sabato
16 Agosto 2025

Albero secco al Pavaglione, il Comune: «Evento fisiologico, lo sostituiremo»

Uno degli alberi di Giuda in piazza Mazzini è in condizioni critiche. Se ne occuperà la facoltà di Agraria con cui è stata stipulata una convenzione

La Messa A Dimora Degli Alberi In Piazza Mazzini (2)
La messa a dimora degli alberi nella piazza del Pavaglione

Era uno degli alberi di Giuda piantati in piazza Mazzini, al Pavaglione di Lugo, ma si è rinsecchito ed è in condizioni critiche tanto da sollevare qualche polemica in città, dove il progetto di riqualificazione della piazza è stato osteggiato dagli ambientalisti. Il Comune spiega però che si tratta di un «evento fisiologico». Può capitare, in altre parole, che «quando si mettono a dimora nuove piante alcune di esse non resistano al trapianto e quindi si secchino. Per questo, nell’ottica di ottenere il risultato previsto, alcuni Cercis siliquastrum già zollati sono a disposizione per eventuale sostituzione».

La pianta in questione «ad oggi non sarebbe ancora da sostituire, sostituzione che comunque non avverrebbe prima di ottobre», continua l’amministrazione. «È in essere una collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Bologna per la cura del giardino pensile della Rocca, alla quale potranno comunque essere richieste eventuali consulenze specifiche anche per il Pavaglione, qualora risultasse necessario». Se le cure non riusciranno, l’albero sarà sostituito, ma il fatto – conclude l’amministrazione « non deve essere preso a pretesto per stigmatizzare la sistemazione degli alberi, che è stata valutata da professionisti per coniugare estetica, funzionalità e benessere delle piante, con il benestare della Soprintendenza di Ravenna. Gli alberi, con la loro crescita, contribuiranno tra le altre cose a rendere più accoglienti e fruibili le sedute di piazza Mazzini».

Isis, dalla Romagna soldi per finanziare il terrorismo. Perquisizioni pure a Ravenna

Indagate nove persone, tra cui un 39enne residente nel nostro capoluogo. Si ipotizza una campagna di reclutamento nel Riminese

ISIS Evaluation 1Perquisizioni anche nel Ravennate nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati nove stranieri, commercianti e piccoli imprenditori nel settore alimentare, per “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale”. Tra gli iscritti nel registro della procura di Bologna anche un albanese di 39 anni residente a Ravenna (gli altri otto, tutti stranieri, abitano tra il Cesenate e il Riminese).

Lo rende noto il Carlino in edicola oggi che rivela come nei giorni scorsi agenti della Digos e della Finanza abbiano perquisito abitazioni e aziende dei nove, portando via telefoni, sim, agende, computer e altro materiale elettronico. Gli inquirenti stanno cercando materiale di propaganda terroristica o comunque riconducibile al terrorismo. Ai cittadini stranieri – scrive il Carlino – Digos e Finanza erano arrivati al termine di intercettazioni che collocavano i nove nell’area dei sapienti islamici salafiti, ossia su posizioni dottrinali dell’Islam integralista. Ma soprattutto erano arrivati a loro inseguendo le centinaia di migliaia di euro che partivano dal Cesenate e dal Riminese destinazione i paesi del Maghreb e quelli ad alto rischio terrorismo. In un solo anno, nel 2014, uno degli indagati ha spedito all’estero quasi un milione di euro. Denaro che secondo gli inquirenti sarebbe servito per finanziare l’Isis. Si indaga anche su una possibile campagna di reclutamento di giovani aspiranti terroristi nel Riminese.

L’OraSì sbatte ancora contro una Virtus Bologna spietata: finale lontanissima

Basket Serie A2 / In gara2 di semifinale i giallorossi perdono ancora contro la Segafredo e ora si trovano sotto 2-0. Decisivo il parziale di 12-0 all’inizio del secondo quarto. Prossimo match venerdì a Forlì: obbligatorio vincere per allungare la serie

Virtus Bologna-Ravenna 84-73
(24-23; 48-35; 65-54)
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA: Spissu 12, Umeh 14, Pajola, Spizzichini 3, Ndoja 12, Rosselli 6, Michelori, Oxilia ne, Gentile 12, Penna ne, Lawson 20, Bruttini 2. All.: Ramagli.
ORASÌ RAVENNA: Smith 10, Scaccabarozzi ne, Sgorbati 3, Chiumenti 6, Marks 10, Raschi 4, Masciadri 12, Tambone 2, Crusca, Seck ne, Sabatini 15. All.: Martino.
ARBITRI: E. Bartoli di Trieste, Perciavalle di Torino e Terranova di Ragusa.
NOTE – Virtus Bologna: T2 28/41 (68%), T3 7/25 (28%), TL 6/7 (86%), Rimbalzi 36 (25 + 11), assist 14; Ravenna: T2 17/44 (39%), T3 9/20 (45%), TL 13/16 (81%), Rimbalzi 32 (19 + 13), assist 13.

