lunedì
28 Luglio 2025

Il liceo musicale di Ravenna apre le iscrizioni agli studenti del primo anno

Il nuovo percorso di studi inaugurerà nell’anno scolastico 2024/2025 negli spazi del liceo artistico Nervi-Severini con 25 posti disponibili. I ragazzi potranno iscriversi dal 18 gennaio

MUSICA

È tutto pronto per l’attivazione del nuovo liceo musicale di Ravenna, prevista a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Le iscrizioni per i primi studenti del nuovo indirizzo di studi saranno aperte da giovedì 18 gennaio fino al 10 febbraio. Entreranno a far parte della nuova sezione del liceo artistico Nervi-Severini al massimo 25 studenti che, per la prima volta nella storia della città, avranno l’opportunità di dedicarsi allo studio di due strumenti musicali, oltre che delle canoniche discipline scolastiche.

Il percorso del liceo musicale è indirizzato all’apprendimento tecnico-pratico della musica e allo studio del suo ruolo nella storia e nella cultura. Tra gli obiettivi dell’indirizzo, aiutare gli studenti a maturare e sviluppare conoscenze, abilità e competenze per padroneggiare, anche attraverso specifiche attività funzionali, i linguaggi musicali sotto gli aspetti della composizione, interpretazione, esecuzione e rappresentazione,  in prospettiva tecnica e teorica ma anche culturale, storica ed estetica. Il percorso di studi quinquennale termina con il diploma conseguito con esame di Stato permettendo l’accesso a tutte le facoltà universitarie e all’Alta Formazione Artistica e Musicale-Afam-per l’acquisizione dei Diplomi accademici di primo e secondo livello universitario.

Oltre al nuovo percorso di studi superiori, Ravenna conta tre scuole secondarie di primo grado a indirizzo musicale, un’istituto superiore di studi musicali (conservatorio Giuseppe Verdi) e la Fondazione Ravenna Manifestazioni. Per questo è stato sottoscritto un protocollo di intesa tra queste realtà, la Provincia, il Comune e il liceo artistico nell’ottica di creare una rete di sostegno al nuovo liceo: «In questo modo, a Ravenna si viene a completare il percorso musicale iniziato alla scuola secondaria di primo grado fino al conservatorio, in una città di cultura artistica e musicale che merita una offerta culturale completa» commenta Paolo Taroni, preside del liceo artistico Nervi-Severini.

“Iniziamo il 2024 con una partenza che ci rende molto orgogliosi – dichiarano il sindaco Michele de Pascale e la consigliera provinciale con delega all’Istruzione Maria Luisa Martinez -. Con l’attivazione del liceo musicale trova infatti risposta una richiesta attesa da tempo da famiglie, ragazzi e ragazze, che potranno scoprire nuove opportunità di scelta per i propri percorsi di studio con tanti sbocchi lavorativi per il futuro. Allo stesso tempo attraverso questa nuova proposta educativa si dà piena e doverosa valorizzazione alle vocazioni che contraddistinguono l’identità del territorio ravennate, dove la musica e l’arte tutta sono protagoniste. Un risultato raggiunto attraverso un lavoro di squadra che ha visto anche la partecipazione della Fondazione Ravenna Manifestazioni e dell’Istituto superiore di studi musicali “Giuseppe Verdi”, che ringraziamo per il prezioso supporto».

Un corso gratuito di cucina magrebina e romagnola: una giuria voterà i piatti

Iniziativa della pro loco per quattro mattinate. Dieci posti disponibili

Un corso gratuito di cucina magrebina e romagnola è in partenza nella cucina della Pro loco di Castel Bolognese, in piazza Bernardi. Le lezioni si terranno nelle mattinate di giovedì 18 gennaio, 8 e 29 febbraio e 7 marzo dalle 9 alle 12. I piatti preparati verranno votati da una giuria e i più apprezzati verranno riproposti durante un evento finale aperto alla cittadinanza. La partecipazione al corso è gratuita e aperta ad un massimo di dieci persone. Per informazioni e prenotazioni scrivere una mail a ericci@villaggioglobale.ra.it, oppure un messaggio al 349 6481710 (Eleonora).

