domenica
24 Agosto 2025

Al Soundscreen Festival di Ravenna vince un film americano

I premiati della serata finale della manifestazione tra grande schermo e musica

Premiazione Ssff 8aprile2017
La serata di premiazione del festival Soundscreen

Cala il sipario dopo nove giornate sulla seconda edizione di Soundscreen Film Festival, tra le poche manifestazioni dedicate a cinema e musica.

Sabato 9 aprile è andata in scena la serata di premiazione della rassegna diretta da Albert Bucci, promossa e organizzata dall’Associazione Culturale Ravenna Cinema.

La giuria del concorso Internazionale per lungometraggi (composta da John Vignola, giornalista e conduttore radiofonico; da Giordano Sangiorgi, fondatore del Mei nonché presidente AudioCoop; e da Samata Telleri, docente ed organizzatrice di festival (programmatrice al Trieste Science+Fiction Festival) ha assegnato i seguenti premi:

  • miglior film a: Green Room (Stati Uniti) di Jeremy Saulnier
  • miglior regia a: Radio Dreams (Stati Uniti-Iran) di Babak Jalali
  • miglior contributo artistico a: Junction 48 (Germania) di Udi Aloni

La giuria del concorso internazionale  di cortometraggi  (composta dal direttore artistico del Ravenna Nightmare FF e scrittore Franco Calandrini; dal giornalista Roberto Artioli e dal regista Gerardo Lamattina) ha inoltre consegnato il premio al miglior cortometraggio a La voce del canadese David Uloth.

Caccia all’uomo: «Igor il russo» si nasconde nella palude tra Marmorta e Campotto?

È accusato di aver ucciso il barista di Budrio e, durante la fuga, una guardia ambientale volontaria

Barista Ucciso, Si Vaglia Pista Dell'ex Militare Russo
Una immagine di Igor Vaclavic (Ansa.it)

È continuata per tutta la notte, con il supporto di reparti speciali, anche ai confini della provincia di Ravenna, la caccia delle forze dell’ordine a Igor Vaclavic, sospettato di aver ucciso ieri sera a colpi d’arma da fuoco una guardia ambientale volontaria, Valerio Verri, di Portoverrara, e ferito una guardia provinciale, Marco Ravaglia, dopo essere stato fermato per un controllo casuale, durante un pattugliamento antibracconaggio, sulla provinciale Mondonuovo a Trava di Portomaggiore, nel Ferrarese. La guardia ferita è stata ricoverata all’ospedale Bufalini di Cesena e operata; non è in pericolo di vita.

Le ricerche – continua l’agenzia dell’Ansa che qui riportiamo testualmente – si sono concentrate in particolare nell’area dell’oasi di Marmorta di Molinella, al confine tra il Ferrarese e il Bolognese. Vaclavic, 41 anni, è fuggito prima a bordo di un Fiorino rubato, poi a piedi nella boscaglia.

L’uomo è il principale sospettato anche per l’omicidio del barista Davide Fabbri, avvenuto nella tarda serata di sabato 1 aprile a Riccardina di Budrio, a non molti chilometri in linea d’aria.

Secondo quella che al momento è più che altro una suggestione, «Igor il russo» – come è ormai conosciuto e come viene chiamato dagli stessi inquirenti – potrebbe essere coinvolto anche nell’omicidio irrisolto di Salvatore Chianese, il metronotte ammazzato alla cava Manzona di Fosso Ghiaia il 30 dicembre 2015.

[AGGIORNAMENTO] Le ricerche si allontanano dalla provincia di Ravenna e si pensa che la zona palustre a cavallo tra le province di Bologna e Ferrara sia la ‘base’ di Igor Vaclavic, ricercato per gli omicidi di Budrio e di Portomaggiore, oltre che per la rapina al Securpol. Lo rivela in un’agenzia Ansa.it. Il latitante – continua l’agenzia – potrebbe cioè avere una sorta di covo nella palude, all’interno delle oasi naturalistiche di Marmorta e Campotto, dove potrebbe essere rimasto nascosto in questi giorni e dove forse stava facendo ritorno ieri sera, quando è stato intercettato da una pattuglia dei Carabinieri.

