sabato
05 Luglio 2025

Dalla poesia al rock ai buskers: San Lorenzo tra mare e collina

Le proposte per la serata del 10 agosto in città e non solo

Come sempre è vasta la scelta per la notte di San Lorenzo tra mille occasioni culturali ed enogastronomiche. Eccone qui alcune per chi ancora fosse indeciso sul da farsi. Per chi ama l’archeologia, all’Antico Porto di Classe ci sarà una visita guidata alle 19 e alle 21 una caccia al tesoro per ragazzi (prenotazione allo 0544 478100). In città, invece, a Ravenna in piazza del Popolo a Ravenna per “O musiva musa” va in scena “Tum tum tumulo – Musica, morte, rinascita”, con Carlo Sorrentino, Stefano Calvano e Franco Costantini. E sempre a Ravenna, ma in Darsena, il nuovo bar della Darsena Pop Up, Akami Casa&Bottega, organizza una serata a lume di candela. Si parte alle 19 con il menù vegetariano e di carne messo a disposizione da Akami, mentre il dj set sarà in terrazza curato da Nicola Monti, Momo e Tabita (il consiglio è di munirsi di teli e ciabatte per sdraiarsi nella spiaggetta fronte Darsena e guardare le stelle cadere.  Per mangiare è consigliabile la prenotazione al numero 3401051700, la grigliata è aperta dalle 19.30 alle 21.30).

A Russi, invece, le stelle si guardano già martedì 9 agosto, dalle 21, nel Giardino della Rocca “Terzo Melandri” di Russi che ospiterà la XVII edizione di “Notte sotto le stelle: Canzoni e poesie”. Lo spettacolo poetico-musicale, promosso dalla associazione culturale “Ettore Masoni” e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Russi, in collaborazione con Capit Ravenna e Bcc Ravennate e Imolese, proporrà un programma di canzoni popolari, italiane e non, eseguite dagli artisti Luciano Ricci (chitarra e voce), Guido Lorenzetti (tastiere e voce) e Luca Loreta (percussioni e voce), con la lettura di testi poetici scelti Lorenzo Babini e Elio Pezzi (voci narranti).

A Casola Valsenio, in collina, mercoledì 10 agosto si terrà “Note sotto le stelle”. L’iniziativa musicale alla Rocca di Monte Battaglia prenderà il via dalle 19. Da questa ora si potrà cenare presso il punto ristoro con panini, pizza fritta, vino, ciambella, mentre alle 21 si aprirà la parentesi musicale con il duo composto da Manuel Padula (sassofono) e Luca Cocomazzi (pianoforte). Alle ore 23 verranno spente le luci della rocca per permettere l’osservazione delle stelle cadenti.

Per chi invece preferisce il mare, a Cervia, sempre mercoledì, seconda serata di “Jacaré in Buskers” con l’acrobata italiano Marco Raparoli, lo spettacolo di fuoco e la musica del gruppo messicano Quetzacoat alla Spiaggia Jacaré 167/168 in collaborazione con l’associazione Zirialab. Si parte alle 18.30 con la musica di Orange Duo e le percussioni del gruppo messicano Quetzacoatl, seguite dalla tradizionale grigliata di San Lorenzo dello Jacaré. L’evento di richiamo arriva alle 21.30 con il primo spettacolo di circo ed equilibrismo  di e con Marco Raparoli. Infine, dopo avere ammirato i fuochi artificiali, arriva il finale  con lo spettacolo di fuoco dei Quetzacoatl e ancora la musica Orange Duo.

A Marina di Ravenna, come noto, i bagni possono restare aperti fino alle tre e organizzare feste e concerti. In particolare, all’Hana-bi  dalle 21 ci sarà il concerto di due band italiane due band italiane come l’Orso e Any Other e a seguire festa con rock music, con live e dj set.

