martedì
22 Luglio 2025

Gli americani Helmet al Bronson per l’unica data in Emilia-Romagna

La storica band di Page Hamilton presenta il nuovo album al club di Madonna dell’Albero

HELMET 1 Color

Un pezzo di storia dell’alternative rock mondiale arriva Ravenna in una delle uniche due date in Italia. L’appuntamento con il concerto (l’unico in regione) degli Helmet, band americana guidata da Page Hamilton, è per domani (martedì 28 novembre) al Bronson di Madonna dell’Albero.

Gli Helmet tornano in Italia per la prima volta in quattro anni per presentare il loro nuovo album, LEFT, che arriva sette anni dopo Dead To World, acclamato dalla critica come “il miglior album degli Helmet dai tempi della reunion”.

Formatisi a New York nel 1989, conosciuti per il loro sound e per le potenti esibizioni dal vivo, gli Helmet hanno lasciato un segno indelebile nel rock-metal alternativo con la loro miscela di riff di chitarra pesanti, melodie intricate e testi che fanno riflettere.

Al Rasi gli omaggi delle Albe ai maestri Pasolini, Testori e Bertolucci

Il 28 e 30 novembre e il 2 dicembre (in doppia replica) gli spettacoli di Ermanna Montanari e Marco Martinelli

5 Fotogrammi Foto Di M Caselli Nirmal
“5 Fotogrammi” Foto Di M Caselli Nirmal

Sono un omaggio a coloro che sono stati i maestri delle Albe, ossia Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Bernardo Bertolucci, i tre spettacoli (uno in doppia replica) che si succederanno al teatro Rasi di Ravenna a partire da domani, martedì 28 novembre, ideati da Ermanna Montanari e Marco Martinelli, fondatori e direzione artistica del Teatro delle Albe.

Il primo appuntamento in programma è quello con Pasolinacci e Pasolini. Quattro movimenti di ascolto in programma il 28 alle 21, in cui Montanari e Martinelli raccontano il “loro” Pasolini, maestro di riferimento fin dall’adolescenza, negli anni Settanta, illustrando come la sua poesia e il suo cinema abbiano illuminato la loro arte e l’agire irriducibile delle Albe. Il poemetto Una disperata vitalità fa da controcanto allo specchiarsi dei due artisti nella vocazione “eretica” e “corsara” di Pasolini. Li affianca il musicista Daniele Roccato, che con il suo contrabbasso intarsia la narrazione, reinventando i classici, da Johann Sebastian Bach a “Bella ciao”.

Pasolinacci e Pasolini – chiaro riferimento al film Uccellacci e Uccellini, che la coppia considera il vero testamento di Pasolini – è stato creato per il programma “Il teatro di Radio3” di Laura Palmieri ed è stato trasmesso in diretta dalla Sala A di via Asiago a Roma alla presenza di Marco Belpoliti e con la partecipazione degli allievi registi dell’Accademia Silvio d’Amico.

Al termine dello spettacolo, sempre al Rasi, Paolo Galletti e Franco Nasi presenteranno la rivista Riga 46. Arne Næss, di cui Nasi è anche curatore.

Giovedì 30 novembre, alle 21, toccherà a A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori, che alla voce di Ermanna Montanari affianca il canto di Serena Abrami. Lo spettacolo, ideato e diretto da Montanari e Martinelli – regia del suono Marco Olivieri, produzione Albe/Ravenna Teatro, Teatro de Gli Incamminati – è stato realizzato per la prima volta nel 2014 e vede oggi un nuovo allestimento scenico e un adattamento sonoro. Uno sguardo all’intellettuale che, alla fine degli anni Settanta, prese il posto che era stato di Pasolini sulla terza pagina del Corriere della Sera. Tre articoli legati da un filo preciso, quello della violenza sulle donne. A scandire i racconti, i canti intonati da Serena Abrami, la cui voce porta l’eco lontana di liturgie armene mescolate a sonorità folk del Nord dell’Iran.

Lo spettacolo sarà anticipato, alle 18, sempre al Rasi, dalla presentazione del libro Al prete ignoto. L’ecclesiologia implicita di Don Lorenzo Milani (ed. Studium) alla presenza dell’autore Giuseppe Fornari.

Sabato 2 dicembre alle 21 e domenica 3 alle 15.30, andrà in scena 5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci, spettacolo di Ermanna Montanari e Marco Martinelli con Montanari, regia del suono di Marco Olivieri, prodotto da La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, in collaborazione con Albe/Ravenna Teatro. Un ricordo in forma di miniatura, intessuto dai due co-fondatori delle Albe, a partire dall’autobiografia artistica del grande cineasta e intarsiato con immagini e frame dei suoi film. Un percorso in 5 frammenti che richiama il ritmo impresso da Bertolucci al suo racconto, con un procedere per salti temporali e immaginativi che inizia da Casarola, paesaggio dell’anima, e sconfina nella Campiano di Montanari attraverso la germinazione dal poemetto Luṣ, di Nevio Spadoni, raccontato nel dialetto romagnolo delle Ville Unite che l’attrice usa come lingua di scena, portandola in giro per il mondo.

