lunedì
15 Settembre 2025

Furto nella notte a Marina di Ravenna Rubato il contante dalla cassa

In corso le indagini dei Carabinieri. Un tv lcd abbandonato in spiaggia forse perché troppo pesante. Potrebbe aver agito una persona sola

Furto in un noto stabilimento balneare di Marina di Ravenna, nella notte, il Marabou. I Carabinieri della Compagnia di Ravenna sono intervenuti per effettuare un sopralluogo nel bar- ristorante nella mattinata di domenica, contatti dal gestore che si era reso conto dell’accaduto. I militari giunti sul posto hanno proceduto a repertare ogni traccia utile per giungere all’identificazione degli autori del reato; il modus operandi è al vaglio dei Carabinieri poiché non è escluso che potrebbe aver agito un’unica persona.

Nell’entrare nell’esercizio commerciale, il proprietario, si è accorto della rottura di un vetro da dove ha avuto accesso il ladro che ha asportato il cassetto del registratore di cassa ed il poco contante in esso contenuti, cassetto successivamente ritrovato tra gli ombrelloni; inizialmente si pensava che avesse rubato anche un televisore LCD che pero è stato rinvenuto in spiaggia,  abbandonato probabilmente poiché troppo pesante.

I danni sono in corso di quantificazione ed i Carabinieri stanno seguendo ogni pista che possa ricondurre all’identificazione del malvivente che ha operato il furto; gli accertamenti tecnici ed i rilievi hanno fornito preziose informazioni che i militari stanno valutando ed approfondendo.  

De Angelis di Fanny&Alexander: «Nel teatro si rischia lo stallo»

Il regista e fondatore della compagnia ravennate: «Ravenna
è come una famiglia che non vuol far crescere i propri figli»

Luigi de Angelis, 42 anni, ravennate,  è uno dei fondatori, insieme a Chiara Lagani, della compagnia teatrale Fanny & Alexander da quasi venticinque anni sulle scene internazionali del cosiddetto teatro di ricerca. Oggi De Angelis è impegnato su vari fronti e in particolare sta lavorando nel teatro musicale con esperienze come la regia del Flauto Magico nel 2015 al Comunale di Bologna o due progetti ad Anversa: il primo per il Teatro d’opera, una sorta di campus con giovani talenti che ha dato poi origine a una serie di nuove collaborazioni, il secondo sul compositore Giacinto Scelsi, assieme a Sergio Policicchio (portato quest’anno a Siena e che andrà a Buenos Aires  nel 2017). Tra i debutti più recenti c’è Lumen con Emanuele Wiltsch Barbero che ha debuttato al Festival di Santarcangelo. Tutti spettacoli e progetti che a Ra­venna non abbiamo ancora visto.

De Angelis, cosa sta facendo in questo periodo?
«Ho in corso vari progetti. Il più vicino  è il debutto di uno studio sull’Amleto con Fanny&Alexander per il festival Teatri di Vetro a Roma a ottobre: To be or not to be Roger Benat, drammaturgia di Chiara Lagani, protagonista Marco Calvalcoli. Ci piacerebbe in futuro produrre un Amleto con una compagine di attori numerosa come quella di uno spettacolo di “teatro di prosa”, almeno una decina. Questo è il primo assaggio. E poi portiamo a Ravenna We need Money, che ha debuttato a giugno a Milano, all’Almagià in una data autoorganizzata. Poi a Berlino un progetto musicale su Diaghilev che debutta in Belgio e un light design assieme a Sergio Policicchio per il nuovo auditorium di Anversa».
Perché così poco arriva ormai a Ravenna del vostro lavoro?
«Personalmente è una cosa che mi dispiace molto, anche perché siamo artisticamente cresciuti qui, e questa è la nostra città. Con le nostre risorse e i contributi che riceviamo possiamo presentare qui solo gli spettacoli meno complessi, ma non la maggior parte delle nostre produzioni musicali che hanno costi maggiori. La risposta è legata a una domanda che mi pongo: la città di Ravenna ha fatto emergere nel percorso della candidatura 2019, un percorso per me straordinario, una pluralità di voci molto ampia. Ora, ci interessa che questa pluralità continui a esistere? Come poter fare perché  continui a manifestarsi artisticamente? È una domanda che vorrei rivolgere anche al nuovo Sindaco».

