico che nella prossima stagione verrà affidato a Graziosi. Confermati Goi (sirene brianzole anche per il libero, però) e Poglajen, “radiomercato” dà per quasi certo l’arrivo di una diagonale nuova di zecca formata dal palleggiatore Davide Saitta (ultimi anni in Francia) e dal giovane opposto Andrea Argenta (classe ’96 nella passata stagione a Modena), con quest’ultimo che dovrebbe giocarsi il posto da titolare con il ceco Matej Smidl (’97, proveniente dall’Ostrava). A completare la rosa potrebbero infine essere altri baby di belle speranze, come il centrale Lorenzo Codarin (’96), gli schiacciatori “figli d’arte” Pietro Margutti (’98), entrambi da Brescia, e Francesco Recine (’99, dal Club Italia), e il libero Ludovico Giuliani (’98, da Piacenza).