venerdì
18 Luglio 2025

Santa Teresa investe 500mila euro nella Casa della Carità: da 25 posti letto a 66

L’opera religiosa amplia la struttura nella Fondazione che aiuta i bisognosi: 14 posti destinati al dormitorio per chi vive in strada per supportare il dormitorio di San Rocco. Raccolta fondi online per le porte tagliafuoco

È partito il 19 febbraio scorso il cantiere per l’ampliamento della Casa della Carità dell’opera religiosa Santa Teresa a Ravenna. Con un investimento totale di circa 500mila euro la capacità ricettiva sarà più che raddoppiata, portando gli attuali 25 posti letto a 66. I lavori dovrebbero concludersi entro il 2024. La Casa della Carità accoglie e ospita persone autosufficienti: rappresentanti del mondo ecclesiastico che non necessitano di particolare assistenza socio-sanitaria e bisognosi in generale in cerca di ospitalità temporanea (rifugiati e migranti, persone senza dimora, mamme con bambini e persone con problemi di fragilità psicologica).

Dei 66 posti, 14 (e fino a 18 in casi di emergenza) sono destinati a dormitorio per accogliere chi vive per strada e supportare le attività dello storico dormitorio diocesano di San Rocco, non in grado di rispondere alle sempre più numerose richieste di aiuto. Si conferma così la sinergia tra l’opera di Santa Teresa, la Caritas e la parrocchia di San Rocco.

Il progetto di ampliamento della Casa della Carità richiede importanti interventi per l’adeguamento alla normativa prevenzione incendi. Alcuni sono già partiti come quelli per l’installazione di una seconda scala di emergenza, altri partiranno nei prossimi mesi (sostituzione di tutte le porte delle camere con porte resistenti al fuoco e dotate di dispositivi auto chiusura, compartimentazione di alcune aree). Non mancheranno i lavori per la riqualificazione degli spazi (tinteggiatura delle pareti e degli infissi interni, ammodernamento di alcuni bagni, sostituzione di parte degli arredi, ecc.), per migliorare gli impianti elettrici (montaggio luci a led e installazione nei corridoi dei sensori di movimento) e per innovare l’impianto di trattamento aria/condizionamento, anche attraverso l’installazione di pompe di calore.

Sul progetto del dormitorio è partita da qualche settimana una campagna di raccolta fondi online. Nello specifico, il ricavato servirà a sostenere le spese per l’acquisto e il montaggio delle 24 porte ignifughe, che sostituiranno le porte attuali degli spazi e delle camere del futuro dormitorio. La raccolta, pubblicata su ideaginger.it, parte da uno step iniziale di 5mila euro, il costo equivalente per l’acquisto di 6 porte. Raggiunto questo “traguardo” prima della fine della campagna (7 aprile), la campagna sarà rilanciata per provare ad ottenere i fondi necessari ad acquistare le porte mancanti. Ad oggi, sono 18 i sostenitori tra aziende, associazione e individui che hanno scelto di aderire.

«Ringraziamo i tanti che stanno partecipando alla campagna, quelli già visibili in piattaforma e quelli che ci hanno garantito il loro supporto – afferma il vicedirettore Luciano Di Buò -. Per dare una speranza di ripartenza a chi si trova solo, per strada, è importante raccogliere il sostegno di tutta la nostra comunità. Per questo ci appelliamo a quanti, aziende, organizzazioni ed enti del territorio, vogliano starci vicino e sostenerci nella realizzazione del progetto».

L’opera Santa Teresa è disponibile ad accogliere aziende o professionisti interessati a sopralluoghi per approfondire e visionare il progetto di ampliamento, il suo stato di avanzamento: contattare Luciano Di Buò al 349-8906910 o via email a luciano.dibuo@operasantateresa.com.