In questo che ruolo potrebbero avere le realtà storiche più strutturate come Ravenna Teatro o Ravenna Manifestazioni?
«Sono due realtà importanti con una loro visione artistica precisa. Io vorrei uscire dalla logica della giovane compagnia “assistita dagli adulti”, anche perché non siamo più giovani. Se queste realtà non possono o non vogliono più produrci o ospitare nel loro cartellone credo che la città e la comunità culturale dovrebbero riflettere, anche ragionando sull’offerta culturale complessiva e cercare risposte adeguate».

Però in quanto Fanny uno spazio ce l’avete in città: gestite l’Almagià, e in passato avete partecipato alla stagione teatrale Viso-in-aria…
«Vero, ma nella gestione dell’Al­magià, che al momento è uno spazio afferente alle Politiche Giovanili e non alla Cultura, con la cooperativa E offriamo principalmente un servizio alla città, cerchiamo di proporre una programmazione artistica interessante, attraverso Fèsta e percorsi come Loose, ma non ci sono le risorse  per organizzare una rassegna o eventi di teatro musicale di un certo rilievo. E per quanto riguarda Ravenna-Viso-in-aria, dopo tre anni ci eravamo resi conto che per una struttura piccola come la nostra anche la gestione di una parte della stagione teatrale per noi richiedeva troppe energie, le risorse non erano sufficienti per remunerare le compagnie adeguatamente e il nostro lavoro».

E il Ravenna Festival vi ha prodotto in passato…
«Sì, l’ultima collaborazione è stata T.E.L. del 2009. Ma ripeto non è questo il problema, non voglio dire a Ravenna Festival o a nessuno cosa dovrebbe fare. Il mio auspicio è che in futuro si possano per esempio organizzare eventi di teatro musicale paralleli al Ravenna Festival. E la stessa cosa si può dire per le produzioni teatrali. Certo, è vero che per una compagnia indipendente, cioé slegata da teatri stabili, produrre è sempre più difficile. E la riforma Franceschini non aiuta visto che impone ai teatri stabili un alto numero alto di repliche dei loro stessi spettacoli…»

Quindi vorrebbe vedere più soggetti in città grazie a una diversa redistribuzione delle risorse?
«Sì, la questione della ridistribuzione o rinnovamento delle risorse per la cultura a Ravenna va affrontata prima o poi. Se no perché si è creato questo fermento incredibile? Perché si sono alimentati così tanti percorsi di artisti senza però volere che questi poi crescano realmente? A volte percepisco Ravenna come una grande famiglia che non vuole fare crescere realmente i suoi figli, vederli autonomi. Come se fosse meglio tenerli eternamente giovani e relativamente poco “competitivi”… Perché certi spettacoli, che richiedono  risorse, posso produrli e mostrarli solo all’estero, in Belgio o a Berlino? Io chiedo se non sia il caso di porsi il tema anche senza aver ottenuto la vittoria della capitale della cultura. Soffro per questa situazione che, se non cambia, mi sembra destinata allo stallo».

State pagando lo scotto anche di aver sempre prodotto teatro d’avanguardia e piuttosto elitario?
«Lo so, è una critica che ci è stata mossa spesso. Ma per esempio a Bologna con Il Flauto Magico abbiamo fatto 8 repliche con il tutto esaurito, 8000 spettatori, tanta gente è venuta da Ravenna a vederlo e sono convinto che sarebbe stato un successo anche qui».

 

Nel dettaglio: I finanziamenti che riceve la compagnia 

La compagna Fanny&Alexander ha dato vita con le compagnie Menoventi e gruppo nanou alla cooperativa E che è beneficiaria di fondi pubblici. Nel dettaglio, dal Ministero (MiBact) riceve 66.046 euro (dato relativo al 2015 dato che il contributo 2016 non è ancora stato comunicato dal Mibact); dalla Regione Emilia-Romagna 58mila euro per  attività di produzione teatrale e multidisciplinare, 58.000 euro (anno 2016) e con il Comune di Ravenna ha una convenzione per attività culturali di 35mila euro (ma il festival Fèsta è realizzato con altre risorse proprie e con un contributo di 5mila euro dalla Fondazione del Monte) e il contributo gestione e programmazione artistica dello spazio Almagià di Ravenna per  42.619,74 euro.

A Piacenza, il deputato Paglia tra i manifestanti per l’operaio morto

Il parlamentare ravennate di SI: «Il problema è che un lavoratore straniero vale poco da vivo e anche da morto»

Tra i manifestanti che a Piacenza sabato 17 settembre hanno chiesto giustizia per Ad Abdesselem El Danaf, l’operaio travolto da un Tir mentre manifestava davanti all’azienda in cui lavorava per ottenere l’assunzione di alcuni colleghi la sera del 14 settembre, c’era anche il deputato ravennate di Sinistra Italiana Giovanni Paglia.

