venerdì
15 Agosto 2025

«Autoritratto è uno spettacolo comunitario per affrontare anche la mafia in me»

Dopo il debutto a Spoleto, parte dal Teatro Goldoni di Bagnacavallo la tournée del nuovo, atteso, lavoro di Davide Enia che questa volta affronta Cosa nostra. «Il primo morto ammazzato l’ho visto a otto anni»

Enia

Dopo il debutto al Festival di Spoleto, lunedì 2 dicembre (ore 21) partirà dal Teatro Goldoni di Bagnacavallo la tournée del nuovo, atteso, spettacolo di Davide Enia dal titolo Autoritratto. Classe 1974, palermitano, Enia è una delle voci più autorevoli e amate del cosiddetto teatro di narrazione italiano. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui a proposito di questo Autoritratto, di cui è come sempre autore e interprete, con le musiche di Giulio Barocchieri, le luci di Paolo Casati e il suono di Francesco Vitaliti. Una co-produzione che vede insieme CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Spoleto Festival dei Due Mondi e, ancora una volta, Accademia Perduta/Romagna Teatri. Come per i precedenti spettacoli, anche in questo caso, ci dice, «prima o poi dovrebbe esserci anche un libro». Intanto, lo spettacolo, dedicato al difficile tema di Cosa nostra, è pronto per la tournée.

Partiamo proprio da questo legame Palermo-Romagna. Come nasce l’ormai storica collaborazione con Accademia Perduta e la Romagna?
«Perché fin dai miei inizi mi hanno dimostrato grande affetto e stima, hanno sempre supportato il mio lavoro con grande cura e mi hanno fatto scoprire un territorio bellissimo. Sento i romagnoli molto vicini alle geometrie sentimentali del sud Italia, trovo lo stesso carattere sanguigno».

Nel suo teatro la Sicilia è sempre molto presente. Questa volta si misura con il tema della mafia, di Cosa nostra. Si è sentito in qualche modo in dovere, da siciliano, di affrontarlo?
«Io parlo sempre della Sicilia nel tentativo di raccontare il mondo. Ed è vero, sì, Autoritratto affronta il tema della maa, un tema inevadibile per noi palermitani. E anzi, in particolare parlo di Cosa nostra e del rapporto di totale nevrosi che noi abitanti di Palermo abbiamo avuto nei suoi confronti. Il racconto attraversa gli anni della mia infanzia, ossia gli anni ‘80, e arriva no al 1992, per poi affrontare la morte del piccolo Giuseppe Di Matteo. E di come era chiaro fin da prima che si sarebbe arrivati fino a questo tipo di abiezione (il bambino fu rapito a 12 anni, tenuto prigioniero per tre anni, inne strangolato e sciolto nell’acido, ndr)».

Ma perché affrontare questo tema proprio adesso?
«A questo posso dare più di una risposta. La prima è che, dopo L’abisso, mi sono chiesto: e ora di che cosa parlo? Quali sono le zone di ombra che devo esplorare e cosa può riportarci a uno sguardo comunitario, come era stato quello che offriva quello spettacolo? E così scelgo di prendere di petto uno dei temi più raccontati e abusati e cerco di raccontare il deposito del trauma. Cosa signica vivere in una città segnata da Cosa nostra».

In che senso è un “autoritratto”, come suggerisce il titolo?
«Il primo morto ammazzato l’ho visto a otto anni tornando a casa da scuola. Queste sono le prime parole dello spettacolo, perché la maa per chi ha vissuto Palermo in quegli anni è come un imprinting. Se non l’avevi visto tu, il morto ammazzato, lo aveva visto tuo fratello o i tuoi genitori. Padre Pino Puglisi (il sacerdote ucciso nel 1993 da Cosa nostra nel giorno del suo 56° compleanno per il suo impegno sociale, ndr) è stato il mio professore, il nostro professore di religione al liceo. Migliaia di ragazzi avevano al massimo un grado di separazione da Falcone e Borsellino. Eppure, c’è sempre stata una rimozione collettiva. L’atteggiamento era quello di negare, sottostimare o mitizzare pur di non affrontare Cosa nostra per ciò che era: uno specchio del patriarcato, del familismo che era dentro le nostre famiglie e le nostre vite. In questo spettacolo ho voluto affrontare innanzitutto la maa che è in me».

Tra gli elementi fondanti, c’è quello di mettere in parole, di smantellare l’omertà come elemento fondante di Cosa nostra.

«Ne L’abisso si trova un consiglio: qualunque cosa ti è accaduta, parlane, perché parlare è liberatorio. Si tratta di scardinare una delle impostazioni culturali della mafia che è la dottrina del silenzio. È una modalità di controllo feroce fuori e dentro le famiglie. Invece abbiamo bisogno di nominare tutto, di connetterci con il nostro desiderio per riuscire a suturare le ferite. È necessario parlare. Se ci pensiamo, nella lotta alla mafia le cose iniziano a cambiare quando Brusca comincia a parlare, inizia a frantumare la corazza del silenzio di Cosa nostra».