Aperta maxirotatoria a Cervia Ora si pensa a quella delle Saline

Entro l’anno l’apertura completa dei lavori

Questa mattina, martedì 9 agosto, è stata aperta completamente la maxi rotatoria nell’incrocio SS.16 -71 BIS. «È un’opera – spiegano dal Comune di Cervia – che la città aspettava da anni e che sta procedendo spedita grazie alla competenza della ditta esecutrice Moviter Strade Cervia, del direttore lavori e della collaborazione degli enti coinvolti, in particolare Anas e Ferrovie».  Entro l’anno è annunciata l’apertura completa dell’opera con il nuovo ingresso alla città. Prosegue intanto l’iter per la predisposizione della gara per individuare la ditta che eseguirà i lavori di un’altra opera importate, la rotonda delle Saline per il 2017.

 

Chiedono l’elemosina per derubare gli anziani: tre denunce per molestie

A Faenza i Carabinieri inprima linea contro il fenomeno dell’adescamento. I consigli ai cittadini e l’appello a chiamare il 112

Tre donne denunciate per molestie dai Carabinieri di Faenza. Si tratta di tre cittadine rumene rom residenti in campi nomadi del bolognese che, in particolare nel viale della Stazione, cercavano di avvicinare le persone, in particolare anziani, per chiedere l’elemosina ma con il reale scopo di derubarli del portafoglio o di preziosi o di riuscire ad appartarsi per estorcere denaro. In particolare due di loro, di 2’0 e 40 anni, hanno ricevuto il foglio di via e il divieto di tornare a Faenza, la 27enne invece era già nota alle forze dell’ordine faentine ed è stata denunciata per violazione del foglio di via. Il cosiddetto adescamento è un fenomeno contro cui l’Arma di Faenza da tempo ha messo in atto una campagna apposita in cui invita i cittadini a segnalare al 112 queste presenza in particolare appunto sul viale della Stazione, ma anche davanti a supermercati, chiese e nei parchi pubblici e in particolare mette in allarme gli anziani a “evitare qualsiasi contatto con le “adescatrici” respingendo le loro avance o promesse galanti che altro non sono che un espediente per mettere a segno furti, rapine ed estorsioni”

Tre concerti al Pancotto con l’elettronica indipendente

Le date dal 10 al 17 agosto con gli Aperivi nei campi  

Dalla Sicilia a Bologna, passando per Ferrara. Nella settimana a cavallo di Ferragosto gli Aperitivi sui Campi dell’Osteria del Pancotto, a Gambellara, ospitano tre concerti che pescano dal panorama elettronico indipendente italiano. Si parte con la festa di San Lorenzo, mercoledì 10 agosto, dalle 18.30 con l’aperitivo e il concerto di Marabou. Domenica 14, la festa di ferragosto al Pancotto posticipa l’inizio della serata. Dalle 19 alle 3 la selezione musicale sarà affidata al collettivo di dj del SYNC party: una festa itinerante organizzata da quattro dj e amici con lo scopo di tener viva la cultura della musica da club in Romagna. La formula sempre la stessa: console libera cd e vinili per sync friendly dj. Il live, alle 22, è affidato agli After Crash duo con base tra Bologna e Londra, nato nel 2005 e approdato lo scorso anno al Robot Festival. La produzione consiste in una sintesi perfetta di interessi che toccano la musica acustica, sperimentale, elettronica, da colonne sonore, per eventi, orchestrale.  Si passa poi mercoledì 17 agosto dalle 18.39 con Dagger Moth. E’ il progetto solitario di Sara Ardizzoni, trasversale chitarrista e cantante. Una specie di one-woman-band, con chitarra elettrica, voce ed elettronica, che miscela loop, noise e melodia in bilico fra caos e struttura.

 

Legambiente: campagna per dismettere le piattaforme offshore

Il dossier presentato a Goletta Verde attraccata a Marina di Ravenna. Martedì 9 i risultati delle analisi effettuati sulla costa

Nel corso della visita di Goletta Verde, attraccata a Marina ieri, domenica 7 agosto e in partenza martedì 9, è stato presentato il dossier #Dismettiamole sulla situazione delle piattaforme offshore.

