venerdì
08 Agosto 2025

La mostra sui Miracoli è un successo e la Curia decide di prorogarla a fine febbraio

Il 24 febbraio sarà ospite a Ravenna la madre del ragazzo che ebbe l’idea dell’iniziativa, morto a 15 anni nel 2006

mostra miracoli
Il vescovo e l’assessore Cameliani in visita alla mostra sui miracoli

Secondo la curia per vedere i miracoli in mostra sono venuti sin da San Benedetto del Tronto. Turisti anche per Rimini, San Marino, Sassuolo.  Adele Ravelli, presidente della Consulta delle aggregazioni laicali che ha organizzato la mostra assieme all’AgeSc, fornisce qualche numero: «Sono venuti un migliaio di ragazzi – assicura -. Quasi tutte le scuole superiori, molte medie e qualche classe delle elementari». Insomma, la mostra doveva chiudere il 10 febbraio e invece resterà aperta (su prenotazione) fino al 24 febbraio.

Quel giorno chiuderà con un ospite speciale: Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis, che è morto a 15 anni nel 2006 ed è stato l’ideatore di questa mostra. Il ragazzo, poi nominato “servo di Dio” (primissimo passo verso la santificazione) dalla Chiesa Cattolica, era un assiduo frequentatore della parrocchia e fu l’ideatore della mostra. Il quindicenne morì a causa di una leucemia fulminante ed è l’ispiratore e ideatore di questa mostra. Aveva infatti creato un sito internet, ancora on line (http://www.miracolieucaristici.org/) che raccoglie tutti i miracoli riconosciuti dalla chiesa. La signora Sanzano sarò a Ravenna alle 16 nella parrocchia di Santa Maria del Torrione per un’intervista-testimonianza guidata da Simone Ortolani, alla presenza dell’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni. Fino a quel giorno, la mostra sarà visitabile per gruppi, su prenotazione.

Il questore dispone la chiusura del bar Centrale a Porto Fuori

Sigilli al locale per quindici giorni. Uno dei gestori era stato arrestato a fine dicembre perché trovato in possesso di droga

RAVENNA 16/02/2018. QUESTURA DI RAVENNA. LA POLIZIA CHIUDE IL BAR CENTRALE DI PORTO FUORI

Dopo il Kojak, a cui è stata sospesa la licenza, un’altra attività a Porto Fuori è stata oggetto di un provvedimento di chiusura di due settimane. Si tratta del bar Centrale in cui uno dei gestori era stato arrestato a fine dicembre per detenzione di sostanze stupefacenti. Secondo quanto scoperto dai carabinieri, una certa quantità di droga era detenuta proprio nel bar del paese.

«I motivi della chiusura – scrive la Questura –  risiedono nei continui interventi delle Forze dell’Ordine, dal 2012 al 2017, presso il citato locale, nel provvedimento di chiusura emesso nell’anno 2014 dal Questore pro tempore di Ravenna e, infine, l’arresto del padre -nonché collaboratore nell’attività della titolare dell’esercizio pubblico in questione- per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti avvenuto il 29 dicembre 2017».

Come accennato, si tratta della seconda attività del paese sospesa nel giro di pochi giorni. Il 14 febbraio era arrivata la sospensione della licenza al Kojak per due settimane. Alla discoteca sono stati contestati una decina di episodi, in gran parte dovute a chiamate dei residenti e schiamazzi notturni.

Estremista legato all’Isis individuato a Ravenna. Il Viminale: «È stato espulso»

Si tratta di un 23enne già segnalato della autorità di Tunisi

Stato IslamicoUn tunisino è stato espulso dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato. Lo fa sapere il Viminale, segnalando che quella di oggi è la diciottesima dell’anno. Dal 2015, complessivamente, sono stati allontanati con accompagnamento alla frontiera 255 soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso.

L’uomo è un 23enne già segnalato dalle Autorità di Tunisi, per il tramite dei canali di cooperazione internazionale di Polizia, quale “estremista legato all’autoproclamato Stato Islamico, partito dal suo Paese per raggiungere l’Italia o altre nazioni europee”.