Nuovo parco fotovoltaico di Eni: 11 ettari di pannelli, energia per 3mila famiglie

Installati diecimila pannelli su strutture che inseguono il sole per la massima resa

Impianto Fotovoltaico Ponticelle RavennaÈ operativo il nuovo impianto fotovoltaico Ponticelle a Ravenna. Lo annuncia la società Plenitude del gruppo Eni. L’impianto, con una capacità installata di 6 MW, si sviluppa su un’area industriale di 11 ettari adiacente a via Canale Magni, tra la zona artigianale Bassette e il petrolchimico, ed è costituito da oltre diecimila pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino. I pannelli, di tipo bifacciale, utilizzano anche il retro per la produzione di energia e sono montati su strutture speciali ad inseguimento solare.

Il nuovo parco fotovoltaico rientra nell’iniziativa di riqualificazione produttiva di un’area industriale dismessa di complessivi 26 ettari, completamente bonificata e di proprietà di Eni Rewind. La stessa area, a seguito dell’intervento di risanamento ambientale, ospiterà inoltre una piattaforma di bio recupero dei terreni e una piattaforma polifunzionale di pretrattamento dei rifiuti, quest’ultima in partnership con Herambiente.

L’impianto fotovoltaico, che sarà connesso alla rete elettrica nelle prossime settimane, ha già la predisposizione di un sistema di accumulo di energia, che utilizzerà una nuova generazione di batterie (batteria a flusso), su cui l’unità di ricerca e sviluppo di Eni sperimenterà soluzioni innovative. A regime l’impianto fotovoltaico produrrà energia equivalente al fabbisogno di oltre 3.000 famiglie (calcolo basato sul consumo medio annuo stimato di elettricità in Italia pari a 2.700 kWh/anno secondo i dati pubblicati da Arera nella Relazione Annuale 2022).

Insulti razzisti al Pala De André: «Gesto isolato, non infanghiamo il movimento»

Ululati di due tifosi della capolista Grottazzolina nei confronti del ravennate Martins Arasomwan

Consar Ravenna Martins Arasomwan

La Consar Ravenna ha perso al tie-break al Pala De André la sfida contro la capolista Grottazzolina, ma la partita (valida per il campionato nazionale di A2 di volley) passa in secondo piano in seguito agli insulti razzisti dei tifosi ospiti nei confronti del centrale della Consar di origini nigeriane, Martins Arasomwan.

«La M. & G. Scuola Pallavolo prende pubblicamente le distanze dall’episodio di razzismo avvenuto nei confronti del giocatore ravennate Arasomwan – si legge in una nota di Grottazzolina –, al quale la società intende mostrare solidarietà e vicinanza. L’episodio, prontamente stigmatizzato anche dall’allenatore marchigiano Ortenzi nelle interviste dell’immediato post match, è sicuramente stato infelice e le scuse della società vanno in primis al ragazzo e, per estensione, alla società Porto Robur Costa e a tutto il pubblico presente. La società ha provveduto immediatamente ad individuare i sostenitori sugli spalti responsabili del gesto, nei confronti dei quali si riserva di agire nelle sedi opportune. La società ritiene altresì di difendere il nome della propria realtà e della propria tifoseria, affinché un gesto isolato ed infelice di due individui non finisca per infangare il nome di un intero movimento che da oltre cinquant’anni svolge attività agonistica di alto livello, e che nella sua lunga storia ha accolto da atleti e da avversari moltissimi ragazzi dalla provenienza più disparata, senza che mai si sia verificato un episodio simile».

Anche il coach ravennTE Marco Bonitta nel post gara ha rilasciato una dichiarazione su questo episodio: «L’insulto razzista? L’abbiamo sentito e segnalato e che dispiace perché questi non sono modi di fare tifo. Nel calcio fermano la partita, qui sembra che non si possa fare».

La “cena itinerante” quest’anno non si farà a Faenza

L’evento di Distretto A si sposta a Modigliana, in giugno

Cena Itinerante Faenza
Distretto A, enogastronomia, arte, Cena Itinerante, feste, centro storico, foto Stefano Tedioli

La “cena itinerante”, uno degli eventi più di successo di Faenza, abbandona la città manfreda, almeno per questo 2024. La conferma arriva dagli organizzatori dell’associazione Distretto A. L’edizione 2024 si svolgerà in giugno a Modigliana.