Anche in questo caso, accanto alla vicenda autobiografica, c’è stato un lavoro di documentazione?
«Io mi sono avvalso della collaborazione di tre funzionari della Dia, dipartimento antimafia, che mi hanno fatto una lezione di semiotica, mi hanno aiutato a leggere i segni della mia città e storicizzare come loro hanno combattuto la mafia. Ho avuto il privilegio di poter ascoltare e discutere con queste persone sul mio territorio e la mia città e ho finalmente potuto decodificare i codici».

Che cosa racconta ai ragazzi che al tempo di Falcone e Borsellino non erano nemmeno nati?
«Per ora sono stato solo a Spoleto con lo spettacolo, ma la mia sensazione è che anche chi non era nato sa chi sono Falcone e Borsellino, per una sorta di memoria genetica. Il nostro è un paese che mente in maniera organica, ma c’è una memoria che attraversa le generazioni. E oggi i ragazzi vivono in una città che sta di nuovo soccombendo».

Eppure ricordo che non troppo tempo fa si parlava di una rinascita di Palermo sotto molti aspetti.
«Io la mia città per la prima volta l’ho vista a 17 anni, tornando da un viaggio all’estero: per la prima volta mi sono chiesto perché dalle altre parti avevano ricostruito, mentre da noi c’erano ancora i palazzi distrutti durante la Seconda guerra mondiale. Una distruzione che faceva gioco al famoso Sacco di Palermo, negli anni Settanta. Poi, è vero, Palermo è rinata dopo le bombe e con il primo mandato del sindaco Orlando. Ma oggi sta di nuovo vivendo una crisi violentissima per un processo di trasformazione che riguarda tutte le città vampirizzate dai turisti, dove le abitazioni vengono trasformate in B&B. In questo clima di follia non importa più il cittadino, ma tutto è Disneyland. E in tutto questo tra i giovani di Palermo dilaga il disastro del crack, una droga interclassista dal prezzo bassissimo. Mentre per gli adulti continuano a esserci mignotte e cavalli e cocaina».

Eppure la sua scrittura e il suo teatro riescono a essere, come si dice, intergenerazionali…
«Questo lo spero. Il punto è che la letteratura o parla dello sterminato o del piccolissimo, che sono poi la stessa cosa. Autoritratto è anche la storia delle ansie e delle angosce di un bambino che diventa adolescente, delle ragazze a cui non riuscivamo a parlare e del perché il mondo che abitavamo ci era ostile con una violenza manifesta, anche se molti luoghi considerati capitali del decoro non sono meno violenti».

Hera premia cinque associazioni ravennati nell’ambito del progetto Cambia il finale

L’operazione di economia circolare sostenuta dalla multiutility e da Last Minute Market compie 10 anni. Sette in totale i riconoscimenti in Romagna

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“Operazione Mato Grosso” di Mezzano,”Cooperativa Sociale San Vitale” di Cervia, “Cooperativa Sociale Mani Tese” di Faenza,”Il Melograno Aps” di Lugo e il “Comitato di Amicizia” di Faenza: queste le cinque realtà della provincia di Ravenna premiate da Hera nell’ambito della decima edizione di “Cambia il finale”. Il progetto di economia circolare, ideato nel 2014 dal Gruppo Hera in collaborazione con Last Minute Market, vuole premiare quelle realtà che ogni giorno si impegnano per dare nuova vita a quegli oggetti che diversamente diventerebbero rifiuti. I cittadini possono contattare il Servizio Clienti della multiutility al numero gratuito 800.999.500, richiedendo il ritiro a domicilio di beni più o meno ingombranti: a questo punto l’operatore chiede al informazioni sullo stato degli oggetti e, se ancora in buone condizioni, fornisce al cliente i riferimenti per contattare gli enti partner del territorio che partecipano a “Cambia il finale”. Dopo aver eseguito le eventuali riparazioni, gli enti donano gli oggetti recuperati a persone in difficoltà o li mettono in vendita nei mercatini no profit, utilizzando il ricavato per sostenere i loro progetti.

Tutte le 16 associazioni aderenti al progetto hanno effettuato oltre 56.000 ritiri a domicilio di beni riutilizzabili. Il numero dei singoli pezzi raccolti supera i 2.100.000 oggetti, per un peso stimato di circa 8 mila tonnellate. Di questi, oltre il 70%, (equivalente a circa 5,6 mila tonnellate di materiale in buono stato), è stato avviato al riuso attraverso gli enti partner e ai loro volontari. Solo nel ravennate sono stati avviati al riuso 1.280 tonnellate di beni. In Romagna sono state premiate anche altre due realtà: “La fraternità di Poggio Torriana” (Rimini) e “Campo Emmaus” di Forlì-Cesena.

