venerdì
22 Agosto 2025

I mille rivoli di Sputa tre volte, nuovo, immenso, libro di Reviati

Sputa tre volte, il nuovo libro di Davide Reviati, ravennate del villaggio Anic, tra gli autori di graphic novel più apprezzati in Italia e tradotto anche all’estero, già autore di quel capolavoro che è Morti di sonno, è un lavoro immenso, che guarda in tante direzioni diverse e offre al lettore una gamma di possibilità vastissima. Perché dentro ci sono molti temi che si sovrappongono, si sfiorano, si intrecciano e tutti sono tratteggiati con somma maestria dalla mano del disegnatore che sa cogliere le inquadrature, le prospettive, i gesti, i movimenti dei suoi personaggi e degli ambienti in cui si muovono con sguardo personalissimo. E al lettore viene chiesto talvolta di guardare e immaginare pensieri formati da parole mai pronunciate, talvolta di immaginare scene non illustrate, in un gioco di pieni e vuoti proprio dei grandi romanzi.

In un paesaggio vicino al mare, tra campagna e città dove ogni ravennate riconoscerà l’Itis Nullo Baldini che i protagonisti frequentano senza grande profitto (per usare un eufemismo) ai tempi in cui ancora a Viserbella esisteva lo Slego, e riconoscerà l’omaggio a Ericailcane ma soprattutto riconoscerà i capanni da pesca (teatro di una delle scene più divertenti e insieme rilevatrici del libro) e non potrà che sentirsi a casa. In una casa però pervasa dall’inquietudine vissuta dal protagonista che vediamo crescere con i suoi amici, in un rapporto di fratellanza tutto maschile dove poco viene affidato alle parole, per raccontarsi. Le donne sono poche, sono madri eccetto una “pazza”, una zingara impossibile da decifrare nei suoi comportamenti contraddittori. Perché questo è un libro che parla anche di zingari, vicini di casa ma tenuti a distanza, raccontati senza retorica, oltre i cliché, senza farne delle vittime e cercando però di rendere loro un po’ di giustizia passando dalle storie di semplici individui di provincia alla grande storia con la S maiuscola dello sterminio razziale.

Ma nel libro, a uscire dal racconto biografico e di fiction della piccola storia di provincia, ci sono elementi che hanno a che fare con il piano esistenziale, con il senso della vita, con il rapporto verso la perdita di un padre mentre si passa dall’adolescenza all’età adulta, dalla difficoltà di vivere, di come gin e libanese, per quanto buono, non possano bastare a riempire un vuoto, a dare un senso compiuto.

Il libro si costruisce attraverso un continuo spostamento tra piani temporali diversi, infanzia e giovinezza, dentro e fuori, piccolo e grande, veglia e sogno, personaggi reali e apparizioni “mistiche” come John Wayne, tra bar di periferia e la ferrovia, tra un campo dei miracoli e case di adulti che applicano una pedagogia certo molto diversa da quella odierna.

Insomma, come si diceva appunto, un libro immenso in cui perdersi nei mille rivoli di suggestioni, pensieri, ragionamenti ed emozioni che può suscitare. Oltre al puro incanto di fronte alla bellezza cristallina del disegno.

Strattoni e calci alla cattedra, la procura indaga su una maestra delle elementari

Avrebbe anche invitato i suoi alunni a prendere in giro i compagni meno preparati. Raccolta firme dei genitori: verrà trasferita

Strattoni ai bambini e calci alla cattedra per farli stare zitti, ma anche rifiuti alle richieste di andare in bagno degli alunni e istigazioni a prendere in giro i bambini meno preparati. Sono le pesanti accuse rivolte a una maestra di una scuola elementare del Ravennate da parte dei genitori che hanno raccolto firme e segnalato il caso a scuola, provveditorato e anche forze dell’ordine. La notizia è stata riportata nei giorni scorsi dal Corriere Romagna e ripresa poi anche dal Carlino di Ravenna, che scrivono dell’apertura di un fascicolo in procura sul caso.

La situazione andrebbe avanti da un paio di mesi ed è in corso un procedimento disciplinare ma nel frattempo l’insegnante da un paio di giorni è già rimasta a casa dal lavoro, per la soddisfazione dei genitori che hanno avuto rassicurazioni anche per il futuro. La donna, per il primo anno assegnata alla scuola coinvolta, il prossimo anno dovrebbe essere trasferita.

Si può essere genitori anche a tempo Ecco come funziona l’affido

Nel Ravennate un’ottantina di casi. L’Asp cerca famiglie disponibili La testimonianza. «Ci avanzava dell’amore per una figliola…»

L’affido è di fatto una sorta di adozione temporanea (un’ottantina i casi tra Ravenna e Russi a fine 2015, vedi articoli correlati) che la legge prevede per un massimo di due anni, prorogabili a quattro. In alcuni casi può anche essere estesa fino a portare il minorenne ai 18 anni, ma è bene sottolineare come l’affido non possa essere in alcun modo considerato come «una scorciatoia per l’adozione». A puntualizzarlo è Claudia Mosciatti, coordinatrice del Centro per le famiglie di Ravenna, dove viene fornita ogni informazione al riguardo. «Con l’affido – spiega – il bambino mantiene il rapporto (più o meno frequentemente a seconda dei casi, ndr) con la famiglia naturale, che va salvaguardata sempre e comunque».