Al momento il camionista è indagato per “omicidio stradale” e il procuratore ha parlato di incidente, tesi che non convince appunto i manifestanti. Raggiunto al telefono, il deputato di Sinistra Italia, dal corteo, su quella serata ci dice: «Era in corso un picchetto del sindacato Usb con una trentina di persone, questo è documentato da tutte le immagini, e quando è in corso un picchetto, con tanto di bandiere, anche se numericamente ridotto, i camion devono stare fermi per evitare che accadano cose come queste». La vittima era un egiziano di 53 anni padre di cinque figli, nell’azienda lo stato di agitazione andava avanti da tempo. E c’è chi ha detto che il camionista sia stata addirittura incitato a procedere, nonostante il rischio per i manifestanti. “Lo dicono tutti gli operai presenti, io non ho motivo di dubitare delle loro parole, che interesse avrebbero a mentire?” Paglia ci racconta di un clima relativamente tranquillo nel corteo, principalmente composto di lavoratori stranieri del settore logistico. Ma come si spiega Paglia la reazione tiepida degli altri sindacati – i confederali non sono presenti alla manifestazione – e in generale della cosiddetta opinione pubblica? “Bisognerebbe chiederlo a loro, qui ci sono circa 2mila persone, tanti sindacati di base e autonomi, tanti esponenti dei partiti di sinistra, compresi noi di Sinistra Italia. Non lo so, per me essere qui è normale, non vorrei far passare l’idea che sia un titolo di merito, mi stupisce però che non ci siano altri parlamentari, che non ci sia nemmeno il sindaco del Pd, che anzi ha fatto chiudere tutti i negozi per timori di incidenti. Dalla Fiom è uscita una presa di posizione molto dura, anche la Cgil è intervenuta, ma oggi non sono presenti. Anche i media hanno subito derubricato il caso, dopo le parole del Procuratore a poche ore dall’accaduto, perché questo è un paese in cui basta che parli un magistrato perché tutto sia messo a tacere”. Lei in questi giorni ha scritto: “Il problema è che un lavoratore straniero vale poco da vivo come da morto”, sta anche qui la ragione di un certa indifferenza? “Credo di sì. Se si fosse trattato di un lavoratore italiano iscritto a un grande sindacato credo che per primi i media avrebbero trattato la cosa diversamente”. Ma lei parlerebbe esplicitamente di “insabbiamento”? “Diciamo che vedo una fortissima sottovalutazione del problema e un tentativo di minimizzarlo. Era dagli anni 50 che un lavoratore non moriva durante una manifestazione sindacale fuori da una fabbrica. Sono cose che non devono succedere. Per questo chiediamo che sia fatta piena giustizia e chiarezza”. Giovanni Paglia ha già presentato un’interrogazione al ministro su quanto accaduto, al momento non si registrano interventi di altre forze politiche in merito, mentre sul tema è intervenuto anche Roberto Saviano con un durissimo attacco nei confronti delle forze sindacali confederali e del governo.

Santa Europa Defensora, a teatro parole nuove per raccontare la frontiera

Il bel debutto di Lorenzo Carpinelli e Iacopo Gardelli in scena a Vulkano, San Bartolo, fino a lunedì 19 settembre

Un’ora per guardarsi allo specchio, per mettersi nei panni di chi vive al di là della frontiera e quella frontiera cerca di superarla fisicamente, rischiando la vita, senza poter tornare indietro.

Siamo a Vulkano, per la prima di Santa Europa Defensora, lo spettacolo scritto da Iacopo Gardelli, intrepretato da Lorenzo Carpinelli e diretto da entrambi in una coproduzione Gruppo dello Zuccherificio e Ravenna Teatro in scena fino al 19 settembre, ma siamo soprattutto a Melilla, vicino al campo dove sostano i migranti africani che tentano qui di scavalcare il triplice muro che protegge l’enclave spagnola proprio da loro.

Perché loro sono il nemico. Scalzi, soli, forti solo della spinta ad andare avanti e dell’impossibilità a tornare indietro, costretti a un gesto fisico che viene messo in parallelo con quello di uno sportivo, di un centometrista.Entrambi condividono la stessa preghiera al “dio delle gambe”, ma per una meta ben diversa. Uno spettacolo ben ritmato e bene intepretato dal bravo attore appena ventiduenne evidentemente cresciuto alla non-scuola delle Albe e capace di cambiare più registri sulla base di un testo complesso e coraggioso di un altrettanto giovane autore, Gardelli è infatti del 1990.