Dal dossier emerge che Legambiente ha censito – tra le 69 concessioni di coltivazione di gas e petrolio – 135 piattaforme a mare e 729 pozzi. “Di queste – si legge nella nota stampa – 38 piattaforme e 121 pozzi hanno ormai terminato la loro attività produttiva o erogano ormai talmente poco da far suppore che le compagnie stiano semplicemente ritardando la loro chiusura formale e, di conseguenza, l’obbligo e gli oneri di smantellamento e ripristino iniziale dei luoghi, come previsto dalla normativa. È per questo che Legambiente lancia la campagna #Dismettiamole, affinché si affermi un nuovo modello energetico pulito, rinnovabile e democratico, che faccia gli interessi dei cittadini italiani e non delle compagnie petrolifere”. Il responsabile scientifico di Legambiente, in particolare, Giorgio Zampetti ha spiegato come secondo Legambiente “sia giunto anche il momento di mettere in campo una strategia che si ponga l’obiettivo di dismettere le piattaforme presenti nel mar Mediterraneo e in quello italiano in particolare. In altre parti del mondo questo processo di cambiamento è già cominciato, basti pensare alle vicine Francia e Croazia che stanno dando il via ad una moratoria generale”.

Secondo i dati forniti a largo dell’Emilia-Romagna ci sono 22 concessioni di coltivazione attive e produttive che hanno estratto gas nel 2015 per 1,6 miliardi di standard metri cubi (esattamente 1.599.723.000), il 35,4% della produzione a mare totale. Solo 6 concessioni su 22 pagano le royalties, le altre stanno sotto quota 80milioni di smc. Esistono anche 3 concessioni di coltivazione non produttive (di cui una una piattaforma che per Legambiente può essere dismessa: la Morena 1 di fronte Cervia/Cesenatico); due istanze di concessione di coltivazione  (una è quella della Po Valley); tre permessi di ricerca attivi di cui due sospesi da venti. Infine una istanza di permesso di ricerca tra Cervia e Fano per 430,8 kmq dell’Adriatic Oil.

 Ci auguriamo – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni – che venga intrapreso al più presto un serio percorso di confronto tra tutti i soggetti competenti per ragionare in maniera lungimirante su quale debba essere il futuro ambientale. Numeri e prospettive che non possono lasciare indifferenti e il progressivo smantellamento delle piattaforme potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era, anche dal punto di vista occupazionale”.

Toccato naturalmente anche il tema della subsidenza in correlazione alla realtà di Lido di Dante. “La subsidenza rischia di aumentare l’impatto delle mareggiate e delle piene fluviali, favorendo l’erosione costiera, con perdita di spiaggia ed effetto negativo sulle attività turistiche rivierasche – sottolinea Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna. Un caso esemplificativo è quello della piattaforma di estrazione di gas Angela Angelina, costruita nel 1997 a soli 2 km dalla costa di Lido di Dante, collegata a 10 pozzi eroganti e 4 non eroganti. La piattaforma è stata al centro del dibattito referendario, a causa dei suoi effetti sull’aumento della subsidenza lungo la costa. Di fronte al rischio fisico della costa e al futuro degli addetti del settore chiediamo alla politica che risposte pensa di dare. I cittadini aspettano una risposta del nuovo sindaco di Ravenna su questo tema.  L’amministrazione ravennate, con un ordine del giorno votato lo scorso aprile, si era impegnata ad avviare con Eni un percorso per la chiusura anticipata della piattaforma, ma ad oggi però non sembra ci siano passi in avanti in questa direzione”.

Il programma di Goletta Verde nel Ravennate prevede per la serata di lunedì 8 agosto la proiezione del documentario “ Italian Offshore” al Ravenna Yacht Club, via Molo Dalmazia, mentre martedì 9 agosto ci sarà la presentazione dei risultati delle analisi di Goletta Verde, alle 15 una biciclettata attraverso le bellezze naturali della costa ravennate, con un percorso attraverso la pineta e la valle di Marina Romea, la Foce del Lamone e all’Oasi di Punta Alberete, alle 18 la presentazione del Libro “Oro Nero Oro Rosso” al G.S. Sub Delphinius, via Marinara 61/63 in cui Monica Forti, giornalista, parlerà con l’autore Gian Luigi Giusti, alle 18:30 anche un appuntamento pubblico alla Goletta per parlare di aree protette, e futuro del Parco del Delta del Po, la principale area umida d’Italia. Infine alle 22 Presentazione di immagini sulle aree più belle del territorio in una serata conviviale di racconti, in ricordo di Mario Dracini di Legambiente Ravenna.