Le successive attività di ricerca ne hanno consentito l’individuazione, lo scorso 31 gennaio a Ravenna e per questi motivi lo straniero, trattenuto presso il Centro per rimpatri, è stato espulso con accompagnamento con un volo diretto nel suo Paese.

Traffico container tra luci e ombre: Setramar vola, Tcr perde quasi il 10 percento

Il terminalista controllato dal pubblico passa da 204mila a 185mila teu

Tcr ContainerÈ preoccupante per il settore portuale il dato sui container diffuso nei giorni scorsi dall’Autorità portuale. A Ravenna a livello generale, infatti, il traffico dei contenitori nel 2017 perde circa il 4,8 percento rispetto all’anno precedente. Un calo che porta il totale dei teu (unità di misura del settore) ad un totale di 223.369.

Non tutti i terminal container, però, subiscono una perdita: quello di Setramar, secondo i dati in nostro possesso, è infatti in crescita del 28 percento. La maggior parte del traffico che viene movimentato dal gruppo Setramar è diretto in Medio Oriente e in Estremo Oriente, grazie in questo caso alla compagnia di navigazione Evergreen. Su Setramar gravita attualmente il 17,7 percento del traffico containeristico locale: in totale parliamo di 39.511 teu.

Il resto del traffico è gestito nella quasi totalità da Tcr, l’azienda a capitale misto pubblico/privato (il 70 percento è di Sapir che a sua volta è a maggioranza pubblica e il restante 30 percento è di Contship) a cui va ascritta una grossa perdita percentuale. I conti tornano: infatti secondo quanto si legge sul sito di Contship, il traffico in Tcr è passato da 204mila a 185mila teu, con una perdita netta di quasi il 10 percento. Tra i porti gateways, cioè quelli in cui le merci vengono sbarcate per essere spedite via terra, Ravenna è l’unico del gruppo Contship in perdita. Salerno infatti passa da 375mila a 420mila teu mentre La Spezia migliora ancora i suoi numeri arrivando al record di 1,378 milioni di teu dagli 1,172 dello scorso anno. Lo scalo ligure è peraltro porto in concorrenza con Ravenna per quanto riguarda i traffici dell’Emilia.

Setramar e Tcr lavorano nello stesso porto, per cui non è semplice spiegare la differenza percentuale così marcata tra i due terminal e anche gli addetti ai lavori non si sbilanciano (f. Di certo però si può ricordare che l’ultima volta che è stata a Ravenna Cecilia Eckelmann Battistello, numero uno di Contship, ha mostrato un certo nervosismo criticando le ultime politiche del porto ravennate. Il sindaco Michele de Pascale, d’altra parte, è stato altrettanto duro: «Nessuno è indispensabile», ha detto in sintesi. Del nuovo terminal container si continua a parlare ma i numeri, per ora, sono lontani da quei trecentomila teu a cui si aspirava quando si cominciò a ipotizzare questo progetto.

Baseball Godo ai nastri di partenza tra graditi ritorni e ambizioni di playoff

Baseball A2 / Resa nota la composizione del girone, con il campionato che inizierà il 7 e l’8 aprile. Tornano a vestire la maglia rossoblù Gelli, Bucchi e Casalini. Casadio: «C’è un giusto mix di esperienza e gioventù che mi fa ben sperare»

TIC E RUS
A sinistra il direttore sportivo Attilio Casadio, assieme a Russ Myers

Con la composizione dei gironi è in pratica iniziata la nuova stagione di Serie A2, che vedrà sul diamante il Baseball Godo. Il campionato partirà il weekend del 7 e 8 aprile e vedrà la formazione rossoblù sfidare nel gruppo C Collecchio, Modena, Paternò Red Sox, Redskins Imola e Sala Baganza. E’ poi prevista una fase di intergirone in cui i ravennati incroceranno le formazioni del girone D composto da Grosseto, Macerata,
Nettuno 2, Pesaro, Potenza Picena e Viterbo. Retrocederanno in B le ultime classificate dei quattro raggruppamenti, mentre le prime quattro classificate accederanno ai playoff.

