lunedì
28 Luglio 2025

250mila euro per le rampe e le strade di San Marco

L’intervento deciso dalla giunta su sollecitazioni del comitato cittadino e del consiglio territoriale competente

Le rampe di accesso (lato monte e lato mare) all’abitato di San Marco saranno interessate da interventi di adeguamento e riorganizzazione della circolazione. Nello stesso intervento saranno realizzate pavimentazioni su alcune strade della località di San Marco: via Chiesa, via del Pettirosso, via dello Storno, via dell’Allodola e tratti di via Argine destro Montone. L’intervento ha un importo complessivo di 250.000 euro.
Il relativo progetto esecutivo è stato approvato dalla giunta nella seduta di oggi, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Roberto Fagnani. L’intervento è stato studiato tenendo conto di sollecitazioni del comitato cittadino e del consiglio territoriale dell’area 2 “Ravenna sud”.
La soluzione idonea a garantire la maggior sicurezza è stata individuata nella scelta di adeguare la circolazione veicolare sulle rampe eseguendo interventi di posa in opera di guarda rail e riorganizzando la circolazione prevedendo un senso unico in uscita nella rampa lato monte (lato ovest) sulla strada provinciale Argine Sinistro Montone e un senso unico alternato con limitazione di velocità sulla rampa lato mare (lato est).

 

Il Ravenna FC risponde alla Ribelle: «Ripagheremo i danni. No a polemiche»   

Dopo le accuse del presidente Missiroli a seguito del derby di Castiglione arriva la replica del club ravennate

Il Ravenna Fc risponde al comunicato della società Ribelle, a firma del suo presidente Marcello Missiroli, in cui lamentava i danni arrecati  alla struttura di Castiglione durante il derby di serie D tra le due squadre. “Esprimiamo tutto il nostro rammarico per i danni arrecati alla struttura dello stadio di Castiglione da una sparuta frangia dei nostri sostenitori – scrivono dall’uffico stampa della società ravennate – auspichiamo che tali comportamenti non abbiano più a ripetersi in futuro anche perché ciò non rende merito alla nostra tifoseria, che negli anni ha sempre dimostrato di esprimere passione e attaccamento ai colori giallorossi. Ravenna FC, come già dichiarato al termine della gara, è pronta a risarcire i danni subiti domenica dalla Ribelle, con la consueta puntualità già dimostrata in precedenti occasioni (San Mauro Pascoli, Alfonsine e Castelmaggiore).” Tuttavia, non risparmiano una frecciata al presidente della squadra avversaria: “Ravenna FC non intende in alcun modo alimentare le sterili polemiche sollevate dal signor Missiroli. L’unico terreno su cui vogliamo cimentarci è quello agonistico e vogliamo tenerci il ricordo di un derby intenso, bello, appassionante e corretto tra due squadre che hanno onorato al meglio un evento tanto atteso.”

Allarme qualità dell’aria I grillini: «Ripensiamo la mobilità» 

Sforamenti quotidiani dei valori di legge sulle polveri sottili. La candidata sindaco del Movimento 5 Stelle su centro storico e traffico

Sono i grillini a lanciare l’allarme “Mal’aria” in questo dicembre di nebbia senza piogge e vento. Anche a Ravenna infatti i dati sulla qualità dell’aria pubblicati da Arpa segnalano sforamenti. Nell’immagine il riassunto della settimana conclusasi domenica, ma anche lunedì 21 alcune centraline della città hanno rilevato valori sopra i limiti di legge di polveri sottili.