7 Alberto Chiumenti
L’ala/centro dell’Orasì Alberto Chiumenti

È un’altra grande prova di squadra della Virtus Bologna quella che infligge all’OraSì Ravenna la seconda sconfitta in due giorni al PalaDozza per 83-74 nella serie di semifinale dei playoff di Serie A2. I ragazzi di Martino provano in tutti modi a impensierire i padroni di casa, ma le “V Nere” spaccano la partita con un 12-0 di parziale in apertura di secondo quarto e i giallorossi possono da quel momento solo combattere per rimanere a contatto. La Virtus, guidata da un superlativo Lawson, top scorer con 20 punti e in doppia doppia con 10 rimbalzi, mette in difficoltà l’OraSì ancora grazie alla pressione difensiva, e con la sua grande esperienza contiene i tentativi di rimonta ravennati. I giallorossi subiscono la lunghezza del roster dei padroni di casa, giocando troppo a sprazzi nonostante l’eccellente primo quarto di Masciadri (12) e il secondo di Sabatini (10 dei suoi 15). Non basta la doppia doppia di Taylor Smith da 10 punti e 15 rimbalzi (7 offensivi), la Virtus trova troppo spesso ottime soluzioni offensive anche grazie agli 8 assist di Guido Rosselli, premiato nel pre partita come miglior italiano della Serie A2. Venerdì sera la serie torna in terra romagnola, al PalaFiera di Forlì alle 20.30, con l’OraSì che proverà in tutti i modi ad allungare la serie.

L’OraSì nel primo quarto entra in campo con l’attenzione e l’energia giusta, guidata da un ottimo Masciadri che con 8 punti consecutivi e due triple firma il 6-8. Nonostante le difficoltà da 3 punti (0/4 nel primo quarto), la Virtus trova il sorpasso sul 10-8, ma la bomba di Sgorbati riporta avanti gli ospiti sul 10-11. I canestri nel pitturato di Lawson e Umeh mettono però in difficoltà Ravenna che si ritrova sotto 20-15, ma reagisce guidata ancora da Masciadri e da Sabatini che con la tripla firma il controsorpasso 22-23. Gentile segna poco prima della sirena e le squadre vanno al primo intervallo sul 24-23, ma il parziale in favore dei padroni di casa prosegue in apertura di secondo periodo grazie alle triple di Ndoja e Gentile e si allunga fino al12-0 con il canestro di Spizzichini per il 34-23. L’OraSì tenta la reazione, ma fatica troppo in attacco e la seconda bomba di Gentile vale il 37-25. La risposta di Sabatini dalla lunga distanza è immediata, ma la Virtus non sbaglia mai da sotto canestro (17/21 da 2 nel primo tempo, in cui tocca anche il 17/19) e tocca il +16 sul 46-30 grazie alla tripla di Spissu, prima che ancora l’energia di Sabatini permetta agli ospiti di tornare negli spogliatoi a -13 sul 48-35.

Il copione non cambia in apertura del terzo quarto e Bologna raggiunge il massimo vantaggio sul 56-37 grazie al solito Lawson. Sabatini riporta gli ospiti a -13 sul 53-43 chiudendo un mini parziale di 0-6, ma la risposta della Virtus ricaccia indietro le velleità di rimonta giallorosse. La tripla di Gentile vale il 65-47 e in campo si scaldano gli animi tra Ndoja e Marks, puniti con un doppio tecnico. Nel nervosismo Ravenna piazza un nuovo 0-7 di parziale aperto dalla tripla di Raschi e chiuso dal canestro di Marks allo scadere del terzo quarto per il 65-54. Nel quarto periodo Bologna scappa nuovamente, ma si accende Tambone che con due triple mantiene a -11 i suoi (74-63). L’OraSì combatte per rimanere in partita, ma non riesce a tornare sotto la doppia cifra e la tripla di Umeh a 2’ dalla sirena finale chiude definitivamente il match sull’81-67. Le terza bomba di Tambone offre qualche speranza in vista di Gara 3, ma serve solo a rendere meno amaro il punteggio finale di 83-74.

Tra il Ravenna e la finale della Poule scudetto c’è di mezzo l’ostacolo Bisceglie

Calcio Serie D / Domani sera (ore 20.30) a Fermo i giallorossi cercano il pass per l’atto conclusivo del torneo tra le vincitrici contro la squadra pugliese che, come Innocenti e compagni, è stata protagonista di una rimonta sensazionale. Mister Antonioli: «Vogliamo scrivere un’altra bella pagina di storia della società»

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Una esultanza di Riccardo Innocenti, che entra nel ristretto gruppo dei “centenari” giallorossi

C’è il Bisceglie come ultimo ostacolo tra il Ravenna e la finale della Poule Scudetto. Bisceglie che domani sera a Fermo (calcio d’inizio alle ore 20.30, arbitro Andrea Colombo di Como: in caso di parità al 90’ si procederà con i calci di rigore) i giallorossi proveranno a sgambettare per continuare ad alimentare il secondo sogno di questa splendida stagione – lo “scudettino” della D, dopo aver vinto il campionato, cercando così di eguagliare l’impresa della Sarom ‘56/57 – ma anche per cogliere la prima vittoria dopo i 3 pareggi e il ko che caratterizzano i 4 precedenti con i pugliesi, ormai vecchi di trent’anni (roba della C2 ‘86/87 e ‘87/88). «Siamo tra le prime quattro squadre d’Italia di Serie D – osserva l’allenatore Mauro Antonioli – e ce la giochiamo, consapevoli che possiamo scrivere un’altra bella pagina di storia di questa società, aggiungendo un traguardo di prestigio, che sarebbe il coronamento di una stagione indimenticabile e difficilmente ripetibile. Speriamo di chiudere bene: i ragazzi si stanno allenando con entusiasmo, anche se non è facile tenerli sulla corda a questo punto dell’annata però vedo che si stanno applicando, stanno dando tutto quello che hanno, non si tirano indietro. Questi ragazzi meritano solo applausi».