E a differenza dell’adozione, qualsiasi tipo di famiglia può prendere in affido un minorenne: giovani, anziani, sposati, non sposati, single e anche – per affrontare un tema molto di attualità in questi giorni – omosessuali (anche se non ci sono al momento casi nel Ravennate).

I servizi sociali cercano di promuovere questa possibilità in ogni modo – ci assicura Mosciatti – ma non è facile trovare tante persone disponibili ad accogliere in casa propria un bambino che spesso porta con sé una situazione dolorosa.

«Quello che si deve sapere è che la famiglia affidataria non resta da sola, i servizi la affiancano per qualsiasi esigenza – spiega Mosciatti – e la migliore promozione diventa proprio il buon lavoro dei sevizi oltre a quella delle famiglie che già hanno preso in affido e che alimentano un passaparola».

Per diventare una famiglia affidataria è necessario un percorso che parte da un primo colloquio informativo (al centro per le famiglie di via Gradisca, info: 0544 471497 o informafamiglie@asprave nnacerviaerussi.it) e poi prosegue con una sorta di corso di formazione che consiste in cinque serate con esperti e addetti ai lavori a cui si può partecipare senza alcun impegno. Solo al termine, infatti, le famiglie che hanno partecipato dovranno decidere se proseguire la strada intrapresa. In caso affermativo, parte il percorso di conoscenza individuale che consiste in visite domiciliari e incontri con assistente sociale e psicologo «così da fare l’abbinamento migliore possibile con il minore – continua Mosciatti –. Proprio questo lavoro preparatorio ci ha permesso negli anni di contare i fallimenti davvero sulle dita di una mano. Prima di passare all’affido, poi, per conoscere ancora meglio le persone coinvolte cerchiamo sempre di far passare le famiglie dal sostegno (una sorta di babysitteraggio, con l’assistenza ai minori, che restano nelle loro famiglie naturali, per alcune ore al giorno in determinate situazioni, ndr)». Ogni anno l’Asp riesce a organizzare due percorsi formativi (che partono solo con un minimo di sei persone interessate) al termine dei quali le famiglie effettivamente disponibili si riducono della metà, tanto da poter dire che in media non sono mai più di una decina quelle arruolabili. L’Asp, come sostegno alle spese, corrisponde a ogni famiglia affidataria circa 500 euro al mese.

Le criticità più diffuse? «C’è un po’ di paura nell’ospitare un bambino non proprio, anche per i rapporti con la famiglia naturale, che non va però mai giudicata. Quella affidataria non si deve sostituire a essa, ma deve solo integrarsi».

La testimonianza. Pubblichiamo qui di seguito una toccante testimonianza di una famiglia che ha deciso di prendere in affido una minorenne.
«Abbiamo cercato, ho cercato, per molte strade, per molti anni, di dare una “continuità” alla nostra vita di coppia con un figlio, ma per molti motivi e con molto dolore la “continuità” non è arrivata. Ad un certo punto mi sono arresa ai molti no della vita e ho smesso di cercare, ma ogni sera mi “avanzava” un po’ d’Amore. L’Amore “avanzato”, non speso, diventa insistente, talvolta petulante e ti ricorda sempre – ogni giorno – che non l’hai “speso” tutto: all’Amore non piace restare chiuso in un cuore. Stavo cercando come “spendere” questo Amore, quando è arrivata una telefonata: “Buongiorno Signora, sono l’Assistente sociale. Vorrei parlarle, ha tempo di venire con suo marito? Vorrei presentarle un progetto di affido”. Mio marito ed io ci siamo guardati, ed abbiamo capito che con quella telefonata avremmo potuto liberare l’Amore che tenevamo chiuso nel cuore. Ed abbiamo deciso di rispondere sì, nonostante i tanti no della vita. Così è cominciata la nostra esperienza di affido. È arrivata in famiglia la nostra Figliola – così la chiamiamo – una ragazzina di quasi 16 anni, lontana dalla propria famiglia e con quasi 4 anni di vita passati in casa famiglia. Era grande e piccola allo stesso tempo: grande di età ma bisognosa di affetto e di cure come una piccola creatura. Aveva un passato difficile, e non riusciva ad immaginare un futuro. Aveva grandi sogni ma poche speranze. Un cuore grande, ma senza saperlo, perchè non poteva permettersi di ascoltarlo, così giovane e già indurita dalla vita. Un coraggio da leone, ma con il terrore di lasciarsi anda- re a una carezza. Oggi sono passati quasi tre anni dal nostro incontro, ma oramai non li contiamo più: esiste solo un “prima” che la Figliola arrivasse e un dopo. Come definire questa esperienza? Mettiamola così: nè una passeggiata nè una scampagnata. Ma neanche una escursione lungo un sentiero di montagna. È piuttosto un inoltrarsi in un continente mai calpestato da piede umano; immergersi in un abisso inesplorato. Ci sono momenti duri, difficili, ti chiedi chi te l’abbia fatto fare e hai voglia di mollare. La scalata ti porta via il fiato, ti mette continuamente alla prova, scopri lati sconosciuti di te stessa e del tuo compagno, ma ti regala anche paesag- gi mozzafiato, esperienze uniche, gioie indescrivibili. […] Non è una scalata in solitario, ma fai parte di una cordata e sei legato a qualcuno che ti può aiutare e sostenere. Ogni giorno è stato mio marito, spesso è stata la nostra Figliola, ma non posso dimenticare gli sherpa migliori di sempre che ci hanno accompagnato e hanno vissuto con noi questa avventura. Se non si possono far nomi, sono i Servizi Sociali, sempre presenti e pronti ad aiutare. Mi sono chiesta spesso, soprattutto nei momenti difficili, se lo rifarei. E la risposta è sì, e non solo perchè oggi sorrido, ma perchè questi bimbi, e questi ragazzi sono il Futuro, anche il nostro».

