Striscione di Forza Nuova vicino alla sede Cgil: “Non si può morire di lavoro”

Il sindacato parla di atto intimidatorio per l’affissione notturna messa a segno in varie parti d’Italia: «Non ci faremo intimidire»

Costantino RicciUno striscione firmato da Forza Nuova con la scritta “Non si può morire di lavoro” è stato affisso a Ravenna nei pressi della sede della Cgil in via Matteucci con un blitz nella notte tra il 22 e il 23 maggio. Non vengono segnalati danneggiamenti di alcun tipo alla struttura. Il sindacato parla di «atto di intimidazione e provocatorio». Analoghe azioni sono state compiute in altre Camere del lavoro, a Cesena, a Rimini e nel resto d’Italia.

«Siamo di fronte a un’azione compiuta su larga scala e coordinata con il chiaro intento di colpire la Cgil – commenta la segreteria confederale della Cgil di Ravenna –. Di fronte a questi atti non ci faremo intimidire. Ci attaccano sulla sicurezza sul lavoro che rappresenta uno dei temi centrali dell’operato del nostro sindacato e sul quale la Cgil è in campo ogni giorno». Secondo il sindacato l’episodio segue un’analoga provocazione risalente al mese di febbraio, quando sulla targa della Cgil posta nella sede della Camera del lavoro di Faenza fu rinvenuto un adesivo di CasaPound. «Il ripetersi di simili episodi – commenta il segretario generale della Cgil di Ravenna, Costantino Ricci – evidenzia il pessimo clima che si sta respirando in Italia. È importante che tutte le istituzioni, assieme ai sindacati, adottino ogni azione atta a riaffermare quotidianamente i valori democratici e di ripudio del fascismo che sono a fondamento della Costituzione. Organizzazioni di stampo neofascista prendono di mira le Camere del lavoro che da sempre, nella loro storia, sono un presidio di democrazia e dove i cittadini trovano e troveranno sempre un punto di riferimento per la tutela dei diritti e per avere risposte ai loro bisogni. Nessuna intimidazione e nessuna provocazione fermerà l’azione della Cgil a favore dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie e in difesa della vita democratica di questo Paese».

I sindacalisti del Sinlai con i militanti di Forza Nuova e Lotta Studentesca hanno rivendicato il gesto: «“Basta morti sul lavoro! Sindacati Confederali e Stato Boia!” è il grido che è echeggiato in tutto il Paese, diretto a condannare aspramente il fatto che nel 2018, malgrado i proclami progressisti, di lavoro si muore molto più che in passato. Obiettivi dell’azione nazionale sono stati i sindacati confederali, colpevoli di non vigilare sulle condizioni di lavoro di operai e impiegati, sempre più sfruttati e vessati; le associazioni datoriali e le aziende che più di altre si sono negativamente distinte per il macabro record di morti tra i propri dipendenti».

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