martedì
26 Agosto 2025

La Lega attacca Michela Guerra: «Quanti soldi dà la Regione alla sua clinica?»

Interrogazione a Bologna. E Alberghini (centrodestra) provoca l’ex
prescelta del meetup 5 Stelle: «È la terza candidata della sinistra…»

Ancor prima di presentare ufficialmente la propria lista, l’ex candidata a sindaco del meetup ravennate di Beppe Grillo (che poi non ha ottenuto, come noto, la certificazione da parte del Movimento 5 Stelle), Michela Guerra, viene attaccata nel giro di 24 ore prima dal candidato a sindaco del centrodestra Massimiliano Alberghini, poi dalla Lega Nord, con un’interrogazione presentata in Regione dal consigliere regionale Andrea Liverani. In particolare è la clinica privata San Francesco, di proprietà della famiglia della Guerra (vedi articoli correlati) e in cui la stessa Guerra lavora, a finire nel mirino del Carroccio. Liverani chiede infatti «il numero complessivo di posti letto accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale e l’importo totale delle prestazioni erogate in convezione con il Ssn dal 2011 a oggi. Una cosa è certa – commenta Liverani – la clinica viene finanziata in parte anche dalla Regione e indirettamente di tali somme ne beneficia anche la Guerra».

«L’accreditamento della clinica di famiglia, infatti – continua Liverani –, permette alla struttura l’erogazione di prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale o a pagamento, a tariffe convenzionate». La Lega chiede di capire a quanto ammoniti l’importo che la Regione a guida Pd eroghi annualmente alla clinica privata della famiglia Guerra. «Nessuna polemica – spiega Liverani – ma nel
momento in cui un imprenditore che si candida ad amministrare una città che ha sul proprio territorio una struttura sanitaria di proprietà che percepisce fondi pubblici è bene che faccia chiarezza assoluta sui rapporti tra economia e potere politico».

Il giorno precedente, invece, Alberghini aveva semplicemente definito la Guerra la terza candidata a sindaco «di sinistra», dopo Raffaella Sutter di Ravenna in Comune e Michele de Pascale del Pd. «Possiamo farcela, questa volta possiamo farcela davvero. A Ravenna la sinistra ha ora ben tre candidati e perciò ci sono le condizioni per vincere, anche al primo turno», dichiara Alberghini in una nota in cui viene anche però dimenticata la presenza di Forza Italia all’interno della coalizione che lo sostiene, insieme alla stess Lega e a Lista per Ravenna.

«I ravennati – continua il candidato sindaco della coalizione di centrodestra – questa volta hanno la possibilità di scegliere per un’alternativa di governo concreta, credibile e per la prima volta realmente competitiva. È ora che anche in questa città si inizi a sperimentare l’alternanza al governo, un concetto alla base di tutte le democrazie occidentali ma che purtroppo da queste parti è ancora sconosciuto».

La Lega attacca Michela Guerra: «Quanti soldi dà la Regione alla sua clinica?»

Interrogazione a Bologna. E Alberghini (centrodestra) provoca l’ex prescelta del meetup 5 Stelle: «È la terza candidata della sinistra…»

Ancor prima di presentare ufficialmente la propria lista, l’ex candidata a sindaco del meetup ravennate di Beppe Grillo (che poi non ha ottenuto, come noto, la certificazione da parte del Movimento 5 Stelle), Michela Guerra, viene attaccata nel giro di 24 ore prima dal candidato a sindaco del centrodestra Massimiliano Alberghini, poi dalla Lega Nord, con un’interrogazione presentata in Regione dal consigliere regionale Andrea Liverani. In particolare è la clinica privata San Francesco, di proprietà della famiglia della Guerra (vedi articoli correlati) e in cui la stessa Guerra lavora, a finire nel mirino del Carroccio. Liverani chiede infatti «il numero complessivo di posti letto accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale e l’importo totale delle prestazioni erogate in convezione con il Ssn dal 2011 a oggi. Una cosa è certa – commenta Liverani – la clinica viene finanziata in parte anche dalla Regione e indirettamente di tali somme ne beneficia anche la Guerra».

«L’accreditamento della clinica di famiglia, infatti – continua Liverani –, permette alla struttura l’erogazione di prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale o a pagamento, a tariffe convenzionate». La Lega chiede di capire a quanto ammoniti l’importo che la Regione a guida Pd eroghi annualmente alla clinica privata della famiglia Guerra. «Nessuna polemica – spiega Liverani – ma nel
momento in cui un imprenditore che si candida ad amministrare una città che ha sul proprio territorio una struttura sanitaria di proprietà che percepisce fondi pubblici è bene che faccia chiarezza assoluta sui rapporti tra economia e potere politico».