Nel motore dell’auto avevano ascia, tronchesi e guanti: fermati tre ladri

A bordo anche un latitante, finito in carcere per una rapina del 2012

Doveva scontare ancora 1 anno e 4 mesi di carcere per una rapina commessa anni fa (nel 2012) in Toscana. I carabinieri lo hanno sorpreso a bordo di un’auto con targa moldava fermata a un posto di blocco lunedì notte su via del Sale, a San Pietro in Campiano. Si tratta del latitante Taran Sergiu, alias Craciun Serghei, moldavo di 28 anni in auto con altri due connnazionali di 26 (residente a Faenza e con precedenti) e 28 anni (senza fissa dimora).

Nascosti nel vano motore dell’automobile, i carabinieri hanno rinvenuto un’accetta, due tronchesi, due cacciaviti di grosse dimensioni e tre paia di guanti in pelle, inequivocabilmente utilizzati per furti. I tre sono stati per questo trattenuti per una notte in caserma e denunciati. Il latitante, come detto, è invece rimasto in carcere.

Una curiosità: l’operazione si è realizzata proprio mentre, a Pisignano di Cervia, era in corso una sorta di lezione aperta al pubblico dei carabinieri sulla prevenzione delle truffe agli anziani, «e l’argomento che stava appassionando l’uditorio era proprio quello dei furti», commentano in una nota i militari che rivelano come la notizia del fermo dei 3 ladri sia stata ovviamente accolta «con rumorosa soddisfazione».

A caccia di turisti tedeschi: «Ciao mamma, sono in Romagna»

Tra slogan, spot televisivi e pubblicità sul sito del meteo…

È stato presentato a Cervia dal direttore di Apt servizi Emanuele Burioni e dall’assessore al Turismo regionale Andrea Corsini il piano mezzi di promozione della Regione per il mercato tedesco.

Le azioni di promozione prevedono un investimento complessivo di 1 milione di euro che genera attraverso le sinergie messe in campo un valore reale di circa 2 milioni di euro. Entrano in campo infatti sinergie con Google, le ferrovie tedesche Deutsche Bahn, il sito Wetter.com, il vettore Air Berlin, l’aeroporto di Düssseldorf ed altre importanti realtà che partecipano alle azioni messe in campo da Apt servizi e Unione di Prodotto Costa.

Obiettivo: il riposizionamento di immagine della nostra costa e l’aumento di in-coming dalle aree di lingua tedesca.

La campagna prevede un lancio promozionale ad ampio raggio del brand Romagna con spot promozionali televisivi sui canali privati tedeschi di maggior seguito. I 161 passaggi, che si protrarranno fino al 27 marzo, sono stati realizzati in co-branding con Wetter.com, il più famoso sito di previsioni meteo della Germania, e fanno leva sulla solarità in senso lato della costa romagnola. Sul sito meteo sarà presente una pagina promozionale sulle vacanze in Romagna fino al 29 aprile.

Le offerte inoltre trovano spazio sul sito ufficiale di riferimento della campagna web www.familienurlaubromagna.com che compare su tutti i materiali promozionali messi in campo.

Un secondo spot televisivo è stato realizzato per il mercato svizzero. Viene trasmesso sul canale nazionale della Svizzera Tedesca SRF con 236 uscite.

L’immagine della famiglia e lo slogan Ciao Mamma! Sono in Romagna sono protagonisti di affissioni, advertising, banner on line e veicolati sui canali social.

Inoltre la campagna promozionale toccherà centri commerciali, aeroporti e shopping village. La pagina promozionale compare anche sui cataloghi dei principali Tour Operator quali Thomas Cook, TUI,Dertour, FTI,Gruber e sui flyer dei più attivi Bus Operator tedeschi.

La Deutsche Bahn da metà giugno a metà settembre metterà in funzione la nuova tratta Monaco-Rimini con due treni a settimana a prezzi low cost e a bordo verranno promosse le offerte di “Emilia Romagna Wellcome” la rete di uffici IAT di prenotazione turistica in cui Cervia Turismo fa da capofila.