L’entusiasmo e le motivazioni del Ravenna sono uguali a quello dei pugliesi che, come il Ravenna, si sono resi protagonisti di una grande rimonta, ai limiti dell’incredibile: dopo essersi trovati con otto lunghezze di distacco dalla vetta alla 27ª giornata, sono riusciti a salire in vetta in appena cinque turni, andando al comando per la prima volta alla 32ª giornata. Impressionante, poi, il ruolino di marcia nel 2017: l’ultima sconfitta dei nerazzurri risale al 22 gennaio, 1-2 in casa col Nardò. Da allora 12 vittorie e 4 pareggi. «I numeri del Bisceglie non mi sorprendono – spiega il mister giallorosso – anzi sono la conferma che se loro hanno vinto il campionato è perché hanno valori e forza. Avevo detto dopo la vittoria in campionato che ero curioso di verificare il livello delle altre vincitrici per avere un parametro sul valore del nostro girone. E devo dire che il nostro era un girone di alto livello. Anche il Gavorrano si è rivelato un’ottima squadra, e ci sta che in queste sfide incontri delle difficoltà. Del Bisceglie ho visto qualcosa e so che è una squadra a trazione offensiva, in salute, capace, come noi, di un ribaltone, ma a questo punto della stagione contano poco le caratteristiche degli avversari, contano di più le motivazioni, la fiducia, la forza fisica, la mentalità rafforzata dai punti, l’entusiasmo. E sotto questo profilo ci siamo».

E a proposito di entusiasmo, non mancherà di certo a Riccardo Innocenti che domani sera potrà celebrare il suo fresco ingresso nel club dei 69 giocatori del Ravenna che hanno ottenuto cento presenze in campionato con la maglia giallorossa, un traguardo che il capitano ha tagliato mercoledì scorso col Gavorrano. «Non posso che essere contento e orgoglioso di questo traguardo – sottolinea il capitano – perché raggiunto nella squadra della mia città, dove sono cresciuto e di cui sono tifoso. Un altro bel risultato personale dopo le due promozioni e le 33 reti segnate in tre anni, tante di queste importanti, a coronamento di un’esperienza lunga, come in carriera ho avuto solo a Massa Lombarda, agli inizi, ma senza raggiungere le 100 presenze».

E con tappe a Gallipoli, Taranto, Barletta e Andria, Innocenti conosce diverse cose del mondo Bisceglie. «Conosco il presidente e il ds – ammette – ma anche Cerone e, per sentito dire, Lattanzio e Montaldi. Quando ero a Barletta e Andria, andavamo spesso ad allenarci e in ritiro a Bisceglie, conosco il tessuto sociale e il contesto. Hanno fatto una grande impresa quest’anno, riuscendo a ribaltare, proprio come noi, una situazione che sembrava in mano ad altri, mostrando convinzioni e grande continuità». Il Ravenna sosterrà domattina una leggera rifinitura al Benelli, dopo la quale mister Antonioli renderà nota la lista dei convocati che alle 14.30 saliranno sul pullman per Fermo.

Quasi la metà dei fumatori vorrebbe smettere ma ce la fa solo uno su 10 di chi prova

Giornata mondiale contro il fumo. L’Ausl ha coinvolto in provincia di Ravenna 28 scuole che hanno realizzato disegni e progetti in mostra negli ospedali Santa Maria delle Croci e Infermi. I dati: 83mila persone ogni anno tentano di abbandonare il tabagismo

FumoSmettere di fumare può essere una vera e propria impresa. Il 41 percento dei fumatori in Romagna (il 27 percento degli adulti tra 18 e 69 anni) ha provato a smettere ma il 79 percento di chi ha intrapreso questo percorso non ce l’ha fatta. Solo l’otto percento ha superato i sei mesi mentre la fetta restante (13 percento) è il cosiddetto “fumatore in astensione”: solo quando supererà i sei mesi senza sigarette potrà dire di esserci riuscito. La percentuale di ex fumatori aumenta in modo quasi lineare all’avanzare dell’età negli uomini mentre nelle donne risulta pressoché stabile tra i 35 e i 60 anni. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Ausl Romagna che per domani 31 maggio ha in programma una serie di iniziative in occasione della giornata mondiale contro il fumo.

È dalle scuole che parte la prevenzione. A Ravenna, Faenza e Lugo migliaia di studenti sono stati coinvolti nei progetti contro il tabagismo. Le iniziative non hanno risparmiato nessun ordine scolastico, nemmeno le scuole dell’infanzia. Nel dettaglio: a Faenza sono state coinvolte tre scuole dell’infanzia, due primarie, quattro secondarie di primo grado, tre secondarie di secondo grado; a Lugo due scuole dell’infanzia, quattro scuole secondarie di primo grado, due scuole secondarie di secondo grado; a Ravenna due scuole secondarie di primo grado, sei scuole secondarie di secondo grado. In tutta la Romagna sono stati coinvolti 15mila studenti.

Del resto, è a scuola che si comincia. Secondo i dati della Regione, l’abitudine al fumo inizia precocemente: dall’indagine sugli adolescenti emerge che fuma sigarette l’uno percento degli undicenni, il cinque percento dei 13enni e il 29 percento dei 15enni, percentuali che salgono al 32 percento tra i 18-24enni e al 34percento tra i 25-34enni. Dopo i 50 anni, come detto, la prevalenza di fumatori diminuisce progressivamente: 24 percento tra i 50-69enni, 11 percento tra i 70-79enni e 5 percento dopo gli 80 anni.