Presentando alla biglietteria del Teatro Rasi il biglietto di uno di questi tre spettacoli si ha diritto ad un ingresso a 5 euro per uno dei titoli rimanenti.

Biglietti: intero 18 euro (ridotto 16, under-26 10).

Violenza di genere, «tra gli adolescenti spesso è il maschio il più fragile»

Lo psicologo Mittino è entrato alle medie di Cotignola per iniziative rivolte a genitori e studenti: «Li faccio parlare di emozioni senza nominarle»

MITTINO

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la scuola media Luigi Varoli di Cotignola ha organizzato una serie di incontri con Filippo Mittino, psicologo e psicoterapeuta socio dell’istituto il Minotauro di Milano. Il 21 e 22 novembre le classi terze dell’istituto hanno partecipato a un laboratorio di scrittura emozionale.

«Porto avanti questo laboratorio itinerante dal 2012 – spiega lo psicoterapeuta -. L’idea di base è quella di parlare di emozioni senza nominarle mai. Si parte dalla creazione di un Haiku: credo che le rigide regole della costruzione poetica stimolino il pensiero e la ricerca di parole mirate ed evocative. In secondo luogo, si legge ad alta voce la propria poesia davanti alla classe, condividendo emozioni e stimolando l’empatia. Durante questi esercizi emerge un mondo molto più complesso e variegato di quello che noi attribuiamo agli adolescenti. Hanno un’idea solida di futuro, voglia di trovare un compagno, un lavoro, fare dei figli. Hanno piena consapevolezza della loro crescita e delle difficoltà annesse, ma non hanno un vero spazio per essere ascoltati, per questo agli occhi degli adulti sembra che non abbiano niente da dire».

Martedì 22 novembre alla biblioteca Luigi Varoli si è tenuto un incontro aperto al pubblico e dedicato principalmente a genitori e insegnanti, sul tema della violenza di genere e tra giovanissimi, condotto sempre da Mittino: «In questi incontri preferisco soffermarmi sui ruoli e sulle dinamiche interne alla relazione, piuttosto che sui generi di “uomo” e “donna”: le nuove generazioni sono molto fluide e la violenza basata sul genere non sembra essere un aspetto preoccupante tra i giovanissimi. Nelle relazioni tra gli adolescenti di oggi è spesso la ragazza a essere più decisa mentre il ragazzo più fragile e portato all’interiorità. Credo che l’aspetto più importante sia quello di educare i giovani alla comprensione dei propri sentimenti e di fornire agli adulti le “giuste lenti” per leggere il mondo dei propri figli, sempre più lontano da quello delle generazioni precedenti».

L’adesione agli incontri però, rimane prevalentemente femminile, precisa lo psicologo, auspicando un’apertura maggiore dal pubblico maschile: «Nel campo della formazione è importante mantenere un’attitudine sia maschile che femminile, in modo da poter guidare i giovanissimi con un aspetto materno e protettivo e al tempo stesso paterno ed estroverso. Spesso si tende, per questioni culturali, a vedere anche nella figura della terapeuta donna un aspetto esclusivamente materno, per questo è importante per i professionisti uomini spendersi in questo campo, oltre che a caldeggiare l’interesse di padri e del pubblico maschile».

Alla Classense Sandro Campani con la sua guida sentimentale per cercatori di funghi

Nel Bosco Degli Uomini Irrisolti Con Sandro Campani Ebcecea4 7048 11ea A3a7 C915114e2721 842 1200Mercoledì 29 novembre alle 17.30 alla Biblioteca Classense di Ravenna, nell’ambito della rassegna “Il Tempo Ritrovato”, sarà ospite lo scrittore Sandro Campani per parlare di “Alzarsi presto, il libro dei funghi (e di mio fratello)” (Einaudi).

Una guida sentimentale per cercatori di funghi e di ricordi.

Andare a funghi è camminare con uno scopo. E anche questo libro è una camminata, che comincia quand’è ancora buio e finisce quando il buio sta tornando. È la storia di due fratelli che seguono le orme del padre nel bosco, esplorandolo in tutte le stagioni, tra le querce o nelle faggete. È la condivisione di un alfabeto naturale. È insegnare ai cani il segreto del tartufo, e allenarli ad arrivarci senza lasciare traccia

Il Ravenna pareggia a Forlì e allunga in testa alla classifica del campionato

Giallorossi in formazione rimaneggiata, caricati da oltre 600 tifosi al seguito

Ravenna Forli Derby
La tribuna dei tifosi ravennati allo stadio Morgagni di Forlì

Il Ravenna Fc pareggia 0-0 il derby di Forlì (con gli ultimi minuti giocati in dieci per l’espulsione di Nappello) e allunga in testa alla classifica del girone D del campionato di calcio di serie D, complice il ko del San Marino, secondo in classifica, a Certaldo. Sconfitta anche l’Imolese, terza.