Il giorno precedente, invece, Alberghini aveva semplicemente definito la Guerra la terza candidata a sindaco «di sinistra», dopo Raffaella Sutter di Ravenna in Comune e Michele de Pascale del Pd. «Possiamo farcela, questa volta possiamo farcela davvero. A Ravenna la sinistra ha ora ben tre candidati e perciò ci sono le condizioni per vincere, anche al primo turno», dichiara Alberghini in una nota in cui viene anche però dimenticata la presenza di Forza Italia all’interno della coalizione che lo sostiene, insieme alla stess Lega e a Lista per Ravenna.

«I ravennati – continua il candidato sindaco della coalizione di centrodestra – questa volta hanno la possibilità di scegliere per un’alternativa di governo concreta, credibile e per la prima volta realmente competitiva. È ora che anche in questa città si inizi a sperimentare l’alternanza al governo, un concetto alla base di tutte le democrazie occidentali ma che purtroppo da queste parti è ancora sconosciuto».

Cani ancora alla catena: nuovo sciopero della fame dell’animalista ravennate

Davide Battistini protesta contro la mancata applicazione della legge
regionale di tre anni fa. Manca ancora il regolamento attuativo

Davide Battistini ha iniziato il suo terzo sciopero della fame. Scopo dell’animalista ravennate già finito al centro delle cronache in passato (vedi articoli correlati) è di nuovo quello di denunciare pubblicamente la mancata applicazione della legge regionale di ormai tre anni fa che vieta la pratica (diffusa in particolare nelle campagne) di detenere i cani alla catena.

Una legge che non è ancora possibile applicare in quanto manca il cosiddetto regolamento attuativo, quello che dovrebbe cioè prevedere quali sono le possibili alternative. Il dibattito è in particolare concentrato sulle dimensioni minime dei recinti e vede da una parte gli animalisti battersi affinché non siano troppo piccoli (e quindi paradossalmente quasi peggio delle catene) e dall’altra i tecnici cercare invece di fare in modo che non sia troppo impegnativo per i proprietari degli animali realizzare il recinto.

«Nei giorni scorsi ho più volte telefonato in regione e mi hanno confermato che sono in attesa della delibera per applicare la legge – conferma Battistini in una nota inviata alla stampa –. In attesa da “solo” tre anni… Allora mentre siamo tutti in attesa dei comodi del governo regionale, come mai in questi tre anni non si è almeno utilizzato lo strumento del database dell’anagrafe canina regionale per informare i cittadini? Per informarli che è entrata in vigore una nuova legge che abolisce la catena come mezzo di detenzione per i cani?».

Rispetto al passato (dopo 111 giorni di sciopero della fame già effettuati: 43 nel 2013 e 68 nel 2014) ora Battistini nella sua battaglia rinuncia all’assistenza medica preferendo invece quella psichiatrica, per evitare – dice – che possa essere sottoposto in futuro a un Tso.

Quello di oggi, mercoledì 13 aprile, è già il 18esimo giorno di digiuno integrale, stando alle dichiarazioni dell’animalista ravennate.

Cani ancora alla catena: nuovo sciopero della fame dell’animalista ravennate

Davide Battistini protesta contro la mancata applicazione della legge regionale di tre anni fa. Manca ancora il regolamento attuativo

Davide Battistini ha iniziato il suo terzo sciopero della fame. Scopo dell’animalista ravennate già finito al centro delle cronache in passato (vedi articoli correlati) è di nuovo quello di denunciare pubblicamente la mancata applicazione della legge regionale di ormai tre anni fa che vieta la pratica (diffusa in particolare nelle campagne) di detenere i cani alla catena.

Una legge che non è ancora possibile applicare in quanto manca il cosiddetto regolamento attuativo, quello che dovrebbe cioè prevedere quali sono le possibili alternative. Il dibattito è in particolare concentrato sulle dimensioni minime dei recinti e vede da una parte gli animalisti battersi affinché non siano troppo piccoli (e quindi paradossalmente quasi peggio delle catene) e dall’altra i tecnici cercare invece di fare in modo che non sia troppo impegnativo per i proprietari degli animali realizzare il recinto.

