Crisi Iter, la Cgil: «Accordi non ancora rispettati, pronti a protestare di nuovo»

I sindacati denunciano: «Nessun lavoratore riassunto nella coop
per le manutenzioni e solo 4 dipendenti sono stati ricollocati»

La Fillea Cgil lancia un segnale d’allarme sul futuro dei lavoratori (circa 180) dell’Iter. Sono passati più di due mesi dall’accordo raggiunto in Regione, il 5 febbraio scorso, che ha permesso di posticipare i licenziamenti dei lavoratori della cooperativa di Lugo al 18 maggio, ma il sindacato segnala «forti ritardi nell’applicazione di quanto previsto nel piano di ricollocazione».

Il confronto con Legacoop Romagna e la dirigenza della cooperativa Iter, a seguito delle varie  mobilitazioni dei lavoratori dell’autunno 2015, ha permesso, con il contributo e la mediazione della Regione, di dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori con i tre mesi di cassa integrazione straordinaria in deroga. «Questo intervallo di tempo – spiega Davide Conti, segretario provinciale della Fillea Cgil – sarebbe dovuto servire a far nascere tutte le iniziative atte a evitare i licenziamenti. Ma a poco più di un mese dal 18 maggio, data prevista per i licenziamenti, segnaliamo un forte ritardo nel rispetto degli impegni presi e una grande preoccupazione per l’avvicinarsi della data dei licenziamenti».

L’accordo prevede la realizzazione di un progetto industriale di Coopolis Spa, con la costituzione di un ramo operativo attivo nel settore delle facility e delle manutenzioni immobiliari sia pubbliche che private che, nell’arco di un triennio, dovrebbe assorbire da una decina a una ventina di lavoratori della cooperativa Iter. Ma a oggi nessun lavoratore è ancora stato assorbito da questa realtà e il ritardo preoccupa i sindacati e «pone serie domande sulle vere intenzioni e la volontà dei soggetti coinvolti nella vicenda».

Inoltre, «pur valutando fattivo l’impegno profuso da Legacoop nella ricollocazione dei lavoratori nella altre realtà del territorio», continua la Cgil, in questo periodo solo quattro persone hanno trovato una nuova collocazione. «Il senso di responsabilità e la pazienza dei lavoratori è arrivato al limite – dice Davide Conti -, pertanto, se entro pochi giorni non avremo risposte e non vedremo realizzarsi quanto sottoscritto, siamo pronti a riprendere tutte le mobilitazioni necessarie; chiediamo inoltre alle forze politiche e istituzionali di farsi garanti del
rispetto degli accordi».

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