È la prima volta che porta e vede in scena un suo testo, che nonostante qualche piccola tentazione didascalica riesce ad affrontare un tema tanto trattato con uno sguardo e con parole nuove. Non a caso gli applausi nella piccola e intima sala di Vulkano, dove una scenografia essenziale ma efficace ha contribuito a sottolineare la forza anche emotiva dello spettacolo, alla prima sono scrosciati a lungo. Sentiamo Iacopo Gardelli il giorno dopo il debutto, comprensibilmente soddisfatto.

E gli chiediamo perché abbia scelto proprio quella frontiera tra tutte, così lontana per noi rispetto ad altre. «Perché è molto diversa da quella liquida del mare, di cui parlava per esempio lo spettacolo delle Albe Rumore di acque. Nel mare c’è comunque una base di reminiscenze che abbiamo, l’immigrazione italiana è passata dal mare. Non solo, la traversata in mare dipende dal caso, dalla fortuna, non ha nulla di meritocratico, una nave affonda a prescindere da chi trasporta. Qui mi colpiva la fisicità dello scontro, il gesto quasi atletico e poiché stavo cercando un legame, un’ispirazione che parlasse di sport, anche perché Ravenna è città dello sport quest’anno, ho pensato di aver trovato il soggetto. Ma temevo che lo spettatore potesse non cogliere questo doppio personaggio, invece vedo che non è accaduto».

Carpinelli GardelliPer la verità il doppio è piuttosto percepibile e a un certo punto diventa motivo di alleggerimento e occasione di una riflessione sul ruolo della stampa impietoso e amaramente ironico.  Per il resto, è il registro drammatico a dominare. «Mi sono documentato moltissimo e tutte le parole che dice il mio protagonista sono frutto di ricerche, basate sulla documentazione raccolta. Ho seguito in particolare il lavoro di Palazòn, un attivista spagnolo, l’autore della famosa foto in cui gli occidentali giocano a golf mentre i migranti sono appesi alla barriera». Immagini che disturbano, come quelle che vengono proiettate alla fine dello spettacolo e tolgono ogni illusione di aver assistito all’incubo partorito da una mente artistica lungi da ogni aggancio con la realtà.

Nel fargli i complimenti gli chiediamo se per questo primo allestimento curato da loro stessi per la regia hanno potuto contare sull’aiuto e l’esperienza in particolare delle Albe. «Sì, anzi, permettimi di ringraziare pubblicamente tutta la squadra di Ravenna Teatro: sono stati molto disponibili, ci hanno chiamato tutti dopo la prima e dobbiamo moltissimo ai consigli in particolare di Alessandro Argnani,  Alessandro Renda e Roberto Magnani in fase di realizzazione». La speranza è ora quello di portarlo fuori Ravenna e farlo girare. «Sì, certo, ma ora l’obiettivo è arrivare a domenica!». Per la verità, è stata aggiunta anche una data lunedì 19 settembre, alle 21, alle repliche di sabato e domenica alle 17.  Informazioni e prenotazione (obbligatoria): Ravenna Teatro, tel. 333 7605760, da lunedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; mail organizzazione@ravennateatro.com.

Gli autori del Tempo ritrovato

Torna la rassegna di incontri a Palazzo Rasponi:
in calendario anche Durastanti e Vinci

Nicolai lilinPrende il via mercoledì 21 settembre a Palazzo Rasponi, a Ravenna, la nuova rassegna di incontri letterari “Il tempo ritrovato” diretta da Matteo Cavezzali dell’associazione  Onnivoro con la collaborazione di Stefano Bon e della libreria Dante. Si comincia con Nicolai Lilin, l’autore del celeberrimo Educazione siberiana e già ospite di ScrittuRa Festival,  e il suo ultimo libro Spy story, Love Story (Einaudi) alle 18.30. Il 28 settembre sarà invece la volta di un altro ritorno, quello di Angelo Ferracuti che, dopo il libro dedicato alla tragedia della Mecnavi, Il costo della vita, e un libro sui portalettere, ha ora pubblicato Addio: il romanzo della fine del lavoro. Tra gli ospiti a venire ci saranno poi Ugo Cornia (il 5 ottobre), Claudia Durastanti (l’11 ottobre al Fargo), Matthieu Mananus (il 12 ottobre) e Maria Giovanna Luini (19 ottobre), ma la rassegna proseguirà fino ad aprile con cadenza settimanale portando anche in questa stagione  altri grandi protagonisti della scena letteraria italiana come Simona Vinci, appena insignita del Premio Campiello, Andrej Longo, Giuliana Sgrena.