A Faenza sarebbero venute a mancare le condizioni per poter replicare l’evento nella sua filosofia originaria con il rischio di vederlo trasformato – dicono gli organizzatori – in una sorta di “sagra di paese”. Le conseguenze dell’alluvione e problemi burocratici pare abbiano fatto il resto.

Nel 2025 chissà, ma per il 2024 è deciso: «Spostiamo l’evento dalle strade del Distretto alle strade di un borgo sulle nostre colline, sfregiato da frane e terremoto».

Chiude il mercato tutelato di gas e luce. Cambiamenti per un’utenza su cinque

Sul mercato libero in provincia 200 operatori per l’energia elettrica e 150 per il metano

BulbIl mercato dell’energia (gas naturale e luce) in Italia è in una fase di cambiamento importante. Siamo alla fine della coesistenza in parallelo di mercato tutelato (chiamato anche “servizio di maggior tutela”) e mercato libero: resterà solamente il secondo, nato circa vent’anni fa, in cui dovranno entrare gli utenti del primo. In estrema sintesi, si chiude quel mercato in cui prezzi e condizioni contrattuali erano definiti dallo Stato e resta solo quello in cui gli operatori definiscono le proprie offerte e sta al consumatore scegliere la proposta ritenuta migliore. Per le utenze domestiche la fine del mercato tutelato per il gas si è concretizzata il 31 dicembre scorso, per l’energia elettrica arriverà il prossimo 30 giugno. Per le imprese il passaggio è avvenuto negli anni scorsi.

Lo scenario ravennate
In provincia di Ravenna ci sono attualmente 29mila utenze domestiche di energia elettrica servite a maggior tutela, circa il 21 percento del totale. La media nazionale è il 29 percento: si va dal 40 di Trento al 17 di Biella, passando per il 30 di Rimini e il 24 percento di Forlì-Cesena. Per il gas la fetta di utenti nel mercato tutelato in provincia di Ravenna è il 20 percento contro il 31 della media nazionale (i due estremi in Italia sono il 42 di Trento e il 16 di Sondrio).
In provincia solo tre aziende possono offrire contratti nel mercato tutelato: due per il gas (Hera Comm e Eni Plenitude a seconda dei comuni) e una per la luce (Hera Comm a Massa Lombarda, Sant’Agata e Bagnara; Servizio Elettrico Nazionale negli altri 15 comuni). I contatori del gas appartengono a Hera o Eni, quelli del- la luce a Enel Distribuzione e questo non cambierà. Secondo i dati di Arera, aggiornati a ottobre 2023, in provincia sono attivi 207 venditori di energia elettrica e 157 di gas naturale sul mercato libero.

Placet gas
Chi si trovava in regime di tutela per il gas, non rientrava nella categoria vulnerabili e non è passato volontariamente al mercato libero è passato d’ufficio nel libero rimanendo con lo stesso fornitore che aveva (prima in tutela) con una tariffa chiamata “placet in deroga”. Con un gioco di parole dal latino, Placet è l’acronimo di “prezzo libero a condizioni equiparate di tutela”. Sono particolari tariffe a prezzo variabile standard dove anche il metro cubo di gas ha un prezzo definito dall’autorità: pari al prezzo all’ingrosso del gas (l’indice Psv) più 5 centesimi di euro. C’è poi la quota di commercializzazione che è stata definita da ciascun fornitore, un costo fisso che, in ogni caso e a prescindere dai consumi, sarà fatturato dal fornitore. Secondo Arera a settembre 2023 per il gas in provincia erano complessivamente circa 189mila i punti di fornitura domestici. Hera Comm ne serviva 23mila in tutela, di questi circa 11mila a gennaio sono migrati alla tariffa placet.