“A malincuore – scrivono in proposito il consigliere comunale Lorenzo Gatti e la candidata sindaco Michela Guerra del Movimento 5 Stelle –  prendiamo atto che le misure contenute nel Piano Aria Integrato Regionale sono assolutamente insufficienti, come lo sono le ordinanze promosse dal sindaco. Occorrerebbe innanzitutto mettere in campo una strategia a lungo termine che miri a ridurre la componente del traffico privato (che rappresenta ancora più del 70% degli spostamenti) e incentivare fortemente la mobilità privata sostenibile (Car pooling e Car sharing) ed il trasporto pubblico investendo sull’innovazione del parco mezzi (per la maggior parte ancora a gasolio) e su politiche tariffarie più appetibili per l’utenza.  Se fossimo nei panni dell’Amministrazione cercheremmo di mettere in atto ad esempio una diversa regolamentazione per quanto riguarda l’accesso al centro cittadino. Limitazioni più stringenti al traffico veicolare urbano (alcune amministrazioni di città nella medesima emergenza hanno per esempio adottato la circolazione a targhe alterne) devono assolutamente essere discusse con le associazioni di categoria e con i cittadini. E’ necessario che i cittadini siano consapevoli di quanti sono gli effetti negativi sulla nostra salute e su quella dei nostri figli; è necessario che  i cittadini siano consapevoli del fatto che siamo davanti ad un problema risolvibile (a differenza di tanti altri) semplicemente con un cambio di alcune nostre abitudini. Non necessariamente si deve parlare di controlli elettronici come  il Sirio, ma proviamo a ragionare diversamente. Siamo certi che un passaggio rallentato dalla presenza agevolata di pedoni, bici e tavolini, sarebbe disincentivante per le macchine e apprezzato da chi vuole passeggiare frequentando le attività commerciali. Agevolazioni per l’utenza stradale debole, per i disabili o per le donne in stato di gravidanza e non spingendoli verso i centri commerciali periferici che hanno svuotato il centro”.

Elezioni 2016: Pri e Pd ancora insieme L’edera: «Sosteniamo De Pascale»  

Chiuso l’accordo con i dem dopo i mal di pancia dei mesi scorsi. Plauso a Mingozzi e l’indicazione di una necessità di un «cambio di passo»

L’alleanza tra Pri e Pd è cosa fatta con un applauso dell’Edera a Giannantonio Mingozzi per il suo operato da vicensidnaco e un sì convinto alla candidatura di Michele De Pascale da parte del Pd, dopo la tragica scomparsa di Enrico Liverani. Dunque l’edera correrà ancora una volta in coalizione con il Pd nelle amministrative 2016 dopo mesi in cui sembrava che invece l’edera potesse scegliere una strada alternativa a quella percorsa negli ultimi mandati. In una nota inviata alle redazioni si legge infatti: «Con un voto unanime (una sola astensione) la Direzione Comunale del PRI e la Consulta dei Segretari danno sostanzialmente il via libera all’alleanza del Pri col Pd in vista delle prossime elezioni amministrative».

«In particolare – si legge nel documento approvato – condividono la condotta tenuta nei rapporti con il PD, dopo la convergenza di quest’ultimo sulle linee programmatiche proposte col documento del 23 settembre. La prematura scomparsa del candidato sindaco proposto dal Pd aveva di fatto aperto un vuoto che solo attraverso un’assunzione diretta di responsabilità da parte del massimo dirigente del Pd, come giustamente indicato dal Segretario, poteva essere colmato. Pertanto, fermo restando i 4 punti di governance territoriale proposti (vedi correlati), la Direzione e la Consulta ritengono di condividere l’indicazione a sindaco di Michele de Pascale, per il senso di responsabilità che comporta la scelta della massima espressione del Pd. Conseguentemente invitano a proseguire il confronto sulle basi delle linee programmatiche marcatamente repubblicane proposte e su quelle di convergenze politiche che non potranno prescindere da una natura della coalizione fondata sull’asse PRI-PD, che assegna al partito un forte ruolo politico che caratterizzerà la nuova amministrazione».