La Cgil: «A Ravenna 15 piattaforme a rischio chiusura entro il 2018»

Il segretario generale della Filctem: «Contraccolpi immediati
se dovesse vincere il Sì». I lavoratori: «L’ambiente non c’entra»

Il segretario generale della Filctem Cgil, Emilio Miceli, è intervenuto all’assemblea del distretto energetico Eni Upstream di Ravenna organizzata dalla Filctem provinciale. Il confronto con i lavoratori ha permesso di affrontare i dubbi e le incertezze che stanno attraversando tutti gli occupati, diretti indiretti, del polo energetico ravennate che attende, con grande attenzione, l’esito del referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile.

«La preoccupazione dei lavoratori è legittima – ha detto Miceli –. Il polo energetico di Ravenna rappresenta un insediamento fondamentale nel panorama italiano per le professionalità impiegate, per gli investimenti effettuati e per il grado di innovazione presente. L’attuale incertezza legislativa sul futuro delle attività di estrazione indebolisce il settore. Il rischio concreto è che si fermino gli investimenti. Il comparto energetico deve avere certezze nel medio e lungo periodo. Questo è fondamentale per le imprese che vi operano. Soltanto così potremo tutelare migliaia di posti di lavori».

Miceli è entrato poi nel dettaglio della situazione ravennate: «Se il referendum dovesse sancire lo stop delle attività, per le piattaforme del distretto ravennate ci sarebbero contraccolpi pressoché immediati, visto che molte delle licenze sul territorio stanno per giungere a scadenza. Siamo di fronte a una tematica molto complessa che richiede analisi approfondite di politica industriale. Il referendum sta invece creando una profonda instabilità che viene recepita in maniera estremamente negativa dalle imprese. Le conseguenze potrebbero essere molto gravi con un disimpegno progressivo delle aziende oggi presenti in Italia e a Ravenna».

L’assemblea è stata molto partecipata e si è prolungata ben oltre l’orario previsto. I lavoratori hanno sottolineato – scrivono dalla Cgil – come si stiano diffondendo slogan fuorvianti rispetto al tema del referendum e spesso basati su pregiudizi e scarsa conoscenza della materia. «I lavoratori – commenta il segretario provinciale della Filctem Cgil, Massimo Marani – ci chiedono di impegnarci per dare voce a una più corretta e visibile informazione. In Upstream c’è la consapevolezza che, qualora si affermassero i Sì, dopo il 17 aprile saranno le aziende a decidere le sorti di migliaia di lavoratori in base alla profittabilità complessiva dell’intero business, non certo in base alla chiusura di singole piattaforme. Peraltro le piattaforme di pertinenza ravennate a rischio chiusura entro il 2018, poiché si trovano entro le 12 miglia e in scadenza concessione, sono ben 15. Ciò significherebbe semplicemente la chiusura del Dics (il distretto centro-settentrionale, ndr)».

L’assemblea ha affidato a Miceli una lettera, per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, nella quale i lavoratori chiedono un intervento confederale a tutela della conservazione e della dignità del lavoro di decine di migliaia di persone che lavorano in ambito energetico, metalmeccanico, edile, servizi e trasporti, nel settore dell’oil&gas, sottolineando «l’inesistenza della contrapposizione tra ambiente e lavoro riguardo alle estrazioni».

La Cgil: «A Ravenna 15 piattaforme a rischio chiusura entro il 2018»

Il segretario generale della Filctem: «Contraccolpi immediati
se dovesse vincere il Sì». I lavoratori: «L’ambiente non c’entra»

Il segretario generale della Filctem Cgil, Emilio Miceli, è intervenuto all’assemblea del distretto energetico Eni Upstream di Ravenna organizzata dalla Filctem provinciale. Il confronto con i lavoratori ha permesso di affrontare i dubbi e le incertezze che stanno attraversando tutti gli occupati, diretti indiretti, del polo energetico ravennate che attende, con grande attenzione, l’esito del referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile.

«La preoccupazione dei lavoratori è legittima – ha detto Miceli –. Il polo energetico di Ravenna rappresenta un insediamento fondamentale nel panorama italiano per le professionalità impiegate, per gli investimenti effettuati e per il grado di innovazione presente. L’attuale incertezza legislativa sul futuro delle attività di estrazione indebolisce il settore. Il rischio concreto è che si fermino gli investimenti. Il comparto energetico deve avere certezze nel medio e lungo periodo. Questo è fondamentale per le imprese che vi operano. Soltanto così potremo tutelare migliaia di posti di lavori».

Miceli è entrato poi nel dettaglio della situazione ravennate: «Se il referendum dovesse sancire lo stop delle attività, per le piattaforme del distretto ravennate ci sarebbero contraccolpi pressoché immediati, visto che molte delle licenze sul territorio stanno per giungere a scadenza. Siamo di fronte a una tematica molto complessa che richiede analisi approfondite di politica industriale. Il referendum sta invece creando una profonda instabilità che viene recepita in maniera estremamente negativa dalle imprese. Le conseguenze potrebbero essere molto gravi con un disimpegno progressivo delle aziende oggi presenti in Italia e a Ravenna».