Anche nel 2018 il a guidare il Godo Baseball sarà il cubano Luis Hernandez, che avrà così la doppia veste di pitching coach e manager della
squadra. A presentare la stagione in avvio è lo storico direttore sportivo Attilio Casadio. «Sono molto contento di come sia andato il campionato scorso – spiega – perché abbiamo raggiunto uno degli obiettivi fondamentali del nostro movimento, ovvero la crescita dei nostri giovani e l’inserimento concreto del nostro vivaio nella prima squadra. Da questo punto di vista è stato un anno davvero positivo e anche in questa stagione vogliamo proseguire in questa direzione. Alcuni giocatori importanti, dopo esperienze fatte con altre squadre, hanno deciso di tornare a giocare con il Godo, quindi potremo contare su ragazzi che hanno esperienza nella massima serie e che devono essere uno stimolo in più e un esempio per i giovani. Dovranno rappresentare anche l’aiuto che l’anno scorso in certe fasi del campionato è venuto a mancare. In definitiva, partiamo con un giusto mix di esperienza e gioventù che mi fa ben sperare per il campionato».

A vestire la casacca rossoblù, infatti, torneranno elementi di ottimo valore con Erik Gelli, nello scorso torneo a Imola e lontano da Godo da ben 13 anni, Mattia Bucchi e Alessandro Casalini. A rinforzare l’organico, inoltre, ci saranno anche Federico Rubboli, che ha deciso di allungare la sua carriera di un’altra stagione, e il diciottenne lanciatore Nicolò Ioli, che faranno parte di una rosa composta solo da italiani, con l’unica eccezione rappresentata da Emmanuel Evangelisti, originario di Santo Domingo ma ormai a tutti gli effetti godese di adozione. «Se la squadra scenderà in campo con la convinzione di non essere inferiore a nessuno, il Godo quest’anno può arrivare molto in alto, ci sono tutti gli strumenti per salire in alto. Per farcela però bisogna lavorare seriamente in ogni singolo allenamento, iniziando a gennaio. Se riusciremo a tenere questo tipo di mentalità, il Godo sarà una squadra che farà paura a tutti. Bisognerà rispettare tutti, ma non temere nessuno, tenendo bene a mente i nostri due obiettivi. Il primo è quello di arrivare più in alto possibile, con l’obiettivo minimo dei playoff.  Il secondo, altrettanto importante – termina Casadio – è la crescita di tutti i nostri ragazzi, anche dei veterani».

In preparazione all’inizio della stagione sono infine state organizzate alcune amichevoli: il 10 marzo con Ravenna, il 17 marzo Imola, il 24 marzo Castenaso e il 31 marzo Athletics Bologna.

Il ministro Orlando a Ravenna “per un’Italia più giusta” coi candidati locali del Pd

OrlandoIl ministro Andrea Orlando, candidato per il Pd alla Camera dei Deputati, sarà a Ravenna domenica 18 febbraio alle 16 nella sala “Nullo Baldini” in via Guaccimanni 10 dove incontrerà i cittadini nel corso di un incontro dal titolo “Per un’Italia più giusta. Equità, legalità e territorio”.

Orlando è ministro della Giustizia in carica, e ricopre questo ruolo dal 2014. In precedenza ha rivestito la carica di ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare nel governo Letta.

Insieme a lui dialogheranno il candidato ravennate alla Camera dei Deputati, Alberto Pagani e il candidato faentino al Senato Stefano Collina. Aprirà un saluto del sindaco di Ravenna Michele de Pascale.

Un contributo fino a 191 euro dalla Regione per chi acquista un’auto ibrida

Per tutti i cittadini residenti in Emilia-Romagna, anche per chi l’ha comprata nel 2017

HybridLa Regione Emilia-Romagna concede un contributo fino a un massimo di 191 euro (pari al costo del bollo medio) a ogni cittadino residente nel proprio territorio che nel 2018 acquista un’auto ibrida di prima immatricolazione, incentivo esteso alle annualità 2019 e 2020. Un contributo che verrà accreditato direttamente in seguito alla registrazione su una piattaforma web della Regione e che verrà esteso anche agli oltre 7mila residenti che hanno acquistato un’auto ibrida, sempre di prima immatricolazione, in Emilia-Romagna nel 2017.