 

Dalla poesia per San Lorenzo alle note salentine per Ferragosto

Gli eventi di Ravenna Bella di Sera nella settimana clou dell’estate

Prosegue la rassegna “Ravenna bella di sera” nel centro storico della città con iniziative ed eventi per animarlo. In particolare, lunedì 8 agosto in piazza del Popolo per il ciclo “Che spettacolo la piazza” ci sarà un concerto di musica pop & soul con Gloria Turrini e Francesco Laghi; sempre lunedì, nella basilica di San Vitale, terzo appuntamento di “Musica d’organo in San Vitale”, con Daniel Zaretzky.
Martedì 9 agosto in piazza San Francesco serata tra jazz, retrò, swing e latin con Miss Pineda, Monia Angeli in concerto, nell’ambito di “Sotto le stelle di Galla Placidia”.
Per “O musiva musa” mercoledì 10 agosto in piazza del Popolo va in scena “Tum tum tumulo – Musica, morte, rinascita”, con Carlo Sorrentino, Stefano Calvano e Franco Costantini.
Piazza San Francesco accoglie giovedì 11 agosto il poeta e drammaturgo Nevio Spadoni con “Giuditta di Betulia” e venerdì 12 “La notte della danza”, con l’orchestra della Scuola di musica popolare di Forlimpopoli, nell’ambito di “Sotto le stelle di Galla Placidia”.
Domenica 14 agosto in piazza del Popolo risuoneranno le “Note dal Salento” di Tarantucci.
Tutti gli appuntamenti cominciano alle 21 e sono a ingresso libero.

Deco: panettone appena sfornato in spiaggia a Ferragosto

L’azienda ha dato il via alla lavorazione dei dolci natalizi: i primi prodotti sono diretti in Australia. Assunti 170 stagionali a San Michele

Nella spiaggia libera di Cervia Deco Industrie ha distribuito nei giorni scorsi un assaggio di 30 kg di panettoni appena sfornati e 50 kg di biscotti di vari gusti del suo marchio Pineta ai villeggianti che soggiornano in riviera e intende ripetere l’iniziativa nel giorno di Ferragosto.

La società romagnola ha da qualche giorno aperto le linee produttive per panettoni e pandori che si prolungherà fino a dicembre. Le prime produzioni sono in partenza per Australia con navi container mentre le ultime sono quelle che arriveranno sui nostri scaffali agli inizi di dicembre per festeggiare il Natale.

L’iniziativa è stata illustrata da Egle Torre e Luigi Terzi responsabili dell’Ufficio Estero per la Deco Industrie:«abbiamo pensato di sorprendere i bagnanti con il panettone ad agosto – dice Egle Torre – e per ferragosto abbiamo organizzato uno stand ancora più grande per offrire i nostri panettoni appena sfornati».

La linea produttiva dei panettoni nello stabilimento di San Michele è attiva giorno e notte e per sopperire a tutti i turni sono già state assunte 170 persone stagionali oltre agli attuali 100 dipendenti. Lo scorso anno sono stati prodotti circa 42mila quintali di pandori e panettoni. Molto forte è la richiesta nell’Europa dell’Est mentre la Cina ha cominciato a provare anche i biscotti frollini.
 

Guardia di Finanza, nuovo comandante per il Gruppo di Ravenna

Il Tenente Colonnello Bruno Castaldi, 39 anni, prende il posto del Tenente Colonnello Antonio Palma destinato inveca a Bologna

Il Tenente Colonnello Bruno Castaldi è il nuovo Comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Ravenna. L’Ufficiale è subentrato al Tenente Colonnello Antonio Palma che, dopo tre anni nel capoluogo bizantino, è stato destinato ad altro incarico alla sede di Bologna.  Il Tenente Colonnello Castaldi, 39 anni, laureato in Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria e in Giurisprudenza, proviene dall’Accademia della Guardia di Finanza, Istituto di formazione degli Ufficiali del Corpo, dove ha ricoperto l’incarico di Comandante di Corso degli Ufficiali Allievi. In precedenza, ha svolto incarichi di comando presso reparti operativi alle sedi di Palermo ed Udine.