Oltre 600 i tifosi che hanno seguito la capolista (scesa in campo con una formazione rimaneggiata) allo stadio Morgagni.

Ora il Ravenna comanda il girone con 28 punti, due in più del San Marino e quattro in più rispetto alla coppia Imolese-Lentigione. Domenica prossima i giallorossi ospiteranno al Benelli il Progresso, quintultimo, mentre il San Marino riceverà lo stesso Forlì.

 

Lo strano caso dell’Ortazzo-Ortazzino, oasi naturali contese tra pubblico e privato

Il Parco del Delta con l’appoggio di Comune e Regione stanzia 437mila euro per la prelazione su due porzioni dell’area, ma la proprietà è convinta che i tempi siano già scaduti

Bevano

L’ente pubblico che tutela il Parco del Delta del Po intende comprare la quasi totalità di Ortazzo e Ortazzino, due oasi naturali protette che si estendono per un totale di circa 500 ettari nel comune di Ravenna sulla costa adriatica tra la foce del torrente Bevano e Lido di Classe. Prati, dune, boscaglie, pinete e zone umide: la proprietà è privata da mezzo secolo e sono considerati siti con caratteristiche uniche per la biodiversità ambientale. Per l’operazione che punta all’acquisto c’è l’appoggio anche di altri due enti pubblici: agli 87mila euro stanziati dal Parco, infatti, se ne aggiungono 255mila dalla Regione e 95mila dal Comune per un totale di 437mila euro. Ma la vicenda potrebbe avere strascichi giudiziari e una conclusione non così rapida per via di una divergenza di vedute tra gli enti e la proprietà delle aree.

La cordata pubblica, infatti, è convinta di poter far valere un diritto di prelazione su una compravendita tra privati definita a ottobre 2022 e finalizzata a marzo 2023, nell’ambito della procedura di liquidazione volontaria avviata sei anni fa dalla società Immobiliare Lido di Classe con sede a Roma che aveva comprato l’area agli inizi degli anni Settanta con il progetto di realizzare un villaggio turistico con stabilimenti balneari e un porticciolo alla foce del Bevano (il pretore ordinò invece il sequestro dell’area sulla base della Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale firmata nel 1971 in Iran). Lo scorso marzo è stata acquistata dalla Cpi Real Estate Italy, una Spa italiana controllata da Cpi Property Group, società immobiliare che oggi ha sede in Lussemburgo dopo essere stata fondata in Repubblica Ceca dal magnate Radovan Vitek già coinvolto nelle vicende legate al nuovo stadio della Roma.

«Il Parco ha affidato un incarico al professor Marco Dugato – afferma il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale – e dalla sua analisi è emerso che l’informazione sulla vendita e i comportamenti del venditore in nessun modo hanno rispettato i precisi dettami previsti dalla legge e anzi sono stati palesemente finalizzati a evitare l’esercizio della prelazione». Secondo i privati, che hanno concluso l’affare per 580mila euro, invece è stato fatto tutto a norma e dicono di aver atteso sei mesi sebbene per legge ne avrebbero dovuti concedere solo tre (vedi box grigio in basso).

Si tratta di una superficie di quasi 500 ettari – compresa una parte della pineta di Lido di Classe – che rappresenta una delle più belle e più selvagge aree del Delta del Po, suddivisa in tre zone denominate con la classificazione A, B e C, sottoposte a vari gradi di tutela: una zona A “di protezione integrale”, una zona B “di protezione generale” e una zona C “di protezione ambientale”. Il Delta intende acquisire solo le porzioni A e B cioè quelle con i vincoli di tutela più rigidi. «Le aree A e B – si legge in una nota della Regione – rientrano tra quelle che la legge quadro sulle aree protette consente di riscattare, mentre la restante area C non può per legge essere oggetto di prelazione e rimarrà al momento di proprietà privata». La stima di 437mila euro per i terreni in zona A e B è basata sul valore complessivo di 580mila euro della compravendita di otto mesi fa. Il Comune di Ravenna però ha già espresso la volontà dell’acquisizione anche dell’area C.

De Pascale, parlando con il quotidiano Il Resto del Carlino, ha riassunto le presunte mancanze del venditore: la comunicazione del venditore al Parco non conteneva l’indicazione delle particelle catastali per l’esatta identificazione delle aree A e B in vendita, non indicava il prezzo del rogito e le modalità di versamento.