Le iniziative si articoleranno in questo modo: fino al primo giugno all’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna (ingresso Viale Randi n.5), si può ancora visitare la Mostra dei lavori grafici dei ragazzi che hanno partecipato ai progetti di prevenzione al tabagismo. Esposte le mostre dei lavori dei ragazzi delle scuole di tutto il distretto anche all’Ospedale Degli Infermi di Faenza dal 29 maggio al 30 giugno. Nel pomeriggio dell’8 giugno tutti in Festa al parco pubblico di Castel Bolognese.

Il Movimento Animalista di Berlusconi e Brambilla prova a mettere radici a Ravenna

La guardia zoofila Raffaella Dagrada è la responsabile provinciale del partito che punta a presentarsi alle prossime elezioni

Il Movimento Animalista fondato a Milano il 20 maggio anche dall’onorevole Michela Brambilla e dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi comincia un percorso di radicamento territoriale: per la provincia di Ravenna è stata nominata responsabile Raffaella Dagrada, guardia zoofila collaboratrice di diverse associazioni tra cui Enpa, Oipa, Lav. L’avvocato Erika Delbianco è invece il responsabile regionale. «Si tratta di persone qualificate – si legge in un comunicato – che vantano già anni di impegno in prima linea a difesa di tutti gli esseri viventi».

Ecco alcuni dei punti cardine del movimento che pare intenzionato a presentarsi alle prossime elezioni politiche: strenua difesa dell’ambiente, degli animali e dei loro diritti; lotta ai maltrattamenti, all’abbandono, agli zoo, ai circhi e alla sperimentazione animale; approvazione di leggi più severe per tutelare gli animali e consentire loro l’accesso a tutti i luoghi pubblici e la massima mobilità su tutto il territorio nazionale.

Sarà cura del coordinamento dell’Emilia Romagna interloquire con le autorità locali «per migliorare la legislazione a tutela dei nostri amici a quattro zampe, garantire loro il diritto alla vita e all’integrità fisica, combattere l’odioso fenomeno della caccia, chiedere maggiori diritti per gli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi e aiutare le persone in difficoltà economica a provvedere alle quotidiane esigenze dei loro amici animali».

Consigli territoriali, sorpresa in centro storico: la presidenza ad Ama Ravenna

La Pigna candida Bertolino (Fi) e l’opposizione perde tre voti. Poker del centrosinistra: arrivano anche le presidenze a Ravenna Sud, Roncalceci e San Pietro in Vincoli

Due consiglieri alla minoranza, il resto alla maggioranza. Per ora – in attesa dei voti a Mezzano, Piangipane, Castiglione e Sant’Alberto – è questo il risultato del primo giro di presidenze dei consigli territoriali. L’opposizione ha ottenuto la Darsena (andata a LpRa) e il Mare (Lega Nord) ma ha avuto una sorpresa in centro, dove sulla carta aveva la maggioranza dei voti se La Pigna non avesse deciso di candidare il forzista Mauro Bertolino sottraendo tre voti a Raul Mariani, consigliere di CambieRà dato quasi per sicuro presidenti. Entrato papa, Mariani è invece uscito cardinale con otto voti, mentre la presidenza è andata alla maggioranza. Nello specifico Mauro Maraldi – esponente di Ama Ravenna – ha avuto nove voti, quelli del centrosinistra rimasto compatto. Non la presa bene Alberto Ancarani, consigliere comunale di FI, che ha preso le distanze da Bertolino.

Le presidenze sono andate così al Pd: a Ravenna sud è stato eletto Mauro Mellini, a Roncalceci Federica Moschini, presidente anche nella scorsa consiliatura. Nessuna sorpresa invece a San Pietro in Vincoli, dove come previsto è stato eletto Palmiro Fontana. Questa sera, martedì 30 maggio, si vota a Piangipane e Sant’Alberto. La Pigna si è astenuta in tutte le votazioni. Di seguito, i componenti dei quattro consigli territoriali.

I consiglieri del consiglio Centro Urbano:

Federica Mariani, Raul Mariani, Fabio Casadio (Cambierà); Marco Laghi, Valda Ceretti (La Pigna); Giuseppe Limantri (Ravenna in Comune); Lucrezia Baccarini, Maurizio Gaudenzi, Edoardo Errani (Lega Nord); Barbara Brusoni (Sinistra per Ravenna); Mauro Gabelli, Meris Cuscini, Livia Santini, Rita Rambelli, Flavio Bartoli, Gianni Giuseppe Tura (PD); Laura Agrioli (Partito Repubblicano Italiano); Oreste Mauro Bertolino (Forza Italia); Mauro Maraldi (Ama Ravenna); Stefano Donati (Lista per Ravenna).

I consiglieri del consiglio Ravenna Sud:

Gianni Pardini, Daniele Mazzoli, Romano Beleffi (Cambierà); Andrea Bandini (La Pigna); Antonio Onza (Ravenna in Comune); Everardo Sangiorgi, Patrizia Zaffagnini, Manuela Berardi (Lega Nord); Alan Arrigoni (Sinistra per Ravenna); Antonio Mellini, Claudia Barboni, Naima Belkheir, Francesca Travaglini, Fabrizio Fusconi, Carla Maria Rosaria Bonaccorsi, Riccardo Mandolesi (PD); Armando Tarroni (Partito Repubblicano Italiano); Eugenio Dima (Forza Italia); Valentina Fussi (Ama Ravenna), Luca Benzoni (Lista per Ravenna).