Nella notte tra sabato e domenica si è alzato in volo anche uno speciale elicottero con i visori notturni, che dall’alto ha ispezionato la zona tra le province di Bologna, Ferrara e Ravenna dove Vaclavic potrebbe nascondersi.

Dai 5 ai 6 euro all’ora: una vita da precaria tra locali e stagione al mare

Una testimonianza: «Con i voucher o il contratto a chiamata è solo più facile sembrare in regola, ma il nero rimane…»

Lavoro Stagionale1Non è mai stata assunta a tempo indeterminato ma per il resto non si è fatta mancare nulla. A raccontare la storia di una vita da precaria è una trentenne, laureata, che preferisce rimanere anonima ma che accetta di ripercorrere la sua carriera lavorativa in alcuni locali del territorio. Una storia comune a quella di tanti giovani – definizione che comincia ad essere un po’ troppio ampia – della sua generazione.

«Ho cominciato una decina di anni fa – ricorda – in un locale della città e devo dire che quella è stata l’esperienza peggiore, dal mio punto di vista. Avevo un contratto a chiamata, mi pagavano due ore in regola e il resto in nero. È andata avanti così per anni: potevano farmi un contratto ma dicevano che c’era la crisi…». La paga era di sei euro all’ora, solo l’ultimo anno è aumentata di un euro.

Sul litorale all’inizio non è andata meglio: «Uno dei miei datori di lavoro sapeva che avevo bisogno di lavorare e se ne approfittava. In una stagione ho guadagnato 5.500 euro, facendo i conti significava cinque euro l’ora». Inizio estate da irregolare nei weekend, poi contratto part time ma orario in realtà pienissimo, fino a 12 ore al giorno. A settembre i giorni ufficiali di lavoro erano troppo pochi e la disoccupazione ridotta non arrivava: «Non avevo le ore sufficienti».

Dopo qualche anno arriva un nuovo datore di lavoro, sempre stagionale, e questa volta qualcosa cambia: «Le ore di lavoro continuavano a essere tante ma almeno mi avevano fatto un contratto a tempo determinato con una base ufficiale dignitosa e un fuori busta di qualche centinaia di euro. Alla fine riuscivo a guadagnare circa 1.700 euro al mese anche se gli straordinari non erano pagati. Così sono riuscita ad avere i requisiti per accedere alla disoccupazione. Una miseria, certo, ma meglio di niente».

Mai firmato un contratto a tempo indeterminato? «No». Favorevole o contraria ai voucher? «Non mi sono interrogata troppo: hanno dei pro o dei contro ma io li ho sempre visti, da lavoratrice, come una cosa negativa. Il nero lo fanno in tanti ma con i voucher e i contratti a chiamata è più semplice sembrare in regola».

Scritte contro Salvini, Lega e Forza Nuova: il writer è un 21enne del centro sociale

Individuato dalla polizia grazie anche alle immagini delle telecamere

Writer1Aveva imbrattato il centro di Faenza con scritte diffamatorie contro la Lega Nord, il segretario del Carroccio Matteo Salvini e Mirco Santarelli, esponente locale di Forza Nuova, firmandosi più volte con la A simbolo dell’anarchia.

È stato lo stesso Santarelli a denunciare le scritte alla polizia, presentandosi per ben tre volte in commissariato, a Faenza, nel giro di due settimane. Gli agenti hanno quindi avviato le indagini che hanno avuto culmini nella serata del 28 marzo, quando un writer è stato segnalato in pieno centro.

WriterAcquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza, gli agenti hanno indirizzato le indagini verso alcuni frequentatori del centro sociale Capolinea di Faenza, dove è stata notata in particolare una bicicletta da donna simile a quella utilizzata dal writer nelle immagini registrate. Nei giorni successivi i poliziotti hanno quindi deciso di fermare il ragazzo che era solito utilizzare quella bicicletta, un faentino di 21 anni con precedenti per reati di invasione di terreni, lesioni, cessione e uso di sostanze stupefacenti. Gli agenti hanno quindi proceduto alla perquisizione nell’abitazione del giovane, dove sono state ritrovate bomboloette spray di vari colori.
Il faentino – riconosciuto anche grazie ai video dalla polizia – è stato denunciato per diffamazione, minacce ed imbrattamento di edifici pubblici e beni immobili di interesse storico.  Una delle scritte infatti è stata vergata sotto la  targa dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, tra via Tolosano e Corso Mazzini.

