sabato
13 Settembre 2025

Referendum, divisioni, doppio incarico: parla la segretaria Pd Eleonora Proni

«Sarò prima di tutto sindaco di Bagnacavallo fino al termine del mandato». «Ho votato Cuperlo ma sono leale al segretario Renzi»

Classe 1970, laurea in Storia, una carriera nel partito e poi come amministratrice, dal 2014 sindaco di Bagnacavallo, Eleonora Proni è stata eletta segretaria del Pd di Ravenna dopo le dimissioni di Michele De Pascale, divenuto sindaco di Ravenna. È la prima donna a ricoprire l’incarico e anche la prima a rivestire il doppio ruolo politico e amministrativo.Innanzitutto, segretaria o segretario? Quanto sente il fatto di essere la prima donna a ricoprire il ruolo?

« Non mi viene sempre naturale declinare i ruoli (segretario, sindaco…) al femminile, soprattutto quando sono io a ricoprirli, pur riconoscendo che il linguaggio di genere promuove una sensibilità e una cultura. Sono anche convinta che non sempre dietro al suo mancato utilizzo ci sia un atteggiamento ostile. E sì, lo ammetto. Sento la responsabilità di dover fare un buon lavoro non solo per il partito e la comunità, ma anche di dover dimostrare qualcosa per le donne in generale, non vorrei sembrare presuntuosa, ma credo sia giusto avere questa consapevolezza».

È un ruolo a cui ambiva? Come è arrivata la candidatura?

«A dire la verità non ci avevo mai pensato. La politica mi interessa da sempre, ma non avevo certo pensato di aggiungere un ruolo a quello istituzionale che già ricopro ed è per questo che quando mi è stato proposto ci ho riflettuto a lungo. Ma poi in me ha prevalso una mia conformazione che mette insieme un po’ di fatalismo con il senso del dovere di non sottrarsi e alla fine ho accettato la sfida».

In effetti il doppio incarico è un’altra novità. De Pascale, per esempio, nel 2013 quando fu eletto segretario provinciale si dimise da assessore al turismo del Comune di Cervia. Come concilierà i due incarichi? Segretaria part time? Sindaca part time?

«Sapevo che sarebbe stato impegnativo e in questi primi giorni ne sto avendo la conferma. Lavorerò molto, come sappiamo fare noi donne, e vorrei che questo mio impegno fosse anche d’esempio in questa fase in cui la politica è così screditata, ma come ho detto da subito io sarò prima di tutto il sindaco di Bagnacavallo fino all’ultimo giorno del mandato. Il mio ruolo istituzionale avrà sempre la precedenza. So però bene che come segretaria, dopo i primi giorni di avvio, dietro l’angolo ci sono questioni da affrontare e tanto da fare, e ora sto cercando di comporre una squadra che metta insieme anime, generazioni, territori, un gruppo di persone con intelligenza e voglia di fare a cui delegherò per scelta, ma anche per necessità».

Sa già chi sarà il suo “vice”? E che tempi si è data per la squadra?

«Non ancora, se ci sarà un solo coordinatore o più di uno, vedremo. A me  piacerebbe riuscire ad averla entro agosto, ma preferisco non correre e magari prendermi un po’ più di tempo».

Lei avrà quindi due indennità? Quella di sindaca e quella di segretaria del partito?

«Per la verità ho accettato senza pormi la questione, ma no. Direi di no. Sicuramente non avrò due indennità piene».

Questo rafforza l’impressione di una federazione che si stia alleggerendo, anche perché elementi importanti con ruoli operativi sono entrati nell’Amministrazione comunale ravennate, è un’impressione corretta?

« Sì e credo che possa servire a sconfessare l’immaginario e il cliché che ci circonda. Mi piace l’idea che dal partito si possa arrivare all’amministrazione ma anche viceversa e chiederò comunque a tutti di fare un po’ quello che farò io, mettere tempo ed energie aggiuntive per il partito da parte delle persone capaci e competenti che ora ricoprono altri incarichi. E forse potrebbe essere anche il momento perché coloro che si sono lamentate in passato di non avere avuto abbastanza spazio di farsi avanti e dare una mano. Credo che per me sarà l’occasione di dimostrare ciò che ho detto: credo nel confronto e nel lavoro di squadra, nel metodo partecipativo. È lo stesso metodo che applico come sindaco, so che può essere a volte faticoso e un po’ più lungo come percorso, ma continuo a credere nella sua efficacia».

La prima sfida concreta che la aspetta è la campagna per il referendum di autunno. La campagna per il sì almeno a Ravenna sembra ancora ai blocchi di partenza e a livello nazionale lo scontro anche dentro il Pd non risparmia colpi…

«Naturalmente a Ravenna tutta l’energia è stata concentrata per mesi sulle amministrative. Personalmente sono assolutamente convinta per il sì, si tratta di una riforma attesa da tempo e che è coerente con quanto sempre detto dal Pd e da questo governo. Credo che serva una campagna che stia sui contenuti e sul merito, anche per dimostrare che gli aspetti positivi della riforma ci sono e sono più di quelli negativi e sono coerenti con quanto fatto dal Pd in questi anni».