«Con questo evento riconosciamo il grande impegno degli enti partner che negli anni hanno permesso a “Cambia il finale” di crescere, fino a diventare un punto di riferimento per la comunità. – commenta Giulio Renato, Direttore Centrale Servizi Ambientali e Flotte del Gruppo Hera – Questo compleanno, però, non è un punto di arrivo, ma una tappa del percorso basato sui principi di economia circolare e responsabilità sociale intrapreso dall’azienda. Il progetto, infatti, alimenta un circuito solidale e allo stesso tempo porta benefici all’ambiente poiché, favorendo il riuso e allungando la vita agli oggetti, previene sia la produzione di rifiuti sia il fenomeno dell’abbandono degli ingombranti sul suolo pubblico. Siamo qui oggi per ripercorrere orgogliosamente la strada fatta finora, ma soprattutto per guardare avanti».

Confcommercio nomina 31 nuovi “Maestri” in provincia, premiando le attività storiche

Aquile d’argento, d’oro e di diamante ai soci che hanno svolto l’attività commerciale per oltre 25, 40 e 50 anni. Riconoscimento speciale a Gian Carlo Minardi e Luciano Gulmini premiato come centenario

30 11 2024 Ravenna Alla Camera Di Commercio Premiazioni Presidente Ottavio Righini 50 E Piu Confcommercio Maestri Del Commercio Premiate Trentuno Persone , Acquila Di Ferro A Gian Carlo Minardi

Sono 31 i nuovi “Maestri del Commercio di 50&Più” della provincia di Ravenna premiati con lei Aquile d’argento, d’oro e di diamante. Il premio viene conferito con cadenza biennale ai soci che hanno svolto l’attività commerciale per oltre 25, 40 e 50 anni. Per l’occasione, stato premiato anche il centenario Luciano Gulmini e il premio speciale “Aquila di ferro 2024 è stato conferito a Gian Carlo Minardi. «Gian Carlo Minardi è un prestigioso imprenditore della Formula 1 di Faenza conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, non solo dello sport e dell’industria. – commenta Ottavio Righini, presidente di 50&Più – Nasce in una famiglia di automobilisti e il suo destino è segnato. La sua prestigiosa scuderia, Minardi Team, ha partecipato a ben 340 Gran Premi portando in questo mondo oltre 30 importanti piloti, fra i quali ne ricordiamo uno, ancora in attività: Ferdinando Alonso. Parliamo di un mondo particolarmente affascinante, ma anche molto difficile Oltre a grandi capacità sono infatti necessari grandi capitali. Gian Carlo Minardi non vuole che il suo sogno, diventato una grande realtà, svanisca e con lungimiranza, dopo aver dato vita a Faenza ad una industria con 200 addetti, prende la saggia decisione di passare la mano per assicurare la continuità ed il lavoro ai suoi collaboratori. Così la Scuderia faentina nel 2005 passa alla Red Bull, assicurando la permanenza in Romagna. Oggi conta oltre 600 addetti. Un grande imprenditore, un grande sportivo, un grande uomo. Grazie Minardi per quanto ha fatto per il nostro territorio e per quanto ancora saprà fare».

Sono stati premiati con l’Aquila d’argento per i 25 anni di attività Antonella Chiarini (Faenza – mangimi e animali da cortile) e Loretta Dal Prato (Casola Valsenio – ristoratrice). L’aquila d’oro per i 40 anni di attività va invece a Cesare Brusi (Cervia – direttore Confcommercio Cervia),  Lorena Poni (Cervia – albergatrice), Paolo Caroli (Faenza – cartolibreria), Pietro Maretti (Faenza – agente di commercio), Gabriella Cappelli (Lugo – direttore Confcommercio Lugo), Romano Bertaccini (Ravenna – funzionario Confcommercio Ravenna), Lazzaro Bosi (Lugo – agente di commercio), Patrizia Cimatti (Sant’Alberto – articoli per la casa), Emanuela Collina (Faenza – bar), Silvia Galli (Riolo Terme – cartolibreria – articoli da regalo), Danilo Marchiani (Ravenna – ristoratore), Giovanna Pampolini (Ravenna –  ristoratrice), Giampaolo Piani (Faenza – prodotti ortofrutticoli), Giovanna Pipani (Ravenna – profumeria), Vittorio Squassoni (Ravenna – agente di commercio), Claudio Zanellato (Lugo – agente di commercio). Sono 13 le Aquile di diamante consegnate per i 50 anni di attività: Marina Medri (Cervia – albergatrice), Antonia Palmisano (Cervia – albergatrice), Vittorio Roncagli (Cervia – libero professionista), Iride Siboni (Cervia – albergatrice), Roberto Benazzi (Marradi – gioielleria), Dorothea Bielke (Brisighella – articoli ortopedici), Rosa Casadio  (Faenza – commercio calzature), Pietro Pedna (Faenza –  vendita mangimi – animali da cortile), Gianfranco Zanotti (Bagnacavallo – agente di commercio), Bruna Focacci (Ravenna – Tendaggi), Anacleta Pasi (Russi – ferramenta), Tiberio Roncuzzi (Ravenna – prodotti ortofrutticoli), Onorio Vecchi (Alfonsine – agente di commercio).