Ortazzo

Se effettivamente non è stato rispettato il protocollo, probabilmente dovrà stabilirlo un tribunale in sede civile. Ma al di là dei cavilli burocratici, i fatti dicono che il Parco era a conoscenza di tutto. Massimiliano Costa è il direttore e il 25 ottobre del 2022 ha inviato una lettera alla Regione, alla Provincia e al Comune da cui è tratto questo passaggio: «Il 19 ottobre 2022 abbiamo ricevuto dall’Immobiliare Lido di Classe in liquidazione (proprietaria di Ortazzo e Ortazzino dagli anni ‘70, ndr) un’informativa relativa alla cessione di aree rientranti nel Parco con richiesta di manifestare eventuali diritti di prelazione. Intendiamo esercitare il diritto e pertanto si richiede alla Regione la disponibilità a finanziare questo intervento strategico». Lo stesso Costa poi in una riunione del comitato esecutivo del Parco avvenuta il 21 agosto 2023, come si legge dal verbale dell’assemblea, ha ricordato che «la Regione non ha risposto». Non solo. I tre mesi di tempo per la prelazione scadevano il 19 gennaio 2023 e il 6 dicembre 2022 c’è stato un incontro in Regione che ha toccato il tema: «La Regione – ha detto sempre Costa nella stessa riunione del comitato esecutivo – non ha concesso il finanziamento perché non ci sarebbero i presupposti». Insomma, difficile vederci un ostacolo dei venditori. Il direttore Costa però sostiene anche che il Parco ha inviato due comunicazioni al liquidatore dell’Immobiliare Lido di Classe, una a novembre 2022 e una a febbraio 2023, per manifestare l’interesse all’acquisto ma sono rimaste lettera morta. Da qui la decisione di affidarsi a un legale.

La situazione si è ulteriormente complicata di recente. Un altro preliminare di vendita è stato firmato l’8 settembre scorso per un nuovo passaggio di proprietà di Ortazzo e Ortazzino, questa volta per un milione e 60mila euro. Il venditore, la società Cpi Real Estate Italia, come da prassi ha notificato al Parco le tempistiche per esercitare la prelazione: c’è tempo fino all’11 dicembre. Questa però non interessa agli enti pubblici. «Il Parco – spiega il sindaco – sta azionando il proprio diritto di riscatto sulla vendita già avvenuta e ai valori ad essa riferiti; qualsiasi ulteriore vendita che la proprietà dovesse tentare, non avrebbe alcun effetto poiché il riscatto viene esercitato dal Parco in riferimento alla prima vendita, non su altri atti».

La domanda che continua a rimbalzare senza risposta nella vicenda Ortazzo-Ortazzino è perché società immobiliari private facciano affari su aree vincolate rigidamente. «Non abbiamo mai pensato, nemmeno per un secondo, a un possibile sviluppo immobiliare su un singolo centimetro quadrato dell’area», ha dichiarato al Corriere Romagna il 21 ottobre scorso il ravennate Mirko Bertaccini, general manager di Cpi Property Group che controllava Cpi Real Estate Italy, la società che a marzo ha acquisito l’area e ora la sta rivendendo con una maggiorazione del prezzo dell’80 percento.

Il direttore del Parco del Delta, Massimiliano Costa, in una riunione del comitato esecutivo di agosto 2023 aveva formulato alcune ipotesi sulle possibili intenzioni alla base delle trattative. «I terreni in questione potrebbero essere venduti ad aziende agricole, che potrebbero richiedere all’Ue indennizzi per il mancato reddito agricolo, in quanto parte delle aree sono ancora indicate in catasto come seminative essendo antiche risaie. In virtù dei vincoli in quei terreni non è possibile alcuna pratica agricola, ma nulla toglie che la proprietà, grazie alla non aggiornata classificazione catastale, possa avanzare richiesta di indennizzo per l’impossibilità a coltivare a favore delle aree tutelate. Un beneficio che andrebbe a costituire una specie di rendita, costante e non insignificante». Una settimana dopo queste parole, Cpi Real Estate ha firmato un preliminare di vendita alla società Gobbino, che è un’azienda agricola ferrarese.

Fonti qualificate sull’argomento assicurano che la pratica è improbabile visti i rigidi controlli dell’Ue contro i cosiddetti “finti contadini”.

Ortazz

Incidente tra tre auto a Cervia: chiusa l’Adriatica per due ore

[+++AGGIORNAMENTO+++ L’Adriatica ha riaperto alle 17 di domenica 26 novembre]

A causa di un incidente stradale, temporaneamente interdetta al traffico la strada statale 16 “Adriatica”, in entrambe le direzioni, all’altezza del km 171,600 a Cervia.

Nel sinistro – le cui cause sono ancora in corso di accertamento – sono rimasti coinvolti tre veicoli.

Sul posto sono presenti le squadre Anas e le Forze dell’Ordine per gli accertamenti della dinamica, la gestione dell’evento e il ripristino della viabilità nel più breve tempo possibile.

Il servizio clienti “Pronto Anas” è raggiungibile chiamando il numero verde gratuito 800.841.148.