L’assemblea è stata molto partecipata e si è prolungata ben oltre l’orario previsto. I lavoratori hanno sottolineato – scrivono dalla Cgil – come si stiano diffondendo slogan fuorvianti rispetto al tema del referendum e spesso basati su pregiudizi e scarsa conoscenza della materia. «I lavoratori – commenta il segretario provinciale della Filctem Cgil, Massimo Marani – ci chiedono di impegnarci per dare voce a una più corretta e visibile informazione. In Upstream c’è la consapevolezza che, qualora si affermassero i Sì, dopo il 17 aprile saranno le aziende a decidere le sorti di migliaia di lavoratori in base alla profittabilità complessiva dell’intero business, non certo in base alla chiusura di singole piattaforme. Peraltro le piattaforme di pertinenza ravennate a rischio chiusura entro il 2018, poiché si trovano entro le 12 miglia e in scadenza concessione, sono ben 15. Ciò significherebbe semplicemente la chiusura del Dics (il distretto centro-settentrionale, ndr)».

L’assemblea ha affidato a Miceli una lettera, per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, nella quale i lavoratori chiedono un intervento confederale a tutela della conservazione e della dignità del lavoro di decine di migliaia di persone che lavorano in ambito energetico, metalmeccanico, edile, servizi e trasporti, nel settore dell’oil&gas, sottolineando «l’inesistenza della contrapposizione tra ambiente e lavoro riguardo alle estrazioni».

126 evasori totali, 54 lavoratori in nero, sequestri antimafia: i dati della finanza

Controlli anche nei distributori. Oltre 780 interventi fiscali

Oltre 780 tra verifiche, controlli e interventi vari contro l’evasione e le frodi fiscali, nel 2015, in provincia di Ravenna. Sono i dati dell’attività riferiti all’anno scorso della guardia di finanza di Ravenna, che ha denunciato 140 soggetti responsabili di 172 reati fiscali, di cui il 55 percento riguarda gli illeciti più gravi di emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta e occultamento di documentazione contabile.

La finanza ha inoltre individuato 126 evasori totali, ossia soggetti che, pur avendo svolto attività produttive di reddito, sono risultati completamente sconosciuti al fisco: una cosiddetta frode carosello per decine di milioni di euro, nonché due casi di evasione fiscale internazionale.

Sono stati scoperti 31 datori di lavoro che hanno impiegato 54 lavoratori in nero e 80 in maniera comunque irregolare.

La finanza ha sequestrato nel 2015 disponibilità patrimoniali e finanziarie per il recupero delle imposte evase nei riguardi dei responsabili di frodi fiscali per oltre 112 mila euro e ha avanzato proposte di sequestro per altri 57 milioni di euro.

Scoperte cinque violazioni nel campo delle imposte sulla produzione e sui consumi, con la denuncia di 4 soggetti; 21 gli interventi eseguiti nei distributori, con oltre 100 controlli sulla corretta erogazione dei carburanti e l’applicazione della disciplina dei prezzi esposti.

Nel corso dell’anno sono stati denunciati anche quattro persone per truffe nel settore previdenziale e al Sistema Sanitario Nazionale mentre sono stati effettuati 65 controlli volti a verificare la sussistenza dei requisiti di legge previsti per l’erogazione di prestazioni sociali agevolate e per l’esenzione ticket sanitario, con percentuali di irregolarità pari al 58 percento dei casi e un danno complessivo cagionato allo Stato di circa 16 mila euro.

Sono stati infine eseguiti 14 accertamenti economico-patrimoniali a carico di condannati e indiziati di appartenere ad associazioni mafiose e loro prestanome, che hanno riguardato complessivamente 20 posizioni e provvedimenti di sequestro ai sensi della normativa antimafia di 14 beni mobili e immobili, per un valore complessivo di circa 35 mila euro.

TUTTA L’ATTIVITA’ 2015 DELLA GUARDIA DI FINANZA NEL COMUNICATO STAMPA CHE PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE QUI SOTTO TRA GLI ALLEGATI.

126 evasori totali, 54 lavoratori in nero, sequestri antimafia: i dati della finanza

Controlli anche nei distributori. Oltre 780 interventi fiscali

Oltre 780 tra verifiche, controlli e interventi vari contro l’evasione e le frodi fiscali, nel 2015, in provincia di Ravenna. Sono i dati dell’attività riferiti all’anno scorso della guardia di finanza di Ravenna, che ha denunciato 140 soggetti responsabili di 172 reati fiscali, di cui il 55 percento riguarda gli illeciti più gravi di emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta e occultamento di documentazione contabile.

La finanza ha inoltre individuato 126 evasori totali, ossia soggetti che, pur avendo svolto attività produttive di reddito, sono risultati completamente sconosciuti al fisco: una cosiddetta frode carosello per decine di milioni di euro, nonché due casi di evasione fiscale internazionale.

Sono stati scoperti 31 datori di lavoro che hanno impiegato 54 lavoratori in nero e 80 in maniera comunque irregolare.