La cerimonia è stata coordinata dal presidente 50&Più Ottavio Righini, alla presenza di Giorgio Guberti, presidente della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna, Annagiulia Randi, assessore comunale allo sviluppo economico, Mauro Mambelli, presidente Confcommercio provincia di Ravenna, Franco Bonini, VicePresidente Nazionale 50&PIU’ , dei Direttori Confcommercio di Faenza e Lugo, Francesco Carugati e Luca Massaccesi e del neo Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alberto Ferrero.

La Casa della Comunità inaugura dopo il rinnovo degli ambienti. Open day mercoledì 4

Spazi più ampi, totem digitali per eliminare le code e introduzione di nuove tecnologie nel polo sanitario

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È tutto pronto per l’inaugurazione dei nuovi spazi ristrutturati della Casa della Comunità di Massa Lombarda, in calendario mercoledì 4 dicembre alle 12.

Si parte alle 12 con l’inaugurazione dei locali di via Baravelli 29, in cui sono collocati gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale. Gli spazi sono stati recentemente interessati da importanti lavori di riqualificazione: al piano terra la sala d’attesa è stata ampliata e resa più confortevole e accogliente dotandola di un totem elettronico elimina code (donato dalle associazioni di volontariato del Comune di Monte Urano in provincia di Fermo); il totem è risultato utile per organizzare l’accesso alla segreteria dei medici, che è stata anch’essa ampliata per ospitare tre postazioni di lavoro e il back office; anche al primo piano gli spazi per l’attesa sono stati rimodulati e complessivamente gli ambulatori sono stati aumentati da 5 a 6. Dopo il saluto delle istituzioni comunali e della direzione USL Romagna, interverranno i professionisti della Casa della Comunità, per finire con il taglio del nastro e il buffet.

Dalle 14 alle 16 sarà possibile partecipare all’Open day negli spazi di Viale della Resistenza, 7, dove i cittadini potranno visitare i servizi accompagnati dai volontari delle Associazioni Cittadine e sottoporsi a vari esami di screening come: Hpv test, test rapido Hiv, screening bronco pneumopatia cronica ostruttiva, mappa del rischio cardiologico.

I lavori alla Casa della Comunità non sono stati solo di carattere strutturale, ma anche organizzativo. Verranno infatti introdotti mezzi più tecnologici e applicazioni, oltre che l’ampliamento della fascia oraria di apertura di segreteria, al fine di facilitare l’accessibilità al servizio, con il coinvolgimento di professionisti sanitari, associazioni, farmacie e enti locali.

Walter Veltroni a Ravenna per l’80esimo anniversario della Liberazione

Il politico è atteso al Teatro Socjale di Piangipane per una riflessione sulla resistenza e i valori democratici

Walter Veltroni

Walter Veltroni, ex Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica, sarà ospite del Teatro Socjale di Piangipane (via Piangipane 153, Ravenna) in occasione di un evento speciale dedicato alle celebrazioni dell’80esimo anniversario della liberazione della città, giovedì 5 dicembre alle 20.

Durante la serata, il politico offrirà una riflessione sull’importanza della Resistenza e dei valori democratici di oggi. Il programma prevede un momento iniziale di convivialità con l’assaggio di cappelletti e vino, seguito da un omaggio musicale alle canzoni dei partigiani a cura di Luca Rambelli. Saranno inoltre presenti Eleonora Proni e Alessandro Barattoni per i saluti. A chiudere l’evento (promosso dal Partito Democratico di Ravenna e della Fondazione Bella Ciao, dopo l’intervento di Veltroni, la musica dal vivo di Vittorio Bonetti. La serata è a cura del Partito Democratico di Ravenna e della Fondazione Bella Ciao.

Presentato ufficialmente Viae Sancti Romualdi, il cammino da Ravenna a Fabriano

Il percorso, dedicato al santo Ravennate, prevede 30 tappe lungo un itinerario di 500 chilometri

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Presentato ufficialmente Viæ Sancti Romualdi (VSR), il cammino dedicato a San Romualdo muove “i primi passi” verso il millenario del santo ravennate nel 2027.

Il percorso, nato nel 2012 dalla collaborazione tra Trail Romagna e la sezione Cai di Ravenna era inizialmente limitato alla tratta Ravenna-Camaldoli, per crescere poi con il supporto dell’Associazione Romagna-Camaldoli e, in seguito, grazie alla collaborazione dell’associazione umbra Eticamente. Il sentiero ha quindi ha raggiunto la dimensione finale che da Ravenna, città che vide i natali di Romualdo intorno al 951, raggiunge Fabriano, dove il santo morì nel giugno del 1027 e dove si conservano ancora oggi le sue spoglie.