Bambina di un anno si chiude dentro l’auto. La liberano polizia e pompieri

La zia le aveva dato il telecomando con le chiavi mentre stava scaricando la spesa

Bambino Bambina Seggiolino AutoLa zia le aveva dato il telecomando con le chiavi mentre stava scaricando la spesa e la piccola – di un solo anno – ha finito con il chiudersi dentro l’auto, legata al seggiolino. La donna, disperata, ha chiamato la polizia che è giunta sul posto (nel quartiere San Giuseppe, a Ravenna) insieme ai vigili del fuoco, riuscendo a forzare e ad aprire uno sportello. Una disavventura a lieto fine con abbraccio liberatorio tra la zia e la piccola.

Dai voucher alla “chiamata”. Dati e numeri dei contratti appena aboliti

Nel 2016 a Ravenna venduti buoni lavoro per 1,8 milioni di euro. Le previsioni della Cgil

Voucherjpg01Ci sono due dati che più di tutti sottolineano l’uso enorme dei voucher che era esploso in provincia di Ravenna prima della loro abolizione. Il primo riguarda il settore in cui questa forma di compenso era più utilizzata: nel 40 percento dei casi era venduta a imprenditori che, al momento di indicare il settore per cui lavoravano, segnavano “altre attività”. Quando si acquistava un buono lavoro era infatti obbligatorio segnalare in quale campo sarebbero poi stati spesi: le opzioni erano molte – dal giardinaggio all’agricoltura – e le “altre attività” erano riconducibili sostanzialmente a due settori, vale a dire edilizia e industria. Secondo Davide Gentilini, responsabile dell’ufficio Studi e Ricerche della Cgil, questo fatto si traduce in una considerazione: «I voucher erano acquistati in maggior parte da aziende per le quali non erano stati pensati».

Il secondo dato da tenere in considerazione è il canale di vendita: nel 2013, dopo la liberalizzazione dei buoni lavoro, il 31 per cento dei buoni lavoro era venduto nelle tabaccherie ravennati. Nel 2017 tale canale di vendita era invece maggioritario: 70 per cento, segno di un uso ormai lievitato. Si stampavano voucher come schedine del lotto, tanto che il giorno precedente all’abolizione i tabaccai sono stati presi d’assalto, segnala il segretario provinciale della Filcams Cgil, Roberto Cornigli. «Un tabaccaio ha venduto in una sola giornata 28mila euro di voucher che possono essere utilizzati fino a fine anno. Non è l’unico caso. Per questo in estate non vedremo sparire questa formula di pagamento ma di certo sarà molto ridimensionata». Cornigli segue un settore – commercio, turismo terziario e servizi – dove la questione è particolarmente sentita.

Tornando ai numeri: nel 2016 a Ravenna sono stati venduti buoni lavoro per 1,8 milioni di euro. Nel 29 per cento dei casi erano utilizzati dal comparto turistico, un dato secondo solo a quello di Rimini. Per il settore, il lavoro in voucher valeva 527.254 euro. Come reagiranno ora le aziende? Per la Cgil «si assisterà con ogni probabilità al ritorno del contratto a chiamata, che è sempre una forma molto precaria ma almeno instaura un rapporto lavorativo a tutti gli effetti che rispetta i contratti nazionali di categoria», aggiunge Cornigli. Questa, prima dell’esplosione dei voucher, era la formula più utilizzata che aveva portato comunque alcuni problemi ai lavoratori stagionali, in primis la difficoltà a raggiungere i giorni di lavoro necessari ad accedere all’indennità di disoccupazione detta Naspi. I dati del centro studi dimostrano che nel 2016, in coincidenza con l’aumento delle vendite dei voucher, si è assistito a una flessione del lavoro intermittente, nel quale appunto vengono compresi i contratti a chiamata (da 4.197 a 3.325 rapporti di lavoro). Discorso analogo vale per il commercio, altro settore in cui i buoni erano molto usati: il 13 per cento del totale era venduto ad aziende del comparto.