“La forza della maestranza – Un mondo in cucina” è un progetto sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e coordinato dalla Consulta del Volontariato della Romagna Faentina. Il percorso proposto quest’anno è il frutto della co-progettazione del tavolo sociale di Castel Bolognese, che negli ultimi anni ha incontrato le donne di origine straniera che vivono nel territorio di Castel Bolognese, offrendo loro un percorso formativo e informativo di scambio culturale attraverso la condivisione di stili di vita, abitudini, conoscenze e tradizioni differenti. Il corso di cucina intende valorizzare le loro competenze a partire da una delle arti in cui possiedono molta competenza e per la quale donano energia, passione, tempo e gioia: l’arte del cucinare.

Un classico di Agatha Christie apre il 2024 del teatro Alighieri

In scena dall’11 al 14 gennaio

 Trappola Phmarinaalessi RIl primo appuntamento del 2024 per La Stagione dei Teatri arriva da giovedì 11 a domenica 14 gennaio (ore 21, domenica ore 15.30) con Trappola per topi, un classico scritto dalla regina del giallo, Agatha Christie, proposto per la prima volta nel novembre 1952 all’Ambassadors Theatre di Londra.

Da allora, ininterrottamente per 70 anni, il sipario si è alzato su questa commedia senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Al teatro Alighieri lo spettacolo viene portato in scena in anteprima nazionale attraverso una rilettura che ne scardina gli stereotipi valorizzando l’aspetto contemporaneo di racconto e trama.

Un’opera chiusa e precisa che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa. Una promessa di imprevedibilità e, insieme, di esattezza: il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice possa essere superato in qualsiasi momento.

Traduzione e adattamento sono di Edoardo Erba, la regia è di Giorgio Gallione. Protagonista Ettore Bassi, con Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Tommaso Cardarelli, Raffaella Anzalone. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Francesca Marsella, le musiche di Paolo Silvestri, le luci di Antonio Molinaro. Produzione La Pirandelliana Srl.

I personaggi, pur essendo figli della loro epoca, appaiono come protagonisti senza tempo, in quanto le ferite esistenziali e i segreti, che ognuno di loro esplicita o nasconde, sono quelli dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. La compagnia incontra il pubblico sabato 13 gennaio (ore 18) nella sala Corelli. Info: ravennateatro.com.

Un cadavere ritrovato nel letto del fiume Lamone

Il corpo era all’altezza di via Renaccio dove sono in corso i lavori per la ricostruzione dell’argine dopo le alluvioni

Un cadavere è stato ritrovato stamani, 10 gennaio, nel letto del fiume Lamone a Faenza. Il corpo è stato rinvenuto all’altezza di via Renaccio, in un tratto del corso d’acqua interessato da lavori di ricostruzione degli argini dopo le alluvioni di maggio scorso. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per il recupero della salma e la polizia. L’ispezione del medico legale potrà fornire elementi per l’identificazione.

Tragedia di via Dradi, l’avvocato: «Giulia non imputabile, ha già avuto la sua pena»

«La questione deve essere di tipo psichiatrico». La donna durante l’interrogatorio ha ammesso di aver interrotto la cura con i farmaci

Giulia Lavatura«È mia opinione che questa ragazza non sia imputabile. Giulia aveva bisogno di aiuto, un aiuto che però non è arrivato. In un caso come questo gli interventi dal punto di vista legale non devono essere finalizzati alla pena, che lei ha già avuto e che l’accompagnerà per sempre, ma alla tutela della sua vita e della sua mente, che pur essendo bella, ha delle fragilità tremende. La questione deve essere di tipo psichiatrico alla luce di alcune lacune alle quali giuridicamente non si può rispondere».