«Nei giorni scorsi ho più volte telefonato in regione e mi hanno confermato che sono in attesa della delibera per applicare la legge – conferma Battistini in una nota inviata alla stampa –. In attesa da “solo” tre anni… Allora mentre siamo tutti in attesa dei comodi del governo regionale, come mai in questi tre anni non si è almeno utilizzato lo strumento del database dell’anagrafe canina regionale per informare i cittadini? Per informarli che è entrata in vigore una nuova legge che abolisce la catena come mezzo di detenzione per i cani?».

Rispetto al passato (dopo 111 giorni di sciopero della fame già effettuati: 43 nel 2013 e 68 nel 2014) ora Battistini nella sua battaglia rinuncia all’assistenza medica preferendo invece quella psichiatrica, per evitare – dice – che possa essere sottoposto in futuro a un Tso.

Quello di oggi, mercoledì 13 aprile, è già il 18esimo giorno di digiuno integrale, stando alle dichiarazioni dell’animalista ravennate.

Acquistavano smartphone a rate con documenti falsi, poi li rivendevano

Arrestati tre truffatori trovati con quattro telefoni in auto

Con un vero e proprio kit di documenti falsi – tessera sanitaria, carta d’identità e carta di credito –, che in particolare al sud è possibile acquistare per poche centinaia di euro, facevano shopping al nord, acquistando smartphone di ultima generazione (dal valore superiore agli 800 euro cadauno) con l’ormai molto diffusa formula dell’abbonamento e quindi del pagamento dilazionato. A pagare, però, erano le ignare vittime della truffa, titolari della carta di credito falsificata, con codice numerico assolutamente reale. Una volta ottenuti, gli smartphone venivano venduti on line con forti sconti e ottenendo comunque un forte guadagno.

A finire in manette per questa articolata truffa sono stati, venerdì scorso, tre napoletani. Enrico Abbruzzese, 46 anni, e il 29enne Giovanni Ascione, senza precedenti, sono ora agli arresti domiciliari, mentre la terza complice, Anna Maria De Grazia, 58 anni, con diversi precedenti per truffa, si trova in carcere a Forlì, dopo la convalida degli arresti del tribunale di Ravenna.

I tre sono stati fermati durante un controllo sull’Adriatica ma i carabinieri li tenevano già d’occhio per la targa sospetta. Una targa infatti di un’auto noleggiata (sempre con i documenti falsi) nel Napoletano, come è prassi per certi truffatori, che poi vengono al nord – spiegano i carabinieri – per cercare di mettere a segno i loro colpi.

Durante il controllo sono stati trovati nascosti addosso ai tre i documenti falsi e in auto ben quattro smartphone nuovi. Fermati e portati in caserma, i malviventi sono stati riconosciuti tramite le immagini delle telecamere ad acquistare i telefoni in esercizi commerciali di Ravenna (tre nella sola giornata di venerdì 8 aprile) e uno di Firenze (il giorno precedente).

Anche alla luce di questo ultimo episodio, i carabinieri avvisano i cittadini a tenere sotto controllo il saldo della propria carta di credito, e soprattutto i commercianti nell’ambito della telefonia a diffidare di persone e documenti sospetti, al momento della firma del contratto.

Il responsabile per la sicurezza della Pigna è un carabiniere in pensione

In attesa della presentazione ufficiale della lista dei candidati che affiancheranno il candidato sindaco Maurizio Bucci nella campagna elettorale della Pigna, la lista civica presenta un nome importante che darà alla lista il suo contributo su temi estremamente sentiti in questo periodo sul territorio, quali la sicurezza e la lotta alla criminalità. Si tratta di Claudio Samorè, classe 1958, 35 anni di servizio nell’Arma dei Carabinieri.

«L’indicazione di Claudio Samorè – si legge in un comunicato della lista civica – è la nostra risposta chiara e decisa ad intervenire con competenza e con un occhio di riguardo ai cittadini e ai bisogni da essi percepiti».

Qui sotto tra gli allegati il comunicato integrale della Pigna con gli obiettivi in materia di sicurezza.

Il responsabile per la sicurezza della Pigna è un carabiniere in pensione

In attesa della presentazione ufficiale della lista dei candidati che affiancheranno il candidato sindaco Maurizio Bucci nella campagna elettorale della Pigna, la lista civica presenta un nome importante che darà alla lista il suo contributo su temi estremamente sentiti in questo periodo sul territorio, quali la sicurezza e la lotta alla criminalità. Si tratta di Claudio Samorè, classe 1958, 35 anni di servizio nell’Arma dei Carabinieri.