Ammutinamenti:corpo a corpo per giovani autori della danza

Fine settimana con artisti emergenti. LE FOTO

Ammutinamenti 2016Prosegue il festival di danza urbana e d’autore Ammutinamenti, a cura dell’associazione Cantieri, con la direzione artistica di Monica Francia e Selina Bassini. In particolare dal 16 al 18 settembre si svolgerà uno dei nuclei centrali della manifestazione: la sezione “Vetrina della giovane danza d’autore”, in cui protagonisti sono giovani autori e compagnie emergenti, selezionati dai più importanti operatori della danza nazionale che fanno parte della rete Anticorpi XL.

Partecipano al ventennale: Arianna Rodeghiero (Lombardia), Olimpia Fortuni (Emilia Romagna), Andrea Costanzo Martini (Piemonte), Francesco Colaleo, Maxime Freixas, Francesca Ugolini/ Cie MF (Campania), Orlando Izzo (Abruzzo), Barbara Berti (Emilia Romagna), Fabio Novembrini, Roberta Racis (Puglia/Sardegna/Veneto), Maria Francesca Guerra –(Marche), Sara Pischedda (Sardegna), Collettivo PirateJenny (Lombardia), Francesco Marilungo (Marche), Masako Matsushita (Marche), Mattia Russo, Antonio De Rosa / Kor’sia (Campania), Davide Valrosso (Puglia), Mattia De Virgiliis (Umbria), Alessandro Sollima (Sicilia), Nicola Marrapodi e Roberto Orlacchio (Liguria), Marco Bissoli (Veneto), Ermanno Sbezzo (Emilia Romagna / Sicilia) e Aristide Rontini (Emilia Romagna). Gli spettacoli della Vetrina sono ospitati in luoghi storici e inediti della città come: Artificerie Almagià, Mar- Museo d’arte della città di Ravenna, Teatro Alighieri, Piazza Einaudi.

Novità di questa edizione l’apertura per la prima volta alla città di Garage Gradenigo, che inaugura ospitando una perfomance della Vetrina e con una particolare temporary exibition a cura di Rou Materiaal.
Oltre ai giovani artisti, al festival partecipano autori affermati e in particolare, dopo le performace di Simona Bertozzi e Motus, il gruppo nanou presenterà due lavori Xebeche, in collaborazione con Ravenna Festival (16 settembre alle 17, Teatro Alighieri); e Sport (17 settembre ore 14.30, 16 e 17, Mar museo d’arte della città) che mette in scena un’atleta, colta nell’intimità dei preparativi per l’esecuzione dell’elemento ginnico, per esporre un corpo nella sua fragilità e diametralmente opposta forza. Lo spettacolo è inserito nella rassegna Terzo Tempo, promossa dall’assessorato allo Sport del Comune di Ravenna. Sempre il 17 alle 19 al Rasi in cartellone anche “Prove d’autore XL” esito finale della residenza d’autore condotta da Nicola Galli/De Rerum Natura con il gruppo di danza contemporanea del Balletto di Toscana Junior (17 settembre, ore 19).  Come di consueto conclude il festival il progetto CorpoGiochi (dal 19 al 22 settembre) con gli Assaggi di danza d’autore a scuola e i Compiti in piazza, dimostrazioni di prove urbane con protagonisti i bambini.

Nella gallery di immagini sotto gli scatti del fotografo Dario Bonazza di alcuni eventi che hanna animato i primi giorni festival Ammutinamenti 2017

Sostegno a scuola: il Comune interviene con oltre 80mila ore l’anno

Il bando da 1milione e 700mila euro l’anno vinto dalle cooperative locali del Consorzio Selenia che già gestivano il servizio