Sono le parole – riportate dal Corriere Romagna in edicola oggi, 10 gennaio – di Massimo Ricci Maccarini, avvocato di Giulia Lavatura Truninger, la 41enne che lunedì mattina si è lanciata dall’ultimo piano di un palazzo di via Dradi, trascinando con sé la figlia di 6 anni e la cagnolina, entrambe morte per le conseguenze dell’impatto. Lei, invece, il giorno dopo, è già stata in grado di rispondere per quasi due ore alle domande del Pm, nella propria stanza di ospedale al Bufalini di Cesena, dove è stata operata per la lesione di una vertebra (40 giorni di prognosi), salvata con tutta probabilità dalle recinzioni del cantiere allestito nel condominio in cui abitava con la famiglia.

La donna ha risposto con lucidità, «consapevole che la bambina non c’è più» – dice ancora l’avvocato. Secondo quanto emerso, aveva pianificato il gesto da tempo. L’obbiettivo era chiaro: morire sul colpo portandosi dietro i suoi due affetti più cari per evitare loro sofferenze legate a tante preoccupazioni. La 41enne ha parlato di tensioni familiari, dello stress per i lavori di ristrutturazione, del timore di indebitarsi a causa del superbonus 110.

La donna – si legge invece sulle pagine del Carlino Ravenna – ha assicurato di non avere somministrato alcun farmaco alla bimba per stordirla prima del volo fatale. Per dissipare ogni dubbio sul punto, la procura ha tuttavia disposto un prelievo di sangue sulla piccola, mentre l’autopsia non sarà necessaria. Da una decina d’anni era seguita dal centro di salute mentale a causa di uno specifico problema, un disturbo bipolare della personalità, ed era stata sottoposta ad accertamenti sanitari obbligatori. La sua terapia comportava l’uso di specifici farmaci, ma nell’interrogatorio ha ammesso di aver smesso di assumerli.

La zia di Giulia Lavatura: «Gli psicologi ci dicevano che non aveva istinti suicidi»

Parla la parente della 41enne che si è buttata dal nono piano per suicidarsi con la figlia e il cane: la donna si è salvata, mentre non c’è stato scampo per la bimba e l’animale. La zia critica l’operato del Centro di salute mentale e ricorda il periodo in cui la donna incinta aveva lasciato la casa per andare ospite di Josefa Idem

Schermata 2024 01 09 Alle 18.43.15«Psicologi e psichiatri dicevano che aveva un disturbo bipolare ma ci dicevano di stare tranquilli perché non aveva istinti suicidi». Sono le parole di Rosetta Lavatura, la zia paterna di Giulia Lavatura, la 41enne di Ravenna che ieri, 8 gennaio, ha tentato il suicidio gettandosi dal nono piano della palazzina in cui abitava portando con se la figlia di sei anni e il cane. La donna è sopravvissuta, mentre la bambina e l’animale sono morti, e ora è in arresto per omicidio.

La parente, attaccata duramente dalla 41enne in un post pubblicato su Facebook poco prima di compiere il drammatico gesto lanciandosi dalle impalcature dei lavori edili della palazzina in via Dradi, è stata intervistata da “Ore 14”, trasmissione Rai. La donna ha ricostruito il lungo percorso di disagio mentale vissuto da Giulia che era seguita dal centro di salute mentale.

«Il Csm ha sbagliato – dice la zia –, non doveva essere lei a chiedere di farsi ricoverare, dovevano capire loro lo stato di salute di Giulia. E non possono essere i parenti ad obbligarti, ecco perché odiava me e suo padre, perché ci vedeva come quelli che la facevano ricoverare».

La parente paterna ricorda poi i difficile momenti della gravidanza di Giulia che aveva sospeso l’assunzione dei medicinali e imposto al padre e alla zia di non andarla a trovare per nessuna ragione: «Per un anno non l’abbiamo vista, era andata anche via di casa e per un periodo è stata ospitata da Josefa Idem». L’ex campionessa olimpionica e senatrice del Pd ha ricordato la conoscenza della giovane sulle pagine de Il Resto del Carlino senza particolari dettagli sulla natura del loro rapporto di amicizia.