«L’indicazione di Claudio Samorè – si legge in un comunicato della lista civica – è la nostra risposta chiara e decisa ad intervenire con competenza e con un occhio di riguardo ai cittadini e ai bisogni da essi percepiti».

Qui sotto tra gli allegati il comunicato integrale della Pigna con gli obiettivi in materia di sicurezza.

Wi-fi in spiaggia: ci si potrà connettere con Facebook o sms. Ma solo da luglio

Novità anche in centro a Ravenna: nuovi hotspot per coprire
anche la zona di San Vitale e del teatro Alighieri

Dopo due anni di sperimentazione del servizio Ondalibera sulle nostre spiagge – con risultati altalenanti ma comunque 1.800.000 ore di navigazione registrate e più di 45.800 codici inseriti dagli utenti – il wi-fi sotto l’ombrellone cambia funzionamento e viene semplificato: niente più card rilasciata dal bagnino, ma accesso alla connessione tramite i social network oppure ricevendo un sms con le nuove credenziali. Ai 185 stabilimenti balneari già coperti si aggiungono i cinque di Casalborsetti; mentre cinque nuovi hotspot a Punta Marina Terme, Casalborsetti, Marina Romea, Lido di Savio e Lido di Classe completano la rete per consentire l’accesso anche dalle aree interne di ciascuno dei nove lidi. I nuovi servizi verranno attivati da Acantho, però, solo a partire dal 30 giugno.

Sono in arrivo anche importanti novità per Ravenna wi-fi, la rete cittadina formata da oasi telematiche, ossia punti in cui è presente un hotspot che consente il collegamento gratuito a internet. Il progetto ha previsto la cessione del ramo d’azienda di Wicom, attuale gestore, sempre ad Acantho che, per i prossimi cinque anni, gestirà il servizio di connessione gratuita con accesso libero nel centro cittadino, attivo da alcuni anni, «per un progressivo miglioramento e potenziamento del servizio stesso, sia in termini di prestazioni che di copertura», assicurano dal Comune.

Tra le novità più rilevanti una app che potrà avvisare cittadini e turisti dotati di smartphone della presenza di un hotspot Ravenna WiFi nelle loro vicinanze. Attualmente gli hotspot sono concentrati nel centro cittadino e in Darsena: l’obiettivo è quello di coprire altre zone monumentali tra cui quelle di: via Salara, piazza Einaudi, piazza Unità d’Italia, San Vitale, via Barbiani, teatro Alighieri, museo Tamo e aree di alta frequentazione come piazza del mercato ambulante di piazza Zaccagnini, che sarà la prima delle prossime installazioni ad essere attivata da luglio prossimo.
Le nuove wi fi zone andranno ad aggiungersi alle esistenti in: Piazza del Popolo; Piazza dell’Aquila; Piazza Garibaldi; Tomba di Dante; Emeroteca; Sale Cavalcoli (della biblioteca Oriani); Via Corrado Ricci; Via Cairoli; Palazzo Congressi; Piazza Caduti; Piazza Kennedy; Piazza Costa; Giardini Speyer; Viale Farini; Piazza Mameli; Via Diaz; Piazza San Francesco; Biblioteca Classense; Loggetta Lombardesca – MAR; Rocca Brancaleone, Zona Mausoleo Teodorico; Piazzale Aldo Moro; V.le Berlinguer, Via Ponte Marino; CinemaCity; Casa Matha – Piazza Costa; Via IV Novembre; Via Cavour; Via Argentario,Via Magazzini Anteriori, Testata darsena, Circolo tennis Zalamella, Artificierie Almagià, Via degli Ariani, Municipio e Casa Melandri.

Wi-fi in spiaggia: ci si potrà connettere con Facebook o sms. Ma solo da luglio

Novità anche in centro a Ravenna: nuovi hotspot per coprire anche la zona di San Vitale e del teatro Alighieri

Dopo due anni di sperimentazione del servizio Ondalibera sulle nostre spiagge – con risultati altalenanti ma comunque 1.800.000 ore di navigazione registrate e più di 45.800 codici inseriti dagli utenti – il wi-fi sotto l’ombrellone cambia funzionamento e viene semplificato: niente più card rilasciata dal bagnino, ma accesso alla connessione tramite i social network oppure ricevendo un sms con le nuove credenziali. Ai 185 stabilimenti balneari già coperti si aggiungono i cinque di Casalborsetti; mentre cinque nuovi hotspot a Punta Marina Terme, Casalborsetti, Marina Romea, Lido di Savio e Lido di Classe completano la rete per consentire l’accesso anche dalle aree interne di ciascuno dei nove lidi. I nuovi servizi verranno attivati da Acantho, però, solo a partire dal 30 giugno.