La finanza ha sequestrato nel 2015 disponibilità patrimoniali e finanziarie per il recupero delle imposte evase nei riguardi dei responsabili di frodi fiscali per oltre 112 mila euro e ha avanzato proposte di sequestro per altri 57 milioni di euro.

Scoperte cinque violazioni nel campo delle imposte sulla produzione e sui consumi, con la denuncia di 4 soggetti; 21 gli interventi eseguiti nei distributori, con oltre 100 controlli sulla corretta erogazione dei carburanti e l’applicazione della disciplina dei prezzi esposti.

Nel corso dell’anno sono stati denunciati anche quattro persone per truffe nel settore previdenziale e al Sistema Sanitario Nazionale mentre sono stati effettuati 65 controlli volti a verificare la sussistenza dei requisiti di legge previsti per l’erogazione di prestazioni sociali agevolate e per l’esenzione ticket sanitario, con percentuali di irregolarità pari al 58 percento dei casi e un danno complessivo cagionato allo Stato di circa 16 mila euro.

Sono stati infine eseguiti 14 accertamenti economico-patrimoniali a carico di condannati e indiziati di appartenere ad associazioni mafiose e loro prestanome, che hanno riguardato complessivamente 20 posizioni e provvedimenti di sequestro ai sensi della normativa antimafia di 14 beni mobili e immobili, per un valore complessivo di circa 35 mila euro.

TUTTA L’ATTIVITA’ 2015 DELLA GUARDIA DI FINANZA NEL COMUNICATO STAMPA CHE PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE QUI SOTTO TRA GLI ALLEGATI.

Oltre 20 stand di prodotti tipici in piazza: la prima volta di Bell’Italia a Ravenna

Nel weekend dal 18 al 20. Saranno coinvolti anche i ristoranti

“Bell’Italia” compie a Ravenna la sua quarta tappa del 2016: un viaggio iniziato nel 2006 alla scoperta dei sapori dei prodotti tipici provenienti da tutte le regioni d’Italia.

Da venerdì 18 a domenica 20 marzo Confesercenti e la società di organizzazione eventi Explicom, grazie alla compartecipazione del Comune di Ravenna, accompagneranno il pubblico, gli esperti e gli appassionati in un viaggio alla scoperta della cultura enogastronomica, delle tradizioni culinarie e alimentari di ogni città italiana.

La manifestazione, giunta a Ravenna quest’anno per la prima volta, ha l’obiettivo di promuovere la cultura enogastronomica italiana. Come? Trasformando la storica piazza del Popolo in un «unico, grande salone del gusto» attraverso, degustazioni, mostre mercato e spettacoli.

Negli oltre venti stand in piazza del Popolo dalle 9 alle 21 si potranno trovare i prodotti tipici: dallo speck tirolese al pecorino sardo, dai cannoli siciliani alla piadina romagnola, dal lardo di colonnata al tartufo d’Alba…

«Con questo appuntamento – ha dichiarato l’assessore al Turismo e al Commercio Massimo Cameliani durante la presentazione della manifestazione – apriamo il calendario degli eventi di primavera in piazza del Popolo, che da qui ai prossimi mesi accoglierà cittadini e turisti con numerose e interessanti iniziative. Lo facciamo cogliendo il messaggio lanciato l’anno scorso da Expo, cioè quello di valorizzare e far conoscere le eccellenze enogastronomiche italiane, attraverso una manifestazione già affermata a livello nazionale che per la prima volta arriva a Ravenna. Naturalmente non mancheranno i produttori locali e mi fa molto piacere che anche gli operatori del centro storico siano stati coinvolti. Inoltre la contemporanea presenza del mercato dell’antiquariato e dell’artigianato costituirà senz’altro un motivo di ulteriore richiamo».

Gianluca Gasperoni, presidente comunale di Confesercenti, ha sottolineato come per l’associazione siano state principalmente due le linee guida seguite nella scelta e nelle modalità organizzative di questo appuntamento: «Da una parte abbiamo voluto perseguire la valorizzazione di quello che si sta sempre più rivelando un asset strategico nel panorama economico a livello commerciale e turistico, cioè la promozione dell’enogastronomia di qualità. Dall’altra abbiamo tenuto come sempre ben presente la necessità di un ritorno per le attività del centro storico. Per questo abbiamo pensato a iniziative specifiche di valorizzazione delle produzioni locali e al coinvolgimento di diversi ristoranti del centro, che in queste tre giornate prepareranno piatti ad hoc ideati con prodotti regionali presenti all’interno della manifestazione. Abbiamo bisogno di eventi di qualità che attraggano persone che poi possano comprare nella rete commerciale della città».

I dettagli tecnici sono stati illustrati da Davide Berton di Explicom. La filosofia dell’evento è quella di unire la qualità dei prodotti con la tradizione culinaria delle nostre terre e le novità del mercato. Un appuntamento che mira a coniugarsi con le esperienze del territorio romagnolo: fra gli stand si potrà infatti assaporare la piadina artigianale della Piadineria Denise e degustare le eccellenze olearie e vinicole delle terre brisighellesi proposte dal CAB Terre di Brisighella.