Danzatori al museo: la performance ispirata a San Romualdo negli spazi del Mar

Appuntamento mercoledì 10 gennaio con l’esibizione in tre repliche dedicata alla celebre pala del Guercino, sfondo della coreografia tra monitor e ristampe

Mar Ravenna Museo Arte

Il Museo Mar si farà teatro di una performance curata da Giorgia Salerno con gruppo nanou. In scena negli spazi espositivi  MondoImmondo, Visioni Estatiche in Guercino, una rappresentazione ispirata al celebre dipinto del santo ravennate Romualdo conservato all’interno del museo. L’appuntamento è mercoledì 10 gennaio con tre repliche, alle ore 15, 16 e 17. Il costo del biglietto è di 6 euro.

Durante l’esibizione, i danzatori si muoveranno tra le immagini scomposte del dipinto, riprodotte in modo seriale attraverso monitor e stampe e distribuite su tutta l’area in cui si trova l’opera originale, in modo tale da indagarla e amplificarla.

Tra i significati della performance, la volontà di ricomporre frammenti e dettagli attraverso una visione complessiva dell’opera d’arte, animata grazie ai corpi dei danzatori mossi dalle forze contrastanti del dipinto. Tra le ispirazioni del progetto, la biografia di Romualdo firmata da san Pier Damiani, dove il fondatore della congregazione camaldolese viene ritratto come un personaggio sapiente e autorevole, modello ideale per una riforma generale della società ecclesiastica e civile a contrasto con una società dissoluta e superba.

Nella raffigurazione del Guercino, una pala d’altare commissionata per il monastero di Classe a Ravenna nel 1642, il pittore si sofferma sull’immagine di Romualdo in estasi. Accanto a lui il diavolo, ritratto con le fattezze di un uomo dai tratti mostruosi, dal colorito rossastro e con piedi e mani dai lunghi artigli, contrapposto a un angelo intento a fustigarlo con una verga. È la rappresentazione del “mondo immondo” in cui l’umanità insolente si scontra con la perfezione e la virtù divina. Luce e oscurità sono in perenne lotta in una danza avvolgente in cui, in modo alternato, una prende il sopravvento sull’altra.

A 5 mesi dal voto si dimette il vicesindaco: «Non sento la fiducia della giunta»

Fabbri lascia le deleghe di cui era titolare lamentando la fine della coesione nella squadra di governo locale. La sindaca Pula si dice sorpresa e assume le deleghe ad interim in attesa di una nuova assegnazione. A giugno si vota

323005594 3345816782299998 5027233039878914224 NGianfranco Fabbri annuncia le sue dimissioni da vicesindaco di Conselice, rimettendo tutte le deleghe nelle mani della sindaca Paola Pula (Pd). Nella lettera con cui lascia l’incarico si parla di “crescente e progressivo logoramento del rapporto fiduciario con il sindaco e parte della giunta, che ho invece sempre considerato la condizione indispensabile per svolgere con serenità, passione e costruttività il mio mandato”. Conselice è uno dei 14 comuni della provincia di Ravenna (su 18) che andranno al voto per le amministrative il prossimo giugno e la prima cittadina uscente ha concluso il secondo mandato. Non è ancora stato ufficializzato il nome del candidato del centrosinistra ma il nome più quotato è quello di Andrea Sangiorgi, assessore nella giunta attuale.

Nella squadra di governo locale, Fabbri è titolare di deleghe pesanti: urbanistica, edilizia privata, lavori pubblici e patrimonio, polizia locale, legalità e sicurezza.

Le parole di addio al ruolo di amministratore pubblico sono una critica al clima in giunta: «Un’Amministrazione deve lavorare in gruppo e con coesione. I componenti devono sentire fiducia ed essere rispettati, sensazioni che personalmente non percepisco più da tempo. Aggiungo che nonostante il vuoto di fiducia e il senso di delegittimazione accresciutosi nel tempo ed acuitosi in particolare negli ultimi mesi, ho scelto di rimandare le mie dimissioni fino ad ora, per senso di dovere e per concludere o strutturare al meglio la maggior parte delle attività affidate alla mia funzione, nel rispetto dei miei concittadini e della Comunità che è ancora alle prese con le gravi conseguenze dovute alle catastrofi di maggio e luglio 2023 che hanno interessato il nostro Comune».