Una scelta a favore della mobilità sostenibile che vuole premiare chi si affida a veicoli più ecologici e a basso impatto ambientale soprattutto negli spostamenti alle basse velocità caratteristici dei centri urbani, mezzi sempre più diffusi in Emilia-Romagna: dai 2.776 veicoli ibridi immatricolati nel 2015 in regione si è infatti passati ai 4.369 (+57%) del 2016 e ai 7.056 del 2017 (+61% rispetto all’anno precedente).

La decisione della Regione arriva dopo l’esenzione dal bollo auto varata nel 2016 per chi acquistava l’auto ibrida quell’anno (per le annualità 2016-2017-2018), senza però che la misura potesse essere replicata l’anno successivo a causa dell’impossibilità normativa di portare a termine una revisione complessiva del bollo auto. Per questo motivo, nell’ultima seduta la Giunta regionale ha deciso di estendere la concessione del contributo di massimo 191 euro anche agli oltre 7 mila automobilisti che hanno acquistato e immatricolato un veicolo ibrido nel 2017.

Come ottenere il contributo: domande online da aprile (per il 2018) e da luglio (per il 2017)
Nelle prossime settimane verrà ultimata l’attivazione di un portale regionale nel quale i cittadini residenti in Emilia-Romagna che hanno acquistato o che acquisteranno una auto ibrida nel 2018 potranno registrarsi, inserendo i dati anagrafici, quelli dell’auto ibrida e le coordinate bancarie: ogni anno la Regione accrediterà in automatico la cifra dovuta.

Per chi ha comprato l’auto nel 2018, la richiesta online del contributo sarà possibile già da aprile. Per gli emiliano-romagnoli che hanno comprato l’automobile nel 2017 occorrerà invece attendere luglio quando la Giunta metterà a disposizione le risorse necessarie con la manovra di assestamento del bilancio regionale.

Non appena il portale regionale sarà operativo, la Regione ne darà ampia informazione attraverso i suoi canali istituzionali e lo promuoverà anche in collaborazione con gli operatori del comparto.

Gli emiliano-romagnoli che immatricolano un’auto ibrida nel 2018 o che l’abbiano già fatto nel 2017 dovranno pagare regolarmente il bollo auto ogni anno, potendo poi chiedere il contributo regionale.

La fuga di Igor il Russo: «Sono arrivato in Spagna il 21 settembre, in bicicletta»

L’interrogatorio del killer sospettato di aver ucciso anche il metronotte alla cava Manzona di Savio

Serbian Natioanl Accused Of Killing Two Civil Guards And A Civilian

«Sono arrivato in Spagna il 21 settembre, in bicicletta». Parola di “Igor”, il serbo accusato di tre omicidi nel Paese iberico e di almeno altri due in Italia, commessi ad aprile 2017 tra le province di Bologna e Ferrara (e fortemente sospettato anche del delitto del metronotte 42enne Salvatore Chianese, alla cava Manzona di Savio nel dicembre del 2015). Lo avrebbe detto lo stesso Norbert Feher nell’interrogatorio davanti ai magistrati di Alcaniz, quando fu interrogato dopo il suo arresto, a metà dicembre.

Secondo quanto riportano i media spagnoli, il killer ha detto anche di aver usato 23 identità diverse nella sua latitanza e che dopo il suo arrivo in Spagna a settembre, avrebbe lavorato per un periodo nella raccolta della frutta a Lerida e che ha vissuto nei comuni di Xirivella e Catarroja, nei pressi di Valencia, prima di trasferirsi a Teruel dove sarebbe stato da fine novembre o inizio dicembre, e dove poi ha ucciso due agenti della Guardia Civil e due allevatori. Dopo, sempre secondo il suo racconto, sarebbe voluto tornare nella zona di Valencia, dove aveva alcune conoscenze. (Ansa.it)

Anche 28 operatori ravennati firmano l’appello alla cultura per Potere al Popolo

Tra i firmatari il poeta Franco Costantini, il cantautore Gianluigi Tartaull e l’ex assessora Elettra Stamboulis

Franco Costantini
Il poeta Franco Costantini

Anche una serie di operatori a vario livello della cultura, dell’informazione e della conoscenza nel territorio ravennate aderiscono all’appello nazionale, promosso dal regista Citto Maselli, al mondo della cultura per il voto alla lista di sinistra Potere al Popolo alle prossime elezioni (tra i firmatari a livello nazionale Lidia Menapace, Moni Ovadia, Paolo Pietrangeli, Paolo Cacciari, Francesca Fornario, Massimo Dapporto, Christian Raimo, Guido Viale, Renzo Ulivieri, Vauro, Romano Luperini, Federico Sanguineti, Alessandro Dal Lago).