Il filosofo femminista: «Il problema non sono gli uomini, ma l’idea di maschile»

Le riflessioni di Lorenzo Gasparrini sulla violenza di genere: «Le società cambiano in fretta, ma i paradigmi culturali no. La politica? non si fa carico di soluzioni a lungo termine»

Gasparrini

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il centro di aiuto Demetra di Lugo ha organizzato un incontro con Lorenzo Gasparrini, “filosofo femminista”, divulgatore e autore di diversi libri – “Ci scalderemo al fuoco delle vostre code di paglia” (D Editore, 2023) è l’ultimo in ordine di uscita.

Gasparrini, di cosa si occupa un filosofo femminista?
«Di questioni di genere e di quanto queste impattino sulla società come complesso e sull’esistenza di ciascuno». 

Come è nato il suo interesse per il femminismo e le tematiche di genere?
«Quando ero uno studente di filosofia mi sono imbattuto in alcuni testi di filosofe femministe e ho scoperto che non solo dicevano cose importantissime sul mio genere, contrariamente a quello che sentivo dire, ma anche che questi argomenti erano pesantemente osteggiati dalle persone all’interno dell’università. Questo mi ha portato ad abbandonare presto la carriera accademica e a iniziare a fare divulgazione. E ho constatato che c’è un’enorme voglia di parlare di questi argomenti». 

Anche da parte degli uomini?
«Come no, certo. Se c’è stato un progresso in questi anni, questo è dato dalla fine dell’indifferenza su questi argomenti. Anche quando c’è polemica o discussione va bene, perché vuol dire che l’argomento smuove ed è l’inizio di un possibile dialogo».

Negli ultimi anni gli episodi di femminicidio sembrano essersi intensificati, o almeno si ha la sensazione che se ne parli molto di più. Cosa è cambiato rispetto al passato?
«La differenza è che adesso lo sappiamo riconoscere. Abbiamo una parola per nominarlo, tanto per cominciare. Abbiamo riconosciuto che è una specifica forma di violenza e di omicidio che conta non per il genere della vittima, ma per il motivo del gesto. Il fatto che un uomo arrivi a pensare che è giusto uccidere la propria compagna perché non si comporta come ritiene che una donna dovrebbe comportarsi è indice di una storia sociale di cui bisogna occuparsi. È evidente che se c’è anche solo un uomo che uccide per quel motivo ce ne saranno cento che picchiano, e per ognuno di questi ce ne saranno altrettanti che minacciano e ricattano… Eccola la piramide, l’iceberg di cui il femminicidio rappresenta la punta».

Le leggi non sono sufficienti per arginare il fenomeno?
«Se si vuole assottigliare la punta bisogna agire dal basso. Inoltre, servono leggi non solo nel senso punitivo e repressivo, ma che stimolino pratiche sociali diverse per fare fronte a questo problema». 

Ad esempio?
«Introdurre nel sistema dell’istruzione, a tutti i livelli – dalla scuola elementare all’università – l’insegnamento di queste tematiche. Per farlo, però, bisogna avere a disposizione tante persone preparate, e ad oggi non ce ne sono abbastanza per coprire tutte le scuole dell’obbligo. Si tratta di soluzioni a lungo termine, cosa che spesso spinge la politica a non farsene carico».

Quali sono le cause di questa cultura maschilista dilagante?
«Le società cambiano molto velocemente, ma i nostri paradigmi culturali no. Il problema non sono gli uomini di per sé, è l’idea di maschile che mi porto avanti culturalmente».

In questi giorni sta avendo grande risonanza mediatica l’appello di Elena, sorella di Giulia Cecchettin, in cui si fa riferimento, tra le altre cose, alla “cultura dello stupro”. Che cosa significa?
«È una cultura nella quale lo stupro è considerato qualcosa che può accadere perché visto come qualcosa che attiene alla sfera sessuale e frutto di irrazionalità, di un impulso. È importante ricordare, invece, che lo stupro è un meccanismo di potere, ed è l’apice di una serie di comportamenti e abitudini, come il complimento non gradito o la battuta fuori luogo, che da tanto tempo noi consideriamo come normali».

In alcuni uomini prevale la tendenza a prendere le distanze da tutto questo. Spesso si sente dire: “Io non sono violento, quindi non è un problema mio”. Perché questo pensiero è sbagliato?
«È importante dire a più uomini possibili che questa risposta non c’entra niente. Non importa quello che tu fai o non fai, importa il fatto che non fai niente. Se vedi una situazione di pericolo, qualunque essa sia, è tua responsabilità sociale dare l’allarme, intervenire. Se non fai niente sei parte del problema». 