È d’accordo con la ministra Boschi quando dice che chi vota no non ha rispetto del Parlamento, solo per citare l’ultima delle uscite che hanno fatto scalpore?

«No, non sono d’accordo e non credo che queste polemiche siano d’aiuto. Bisogna parlare con le persone, spiegare il merito delle cose, confrontarsi, eliminare invece questi sovraccarichi».

Alla festa provinciale del Pd ci sarà spazio anche per le ragioni del No? E  quali big verranno a sostenere il sì?

«Il programma è in via di definizione. Non credo potremo avere la ministra Boschi che è stata a Ravenna anche lo scorso anno e pochi mesi fa per la campagna elettorale. Stiamo cercando di organizzare momenti di confronto dove chi è per il no all’interno del partito potrà avere uno spazio in un’ottica di confronto. Ma sarà altrettanto chiaro che il Partito, che è grande ed è giusto e normale che abbia tante anime all’interno, ha trovato una sintesi ed è a favore del sì».

Crede che riuscirete a convincere gli elettori ravennati che negli ultimi tempi si sono dimostrati sempre meno affezionati al Pd, perlomeno nelle ultime tornate amministrative?

«Non credo sia corretto mescolare voti locali con voti nazionali che risentono di variabili diverse, credo bisogna parlare con le persone del merito della riforma che viene fatta per il bene dell’intero paese. Ma è vero che qualcosa si è rotto e va ricostruito: penso soprattutto a chi ha ormai abdicato al voto. Ora sta a noi ricostruire un rapporto che si deve basare sulle risposte date dalle amministrazioni locali ai bisogni delle persone, ma che devono essere risposte indirizzate da valori ben precisi, penso per esempio al tema della solidarietà, che non deve essere beneficenza».

Se vince il no al referendum Renzi deve andarsene?

«Penso che ogni decisione vada rimandata al giorno dopo il referendum. E’ innegabile che un risultato negativo aprirebbe una riflessione ma non credo debba esserci un collegamento immediato».

Il presidente del partito Orfini dice che non ha mai votato Renzi e non è detto che lo voterà mai. Ci dice chi ha votato lei e chi potrebbe votare al prossimo congresso?

«Non ho problemi a dirlo: ho votato Cuperlo, che credo sia una persona che ancora oggi parli nel merito delle cose e sia una risorsa del partito. Detto questo, sono ovviamente leale al segretario del partito Matteo Renzi che è anche presidente del Consiglio e a cui credo vadano meriti importanti come la posizione assunta in Europa sull’immigrazione o il provvedimento sulle Unioni Civili. Quello che gli si può rimproverare è forse un eccesso di personalizzazione, di un atteggiamento “o con me o contro di me”. Credo che la leadership sia importante, ma che in un partito lo siano di più i contenuti e le cose da fare e il patrimonio di valori. E quindi anche in futuro prima di tutto vorrei una discussione sui temi per andare solo dopo a capire chi possa portarli avanti e con chi si possa lavorare».

A proposito di chi. Chi sarà il prossimo segretario comunale del partito? Potremmo addirittura assistere a delle primarie?

«Credo che per deciderlo bisognerà prendersi il tempo necessario per capire, parlare, confrontarsi, senza avere troppa fretta e senza scadenze ravvicinate. Anche in questo caso credo che la riflessione dovrebbe partire da contenuti, idee, progetti e programmi, da discutere in seno alla comunità di donne e uomini del partito».

Gli auguri di Ferragosto del neosindaco De Pascale

Un messaggio ai cittadini residenti, ai turisti e un augurio a chi lavora

È il primo Ferragosto da primo cittadino di Ravenna per Michele De Pascale che inviato un messaggio di augurio a cittadini e anche ai vacanzieri. Ecco il testo integrale:

Carissimi cittadini – residenti e vacanzieri – è arrivato il Ferragosto!
Questo momento rappresenta da sempre per la nostra città molto di più di una semplice festa di mezza estate.
Il Ferragosto a Ravenna sono le calde giornate in spiaggia tra un tuffo, una fetta di cocomero e una partita di racchettoni, fino a sera per godersi i fuochi d’artificio con il naso all’insù.
Sono le gite fuori porta, con gli amici e la famiglia, a spasso nel verde brillante delle nostre pinete e dei nostri parchi.
Sono i turisti che camminano per le strade del centro, cartina alla mano, in cerca dei nostri meravigliosi monumenti che risplendono sotto il sole.
Questo è il Ferragosto a Ravenna.
Il mio augurio di cuore va a tutti voi che trascorrerete questa giornata di festa, godendovi il meritato risposo insieme ai vostri cari, e soprattutto a voi che, lavorando anche in questo giorno, permetterete ai cittadini e ai turisti di trascorrere un Ferragosto sereno e sicuro.