Tra i firmatari ravennati (28 in tutto) anche alcuni nomi noti in città come il poeta e attore Franco Costantini; lo storico anarchico, esperto di cinema, Domenico Gavella; l’islamologa Marisa Iannucci, il cantautore Gianluigi Tartaull, l’autrice e curatrice artistica Elettra Stamboulis (anche docente ed ex assessore della prima giunta di centrosinistra con il sindaco Fabrizio Matteucci), la direttrice artistica del Mama’s (che, come tutti, interviene naturalmente solo a titolo personale) Valeria Nonni, gli attori Caterina Marchetti ed Enea Melandri o l’esperto di cinema (attivo nel circolo Sogni) e docente Francesco Della Torre.

Gli altri firmatari sono i docenti Vladimiro Bacchini, Valentina Ciampi, Marisa Evangelisti, Alessandro Fiume, Giuliana Liverani, Rita Maioli, Loretta Masotti e Luisa Randi, il sociologo Tiziano Bordoni, il fisico Bruno Cignani, il preside Gianni Del Bene, la bibliotecaria Laura Gaeta, l’architetto Giacomo La Commare, Giancarlo Lugli della presidenza provinciale Anpi e del direttivo provinciale della Cgil, di cui fa parte anche l’altro firmatario Andrea Marchetti, il coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti Matteo Marchetti, la mediatrice interculturale Liljana Picari, la sociologa Simonetta Scotti e infine Marina Zeccoli.

Venditore di fiori investito la notte di San Valentino: è caccia a un’auto pirata

L’incidente a Faenza. L’uomo è ricoverato in gravi condizioni al Bufalini di Cesena

AmbulanzaLo hanno trovato ferito e insanguinato lungo la strada, poco dopo la mezzanotte della serata di San Valentino, nel fosso lungo via Ravegnana, a Faenza, all’altezza della farmacia comunale. L’uomo, un 32enne originario del Marocco molto noto a Faenza per la sua attività di venditore ambulante di fiori, è stato poi trasportato d’urgenza dai sanitari del 118 al Bufalini di Cesena con il codice di massima gravità.

La notizia è pubblicata sul Carlino di Ravenna oggi (venderdì 16 febbraio) in edicola, che riporta anche come i carabinieri abbiano rinvenuto nel fosso diversi mazzi di fiori e la bicicletta dell’uomo, oltre ad alcuni pezzi di un altro veicolo. Da qui l’ipotesi di un pirata della strada che, dopo aver travolto il 32enne, si sarebbe dato alla fuga, senza aspettare i soccorsi. Ma l’ipotesi è ancora tutta da confermare.

Interviste verso il voto: il grillino di Legambiente che non ha mai fatto politica

L’avvocato Zanforlini da Ferrara è il candidato nel collegio di Ravenna dei 5 Stelle. «Massoneria? No a caccia alle streghe. Ma non sono associato»

Zanforlini
David Zanforlini

Avvocato, 58 anni, da 25 in Legambiente di cui gli ultimi sei nel direttivo, con l’hobby della lettura: David Zanforlini da Ferrara è il candidato alla Camera per il Movimento 5 stelle nel collegio uninominale di Ravenna. Dalla sua ha il fatto di essere un volto nuovo, lontano quindi dalle polemiche che stanno scuotendo il Movimento.