Segue appunto il plauso al vicesindaco, in carica per il quarto mandato consecutivo e che già si può immaginare che non sarà riconfermato in quel ruolo: «La Direzione e la Consulta nel ringraziarlo per la qualità dell’impegno, riconoscono all’amico Giannantonio Mingozzi il merito di aver svolto, in questi anni, un ottimo lavoro nel ruolo di vicesindaco, dando visibilità al PRI in una situazione di assoluta difficoltà sia per la congiuntura sfavorevole sia per le drastiche riduzioni delle risorse agli enti locali».

E infine il messaggio di chiusura all’insegna del cambio di passo: «Consapevoli dell’importanza della prossima consultazione elettorale, soprattutto per le prospettive di ripresa e rilancio di città e territorio, la Direzione e la Consulta rimarcano la necessità di segnare un cambio di passo nell’azione amministrativa che riconsegni a Ravenna il ruolo che le compete nel panorama romagnolo, anche alla luce dei nuovi assetti istituzionali che andranno a prefigurarsi col superamento delle provincie».

Conserve all’aperto. Nel mirino dei Nas anche un’azienda ravennate

Controlli a tappeto in regione tra ristoranti, aziende e ipermercati

Ventotto irregolarità sui 100 controlli effettuati, una delle quali in provincia di Ravenna dove un’azienda sono stati rinvenuti circa 8.500 kg di conserve alimentari destinati alla realizzazione di monoporzioni, conservate all’esterno a cielo aperto e non in apparato frigorifero come previsto. I controlli a tappeto nel settore alimentare in regione dei Carabinieri del Nas di Bologna, nel quadro degli interventi programmati dal Comando CC Tutela per la Salute, di concerto con il Ministero della Salute, alla vigilia delle feste hanno portato a misure di sospensione e sanzione in varie province emiliano-romagnole, tra cui ristoranti, aziende produttive e centri commerciali della grande distribuzione. A seguito dei controlli sono state decise anche dieci sospensioni di attività (6 in provincia di Bologna; 3 in provincia di Forlì-Cesena; 1 in provincia di Ferrara), sono state sequestrate oltre 20 tonnellate di merci e alimenti per un valore complessivo di circa 100mila euro e una struttura del valore di circa 150mila euro in quanto adibita a mensa aziendale abusiva. Sono state effettuate 40 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 80mila euro e sono stati denunciati alle competenti Autorità Giudiziarie cinque responsabili d’azienda per tentata frode in commercio, detenzione e vendita di alimenti incattivo stato di conservazione e invasi da parassiti. In particolare, oltre appunto alle conserve trovate all’esterno di un’azienda nel ravennate, si è scoperto che in un ipermercato ed una rivendita alimentare in provincia di Bologna veniva procrastinata l’originale data di scadenza già fissata dal produttore, ponendo in vendita prodotti scaduti, in alcuni casi, anche da molti mesi; in un ristorante del bolognese e in un panificio/pasticceria del forlivese, sono stati rinvenuti carni, salumi, formaggi, semilavorati e materie prime destinate alla somministrazione ai clienti e alla preparazione dei prodotti da forno, in stato di alterazione con muffe e, in alcuni casi, presenza di parassiti mentre all’interno dei locali adibiti alla preparazione delle pietanze.

Mense a scuola, l’assessore Bakkali: «Ci interessa la qualità del servizio»

«Un vantaggio per Camst? Vero, ma è inevitabile e ammesso dalla legge. L’opposizione vuole solo strumentalizzare».