 Michele de Pascale
Sindaco di Ravenna

 

Frasi choc sul web della poliziotta: Il Pdf la difende, Maestri sollecita il sindaco  

E dalla Pigna una petizione on line rivolta a De Pascale

abusiviContinua a suscitare reazioni la vicenda della poliziotta che ha pubblicato su un gruppo facebook un duro sfogo e un attacco ai parcheggiatori abusivi “e i loro cugini nei parcheggi dei supermercati” e che è stata per questo richiamata dal Questore (vedi correlati).
Una vicenda che ha raggiunto anche le cronache nazionali. Tra chi è intervenuto c’è Andrea Maestri, deputato ravennate di Possibile, che si era più volte occupato dell’argomento e che oggi coglie l’occasione per sollecitare (e criticare) il sindaco De Pascale sull’argomento: «Lo schifoso. Il cialtrone. Lo stronzo maleducato. Il cioccolatino puzzone. Il finto profugo. Un po’ troppo per un’appartenente alle forze dell’ordine e quindi non si può tacere, ci si deve indignare, si deve denunciare. I ragazzi senegalesi di Piazza Baracca non sono criminali e non commettono nulla di illegale: almeno 5 sentenze dei Giudici di Pace in materia hanno fatto chiarezza cristallina sulle norme e sui fatti. Non c’è professione abusiva di parcheggiatore, sanzionata dal codice della strada e non ci sono reati sentinella come le minacce, la violenza privata o l’estorsione. Nemmeno è ipotizzabile un racket come mi pare avesse chiarito in un recente passato la Polizia Municipale di Ravenna con un’accurata ricerca/indagine. E allora rimane solo il razzismo: una malattia vigliacca e pericolosa che può fare danni enormi, senza guardare in faccia a nessuno, “cioccolatini“ o “mozzarelle“. E le malattie vanno studiate, prevenute, curate. Compito difficilissimo ma avvincente per un’amministrazione pubblica, soprattutto compito ineludibile. Compito che non può essere svolto adeguatamente con le sbarre e la militarizzazione del territorio o allargando a dismisura l’occhio delle telecamere. E allora aspettiamo idee e misure concrete dalla nuova amministrazione: che avrebbe potuto avere un’ottima assessora all’immigrazione e chissà perché non l’ha voluta, che avrebbe potuto evitare di affidare alla parte destra del suo emiciclo la delega alla sicurezza ma lo ha fatto, che fino ad oggi non ha certo brillato, nè per pensiero nè per azione. Io una proposta – certo appena abbozzata e un po’ sgangherata – l’avevo fatta in passato. Era solo  un’idea ma aveva già raccolto l’interesse di alcuni sindacati dei pensionati, felici di intraprendere un progetto sociale, di volontariato insieme agli stranieri nei parcheggi pubblici. L’assessora di allora, una ragazza totalmente inesperta ma positivamente curiosa sembrava avere accettato la sfida ma non ne fece nulla. Soluzioni alternative non ne vengono proposte eppure la situazione attuale scontenta tutti. E allora confidiamo nella creatività del nuovo Sindaco, sicuri che, nel bene o nel male, saprà stupirci».
 

E intanto invece da Veronica Verlicchi della lista civica La Pigna, rappresentata in consiglio comunale da Maurizio Bucci, parte una petizione on line per chiedere che «a Ravenna la Polizia Municipale sia utilizzata anche contro l’abusivismo in ogni sua forma e  l’accattonaggio, sempre più diffusi in città. È ora – si legge nel testo – che il Sindaco, Michele De Pascale, dia disposizioni precise per remprimere questi fenomeni, così come previsto dal Testo Unico delle Leggi di Polizia (Tulps)».
 
Si schiera invece apertamente a favore dell’agente il Pdf, quel Popolo della Famiglia che ha come coordinatore regionale il ravennate Mirko de Carli: «Se, invece del degrado, le istituzioni che dovrebbero combatterlo censurano chi se ne lamenta, vuol dire che siamo giunti ad un corto circuito del senso civico. Ormai certe istituzioni, così come certi sindacati,sono più preoccupate di apparire politicamente corrette sui social, piuttosto che di essere ben giudicate dai cittadini che da loro si aspetterebbero ben altro. Se non si riesce a concentrare l’azione delle istituzioni sui propri doveri piuttosto che sulla correttezza politica, allora finiremo non solo per essere travolti dal degrado, ma anche dal populismo che sfrutta le giuste preoccupazioni dei cittadini. Il Popolo della Famiglia si schiera al fianco della operatrice di polizia, della quale comprende la frustrazione, e auspica che tutti nelle istituzioni e nei sindacati recuperino, oltre che il senso del dovere, anche quello delle proporzioni».

Frasi choc sul web della poliziotta: Il Pdf la difende, Maestri sollecita il sindaco  