Può il linguaggio giornalistico contribuire ad alimentare la cultura dello stupro?
«In Italia c’è ancora un problema di lessico corretto da usare in certe situazioni, cosa che non si riscontra allo stesso modo in altri Paesi. Non riusciamo a capire che espressioni come “bravo ragazzo” o “onesto lavoratore” non fanno altro che spostare l’attenzione del lettore là dove non dovrebbe andare. Chi fa giornalismo ha un potere enorme e deve usarlo correttamente, così come deve assumersi una responsabilità, altrimenti contribuisce a questo mancato progresso».

Orchestre rinomate e interpreti d’eccezione all’Alighieri con “Ravenna Musica”

L’associazione musicale Angelo Mariani ha presentato la sua stagione di punta, “Ravenna Musica”, un cartellone con orchestre rinomate e interpreti d’eccezione, a cura del direttore artistico Romano Valentini.

Otto gli appuntamenti di musica classica in abbonamento che si dipaneranno da martedì 13 febbraio a mercoledì 8 maggio, e si svolgeranno tutti al Teatro Alighieri.

Orchestra Leonore
Orchestra Leonore

L’inaugurazione è affidata all’Orchestra Leonore, più volte ospite della stagione negli anni passati, con la partecipazione del pianista Andrea Lucchesini, vincitore del Concorso Dino Ciani che gli ha conferito fama internazionale. Sarà solista nel Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Chopin.

Martedì 20 febbraio un altro gradito ritorno, il violoncellista Enrico Dindo, dalla brillante carriera internazionale, iniziata dopo aver conquistato nel 1997 il Primo Premio al Concorso “Rostropovich” di Parigi. Sarà affiancato dall’orchestra da camera da lui fondata nel 2001, I Solisti di Pavia. Fra i brani in programma il Concertino per violoncello e archi op. 43bis di Weinberg e la composizione da “Quatour pour la fin du temps” n. 5 Louange a l’éternité de Jesus per violoncello e archi di Messiaen.

Mercoledì 6 marzo sarà di scena il primo dei due pianisti solisti previsti dal cartellone: Nelson Goerner. Argentino, classe 1969, è riconosciuto come uno dei più grandi pianisti della sua generazione. Ha vinto nel 1990 il Primo Premio al Concorso Internazionale di Ginevra che ha dato l’avvio alla sua carriera internazionale. Fra i brani che proporrà anche i 10 preludi op. 23 di Sergej Rachmaninov e “Islamey”, Fantasia Orientale op. 18 di Milij Balakirev.

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Alexandra Dovgan @ Oscar Tursunov

Mercoledì 13 marzo prenderà posto al pianoforte Alexandra Dovgan, pianista russa di soli 16 anni. Il grande pianista Grigory Sokolov ha detto di lei: «È un raro caso: la definizione di “bambini prodigio” non è adatto alla pianista Alexandra Dovgan, perché questo miracolo non ha nulla di infantile. Ascoltandola sentirete suonare un adulto, una personalità». Si misurerà con un ampio programma che comprende alcuni dei più grandi compositori per pianoforte Bach, Beethoven, Rachmaninov.

Domenica 24 marzo – unico concerto in programma alle ore 15.30 mentre tutti gli altri saranno alle ore 21 – dopo il felice esperimento dell’anno scorso, si rinnova l’appuntamento dedicato alle famiglie. Quest’anno verrà proposta la celebre favola musicale per voce narrante e orchestra “Pierino e il lupo” di Prokofiev nell’esecuzione dell’Orchestra del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Ravenna diretta da Federico Ferri e la partecipazione come voce recitante di Michele Guerra.

Domenica 7 aprile arriva il duo formato dalla violinista Anna Tifu, vincitrice nel 2007 del prestigioso concorso internazionale George Enescu, e dal pianista Giuseppe Andaloro, insignito del Primo Premio al Concorso “Ferruccio Busoni” di Bolzano. Con pagine di Prokofiev, Ravel e de Sarasate.

Nicola Valentini Direttore
Nicola Valentini

Venerdì 26 aprile l’Orchestra Filarmonica “Vittorio Calamani” completa la sua collaborazione triennale con l’Associazione Mariani. Guidata quest’anno dal talentuoso direttore ravennate Nicola Valentini, insieme a composizioni di Mendelssohn, Haydn, Schubert, eseguirà in prima esecuzione assoluta un brano del compositore Federico Gardella commissionato dall’Associazione Mariani.

Infine mercoledì 8 maggio a chiudere “Ravenna Musica” torna sul palcoscenico dell’Alighieri l’Orchestra da Camera di Mantova, nata nel 1981 e vincitrice nel 1997 del Premio Abbiati della critica musicale quale miglior complesso da camera. Si esibirà insieme al violinista ungherese Kristof Barati, uno degli interpreti del momento, dotato di un’ampia gamma espressiva e una tecnica impeccabile, solista nel Concerto per violino e orchestra n. 5 in la maggiore K 219 “Türkish”di Mozart.