Lo strumento era nato in Veneto nel 2008, come misura sperimentale nell’agricoltura ma questo settore, a Ravenna, valeva solo il 4,87 per cento del mercato dei voucher. Residuali anche i lavori domestici (1,6 per cento) e la cultura e lo spettacolo (stessa percentuale) e il giardinaggio (2 per cento). Eppure, dice Gentilini, «proprio nel settore delle piccole manutenzioni o dei servizi in casa i voucher erano una forma di pagamento indicata. È evidente che venivano usati in settori in cui c’erano altre possibilità di assunzione».

La stagione che inizia, secondo Cornigli, sarà «del tutto nuova». Le aziende orienteranno di nuovo le loro politiche lavorative. Per quanto riguarda i lavoratori del settore turistico «con i contratti a chiamata il guadagno è molto legato al clima ma per fare un primo punto della situazione e capire come sono stati sostituiti i voucher dovremo aspettare la metà di giugno».

Scavalca un cancello e scappa in sella a una bici rubata: arrestato pregiudicato

Il giudice, in attesa dell’udienza, gli impone il divieto di dimora in provincia di Ravenna

CatturaI carabinieri lo hanno visto – nel pomeriggio di venerdì – scavalcare il cancello di un’abitazione, a Savio, e dileguarsi in sella a una mountain bike. Dopo un breve inseguimento l’uomo è stato fermati dai carabinieri che sono riusciti a ricostruire la vicenda. La bicicletta, dal valore di circa 300 euro, era appena stata rubata a un cuoco albanese residente in quella via e così il ladro, un marocchino di 31 anni, è stato arrestato per furto aggravato. Si tratta di un pluripregiudicato residente nel Torinese che ha così passato la notte in camera di sicurezza. Il giudice, la mattina dopo, ha convalidato l’arresto e fissato l’udienza in tribunale per il prossimo 13 aprile. Nel frattempo gli è stata imposta la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Ravenna.

“1993”, la serie Sky su Tangentopoli con Raul Gardini, scritta anche da un ravennate

Dopo “1992”, tra gli sceneggiatori c’è ancora Alessandro Fabbri

Fabbri
Alessandro Fabbri (al centro, con la barba) durante la presentazione di 1992

È stata presentata nei giorni scorsi a Cannes in occasione del MipTV la serie “1993”, il secondo capitolo (dopo “1992”) della produzione originale Sky realizzata da Wildside, che racconta gli anni di Tangentopoli. Come la prima stagione, anche questa seconda vede come sceneggiatore il ravennate (ormai da tempo di stanza a Roma) Alessandro Fabbri, scrittore e noto alle cronache locali anche per aver fatto parte inizialmente del comitato artistico-organizzativo di Ravenna 2019, ai tempi della candidatura a Capitale europea della cultura.

“1993”, però, parlerà ravennate anche per la presenza (anche se in un ruolo minore) della figura di Raul Gardini, trovato morto nella sua casa di Milano nel luglio di quel 1993.

Nella serie, che debutterà il 16 maggio su Sky Atlantic HD, diretta anche in questa nuova stagione da Giuseppe Gagliardi, riprendono a distanza di pochi mesi, le vicende di Leo, Veronica, Pietro, Luca e Bibi che, mossi da ambizione, rivincita e vendetta, il pubblico ritroverà nel caos del passaggio tra Prima e Seconda Repubblica. Tra i protagonisti naturalmente Stefano Accorsi, che ha partecipato allo sviluppo creativo della serie, e anche Paolo Pierobon nei panni di Silvio Berlusconi.

Il Ravenna contro il Castelvetro prova a mettere in ghiaccio i playoff

Serie D / Vincendo domani al “Benelli” sui modenesi, sesti a -11, i giallorossi potrebbero conquistare la certezza degli spareggi con quattro giornate d’anticipo. Il mister Antonioli: «Partita difficile, niente cali di tensione»

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Il centrocampista Gianluca Boschetti rientra dalla squalifica

Dopo gli applausi e le conferme strappate nel big match di Imola, che ha lasciato immutata la situazione di classifica, il Ravenna si appresta ad affrontare domani (al Benelli, alle ore 15, arbitro Di Paolo di Chieti) un’altra importante sfida per i riflessi che potrà avere sulla classifica. I giallorossi, infatti, ospitano il Castelvetro, oggi sesto e primo delle escluse dai playoff, con la consapevolezza che una vittoria blinderebbe l’accesso agli spareggi di fine campionato ma anche metterebbe pressione alle due squadre che precedono la squadra di Antonioli. Che adesso ha nel mirino il secondo posto, a rifinire una scalata iniziata proprio dopo il successo a Castelvetro (il primo in trasferta), quando il Ravenna era decimo, senza però avere rinunciato all’idea di raggiungere il primato.