E dalla Pigna una petizione on line rivolta a De Pascale

abusiviContinua a suscitare reazioni la vicenda della poliziotta che ha pubblicato su un gruppo facebook un duro sfogo e un attacco ai parcheggiatori abusivi “e i loro cugini nei parcheggi dei supermercati” e che è stata per questo richiamata dal Questore (vedi correlati).
Una vicenda che ha raggiunto anche le cronache nazionali. Tra chi è intervenuto c’è Andrea Maestri, deputato ravennate di Possibile, che si era più volte occupato dell’argomento e che oggi coglie l’occasione per sollecitare (e criticare) il sindaco De Pascale sull’argomento: «Lo schifoso. Il cialtrone. Lo stronzo maleducato. Il cioccolatino puzzone. Il finto profugo. Un po’ troppo per un’appartenente alle forze dell’ordine e quindi non si può tacere, ci si deve indignare, si deve denunciare. I ragazzi senegalesi di Piazza Baracca non sono criminali e non commettono nulla di illegale: almeno 5 sentenze dei Giudici di Pace in materia hanno fatto chiarezza cristallina sulle norme e sui fatti. Non c’è professione abusiva di parcheggiatore, sanzionata dal codice della strada e non ci sono reati sentinella come le minacce, la violenza privata o l’estorsione. Nemmeno è ipotizzabile un racket come mi pare avesse chiarito in un recente passato la Polizia Municipale di Ravenna con un’accurata ricerca/indagine. E allora rimane solo il razzismo: una malattia vigliacca e pericolosa che può fare danni enormi, senza guardare in faccia a nessuno, “cioccolatini“ o “mozzarelle“. E le malattie vanno studiate, prevenute, curate. Compito difficilissimo ma avvincente per un’amministrazione pubblica, soprattutto compito ineludibile. Compito che non può essere svolto adeguatamente con le sbarre e la militarizzazione del territorio o allargando a dismisura l’occhio delle telecamere. E allora aspettiamo idee e misure concrete dalla nuova amministrazione: che avrebbe potuto avere un’ottima assessora all’immigrazione e chissà perché non l’ha voluta, che avrebbe potuto evitare di affidare alla parte destra del suo emiciclo la delega alla sicurezza ma lo ha fatto, che fino ad oggi non ha certo brillato, nè per pensiero nè per azione. Io una proposta – certo appena abbozzata e un po’ sgangherata – l’avevo fatta in passato. Era solo  un’idea ma aveva già raccolto l’interesse di alcuni sindacati dei pensionati, felici di intraprendere un progetto sociale, di volontariato insieme agli stranieri nei parcheggi pubblici. L’assessora di allora, una ragazza totalmente inesperta ma positivamente curiosa sembrava avere accettato la sfida ma non ne fece nulla. Soluzioni alternative non ne vengono proposte eppure la situazione attuale scontenta tutti. E allora confidiamo nella creatività del nuovo Sindaco, sicuri che, nel bene o nel male, saprà stupirci».
 

E intanto invece da Veronica Verlicchi della lista civica La Pigna, rappresentata in consiglio comunale da Maurizio Bucci, parte una petizione on line per chiedere che «a Ravenna la Polizia Municipale sia utilizzata anche contro l’abusivismo in ogni sua forma e  l’accattonaggio, sempre più diffusi in città. È ora – si legge nel testo – che il Sindaco, Michele De Pascale, dia disposizioni precise per remprimere questi fenomeni, così come previsto dal Testo Unico delle Leggi di Polizia (Tulps)».
 
Si schiera invece apertamente a favore dell’agente il Pdf, quel Popolo della Famiglia che ha come coordinatore regionale il ravennate Mirko de Carli: «Se, invece del degrado, le istituzioni che dovrebbero combatterlo censurano chi se ne lamenta, vuol dire che siamo giunti ad un corto circuito del senso civico. Ormai certe istituzioni, così come certi sindacati,sono più preoccupate di apparire politicamente corrette sui social, piuttosto che di essere ben giudicate dai cittadini che da loro si aspetterebbero ben altro. Se non si riesce a concentrare l’azione delle istituzioni sui propri doveri piuttosto che sulla correttezza politica, allora finiremo non solo per essere travolti dal degrado, ma anche dal populismo che sfrutta le giuste preoccupazioni dei cittadini. Il Popolo della Famiglia si schiera al fianco della operatrice di polizia, della quale comprende la frustrazione, e auspica che tutti nelle istituzioni e nei sindacati recuperino, oltre che il senso del dovere, anche quello delle proporzioni».

Via Canale Molinetto chiusa dal 16 agosto in direzione mare

Il divieto di transito per permettere lavori alla rete del gas di Hera. Si prevede la riapertura entro il 14 settembre

Da martedì 16 agosto in circonvallazione Canale Molinetto è previsto il divieto di transito per tutti i veicoli in corrispondenza del passaggio a livello nella corsia direzione mare, sulla base di un’ordinanza del servizio mobilità e viabilità del Comune, per consentire la realizzazione di lavori, per conto di Hera, di manutenzione della rete del gas. Si prevede il ripristino della consueta viabilità entro il 14 settembre.  Ne consegue che nel tratto di circonvallazione Canale Molinetto/via Destra Canale Molinetto fra via Rubicone e l’area di cantiere e in quello fra l’area di cantiere e via dei Poggi (sempre per quanto riguarda la direzione mare) sarà istituito il divieto di transito per tutti i veicoli eccetto autorizzati (residenti e domiciliati, veicoli diretti al cantiere, di emergenza e pronto intervento, automezzi Hera per operazioni di pulizia e raccolta rifiuti, mezzi di gestori di servizi di interesse pubblico solo per operazioni di emergenza, cicli). E in via Aniene sarà istituito il senso unico nel tratto e nella direzione da circonvallazione Canale Molinetto a via Arno.
Inoltre verrà temporaneamente soppresso il divieto di transito per gli autobus extraurbani in via Cesarea (tratto fra circonvallazione Canale Molinetto e viale Santi Baldini).