Stg per la luce
Dal prossimo luglio il servizio di maggior tutela per l’energia elettrica verrà sostituito dal servizio a tutele graduali (Stg) in cui rientrerà chi al 30 giugno non sarà passato volontariamente al mercato libero. La fase Stg è stata istituita per garantire una continuità della fornitura di energia elettrica a tutti coloro che non avranno scelto un fornitore del mercato libero, quindi non si corre il rischio di interruzione della fornitura. I clienti domestici elettrici già passati al mercato libero hanno il diritto di rientrare nel servizio di maggior tutela fino a fine giugno 2024: in provincia di Ravenna bisogna rivolgersi a Servizio Elettrico Nazionale.

Le aste
Il territorio italiano è stato diviso in 26 aree (ciascuna con un numero di clienti medio di 220mila unità) e per ognuna di esse, tramite un’asta che si è svolta lo scorso 10 gennaio, lo Stato ha scelto un operatore (chiamato anche provider) a cui a luglio verranno assegnate le utenze rimaste in regime di tutela per la luce. Un singolo operatore poteva aggiudicarsi al massimo sette aree.

Area Sud 4
La provincia di Ravenna rientra nella zona chiamata Area Sud 4 che comprende anche Forlì-Cesena, Rimini, Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo. Il fornitore selezionato è Hera Comm (vedi pagina accanto) che si è aggiudicato anche altre sei aree (per un totale di 37 province). Le altre 19 aree in Italia sono state distribuite tra sei operatori: Enel Energia (7), Edison (4), Illumia (3), A2A (2), Iren (2), Eon (1).

Tariffe Stg
Le condizioni economiche definitive del servizio a tutele graduali (Stg) saranno uguali in tutta Italia e potranno essere definite e rese note solo a giugno. Queste condizioni economiche includono la media ponderata dei prezzi di aggiudicazione delle aste calcolata tenendo conto del numero di clienti presenti in ciascuna area che si stima passeranno al Stg (il cosiddetto “parametro gamma” espresso in euro/Pod/anno). Saranno poi aggiornate annualmente sempre in funzione del numero di clienti riforniti nel Stg. «A titolo esemplificativo e non definitivo – si legge in un comunicato di Arera –, sulla base dei dati attualmente disponibili relativi al numero di clienti coinvolti, e non su quelli effettivi di giugno 2024, il “parametro gamma” sarebbe pari a -73 euro/Pod/anno». La tariffa in bolletta è composta da una quota variabile e una fissa. La parte variabile è composta da: un prezzo variabile per l’approvvigionamento; un corrispettivo definito dall’Arera in euro/kWh per i costi di sbilanciamento e un prezzo unico nazionale (Pun), ossia una quota fissa in euro al mese definita in funzione dei prezzi di aggiudicazione emersi dalla gara, che include le restanti voci (il “parametro gamma”). Il prezzo finale nella bolletta del Stg è composto anche dalle altre componenti come la spesa per il trasporto e gestione contatore e gli oneri di sistema che rimangono sempre stabilite dall’Autorità e quindi uguali nel mercato libero.

Durata Stg
Il regime Stg durerà tre anni, poi gli utenti rimasti nel servizio di tutele graduali dovranno passare al mercato libero ma ancora non sono note le modalità con cui avverrà.

I vulnerabili
Il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero non riguarda però tutti i clienti domestici. Restano nel servi- zio a maggior tutela i cosiddetti vulnerabili: chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio, percettori di bonus); soggetti con disabilità (articolo 3, legge 104/1992); chi ha un’utenza in una struttura abitativa di emergenza post eventi calamitosi; chi ha più di 75 anni; chi ha utenza in un’isola minore non interconnessa.

 

Cos’è l’Autorità dell’energia?
L’Arera, acronimo di Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, è un organismo indipendente istituito con la legge del 1995 di liberalizzazione del mercato dell’energia e del gas. Si tratta di un organo collegiale composto da un presidente e da quattro membri (nominati con decreto del presidente della Repubblica) che restano in carica per sette anni e che non sono rinnovabili. Questa autorità amministrativa indipendente svolge una fondamentale attività di regolazione e di controllo negli ambiti dell’energia elettrica e del gas naturale, oltre che nei settori dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore. L’Arera aggiorna con cadenza trimestrale le condizioni economiche di riferimento per i clienti che non hanno ancora scelto il mercato libero nei settori energetici e promuove l’uso razionale dell’energia, incentivando la diffusione dell’efficienza energetica e l’adozione di misure per uno sviluppo sostenibile. Inoltre, stabilisce, per i settori energetici, le tariffe per l’utilizzo delle infrastrutture e predispone e aggiorna il metodo tariffario per la determinazione dei corrispettivi per il servizio idrico integrato e per il servizio integrato dei rifiuti.