I consiglieri del consiglio di Roncalceci:

Enrico Carazzolo, Valerio Calistri (Cambierà); Lorenzo Frisenda (La Pigna); Giuseppe Tadolini (Ravenna in Comune); Massimo Crivellari, Luciano Donini, Fiorino Cimatti (Lega Nord); Michele Distaso (Sinistra per Ravenna); Federica Moschini, Francesco Garoia, Giovanni Tambini, Fiorenza Nerbatucci, Annalisa Ricci, Marika Saccomandi, Gian Marco Ricci, Giuseppe Tassinari (PD); Patrizia Masetti (Partito Repubblicano Italiano); Elvio Ercolani (Forza Italia); Erio Gentili, Ulisse Babini (Lista per Ravenna).

I consiglieri del consiglio di San Pietro in Vincoli:

Marco Nanni (Cambierà); Franco Razza (La Pigna); Francesco Baiocchi (Ravenna in Comune); Lorenzo Zandoli, Enrico Sangiorgi, Silvano Mammoli (Lega Nord); Cesare Salti (Sinistra per Ravenna); Cinzia Mengoni, Giada Laghi, Alberto Cellini, Palmiro Fontana, Lidia Galassi, Paolo Calbucci, Ruena Fontana, Jonathan Giulianini, Patrick Ricci (PD); Eugenia Lombardi (Partito Repubblicano Italiano); Gabriele Zoli (Forza Italia); Davide Lombardi (Lista per Ravenna).

In auto (o in aereo) fino a Cardiff per vedere la Juventus in finale di Champions

Tra i tifosi ravennati che saranno allo stadio l’ex consigliere comunale grillino Pietro Vandini e l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini. E poi c’è chi sarà nel volo riservato ai parenti dello staff bianconero…

CardiffHa già prenotato il traghetto a Calais per venerdì alle 14. Per evitare contrattempi partirà in auto giovedì mattina. Tempo stimato da Ravenna – senza soste – 13 ore e 40 minuti. Poi, una volta sbarcato in Inghilterra, mancheranno altre 4 ore di automobile per arrivare a Cardiff.

VANDINI
Pietro Vandini

Cardiff, la città sulla bocca di tutti gli appassionati di calcio in questi giorni, quella che sabato sera ospiterà la finale della Champions League tra Juventus e Real Madrid. Ad arrivarci in auto, da solo («potrebbe aggiungersi mia mamma all’ultimo momento, che poi lascerei in Inghilterra per una mini-vacanza»), da Ravenna, sarà Pietro Vandini, ex candidato sindaco (nel 2011) e poi consigliere comunale fino all’anno scorso del Movimento 5 Stelle. Ma prima ancora, juventino. Lui c’era anche 19 anni fa, ad Amsterdam, per un’altra finale tra Juventus e Real Madrid, finita 1 a 0 per gli spagnoli. «Sarà anche la mia rivincita», ci dice scherzando, ma neanche tanto, Vandini, che si è assicurato il biglietto per Cardiff in modo fin troppo semplice. Banalmente, ha telefonato allo Juventus Club di Ravenna per chiedere se ce ne fosse stato uno disponibile. E, incredibile a dirsi, il biglietto c’era. Un biglietto singolo, senza alcun pacchetto con hotel compreso, per una finale sorprendentemente low cost. «Ho speso 75 euro per il biglietto, poi ne spenderò altri 100 per due notti in albergo a mezz’ora da Cardiff, di più vicini, liberi, non ce n’erano o avevano prezzi assurdi».

ANDREA CORSINI PER
Andrea Corsini

Restando in ambito politico, sarà a Cardiff (ma partirà direttamente sabato con uno dei voli charter messi a disposizione per l’occasione, insieme a due amici cervesi) anche il ravennate Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo, tifosissimo juventino anche lui, già a Berlino due anni fa per la finale persa dai bianconeri contro il Barcellona e anche a Manchester nel 2003 quando la Juve perse la Champions ai rigori contro il Milan. «Questa volta andrà meglio – ci dice – ho buone sensazioni, entreremo nella storia». In caso di vittoria l’assessore ha pure già preso un impegno: «Farò da Cervia (sua città natale, ndr) a Cesenatico, e ritorno, di corsa. Non che sia un’impresa titanica ma sono comunque venti chilometri: non essendo molto allenato e per mancanza di tempo è il massimo che riuscirei a fare».

Andrà a Cardiff in aereo anche Alberto. Il nome è di fantasia, per tutelare – come ci chiede il diretto interessato – la privacy di un ravennate che non sarà su un aereo come gli altri, ma su quello organizzato dalla società per i parenti di giocatori e staff della Juventus, dove potrebbe esserci anche qualche “wags”, come sono ormai comunemente definite le più o meno celebri mogli dei calciatori, tra cui anche la giornalista Sky Ilaria D’Amico. «Ma non mi interessano le Wags, preferirei non distrarmi troppo – ci dice con tono anche piuttosto serio al telefono, rivelandoci che sarà a Cardiff con la maglia di Dybala con cui ha seguito tutta la Champions di quest’anno –, preferirei trovare piuttosto in aereo qualcuno con cui analizzare attentamente la partita. Per distrarsi e fare festa, magari, ci sarà tempo al ritorno…». Quando fortunatamente non si dovrebbero ripresentare i problemi della finale di due anni fa a Berlino, dove invece andò in auto con alcuni amici. «Ma avevamo un buco nel serbatoio: abbiamo lasciato la scia di diesel in autostrada…», ricorda ridendo. A Berlino – sottolinea poi uno degli amici che lo aveva accompagnato due anni fa, che anche lui vuole restare anonimo per non sembrare troppo «fuori di testa» di fronte ai colleghi di lavoro – erano in prima fila, in una posizione che non permetteva di riuscire a vedere perfettamente una delle due porte, «tanto che eravamo costretti, allo stadio, a guardare parte della partita al maxi-schermo che era per giunta pure qualche secondo in differita. Abbiamo capito di aver preso gol dal Barcellona dal boato dei tifosi, prima ancora di vederlo…». Chissà che quest’anno non possa essere la volta buona… «Per andare a Cardiff, tra biglietto, aereo e hotel alla fine spenderò mille euro. Ma i sogni, dai, quelli non hanno prezzo…».