Protesta di Ferragosto dei bagnini: sui lidi sventolerà la bandiera inglese

«Non costringeteci a evocare Brexit. Non è questa l’Europa che vogliamo. Siamo un fiore all’occhiello nell’economia del Paese»

A dir poco chiara e originale l’iniziativa organizzata dai sindacati balnerari Fiba e Sib.  A partire da Ferragosto e fino alla fine della stagione infatti, in oltre 400 stabilimenti balneari della costa emiliano romagnola, scelti in modo da garantire una copertura di tutti i comuni della riviera, verranno issate le bandiere britanniche. Lo scopo? Sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sulla questione ancora irrisolta della direttiva Bolkenstein rispetto alle concessioni demaniali, dopo la bocciatura da parte della Ue proposta dal governo italiano.

«La provocazione – spiegano in un noto le associazioni di categoria – non vuole significare che si voglia uscire dall’Europa ma vuole trasmettere il disagio degli operatori balneari e delle loro famiglie nel vedere come il loro futuro sia in mano a tecnocrati che, all’interno di rigidità burocratiche, condizionano le politiche nazionali di gestione di un sistema economico che da sempre rappresenta un fiore all’occhiello del turismo del nostro Paese. Non è questa l’Europa nella quale si vuole continuare a credere».

Insieme alla bandiera sarà esposta la locandina esplicativa di cui di seguito si riporta il testo integrale.

 

«Perchè esponiamo la bandiera britannica.

Dopo anni di sostanziale immobilismo finalmente il Governo italiano ha portato in Europa le giuste istanze degli imprenditori balneari, delle loro famiglie e dei loro dipendenti, protagonisti di un sistema economico che ha saputo generare benessere, occupazione e un’offerta invidiata in tutto il mondo.

Con serietà e metodo l’esecutivo nazionale ha costruito una bozza di legge di riordino del settore basata su alcuni principi condivisi dalla categoria quali la tutela del legittimo affidamento, il riconoscimento del valore commerciale delle imprese, la valorizzazione dell’esperienza e della professionalità della gestione oltre alla previsione di un congruo regime transitorio di passaggio al nuovo sistema.

Nei giorni scorsi tutto questo è stato sottoposto, in prima battuta, al Direttore del Dipartimento Crescita dell’Unione Europea Evans, una pragmatica Funzionaria inglese, che, contrariamente anche a quanto previsto dalla recente sentenza della Corte di Giustizia UE, ha sostanzialmente contestato l’impianto della legge.

A questo punto diventa inevitabile comunicare come questa Europa di tecnocrati non è quella nella quale ci riconosciamo, e lo facciamo esponendo la bandiera britannica per significare il disagio che si prova a vedere stravolto il concetto di Unione Europea che abbiamo sempre sognato ma nel quale vogliamo continuare a credere.

Ci appelliamo alla politica perchè si riappropri del suo ruolo e tuteli le imprese balneari e più in generale il turismo, come già hanno fatto Spagna e Portogallo.

Non costringeteci ad evocare Brexit (anzi ci aspettiamo che non sia un rappresentate britannico ad ipotecare il nostro futuro) ma aiutateci a cambiare questa Europa».

 

Sinistra in festa per beni comuni, periferie e il no al referendum

Dal 17 al 21 agosto, stand gastronomico, dibattii e musica. Tra gli ospiti Giulio Cavalli e Gaetano Alessi. Il 20 concerto di Bandeandré

Seconda edizione per E-stata a Sinsitra, una festa che mette insieme gran parte delle anime di sinistra della città, le stesse che alle scorse elezioni hanno dato vita alla lista Ravenna in Comune che ha eletto in consiglio comunale Raffaella Sutter. L’appuntamento è dal 17 al 21 agosto al campo sportivo di Mezzano e la formula quella consolidata fatta di stand gastronomico (con menù della tradizione romagnola e senegalese, senza dimenticare vegetariani e vegani), libreria, musica, spettacolo e momenti di dibattito e confronto.

Si inizia mercoledì 17 con Tomas Casadei, Valentina Bazzarin e Graziano De Gianni che, alle ore 20.45, parleranno di “Diritti, Sovranità e Globalità”, mentre alle 21, nello spazio musicale, si terrà il concerto dei Jean Fabry. Giovedì 18, alle ore 19.45, si terrà la  presentazione del libro Demasiado. La crociera dei rivoluzionari mancati di Sandro Medici, del Comitato Città in comune. A seguire, alle 21, il dibattito “Città in comune e periferie” con Raffaella Sutter, capogruppo di Ravenna in Comune nel Consiglio comunale di Ravenna, Sandro Medici, e lo scrittore Giulio Cavalli e il giornalista Gaetano Alessi (allo spazio musicale alle 21 ci saranno invece Bonetti e Morfino). Non poteva mancare una serata dedicata al tema del referendum costituzionale e in particolare alle ragioni del no. Venerdì 19, alle 21, ne parleranno il deputato di Possibile Andrea Maestri, Carlo Boldrini e Marinella Isacco. Alla stessa ora, allo spazio musicale, Il Mistico e l’Avviatore. Sabato 20 la serata inizia in musica alle 20 con il Laboratorio Musicale Perverso per proseguire, alle 21.30, con la Bandeandrè. Il dibattito delle 21  parlerà invece di “Acqua e beni comuni” con Andrea Caselli e Angelo Emiliani. Serata di chiusura domenica 21 con, alle 20,45, la Notte della pizzica e della taranta della band Intrafore e, alle 21, il dibattito “Lavoro, quali prospettive oggi?” con il deputato di Sinistra Italiana Giovanni Paglia, Mauro Albonesi e Milco Cassani della Fiom di Ravenna.