Riconosciuto dal Ministero del Turismo tra i settantadue cammini spirituali d’Italia, VSR diventa ora camaldolese. A sugellare il passaggio, la firma del protocollo d’intesa tra il rappresentante della Congregazione Camaldolese, Don Cesare Bovinelli, monaco di Fonte Avellana e i presidenti delle associazioni che da dodici anni promuovono e seguono il cammino che rimarranno comunque nella governace.

«Oggi, afferma Don Cesare, si compie un passo in avanti, verso il millenario e verso il futuro, con un impegno che responsabilizza la Congregazione dei Monaci Camaldolesi in un cammino che deve trarre ispirazione da tre grandi monaci, ‘maestri’ da prendere come modello: Romualdo, Pier Damiani e Paolo Giustiniani. Ma il cammino – sottolinea il monaco – non va inteso come proposta di turismo religioso, ma come percorso di incontro, aperto a tutti coloro che amano l’ambiente, la spiritualità e la cultura. Sarà proprio la cultura il pilastro fondante e il mezzo principale per veicolare contenuti e idee».

Il cammino si articola in 30 tappe, attraversando con i suoi 500 chilometri quattro regioni: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Un percorso che segue rotte non lineari zigzagando, come amava fare il santo ravennate, tra luoghi romualdini e benedettini con frequenti immersioni in grandi aree verdi, ora protette, come l’antica Pineta di Classe, le Foreste Casentinesi, i parchi di Monte Cucco e la Gola della Rossa, a testimonianza di quanto il rapporto uomo-natura sia simbiotico sin dalle origini della congregazione. Il progetto si immagina anche come incentivo all’economia dei piccoli borghi attraversati, opportunità che non si limita all’accoglienza ma che può interessare filiere dimenticate come i prodotti del legno e tutto il mondo fitosanitario, esperienze storicamente camaldolesi.

Approvato il progetto di fattibilità per l’ampliamento del Tecnopolo

Un investimento da oltre 1,34 milioni di euro sostenuto da Regione e Comune. Si punta all’avvio del cantiere nell’estate 2025

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L’Amministrazione comunale di Faenza ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per l’ampliamento della sede cittadina del Tecnopolo di Ravenna, segnando un significativo passo in avanti nell’iter progettuale. L’obiettivo ora è quello di vedere partire il cantiere entro l’estate 2025.

L’intervento complessivo, dal valore di oltre 1,34 milioni di euro, beneficia di un contributo regionale di 1.078.571 euro, co-finanziato dal Comune di Faenza con 269.642 euro, oltre a risorse aggiuntive di 250.000 euro stanziate per lavori essenziali per il complessivo miglioramento di quei luoghi di lavoro. L’obiettivo è quello di aumentare la possibilità di crescita in ambito della ricerca e della formazione di chi usufruisce di questi luoghi, Romagna Tech, Università di Chimica dei materiali, il Master Macof e il Corso Ifts, per ampliare le loro attività.

Il progetto, che verrà realizzato presso l’immobile di via Granarolo 62, prevede la riqualificazione strutturale ed energetica della sede per potenziare le attività di ricerca e in generale la funzionalità di tutto il Polo. Tra le novità, la creazione di laboratori dedicati, come 2 laboratori Ciri Mam, 2 laboratori Cad/Cam e altri spazi misti e la realizzazione di un’area gestionale per il soggetto operatore Cifla – Fondazione Flaminia e l’adozione di soluzioni avanzate per l’efficientamento energetico, tra cui un nuovo impianto fotovoltaico e interventi sull’impianto di climatizzazione.

«Questo progetto -spiega il vicesindaco di Faenza Andrea Fabbri – rappresenta un investimento strategico per il nostro territorio, volto a migliorare la capacità operativa del Tecnopolo e a sostenere le imprese e i ricercatori che vi operano. Il potenziamento delle infrastrutture e l’efficientamento energetico sono azioni cruciali per consolidare la competitività e l’attrattività di Faenza come centro di eccellenza scientifica e tecnologica. I nuovi locali saranno il primo embrione del laboratorio congiunto nel quale troverà spazio anche il C-Hub, il primo Hub interamente dedicato alla progettazione e realizzazione dei materiali ceramici, compositi e del manufacturing avanzato».

L’intervento si inserisce nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2024-2026 del Comune di Faenza e si avvale di una convenzione con la Regione Emilia-Romagna, che disciplina gli impegni delle parti e le modalità di erogazione dei contributi.

«Telefonini e schermi distraggono, ma è difficile accertare le violazioni su strada»

Il comandante della polizia locale ritiene che le novità delle sospensioni brevi delle patenti e il blocco del motore se l’automobilista ha bevuto potranno avere un effetto deterrente sugli automobilisti

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«Aumentare le cifre delle sanzioni per le infrazioni al Codice della strada non credo farà aumentare l’effetto deterrente sugli automobilisti, invece credo che daranno più risultati le sospensioni brevi delle patenti o gli strumenti che impediscono l’accensione del motore se non si ha un tasso alcolemico a zero».