La discussa delibera per le mense scolastiche (vedi pagina 17) porta la firma dell’assessore comunale all’Istruzione Ouidad Bakkali che abbiamo intervistato sull’argomento che tanto sta facendo discutere.
Assessore, era proprio necessario procedere adesso, a fine mandato, con una delibera di questa portata e di almeno sei anni di durata?
«Sì, proprio per la delicatezza del tema e la necessità di garantire una continuità a servizi indispensabili. Perché la stessa obiezione non ci è stata fatta per esempio sui nidi? Sulla durata dell’appalto, oltre appunto a dover garantire la continuità, dobbiamo anche permettere alle aziende a cui chiediamo investimenti di poter rientrare, da qui nasce la formula 6 +3. Del resto va detto che anche noi che oggi ci accingiamo a fare il bando mettiamo mano a qualcosa che era stato deciso nove anni fa».
Proprio sulla questione degli investimenti si incentrata la polemica. Nel bando si chiederà infatti di allestire 43 cucine che Camst ha già e questo potrebbe favorirla.
«Che ci sia un vantaggio competitivo è palese e oggettivo, ma questo accade continuamente ed è ammesso dalla legge. Pensiamo a quando si fa una gara per lavori pubblici per stralci, per esempio: chi ha già i macchinari in sede è avvantaggiato. Io non posso considerare le condizioni di chi potrebbe partecipare, ma devo invece proeccuparmi che la gara sia contendibile e lo è. Lo è perché la base d’asta contempla l’ammortamento di un investimento che si aggira sui 3,2 milioni di euro per un bando da oltre 50milioni. Ma non possiamo sempre ripartire dall’anno zero».
La soluzione per mettere tutti davvero sullo stesso piano potrebbe essere l’acquisto delle cucine da parte del Comune?
«Come trent’anni fa? Mi pare una cosa impraticabile, anche perché quei soldi preferisco spenderli in altro…».
Ma il Comune non potrebbe ammortizzare quei costi sulle tariffe esattamente come fa l’azienda che vince l’appalto?
«E così il Comune dovrebbe accollarsi tutti i costi di manutenzione, senza considerare gli uffici tecnici nostri che dovrebbero occuparsene e tutte le normative in continuo mutamento sulle caratteristiche che devono avere queste attrezzature… servirebbe un assessorato alle cucine delle scuole, mi parrebbe tutto fuorché lungimirante. Ne abbiamo ben 43, perché questo è il modello che abbiamo scelto».
L’opposizione chiede allora che vengano almeno richieste cucine nuove, per chiunque vinca.
«Ma per quale ragione? A me interessa il servizio. Chiunque vinca potrà scegliere se mettere cucine nuove, usate, a noleggio. Non è di questo che si deve occupare la delibera».
Ma 43 cucine sono proprio necessarie?
«Si tratta di una scelta, a Bologna per esempio ci sono tre grandi centri che preparano i cibi per tutte le scuole. Noi abbiamo scelto e confermato invece l’idea delle cucine nei plessi scolastici per far sì che sia vicinanza tra i luoghi di produzione e preparazione e consumo. Il nostro costo di base su questo modello rodato è di 5,12 euro a pasto, a Bologna 4.88, non stiamo parlando di risparmi da capogiro».
Però chiedete anche una cucina sul territorio centralizzata per le emergenze. E anche questa, dicono sempre dall’opposizione, finisce per favorire Camst.
«Non possiamo pensare di restare senza una cucina centralizzata per le emergenze! Si tratta di un servizio fondamentale. Cosa faremmo nel caso ci fosse un guasto in una cucina? E in ogni caso, anche se decidessimo di cambiare modello, potrebbe essere comunque strumentalizzato»
Perché parla di strumentalizzazione?
«Perché sembra che l’unica cosa che interessi all’opposizione è non far vincere Camst. Noi invece vogliamo solo garantire il servizio secondo il modello che abbiamo scelto e prepariamo il bando a norma di legge, dando un punteggio importante alla qualità. Del resto, veniamo attaccati perché dicono che facciamo vincere le solito cooperative, e quando non vincono cooperative del territorio, come nel caso pre-post scuola, veniamo attaccati per il motivo opposto…»
Ci aveva annunciato l’intenzione di inserire nel bando anche la richiesta di progetti contro lo spreco di cibo…
«Sì, chiediamo anche una certa quantità di prodotti a km 0 e di prodotti biologici e come Comune stiamo anche ragionando su progetti insieme a Legambiente per esempio per il recupero della frutta non consumata».
Rispetto al contratto in corso ci sono cambiamenti sostanziali?
«Solo il fatto che l’azienda che vince l’appalto dovrà provvedere anche alla dietista, la persona che segue le diete particoli per ragioni di salute o etico-religiose (i menù sono invece stabiliti dell’Ausl, ndr). Per il resto resteranno le nostre modalità di monitoraggio inclusi i gruppi di assaggio con insegnanti e genitori».