 

Rapinatore solitario a Santo Stefano Bottino da 70mila euro in banca

L’uomo è fuggito a bordo di un’utilitaria. Era armato di coltello

Rapina da 70mila euro ieri, giovedì 11 agosto, alla filiale della Cassa di Risparmio di Santo Stefano. Come riportano i quotidiani Corriere Romagna e Resto del Carlino, un uomo in maglietta, bermuda e occhiali da sole e forse parrucchino con una coda di cavallo è entrato armato di coltello nella filiale, ha rassicurato i clienti presenti e ha atteso che si aprisse la cassa temporizzata, poi è fuggito con il malloppo. Aveva parcheggiato l’auto fuori dalla filiale e sarebbe fuggito da solo. Statura media, italiano, è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza ed è ora ricercato dalle forze dell’ordine.  

Alcol a tredicenni: denunciati titolare e due baristi di un bagno

Scovati da militari in borghese. Hanno  tentato di eludere il sequestro di tre chioschi allestendo bar interni senza permesso  

Senza chiedere i documenti, servivano da bere a ragazzini tra i 13 e i 15 anni. Per questo i Carabinieri della Compagnia di Cervia – Milano Marittima hanno deferito per il reato di somministrazione di bevande alcooliche a minorenni due baristi e il titolare di un noto stabilimento balneare di Lido di Classe. Gli uomini dell’Arma, in abiti borghesi, si sono mescolati agli avventori di due serate danzanti soltesi lunedì 1 e 8 agosto e, hanno documentato come i due baristi, nonostante l’obbligo giuridico di chiedere agli acquirenti la cui maggiore età non sia manifesta l’esibizione di un documento di identità, abbiano somministrato alcolici a più riprese a ragazzini di età compresa tra i 13 e 15 anni. Così, dopo la serata di lunedì scorso, per i due barman e per il titolare dello stabilimento è scattata la denuncia penale e tre chioschi-bar sono stati sottoposti a sequestro preventivo su iniziativa degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria. Il reato, previsto dall’art. 689 del Codice Penale, con l’aggravante della recidiva, può comportare l’arresto fino a un anno, l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 25.000 € e la sospensione dell’attività per tre mesi. La condanna importa anche la sospensione dall’esercizio. La dottoressa Marilù Gattelli, Sostituto Procuratore della Repubblica ravennate, ha recepito gli esiti dell’attività investigativa svolta dagli operanti, ha ottenuto dal Gip la convalida del sequestro e ha disposto una serie di ulteriori verifiche sulla vicenda. Ieri sera, all’esito dell’ennesimo controllo dei Carabinieri in borghese, è risultato che il titolare dello stabilimento, nel tentativo di eludere gli effetti del sequestro dei chioschi, aveva improvvisato quattro nuovi bar all’interno dello stabilimento, omettendo di darne la prevista comunicazione alla competente Asl una mancanza che prevede una sanzione amministrativa che va dai 500 a 3mila euro per ogni punto di somministrazione bevande. Il Comune di Ravenna, informato delle violazioni penali ed amministrative commesse dal titolare dello stabilimento, adotterà i provvedimenti di competenza.

Frasi choc della poliziotta sul web La politica si divide

Parole di condanna dal Pd e Cambierà, appoggio della Lega Nord, Forza Italia: “Termini inappropriati, ma anche un’occasione”

Come era facile immaginare il caso della poliziotta che ha affidato uno sfogo a Facebook con frasi durissime rivolte verso a parcheggiatori abusivi e quelli che lei definisce “finti profughi” e che le è valso un richiamo dal Questore e rischia di costarle un provvedimento disciplinare continua a far discutere. E se da subito moltissimi utente Facebook le hanno espresso solidarietà con il passare delle ore e la pubblicazione della notizia da parte della stampa anche la politica ha iniziato a occuparsi del caso.