Il Gruppo di Ravenna espleta funzioni di polizia economico-finanziaria nei territori dei Comuni di Ravenna, Alfonsine e Russi e svolge compiti di vigilanza all’interno del porto ravennate. Dal Gruppo dipende anche la Tenenza di Cervia nonché le unità specializzate “Pronto Impiego” e cinofile con competenza sull’intera provincia.

Reviati e la verità del fumetto

Parla l’autore di Morti di sonno e Sputa tre volte

Con il precedente Morti di Sonno ha raggiunto la fama internazionale e con questo Sputa tre volte, sempre per Coconino Press, sta confermando le ottime recensioni e anche le vendite. Davide Reviati è un fumettista e illustratore ravennate classe 1966, tuttora residente in quello che oggi viene chiamato Quartiere San Giuseppe (l’ex villaggio Anic costruito da Mattei per accogliere i lavoratori del petrochilmico negli anni Cinquanta), che tra un disegno e l’altro si batte per salvare gli alberi del quartiere. Lo incontriamo a fine giugno in uno dei luoghi da non perdere della città dei mosaici: il grande parco che si estende ai piedi del mausoleo di Teodorico.
Davide, soddisfatto di come sta andando il libro a qualche mese dall’uscita?
«Molto soddisfatto. Anche perché, data la mole, per l’editore è stato un rischio e la tiratura di partenza è stata più alta del solito. Nonostante questo, pare sia imminente una ristampa. E anche le recensioni sono state molto positive, mi sembra che in generale abbiano colto aspetti che nemmeno io ero così consapevole di aver messo nel libro. Per esempio molti hanno dato rilievo alla presenza di John Wayne, vedendo un valore simbolico rispetto alla figura paterna che io non avevo considerato».
Eppure molti tuoi personaggi sembrano assumere un valore simbolico che va oltre la storia che racconti.
«Forse sì, ma se accade non è perché lo decido a tavolino, non è una cosa programmatica: a guidare la scelta dei personaggi e delle situazioni è prima di tutto un sentimento di empatia, che poi diventa spesso un’eco che, questo sì, mi pare rimandi a personaggi e situazioni emblematiche e universali».
Da dove nascono le tue storie e i tuoi personaggi? Quanto vissuto c’è?
«Credo sia impossibile prescindere dal proprio vissuto, anche se questo non significa necessariamente comporre racconti autobiografici. Non so nemmeno spiegare esattamente perché abbia sentito la necessità a un certo punto di parlare di rom. In effetti da bambino avevo conosciuto una famiglia sinti, che viveva vicino a noi, e forse mi avevano lasciato qualcosa nel profondo di irrisolto…»
La questione rom è centrale nel tuo libro ed è una delle questioni forse più rimosse da un serio dibattito culturale e storico in questo paese. Tu racconti la storia di una famiglia e insieme la storia con la S maiuscola di questo popolo perseguitato. E però riesci a non farne un santino, insomma nessuna tentazione “buonista”, i rom si mostrano nelle loro profonde contraddizioni.
«Sì, per quanto riguarda la documentazione, mi è sembrato necessario approfondire, una forma di rispetto. Non si può parlare di ciò che non si conosce. Poi devo ammettere che mi sono fatto prendere e ho proseguito ben oltre le necessità funzionali del racconto. Per quanto riguarda il non averne fatto un “cliché”, beh, è qualcosa che mi fa piacere sentir dire perché il rischio era molto alto. Ma ho voluto correrlo, forse anche in modo incosciente, per cercare di restituire qualcosa di vivo e non schematico».