Sono in arrivo anche importanti novità per Ravenna wi-fi, la rete cittadina formata da oasi telematiche, ossia punti in cui è presente un hotspot che consente il collegamento gratuito a internet. Il progetto ha previsto la cessione del ramo d’azienda di Wicom, attuale gestore, sempre ad Acantho che, per i prossimi cinque anni, gestirà il servizio di connessione gratuita con accesso libero nel centro cittadino, attivo da alcuni anni, «per un progressivo miglioramento e potenziamento del servizio stesso, sia in termini di prestazioni che di copertura», assicurano dal Comune.

Tra le novità più rilevanti una app che potrà avvisare cittadini e turisti dotati di smartphone della presenza di un hotspot Ravenna WiFi nelle loro vicinanze. Attualmente gli hotspot sono concentrati nel centro cittadino e in Darsena: l’obiettivo è quello di coprire altre zone monumentali tra cui quelle di: via Salara, piazza Einaudi, piazza Unità d’Italia, San Vitale, via Barbiani, teatro Alighieri, museo Tamo e aree di alta frequentazione come piazza del mercato ambulante di piazza Zaccagnini, che sarà la prima delle prossime installazioni ad essere attivata da luglio prossimo.
Le nuove wi fi zone andranno ad aggiungersi alle esistenti in: Piazza del Popolo; Piazza dell’Aquila; Piazza Garibaldi; Tomba di Dante; Emeroteca; Sale Cavalcoli (della biblioteca Oriani); Via Corrado Ricci; Via Cairoli; Palazzo Congressi; Piazza Caduti; Piazza Kennedy; Piazza Costa; Giardini Speyer; Viale Farini; Piazza Mameli; Via Diaz; Piazza San Francesco; Biblioteca Classense; Loggetta Lombardesca – MAR; Rocca Brancaleone, Zona Mausoleo Teodorico; Piazzale Aldo Moro; V.le Berlinguer, Via Ponte Marino; CinemaCity; Casa Matha – Piazza Costa; Via IV Novembre; Via Cavour; Via Argentario,Via Magazzini Anteriori, Testata darsena, Circolo tennis Zalamella, Artificierie Almagià, Via degli Ariani, Municipio e Casa Melandri.

Crisi Iter, la Cgil: «Accordi non ancora rispettati, pronti a protestare di nuovo»

I sindacati denunciano: «Nessun lavoratore riassunto nella coop
per le manutenzioni e solo 4 dipendenti sono stati ricollocati»

La Fillea Cgil lancia un segnale d’allarme sul futuro dei lavoratori (circa 180) dell’Iter. Sono passati più di due mesi dall’accordo raggiunto in Regione, il 5 febbraio scorso, che ha permesso di posticipare i licenziamenti dei lavoratori della cooperativa di Lugo al 18 maggio, ma il sindacato segnala «forti ritardi nell’applicazione di quanto previsto nel piano di ricollocazione».

Il confronto con Legacoop Romagna e la dirigenza della cooperativa Iter, a seguito delle varie  mobilitazioni dei lavoratori dell’autunno 2015, ha permesso, con il contributo e la mediazione della Regione, di dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori con i tre mesi di cassa integrazione straordinaria in deroga. «Questo intervallo di tempo – spiega Davide Conti, segretario provinciale della Fillea Cgil – sarebbe dovuto servire a far nascere tutte le iniziative atte a evitare i licenziamenti. Ma a poco più di un mese dal 18 maggio, data prevista per i licenziamenti, segnaliamo un forte ritardo nel rispetto degli impegni presi e una grande preoccupazione per l’avvicinarsi della data dei licenziamenti».

L’accordo prevede la realizzazione di un progetto industriale di Coopolis Spa, con la costituzione di un ramo operativo attivo nel settore delle facility e delle manutenzioni immobiliari sia pubbliche che private che, nell’arco di un triennio, dovrebbe assorbire da una decina a una ventina di lavoratori della cooperativa Iter. Ma a oggi nessun lavoratore è ancora stato assorbito da questa realtà e il ritardo preoccupa i sindacati e «pone serie domande sulle vere intenzioni e la volontà dei soggetti coinvolti nella vicenda».