Capitolo da sempre particolarmente delicato dentro la scuola è quello del sostegno. Infatti, anche quando saranno individuate e assegnate le 18 cattedre al momento scoperte, le ore che lo Stato garantisce ai ragazzi che ne hanno bisogno non sono mai state sufficienti, né lo saranno quest’anno. E come è sempre accaduto, a supplire alla mancanza sarà nel territorio ravennate il Comune di Ravenna tramite i Servizi Sociali. A giugno era stato messo a bando proprio questo servizio e tra i lavoratori delle cooperative che hanno sempre operato e i genitori c’era stata anche qualche preoccupazione visto quanto accaduto ad altri servizi, come il pre e post scuola, che l’anno prima erano stati vinti da cooperative non del territorio dopo anni di continuità. E la continuità in un servizio come quello al sostegno è quanto mai preziosa. Dunque è con sollievo che è stata accolta la notizia che il bando è stato effettivamente vinto dal consorzio Selenia, che riunisce una serie di cooperative locali, le stesse che già fornivano il servizio, e che entrerà in attività da subito. Il bando è valido per due anni, prevede un ammontare complessivo di 80mila ore per 1milione e 700mila euro all’anno, pari a poco più di 21 euro all’ora. Il consorzio ha ottenuto il punteggio più alto su tutte le voci, compresa quella dell’aspetto qualitativo e della formazione degli educatori che entreranno nelle scuole. Si tratta di figure che vanno in supporto al docente e che non possono in alcun modo sostituirlo ma che sono comunque formati come educatori e non semplici operatori (come accade altrove) e che seguiranno oltre 300 bambini e ragazzi in classi di ogni ordine e grado. Il numero di ore preciso non è ancora stato quatificato con esattezza e si saprà solo a fine settembre, quando gli organici di fatto saranno definiti, ma il fabbisogno si prevede sarà in aumento e non in calo rispetto agli anni passati. «La stima – ci spiega l’assessore ai Servizi Sociali Valentina Morigi – viene fatta ogni anno a fine giugno sulla base dello storico e delle nuove iscrizioni. E il dato è in crescita sia per l’aumento delle diagnosi precoci, sia per l’aumento di casi cosidetti “comportamentali”, dove non ci sono disabilità intellettive, ma difficoltà di relazione, disturbi del linguaggio. Abbiamo quindi messo in conto che le ore effettivamente necessarie saranno anche di più». A fornirle sarà sempre il Consorzio Selenia alla tariffa oraria prevista dal bando. Sempre, naturalmente, a totale carico delle casse comunali. «Il fatto che sia il Comune – aggiunge Morigi – a supplire a un servizio che dovrebbe essere garantito dallo Stato crea enormi sperequazioni di trattamento tra i territori in base a come il problema viene preso in carico o non preso in carico dall’ente locale».

«La Street Art? Efficace per esibire la forza concettuale di Dante»

Intervista allo studioso di iconografia Mino Gabriele ospite a Dante 2021 domenica 18 settembre, in chiusura del festival