E in effetti, nonostante l’importante documentazione, nonostante la sottostante e inevitabile denuncia, questo non sembra un libro di denuncia… Sembra tutto semplicemente necessario a raccontare la storia di un incontro tra “gagi” e rom che intreccia una storia di formazione.
«Sono molto felice che tu dica questo, perché è quello che speravo. Non ho scritto di rom per aderire astrattamente alla causa dei cosiddetti diseredati, anche se non potevo eludere molti  aspetti sociali e storici legati alla questione dei rom. Ma volevo farlo raccontando delle storie, lasciando che le cose uscissero da sole nelle pieghe del racconto, non mettendomi sulla cattedra e puntando il dito. Credo sia un fatto di indole, non mi interessa fare libri che nascono a tavolino per denunciare, finirei per diventare didascalico e in fin dei conti finto…».
Ma che cos’è la verità per un fumettista?
«Credo sia innanzitutto l’onestà verso se stessi quando si inizia a scrivere un libro. Non ha nulla a che fare naturalmente con la realtà…»
Eppure nei tuoi libri c’è anche molto di reale.
«Sì, certo, come ho già detto non credo si possa raccontare prescindendo dalla propria esperienza personale. La vita, la realtà è così ricca e multiforme che il vero problema è semmai togliere, credo che la differenza la faccia il setaccio attraverso cui si sceglie e si filtra cosa raccontare, che poi è la tua sensibilità personale».
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
«Io leggo molto, ma quando ho bisogno di ritrovarmi, torno al novecento italiano: Pavese, Silvio d’Arzo, Fenoglio. Sono autori che mi aiutano a tenere la bussola».
E i fumettisti? Stiamo finalmente superando il gap che ci ha sempre caratterizzato, rispetto per esempio alla Francia?
«No, per quanto riguarda il mercato la Francia continua ad avere numeri molto maggiori, ma è vero che la situazione è molto cambiata e in meglio. Oggi grazie alla moda del graphic novel il fumetto è più diffuso e tutti sanno che con il fumetto si può raccontare anche qualcosa che non sia Topolino o Tex Willer. Lo dobbiamo sicuramente ad autori come Gipi e Igort. Tra i miei riferimenti ci sono naturalmente Hugo Pratt e Pazienza, mentre tra i contemporanei apprezzo molto il lavoro di Andrea Bruno e Piero Macola, sento una vicinanza profonda nei motivi più che nell’esito».
Cosa ne pensi del fenomeno Zerocalcare? Quanto sta contribuendo?
«Non ho mai avuto occasione di incontrarlo e non ho ancora letto Kobane Calling, ma il suo lavoro mi piace e la sua è una voce importante. Mi sembrano interessanti e impegnate anche le sue commedie, è riuscito a rappresentare un mondo e a farsene portavoce, un po’ come Andrea Pazienza con la sua generazione. Del resto trovo mal posta la polemica sugli scrittori che non sarebbero impegnati perché non scelgono temi politici. Si può essere impegnati scrivendo di qualsiasi cosa e con qualsiasi genere, a fare la differenza è lo sguardo di chi scrive. Pensa a Billy Wilder…».
Segui il graphic journalism?
«È un fenomeno molto interessante, e anche se al momento non mi pare stia allargando le potenzialità del linguaggio del fumetto, non escludo che possa accadere in futuro».
Da ravennate e fumettista: come valuti il fatto che il festival Komikazen abbia traslocato a Rimini perché, dicono gli organizzatori, non c’erano le condizioni, non solo e non tanto economiche, per continuare a Ravenna?
«Paradossalmente sono stato ospite per la prima volta a Komikazen proprio quest’anno a Rimini. Ma l’ho sempre frequentato e naturalmente mi dispiace, da ravennate, e credo che da parte di un’amministrazione sia a dir poco miope lasciarsi sfuggire una manifestazione di quel calibro».