Accanto alla sua stagione in abbonamento, l’Angelo Mariani propone altri due concerti: venerdì 2 febbraio al Teatro Alighieri il gruppo Floyd Machine celebra i Pink Floyd e ripercorre la carriera del celeberrimo gruppo rock inglese; giovedì 14 marzo l’Orchestra Theresia eseguirà sotto la bacchetta di Alfredo Bernardini la suggestiva composizione di Haydn “Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce”.

Abbonamento agli 8 concerti di “Ravenna Musica 2024” da 13 a 180 euro a seconda del settore e dell’età. Conferme abbonamenti da sabato 25 novembre; vendita nuovi abbonamenti da lunedì 8 gennaio.

Faenza Coraggiosa si scioglie: «C’è bisogno di più sinistra»

Dopo la vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd: «Non possiamo non prendere atto di scelte differenti al nostro interno»

Faenza Coraggiosa

L’associazione Faenza Coraggiosa ha deciso di sciogliersi e di cessare la propria attività politica come soggetto unitario.

Lo annuncia in una nota inviata alla stampa. «Nelle nostre intenzioni – si legge nel comunicato – e forte dell’ottimo consenso elettorale raccolto alle elezioni amministrative, la nostra associazione voleva essere uno stimolo per strutturare la sinistra fuori del Pd nel territorio, con l’ambizione di offrire un punto d’incontro, confronto, proposta e azione politica. A distanza di tre anni, il nostro percorso si ferma qui, per ragioni molteplici che abbiamo a lungo discusso prima di arrivare a prendere questa decisione. Non le ricapitoliamo perché sono parte di un dibattito pubblico che si dipana da oltre un anno, dalla decisione di Elly Schlein di candidarsi nelle liste del Pd alle ultime elezioni politiche e poi alla sua guida, partecipando alla corsa alla segreteria con un successo per molti inaspettato e per alcuni aspetti clamoroso».

La vittoria di Schlein ha convinto Art.1 – uno dei partiti animatori di Coraggiosa – ad aderire formalmente al Pd, nel suo ultimo congresso nazionale, per portare il suo sostegno diretto all’interno del Partito Democratico, insieme ad una parte degli indipendenti che avevano sostenuto Coraggiosa fin dai suoi primi passi nella campagna per le elezioni amministrative a Faenza e prima ancora alle regionali. Al contrario, le altre forze politiche nazionali interne a Coraggiosa (a Faenza i Socialisti e Sinistra Italiana) hanno deciso di proseguire la loro autonomia organizzativa.

«L’esperienza di Coraggiosa, soprattutto a Faenza, è stata per noi ben altra cosa che un tradizionale accordo tra partiti – continua la nota -: a Faenza ha saputo mettere insieme i sostenitori di Articolo 1, de L’Altra Faenza, del Psi, di tanti rappresentanti del volontariato laico, cattolico e dell’ambientalismo, ma anche tanti indipendenti, giovani e meno giovani, che si avvicinavano alla politica per la prima volta o che alla politica tornavano dopo periodi più o meno lunghi di sfiducia, convinti dalla freschezza e dall’energia del programma di Schlein. La nostra lista, alle ultime elezioni, piena di giovani, di donne, di candidati riconosciuti e stimati per il loro impegno sociale, era lo specchio di un entusiasmo rinnovato su un radicamento storico e su pratiche quotidiane di solidarietà e attivismo. Non nascondiamo che le contingenze, locali e nazionali (la pandemia, un lockdown spinto e poi i disastri climatici che hanno ferito il nostro territorio quest’anno) ci hanno tarpato un po’ le ali. Oggi non possiamo non prendere atto di scelte differenti tra noi: c’è chi ha deciso di iscriversi al Pd per continuare lì la sua battaglia per la democrazia e i diritti, in un partito già dotato di una sua struttura e oggi guidato da una segretaria che già aveva scelto tre anni fa, e chi invece, iscritto ad altri partiti o indipendente, sceglie di continuare ad animare il campo a sinistra del Pd. Siamo convinti che il patrimonio politico, di idee e di confronto, accumulato in questi tre anni di attività di Faenza Coraggiosa non debba andare perduto, ma che anzi tutti noi, ognuno all’interno delle proprie riflessioni e decisioni, debba fare tesoro di questa esperienza, Coraggiosa davvero in tutti i sensi, e portarla lungo le strade che abbiamo deciso di percorrere».

«Tutti noi – termina la nota – siamo d’accordo che per il Paese e per Faenza c’è bisogno di più sinistra. La differenza di visione sulle scelte organizzative e future non dovrà e non produrrà “rotture”, ma al contrario ci troverà uniti nella volontà comune di dare voce e rappresentanza alle istanze e ai valori di una sinistra plurale, che trovi la sua espressione nell’amministrazione ma anche nella città e tra i cittadini».