Mense scolastiche, Ancisi all’attacco «Camst favorita dal bando»

In consiglio comunale sta per essere discussa la delibera e l’opposizione non ci sta. In ballo un appalto da oltre 50milioni di euro

Servono almeno tre toppe per migliorare la delibera da cui nascerà la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di ristorazione scolastica del Comune di Ravenna. La pensa così Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna e decano dell’opposizione in consiglio comunale che ha annunciato l’intenzione di rivolgersi alla Procura e che oggi è pronto a dare battaglia in consiglio comunale durante la discussione della libera. Lo avevamo intervistato sul tema qualche giorno fa. In allegato l’emendamento a sua firma alla delibera.

Il nodo principale riguarda le cucine. I locali sono dell’amministrazione pubblica ma gli arredamenti e le attrezzature dovranno essere fornite dal vincitore del bando: «È ovvio che in questo modo l’attuale fornitore del servizio ha un vantaggio avendo già tutto installato. Per i 43 punti cottura parliamo di qualcosa che sta tra 3,2 e 3,6 milioni di euro che sono una bella cifra su 55 milioni di appalto». La proposta per cancellare eventuali vantaggi è quella di «obbligare la rimozione di tutti gli arredi e imporre al vincitore l’acquisto di materiale nuovo».
Poi c’è la questione del bilanciamento tra qualità e offerta economica nella valutazione delle proposte concorrenti: «Su 100 punti ne vengono dati 70 per la qualità e 30 per l’offerta economica. Andrebbe riequilibrato perché si rischia che nella valutazione della qualità possa passare di tutto. Anche perché mettere un prodotto di un certo tipo potrebbe valere molti punti come qualità ma poi si dovrà vedere quanto costa l’inserimento di quel prodotto».
E infine la cucina centralizzata che serva per casi di emergenza non convince il consigliere comunale: «Il Comune si vanta di avere 43 cucine dislocate che consentono una qualità migliore e poi chiede una cucina centrale per i casi di emergenza ma questo fa sì che un’azienda da fuori faccia più fatica ad avvicinarsi al territorio dove non ha altri punti utilizzabili».
Sulla vicenda Ancisi promette battaglia: «Ho raccolto una montagna di documentazione sugli appalti trascorsi dal 1998 e ho in mente un pacchetto di proposte per migliorare il bando che si tradurranno in emendamenti pronti per il 22 quando si voterà. Il tutto con un fine unico: «Garantire una vera par condicio per chi vuole concorrere a un appalto pubblico. Che ci sia un problema di accessibilità credo sia innegabile visto che nove anni fa al momento del rinnovo si presentò solamente la Camst che era la società che già aveva il precedente appalto quinquennale. Una sola società per un affare da 40-50 milioni? Forse bisogna farsi delle domande». Un solo concorrente e poco risparmio le casse pubbliche: «Nel 2002 c’era un’altra società e Camst vinse con un ribasso del 7 percento. Nel 2007 invece il ribasso è stato appena dello 0,43 percento, un po’ poco».

Per chi volesse approfondire, in allegato anche il comunicato stampa emesso dopo una conferenza stampa sull’argomento.