Il Pri si spacca, Gambi si candida a segretario: «La città è contendibile al Pd»

Una buona fetta del gruppo dirigente si unisce in una mozione che vuole rendersi autonoma dai Dem. Dure critiche all’operato di Eugenio Fusignani

 

PriIl Partito Repubblicano si è spaccato.  Dopo almeno un anno di tensione interna, con buona parte del gruppo dirigente che non vedeva di buon occhio il triplo ruolo di Eugenio Fusignani (vicesindaco, segretario comunale e segretario provinciale) l’Edera va al congresso comunale del 18 giugno con una mozione che vede in prima fila gli ultimi segretari del partito. Sarà Paolo Gambi a diventare segretario nel caso in cui la mozione congressuale, firmata da membri noti del partito, dovesse risultare maggioritaria nelle circa 40 sezioni del territorio comunale. Un migliaio gli iscritti chiamati al voto.

La mozione arriva ad un anno dal ballottaggio che ha visto il Pd vincere e Michele De Pascale diventare sindaco. I rappresentanti del Pri in Comune oggi sono, oltre a Fusignani in giunta, l’ex vicesindaco di lungo corso Giannantonio Mingozzi (capogruppo in consiglio) e la consigliera Chiara Francesconi. Alla fronda guidata da Gambi non piace il modo in cui si sta portando avanti questa legislatura con un metodo giudicato troppo subalterno al Partito Democratico. «Abbiamo saputo dai giornali – ha spiegato Gambi, insieme a Fabio Bocchini, Luisa Babini e Aride Brandolini in conferenza stampa – che c’era stato il finanziamento alle scuole private Fism e che il partito aveva votato a favore». Una questione che, sostiene invece l’ex segretario, si sarebbe dovuta discutere in direzione visto che la convenzione sulle Fism è stata sempre un terreno di scontro con il resto della maggioranza. Altro caso andato di traverso è la decisione di De Pascale di lasciar pedere il progetto di spostamento della stazione, uno deigli storici punti chiave programma del Pri. «La nostra permanenza nella maggioranza era in particolare legata a due temi: avere una voce in capitolo sulla governance dell’Ausl e cominciare a parlare seriamente del sistema Romagna».  Punti non esattamente all’ordine del giorno della giunta.

Ecco dunque che Gambi lancia quella che potrebbe essere la chiave di svolta per i repubblicani ravennati: «La città è contendibile al Pd». In altre parole se tornasse a sedersi sulla poltrona di segretario comunale, Gambi aprirebbe una riflessione che potrebbe portare il Pri, se non ad uscire dalla maggioranza, a non allearsi ai Dem alle prossime elezioni. Certo, si parla di un lasso di tempo politicamente lungo (quattro anni) ma è la prima volta che una larga parte del gruppo dirigente esce allo scoperto. D’altra parte, è la riflessione di sintesi contenuta nella mozione Gambi, il partito se continua così rischia di sparire. «Abbiamo ottenuto due consiglieri solo grazie al meccanismo elettorale della coalizione, se ci fossimo presentati da soli per la prima volta saremmo rimasti fuori dal consiglio comunale». Inoltre «il Pd ha preso il 46,5%» quindi non è più partito di maggioranza assoluta. In queste condizioni, «se non cambiamo passo rischiamo di essere travolti». La ricetta proposta è quella di cominciare a costruire un’alternativa al Pd, guardando alle forze civiche cittadine perché «con la destra non siamo disposti ad allearci».

Dure le critiche rivolte a Fusignani. Si parla di un «vuoto di proposta politica e programmatica» e si sottolinea la necessità di dividere la guida del partito da quella del rappresentante politico in giunta. Il gruppo che si oppone al vicesindaco vuole rilanciare «una stagione di forte autonomia» che eviti al Pri di essere «visto e percepito come il permanente alleato di un Pd che, oltretutto, oggi non è neppure in grado di giocare una effettiva leadership nella città».

Accedere al credito bancario è difficile e le imprese hanno sete di liquidità

Il sistema pubblico migliora i tempi di pagamento ma la catena dei subappalti alza i rischi e ad ogni anello può bloccarsi il passaggio di denaro. Le osservazioni di Cna e Confartigianato.

