La consegna è avvenuta in questura a Ravenna. L’oggetto è simbolo delle delicate ed alte funzioni che vengono assegnate dalla legge ai funzionari della polizia di Stato
Cinque neo commissari di polizia in servizio nella provincia di Ravenna hanno ricevuto la sciarpa tricolore come nuovi funzionari del ruolo direttivo. Si tratta di Giuseppe Di Bitetto, Enzo Fiorentino, Gian Paolo Giannaccaro, Valter Rivola e Rosario Gallucci. La consegna è stata fatta da Paola Liaci, vicaria del questore.
Nel corso della cerimonia, che ha avuto luogo nella sala stampa della questura, Liaci ha evidenziato come il forte spirito di appartenenza e la lunga esperienza operativa maturata dai cinque commissari, abbiano determinato la grande professionalità con la quale questi poliziotti svolgono ogni giorno il proprio dovere al servizio della collettività.
«La sciarpa tricolore – si legge in una nota della polizia – simboleggia le delicate ed alte funzioni che vengono assegnate dalla legge ai funzionari della polizia di Stato, a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica ma, soprattutto conferisce solennità alle attribuzioni esercitate al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini».
I poliziotti della squadra mobile erano sul furgone del fattorino
Un uomo di 45 anni è stato arrestato dalla polizia a Faenza per aver ordinato mezzo chilo di hashish per posta. I poliziotti hanno monitorato il corriere incaricato di fare la consegna, un normale spedizioniere che aveva allertato le autorità per la stranezza di quel pacco, e sono scattate le manette nel pomeriggio di ieri, 20 novembre, per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Gli operatori della squadra Antidroga della squadra mobile e del commissariato di Faenza avevano approfondito una segnalazione circa un pacco sospetto che era giunto in una nota azienda spedizioniera di Ravenna: all’interno cerano cinque panetti di hashish confezionati con cellophane trasparente.
Con il coordinamento della procura della Repubblica, il pacco è stato consegnato a un destinatario nelle zone collinari faentine. I poliziotti, a bordo del furgone dello spedizioniere, monitoravano la consegna con il supporto di due equipaggi in borghese.
Gli esami qualitativi di polizia scientifica svolti su un campione di droga hanno accertato mezzo chilo di hashish. L’arrestato è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari e nella mattinata odierna, davanti al giudice, si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto conclusa con la custodia cautelare in casa.
Il 21 novembre alle 22 in onda l’episodio dedicato alla morte della 46enne nel 2021: secondo le sentenze del tribunale l’ex marito promise 20mila euro e un’auto usata a un killer per fare fuori la moglie. Entrambi stanno scontando l’ergastolo
La foto della polizia scientifica al lavello della tavernetta dove è stata uccisa Ilenia Fabbri: il coltello è larma del delitto
L’omicidio di Ilenia Fabbri avvenuto a Faenza nel 2021 è l’argomento della prima puntata di una docuserie in quattro episodi dedicata ai delitti su commissione in onda sul canale Sky Crime dal 21 novembre alle 22. Gente comune che ha assoldato qualcuno per commettere un omicidio: è il filo conduttore di “Pagato per uccidere”, la docuserie realizzata da Loft Produzioni con la regia di Simone Manetti. Il delitto su commissione è una pratica comune nel mondo malavitoso, ma in questo caso la giornalista Chiara Ingrosso indaga cosa succede quando a usufruirne è una persona comune.
La 46enne Ilenia Fabbri, secondo quanto stabilito già da due gradi di giudizio, è stata uccisa nella propria abitazione all’alba del 6 febbraio 2021 da un sicario Pierluigi Barbieri ingaggiato dall’ex marito Claudio Nanni in cambio di 20mila euro e un’auto usata. I due stanno scontando l’ergastolo in attesa della Cassazione in programma a gennaio. Barbieri ammise subito le sue responsabilità: era lui l’assassino. Il killer rivelò che quello non era il primo tentativo messo a punto dai due uomini per uccidere la donna. Gli altri, però, erano andati a vuoto a causa di alcuni imprevisti. Nanni avrebbe commissionato l’omicidio perché era infastidito dalle cause civili presentate da Fabbri dopo la separazione. L’ex marito sostiene che l’incarico assegnato al conoscente era solo di spaventare la 46enne.
“Pagato per uccidere” è una produzione originale di Sky Italia che, con la collaborazione di A+E Networks Italia, dall’1 novembre ha trasformato il canale Crime+Investigation in Sky Crime. Con le inchieste sui più celebri casi di cronaca nera italiani e internazionali, le biografie dei più efferati serial killer, i cold case, i cybercrime, il lato oscuro delle celebrities e tanto altro, Sky Crime sarà un punto di riferimento del complesso mondo del true crime mantenendo sempre un approccio psicologico.
