«Con il tornado ho perso casa e lavoro. Ancora nessun ristoro, ma tanta solidarietà»

Andrea Ricci Maccarini ha riaperto in questi giorni l’attività di ristorazione ad Alfonsine grazie alle donazioni: «Il disastro di questa estate mi ha portato via anche vent’anni di cuore. In futuro sogno di aprire un room&breakfast»

Spighe

A sei mesi di distanza dalla tromba d’aria che ha colpito la sua abitazione e la sua attività di ristorazione ad Alfonsine (Le Spighe – non solo Piadine in via Raspona 61/A) Andrea Ricci Maccarini prova a ripartire. Lo fa grazie all’aiuto di tanti amici, conoscenti e volontari, come il gruppo “Gli amici di Paride” e l’influencer ravennate Erica Liverani, che gli hanno teso una mano nel momento più difficile: lo scorso luglio, una violentissima tromba d’aria ha spazzato via in soli cinque minuti metà della sua casa di campagna adiacente al ristorante, compromettendone l’agibilità e causando ingenti danni economici.

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Di quei momenti, Ricci Maccarini ricorda lo sconcerto e la paura: «Non capivamo cosa stesse succedendo, avevamo paura e ci siamo chiusi in un bagno cieco nella parte più protetta della casa. Quando siamo usciti ci siamo resi conto di aver perso tutto, una vita di sacrifici fatti dalla nostra famiglia. In quel momento non ci sono state lacrime, ma poi ho avuto un ictus. Questo disastro mi ha portato via 20 anni di cuore».

Come se non bastasse, nell’anno appena concluso il ristoratore ha dovuto affrontare anche la morte di entrambi i genitori, e durante le feste è stato derubato nel suo capanno in piazza del Popolo delle offerte che era riuscito a raccogliere per la ricostruzione post tornado, per un totale di circa mille euro.

Ora, tra attese e sconforto, Ricci Maccarini cerca di andare avanti, nonostante il periodo dell’anno non proprio favorevole per la ristorazione: «Abbiamo riaperto in questi giorni l’attività. Grazie alle donazioni e all’aiuto di un’azienda di Alfonsine siamo riusciti a ricavare un gazebo al chiuso per accogliere i clienti. Ho dovuto prendere una nuova stufa a pellet perché l’altra era andata distrutta». Pur nella disgrazia che lo ha colpito, il ristoratore ha potuto toccare con mano la solidarietà delle persone che sono scese in campo per aiutarlo. Tra tutte, l’ex consigliera comunale di Ravenna Samantha Tardi che, oltre ad aver avviato una raccolta su Gofundme, domenica 14 gennaio ha organizzato un evento dal titolo “Una piadina col cappotto – Aiutiamo Andrea”, riuscendo a raccogliere quasi 2mila euro. «Io e mia sorella ci siamo emozionati – racconta Ricci Maccarini –. A parte il discorso economico, quello che ci ha aiutato tantissimo è stato il non essere lasciati soli, il non essere dimenticati». Una solitudine che pesa, soprattutto a fronte del silenzio da parte di chi invece dovrebbe aiutare: «Chiacchiere tante, cose concrete nessuna. A livello di ristoro non è arrivato niente, e quello di cui abbiamo bisogno noi, che abbiamo perso tutto, sono proprio i soldi. Le banche ti trattano come se valessi meno di niente».

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E il Comune? «Dal momento che non abbiamo più l’abitabilità della casa, ci hanno spostati in centro ad Alfonsine. L’appartamento in sé non è male, ma lo stabile è abbastanza degradato».

Alla mancanza di aiuti economici si aggiungono poi gli ostacoli alla ricostruzione: «La casa, che ha subito i danni più grossi, è da demolire e ricostruire. Purtroppo, però, è vincolata dalla Soprintendenza delle Belle Arti che rallenta tutto. Anche se non ho più niente, sono obbligato a rifare tutto com’era prima, è una vergogna».

La difficolta del momento, aggravata da atti di sciacallaggio e dalle malelingue («Le persone mi accusano di essermi fatto pubblicità»), rende difficile guardare oltre, soprattutto in alcuni momenti: «Andare a dormire non è facile. Di giorno vedi le persone e questo ti aiuta a non pensare, ma la sera tutto quello che è accaduto ti torna addosso. Se non avessi avuto mia sorella oggi non sarei qui». Ci si prova comunque, però. E alla domanda su cosa si aspetta dal futuro, Ricci Maccarini risponde chiaramente: «Mi auguro di riuscire a sistemare la casa e creare un room & breakfast. Lo vorremmo chiamare “I Tre mori”, come il locale storico dei miei genitori. Qui siamo in mezzo alla natura e alla campagna, ti immergi nella tranquillità e nella serenità. Speriamo di tornare a essere sereni anche noi».

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