È l’opinione del comandante della polizia locale del Comune di Ravenna, Andrea Giacomini, a proposito delle ultime modifiche alla legge che regola la circolazione dei veicoli.

Comandante, punizioni più severe per chi sgarra, ma le autorità hanno le forze per eseguire concretamente i controlli e far rispettare le regole?

«È un tema concreto da sempre. Maggiori livelli di sicurezza stradale si ottengono anche con maggiori controlli, a regole invariate. Per quanto riguarda Ravenna abbiamo un organico quasi al completo e cerchiamo di fare il massimo per il presidio. Però c’è anche un tema che riguarda la difficoltà di strumenti per accertare alcune infrazioni».

Un esempio?

«L’uso del telefonino. Con le nuove disposizioni aumenta la gravità delle sanzioni e la logica è giusta perché è una distrazione molto pericolosa. Al tempo stesso, però, è difficile accertare chi infrange le regole: l’agente in servizio deve vedere l’automobilista nell’atto di usare il cellulare, deve fermarlo e deve contestare la violazione. L’automobilista è bravissimo a sbarazzarsi dell’apparecchio o a trovare scuse fantasiose per spiegare che lo stava solo spostando e non utilizzando».

Come si potrebbe avere un accertamento indiscutibile?

«L’agente può chiedere di esaminare l’apparecchio, ma il cittadino può rifiutarsi. Si può procedere con un sequestro nel caso la condotta rientri in un caso che configura un’ipotesi di reato, ma anche questo è un percorso difficile. Sarebbe più facile utilizzare videocamere ad alta definizione per riprendere il comportamento di chi guida, ma mi rendo conto che prevale la tutela della privacy e non si possa trasformare il controllo delle strade in un’attività oppressiva».

Il telefonino è la distrazione più grande per chi guida?

«Non solo. Le auto moderne hanno monitor sempre più grandi e la dimensione e l’attrazione dei monitor sui cruscotti diventano fattori con cui le case produttrici si contendono il mercato. Più funzioni si hanno a disposizione con il touch screen e maggiori sono le possibilità che qualcuno si distragga. E la scomparsa dei tasti fisici, sostituiti dagli schermi tattili fa sì che sempre più funzioni richiedano di distogliere lo sguardo dalla strada. Purtroppo è una questione culturale di approccio: siamo convinti che la guida sia un’attività che si può fare facendo tanto altro».

Il rinnovo della patente richiede una visita medica ma non ci sono corsi di aggiornamento richiesti. Sarebbero una misura utile?

«Le regole circolatorie non hanno subito particolari novità nel tempo e il potere legislativo non prevede un aggiornamento del cittadino al cambio di leggi. Però è vero che la guida è consentita con il possesso di una licenza e forse un accertamento periodico del mantenimento dei requisiti avrebbe un’utilità».

Tra le novità più significative dell’ultima riforma al codice della strada c’è un cambiamento nei controlli sulla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

«Su strada si fa un accertamento che può essere positivo o negativo, cioè mostra o meno la presenza di droghe nel sangue. Finora serviva il parere di un medico che visita e parla con l’automobilista e deve esprimere una valutazione sulla stato di alterazione. Questo faceva sì che spesso i medici si trovassero nella posizione di essere quelli che decidevano per le sorti dell’automobilista ed era una posizione da qualcuno considerata scomoda, visto che i controlli sono eseguiti da polizie e carabinieri. La nuova norma dice che non serve più il parere medico ma basta il test in strada».

Per i monopattini da ora ci vorranno targa, assicurazione e casco. Servirà a ridurre i pericoli di questi mezzi?

«Sicuramente aumenteranno le segnalazioni di infrazioni dai cittadini, che già ora sono tante. Dovremo attrezzarci perché prevedo un’ulteriore impennata. Al tempo stesso dovrebbero esserci più tutele per gli utilizzatori e i pedoni che erano la categoria più in pericolo da un uso sconsiderato».

Andrà a finire che il monopattino sarà meno attrattivo?

«Sì. Erano un’opportunità nuova per un tipo di mobilità efficace, ma come collettività non è stata usata bene. Rispettare le regole che già c’erano sarebbe bastato per renderli un mezzo funzionale. Non è andata così e ora interviene la legge».

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Sporcizia nel parcheggio, sequestrato il camper a una famiglia di nomadi

Succede a Ravenna, in via Travaglini. Impartito anche un ordine di allontanamento

nomadi camper

Dopo l’ennesimo episodio di insudiciamento dell’area parcheggio del centro commerciale di via Travaglini, a Ravenna, la polizia locale ha deciso di procedere con il sequestro di un camper in uso a una famiglia di origini bosniache.

Le numerose sanzioni applicate in passato non sono bastate a scoraggiarli. Sebbene vietato dal Regolamento di Polizia Urbana, il gruppo di nomadi ha infatti continuato per mesi a usare l’area come luogo di soggiorno, con tanto di continuo abbandono di rifiuti e – segnalano dalla polizia locale – evacuazioni dei propri bisogni corporali.