Tra le prese di posizioni più critiche si annovera quella di Lina Taddei, consigliera comunale del Pd, responsabile immigrazione provinciale del partito e da sempre vicina all’europarlamente Cécyle Kyenge. Scrive l’avvocato sulla sua pagina Facebook: «Chi svolge una pubblica funzione benché difficile e stressante non può permettersi di “sfogarsi da cittadina” utilizzando termini indecorosi per il ruolo che si svolge, parlare di “cioccolatino” puzzone e via dicendo offende non solo le persone cui sono rivolti tali aggettivi ma offende quella stessa “divisa” rappresentativa di tutti i cittadini.
L’utilizzo di parole indecorose se non parole d’odio sta diventando un’insana abitudine anche in chi dovrebbe, per il proprio ruolo “istituzionale”, dare un esempio di rettitudine e fermezza nella gestione dei conflitti e delle situazioni di tensione sociale». In un secondo status, Taddei torna poi sul tema ammettendo la necessità di interventi scrivendo «Che aleggi un disagio è evidente e se ne deve tener conto, ma ritengo che strumenti simil repressivi a sè non siano sufficienti. Se una persona con il proprio comportamento integra un illecito giustamente deve essere sanzionato ovvero indagato se la condotta assume rilevanza penale, ma per soluzioni di lungo periodo che mirino all’inclusione occorrono anche politiche attive di altro stampo».

Crtica verso il comportamento della donna era stata anche Samantha Tardi del gruppo Cambierà che su facebook è stata tra le prime a sollevare il dibattito scrivendo: «Premesso che posso essere d’accordo sul discorso che la presenza di queste persone insistenti, sfinenti e spesso arroganti e maleducate, in quel parcheggio, come in molti altri luoghi della città, stia diventando un problema, in particolare per quelle persone anziane o donne sole con bimbi, che magari possono accusare di più il problema, per il quale, direi, è giusto prendere provvedimenti. Qui, però, ci troviamo di fronte ad una donna che di lavoro fa la poliziotta. Persona che indossa una divisa e presta servizio per il bene dei cittadini, ma in generale per gli esseri umani tutti. Un post del genere, con frasi del genere, millantando la sua appartenenza ad una categoria che, ahilei, dovrebbe quantomeno essere imparziale, beh, non le rende molto onore… »

Di tenore opposte le dichiarazioni invece di Samantha Gardin, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Merlato nonché segretaria provinciale del Carroccio che nelle parole della poliziotta vede l’esasperazione di tanti e in una nota alla stampa scrive: “Nel calcio, si chiama fallo “di frustrazione”. Quando, chi è avvilito, commette un fallo inutile di gioco, nel finale di partita. Nella vita di tutti i giorni, la frustrazione può essere alla base di comportamenti anomali» e aggiunge che «La poliziotta richiamata all’ordine dal Questore, per le frasi pubblicate su Facebook, in merito ai posteggiatori abusivi, ha tutta la nostra solidarietà. Perché rispecchia il nostro stato d’animo, di fronte a chi si comporta fuori dalle regole e tratta con sufficienza e sberleffi gli agenti, che tentano unicamente di fare il loro dovere.» Per Gardin, insomma, l’origine del problema va cercato più in profondità, nell’operato di chi agisce per «l’ordine e il decoro – spiega la consigliera Ln – mentre questi abusivi vengono arrestati, ed hanno spesso il foglio di via in tasca. Ma, nonostante tutto, si fanno sberleffi di tutti noi. Gli italiani non possono esprimersi contro la loro maleducazione, contro la delinquenza, perché altrimenti rischiano di essere tacciati di razzismo. Mentre, al contrario, loro possono delinquere tranquillamente. Forse, la poliziotta in questione non sarà stata elegante nel modo di esprimersi, ma capendo le condizioni in cui gli agenti delle forze dell’ordine devono lavorare, probabilmente il problema è un altro: secondo noi, la misura è colma».

Più moderata la posizione del capogruppo di Forza Italia Alberto Ancarani che scrive tuttavia «non cederemo al fascino di dire semplicisticamente “ha ragione lei”. Perché se sei un poliziotto, se sei un rappresentante delle forze dell’ordine, di quelli che devono tenere i nervi saldi e calmare coloro che saldi i nervi non li hanno, purtroppo devi morderti la lingua e intrecciare le dita sulla tastiera. Intendiamoci, il 90% del pensiero di quella poliziotta, da questa parte dello schieramento è ampiamente condivisibile, ma è sull’opportunità di esprimere quelle opinioni e di esprimerle in quel modo che non si può essere “solidali a prescindere”. Proprio perché non ci spaventa condannare il gesto diciamo altrettanto chiaramente che sarebbe del tutto intollerabile che nell’assumere ipotetici provvedimenti disciplinari, il Questore o chi per lui scavalcasse a piè pari quel macigno che l’esasperazione dell’agente troppo loquace ha reso palese». E conclude «Insomma se questo dibattito finisse semplicemente con una “lezione” alla “poliziotta indisciplinata” senza approfittare dell’occasione per una chiara denuncia, per bocca delle massime autorità di pubblica sicurezza della città, circa gli enormi problemi che costantemente si trova ad affrontare chi deve mantenere l’ordine pubblico a causa di uno stato più attento alle garanzie per i malfattori che ai diritti degli onesti, a vincere sarebbe solo l’ipocrisia. L’esatto contrario di quello di cui i ravennati, e non solo, hanno bisogno».