Cos’è il mercato tutelato?
Fino all’entrata in vigore del decreto Bersani nel 1999, elettricità e gas potevano essere venduti al consumatore finale solo dalla società che gestiva la rete di distribuzione. Il decreto ha separato l’attività di gestione della rete dall’attività di commercializzazione di corrente elettrica e gas. Si sono creati dunque i presupposti perché anche soggetti che non disponevano dell’infrastruttura potessero vendere direttamente al cliente. Il consumatore, però, non era obbligato a cambiare fornitore. Chi lo desiderava (o meglio: chi non desiderava passare a un operatore commerciale) poteva rimanere con il suo gestore precedente, ovvero con la società che, in quella zona, aveva in gestione la rete di distribuzione. Chi ha deciso in questo senso è rimasto dunque in un mercato non esposto ai movimenti delle offerte commerciali, un mercato in cui le tariffe sono definite da un ente regolatore nazionale, Arera: quello che appunto è stato chiamato mercato tutelato e che ora si chiude.

In che mercato sono?
Per chi avesse dei dubbi sulla propria situazione, è sufficiente vedere se la bolletta riporta la dicitura “servizio di maggior tutela” oppure “mercato libero”. Una voce che la maggior parte delle volte si trova in alto a sinistra.

Incidente vicino a Ghibullo, Ravegnana chiusa

Quattro veicoli coinvolti, nessun ferito

INCIDENTE MORTALE AUTO CAMION ADRIATICA ALTEZZA ITALFRUTTA RAVENNAA causa di un incidente, un tratto della strada statale 67 – Ravegnana –  è provvisoriamente chiusa, in entrambe le direzioni in corrispondenza del territorio di Ghibullo.

L’incidente avvenuto al km 207,500 ha coinvolto quattro veicoli ma non si registrano feriti. Attualmente sono in corso le operazioni di rimozione dei mezzi.

Il personale Anas è intervenuto sul posto per la gestione della viabilità e per ripristinare la circolazione appena possibile.

[+++AGGIORNAMENTO+++ La strada è stata riaperta attorno alle 19.30 di domenica 26 febbraio]

Il Ravenna pareggia a San Giuliano Milanese e mantiene il primo posto

Zero a zero il punteggio finale, ora il vantaggio sulla seconda è però di soli due punti

Ravenna
Un momento di Sangiuliano City – Ravenna Fc

Il Ravenna Fc, dopo l’accoglienza non proprio ortodossa dei tifosi di casa, pareggia per 0 a 0 sul campo del Sangiuliano City. Il risultato permette ai giallorossi di mantenere la testa del girone D della serie D, ma ora il vantaggio sulla seconda si fa più stretto: il Forlì ha infatti vinto a Pistoia, superando al secondo posto il Carpi, che non è andato oltre l’1-1 col Victor San Marino. La classifica recita ora Ravenna Fc 48, Forlì 45, Carpi 44 e Lentigone e Victor San Marino 43, con il Ravenna atteso domenica prossima, 3 marzo, da un delicatissimo scontro diretto in casa con il Victor San Marino, mentre il Forlì ospita il Prato, undicesimo a 33 punti, in un match che sulla carta appare più facile.

Nella gara di San Giuliano il Ravenna ha terminato in dieci, per l’espulsione al 91° di Magnanini.