Oltre al sequestro, sono state anche applicate sanzioni per 342 euro e impartito l’ordine di allontanamento.

«L’intervento corrisponde all’istanza di decoro e vivibilità degli spazi – si legge in una nota della polizia locale – avanzata dagli esasperati operatori economici della zona, oltre che naturalmente dei tanti clienti, costretti ad assistere a scene indecenti e a evitare di calpestare lordure e rifiuti».

Cipriani con la maglia del Ravenna gioca a padel con Djokovic e il patron del Psg

Il presidente dei giallorossi al match d’esibizione in Qatar, in vista della Formula 1

Cipriani Djokovic

Il Ravenna Fc ancora virale sui social, con il presidente Ignazio Cipriani che è stato protagonista di un match di esibizione di padel a Doha, sui campi della Qatar Airways, in vista del Gran Premio di Formula 1 di domenica 1° dicembre, contro uno dei più grandi tennisti della storia, Novak Djokovic.

A completare il quartetto sul campo da padel di Doha c’erano Badr Mohammed Al-Meer, Group Chief Executive Officer di Qatar Airways, e Nasser Al-Khelaïfi, presidente del Psg e del CdA del Premier Padel.

Cipriani, naturalmente, con la maglia Nike d’ordinanza “targata” Ravenna…

In calo le compravendite immobiliari in provincia. Operatori ottimisti per il 2025

Fimaa Confcommercia presenta il Rapporto 2024. Ecco le tabelle con tutti i numeri

Tavolo

Dopo due anni di crescita, il 2023 in provincia di Ravenna si è chiuso con 5.850 compravendite immobiliari, 988 in meno rispetto al 2022, pari a un calo del 14,4 percento. Una percentuale che scende al -16,1 percento se si tiene conto del solo comune capoluogo. Nel primo semestre 2024 prosegue il trend negativo per Ravenna città, con 141 scambi di abitazioni in meno rispetto al 2023 (-9,9 percento) ma con una tenuta registrata nei comuni minori della provincia (-1,4; 21 scambi in meno rispetto allo scorso anno).

Sono i principali dati di sintesi del “Rapporto 2024 del mercato immobiliare a Ravenna e provincia” presentato a Palazzo Rasponi dal sindacato provinciale Fimaa Ravenna-Confcommercio.

Dati Compravendite

Gli agenti immobiliari Fimaa, interpellati alla fine dello scorso mese di settembre sostengono che il rallentamento nel numero di scambi evidenziato dalle statistiche ufficiali sia imputabile ai costi di ristrutturazione elevati (38,9 percento), ai bassi livelli degli stipendi e, in generale, a difficoltà legate all’economia (27,8 percento). A preoccupare i potenziali acquirenti sono anche gli aspetti regolamentativi e normativi, in particolare legati all’efficientamento energetico (22,2 percento di risposte) e la situazione geo-politica internazionale (11,1 percento).

Oltre alla diminuzione del numero di compravendite l’indagine ha potuto evidenziare come nel secondo quadrimestre 2024 la domanda per acquisto sia improntata sui livelli del quadrimestre precedente, con livelli di offerta in vendita percepiti in riduzione dal 55,6 percento degli operatori accreditati Fimaa che hanno risposto al sondaggio, con scambi, di conseguenza, che non possano essere aumentati come nel 2021.

Nel 2023 i prezzi medi di vendita sono stati registrati in aumento del 2 percento nel comune capoluogo e del 1,8 percento nei comuni minori della Provincia.

Per la fine anno, il livello delle compravendite abitative potrebbe diminuire rispetto al 2023 dello 0,7 percento nei comuni minori e del 5 percento nel comune capoluogo (rispettivamente con -22 e -141 scambi in meno di quelli fatti registrare nel 2023).

Per i prezzi di vendita, in base ai giudizi espressi, si dovrebbe invece verificare un aumento nominale del 2,8 percento nel comune capoluogo, con cali invece nelle macroaree provinciali: -0,2 percento nell’Alta pianura del Lamone e nella Bassa Romagna;
-2,6 percento nella Collina del Senio e del Lamone. I prezzi di compravendita a preconsuntivo del 2024 risulterebbero così superiori ai dati registrati nel 2004 del 17 percento in città e di quasi il 6 nei comuni minori della provincia (rispetto al 2011, anno del picco massimo rilevato, l’indice 2024 tuttavia risulta rispettivamente -1,5 percento e -8,3).

Prezzi 2024 Ravenna

Prezzi 2024 Provincia

Il mercato della locazione. La maggioranza del campione di operatori Fimaa intervistati, per il secondo quadrimestre 2024 ha individuato un mercato delle locazioni abitative rispetto ai primi 4 mesi dell’anno caratterizzato da una domanda in locazione in ulteriore rafforzamento; da una riduzione dell’offerta in locazione; da variazioni del numero di contratti di locazione in aumento; da variazioni dei canoni di locazione in aumento.