La prima cittadina dice di aver appreso la notizia con sorpresa e dispiacere: «Sono sorpresa per il metodo adottato e per le motivazioni addotte; in questi anni abbiamo sempre lavorato di comune accordo e in squadra e mai sono emerse, da parte del vicesindaco e degli altri componenti della giunta, voci contrarie o critiche alle decisioni assunte e alle scelte fatte sempre collegialmente. Gli obiettivi del nostro lavoro sono sempre stati condivisi e mai fino a oggi erano emerse problematiche tali che facessero presagire questa decisione proprio a ridosso della fine del mandato e a pochi giorni dall’approvazione del Documento unico di programmazione e del bilancio di previsione 2024-2026».

Le deleghe di Fabbri passeranno ad interim alla sindaca, ma a breve saranno nuovamente assegnate contestualmente alla definizione dei nuovi assetti di giunta.

Franciscus, ritratto di un rivoluzionario. Il «musical civile» di Simone Cristicchi

Il cantante-attore-autore presenta il suo nuovo spettacolo: «Nasce dall’amicizia con alcune suore di clausura. Ma il mio San Francesco non sarà un santino»

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Simone Cristicchi abbraccia la fama come cantautore, vincendo nel 2007 il primo premio al Festival di Sanremo con il brano “Ti regalerò una rosa”, pezzo profondamente legato alla sfera del disagio mentale e della realtà psichiatrica. Negli anni successivi al debutto, Cristicchi si orienta sempre di più verso il mondo letterario e scenico, cimentandosi come autore, attore e infine regista dei propri spettacoli. All’interno delle piece, testi e musiche inedite si mescolano per dare voce allo sfaccettato immaginario dell’artista, da sempre legato al tema dell’alienazione e dell’indagine interiore.
Il suo ultimo spettacolo, Franciscus – Il folle che parlava agli uccelli, è stato scritto in collaborazione con Simona Orlando e si propone di indagare l’iconica figura di San Francesco, con uno sguardo lontano da mistificazioni e fanatismi, ma in grado di osservare il suo lato più umano e rivoluzionario, visionario al punto da rasentare la follia.

Dopo il debutto al Goldoni di Bagnacavallo, lo spettacolo sarà al teatro Masini di Faenza dal 9 all’11 gennaio 2024.

Da cosa nasce Franciscus?

«L’idea nasce dall’incontro, quasi casuale, con il mondo del francescanesimo e con alcune suore di clausura, con cui ho stabilito una vera amicizia. Nel 2018 mi è capitato di fare diversi ritiri in eremi francescani, grazie ai quali sono nate canzoni, poesie e un libro sulla felicità, oltre che le basi per questo spettacolo. In tempi più recenti, sono stato contattato tramite una lettera da una suora di clausura: aveva ascoltato una mia canzone “Abbi cura di me” e da quello scambio epistolare è nata una reale amicizia. Sono andata a trovarla nel bresciano, vedendo con i miei occhi il mondo della clausura. Franciscus vuole approfondire un gigante della spiritualità attraverso la modernità del suo messaggio, in uno spettacolo che parla all’oggi, senza essere una mera ricostruzione storica e biografica della vita del Santo. Al centro del testo, il mondo della follia e quello delle rivoluzioni, storicamente intersecati tra loro. Il mio San Francesco non sarà un santino, ma il ritratto attuale di un rivoluzionario. Mi sono chiesto cosa potrebbe dirci oggi, dopo una pandemia e le guerre che ci circondano»

Come è strutturato lo spettacolo?