Col rientro dalla squalifica di Boschetti, restano ai box per infortunio Broso e Guagneli. «Dobbiamo evitare cali di tensione in questa fase della stagione – ammonisce il tecnico Mauro Antonioli – dopo la partita di Imola, bella, intensa, giocata davanti ad una grande cornice di pubblico, ma dispendiosa sul piano fisico e mentale. Ci attende un’altra gara difficile, contro un avversario solido e molto motivato visto che è ancora in corsa per entrare nei playoff, e dovremo, quindi, avere la giusta intensità e il giusto atteggiamento. Vincendo potremmo anche avere la matematica certezza dei playoff e possiamo ancora migliorare la nostra posizione di classifica; non possiamo permetterci passi falsi».

Quello di domani è il confronto tra una squadra che ha pareggiato tanto (12 volte il Ravenna) e una che conosce pochissimo il segno “x” (il Castelvetro, quattro pareggi in tutto, due però nelle ultime due partite):  in trasferta, poi, la matricola modenese prima del 2-2 di Castelfranco del 26 marzo fuori casa non aveva conosciuto mezzi termini: o vittorie (cinque) o sconfitte (otto). «Il Castelvetro è una formazione ben attrezzata, costruita per un campionato d’alta classifica, con una coppia di attaccanti di categoria superiore – sottolinea il mister giallorosso – e proprio gli ultimi due pareggi che hanno ottenuto dimostrano come credano ancora nella possibilità di disputare i playoff e non abbiano affatto tirato i remi in barca. Mi auguro che i ragazzi sappiano interpretare al meglio questa gara: entusiasmo, motivazioni e convinzioni non ci mancano».

Processionarie all’asilo: una decina di bambini a casa in lacrime. Uno all’ospedale

Famigliari costretti ad andare a prendere i piccoli. Il mattino dopo la disinfestazione

ProcessionariaUna decina di bambini di un asilo parrocchiale del forese, nel territorio del comune di Ravenna, sono stati dimessi per dermatiti da processionaria. L’episodio si è verificato nella mattinata di venerdì, con genitori e parenti costretti ad andare a prendere bambini in lacrime a causa di evidenti macchie rosse sulla pelle. Uno dei piccoli (di età media di 4 anni) è finito al pronto soccorso per la reazione allergica.

DisinfestazioneI famigliari, che hanno cercato di ricostruire quanto accaduto, confermano che i bambini, ignari della loro pericolosità, avrebbero giocato nel cortile dell’asilo con le processionarie. Si tratta di una sorta di bruco che usa come forma di difesa numerosi peli, urticanti, appunto, al contatto con la pelle. Molto diffusi in primavera, sono insetti che attaccano e nascono in particolare nei pini (da qui il nome “processionaria del pino”) e che sono molto pericolosi soprattutto per i cani, causandone anche la morte.

Questa mattina (il giorno dopo l’accaduto) l’area del giardino dell’asilo è stata disinfestata (vedi foto).

Una bio-piscina galleggiante con una torre di container dorata in Darsena

Svelata l’idea per un laboratorio di ricerca universitaria per studiare lo stato dell’acqua del Candiano

ProgettoUn laboratorio di ricerca universitaria per studiare lo stato dell’acqua nel Candiano. È il progetto di ricerca Blue Darsena Pop Up presentato da Darsena Futura all’interno del bando ministeriale dedicato alla riqualificazione delle periferie. La struttura, progettata dallo studio di architettura “Officina Meme”, nascerà a step e partirà da una stazione di rilevamento che sarà posizionata nell’area di Darsena Pop Up. Si tratta del primo nucleo a terra che, in tempo reale, comunicherà alla stazione lo stato dell’acqua.

In seguito – con tempistiche dipendenti sia dall’esito del bando sia dall’iter burocratico – verrà realizzata una bio-piscina e, utilizzando una piattaforma galleggiante, il laboratorio verrà spostato direttamente sull’acqua. La bio-piscina, in estrema sintesi, isolerà una sezione d’acqua permettendo di monitorarne la qualità e studiando all’interno nuove soluzioni per la bonifica del Candiano, da sempre una delle priorità per la riqualificazione della Darsena.