Per l’occasione i ristoranti Taberna Boaria (via Mentana 33 – www.tabernaboaria.com), Naturalmente Burger (piazza Duomo 8 – www.naturalmenteburger.com) ristorante Verde Bio – Terrazza Einaudi (Piazzetta Einaudi 1 – http://www.ristoranteterrazzaeinaudi.it) e Ca’ de Vèn (via Corrado Ricci 24 – www.cadeven.it) proporranno, nelle serate di venerdì, sabato e domenica, un menu con le delizie regionali coinvolte.

Sabato 19, a partire dalle ore 17, inoltre, al ristorante caffetteria Due Dame (www.duedame.it) , in Piazza del Popolo, si svolgerà una degustazione di prosecco Conegliano-Valdobbiadene, con le etichette Col Vetoraz – Val D’oca – Ballancin.

Insieme alla manifestazione, il centro della città vedrà nel fine settimana anche la tradizionale mostra mercato dell’antiquariato e dell’artigianato e numerosi negozi aperti per l’occasione della Domenica delle Palme.

La prossima tappa della manifestazione sarà a Londra, dal 25 marzo.

Oltre 20 stand di prodotti tipici in piazza: la prima volta di Bell’Italia a Ravenna

Nel weekend dal 18 al 20. Saranno coinvolti anche i ristoranti

“Bell’Italia” compie a Ravenna la sua quarta tappa del 2016: un viaggio iniziato nel 2006 alla scoperta dei sapori dei prodotti tipici provenienti da tutte le regioni d’Italia.

Da venerdì 18 a domenica 20 marzo Confesercenti e la società di organizzazione eventi Explicom, grazie alla compartecipazione del Comune di Ravenna, accompagneranno il pubblico, gli esperti e gli appassionati in un viaggio alla scoperta della cultura enogastronomica, delle tradizioni culinarie e alimentari di ogni città italiana.

La manifestazione, giunta a Ravenna quest’anno per la prima volta, ha l’obiettivo di promuovere la cultura enogastronomica italiana. Come? Trasformando la storica piazza del Popolo in un «unico, grande salone del gusto» attraverso, degustazioni, mostre mercato e spettacoli.

Negli oltre venti stand in piazza del Popolo dalle 9 alle 21 si potranno trovare i prodotti tipici: dallo speck tirolese al pecorino sardo, dai cannoli siciliani alla piadina romagnola, dal lardo di colonnata al tartufo d’Alba…

«Con questo appuntamento – ha dichiarato l’assessore al Turismo e al Commercio Massimo Cameliani durante la presentazione della manifestazione – apriamo il calendario degli eventi di primavera in piazza del Popolo, che da qui ai prossimi mesi accoglierà cittadini e turisti con numerose e interessanti iniziative. Lo facciamo cogliendo il messaggio lanciato l’anno scorso da Expo, cioè quello di valorizzare e far conoscere le eccellenze enogastronomiche italiane, attraverso una manifestazione già affermata a livello nazionale che per la prima volta arriva a Ravenna. Naturalmente non mancheranno i produttori locali e mi fa molto piacere che anche gli operatori del centro storico siano stati coinvolti. Inoltre la contemporanea presenza del mercato dell’antiquariato e dell’artigianato costituirà senz’altro un motivo di ulteriore richiamo».

Gianluca Gasperoni, presidente comunale di Confesercenti, ha sottolineato come per l’associazione siano state principalmente due le linee guida seguite nella scelta e nelle modalità organizzative di questo appuntamento: «Da una parte abbiamo voluto perseguire la valorizzazione di quello che si sta sempre più rivelando un asset strategico nel panorama economico a livello commerciale e turistico, cioè la promozione dell’enogastronomia di qualità. Dall’altra abbiamo tenuto come sempre ben presente la necessità di un ritorno per le attività del centro storico. Per questo abbiamo pensato a iniziative specifiche di valorizzazione delle produzioni locali e al coinvolgimento di diversi ristoranti del centro, che in queste tre giornate prepareranno piatti ad hoc ideati con prodotti regionali presenti all’interno della manifestazione. Abbiamo bisogno di eventi di qualità che attraggano persone che poi possano comprare nella rete commerciale della città».

I dettagli tecnici sono stati illustrati da Davide Berton di Explicom. La filosofia dell’evento è quella di unire la qualità dei prodotti con la tradizione culinaria delle nostre terre e le novità del mercato. Un appuntamento che mira a coniugarsi con le esperienze del territorio romagnolo: fra gli stand si potrà infatti assaporare la piadina artigianale della Piadineria Denise e degustare le eccellenze olearie e vinicole delle terre brisighellesi proposte dal CAB Terre di Brisighella.

Per l’occasione i ristoranti Taberna Boaria (via Mentana 33 – www.tabernaboaria.com), Naturalmente Burger (piazza Duomo 8 – www.naturalmenteburger.com) ristorante Verde Bio – Terrazza Einaudi (Piazzetta Einaudi 1 – http://www.ristoranteterrazzaeinaudi.it) e Ca’ de Vèn (via Corrado Ricci 24 – www.cadeven.it) proporranno, nelle serate di venerdì, sabato e domenica, un menu con le delizie regionali coinvolte.