«Lo immagino come un musical, ma con una sola persona in scena. Lo spettacolo contiene otto miei brani inediti, accompagnati da sonorità orientali composte da Tony Canto. Al centro della scena, il dialogo e lo scontro tra due personaggi, entrambi impersonati da me: uno sono io, Simone, e racconterò ciò che ho capito di Francesco in questi anni di indagini e riflessioni, l’altro si chiama Cencio, ed è uno stracciarolo che passeggia per il mondo appropriandosi di un suo nuovo linguaggio, a tratti molto comico, che attinge da umbro, francese, latino e spagnolo. Cencio, con la sua comunicazione bizzarra e il suo peregrinare senza meta, incarna la vox populi della diffidenza verso Francesco, critica il santo, lo sminuisce, senza davvero conoscerlo».

Quello della follia è un tema ricorrente nel suo percorso artistico, da dove nasce questa esigenza? 

«Si tratta di una ricerca che ha avuto origine nel 2006, girando Dall’altra parte del cancello, una lunga ricerca sulla vita in manicomio prima dell’emandamento della legge Basaglia. In quel periodo ho intervistato centinaia di persone, tra dottori, infermieri e soprattutto degenti. Da questa indagine è emersa un’emozione immensa e tanto dolore. Per questo il tema della follia è presente in tutti i miei spettacoli, trovo affascinante esplorare una diversa prospettiva di vedere le cose, ma sono consapevole di star parlando di una patologia organica che affligge gli esseri umani, e cerco di farlo con tatto, senza paura e senza giudizio, combattendo lo stigma che ancora affligge i pazienti psichiatrici. Anche “Ti regalerò una rosa”, il brano che si è classificato al primo posto al Festival di Sanremo, nasce da questa ricerca»

Che influenza ha avuto sulla sua carriera una vincita importante come quella sul palco dell’Ariston?

«Nel 2007 ho vinto Sanremo con una canzone molto particolare, il cui testo che affronta un tema tabù. Credo sia stato un unicum nella storia del Festival, e questo per me è importante. Ho acquisito un’enorme popolarità da quella vittoria e sono riuscito a canalizzarla con lucidità per diventare un artista libero, avulso dalle dinamiche commerciali. Non baratterei la mia idea artistica con nessun numero di vendite, follower o classifiche. Voglio continuare a esplorare e creare, senza preoccupazioni o forzature esterne. Oggi il teatro è la mia isola felice, mi permette ogni giorno di sperimentare, mettere a fuoco a tutti i miei talenti, dalla scrittura al canto o recitazione, e scoprirne dei nuovi, come la regia».

Com’è stato il “passaggio” da cantautore ad attore teatrale?

«Il passaggio vero e proprio è avvenuto nel 2010, quando ho trasformato un mio libro, Mio nonno è morto in guerra, in un monologo teatrale sulla guerra di Russia. Credo che il monologo sia la forma di recitazione più complessa, per questo desideravo misurarmici. Questa “sfida” ha fatto sì che il grande Antonio Calenda mi notasse, firmando con me per tre spettacoli. Recitare è qualcosa che ho “imparato facendo”, il palcoscenico mi ha dato modo di imparare quest’arte che era da sempre solo un’inutizione in me. Lavorare con Calenda poi mi ha permesso di raffinare il mio stile rendendolo unico: inizialmente mi rifacevo al teatro canzone di Gaber, ma, grazie alle sperimentazioni col regista, è nato il mio “musical civile”, legato al rigore storico e alla veridicità dei testi, oltre che alla loro interpretazione artistica».

Immagina un ritorno nella scena musicale nel suo futuro?

«Il mio ultimo album è uscito nel 2013, da allora continuo a scrivere canzoni e a cantarle dal vivo, ma lo faccio all’interno dei miei spettacoli. Anche in Franciscus c’è tanta musica, pezzi inediti scritti con passione che sono felice di condividere con il pubblico. In futuro probabilmente raccoglierò alcuni di questi brani in un album, ma la mia esigenza adesso è quella di scrivere per il teatro».