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Un rendering del progetto di Darsena Pop Up

Per quanto riguarda la prospettiva architettonica, Officina Meme ha pensato alla possibilità di sviluppare la piattaforma su vari livelli,  inserendo oltre a ricerca anche laboratori didattici e attività sportive, tramite una struttura modulare con container – quindi ad uso temporaneo – che si sviluppa verso l’alto e guarda al mare. Il tutto rivestito da una pelle metallica dorata, richiamo ai colori dei mosaici bizantini. La struttura si inserisce nel gioco delle forme del contesto urbano e portuale, riflettendo luce dorata verso l’acqua e la città.

Sul palco 200 attori per i 20 anni di Beppe Aurilia. Che chiede più soldi al Comune

All’Alighieri protagonisti di età ed etnie differenti su bullismo, femminicidio, povertà, amore. L’autore polemico: «Riceviamo pochissimo dall’Amministrazione»

Beppeaurilia
Beppe Aurilia

La rassegna 2016-2017 del Beppe Aurilia Theatre chiude con “Inno al Teatro”, giunto quest’anno al suo “nono movimento”: in scena (lunedì 10 aprile alle 21 al teatro Alighieri di Ravenna) il direttore artistico della compagnia teatrale Beppe Aurilia porta un’opera da lui scritta e diretta, intitolata JAZZ CAOS II atto. A salire sul palco ci saranno 200 attori di età ed etnie differenti, che insieme al pubblico affronteranno tra un passo di danza e una canzone tematiche molto sentite nella quotidianità, quali il bullismo, il femminicidio, la povertà, l’immigrazione, la cultura e l’amore.
«Non si tratta di un musical: attraverso la musica, il ballo e la recitazione ho costruito uno spettacolo di denuncia fatto di esperienze teatrali, ispirandomi alla tv degli anni ’60 e ’70, dove io condurrò lo “show” in veste di presentatore televisivo», precisa il regista Beppe Aurilia, che con questo Nono movimento di “Inno al Teatro” festeggia i 20 anni di attività a Ravenna. Oltre ad Aurilia, in scena ci saranno Franco Costantini, Marco Wozz Botton, Francesco Manzoni, Khadim Ndiaye e Sumi Ndiaye, questi ultimi parenti stretti dell’attore senegalese scomparso quasi tre anni fa Mandiaye Ndiaye.
La sera del debutto, le porte del teatro saranno aperte dalle 20 per poter permettere agli spettatori di ammirare due mostre allestiste nel foyer: “Nomade Psico II atto”, del pittore Bruno Comini e “Perché i fiori” del fotografo Raffaele Bergami.
Per quanto riguarda il costo e l’acquisto dei biglietti, telefonare allo 0544 501689 o 338 8931619.
Per maggiori informazioni visitare il sito www.beppeauriliatheatre.it

Al corpo di ballo Crazy Poison Crew si uniranno decine di attori, che tutti assieme danzeranno sulle coreografie hip hop e break dance di Lisa Galli, Mirco Picchetti e Alessandro Ghinassi; suonerà dal vivo l’orchestra della Scuola Media Montanari a indirizzo musicale e della Band Free Style, composta da Stefano Calvano alla batteria, Beppe Orselli al sax, Loris Zaga al contrabbasso, Luca Felloni alla chitarra, Matteo Maida alle percussioni e Antonella Cammilleri alla voce.

Al termine dello spettacolo, intorno alle 22.45, ci sarà il concerto live e la presentazione del disco di Beppe Aurilia (Emajosef) e della Band freestyle Caos liquido. Vi è anche la partecipazione dell’Oratorio San Simone Giuda.
«Dopo 20 anni di attività, posso dire che ai miei laboratori teatrali hanno partecipato migliaia di persone di ogni età, tra anziani, bambini, ragazzi, studenti, disabili e detenuti. Nonostante la vocazione sociale e didattica che sta dietro il lavoro della mia compagnia, riceviamo pochissimi soldi per le nostre produzione. Perciò credo che sia necessario rivedere la nostra convenzione con il Comune», precisa criticamente Beppe Aurilia.

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