Flash mob per ricordare Giulia Cecchettin: «Torneremo dopo ogni femminicidio. Chiediamo prevenzione»
Alcuni partecipanti al presidio per Giulia Cecchettin di lunedì 20 novembre in piazza San Francesco a Ravenna
Domenica 26 novembre alle 11 in piazza del Popolo, a Ravenna, la Casa delle Donne dà appuntamento per un flash mob «silenzioso ma potente».
Si tratta del primo appuntamento annunciato dall’associazione femminista per sensibilizzare l’opinione pubblica contro i femminicidi – in questo caso quello di Giulia Cecchettin – e che si rinnoverà a ogni nuova tragica notizia.
«Il giorno dopo ogni nuovo femminicidio ci ritroveremo in piazza del Popolo – scrivono dalla Casa delle Donne -. Staremo lì per 30 minuti con un cartello con scritto “È strage” e una di noi ne avrà un altro con il nome e il cognome della donna uccisa. Distribuiremo un volantino per far capire a chi passa il senso della nostra presenza e le motivazioni che ci rendono irrimandabile un’azione concreta per far prendere coscienza all’opinione pubblica di quello che la violenza maschile sulle donne ci sta facendo».
Secondo le femministe ravennati, «la violenza maschile sulle donne è fondata su basi culturali radicate ed è trasversale alla condizione sociale, economica, educativa delle donne vittime e degli uomini maltrattanti. I dati dimostrano che l’approccio repressivo alla violenza non basta, perché non agisce sulla radice del problema ma solo sul sintomo. Per contrastare la violenza maschile sulle donne è necessario un cambiamento culturale urgente».
La Casa delle Donne chiede «più investimenti per i centri antiviolenza e più risorse per i percorsi delle donne di fuoriuscita dalla violenza» e ancora «prevenzione, educazione affettiva e sessuale nelle scuole».
I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte con il Nucleo Travasi per il trasbordo del materiale in un’altra cisterna, recuperare il mezzo e ripulire l’arteria.
«Un grande lavoro – ha commentato il prefetto Castrese De Rosa – fortunatamente senza gravi conseguenze per l’autista ferito».
Pesantissime invece le ripercussioni sul traffico, con code su tutto il territorio provinciale coinvolto per tutta la mattinata.
Al via le riprese per una serie di cortometraggi in collaborazione con la polizia locale. Ne parla il regista Lamattina: «I protagonisti vanno in discoteca e gli spettatori potranno scegliere il loro personaggio. Il finale può essere tragico…»
Il regista Gerardo Lamattina
Alcolismo, droga, tossicodipendenza e guida in stato di ebbrezza sono i temi chiave di una serie di cortometraggi dal titolo Troppo tardi per tornare indietro?, diretti dal regista ravennate Gerardo Lamattina e con protagonisti cinque ragazzi e ragazze dai 17 ai 22 anni.
Il progetto è parte di un bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri (dipartimento per le politiche antidroga) che vede in prima fila la polizia locale del Comune di Ravenna, nella cui caserma si sono svolti i casting. Le riprese inizieranno il 26 novembre e la post produzione terminerà entro la fine dell’anno. I cortometraggi diventeranno poi un videogame fruibile attraverso una web App.
Marianna Panebarco
Il bando è stato vinto dalla Panebarco. società di produzione di Ravenna specializzata in animazione ed effetti visivi, che ha dato incarico al regista Gerardo Lamattina per la parte cinematografica.
«Ho scritto l’idea e la sceneggiatura insieme a Monica Vodarich, vicepresidente di Linea Rosa ma anche scrittrice, con la quale lavoro spesso – racconta il regista Lamattina – e ho chiesto una consulenza allo scrittore algerino Tahar Lamri, con il quale ho già scritto altri progetti sul tema. La nostra idea non è stata quella di “criminalizzare” i giovani, ma di utilizzare il cinema come strumento pedagogico portatore di speranza, in grado di mostrare diverse situazioni e offrire l’opportunità di rimediare agli errori».