L’esperto di iconografia dantesca Mino Gabriele dell’Università di Udine,  domenica 18 settembre chiude il  festival “Dante 2021” (vedi correlato per il programma), proprio il giorno in cui inaugura peraltro alla biblioteca Oriani la mostra “Il vero volto di Dante” per il progetto IdDante e dopo che sempre per Dante 2021, dal 15 al 17 settembre, il pubblico potrà assistere alla realizzazione di un grande murale (“Sui pedali con “l’alta fantasia”) dello street artist Yuri che realizzerà nei Chiostri francescani un pannello di 15 metri. Alla Casa Matha, alle 11, lo studioso di iconologia ricostruirà le funzioni che le illustrazioni di corredo hanno avuto per la Commedia, da quelle dei miniatori medievali a quelle degli incisori ottocenteschi e poi dei più liberi illustratori del Novecento Il viaggio attraverso secoli di immagini sarà anche un percorso nei complessi meccanismi della lettura, della memoria, dell’interpretazione del meraviglioso testo dantesco.
Quali aspetti hanno ispirato maggiormente gli artisti nei secoli per l’iconografia della Commedia?
«L’aspetto che più di altri ha alimentato l’ispirazione artistica è la straordinaria capacità descrittiva del Poeta, in grado di mostrare vividamente episodi e personaggi della Commedia, di “dipingere” con le parole stati d’animo, emozioni e scene: una poesia così efficace e intensa da costituire già di per sé un modello iconico».
Come è mutata la visione della Commedia nei secoli?
«La visualizzazione della Commedia nel corso dei secoli ha ovviamente seguito il mutare del gusto artistico e delle tecniche, producendo uno straordinario campionario di possibilità espressive, che va dalle miniature medievali ai fumetti contemporanei. Si tratta di modalità creative eterogenee, che dimostrano quanto sia stata e sia ancora oggi  viva la sfida che le parole di Dante, per così dire, lanciano al pittore o al grafico che vogliono trasporle in immagini. In questo duetto parola/immagine sta la incessante, sorprendente e mirabile fortuna della Commedia illustrata».    
C’è un illustratore dantesco a cui è particolarmente affezionato?
«No, sia perché ammiro molti degli artisti che nei secoli si sono cimentati nell’impresa con eccezionali risultati, sia perché la varietà delle interpretazioni figurative è talmente ricca di soluzioni che ognuna di esse, anche quella meno riuscita, restituisce pur sempre una particolare visione del poema, una preziosa testimonianza».    
Come si collocano le illustrazioni di Dorè della storiografia delle molte esistenti?
«Doré, illustratore magistrale non solo della Commedia ma anche di altre opere, tra le quali la Bibbia, l’Orlando Furioso, il Don Chisciotte e Il Corvo di Poe, si distingue sia per il virtuosismo tecnico sia per la grande abilità con cui riesce, attraverso il solo contrasto bianco/nero e creare sfumature quasi coloristiche, in paesaggi di grande respiro, luminosi e oscuri insieme, proponendo scene di un singolare fascino onirico che sanno evocare come poche altre la visio dantesca e la sua enigmaticità. La fortuna della Commedia con le illustrazioni di Doré va inquadrata, al di là degli indiscutibili meriti dell’autore, anche nel successo editoriale dell’opera, curata, tradotta e ristampata in più occasioni, e per la quale lavorarono anche bravissimi silografi capaci di riprodurre in modo esemplare le invenzioni del medesimo Doré».
E gli illustratori contemporanei quali Mattotti o Moebius come si confrontano con questa lunga e gravosa storia visiva?
«I contemporanei si confrontano benissimo con i loro predecessori, anzi si inseriscono a pieno titolo nella più nobile tradizione, innovando l’iconografia dantesca con qualità grafiche e pittoriche straordinarie. Lei cita Moebius e Mattotti, illustratori che considero ai vertici espressivi per la patina evanescente e magica che, pur nei loro diversi cromatismi, riescono a conferire agli episodi della Commedia».
A Ravenna è in corso un progetto che coinvolge giovani streetartist dal nome IdDante e nell’ambito del Festival Dante2021 il pubblico potrà seguire la nascita e lo sviluppo di un grande murale. La Commedia possa essere adatta alla street art?
«La street art è una forma artistica di grande versatilità e comunicazione per il suo inserimento, spesso vivacissimo, nel tessuto urbano, che riesce a trasformare non solo formalmente e spazialmente.  Se si evitano casi inopportuni e sgradevoli, come quando si interviene su monumenti storici, che certo non hanno bisogno né di fregi né di sfregi, la street art è sicuramente uno strumento di grande efficacia e potenzialità per esibire la forza concettuale della speculazione dantesca».

Inaugurato il festival del cibo di strada In Darsena fino a domenica

Il maltempo non ha impedito il taglio del nastro e lo svolgersi della prima serata con oltre venti food truck

Nonstante il maltempo, venerdì 16 è stato inaugurato il “48122 Ravenna Street Festival”, la manifestazione organizzata da Evoluzione Darwin by SGP in collaborazione con il Comune di Ravenna, che porta alla Darsena il gusto del cibo da strada, con specialità preparate sul momento dai food truck.  Il tradizionale taglio del nastro è stato effettuato dai rappresentanti di SGP Stefano Pelliciardi e Silvia Rossi e dall’assessore allo Sviluppo economico e commercio Massimo Cameliani che invitato ravennati e turisti al festival «una bella occasione per gustare ottime specialità del cibo da strada e vedere la Darsena di città prendere vita e animarsi». La manifestazione prosegue fino a domenica 18 settembre.

Immobiliare, segnali di risveglio «Domanda in crescita del 20 percento»

Dati ultimo anno: secondo Fiaip provinciale mercato trainato da coppie trentenni con due stipendi in cerca della prima casa

Segnali di risveglio dal mercato immobiliare ravennate: la richiesta di immobili segna un più 20 percento negli ultimi 12 mesi, trainata da una clientela rappresentata soprattutto da coppie trentenni che cercano la prima casa potendo contare su due stipendi. È quanto emerge dai dati raccolti da Fiaip provinciale, la federazione degli agenti immobiliari professionali, tra gli associati del territorio.

«Ad un calo relativamente contenuto dei prezzi di vendita, diminuiti del 4-5 percento rispetto al 2015 per poi stabilizzarsi negli ultimi mesi, si accompagna un netto aumento della domanda, che ha fatto registrare un segno positivo del 15-20 percento soprattutto nei comuni con maggiore densità abitativa, mentre la ripresa è ancora lenta nel territorio del forese – ha spiegato il responsabile dell’Osservatorio Immobiliare, Giuseppe Spiteri -. Un ruolo determinante è stato giocato dalle banche: la ritrovata volontà di concedere credito ha dato vita a prodotti innovativi e formulati per specifiche tipologie di cliente, che hanno riscosso interesse e riportato l’attenzione sull’intero comparto. Stabili invece i contratti di locazione».