Calcio, preso a sassate il pullman del Ravenna Fc a San Giuliano Milanese

Lanciate tre pietre contro il mezzo su cui la squadra si stava recando allo stadio per l’incontro con il Sangiuliano City

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I tifosi del Sangiuliano City

Nessun danno rilevante, solo qualche ammaccatura. La partita era a rischio, dopo i fatti dell’andata in ottobre a Ravenna, quando un tifoso giallorosso (poi arrestato) aveva lanciato una bottiglia contro il pullman dei sostenitori del San Giuliano. L’incontro è regolarmente iniziato alle 14.30.

Concluse le operazioni di bonifica degli ordigni bellici

Riaperta via Spallazzi

24 02 23 Proiettili1Gli artificieri dell’8° Reggimento Guastatori Folgore hanno concluso ieri sera (sabato 24 febbraio) le operazioni di bonifica degli ordigni bellici – proiettili di mortaio – ritrovati a Casalborsetti, che alla fine sono risultati essere oltre duecento.Il Comune ha disposto la riapertura del tratto di via Spallazzi chiuso al traffico, quello da via delle Orchidee a via della Cooperazione.

I capannisti protestano in spiaggia contro gli abbattimenti – FOTO

Oltre cento persone al parco marittimo di Marina di Ravenna

IMG 9498Nella mattinata di ieri, sabato 24 febbraio, un centinaio di persone – come riportato dai quotidiani Corriere di Romagna e Carlino in edicola oggi, domenica 25 febbraio – ha protestato al parco marittimo di Marina di Ravenna contro l’Amministrazione comunale, che non ha rinnovato la concessione balneare per i capanni (che attualmente sono 74) in spiaggia e ha anzi emanato un’ingiunzione-ordinanza per lo smantellamento degli stessi entro il 30 aprile.

Sul perchè si sia giunti a una tale situazione, il presidente dell’associazione Capannisti Balneari Aps, Giorgio De Lorenzi, non sa darsi una risposta, lamentando una totale assenza di dialogo con l’Amministrazione.

Il calciatore in fuga dalla guerra d’Israele: «Ho visto i missili dalla finestra»

Lorenzo Paramatti, da Russi, era l’unico italiano nel campionato di serie A israeliano e si trovava a Tel Aviv nei giorni dell’attacco di Hamas

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Lorenzo Paramatti alla presentazione con il Maccabi Petah Tiqwa

«Guardando fuori dalla finestra ho visto i missili di Hamas esplodere nel cielo, intercettati dal sistema di difesa israeliano. Abitavo vicino a un ospedale e in strada era un viavai di feriti e di persone armate. Avevo paura: è stato qualcosa di forte e incredibile, che mai avrei pensato di poter vivere»

A parlare (in questi giorni è diventata virale una sua intervista alla rivista sportiva Cronache di Spogliatoio) è Lorenzo Paramatti, calciatore professionista di Russi, figlio d’arte (Michele è stato una bandiera del Bologna, oltre che campione d’Italia nel 2001 nella Juventus di Zidane). A 28 anni, la scorsa estate Paramatti ha firmato un contratto fino al 30 giugno prossimo con il Maccabi Petah Tiqwa, club della massima serie israeliana con sede a 10 km da Tel Aviv. Unico italiano dell’intero campionato, lo scorso 7 ottobre è stato tra i “testimoni” dell’attacco di Hamas a Israele, che ha poi dato vita alla guerra tuttora in corso. «Ricordo che mi sono svegliato con il rumore di una sirena di allarme e dai messaggi di compagni e dirigenti che ci dicevano di stare tranquilli, ma anche di restare in casa, perché in Israele stava succedendo qualcosa che non era mai successo prima».

Nel giro di qualche ora la notizia dell’attacco di Hamas era arrivata in tutta Europa. «Sono state subito annullate tutte le partite di quel weekend. In un secondo momento, ho capito che quelle sirene stavano avvertendo i cittadini a correre nei bunker». Il Maccabi Petah Tiqwa già dopo poche ore ha contattato tutti i giocatori stranieri, tra cui Paramatti, chiedendo se volessero tornare nei loro Paesi e mettendo loro a disposizione dei voli. «L’8 mattina siamo partiti. La Farnesina mi contattò il giorno dopo chiedendomi se volevo tornare e rimasero increduli quando gli dissi che ero già in Italia».