«Il mercato immobiliare è da sempre un indicatore chiave dello stato di salute dell’economia – ha detto Ivano Venturini, presidente Fimaa Confcommercio provincia di Ravenna ed Emilia-Romagna -. Come sarà l’andamento del mercato immobiliare nei prossimi anni? Domanda difficile, per la quale non c’è una risposta certa, ma cerchiamo di capire, con tutta la prudenza del caso, i principali fattori che lo influenzeranno, analizzando l’andamento dei prezzi, le preferenze della domanda, i nuovi requisiti legati alla sostenibilità ambientale e le innovazioni tecnologiche che promettono di cambiare il volto del settore. Per prima cosa, un segnale positivo: l’indice del clima di fiducia verso l’immobiliare è in costante aumento rispetto agli anni passati. Per quanto riguarda le tendenze dei prezzi, le previsioni sono per un aumento su base nazionale del 3 per cento, con un maggiore incremento nelle principali città che si attesterà tre il 5 e il 6 percento. Nelle città di provincia e soprattutto nelle aree rurali, i prezzi avranno incrementi molto ridotti. I giovani rappresentano una quota significativa del mercato immobiliare, in molti casi per l’acquisto della prima casa. Tuttavia, l’aumento dei prezzi delle abitazioni e l’incremento dei tassi di interesse sui mutui hanno reso più difficile l’accesso alla proprietà per questa fascia demografica, con conseguente ricerca di soluzioni in affitto, andando ad incrementare questo settore già in forte aumento. Le famiglie continuano a costituire una parte rilevante degli acquirenti immobiliari, con ricerca di abitazioni più spaziose e vicino ai servizi. L’interesse per immobili di qualità superiore e in aree ben servite rimane elevato. C’è anche la tendenza all’utilizzo delle seconde case, originariamente destinate ad uso turistico, come residenze principali. Fenomeno legato ai cambiamenti nelle modalità di lavoro e nello stile di vita. Il mercato immobiliare nei prossimi anni avrà ancora un trend positivo con una sensibile crescita dei prezzi e dei volumi di vendita. Sarà, però, un mercato con un utente più informato e attento, più selettivo nella scelta dell’immobile, che richiederà giustamente una professionalità a tutto tondo di noi agenti immobiliari».

Guardando al prossimo anno, gli addetti ai lavori vedono «chiari motivi di ottimismo per i tassi d’interesse in diminuzione e per gli investimenti immobiliari in crescita: la solidità del mattone resta un pilastro, mentre i canoni di affitto continuano a garantire una buona redditività, particolarmente nel medio termine. Tuttavia – spiega Pierluigi Fabbri, presidente Fimaa Ravenna -, permangono alcune sfide in questo periodo di transizione: la scarsa offerta di qualità, soprattutto per immobili usati ma recenti, rappresenta uno dei principali ostacoli per soddisfare la domanda. Le normative europee, come la direttiva “case green”, fatto salvo modifiche legislative, richiederanno interventi di efficientamento energetico su larga scala entro il 2030, probabilmente ci sarà un impatto sul mercato e sui prezzi delle compravendite, tutto da vedere. In ogni caso, il 2025 si preannuncia come un anno positivo e promettente, grazie alla combinazione di trend favorevoli e adattamenti nelle famiglie per affrontare i cambiamenti».

Storico taglio del nastro a Palazzo Guiccioli: apre il Museo Byron – FOTO

Investimento da 30 milioni di euro della fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna

È una foto in qualche modo storica quella di oggi, 29 novembre 2024, con il taglio del nastro del nuovo Museo Byron e del Risorgimento, aperto in pieno centro a Ravenna, in via Cavour, nel restaurato Palazzo Guiccioli.

Si tratta di una dimora nobiliare eretta a fine Seicento in cui soggiornò (fra il 1819 e il 1821) Lord Byron, poeta-simbolo del Romanticismo. Ereditato dal Comune di Ravenna, il palazzo era rimasto per anni in stato di abbandono. Nel 2012 la svolta con l’acquisto da parte della fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, con l’obiettivo di realizzarvi il complesso museale che avrebbe dovuto inaugurare nel 2019. Un restauro (causa anche pandemia) che si è rivelato invece molto più lungo e complesso.

Citando testualmente il bilancio 2023 della fondazione, allo scorso 31 dicembre risultava una capitalizzazione di lavori in corso di 24,155 milioni di euro «per l’impegnativo intervento di riqualificazione e musealizzazione», a cui si devono aggiungere i 5,6 milioni di euro versati al Comune per l’acquisto del palazzo, per un investimento complessivo quindi da 30 milioni di euro.

A questo link la descrizione del complesso museale presentato nei giorni scorsi e che ora resterà aperto nel weekend con le visite guidate gratuite (era necessario prenotarsi in anticipo) per aprire poi definitivamente e regolarmente da martedì 3 dicembre (il lunedì è giorno di chiusura).

Info utili su https://www.palazzoguiccioli.it/museobyron/

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