Il Ravenna al derby di Forlì accompagnato da oltre 600 tifosi

Mister Gadda: «Siamo contenti di aver risvegliato l’entusiasmo»

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Oltre 600 tifosi del Ravenna Fc saranno domenica 26 novembre a Forlì per il derby romagnolo più sentito del girone D del campionato di calcio di serie D.

Si sta risvegliando l’entusiasmo attorno al mondo del calcio locale, con i giallorossi primi in classifica e l’imminente cambio di proprietà.

Sarà però una partita molto difficile per i giallorossi, che si presenteranno a Forlì con molte defezioni. Squalificato Magnanini, ancora alle prese con il recupero dalla lesione muscolare al flessore Pavesi e con Paccagnini ancora out, il tecnico Gadda dovrà fare a meno anche di capitan Rrapaj che, uscito anzitempo nell’ultima partita, lamenta dei problemi al ginocchio che verosimilmente lo terranno lontano dai giochi per una ventina di giorni. Destano preoccupazioni anche le condizioni di Campagna che ha subito una forte contusione alla gamba destra e, pur convocato, difficilmente potrà prendere parte alla gara. Con 4 titolari fuori la formazione sarà tutta da inventare ma il tecnico giallorosso ha già più volte ribadito l’estrema fiducia nel valore dei suoi.

«Siamo contenti di avere risvegliato l’entusiasmo in città – commenta il tecnico Gadda -. Arriviamo a questo derby in una posizione insperata e lo affronteremo con serenità senza speculare sul risultato, è ancora presto per guardare la classifica. Sappiamo che il Forlì è una squadra molto forte e noi ci andremo a giocare la nostra gara come facciamo di solito, senza farci ingannare dai loro ultimi risultati. Ci teniamo a regalare una soddisfazione ai nostri tifosi».

Da gennaio il cantiere per il Bike Park: «Al lavoro per renderlo vivo e partecipato»

Ne parla la neonata associazione Amici del Ciclismo, che lancia un calendario per raccogliere fondi per attrezzare l’area mountain bike

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Martedì 21 novembre si è formalmente costituito in associazione il comitato Amici del Ciclismo di Ravenna che, dopo aver promosso nel febbraio 2021 la petizione per chiedere all’amministrazione comunale la realizzazione di un Bike Park in città, ora saluta l’entrata nel sodalizio di nuovi membri e si appresta a impegnarsi in nuovi progetti.

Ne abbiamo parlato con Emiliano Galanti, prima portavoce e ora presidente del comitato, che prima di tutto aggiorna il timing del progetto Bike Park. «L’Amministrazione ci ha comunicato che la progettazione esecutiva da parte della ditta appaltatrice è in corso e a gennaio dovrebbe aprire il cantiere all’ex ippodromo. Se tutto procederà senza problemi a inizio 2025 vedremo i primi ciclisti allenarsi. Noi vogliamo essere pronti a poter dare il nostro contributo per far sì che, una volta conclusi i lavori, il Bike Park possa essere uno spazio vivo, animato, divertente e partecipato, per il bene del ciclismo e della città intera».

La neonata associazione punta ad «avvicinare i giovani al ciclismo, aiutare a fare rete e ad avviare collaborazioni tra le diverse realtà del territorio. Per fare un esempio – continua Galanti -, ci piacerebbe riuscire a trasformare la crescente passione di molti per la bici in un supporto all’attività di base che ha molto bisogno di nuovi volontari, accompagnatori e allenatori. Anche il numero dei praticanti è in costante diminuzione da molti anni e noi crediamo che per tornare a crescere il ciclismo deve diventare uno sport più attraente, per i bambini e le bambine, ma anche per i loro genitori. Avere a disposizione una vera e propria palestra di ciclismo come il Bike Park potrà permettere di praticare oltre che ciclismo su strada, anche bmx, mountain bike e ciclocross, in uno spazio sicuro in cui multidisciplinarietà e comodità si tradurranno in più divertimento e quindi, siamo certi, più tesserati nella fascia 6-12 anni».

Il 2024 vedrà impegnati gli “Amici del Ciclismo” in una raccolta fondi allo scopo di attrezzare con ostacoli artificiali l’area mountain bike del futuro Bike Park. «Grazie ai rapporti personali del nostro vicepresidente Andrea Collinelli abbiamo ricevuto in omaggio dalla prestigiosa Sprint Cycling Agency del fotografo Roberto Bettini dodici foto dei più grandi campioni del ciclismo odierno che sono state utilizzate per la realizzazione di un bellissimo calendario. Questa è la prima iniziativa ma abbiamo in cantiere altri progetti in collaborazione con artisti locali che si sono già affezionati al progetto e vogliono dare il loro contributo».

Il calendario è visionabile al link https://bit.ly/calendario_ciclismo_2024: ogni copia costa 10 euro ed è prenotabile entro il 27 novembre scrivendo a comitatoamicidelciclismo.ra@gmail.com.

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