Come mai la scelta di andare a giocare in Israele?
«Avendo fatto già alcune esperienze all’estero, avevo voglia di farne una nuova, di vita, oltre che calcistica. C’è stata questa opportunità, mi invogliava, mi avevano parlato molto bene della città. Tel Aviv in effetti è una delle più belle che abbia mai visitato in vita mia. Dal punto di vista calcistico c’era poi la possibilità di confrontarmi con realtà importanti, squadre che si erano messe in vetrina in Champions League. Tra i miei compagni c’era Ben Sahar, per dire, con un passato anche al Chelsea».

Paramatti Israele
In borghese in Israele

Ti preoccupava la situazione geopolitica?
«Sapevo naturalmente che c’è sempre stato un equilibrio precario, mi sono informato con l’ambasciata e il consolato: tutti mi avevano rassicurato sul fatto che fosse comunque uno dei posti più sicuri al mondo, anche grazie al sistema di difesa israeliano (l’Iron Dome, ndr)».
C’erano già stati segnali preoccupanti, nella vita di tutti i giorni?
«Diciamo che anche prima dell’attacco alcune cose ti colpivano. Per esempio, un giorno mi sono reso conto che il fisioterapista che mi stava massaggiando, sotto al camice, aveva una pistola, che teneva “per sicurezza”, diceva. Il nostro match analyst invece, per dirne un’altra, era stato chiamato nell’esercito e una volta si presentò al campo vestito da militare, con un mitra enorme».
Dopo l’attacco e il tuo ritorno in Italia, cosa è successo?
«La federazione ha sospeso il campionato fino al 2 dicembre, quando sono quindi dovuto tornare in Israele per riprendere l’attività. Dopo alcune settimane, però, ho deciso di rescindere il contratto, come quasi tutti gli altri stranieri. L’ansia e la paura, mie e soprattutto dei miei famigliari, erano troppe. La mia vita era più importante».
In questo periodo sei riuscito a farti un’idea più precisa del conflitto israelo-palestinese? Da che parte stai?
«Non voglio schierarmi, io l’ho vista per forza di cose dalla parte di Israele, ma quando ci sono dei morti e delle guerre la colpa credo sia sempre di entrambe. Quando ero lì ho cercato di informarmi, di capire quali fossero i motivi che hanno portato a questa situazione. Studiando la storia si può avere solo una vaga idea, ma certe situazioni vanno vissute in prima persona e credo che noi stranieri non potremo mai capire. I miei compagni erano pronti ad andare in guerra senza nessun tipo di problema, per difendere il proprio Paese. L’unica cosa che posso dire è che non si può generalizzare, non tutti gli israeliani la pensano nello stesso modo e lo stesso vale per i palestinesi, che non sono certo tutti terroristi di Hamas».
Dal punto di vista calcistico, invece, ora ti ritrovi senza squadra…
«Purtroppo avevo già iniziato l’anno al Fcu Craiova, in Romania, e non posso chiudere in un’altra squadra perché, per regolamento Fifa, un giocatore non può svolgere una stagione calcistica con tre maglie diverse. Speravo in una deroga, perché non ho certo rescisso il contratto in Israele per un mio capriccio – c’era la guerra – ma non mi è stata concessa. Ora mi alleno per conto mio, con alcuni contatti in Italia avviati per la prossima stagione: sto bene, sia mentalmente che fisicamente, e vorrei tornare a giocare dalle nostre parti».