Il patron del Palermo contro l’arbitro: «È di Ravenna, come il nostro allenatore»

Michael Fabbri nel mirino di Zamparini: «Abita vicino a Ballardini Ne è stato influenzato. In futuro sarebbe meglio evitare…» 

L’arbitro ravennate Michael Fabbri ha fatto infuriare il vulcanico presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, secondo il quale avrebbe di fatto deciso il match di domenica contro la Sampdoria, perso 2-0 dai siciliani. Sarebbero tre i «rigori netti» a favore del Palermo (allenato da un altro ravennate, Davide Ballardini) non assegnati da Fabbri secondo Zamparini, che ha attaccato pesantemente il direttore di gara: «Questo soggetto deve andare a scuola di arbitraggio prima di tornare a provocare danni sui campi da calcio».

Infine, con un comunicato pubblicato sul sito internet del Palermo, Zamparini pare quasi aver trovato in Ravenna la causa di tutto.

«Abbiamo appreso che l’arbitro Fabbri risiede a Ravenna a poche centinaia di metri dal nostro allenatore Ballardini – scrive Zamparini –. Ritengo il suo arbitraggio condizionato in maniera determinante da ciò: per dimostrare di non essere influenzato da questa vicinanza, Fabbri ha inconsciamente massacrato i diritti del Palermo. È necessario che in futuro il designatore si faccia segnalare prima tali coincidenze onde evitare arbitraggi spiacevoli e ingiusti».

Il patron del Palermo contro l’arbitro: «È di Ravenna, come il nostro allenatore»

Michael Fabbri nel mirino di Zamparini: «Abita vicino a Ballardini Ne è stato influenzato. In futuro sarebbe meglio evitare…» 

L’arbitro ravennate Michael Fabbri ha fatto infuriare il vulcanico presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, secondo il quale avrebbe di fatto deciso il match di domenica contro la Sampdoria, perso 2-0 dai siciliani. Sarebbero tre i «rigori netti» a favore del Palermo (allenato da un altro ravennate, Davide Ballardini) non assegnati da Fabbri secondo Zamparini, che ha attaccato pesantemente il direttore di gara: «Questo soggetto deve andare a scuola di arbitraggio prima di tornare a provocare danni sui campi da calcio».

Infine, con un comunicato pubblicato sul sito internet del Palermo, Zamparini pare quasi aver trovato in Ravenna la causa di tutto.

«Abbiamo appreso che l’arbitro Fabbri risiede a Ravenna a poche centinaia di metri dal nostro allenatore Ballardini – scrive Zamparini –. Ritengo il suo arbitraggio condizionato in maniera determinante da ciò: per dimostrare di non essere influenzato da questa vicinanza, Fabbri ha inconsciamente massacrato i diritti del Palermo. È necessario che in futuro il designatore si faccia segnalare prima tali coincidenze onde evitare arbitraggi spiacevoli e ingiusti».

Da Castiglione ora smorzano i toni dopo il derby col Ravenna

Il consigliere regionale Figc Targhini: «Il sindaco era tra i tifosi del Ravenna per cercare di calmarli, lo ringrazio».

A smorzare i toni nel giorno dopo il derby, soprattutto dopo le dichiarazioni del presidente della Ribelle Marcello Missiroli (vedi articoli correlati), è Giovanni Targhini, protagonista in passato dell’ascesa della squadra di Castiglione di Ravenna e ora consigliere regionale della Lega Nazionale Dilettanti della Figc.

Il derby è quello andato in scena domenica a Castiglione con il blasonato Ravenna, terminato 1 a 1, con alcuni atti di vandalismo che si sono registrati (a quanto pare anche dall’arbitro nel suo referto) sugli spalti, ad opera dei tifosi ospiti.