I ravennati non la conoscono. Ci dice intanto se ha mai fatto politica prima? E per cosa votava prima dell’arrivo del Movimento 5 Stelle?
«Non ho mai fatto politica se si vuole escludere il fatto di aver assistito Legambiente e aver partecipato a diversi processi importanti. A un certo punto però mi sono accorto che così non potevo cambiare ulteriormente le cose in favore di quelli che chiamo gli indifesi, cioè ambiente e animali, e così ho accettato di candidarmi. Per quanto riguarda ciò che votavo, mi trovo in linea con Grasso, ritengo che sia una questione privata che non c’entri. Posso solo dire che sono sempre stato un democratico e non ho mai guardato a destra».
Si sente un paracadutato? Come pensa di farsi conoscere e, se fosse eletto, come pensa di render conto del suo lavoro ai cittadini che l’hanno scelta?
«Paracadutato fino a un certo punto. Forse voi non conoscete me, ma io conosco Ravenna e ho partecipato anche all’ultimo processo sull’amianto che ha coinvolto il Petrolchimico. E poi Ravenna non solo è un territorio limitrofo a quello di Ferrara ma anche molto simile soprattutto dal punto di vista ambientale, tra zone umide e costa. E se fossi eletto, do per implicito che il mandato lo riceverei dai ravennati (Zanforlini non è candidato altrove, ndr.) e, come faccio con i miei clienti sul lavoro, mi sentirei tenuto a rispondere loro».
Cosa pensa dei meetup del capoluogo in conflitto tra loro? Tra i suoi obiettivi c’è anche quello di radicare il movimento nel territorio ripartendo da zero?
«Sto conoscendo tutti gli attivisti storici e mi sto facendo un’idea. Le incomprensioni locali sono frequenti, credo che in una situazione così tesa la cosa migliore sia fermarsi un attimo e meditare e per questo può servire un outsider, come sono io. Bisogna ricreare armonia sul territorio, perché tutti possono avere le loro ragioni, ma divisi non si ottiene nulla».
Il Movimento 5 Stelle rifiuta collocazioni a destra e sinistra però esistono temi su cui puntualmente la politica si divide. Per esempio, secondo lei, il fascismo ha fatto anche cose buone in Italia?
«Non mi sentirei di dare una risposta perché non ero presente e mi sembra sbagliato porre la questione in questo modo. Il punto è che credo che questo sarà l’ultimo round dei partiti sia di centrodestra che di centrosinistra perché si rifanno a ideologie del Novecento, che erano costruzioni filosofiche ed economiche che sono diventate anacronistiche, perché la soluzione attuale politica è solo il movimento, che è liquido e rispetta le esigenze dei cittadini, che sono mutevoli. Per questo il Movimento non potrà mai contraddirsi, perché coordina la volontà e il mandato della gente».
È a questo che dobbiamo l’atteggiamento ondivago sull’immigrazione, penso all’ultimo non voto sullo ius soli?
«Sì, è il risultato della democrazia. Non bisogna ingessare le idee in schemi precostituiti, questa è la ragione per cui tante promesse non vengono mantenute. I partiti non hanno capito che l’arrivo del web cambia tutto».
Quindi le questioni importanti le decidono i simpatizzanti sulla rete?
«Sì, le si sottopone ai cittadini e si dà risposta alle loro necessità. La buona politica del resto è ottenere il miglior risultato possibile nel momento storico contingente. Prendiamo l’immigrazione: dobbiamo aspettare l’evento eclatante per accorgerci del problema dei nigeriani? Bastava ascoltare la gente. Oggi se il cittadino vuole una cosa, glieli devi dare».
Uno dei temi da sottoporre sarà quello di un’eventuale alleanza dopo le elezioni se non esce la maggioranza? Lega? Leu?
«Io non ho sentito neanche una parola in questo senso. Di certo credo che vada cambiata la legge, perché oggi con i cento simboli un cittadino rischia di votare coacervi inaffrontabili».
Se dalla base venisse l’indicazione di votare contro una sua convinzione morale?
«Rispetterò il mandato dei cittadini anche votando contro la mia convinzione personale a meno che non confligga con le mie regole etiche o con la legge costituzionale. L’unica legge che non avrei mai rispettato è quella razziale, nel 1938, perché in contrasto con la mia etica, che è cosa diversa dalla morale».
Cosa pensa dei parlamentari che cambiano gruppo nel corso della legislatura? Lei ha firmato accordi precisi in questo senso?
«L’unico modo per me per cambiare è dimettersi. Certo, ho firmato il patto etico che condivido e non è appunto in contrasto con la costituzione».
Di Maio ha detto di aver epurato le liste dalla massoneria, una realtà che qui ha una storia importante. Cosa ne pensa ?
«La distinzione che va fatta è sempre tra cosa è lecito e illecito, bisogna evitare di fare una caccia alle streghe sulla base di pregiudizi. Non voglio criticare Di Maio che avrà le sue ragioni, ma credo che ormai con il termine “massone” si identifichi in senso deteriore realtà come quella della P2 che ovviamente non andava bene, ma essere affiliati a un’associazione massonica è come essere membri delle Acli, il diritto a costituirsi in associazione è tutelato dalla Costituzione».
Lei per caso è affiliato?
«No, non sono associato».
Un indagato deve dimettersi da un incarico pubblico?
«Da avvocato non posso esigere da nessuno indagato che dia le dimissioni prima di una sentenza definitiva, ma capisco che in Italia prima della sentenza definitiva passa molto tempo. Se mi capitasse di essere indagato per un reato rilevante come corruzione, darei le dimissioni. Diverso sarebbe per esempio se fossi indagato per un reato che nulla a che fare con il ruolo politico».
Tre priorità del territorio ravennate trascurate in questi anni a cui mettere mano.
«Sono le questioni ambientali quelle su cui sento di poter dare un contributo fattivo, da Punte Alberete, alla valutazione dell’impatto del Petrochilmico fino agli stoaccaggi di gas nella Bassa lughese».