 

 

Non solo Rio: tre campioni dello sport ricevuti in Municipio

Si tratta di Mattia Bazzi (beach tennis), Mirko Brighi e Mirko Brighi e Danilo Brunetto oro e argento ai Trisome Games a Firenze

Ringraziandoli “per la volontà e l’impegno che hanno consentito di ottenere eccellenti prestazioni sportive”, come si legge nei tre attestati loro consegnati, questa mattina, giovedì 11 agosto, il sindaco Michele de Pascale, l’assessore allo Sport Roberto Fagnani e il vicesindaco Eugenio Fusignani hanno incontrato in municipio tre giovani atleti ravennati, campioni nel beach tennis e nel judo. Il primo a essere ricevuto è stato Mattia Bazzi, classe 2002, che con la Nazionale junior under 14 ha vinto i recenti Campionati mondiali a squadre Itf (International tennis federation) di beach tennis, svoltisi a Mosca dal 12 al 17 luglio scorsi. Mattia era accompagnato dai genitori, così come erano con le famiglie Mirko Brighi, 27 anni, e Danilo Brunetto, 24. Brighi e Brunetto, del Centro sport terapia judo Ravenna, sono stati convocati dalla Federazione italiana sport disabilità intellettiva relazionale ai Trisome Games, Olimpiadi riservate ad atleti con sindrome di Down, svoltesi a Firenze dal 16 al 21 luglio (nella foto). Mirko Brighi nella categoria degli 81 chili si è aggiudicato l’oro; Danilo Brunetto nella categoria dei 73 chili l’argento. Oltre ai ragazzi sono stati convocati come referente tecnico nazionale Tiziana Berti.

Emergenza profughi: a Faenza quindici in una struttura per anziani

La Lega Nord: «Mancanza di rispetto per gli ospiti della struttura che pagano». L’Amministrazione: «Soluzione temporanea e adeguata»

Come prevedibile, sta facendo discutere la scelta di collocare temporaneamente alcuni richiedenti asilo all’ultimo piano di una struttura che ospita anziani, Il fontanone di Faenza. La scelta è stata spiegata da Fabio Anconelli, sindaco di Solarolo con delega ai servizi sociali dell’Unione dei comuni faentini. «In queste ultime settimane si è intensificato il fenomeno degli sbarchi di profughi provenienti dalle aree devastate dalle guerre interne del Medio Oriente e dal Nord Africa – si legge in una nota dell’Amministrazione – Anche sul territorio provinciale stanno arrivando un numero di richiedenti asilo superiore rispetto a quanto era stato previsto negli accordi fra l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina e la Prefettura di Ravenna. Questa nuova ondata di arrivi ha fatto sì che sul nostro territorio si rendesse necessario trovare una nuova modalità di accoglienza emergenziale e temporanea». Non essendo presenti aree con tende o container (come furono allestite mesi fa a Ravenna, per esempio, per far fronte a una situazione di particolare emergenza per i profughi arrivati via terra), l’Amministrazione ha scelto di ospitare i richiedenti asilo, appunto, nella Residenza Il Fontanone di Faenza, grazie anche alla disponibilità dei gestori della struttura. «Dall’inizio della prossima settimana – prosegue la nota – il quarto ed ultimo piano del centro per anziani di viale Stradone ospiterà una quindicina di richiedenti asilo: «Sarà un’accoglienza temporanea e compartimentata in modo tale da non creare interferenza con gli anziani: i richiedenti asilo avranno un loro accesso separato. Questa soluzione ci è sembrata adeguata per mantenere il livello di risposta al fenomeno dei profughi dato negli ultimi mesi da questo territorio, senza introdurre modalità più approssimative e meno controllabili».

Argomenti che non hanno convinto la Lega Nord, il cui commento non si fatto attendere. «Eravamo, siamo e saremo sempre contrari a questo tipo di accoglienza, ma questa volta l’Amministrazione manfreda ha passato il limite, e noi non ci stiamo» attaccano il Consigliere Regionale leghista Andrea Liverani e il Consigliere Comunale della Lega Nord Jacopo Berti. «Inserire profughi all’interno di una struttura sanitaria è un grave errore e soprattutto è un grave affronto verso coloro che pagano fior di quattrini per tenere i loro cari all’interno de “Il Fontanone”. Gli anziani devono pagare, ma chi paga invece per i profughi? La risposta è semplice; paghiamo noi, visto che l’ASP è pubblica e riceve soldi da tutte le Amministrazioni dell’Unione dei Comuni del Faentino (in realtà per il progetto di accoglienza richiedenti asilo sono stanziati fondi statali, ndr). Anche se dall’Unione dei Comuni dicono che i profughi stazioneranno nella struttura solo provvisoriamente, noi auspichiamo che vengano trasferiti al più presto, soprattutto per portare rispetto a chi paga per vivere nella struttura, a differenza loro. Siamo pronti a manifestare il nostro dissenso e quello di tanti altri faentini preoccupati e indignati dalla situazione».

Intanto a Ravenna invece restano senza alloggio una quindicina circa di richiedenti asilo giunti alla Questura direttamente senza passare dal progetto Mare Nostrum. Grazie a una rete di solidarietà volontaria di giorno possono stare alla Moschea mentre di notte continuano a dormire per strada, nella zona dell’Engim, nei pressi della Questura e restano in attesa di essere inseriti in accoglienza.

 

 

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