Inoltre, «pur valutando fattivo l’impegno profuso da Legacoop nella ricollocazione dei lavoratori nella altre realtà del territorio», continua la Cgil, in questo periodo solo quattro persone hanno trovato una nuova collocazione. «Il senso di responsabilità e la pazienza dei lavoratori è arrivato al limite – dice Davide Conti -, pertanto, se entro pochi giorni non avremo risposte e non vedremo realizzarsi quanto sottoscritto, siamo pronti a riprendere tutte le mobilitazioni necessarie; chiediamo inoltre alle forze politiche e istituzionali di farsi garanti del
rispetto degli accordi».

Morte Casaleggio, il capogruppo 5 Stelle: «Resterà nella storia del nostro paese»

Vandini, che si candidò a sindaco con il Movimento nel 2011: «Non
ho condiviso le sue scelte, ho litigato, ma devo dirgli solo grazie»

È morto a Milano a 61 anni Gianroberto Casaleggio, fondatore con Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle. Era ricoverato in una struttura dell’istituto Scientifico Auxologico; nell’aprile del 2014 era stato operato di urgenza per un edema al cervello al Policlinico di Milano.

Pubblichiamo la testimonianza di Pietro Vandini, primo (e finora unico, vista l’assenza del Movimento alle imminenti amministrative) candidato a sindaco, nel 2011, dei 5 Stelle a Ravenna, dove ricopre tuttora il ruolo di capogruppo in consiglio comunale del Movimento.

«Quest’uomo, assieme a Beppe Grillo – ha scritto Vandini su Facebook –, rimarrà nella storia della nostra nazione. Ha creato qualcosa che mai prima era stato fatto e che per sempre rimarrà nella memoria della politica italiana. Freddo, schivo, sempre lucidissimo e spesso geniale, introverso. Diverse volte non ho condiviso le sue modalità e le sue scelte, ho litigato, discusso, sofferto; ma io non sono il cofondatore di un Movimento politico che ha cambiato la storia della politica italiana e quindi vedo tutto da una posizione diversa, magari anche più comoda. Ho giocato a calcio e diverse volte non ho condiviso le scelte dell’allenatore, ma mi sono adattato quando credevo fortemente nel progetto sportivo e nella squadra. A volte si vince anche senza essere d’accordo con chi decide, e si vince due volte quando si comprende che le vittorie, forse le più importanti, sono soprattuto queste. Perché cresci, impari a remare dalla stessa parte anche se dentro resti perplesso, a volte deluso. Tutto questo vale fino a quando non si superano i limiti che ciascuno di noi stabilisce, e a me non è mai successo nonostante abbia sofferto e mi sia incazzato, tanto. Spesso. Se fossi stato al suo posto avrei provato a fare determinate cose diversamente, ma restano mie riflessioni che non avranno mai una controprova. Una cosa è certa, indipendentemente da tutto, devo dirgli grazie, perché ha cambiato la mia vita e mi ha fatto crescere. Mi ha dato una possibilità che mai avrei potuto avere. Un abbraccio alla famiglia, Rip Gianroberto».

Offrì 3mila euro in cambio di sesso a una 11enne: condannato Casalboni

2 anni e 2 mesi all’ex dirigente del Ravenna Calcio

È stato condannato in abbreviato a 2 anni e 2 mesi di carcere il 67enne immobiliarista ed ex dirigente del Ravenna Calcio Ido “Werther” Casalboni, arrestato poco più di un anno fa per aver provato a molestare la figlia dell’ex compagna, una ragazzina che all’epoca di fatti, nell’estate del 2014, aveva solo 11 anni. Lo riportano i quotidiani locali in edicola questa mattina.

Stando a quanto emerso dall’indagine a suo carico – fondamentale in questo senso si è rivelata una registrazione audio realizzata con il cellulare dalla vittima – Casalboni sarebbe arrivato a offrire 3mila euro e un iphone in regalo alla ragazzina in cambio di un atto sessuale. E durante i ripetuti tentativi avrebbe anche mostrato alla 12enne un fallo di gomma. L’immobiliarista doveva rispondere anche di aver dato fuoco all’auto della mamma della ragazzina e di aver minacciato di morte la famiglia – come vendetta per la denuncia a suo carico – chiamando e chiedendo favori anche a pericolosi pregiudicati.

È stata disposta dal giudice anche una provvisionale di 23mila euro nei confronti della famiglia della ragazzina.

Casalboni, invece, dopo un primo periodo di carcere (e un trasferimento di penitenziario a tutela della sua incolumità, viste le minacce degli altri detenuti), era finito ai domiciliari in una struttura di Cesena, ma durante un permesso ne aveva approfittato per cercare i parenti della ragazzina: per questo era finito nuovamente in carcere.

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