Qui sotto il calendario degli incontri del Movimento 5 Stelle a Ravenna nei prossimi giorni

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Al Circolo delle lettrici e dei lettori si parla di “Accabadora”, in scena al Rasi

Terzo incontro della rassegna sul romanzo di Michela Murgia, in arrivo nella sua versione teatrale a Ravenna

Accabadora Michela Murgia Romanzo EinaudiLunedì 19 febbraio alle 20.45 si terrà il  terzo incontro del Circolo delle lettrici e dei lettori nela sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi di Ravenna. L’appuntamento è con Laura Orlandini, ricercatrice presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Ravenna, che introdurrà lo spettacolo “Accabadora”, in scena al Rasi nell’ambito della stagione dei teatri venerdì 23 e sabato 24 febbraio alle 21.

Si tratta dello spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Michela Murgia con Monica Piseddu e regia di Veronica Cruciani (sulla base anche della drammaturgia di Carlotta Corradi).

Il termine sardo femina accabadora, femina agabbadòra o, più comunemente, accabadora (s’accabadóra, lett. “colei che finisce”, deriva dal sardo s’acabbu, “la fine” o dallo spagnolo acabar, “terminare”) denota la figura storicamente incerta di una donna che si incaricava di portare la morte a persone di qualunque età, nel caso in cui queste fossero in condizioni di malattia tali da portare i familiari o la stessa vittima a richiederne l’eutanasia. Nel romanzo Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria, all’età di sei anni, viene data a fill’e anima a Bonaria Urrai, una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora aiutando le persone in fin di vita a morire. Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia. È a questo punto della storia che comincia il testo teatrale. Maria è ormai una donna, o vorrebbe esserlo. Ma la permanenza sul letto di morte della Tzia mette in dubbio tutte le sue certezze.

La realtrice della serata, Laura Orlandini (Fusignano, 1981), è ricercatrice presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Ravenna e provincia, e collabora con diversi istituti culturali ravennati in progetti didattici e di ricerca. Si è dottorata all’Universitat “Pompeu Fabra” di Barcellona dove si è occupata di anticlericalismo e laicismo tra Italia e Spagna nel primo Novecento. Autrice di alcuni studi sulla Settimana rossa, ha dedicato molta della sua attività di ricerca alla storia ravennate e romagnola, con particolare attenzione ai movimenti insurrezionalisti, alla risposta cattolica e al conflitto con la Chiesa. Collabora attivamente con l’Archivio Udi ravennate e si è occupata di Resistenza e partecipazione femminile al processo di costruzione democratica.

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