Alberto Ferrero tra i 24 condannati in abbreviato. Altre 98 persone rinviate a giudizio
Alberto Ferrero con Giorgia Meloni
Delle 226 persone imputate per falso in concorso con il medico che le aveva vaccinate, 24 sono state condannate in abbreviato a pene tra gli 8 e i 12 mesi; 98 sono state rinviate a giudizio (il processo partirà a fine gennaio); 17 sono state prosciolte e le altre hanno scelto di patteggiare pene più lievi.
Si è chiusa così davanti al Gup Andrea Galanti l’udienza preliminare sulle decine di green pass fasulli scoperti, a partire da una verifica della polizia, in un ambulatorio di Marina di Ravenna dove operava il medico Mauro Passarini.
C’è anche Alberto Ferrero, consigliere comunale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, tra le persone che sono state condannate a Ravenna per falso in concorso per le false vaccinazioni Covid.
Ferrero (condannato a 9 mesi, pena sospesa) risultava fra le persone imputate che si erano rivolte al medico Mauro Passarini per una vaccinazione fasulla per ottenere il Green pass. Secondo quanto emerso, e in larga parte confermato dal medico, le iniezioni del vaccino contro il covid19 a molti degli indagati, non erano state fatte oppure erano state fatte in maniera estremamente diluita. (fonte Ansa.it)
Si tratta del primo esemplare appartenente alla sottospecie “verus” nato in un giardino zoologico italiano
Il piccolo Tom con la madre
In occasione dell’incontro “Benvenuta Jane Goodall”, avvenuto giovedì 2 maggio al Bioparco di Roma, che ha visto la partecipazione dell’etologa e antropologa nota in tutto il mondo per i suoi studi pionieristici sugli scimpanzé in natura, il Safari Ravenna ha annunciato un evento, dicono dal parco, unico quanto straordinario: la nascita di Tom, cucciolo di scimpanzè che celebra il successo di un progetto nato nel 2018.
Si tratta del primo esemplare di scimpanzé nato in un giardino zoologico italiano, appartenente a una delle sottospecie più minacciate in natura, quella verus, definita “Western Chimpanzee” (Pan troglodytes verus).
È proprio presso la struttura ravennate che nel 2018 – in occasione di un convegno internazionale focalizzato su recupero, salvaguardia e conservazione degli scimpanzé – è nato il progetto “Pan Italia”, una tavola rotonda per gli zoo italiani detentori di scimpanzé al fine di avviare un confronto e una condivisione continua sui moderni criteri di gestione di tale specie.
Nel 2015 il Safari Ravenna ha ricevuto un gruppo di scimpanzé proveniente da una situazione di detenzione esterna agli zoo. Il gruppo di 6 esemplari, 5 femmine e 1 maschio, una volta arrivato è stato sottoposto a quarantena veterinaria e indagini genetiche, le quali hanno rilevato appunto l’appartenenza alla sottospecie “verus”.
Dato il risultato di suddette indagini, il gruppo è stato inserito nel programma europeo di conservazione ex situ EEP (EAZA Ex situ Programme) e come tale partecipa alla procedura di gestione genetica della popolazione in cattività presente in Europa, che inizialmente ha comportato lo spostamento verso lo Zoo Ostrava (Repubblica Ceca) dell’unico esemplare maschio. Successivamente, nel 2019, sono giunti presso il Safari Ravenna due maschi dal Welsh Mountain Zoo (Galles) per essere introdotti alle cinque femmine presenti, al fine di ottenere un gruppo riproduttivo, vista l’importanza della nuova linea genetica presente nel parco ravennate; al gruppo, infine, si è aggiunto quest’anno un ultimo esemplare maschio, proveniente dallo svizzero Walter Zoo.
L’impegno di Safari Ravenna per la conservazione degli scimpanzé ha richiesto negli anni importanti investimenti sia in termini di risorse umane che economiche, ma «questo lavoro – afferma Monica Carosi, del dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi Roma Tre – ha consentito il successo di un’operazione per nulla banale come la nascita del piccolo Tom, che ci vede qui insieme ad altre importanti strutture zoologiche e a chi è tra i simboli, per eccellenza, dello studio sui primati: Jane Goodall».
Uscirà il 22 maggio per Minerva: «Dirò cose che ancora nessuno ha avuto il coraggio di dire»
Uscirà il 22 maggio il nuovo libro della giornalista ravennate Margherita Barbieri, che nel 2019 diede alle stampe La Bestia di Salvini (Edizioni Girasole). Altrettanto attuale il tema del suo secondo lavoro, intitolato Fino a qui, Chiara Ferragni, che verrà presentato il 10 maggio in anteprima al Salone del Libro di Torino per poi essere in vendita nelle librerie dal 22 maggio (per le Edizioni Minerva).
«Ci vuole coraggio ad andare contro corrente – commenta Barbieri -, in un mondo dove è sempre più facile dare l’ultima spinta, io ho voluto fare altro, ricordare chi è Chiara Ferragni, le sue battaglie, quello che lei ha significato per tante ragazze, in un mondo maschilista che ci vorrebbe sempre dietro un uomo. Lei è Chiara con il suo vissuto, con le sue vittorie e anche con le sue cadute. Parlerò, dirò cose, che ancora non ha avuto il coraggio di dire nessuno, per noi donne. Io ho lasciato a casa il pregiudizio, e ho imparato a vedere i grigi, quelle zone d’ombra che ci permettono di essere davvero liberi. Chi giudica è il primo antidemocratico. Si analizzano i fatti e si leggono le sfumature».
Barbieri è nota anche per far parte dello staff del sindaco di Cervia Massimo Medri, incarico che terminerà alla fine del mandato del Primo cittadino, tra poche settimane.
Somme irrisorie erogate alle imprese, ristori “da zero virgola”, a fronte di una narrazione inaccettabile fatta di annunci di rimborsi al 100%
Un momento della riunione delle imprese Legacoop nella sede di Copura
Sono tanti i conti che non tornano nel processo di ricostruzione del tessuto economico che avrebbe dovuto far seguito all’alluvione del maggio 2023. “Facciamo presto che è tardi” è il grido d’allarme con cui Legacoop ha riunito le proprie imprese a Ravenna, a un anno dall’inizio di quei tragici eventi, per fare il punto sulla situazione davanti a oltre 200 cooperatrici e cooperatori.
Luogo dell’iniziativa i magazzini della Copura, una delle 22 imprese associate a Legacoop Romagna che furono invase dalle acque e oggi sono ripartite grazie principalmente agli sforzi dei propri soci e del sistema cooperativo.
«I dati resi pubblici ad aprile sulla stampa dalla struttura commissariale — ha detto il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — ci dicono che fino a pochi giorni fa le domande completate sulla piattaforma Sfinge erano 775, di cui appena 63 avevano superato il controllo Invitalia. Le pratiche pronte per la liquidazione erano una quarantina, per un valore di 1,5 milioni di euro, ma quelle che avevano ricevuto una prima parte di contributo erano 29, per un totale di 400mila euro. Qualcuno può spiegarci queste cifre, visto che i danneggiati dall’alluvione sono stati quasi 90mila, di cui 16 mila imprese, e i danni stimati in Emilia-Romagna sono di 8,5 miliardi, di cui 3,5 a privati? Ci sono stati promessi ristori al 100%, ma è sempre più difficile dichiararsi ottimisti».
«Un capitolo davvero preoccupante riguarda le aziende agricole colpite dall’alluvione — ha aggiunto il coordinatore di Ravenna di Legacoop Romagna, Mirco Bagnari —, perché dallo Stato non è ancora arrivato nulla. Sono invece stati erogati i fondi europei della riserva di crisi UE che portano a circa 150 milioni di euro i fondi giunti al settore primario. Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica i danni alle infrastrutture sono stimati in circa 5 miliardi, ma le risorse complessivamente erogate da Governo e Struttura Commissariale sono state meno di un decimo. Altri problemi riguardano l’impossibilità di ristoro dei beni mobili perduti a seguito dell’alluvione e la mancata attivazione del meccanismo del credito di imposta, oltre ai pasticci sul PNRR».
«Le cooperative associate a Legacoop Romagna — ha concluso il presidente di Legacoop, Simone Gamberini — hanno subito circa 45 milioni di euro di danni, ma l’alluvione ha colpito un territorio molto vasto che include anche Bologna, Reggio Emilia e Modena, un’area che vale svariate decine di miliardi di PIL. Purtroppo, alle roboanti dichiarazioni di impegno del Governo nei giorni successivi al disastro non sono seguiti i fatti e a un anno di distanza aspettiamo ancora il rimborso completo dei danni subiti. La struttura commissariale, con la quale abbiamo fattivamente collaborato in questi mesi, ha dovuto operare con procedure burocratiche ordinarie che hanno pesantemente rallentato l’erogazione dei ristori. Noi abbiamo fatto in pieno la nostra parte per non lasciare sole le cooperative e le comunità, mobilitando più di sei milioni di euro di risorse di solidarietà, e continueremo a farla. Anche per questo esigiamo risposte e ci aspettiamo dalle istituzioni senso di responsabilità e rispetto per chi rischia di cadere nella rassegnazione».
Tante le testimonianze delle cooperative colpite, tra cui quella di Copura, l’impresa ospitante, che attraverso la viva voce del suo presidente Corrado Pirazzini ha ripercorso la sequenza di burocrazia, annunci e inesplicabili lentezze che hanno dovuto affrontare le vittime della catastrofe climatica
Numerose le istituzioni che sono intervenute: Irene Priolo, vicepresidente e assessora a Difesa del Suolo e Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna, il viceprefetto aggiunto di Ravenna Pierluca Castelli, il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Escluse sei delle 17 liste depositate per il collegio Nord Est
La Corte d’Appello di Venezia ha escluso sei delle 17 liste depositate nei giorni scorsi per il collegio Nord Est (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige) per le prossime elezioni Europee le cui urne saranno aperte l’8 e il 9 giugno.
Non sono stati ammessi Alternativa popolare, Forza Nuova, Italia dei diritti De Pierro, Unione Cattolica Italiana, Democrazia sovrana popolare e il Partito animalista – Italexit per l’Italia.
Sono dunque 11 le liste ammesse per un totale di 156 candidati.
Fratelli d’Italia candida come capolista Giorgia Meloni detta Giorgia; al numero due Sergio Antonio Berlato, europarlamentare sostenuto dai cacciatori veneti e negazionista del Covid. Al sesto c’è Stefano Cavedagna “detto Cavedania”.
Primo della lista di Forza Italia – Noi Moderati – PPE è il segretario nazionale Antonio Tajani, ministro degli Esteri, vicepresidente del Consiglio; seconda Sandra Savino; terzo Flavio Tosi.
La Lega Salvini Premier, capolista Paolo Borchia, candida al numero due l’europarlamentare uscente Elena Lizzi; cinque la sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint, al 14esimo Roberto Vannacci. In lista c’è anche la faentina Roberta Conti, capogruppo leghista in consiglio comunale nella città manfreda.
In testa alla lista del Pd c’è il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini; al secondo Annalisa Corrado, della segreteria nazionale del partito; al terzo il sindacalista Ivan Pedretti; al quinto Alessandro Zan.
Azione – Siamo Europei ha per capolista Carlo Calenda. Al terzo c’è l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti. In lista anche l’imprenditore ravennate Giovanni Poggiali.
Il Movimento 5 Stelle punta come capolista sulla eurodeputata uscente Sabrina Pignedoli, quindi al numero due sul fondatore di Banca Etica Ugo Biggeri.
Nella lista Libertà il capolista è Cateno De Luca; Ugo Rossi, tra i leader della protesta No vax a Trieste, è dodicesimo. In lista anche i ravennati Mirko De Carli (consigliere comunale a Riolo Terme) e l’ex grillina Cinzia Pasi.
La Sudtiroler VolkSpartei (SVP) ha per capolista Herbert Dorfmann, candida soltanto altri cinque persone.
Alleanza Verdi e Sinistra capolista Cristina Guarda; secondo Domenico Lucano detto Mimmo.
Il festival dedica al dramma dei migranti la XXVIII edizione dello storico progetto di dialogo e fratellanza
Riccardo Muti (ph. Zani-Casadio)
Riccardo Muti dirigerà i concerti al Pala De André (7 luglio) e Lampedusa (Teatro naturale della cava, 9 luglio), il cui cuore è lo struggente Stabat Mater che Giovanni Sollima ha composto su versi di Filippo Arriva in antico siciliano. L’anta centrale del trittico dell’Amicizia è lo spettacolo Non dirmi che hai paura (Teatro Alighieri, 8 luglio), che porta in scena la storia della velocista somala Samia Yusuf Omar, fra coloro che hanno perso la vita in fuga da guerra, povertà e carestie. Così il progetto Le vie dell’Amicizia, che dal 1997 disegna ponti di fratellanza e promuove il dialogo attraverso il linguaggio universale della musica, invita a riflettere sulla storia condivisa del Mediterraneo.
Giovanni Sollima
I concerti diretti da Riccardo Muti si apriranno con la composizione elettroacustica Samia suite di Alessandro Baldessari e Claudio Cavallin, commissionata dal festival. Per lo Stabat Mater, all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e al Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini” preparato da Lorenzo Donati si uniranno il controtenore Nicolò Balducci, Lina Gervasi al theremin e lo stesso Sollima. Il violoncello che suonerà, al pari di altri strumenti ad arco in orchestra, è stato realizzato con il legno di barconi – recuperati a Lampedusa – nel carcere di Opera, per iniziativa della fondazione La Casa dello Spirito e delle Arti che li ha messi a disposizione per l’occasione. Sull’accordo finale dell’ultimo movimento dello Stabat – “Ninna nanna ò” – si leveranno ninne nanne in idiomi diversi, dal salentino all’ucraino, intonate dalle voci femminili del Coro a Coro di Rachele Andrioli (a Ravenna arricchito da donne della città). È invece alla sola cantante palestinese del gruppo che è affidata la preghiera tradizionale araba dedicata alle madri, dopo la quale il coro chiuderà il concerto con una selezione di “canti migranti”. A Lampedusa sarà coinvolta anche la Banda dell’Associazione culturale musicale Lipadusa, diretta da Gaetano Palmieri.
«Sappiamo che siamo diverse dalle altre atlete (…) ma vorremmo dimostrare la nostra dignità e quella del nostro Paese»: Samia Yusuf Omar non conquista nessun podio alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 – in gara arriva ultima – ma diventa simbolo di riscatto e libertà per le donne di un Paese sempre più dominato dall’integralismo religioso. Giuseppe Catozzella ne ha raccontato la storia nel romanzo vincitore del Premio Strega Giovani nel 2014. Con la supervisione dell’autore e la regia di Laura Ruocco, Non dirmi che hai paura diventa ora un’opera teatrale musicale, una prima assoluta con il patrocinio di CONI e UNHCR. Alle composizioni originali di Alessandro Baldessari si aggiungono musiche di Peter Gabriel e Jill Gabriel, eseguite su licenza di Real World Music Ltd e arrangiate dallo stesso Baldessari. Avvalendosi anche di coreografie di Giulio Benvenuti e testimonianze video (incluse quelle di partecipanti al Programma Olimpico per i Rifugiati), Non dirmi che hai paura restituisce voce a Samia e al suo desiderio di raggiungere l’Europa per continuare ad allenarsi per Londra 2012, un sogno su cui si sono chiuse le acque del Mediterraneo.
Le prime foto di Emilia Romagna Meteo. A Boncellino una processione per non dimenticare
Un anno fa, Faenza si svegliò allagata. Si trattò della prima alluvione, quasi due settimane prima la seconda e più disastrosa per tutta la Romagna.
Emilia Romagna Meteo – il seguitissimo sito meteo della regione, che in quelle settimane era diventato un punto di riferimento per molti – oggi (3 maggio) ricorda quel giorno, postando alcune foto (qui sopra).
«Il 3 maggio del 2023 alle 6 del mattino ho ricevuto le prime immagini di allagamenti a Faenza e in pochi minuti sono partito per quella zona che conosco bene – ricorda uno dei titolari del sito -. Arrivato nel quartiere Borgo a Faenza sono rimasto incredulo nel vedere tutto allagato alle 6:45. Dopo circa 45 minuti, alle 7:30, l’acqua continuava lentamente ad aumentare e in cielo si sentivano già diversi elicotteri che iniziavano a soccorre la gente intrappolata in alcune case in campagna mentre qui partivano gommoni del Vigili del fuoco».
Quella prima alluvione coinvolse anche tra gli altri il comune di Bagnacavallo. Qui, oggi (venerdì 3 maggio), la Parrocchia di Boncellino e l’Unità pastorale di Bagnacavallo invitano a una processione con recita del rosario che partirà alle 20 dal parcheggio di via Boncellino nei pressi di Rose e Fiori per percorrere tutta via Muraglione fino all’argine, dove alle 20.45 si terrà una messa con lo scoprimento di una targa a ricordo.
Un 12enne al pronto soccorso. La famiglia ha presentato querela
Un 12enne bullizzato sullo scuolabus da quattro ragazzine di terza media. Sarebbe successo alcune settimane fa lungo una linea del trasporto pubblico scolastico del forese: i genitori del bambino hanno fatto querela ai carabinieri di Ravenna.
L’episodio è raccontato con ulteriori dettagli sul Corriere Romagna in edicola oggi, 3 maggio.
Il 12enne sarebbe stato offeso e poi preso a pugni e colpito con un trolley per aver spostato uno zaino delle quattro ragazze senza chiedere prima il permesso alla proprietaria.
Sarebbero stati evidenti i segni delle percosse ricevute, tanto che i genitori hanno portato nei giorni successivi il figlio al Pronto Soccorso, da dove sono usciti con un referto da 5 giorni di prognosi.
Gli agenti hanno rintracciato l’uomo, che dopo una lite aveva sottratto la borsetta alla donna
Nella giornata di martedì 30 aprile le Squadre Volanti della Polizia sono intervenute in seguito alla segnalazione di una violenta lite in strada tra un uomo e una donna. Giunti sul posto, gli agenti si sono trovati di fronte a una signora in lacrime, aggredita e derubata di una borsetta dal suo ex compagno, che veniva trovato in possesso della refurtiva.
L’uomo è stato arrestato per rapina e oggi, giovedì 2 maggio, convalidata la misura pre-cautelare, l’Autorità Giudiziaria ha disposto per il reo gli arresti domiciliari.
Martedì mattina, 30 aprile, il giovane è stato rintracciato dalla polizia, arrestato per evasione e portato nuovamente in carcere in attesa dell’udienza di convalida.
Folli (Filcams): «Una volta la somma tra paga regolare e nero era superiore ai minimi di legge e attirava, ora non è sempre così»
La conferma delle difficoltà degli imprenditori a trovare personale per la stagione turistica in riviera arriva da chi tutela la controparte: i sindacati. «È tutto vero, lo vediamo ogni giorno da qualche tempo – assicura Cinzia Folli, segretaria provinciale della Filcams-Cgil che assiste gli occupati nei settori ricettivo e ristorazione –. I più giovani non sono disposti a fare la stagione al mare da quattro mesi con un numero indefinito di ore giornaliere e senza riposi settimanali, cosa che denunciamo da tempo come prassi scorretta. Purtroppo una buona parte di imprenditori del settore è ancora convinta che quella sia l’unica modalità per la stagione. Ma nei posti di lavoro dove si offre un minimo di rispetto delle regole non mancano le domande di assunzione».
Turni estenuanti senza pause era un modello accettato anche dal lavoratore fino a qualche anno fa. Ora pare che le cose siano cambiate: «Le nuove generazioni vogliono anche tempo libero per le proprie esigenze, danno più importanza al bilanciamento tra vita e lavoro. Un rafforzamento di questo atteggiamento si è avuto con il Covid, forse perché ha dimostrato che non si sa mai cosa ci può capitare domani. Succede non solo per i lavori stagionali ma in generale nella scelta dell’occupazione. Lo stiamo vedendo molto anche nel commercio: i commessi dei negozi pensiamo che debbano solo vendere una maglietta, ma molte volte cominciano alle 5 del mattino per ricevere la merce e diventa un lavoro meno richiesto di un tempo».
C’è anche l’aspetto economico. La sindacalista fa i conti: «Una volta la somma tra retribuzione regolare e fuori busta dava una cifra superiore ai minimi sindacali e questo poteva essere uno stimolo per qualcuno. Ora non è più così: ce ne accorgiamo quando facciamo i conteggi a fine stagione per chi non ha percepito tutto il dovuto».
I datori di lavoro lamentano anche un calo delle competenze per chi poi accetta il lavoro: «Denunciamo da anni anche questo. Si è sempre ragionato per spendere meno possibile nel personale e ovviamente la formazione non viene considerata utile. Molti lavoratori se ne vanno all’estero: Inghilterra e Spagna attirano molto. Il flusso in entrata invece non arriva da quei Paesi ma da altri, in particolare extra Cee, in questo periodo soprattutto asiatici e africani, perché le condizioni contrattuali offerte dall’Italia sono allettanti per i loro standard. Ma questo significa importare manodopera non qualificata». (and.a.)
Una buona pratica che alimenta la riflessione e fornisce elementi per comprendere le dinamiche che regolano le linee culturali della creazione di un cartellone
Ambra Angiolini, tra le protagoniste della stagione
Come da tradizione immemore, si terrà lunedì 13 maggio (ore 18) al teatro Rasi l’incontro di fine stagione che Ravenna Teatro rivolge ad abbonati, spettatori e sostenitori.
L’appuntamento non vuole essere solo un consuntivo delle attività svolte durante la stagione ’23-‘24, ma anche una riflessione sugli spettacoli a cui si è assistito e sulle attività che li hanno completati. Una buona pratica che alimenta la riflessione e fornisce elementi per comprendere le dinamiche che regolano la macchina organizzativa e le linee culturali della creazione di un cartellone, incluso l’aspetto promozionale. L’ingresso è aperto a tutti.
«Siamo arrivati al finale di una stagione che si è dimostrata all’altezza delle aspettative – dice Marcella Nonni, co-direttrice e presidente di Ravenna Teatro –. I numeri ci confermano che, dopo le chiusure forzate, siamo tornati a registrare un’alta affluenza di pubblico, che ci ha seguito anche negli incontri di approfondimento e nelle occasioni di confronto diretto con gli autori e i protagonisti ospitati. Molto efficace si è rivelata la campagna abbonamenti estiva, che anche quest’anno ripartirà nel mese di luglio offrendo la possibilità di abbonarsi a prezzi vantaggiosi».