Paramatti Craiova
Paramatti con la maglia del Craiova

Come sono nate le tue esperienze in Romania?
«Quando mi svincolai dal Gubbio (in serie C, a fine 2018, ndr) con il mio procuratore espressi il desiderio di fare un’esperienza di vita all’estero. Ci fu questa occasione in Romania, un Paese per certi versi molto simile all’Italia, dove è anche più facile integrarsi. Giocai al Timisoara, nella serie B romena: è stato un modo per mettermi in mostra e crescere anche dal punto di vista umano. Grazie al calcio, in fin dei conti, ora parlo quattro lingue e ho potuto conoscere nuove culture. Finita quell’esperienza sono tornato in Italia per firmare con il Rimini, poche settimane prima della pandemia. Con lo stop ai campionati e i problemi del Covid mi sono nuovamente svincolato e ho deciso di tornare in Romania, sempre in serie B, all’ambizioso Fcu Craiova, dove ho vinto il campionato e ho quindi potuto disputare nei due anni successivi altrettante stagioni in serie A, togliendomi grandi soddisfazioni, confrontandomi con squadre importanti e giocando in stadi con 20-30mila tifosi sugli spalti».
Sei ancora legato a Russi?
«Di base sono ancora di stanza a Russi, dove ho tutti i miei amici, anche se ora di fatto vivo a Rimini con la mia fidanzata. Mio padre, invece, abita ancora a Godo».

Paramatti Juve
Nel ritiro della Juve, da bambino, con il padre Michele

Ecco, com’è stato essere il “figlio di Paramatti”?
«Purtroppo in tanti criticano sui social, come se fosse stato un vantaggio per la mia carriera. Ma se avessi avuto davvero la spinta di mio padre non credo che sarei ripartito dalla serie B romena, né che sarei andato a giocare in mezzo alla guerra, sacrificando spesso la mia vita privata. La verità è che nessuno mi ha mai regalato niente e anzi forse sono stato più penalizzato che aiutato. Mio padre è uscito totalmente dal mondo del calcio e non ha voluto nemmeno farmi da procuratore, al massimo mi dà qualche consiglio di campo».
Che ricordi hai del periodo di tuo padre alla Juve?
«Ero molto piccolo, una sorta di mascotte. Ricordo in particolare i dispetti di Tudor, sempre in maniera simpatica, ma che io da bambino non capivo e spesso mi facevano piangere. Mi nascose la maglia che mi aveva appena regalato Del Piero, mi faceva i baffi con il pennarello indelebile… Ricordo poi un regalo di Inzaghi, che mi diede un peluche con dentro i cioccolatini che gli aveva a sua volta regalato una tifosa. Ho tanti bei ricordi».
Il calcio è stato al centro della tua vita fin da piccolo…
«Sì, ma mio padre non mi ha mai spinto a giocarci. Ho provato tutti gli sport prima di decidere di fare calcio, a Russi, insieme agli amici. Poi ho avuto la fortuna di fare dei provini e di fare settori giovanili importanti all’Inter e al Bologna, prima di rompermi il ginocchio e ricominciare da capo, guadagnandomi tutto quello che ho ottenuto sul campo, senza regali da nessuno».

Al via i lavori di rimozione del legname accumulato sotto il Ponte della Bastia

A cura dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna

I Lavori Di Rimozione Del Legname Accumulato Sotto Il Ponte Della BastiaSono iniziati nella mattina di sabato 24 febbraio i lavori di rimozione del legname accumulatosi contro i piloni del Ponte della Bastia sul fiume Reno, tra i Comuni di Conselice, in provincia di Ravenna, e quello di Argenta, in provincia di Ferrara, e a farsi carico delle operazioni è l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna. L’intervento si concluderà al massimo entro domenica 25 febbraio.

L’intervento arriva dopo che negli ultimi giorni le amministrazioni comunali di Conselice e di Argenta, anche su segnalazione di numerosi cittadini, si erano rivolte alla Regione Emilia-Romagna e ad Anas, in quanto ente proprietario del Ponte, per richiedere la pulizia dell’alveo nei pressi dell’infrastruttura.

La scorsa settimana l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile aveva così formalmente invitato Anas ad effettuare i lavori, dando comunque la disponibilità ad intervenire direttamente nel caso che Anas non fosse riuscita ad operare nei termini temporali previsti.

Con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza e tranquillità a territori e comunità largamente colpiti dagli eventi alluvionali di maggio 2023, e in vista delle previsioni meteo, la Regione ha così avviato l’intervento per eliminare il deposito di legna.

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