Tragedia in mare: muore un turista a Lido di Dante

Il corpo trovato a un chilometro dal dovei era scomparso tra i flutti

Nel mare mosso di ieri, domenica 7 agosto, è scomparso tra i flutti nel tardo pomeriggio mentre faceva il bagno a Lido di Dante. Un turista straniero di 54 anni, della Repubblica Ceca, è morto annegato dopo che la la Sala Operativa della Capitaneria di porto di Ravenna aveva ricevuto diverse segnalazioni riguardanti l’avvistamento di un bagnante intento tra gli stabilimenti balneari “Passatore” e “Smeraldo”, in probabile difficoltà. La Capitaneria si era subito attiva per un’attività congiunta di ricerca del turista con  mezzi navali e pattuglie terrestri della Guardia Costiera e dei Vigili del fuoco. Dopo aver pattugliato la zona interessata per circa un’ora il personale della pattuglia terrestre “Mare Sicuro” e personale dei Vigili del fuoco hanno tuttavia ritrovato il corpo ormai esanime del malcapitato a circa un km a sud dalla zona segnalata. Invani i tentativi di rianimazione da parte del 118.

Canottaggio, terza Olimpiade per Miani «È ora di portare a casa una medaglia»

Il 32enne vuole riscattare Londra e tornare da Rio con una favola da raccontare al figlio in arrivo a Natale. Alle 16.20 le batterie

«La prima volta alle Olimpiadi sei pieno di entusiasmo, la seconda ti dici che puoi fare meglio, la terza bisogna portare a casa qualcosa altrimenti non va bene». Rio sarà la terza presenza per Marcello Miani, 32enne di San Pietro in Vincoli impegnato nel canottaggio in coppia con Andrea Micheletti per il doppio pesi leggeri(prima batteria alle 16.20 italiane di domenica 7 agosto). A Londra Miani era nel quattro senza pl e non andarono oltre il dodicesimo posto, a Pechino arrivò un quarto posto in coppia con Elia Luini. I ricordi delle ultime due partecipazioni non sono solo sportivi: «Di Londra ho un pessimo ricordo sportivo – ci dice il ravennate al telefono il 19 luglio prima di partire per il Brasile –, l’unica nota positiva un bel paio di occhiali da sole avuti dallo sponsor. In Cina ricordo l’emozione della cerimonia di apertura e poi l’assalto degli ambulanti nei mercati quando eravamo in giro e provavano a venderci le peggiori fregature tarocche, era divertente contrattare anche senza comprare. La federazione ci aveva anche organizzato un tour della città antica».

Quindi c’è modo e tempo anche per immergersi nella città fuori dagli impegni sportivi? «Quest’anno pare di no perché il volo di ritorno della nostra federazione è prenotato già per il giorno dopo l’ultima finale e anche volendo tornare a proprie spese ci hanno detto che i nostri pass non saranno validi. Quello è un grande limite perché consentirebbe di accedere ovunque alle gare e di avere diverse agevolazioni in città».

Al terzo gettone Miani potrà provare la curiosità della vita nel villaggio olimpico: «Di solito i bacini di canottaggio sono distanti dalla città e quindi creano dei mini villaggi solo per i canottieri. A Rio invece saremo nel villaggio, vedrò anche io come sarà questo ambiente di cui tutti parlano». In un clima internazionale di grandi tensioni è facile avvertire la preoccupazione per eventuali rischi: «Quando ci penso mi preoccupo e allora non ci penso. Diciamo che se fossimo stati in Francia avrei avuto più paura».

Il ravennate si guarda indietro e riflette: «Tre Olimpiadi non sono mica poche a pensarci, meglio non farlo o mi sento vecchio». Insomma la quarta chissà se ci sarà e allora il momento è davvero questo, nonostante una coppia composta da poco: «Magari funzionerà l’effetto sorpresa, chissà. L’ultima che abbiamo fatto insieme ha portato un terzo posto a Poznan e da allora ci siamo allenati molto nel ritiro di Piediluco, abbiamo fatto passi avanti». Ma la chiamata dalla federazione con la convocazione ufficiale è arrivata non molto tempo prima dei Giochi. Come si vive l’attesa della telefonata? «Stress. Nessuno era sicuro del posto, ci sono stati diversi stravolgimenti sulle barche ma sono cose che succedono solo in Italia. Le altre nazioni avevano fissato tutto da marzo. Finalmente è arrivato il sì e non è mica finita, anzi sei solo all’inizio».

Perché sarà anche vero che il tanto decantato spirito olimpico esiste pure – «Beh, una birra dopo le gare capita di bersela con gli avversari» – ma sul celebre motto per cui l’importante è partecipare, Miani ha le idee chiare: «Non è mica così. Si va per cercare di vincere, soprattutto se sai di avere le possibilità per farlo. Noi? Abbiamo le nostre possibilità». Partenza per Rio da Fiumicino la sera del 30 luglio. Al collo Miani aveva la medaglietta di San Michele che indossa dal 2014 ma per la prima volta a seguirlo in uno dei suoi impegni non c’è la moglie: «È incinta e il Brasile è vietatissimo per ragioni sanitarie». Magari a Natale, quando è prevista la nascita, la prima storia di papà Marcello comincerà da una medaglia brasiliana…

