Gravidanza a rischio, intervento d’emeregenza: Sofia nasce alla 35esima settimana

Al Santa Maria delle Croci una delicata operazione

Sofia Ospedale Ravenna

Un delicato intervento nel reparto Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna ha permesso la nascita della piccola Sofia alla 35esima settimana dopo che alla madre, Carmen, era stata riscontrata la diagnosi di placenta percreta. Una situazione delicata perché la placenta si trovava impiantata sulla cicatrice uterina di precedenti tagli cesarei.

Ma quello di Sofia e della sua mamma si presentava come un caso grave perché gli accertamenti effettuati durante la gravidanza avevano evidenziato che la placenta aveva invaso i tessuti circostanti l’utero, in particolare la vescica. Una condizione che ha immediatamente mobilitato l’equipe gravidanza a rischio del reparto Ostetricia e Ginecologia di Ravenna, diretta dal dottor Francesco Catania.

L’accretismo placentare è una patologia della gravidanza caratterizzata dall’anomala penetrazione della placenta all’interno dell’utero. In alcuni casi la placenta raggiunge la superficie uterina e gli organi circostanti con loro parziale invasione (placenta percreta).

I casi di placenta percreta sono associati a multipli tagli cesarei e sono i più gravi poiché è molto alto il rischio che, all’insorgere del travaglio o durante un taglio cesareo, avvengano emorragie importanti, che possono mettere in serio pericolo di vita madre e bambino.

I medici, dopo aver analizzato attentamente il caso di Sofia, hanno dunque preferito optare per un trattamento conservativo, e attendere che la piccola raggiungesse la maturità per nascere prima di intervenire, monitorando la mamma e il feto fino alla trentacinquesima settimana.

Poi il ricovero e la pianificazione della nascita con un approccio multidisciplinare, garantito dall’alta professionalità ed esperienza dei medici dell’ospedale “Santa Maria delle Croci”, per permettere una prognosi quanto più favorevole possibile.

Per la nascita della piccola Sofia è stata fondamentale la coordinazione tra i vari specialisti, come spiega il dottor Catania: «Il neonatologo ha favorito un adattamento alla vita anche in condizione di prematurità, il radiologo interventista ha pianificato l’occlusione delle arterie afferenti all’utero cosi da evitare eccessive perdite di sangue, l’urologo ha messo in salvaguardia l’apparato urinario».

La buona riuscita dell’intervento è stata possibile anche grazie a tutti gli specialisti, infermieri di sala operatoria e alle ostetriche che hanno contribuito a far venire alla luce, senza complicazioni, la bimba, sana e forte e dal peso di 2 chili e 100 grammi.

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