Gli enti locali ravennati sono buoni pagatori invece quando si ha a che fare con lo Stato le cose si complicano. Questa è in sostanza l’analisi delle aziende artigiane del territorio, in gran parte piccole imprese, le più sensibili ai ritardi dei pagamenti perché spesso si trovano alla fine di una catena di subappalti. In questi giorni a Confartigianato e Cna è arrivata una buona notizia: Hera ha dimezzato i tempi di pagamento, portandoli da 120 a 60 giorni. «Di certo si tratta di un fatto positivo – commenta il responsabile sindacale di Confartigianato Ravenna, Antonello Piazza – perché in questi anni di crisi in cui a livello di enti pubblici non si muoveva nulla, Hera è stata l’unica in grado di far lavorare le imprese».

Piazza appunta solo che la multiutility abbia ancora dei «Sal un po’ lunghi». Sal è la sigla di “Stato avanzamento lavori” ed è uno dei modi con cui viene stipulato un contratto di appalto. In soldoni, funziona così: si stabiliscono delle “tappe” dell’avanzamento dell’appalto in corrispondenza delle quali l’impresa rilascia la fattura. Più sono alte le varie soglie maggiore sarà il tempo necessario per raggiungerle. A queste si aggiungono i giorni di scadenza del pagamento.

Secondo Confartigianato oggi gli enti pubblici si sono messi in linea ma i problemi non sono risolti del tutto. «L’inchiodata dei pagamenti può venire da ogni anello della catena – riprende Piazza – e, più spesso, sono i privati ad avere difficoltà a pagare». Gli anni più duri della crisi sono alle spalle e «si vede qualche spiraglio di luce» ma rimane la questione della scarsa liquidità nelle aziende, perché il sistema bancario fatica ancora a concedere credito. «In questi anni i consorzi artigiani sono stati fondamentali per garantire alle imprese la liquidità che non arrivava più né dalle banche né dagli enti pubblici». Difficile stimare quanto sia stato erogato in un decennio di crisi economica ma le garanzie dei Confidi sono state la stampella che ha fatto sopravvivere il sistema economico. Un altro problema non da poco è il meccanismo dello split payment. Inoltre, se gli enti locali ravennati sono abbastanza veloci, non si può dire la stessa cosa dello Stato: «Con gli enti statali ci sono casi in cui si arriva anche a sei o sette mesi di ritardo».

Non si discosta molto l’analisi di Roberto Belletti, responsabile della Cna costruzioni: «I consorzi confermano che i Comuni sono veloci, spesso pagano prima dei 60 giorni dalla scadenza». L’accelerata è arrivata negli ultimi anni grazie ad alcune leggi dello Stato che hanno imposto agli enti locali diverse misure a riguardo, come l’obbligo trimestrale di pubblicazione dei dati sui pagamenti e quello di prendere alcuni provvedimenti per garantire la tempestività. Con le agenzie statali «la situazione è più complicata e i contenziosi in questo caso non mancano. Fortunatamente si tratta di una parte minoritaria degli appalti sul territorio ravennate». Belletti conferma l’importanza della decisione di Hera e sottolinea, più in generale, lo scarso numero di gare d’appalto. «Ci piacerebbe inoltre che ci fosse un occhio di riguardo in più alle imprese del territorio perché anche i pochi bandi che ci sono finiscono spesso fuori dalla provincia». Così gli artigiani ripiegano sui subappalti, in questo caso gestiti in gran parte da aziende ravennati. C’è molta speranza in generale per il nuovo codice degli appalti che prevede uno snellimento delle gare e una spinta ai cosiddetti “mini – cantieri” per fare ripartire gli investimenti in ambito locale.

Uno dei meccanismi meno apprezzati dalle imprese artigiane è quello dello split payment, nato per contrastare l’evasione dell’Iva. È uno strumento che, per sua natura, è applicabile soltanto nella compravendita di beni e servizi tra imprese ed enti pubblici e prevede che sia l’ente che versa direttamente l’Iva allo Stato. Un fatto che evita all’impresa un obbligo ma che, in alcuni casi, può diventare problematico. «Se per un lavoro c’è bisogno di fornitori – spiega il responsabile sindacale di Confartigianato Antonello Piazza – l’impresa che ha vinto l’appalto dovrà comunque versare l’Iva per i lavori forniti». In altre parole, gli artigiani lamentano che, applicando lo split payment, l’imposta esce quando si pagano i fornitori ma non entra perché l’ente locale la trattiene alla fonte, girandola allo Stato. Un problema che porta ad una mancanza di liquidità, uno dei maggiori grattacapi delle piccole imprese. La misura è stata introdotta all’inizio del 2015 e già l’anno successivo la Cna ravennate ne chiedeva l’abolizione immediata lamentando proprio il problema dei soldi in cassa: «Solo chi è costretto a fare i salti mortali ogni giorno per far quadrare i conti con i ritardi nei pagamenti delle fatture da parte dei clienti, compresa la Pubblica Amministrazione, con un rapporto con le banche sicuramente difficile accompagnato da una pressione fiscale da record, può capire questa via crucis» aveva detto all’inizio del 2016 il direttore di Cna Massimo Mazzavillani. Ad un altro anno di distanza, nonostante proteste e mobilitazioni, la situazione non è migliorata.

A Ravenna parte il progetto “Cuore in Comune” per la sicurezza dei cittadini

L’iniziativa / Donato al Ravenna Football Club un defibrillatore di ultima generazione. Diffusi nel territorio anche un libro e una app. La responsabile Claudia Zignani: «Iniziativa fondamentale per la nostra sicurezza»

Progetto Cuore In Comune
Il logo del progetto “Cuore in Comune”

Parte a Ravenna il progetto “Cuore in Comune” per la tutela della salute, la prevenzione e la sensibilizzazione dei cittadini alla cultura del primo soccorso. Grazie al progetto della Armando Curcio Comuni d’Italia, il Ravenna Football Club posizionerà presto all’interno dello stadio “Bruno Benelli” un defibrillatore di ultima generazione, per permettere al personale della struttura di intervenire immediatamente in caso di arresto cardiaco.  Ogni giorno, in Italia, sono 160 le persone che vengono colpite improvvisamente da attacco cardiaco. Si tratta di persone sane di tutte le età: adulti, anziani, giovani e bambini. In questi casi, la presenza e il buon uso di un defibrillatore aumentano del 30% le possibilità di sopravvivenza.

L’iniziativa è sostenuta anche dal giornalista Maurizio Costanzo che sottolinea di «aver accolto con particolare favore, come direttore editoriale della collana “ilTuoComune.it”, l’inclusione della stessa nel “Progetto Cuore in Comune” che prevede la donazione alla comunità di defibrillatori semiautomatici il cui compito è quello di salvare vite umane, fornendo la necessaria assistenza nel momento in cui essa si rivela più preziosa. In più, questo libro diffuso gratuitamente sul territorio, la mappa e la App omonima, forniscono informazioni sulla dislocazione degli strumenti salvavita già disponibili, sul loro uso e sulla cultura di partecipazione alla salvaguardia della salute dei cittadini».

Saper gestire e prevenire queste emergenze, quindi diventa prioritario per le strutture dove tutti i giorni c’è una grande affluenza di pubblico. Gli impianti come il Benelli sono tra i più frequentati del territorio: al suo interno ogni mese passano oltre 1200 persone e, il Ravenna Football Club, operativo sul territorio dal 2012, porta sui campi ogni giorno 150 ragazzi dagli 11 ai 19 anni di età. «Per questo –  spiega la Dottoressa Claudia Zignani, responsabile della direzione del Club – abbiamo accolto con entusiasmo questo progetto che contribuirà a migliorare la sicurezza di tutti i nostri ragazzi e tifosi».

Il progetto, infatti, permetterà di disporre di uno strumento all’avanguardia, in grado di dialogare direttamente con le apparecchiature del pronto intervento tramite sistema hi-fi e 3G. Inoltre il dispositivo sarà in grado di “auto-monitorarsi”  per verificare eventuali possibilità di malfunzionamento ed essere immediatamente assistito da un centro operativo 24 ore su 24. Perché capita purtroppo che nel momento del bisogno, quando è in gioco una vita, gli strumenti salvavita in dotazione alle strutture pubbliche e private possano non essere perfettamente funzionanti. «Prevenzione e sicurezza negli ambienti sportivi oggi sono le basi fondamentali per rendere lo sport un momento di aggregazione e di socializzazione per tutti. Siamo fieri di poter far questo per la nostra comunità», conclude la Zignani.

Il Progetto “Cuore in Comune” coinvolgerà le aziende del territorio in quanto, oltre ad aumentare la sicurezza dei tanti frequentatori del centro tramite la donazione di un defibrillatore di nuova generazione, prevede un’importante azione di sensibilizzazione dei cittadini tramite la pubblicazione di un libro sul primo soccorso e sull’uso degli strumenti salvavita. Il libro conterrà anche una mappa dei defibrillatori già disponibili sul territorio comunale e sarà diffuso gratuitamente alle scuole e ai cittadini tramite le attività del territorio che sostengono il progetto. Una App con gli stessi contenuti sarà poi resa disponibile gratuitamente per essere installata sul cellulare di tutti i cittadini e su tablet e computer, anche grazie alle stesse attività economiche che sostengono l’iniziativa.

In questo modo si avvia a Ravenna un percorso di formazione che, assieme agli strumenti già disponibili sul territorio,  alimenta la cultura del primo soccorso e attiva la catena salvavita, aumentando il grado di sicurezza dei cittadini.

Esercizio abusivo di professione, l’ex candidato sindaco del centrodestra a processo

Massimiliano Alberghini arrivò al ballottaggio nel 2016, come commercialista in passato avrebbe fatto da prestanome a una ragioniera per consulenze di lavoro: «Non ho commesso reati, mi sono fidato di una persona senza titoli»

Il 52enne commercialista Massimiliano Alberghini, nel 2016 candidato sindaco del centrodestra a Ravenna sconfitto al ballottaggio da Michele de Pascale, è accusato di esercizio abusivo della professione in concorso con una 57enne ragioniera. Il processo, come si legge sulle pagine odierne de Il Resto del Carlino in un articolo firmato da Andrea Colombari, è cominciato ieri 29 maggio. I fatti risalgono al periodo 2012-13. Secondo le indagini dei carabinieri il professionista avrebbe fatto da prestanome per la donna consentendole di svolgere un’attività da consulente del lavoro quando invece non è iscritta all’albo. La sua esperienza professionale le aveva consentito di acquisire le competenze necessarie a fornire queste consulenze ma formalmente non ne aveva titolo e infatti era il nome di Alberghini, socio accomandante di una società fondata dalla donna, a comparire sugli atti ufficiali ma nessuno dei clienti avrebbe avuto contatti con lui. In una breve intervista rilasciata al Carlino, Alberghini sostiene di non aver commesso alcun reato ma di essersi solo fidato di una persona che non aveva le carte in regola. Non intende patteggiare ma al contrario l’intenzione del commercialista è quella di dimostrare la correttezza della sua condotta. Prossima udienza a ottobre.

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