Canottaggio, terza Olimpiade per Miani «È ora di portare a casa una medaglia»

Il 32enne vuole riscattare Londra e tornare da Rio con una favola da raccontare al figlio in arrivo a Natale. Alle 16.20 le batterie

«La prima volta alle Olimpiadi sei pieno di entusiasmo, la seconda ti dici che puoi fare meglio, la terza bisogna portare a casa qualcosa altrimenti non va bene». Rio sarà la terza presenza per Marcello Miani, 32enne di San Pietro in Vincoli impegnato nel canottaggio in coppia con Andrea Micheletti per il doppio pesi leggeri(prima batteria alle 16.20 italiane di domenica 7 agosto). A Londra Miani era nel quattro senza pl e non andarono oltre il dodicesimo posto, a Pechino arrivò un quarto posto in coppia con Elia Luini. I ricordi delle ultime due partecipazioni non sono solo sportivi: «Di Londra ho un pessimo ricordo sportivo – ci dice il ravennate al telefono il 19 luglio prima di partire per il Brasile –, l’unica nota positiva un bel paio di occhiali da sole avuti dallo sponsor. In Cina ricordo l’emozione della cerimonia di apertura e poi l’assalto degli ambulanti nei mercati quando eravamo in giro e provavano a venderci le peggiori fregature tarocche, era divertente contrattare anche senza comprare. La federazione ci aveva anche organizzato un tour della città antica».

Quindi c’è modo e tempo anche per immergersi nella città fuori dagli impegni sportivi? «Quest’anno pare di no perché il volo di ritorno della nostra federazione è prenotato già per il giorno dopo l’ultima finale e anche volendo tornare a proprie spese ci hanno detto che i nostri pass non saranno validi. Quello è un grande limite perché consentirebbe di accedere ovunque alle gare e di avere diverse agevolazioni in città».

Al terzo gettone Miani potrà provare la curiosità della vita nel villaggio olimpico: «Di solito i bacini di canottaggio sono distanti dalla città e quindi creano dei mini villaggi solo per i canottieri. A Rio invece saremo nel villaggio, vedrò anche io come sarà questo ambiente di cui tutti parlano». In un clima internazionale di grandi tensioni è facile avvertire la preoccupazione per eventuali rischi: «Quando ci penso mi preoccupo e allora non ci penso. Diciamo che se fossimo stati in Francia avrei avuto più paura».

Il ravennate si guarda indietro e riflette: «Tre Olimpiadi non sono mica poche a pensarci, meglio non farlo o mi sento vecchio». Insomma la quarta chissà se ci sarà e allora il momento è davvero questo, nonostante una coppia composta da poco: «Magari funzionerà l’effetto sorpresa, chissà. L’ultima che abbiamo fatto insieme ha portato un terzo posto a Poznan e da allora ci siamo allenati molto nel ritiro di Piediluco, abbiamo fatto passi avanti». Ma la chiamata dalla federazione con la convocazione ufficiale è arrivata non molto tempo prima dei Giochi. Come si vive l’attesa della telefonata? «Stress. Nessuno era sicuro del posto, ci sono stati diversi stravolgimenti sulle barche ma sono cose che succedono solo in Italia. Le altre nazioni avevano fissato tutto da marzo. Finalmente è arrivato il sì e non è mica finita, anzi sei solo all’inizio».

Perché sarà anche vero che il tanto decantato spirito olimpico esiste pure – «Beh, una birra dopo le gare capita di bersela con gli avversari» – ma sul celebre motto per cui l’importante è partecipare, Miani ha le idee chiare: «Non è mica così. Si va per cercare di vincere, soprattutto se sai di avere le possibilità per farlo. Noi? Abbiamo le nostre possibilità». Partenza per Rio da Fiumicino la sera del 30 luglio. Al collo Miani aveva la medaglietta di San Michele che indossa dal 2014 ma per la prima volta a seguirlo in uno dei suoi impegni non c’è la moglie: «È incinta e il Brasile è vietatissimo per ragioni sanitarie». Magari a Natale, quando è prevista la nascita, la prima storia di papà Marcello comincerà da una medaglia brasiliana…

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi