lunedì
15 Settembre 2025

Il vicesindaco e la demolizione delle torri Hamon: «Provo davvero tanta tristezza»

Fusignani: «Ma il Comune non ha competenza per intervenire su beni privati»

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Foto di Adriano Zanni

Il vicesindaco del Comune di Ravenna, Eugenio Fusignani, entra nel dibattito sulle torri Hamon, in procinto di essere demolite da Eni, ammettendo di provare «un senso di tristezza nell’assistere impotenti alla demolizione delle torri che presentano purtroppo segni di deterioramento tali da comprometterne la stabilità».

«Non solo perché consegnate alla storia dalle suggestive immagini di un maestro del cinema come Michelangelo Antonioni, ma perché per Ravenna sono un marchio identitario – continua Fusignani – che va ben oltre il pur importante richiamo alla storia della cinematografia italiana. Infatti Ravenna, antica capitale ricca di monumenti unici, nei tempi moderni è diventata anche una delle capitali industriali del Paese e, in questo senso, il panorama cittadino col suo orizzonte verso il mare ha uno skyline unico determinato proprio dall’imponente sagoma troncoconica delle torri».

«Anche se l’Amministrazione comunale non ha competenze né possibilità di intervenire su beni privati – sottolinea Fusignani -, ha fatto bene il sindaco a darne notizia direttamente, anche per testimoniare, pur nella vicinanza ad sentire diffuso, come il rispetto delle norme di sicurezza debba sempre prevalere su ogni altra considerazione. Tuttavia, da cittadino innamorato della mia città, provo davvero molta tristezza nell’immaginare il “deserto rosso” che vedremo dopo il loro oramai certo abbattimento, visti gli improponibili costi di recupero. Chissà che nel recupero dell’intera area ex Sarom qualche architetto non pensi a soluzioni che ripropongano una lettura in altra chiave della visione di quelle che erano uno dei segni più tangibili del processo di industrializzazione di Ravenna, e che restarono nella memoria collettiva come il simbolo di un’era che ha segnato il riscatto, non solo economico ma anche civile, dell’Italia che risorgeva dalle macerie del secondo conflitto mondiale».

La preside del polo tecnico-professionale di Lugo candidata alle Europee con Santoro

Elettra Stamboulis nella lista “Pace, Terra e Dignità”

Elettra StamboulisLa ravennate Elettra Stamboulis, autrice, curatrice di mostre d’arte nonché attualmente dirigente del Polo scolastico tecnico-professionale di Lugo, sarà candidata alle elezioni europee nella lista Pace, Terra e Dignità, impegnata nella raccolta firme e che vede capolista in tutte le circoscrizioni il noto volto giornalistico di Michele Santoro.

«È assolutamente necessario che in Europa sia presente una formazione politica che porti il tema della pace al centro» ha scritto Stamboulis sul suo profilo Facebook. «L’Unione europea d’altro canto è nata da questa necessità: stabilire rapporti economici tra i Paesi belligeranti nella Seconda Guerra Mondiale per preservare la pace» continua la candidata. «L’aspetto per me più importante del Manifesto di Ventotene è la critica puntuale del nazionalismo, il riconoscimento delle pluralità degli Stati e del principio di autodeterminazione. A questi fondamentali concetti aggiungo la visione condivisa da Mera25 Italia di costruire un futuro verde e sostenibile, combattere la povertà e lo sfruttamento, ma anche agire politiche di genere che facciano crollare quei soffitti invisibili che tengono ancora le donne in una posizione di subalternità. Sono impegnata nell’educazione alla pace da più di 20 anni, ma forse ora è necessario contribuire a fermare le guerre».

È possibile firmare nei banchetti allestiti dai volontari nei giorni di mercato e all’anagrafe a Ravenna fino al 27 aprile.

Da Faenza al mare in bicicletta lungo il canale: 1,3 milioni dalla Regione

Investimento per valorizzare, riqualificare e far conoscere il percorso del Naviglio Zanelli

Itinerario Naviglio Zanelli

L’Unione dei Comuni della Romagna Faentina ha ottenuto in questi giorni un importante finanziamento di oltre un milione e trecentomila euro per valorizzare, riqualificare e far conoscere il percorso ciclopedonale (in parte già esistente) che corre lungo il canale Naviglio Zanelli.

Il progetto è uno dei 17 selezionati e finanziati dalla Regione Emilia-Romagna (Programma Fesr 2021-2027), su 64 proposte presentate per la progettazione e realizzazione di infrastrutture verdi e blu, in aree urbane e periurbane.

Il canale, inaugurato nel 1783, collega Faenza al Reno (e poi al mare) lungo un percorso di circa 36 chilometri. Un percorso che parte da Faenza per arrivare al mare (o viceversa) attraversando anche i territori di Granarolo, Cotignola, Bagnacavallo, Alfonsine.

L’obiettivo finale è la realizzazione di tutta la ciclovia: la meta di questo primo step finanziato è la “cucitura” fra i tratti di pista ciclabile esistente, la realizzazione di aree sosta, la realizzazione di siepi, la messa a dimora di alberi e arbusti per valorizzare il territorio fino al Reno.

Il progetto, oltre a realizzare i tratti mancanti, analizzerà le maggiori problematiche per gli attraversamenti e i tratti mancanti; saranno realizzati cartelli illustrativi per far conoscere l’itinerario ed allo stesso tempo per sottolineare i collegamenti ai vari punti di interesse che ci sono lungo il percorso.

Oltre 5 milioni di euro per rifare gli asfalti delle strade di Faenza

Tra zone alluvionate e non. Gli interventi prenderanno il via in estate. L’elenco delle vie coinvolte

Riasfaltatura Strada Di Lavezzola
foto di repertorio

L’amministrazione comunale di Faenza ha approvato tre progetti per il ripristino delle strade: 3.750.000 euro quale prima tranche, meno di un quarto di quanto richiesto alla Struttura commissariale per le aree alluvionate, e 1.450.000 euro di interventi finanziati con risorse proprie del Comune di Faenza per la viabilità non coinvolta dalle alluvioni.

I lavori interesseranno la zona a valle, il centro della città e la zona a monte di Faenza. Si tratta dell’avvio della procedura di interventi che prenderanno il via in estate dopo l’iter di affidamento dei lavori.

Il calendario degli interventi delle strade è stato definito sia sulla base del grado di danneggiamento ma anche tenendo in considerazione le vie che saranno oggetto di interventi nella “rete gas” e per quella fognaria. Questo potrebbe comportare che alcune vie particolarmente danneggiate non siano state inserite in questo primo elenco che verranno asfaltate immediatamente dopo gli interventi da parte di Hera e Italgas.

L’elenco delle vie coinvolte

Entrando nel dettaglio, nella zona del centro urbano saranno interessate le vie: Fratelli Bandiera, Pisacane e Lama nel Borgotto; in Borgo verrà rifatto l’asfalto nelle vie: Testi (dalla rotonda del Ponte della Memoria a quella di via Cesarolo); in via Tamburini e in via Zuccolo compresi i marciapiedi; rifacimento dei marciapiedi anche in via Case Nuove e del manto stradale di via Cicognani. Nuovo asfalto anche in via Brussi e via Silvio Pellico (compresi i marciapiedi) tra la rotatoria di via Cimatti e via Di Sopra. In piazza Lanzoni, interessata dalle scorse settimane dal cantiere per la posa del Ponte Bailey, verranno rifatti i marciapiedi mentre in corso Europa si lavorerà nel tratto tra il Ponte delle Grazie e via Di Sopra; anche quest’ultima strada verrà asfaltata per l’intera lunghezza. In centro storico l’intervento per i nuovi asfalti riguarderà invece corso Saffi, piazza San Francesco (compresi i marciapiedi), via Dogana (da corso Saffi a via Marco da Faenza) e corso Garibaldi, nel tratto tra la pavimentazione in pietra di Luserna e il semaforo all’incrocio con viale IV Novembre.
Nella zona di via Lapi verranno realizzati nuovi asfalti nelle vie: Comerio, Carboni, Argnani, Batticuccolo (dallo svincolo della circonvallazione a via Argnani), via Ballardini (dal ponte a via Lapi), Bettisi, piazzale Ferniani, Mezzarisa, Mazzanti, Pani e Calamelli. All’incrocio di via Bettisi/Mezzarisa verrà rifatto poi lo spartitraffico.

Nella zona Monte i lavori per il rifacimento dell’asfalto riguarderanno le vie: Amleto Bertoni (nel tratto dopo via Lacchini), via Orto Bertoni (dopo via Lacchini), Orto Caporal, Orto Badia, parcheggio Baden Pawell, via Firenze (da via Orto Bertoni al ponte), il parcheggio del Cimitero dell’Osservanza, via Costa, un tratto di via Monte Coralli, due tratti di via Samoggia, un tratto di lungofiume di via Sbirra, un tratto di via Carbonara, via Tebano (tra la provinciale e via Varnelli) e un tratto di via San Biagio Antico.

Nella zona a Valle, nuovi asfalti nelle vie: San Vincenzo, San Domenico di Cesato, del Fiume, via Palazzone, via Zannona, Ponte San Giorgio, Fabbrerie, Podestà, Argine Montone, Canova, Parlanta e Viazza.

Oltre a questi interventi, che interesseranno le zone colpite dalle alluvioni, sono in programma altri due stralci d’intervento, in zone non alluvionate. Il primo riguarda il progetto “Viabilità di collegamento” per un importo complessivo di 450mila euro che interesserà il rifacimento dell’asfalto nella rotatoria del Niballo, nel piazzale Sercognani, in viale IV Novembre (fino all’intersezione con corso Garibaldi), in un tratto di corso Garibaldi (nell’intersezione tra viale Marconi, viale Stradone e corso Matteotti) e in tutta la lunghezza di viale Marconi. Il secondo stralcio riguarda interventi pari a un milione di euro per altre strade che interesseranno prevalentemente il centro storico.

Daspo di 5 anni per il padre che ha colpito con una testata il mister del figlio

L’uomo non potrà accedere a nessuna manifestazione sportiva

Calcio

Aveva aggredito (anche con una testata) l’allenatore di calcio del figlio. Ora per il padre scatta un Daspo di 5 anni, ossia il divieto di accesso a manifestazioni sportive, emesso dal questore Lucio Pennella.

L’episodio risale a sabato scorso, 23 marzo, quando il mister del Mezzano, un ragazzo di 22 anni, ha sostituito uno dei suoi “Pulcini” – bambini tra 9 e 11 anni – per un problema alle scarpe. Una decisione che ha fatto infuriare i genitori, che avrebbero visto il figlio in lacrime.

Secondo gli inquirenti – e in particolare la Digos che in questi giorni ha tentato di ricostruire la vicenda – il padre avrebbe aggredito l’allenatore colpendolo con «strattoni, calci e una testata sulla fronte, costringendolo a ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso». Una condotta – si legge in una nota inviata alla stampa dalla questura – ritenuta «particolarmente grave e pericolosa per l’ordine e la sicurezza pubblica».

«Considerato l’episodio un vero e proprio gesto di violenza che attenta gli alti valori fondanti dello sport e dell’educazione – continua la nota della questura -, avvenuto peraltro in un contesto sportivo e socio educativo formato da bambini di età compresa tra i nove ed undici anni, il genitore non potrà più accedere a manifestazioni sportive di ogni livello e genere per i prossimi cinque anni».

Tentano di rapinare il McDonald’s di via Trieste, ma la cassiera li mette in fuga

Due uomini a volto coperto costretti a scappare a mani vuote. Solo tanta paura per la dipendente

Tentata rapina McDonald via Trieste

Hanno tentato di rapinare il McDonald’s di via Trieste, ma sono stati costretti a scappare a mani vuote. L’episodio è accaduto poco dopo le 2 della notte tra venerdì e sabato, alle porte di Ravenna.

Due uomini, a volto coperto, si sono avvicinati alla cassa esterna – quella del cosiddetto “McDrive”, che serve i clienti in auto – e hanno tentato di impossessarsi dei soldi con la forza. La cassiera ha però reagito e ne è nata una piccola colluttazione, con i rapinatori che sono poi scappati a mani vuote, tra le urla della dipendente e l’allarme lanciato da altri presenti.

Sul posto un’ambulanza del 118 che ha prestato i primi soccorsi alla cassiera – che avrebbe però subìto fortunatamente solo uno shock emotivo – e la polizia, che con l’ausilio delle immagini della videosorveglianza è ora impegnata a cercare di risalire all’identità dei due malviventi.

La Via Crucis in centro a Ravenna – FOTO – Il vescovo: «La pace è il nostro destino»

Il messaggio di auguri per la Pasqua del vescovo

Tra le vie del centro di Ravenna è andata in scena venerdì sera la tradizionale Via Crucis, con la partecipazione dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia Lorenzo Ghizzoni (le foto sono di Massimo Argnani). Qui sotto pubblichiamo integralmente il suo messaggio di auguri in occasione della Pasqua 2024.

 

«Siamo arrivati alla Pasqua 2024 ancora una volta con “guerre e rumori di guerre” come ai tempi di Gesù, che aveva previsto la distruzione del Tempio e della città santa, Gerusalemme. Anche allora quelli che coltivavano un atteggiamento apocalittico prevedevano imminente la fine di tutto. Come quelli che oggi prevedono una guerra mondiale totale e definitiva.
Ma Gesù non è un apocalittico, non vede ovunque catastrofi, anche quando succedono disgrazie, guerre, epidemie ecc. Certo sono “l’inizio dei dolori”, ma non la fine. Secondo il suo pensiero, il Male personificato, Satana, o i mali del mondo che abbiamo innescato noi, non vinceranno mai definitivamente. “Le potenze degli inferi non prevarranno” (Mt 16,18). La tempesta sarà sedata e non affonderà la barca che oggi tutti ci accoglie, anche se è a rischio (Mc 4,38ss).

Più volte il Signore preannunciando violenze e persecuzioni a causa della fede o a causa della giustizia, ripete “non temete”, e anche: “Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo“(Gv 16,33).

La paura è una compagna stabile della nostra vita e in certi momenti riemerge e ci scoraggia, ci blocca riguardo al futuro, ci fa sentire impotenti e sfiduciati.

Ma se Gesù il Signore è risorto, e se ha vinto la morte e il male che si era accanito contro di lui, possiamo sperare. È umano avere paura e soprattutto temere che chi ha in mano le leve della guerra possa lasciarsi possedere dal demone della guerra che vuole diventare il padrone del mondo oppure, se non riesce, vuole distruggere il mondo.

Tutto l’ultimo libro della Bibbia però, che chiamiamo Apocalisse (che significa “rivelazione”), è una proclamazione della vittoria del Cristo risorto, dei suoi angeli, dei suoi santi, dei martiri e dei profeti, contro i demoni di questo mondo, che fanno tanti danni e violenze. Il vincitore è uno solo, l’Agnello immolato che porta via, su di sé il male del mondo e lo vince sulla croce. Secondo questa rivelazione, l’ultima parola, sarà la sconfitta totale di ogni male e del maligno.

Non neghiamo perciò il male assurdo della guerra, ma sappiamo che essa non sarà definitiva. La vera fine sarà la gloria e la gioia di tutti noi che abbiamo affidato le nostre vite a lui, il Risorto.

Intanto però proprio con questa speranza nel cuore, siamo chiamati a combattere non le persone, ma il male, fisico, sociale, morale, politico, economico… in tutti gli ambiti della comunità umana. Siamo chiamati ad essere operatori di pace, operatori di giustizia, difensori dei valori che fanno crescere la civiltà dell’amore, nonostante tutto.

Noi ci crediamo, come fedeli appartenenti a Cristo, che la vita trionferà e la pace sarà il nostro destino ultimo. Ma la vogliamo già realizzare almeno come inizio qui tra noi, mettendo in pratica il comandamento nuovo “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).

Noi vogliamo proporre a tutte le persone, alle comunità, alle nazioni, alle istituzioni e alle organizzazioni unitarie mondiali, di mettere al primo articolo delle loro costituzioni il grande precetto dell’amore, della cura, del rispetto, dell’alleanza, della solidarietà con ogni prossimo, uomo o donna, ricco o povero, bianco o nero, credente o non credente.

Noi vogliamo proporre che si tenti ogni via e si usi ogni strumento per far crescere il dialogo e l’accordo tra i contendenti, e l’impegno a stabilire patti realistici ma rispettosi dell’umanità degli altri, che magari sono nemici in questo momento, ma nel fondo della loro anima sono fratelli e lo restano».

Un percorso botanico che unisce il ristorante Ca’ del Pino a pineta e piallassa

Investimento da 50mila euro del Gruppo Spadoni, che da maggio attiverà anche la formula picnic

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Grazie all’investimento realizzato dal Gruppo Spadoni, il ristorante Ca’ del Pino, che aveva come unico affaccio la statale Romea, è ora collegato alla pineta San Vitale. Gli ospiti del ristorante potranno lasciare l’auto e prima o dopo il pranzo, oppure con formula picnic, passeggiare in sicurezza a piacimento alla scoperta della flora del Parco del Delta del Po.

In occasione della Pasqua, infatti, è stato inaugurato il “Percorso botanico”, un itinerario ad anello, lungo 1,5 km, in cui attraverso 15 tappe scandite da altrettanti cartelli didascalici si potranno riconoscere le specie tipiche della macchia mediterranea, frassino, biancospino, ligustro, asparago selvatico…

Due sono attualmente i possibili collegamenti alla Ca’ del Pino, ma presto ne saranno comunicati altri. Oltre al Percorso botanico,c’è quello Ca’ Vecchia-Piallassa Baiona che, partendo dal parcheggio pinetale in via del Fossatone e congiungendosi al Percorso botanico, consente di raggiungere la Piallassa.

È lungo circa 3 km ed è il più corto, il più fruibile dalle famiglie e dal turista che in circa un’ora vedranno tutto quello che offre la pineta San Vitale, dall’affaccio sulla valle e sulla fantastica Isola dei Pavoni, da cui è possibile vedere anche l’Isola degli Spinaroni, alla Buca del Cavedone con l’avifauna tipica del luogo e dove si incontrano i cavalli che vivono liberamente nella pineta. E ancora la Ca’ Vecchia, una delle antiche case delle aie in cui si ammassavano le pigne dei pini in attesa di estrarne i pinoli e l’Oratorio Madonna del Pino, una minuscola chiesetta immersa nella natura.

«Il collegamento di Ca’ del Pino alla pineta è avvenuto grazie all’investimento del Gruppo Spadoni – spiega l’amministratore unico Beatrice Bassi – in ottemperanza al programma di attività presentato e previsto dal bando stesso, in totale collaborazione con l’assessorato comunale al Verde, il Parco del Delta del Po e le organizzazioni volte a promuovere l’area».

Sono stati creati una nuova recinzione, un cancello pedonale per garantire la sicurezza degli accessi, praticabile solo quando il ristorante è aperto e in collegamento con lo stesso, impianti di illuminazione e un’area per lasciare l’auto senza pericoli stradali. «Si tratta di un investimento importante – prosegue Bassi – di oltre 50mila euro. Mi auguro che questo impegno privato a favore del pubblico venga promosso da tutti i soggetti interessati sia ai ravennati che ai turisti regionali, nazionali ed esteri. La meraviglia del Parco del Delta può essere raccontata e vissuta partendo da Ca’ del Pino, una splendida e comoda occasione visto che è l’unica struttura in quell’area dove poter pranzare, cenare e ristorarsi. A partire da maggio, attiveremo anche la formula picnic».

Incendio doloso nella notte in concessionaria: bruciate cinque auto

Le telecamere della videosorveglianza hanno ripreso un uomo scavalcare la recinzione di Ghetti a Fornace Zarattini

Ghetti Fornace Zarattini

Cinque auto incendiate nel cortile della concessionaria Ghetti di Fornace Zarattini. È successo nella notte tra mercoledì e giovedì, con le immagini di videosorveglianza che mostrano una persona che si è introdotta nell’area scavalcando la recinzione.

Come rivela il Corriere Romagna in edicola oggi (30 marzo), la procura ha aperto un’indagine per incendio doloso.

Sono finite semicarbonizzate le auto, due Jeep, due Fiat Panda e una Seat Ibiza. Solo una era intestata a una persona fisica, una Jeep, da cui pare sia partito l’incendio.

Ritrovate sane e salve le due ragazzine scomparse: erano in un B&B a Napoli

Secondo i carabinieri sono «in ottimo stato di salute»

Napoli

Sono state ritrovate sane e salve a Napoli le due ragazzine che si erano allontanate mercoledì scorso dalle loro famiglie, in Bassa Romagna.

I carabinieri, che le cercavano a Napoli dove si erano concentrate le ricerche, le hanno trovate in un bed and breakfast di corso Arnaldo Lucci, non lontano dalla stazione centrale di Piazza Garibaldi.

Le due ragazzine sono in ottimo stato di salute, fanno sapere i Carabinieri che le hanno prese in consegna nella stazione di San Pietro a Patierno per riconsegnarle ai genitori.

Proprio a Napoli e nelle zone vicine si erano concentrate presto le ricerche della 12enne di Fusignano Michelle Carlucci e dell’amica 13enne Sofia Rivera Alvares, di Cotignola. Le due sarebbero dovuto entrare a scuola ad Alfonsine, la mattina del 27 marzo. In classe, però, non erano mai arrivate.

Ben presto era stata fatta dai Carabinieri l’ipotesi che le due amiche avessero raggiunto in treno Napoli. Una traccia che hanno seguito anche i genitori delle due amiche, che avevano anche diramato una serie di appelli sui social, con foto delle figlie e numeri di telefono, nella speranza che qualcuno le avesse viste in città o nel corso del viaggio. A indicare con chiarezza che le due amiche avevano intenzione di andare a Napoli, un messaggio che Michelle aveva inviato – secondo un familiare – ad un’altra ragazza conosciuta online, dicendole che la voleva andare a trovare nel capoluogo campano. Anche le tracce lasciate dai cellulari delle amiche portavano in Campania. E la madre di Sofia, aveva spiegato in un appello lanciato dalla tv, che la ragazzina «diceva di Napoli perché le piacevano le sue canzoni, le piacevano le persone, tutti quei cantanti».

Alla luce del ritrovamento delle due giovanissime, il Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa ha elogiato la «straordinaria professionalità dei nostri militari» ringraziando «il comandante provinciale dei Carabinieri Andrea Lachi, le due compagnie di Ravenna e Lugo, il Nucleo investigativo che in stretta sinergia con i Carabinieri di Napoli e sotto il coordinamento del Procuratore della Repubblica Barberini» hanno rintracciato le due adolescenti.

Con l’auto nel canale dopo l’inseguimento: recuperato il corpo di un 52enne – FOTO

Si sarebbe trattato di un gesto volontario. La famiglia ne aveva denunciato la scomparsa

È stato recuperato nel pomeriggio di oggi, venerdì 29 marzo, il cadavere dell’uomo che nella mattinata era finito con la propria auto nel canale a Porto Corsini. Si sarebbe trattato a tutti gli effetti di un gesto volontario, arrivato al culmine di un inseguimento con la polizia.

La vittima è un 52enne di Ravenna, Marcello Toni, allontanatosi il giorno prima da casa, con la famiglia che ne aveva denunciato la scomparsa. Individuata l’auto dell’uomo a Porto Corsini, le volanti della polizia hanno tentato di fermarlo. Ne è nato un breve inseguimento terminato al molo, con il volo direttamente in acqua.

Solo dopo diverse ore l’auto e il corpo senza vita sono stati recuperati da sommozzatori dei vigili del fuoco e uomini della Capitaneria di porto.

Torri Hamon, sono arrivate le gru. Il 7 aprile manifestazione contro la demolizione

Diffida da parte dell’associazione Italia Nostra, che ha chiesto di poterne valutare lo stato effettivo. Accesso agli atti in Comune

Gru Torri Hamon

Sono arrivate in questi ultimi giorni le gru alle torri Hamon dell’ex Sarom di Ravenna, in procinto di essere demolite da Eni che sta per cedere il terreno, bonificato, all’Autorità Portuale che ci realizzerà un impianto fotovoltaico.

Intanto, la sezione ravennate di Italia Nostra – associazione per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale – ha inviato una richiesta per poter accedere alle torri e visionare, anche mediante tecnici abilitati, il loro stato effettivo.

«Si tratta di strutture con intelaiatura solidissima di armature a tondini e reti di ferro e costituita da blocchi a base di cemento – spiegano dall’associazione -: difficile pensare che, benché vetuste, siano a rischio crollo. E se anche qualche frammento cadesse, questo non giustifica la loro demolizione, visto che il progetto di impianto fotovoltaico non sarebbe di pubblica fruizione, mentre l’area in cui dovrebbe sorgere è vastissima, per cui l’interferenza irrilevante».

Italia Nostra inoltre annuncia l’intenzione di inviare una diffida ad Autorità Portuale, Comune, Soprintendenza ed Eni a procedere alla demolizione almeno finché non sarà resa pubblica l’autorizzazione paesaggistica, «in questo caso certamente necessaria in quanto l’intervento modifica in modo sostanziale il paesaggio. L’autorizzazione esiste e com’è motivata?», si chiede l’associazione che infine fa richiesta – tramite accesso atti – di visionare le valutazioni del Comune di Ravenna e di comprendere come da un lato i terreni e le torri sembrino già di proprietà pubblica, dell’Autorità portuale (e quindi sottoposte a vincolo ope legis, salvo pronunciamento della Soprintendenza in verso contrario, ma che ci deve essere), dall’altro sia invece Eni che si occupa della demolizione. «Passaggi poco chiari per cui rischia a brevissimo di farne le spese il nostro patrimonio comune di una Darsena da recuperare che non vedrà mai la luce».

Intanto, Italia Nostria, insieme a singoli cittadini e ad altre associazioni e istituzioni (tra cui anche l’Accademia di Belle Arti di Ravenna), dà appuntamento per una manifestazione per salvare le torri, domenica 7 aprile dalle 16 ale 18 in testata Candiano, nella darsena di Ravenna, chiedendo un ripensamento. «Siamo certi che le risorse per il loro recupero, anche di minima e poco costoso, possano essere facilmente trovate, se solo vi fosse la volontà di salvarle, così come possano convivere senza problemi con l’impianto fotovoltaico in progetto».

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