Missiroli ha colto l’occasione per punzecchiare anche il sindaco Fabrizio Matteucci, reo – secondo il presidente – di non aver preso posto nel settore a lui riservato dalla squadra di casa e di essere rimasto invece insieme ai tifosi del Ravenna, nonostante anche la Ribelle sia una squadra del Comune che amministra. «In realtà – ci dice al telefono Targhini, presente alla partita in veste di tifoso e di consigliere Figc, non avendo più ruoli all’interno della Ribelle –, Matteucci è arrivato a partita iniziata, nel secondo tempo, e non ha voluto disturbare gli spettatori per raggiungere il proprio posto sugli spalti. D’altronde neppure io ero in tribuna, ci siamo salutati e il sindaco ha cercato di calmare alcuni dei tifosi più esagitati o comunque alterati del Ravenna». Targhini, quindi, a differenza del suo ex presidente, ringrazia il sindaco Matteucci, «e ringrazio la forza pubblica e la Digos che hanno tenuto sempre in pugno la situazione. Ci sono stati dei danni, è vero, ma sono cose che possono succedere purtroppo. Ora la società farà una stima e vedremo di trovare una soluzione». È molto probabile, se il referto dell’arbitro lo confermerà, che sarà lo stesso Ravenna a farsi carico dei danni, a questo punto.

Da Castiglione ora smorzano i toni dopo il derby col Ravenna

Il consigliere regionale Figc Targhini: «Il sindaco era tra i tifosi del Ravenna per cercare di calmarli, lo ringrazio».

A smorzare i toni nel giorno dopo il derby, soprattutto dopo le dichiarazioni del presidente della Ribelle Marcello Missiroli (vedi articoli correlati), è Giovanni Targhini, protagonista in passato dell’ascesa della squadra di Castiglione di Ravenna e ora consigliere regionale della Lega Nazionale Dilettanti della Figc.

Il derby è quello andato in scena domenica a Castiglione con il blasonato Ravenna, terminato 1 a 1, con alcuni atti di vandalismo che si sono registrati (a quanto pare anche dall’arbitro nel suo referto) sugli spalti, ad opera dei tifosi ospiti.

Missiroli ha colto l’occasione per punzecchiare anche il sindaco Fabrizio Matteucci, reo – secondo il presidente – di non aver preso posto nel settore a lui riservato dalla squadra di casa e di essere rimasto invece insieme ai tifosi del Ravenna, nonostante anche la Ribelle sia una squadra del Comune che amministra. «In realtà – ci dice al telefono Targhini, presente alla partita in veste di tifoso e di consigliere Figc, non avendo più ruoli all’interno della Ribelle –, Matteucci è arrivato a partita iniziata, nel secondo tempo, e non ha voluto disturbare gli spettatori per raggiungere il proprio posto sugli spalti. D’altronde neppure io ero in tribuna, ci siamo salutati e il sindaco ha cercato di calmare alcuni dei tifosi più esagitati o comunque alterati del Ravenna». Targhini, quindi, a differenza del suo ex presidente, ringrazia il sindaco Matteucci, «e ringrazio la forza pubblica e la Digos che hanno tenuto sempre in pugno la situazione. Ci sono stati dei danni, è vero, ma sono cose che possono succedere purtroppo. Ora la società farà una stima e vedremo di trovare una soluzione». È molto probabile, se il referto dell’arbitro lo confermerà, che sarà lo stesso Ravenna a farsi carico dei danni, a questo punto.

Ruba profumi da Coin e poi scappa a forza di spintoni e spallate

Arrestato dai carabinieri dopo la fuga, nei pressi della stazione

Nella mattinata di ieri, domenica 20 dicembre, è entrato al Coin di via di Roma, in centro a Ravenna, con una borsa appositamente schermata, in modo da non far suonare l’antifurto all’uscita. Al suo interno ha nascosto, tentando di rubare, articoli (quasi tutti profumi) per un valore di circa 300 euro. Gli uomini della sorveglianza hanno però notato il suo comportamento sospetto e all’uscita l’hanno fermato.

L’uomo – un quarantenne rumeno residente nel Sud Italia ma con diversi piccoli precedenti qui in Romagna – si è però liberato con spallate e spintoni dandosi alla fuga. I carabinieri, allertati dai vigilantes e sulla base della loro descrizione, lo hanno rintracciato nei pressi della stazione, recuperando la refurtiva e arrestandolo per rapina aggravata.

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