La nuova edizione dell’Osservatorio Immobiliare è stata presentata oggi, 16 settembre, nella sede di Confindustria Ravenna alla presenza, tra gli altri, dell’assessore comunale alle attività produttive Massimo Cameliani, del senatore Stefano Collina, del presidente nazionale Fiaip Paolo Righi e del presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.

«In un mercato dalle dinamiche complesse ed intricate, è importante fissare ogni anno dei punti fermi, che ci diano la possibilità di fotografare un settore di vitale importanza economica – ha osservato Pier Paolo Baccarini, Presidente Fiaip Romagna – alla ricerca di un filo logico e di una lettura dell’andamento del mercato che ci aiuti a fare scelte più consapevoli, intelligenti ed economicamente sensate».

«Crediamo molto nell’area vasta e nell’ampliamento della rappresentanza per rafforzare la nostra identità e la nostra voce, e anche la nostra associazione tra pochi giorni diventerà ufficialmente, insieme ai colleghi di Rimini, Confindustria Romagna – conclude il direttore di Confindustria Ravenna, Marco Chimenti – la dimensione provinciale ormai non è più sufficiente per affrontare i mutati scenari e per rappresentare aziende che si sono adattate a questi scenari, cambiando a loro volta. Il nostro è un tessuto economico vivace e dinamico, e ci sembra doveroso adeguarci per fornire risposte a esigenze nuove e servizi congrui».

Via ai lavori da 460mila euro per rifare la pista di atletica: sarà pronta per Natale

Il 19 settembre si apre il cantiere in via Falconieri. «L’obiettivo – dichiara l’assessore allo Sport Roberto Fagnani – è avere una struttura per gare di carattere provinciale e regionale ma anche nazionale»

Se tutto andrà come deve, gli sportivi ravennati troveranno una nuova pista di atletica sotto l’albero di Natale. È infatti di tre mesi la durata prevista dei lavori che cominceranno il 19 settembre per il rifacimento della pista di atletica di via Falconieri, investimento del Comune da 460mila euro. L’intervento riguarda principalmente il rifacimento del manto di pavimentazione della pista a sei corsie per attività di atletica leggera e delle relative pedane per i salti nel campo scuola Enzo Marfoglia.

«Si interverrà su tutta la pavimentazione sportiva esistente, in materiale sintetico prefabbricato – fanno sapere da Palazzo Merlato –, con ripristino e ricostruzione a nuovo di superfici sintetiche mediante tecnica di retopping complessivo; la nuova tipologia dei materiali da impiegare ed i relativi requisiti dovranno essere rispondenti alle circolari Coni e Fidal, al fine di ottenere il collaudo della pista e delle pedane di atletica da parte della stessa Federazione. Infine è prevista la sostituzione di varie attrezzature sportive per garantire l’agibilità in toto della pista e delle pedane dell’impianto sportivo comunale. La durata prevista contrattualmente per il completamento dell’intervento è di novanta giorni».

«L’obiettivo – dichiara l’assessore allo Sport Roberto Fagnani – è quello di restituire a tutta la struttura, oggetto nel corso degli anni di diversi interventi di riqualificazione e adeguamento alle normative vigenti, la sua piena valenza, sia in termini sportivi di allenamento e svolgimento di gare a carattere provinciale e regionale, ma anche nazionale, che aggregativi in generale».

Apertura notturna da Feltrinelli per l’uscita del nuovo libro di Harry Potter

Unica libreria in Romagna: “La maledizione dell’erede” in vendita dalla mezzanotte tra il 23 e il 24 settembre.

In occasione dell’uscita in libreria di “Harry Potter e la maledizione dell’erede”, tradotto e pubblicato in Italia da Salani, la libreria Feltrinelli di Ravenna partecipa all’iniziativa “Mezzanotte con Harry Potter”: venerdì 23 settembre gli spazi di via Diaz saranno aperti tutta la notte e, allo scoccare della mezzanotte, prenderà il via la vendita del libro. La Feltrinelli di Ravenna sarà l’unico punto vendita della Romagna ad assicurare la vendita a mezzanotte del volume basato su una storia originale di J.K. Rowling, scritto da John Tiffany e Jack Thorne. È la prima storia ufficiale di Harry Potter a essere rappresentata a teatro.

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