Prorogato a Palazzo Malagola il progetto espositivo su Demetrio Stratos

Dopo la chiusura prima di Natale ora la mostra ha riaperto l’8 gennaio e sarà visitabile fino al 31

Archiviostratos Malagola5 Marcocasellinirmal 1 A seguito del grande successo di pubblico, la mostra Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979, allestita a Palazzo Malagola, è stata riaperta fino al 31 gennaio.

La mostra è curata dai due co-direttori di Malagola, Enrico Pitozzi e Ermanna Montanari, e riguarda la presentazione – in forma espositiva – di una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito a dicembre 2022 dal Comune di Ravenna, con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente da Daniela Ronconi Demetriou, vedova Stratos.

Il percorso espositivo spazia dalla documentazione audiovisiva di performance, lezioni e concerti, agli appunti preparatori legati alla sua produzione artistica, dai materiali che ripercorrono gli stretti legami con altri artisti – John Cage su tutti – e alle stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni.

Poi strumenti musicali, oggetti, cimeli e capi d’abbigliamento, libri e dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca. Orari di visita: lun-sab 10-13 e 15 -18 (domenica solo al mattino). Gratuita. Info: 348-1382632.

Interrogata la donna che si è buttata dal nono piano. Fiori e peluche in via Dradi

Giulia Lavatura ha risposto per quasi due ore a tutte le domande del Pm

È stata sentita per quasi due ore all’ospedale Bufalini di Cesena, dove è ricoverata, Giulia Lavatura Truninger, la donna di 41 anni che ieri mattina si è buttata dal nono piano del palazzo dove vive, in via Dradi a Ravenna, portando con sé la figlia Wendy, di sei anni, che è morta per le conseguenze dell’impatto.

La donna è in stato di arresto ed è stata sentita dal Pm Stefano Stargiotti, dal dirigente della squadra Mobile Claudio Cagnini, dal responsabile della Pschiatria e dall’avvocato difensore Massimo Ricci Maccarini.

Alternando il pianto alle parole – citiamo un’agenzia dell’Ansa – ha risposto a tutte le domande, restituendo tutti i dettagli della tragedia.

Si è ora in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto per omicidio aggravato e uccisione di animale, visto che nella caduta ha portato con sé anche il cagnolino. In quella sede il legale è pronto a sollevare formalmente la questione psichiatrica legata al movente del caso: la donna era seguita da almeno una decina di anni dal centro di salute mentale di Ravenna.

Intanto, in via Dradi sono comparsi biglietti, fiori e peluche per ricordare Wendy (nella fotogallery qui sopra di Massimo Argnani).

Un pomeriggio in biblioteca con giochi da tavolo e di ruolo per tutte le età

Appuntamento a ingresso libero il 13 gennaio con i bibliotecari che aiuteranno i genitori e i giocatori. La “Taroni” si è dotata di diversi giochi in scatola utilizzabili anche nelle ore di apertura ordinaria

Un pomeriggio di giochi da tavolo e di ruolo adatti a tutte le età alla biblioteca Taroni di Bagnacavallo. Appuntamento sabato 13 gennaio dalle 14.30 alle 18.30: accesso libero e gratuito, per i giochi di ruolo è prevista la prenotazione al numero 0545-280912 oppure scrivendo a biblioteca@comune.bagnacavallo.ra.it.

Negli ultimi mesi del 2023 la biblioteca si è dotata di giochi da tavolo che possono essere utilizzati sia durante l’apertura ordinaria che in questi pomeriggi “speciali” in cui i bibliotecari Elisabetta Cannata e Andrea Pezzi coadiuveranno genitori e ragazzi di tutte le età al loro utilizzo. Qualche tavolo sarà invece dedicato ai giochi di ruolo, con la preziosa collaborazione del volontario civico Dario Giardini e dell’associazione La Gilda del Leone Rosso di Faenza.

«Lo scopo di questi pomeriggi – spiega Patrizia Carroli, coordinatrice della Biblioteca Taroni – è sia mettere in relazione tra loro i ragazzi e diverse generazioni, grazie a un momento ludico-sociale rappresentato dal gioco da tavolo, sia consolidare lo spazio della biblioteca come centro propulsore di comunità».

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