Sabato 19, a partire dalle ore 17, inoltre, al ristorante caffetteria Due Dame (www.duedame.it) , in Piazza del Popolo, si svolgerà una degustazione di prosecco Conegliano-Valdobbiadene, con le etichette Col Vetoraz – Val D’oca – Ballancin.

Insieme alla manifestazione, il centro della città vedrà nel fine settimana anche la tradizionale mostra mercato dell’antiquariato e dell’artigianato e numerosi negozi aperti per l’occasione della Domenica delle Palme.

La prossima tappa della manifestazione sarà a Londra, dal 25 marzo.

Quei minorenni fuori famiglia: l’Asp nel 2015 ha speso quasi 4 milioni di euro

Sono una quarantina gli under 18 in comunità, un centinaio invece
quelli in affido ad altre famiglie. E crescono i “non accompagnati”

È diventata una partita da quasi quattro milioni di euro all’anno di fondi pubblici quella che riguarda i minorenni (nei comuni di Ravenna e di Russi) a carico dell’Asp, l’azienda pubblica che si occupa dei servizi sociali.

«La nostra principale funzione è semplicemente tutelare i minori», chiarisce subito Samuele Bosi, da neanche un anno responsabile del rispettivo servizio dell’Asp, replicando anche al refrain vagamente complottista dei «servizi sociali che portano via i bambini alle famiglie».

Certo, capita anche a Ravenna di dover allontanare bambini dal nucleo naturale. In media una decina di volte all’anno, ma quasi sempre su decisione del tribunale (i servizi sociali hanno comunque facoltà di procedere autonomamente, secondo il codice civile).

Quando un minore viene allontanato dalla propria famiglia naturale (o è la stessa famiglia a volersene disfare, come può capitare, chiedendo l’aiuto dei servizi) viene ospitato in alcune comunità, case famiglia o centri educativi, dove a rigor di legge non dovrebbero restare per più di due anni, per poi fare ritorno nella propria famiglia (che nel frattempo gli assistenti sociali dovranno aver però “recuperato”) o in quella di genitori affidatari.

Erano una quarantina (a cui ne vanno aggiunti altri 29 in comunità insieme alle rispettive madri), a fine 2015, i minorenni detti “fuori famiglia”, sistemati in strutture a carico dell’Asp nei comuni di Ravenna e Russi, per una spesa annua complessiva di circa 2,2 milioni di euro di risorse pubbliche. Per ogni minore, infatti, l’Asp corrisponde a chi li ospita (non solo in strutture del territorio, ma spesso su richiesta del tribunale anche fuori provincia o regione) una retta che va da 76 euro fino a 120 al giorno, a seconda delle esigenze del minorenne. «In futuro – rivela Bosi – stiamo pensando alla possibilità di fare un bando pubblico (finora l’affidamento è diretto di volta in volta in base ai posti disponibili, ndr) per cercare di abbassare la spesa complessiva ed evitare che le strutture possano fare una sorta di “cartello”».

Nel Ravennate sono sei le strutture (tutte al momento piene o quasi) che ospitano minorenni in convenzione con l’Asp o con i Servizi sociali di altre città: il Villaggio del Fanciullo di Ponte Nuovo, i centri La Fenice e Tandem (gestiti dalla cooperativa sociale Il Cerchio), l’onlus Arcobaleno (collegata alla parrocchia di San Rocco) e la comunità Monsignor Morelli in pieno centro; fuori città invece da segnalare le comunità di Piangipane e di San Michele. Quasi tutti questi centri (fatta eccezione per il Morelli e l’Arcobaleno) ospitano esclusivamente i cosiddetti “non accompagnati”, cittadini stranieri minorenni giunti sul territorio senza famiglia, un fenomeno in rapida espansione in questi ultimi anni e che vedeva a fine 2015 la presenza di 110 soggetti (il doppio rispetto solo al 2012 quando erano 52), per cui complessivamente l’Asp ha speso l’anno scorso, in netta crescita quindi rispetto al passato, circa 1,3 milioni di euro.

Dalle varie comunità, come detto, i minori (stranieri non accompagnati compresi, anche se in rari casi) escono anche per essere accolti temporaneamente (la legge prevede un massimo di 4 anni) in famiglie affidatarie. A fine 2015 erano un centinaio (101 per la precisione) i minori in affido, tra cui una ventina con il “sostegno”, ossia con una famiglia che affianca quella naturale solo per alcuni momenti al giorno. L’Asp offre in questo caso un corrispettivo di 500 euro al mese a famiglia affidataria per sostenere le spese dei minori e l’anno scorso per questo motivo sono stati spesi complessivamente circa 340mila euro.
Anche in caso di affido, però, l’obiettivo finale dei servizi sociali è sempre quello di riportare il minorenne nella sua famiglia naturale. Nel caso che invece il servizio sociale e sanitario certifichino l’impossibilità del recuperarla, viene dichiarato lo stato di abbandono dal tribunale e il minorenne diventa a tutti gli effetti adottabile.

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