In particolare, verranno girati cinque cortometraggi, con diversi finali tra cui lo spettatore potrà scegliere. «La formula che abbiamo adottato, in accordo con Panebarco e con la Polizia Municipale, riprende proprio il funzionamento di un videogame. I protagonisti della storia vanno in discoteca e al termine della serata, quando devono tornare a casa, si trovano in condizioni fisiche differenti: alcuni hanno bevuto, altri invece hanno assunto droga, oppure hanno deciso di non farlo. Una volta scelto il personaggio iniziale, lo spettatore segue la sua storia e poi si ritrova a dover decidere per un determinato percorso oppure per un altro e così via, fino ad arrivare al finale che può essere positivo o tragico». Il regista, inoltre, spiega che per questo progetto adotterà una pratica di adattamento della sceneggiatura insolita: «Riscriverò la sceneggiatura sul campo, in base ai protagonisti, ai quali chiederò di raccontarmi delle esperienze che hanno realmente vissuto: farò diventare personaggio la persona, con una parte del suo vissuto personale. Anche gli adulti compariranno spesso in scena, ma per una precisa scelta formale non si vedranno mai in volto: saranno corresponsabili delle azioni dei loro figli, ma non ci metteranno mai la faccia. Per quanto riguarda le riprese, i cortometraggi verranno girati a Ravenna e nei dintorni, anche se per dare più universalità al prodotto abbiamo deciso di evitare la localizzazione con dei precisi riferimenti geografici, considerando Ravenna come una qualsiasi città di provincia del Nord. Lavoro spesso con i giovani e sono molto interessato ad esplorare, attraverso il cinema, il disagio giovanile prestando molta attenzione a evitare moralismi di facciata o a puntare il dito contro alcune categorie. Con questo progetto vogliamo sottolineare che le persone possono scegliere di vivere la vita in modo consapevole, anche compiendo azioni che per alcuni possono essere moralmente riprovevoli, la cosa importante è che queste scelte non incidano sulla vita degli altri. Confido di catturare l’attenzione attraverso il videogame, che fa parte dell’universo giovanile, e a questo proposito tutte le riprese saranno realizzate con smartphone di ultima generazione che garantiscono uno standard di ripresa professionale ma hanno il vantaggio di poter utilizzare tecniche innovative e molto coinvolgenti».
Anche la musica ricoprirà un ruolo importante: oltre al compositore ravennate Marco Rosetti che firmerà la colonna sonora, ci sarà un giovane cantante rap, che è anche tra gli interpreti scelti, e che scriverà una canzone proprio per questi cortometraggi. Il film verrà promosso l’anno prossimo nelle scuole, in collaborazione con la polizia municipale, e da marzo il videogame sarà fruibile per tutti online e gratuitamente. «Confidiamo di avere una vasta platea – conclude Lamattina – e di sfruttare anche il valore cinematografico del prodotto, inviandolo nei festival di settore».
Alcuni partecipanti al presidio per Giulia Cecchettin di lunedì 20 novembre in piazza San Francesco a Ravenna
In tanti si sono ritrovati in piazza San Francesco, a Ravenna, per ricordare Giulia Cecchettin, la 22enne veneta trovata morta sabato in provincia di Pordenone, uccisa dall’ex fidanzato.
Un ritrovo spontaneo, organizzato per lunedì sera (20 novembre) da studenti ravennati per condannare la violenza di genere e ricordare le vittime dei femminicidi.
A dare il proprio supporto all’iniziativa anche il centro antiviolenza Linea Rosa.
Il raccordo autostradale A14 dir – in direzione Ravenna – è al momento (dalle ore 20.50 di lunedì 20 novembre) chiuso all’altezza di Bagnacavallo, dove il traffico viene fatto deviare. Non si sa quando potrà essere riaperta la strada.
La chiusura si è resa necessaria in seguito al ribaltamento, avvenuto al chilometro 16 + 300, di un’autocisterna da 28 metri cubi che trasportava acido solforico.
Sul posto i Vigili del fuoco, che gestiscono la situazione e attendono l’intervento dei nuclei Travasi di Marche e Lombardia.
A scopo precauzionale è stata fatta evacuare una famiglia composta da tre persone.
Il 30 novembre scade il contratto tra Herambiente e la cooperativa Alice che non si è presentata alle due gare andate deserte, non vuole proroghe e ha inviato le lettere di licenziamento. L’impianto nel comune di Lugo seleziona e recupera i rifiuti di tutta la provincia
Il nuovo appalto di Herambiente per la gestione della discarica di Voltana (Lugo) non interessa ad alcuna azienda, nemmeno a quella che ha l’appalto in scadenza. Due gare deserte di fila. La cifra messa a disposizione nel bando è ritenuta non sufficiente per gestire il sito dove avviene la selezione e il recupero dei rifiuti riciclabili di tutta la provincia di Ravenna, di Imola e parte della provincia di Ferrara. Al prossimo 30 novembre rischiano di restare senza lavoro quasi sessanta persone. La segnalazione è dei sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Uiltrasporti.
Ai bandi di gara indetti ad agosto 2023 e ad ottobre 2023 non ha partecipato nessuno. Secondo la ricostruzione dei sindacati, la cooperativa Alice ritiene che, allo stato attuale, le linee non riuscirebbero a sostenere il carico di lavoro venuto a crearsi nel tempo, né attuando turni da 24 ore, né assumendo più lavoratori. Il sito internet di Herambiente parla di un impianto dotato di 4 linee di trattamento con una capacità di 90mila tonnellate annue. «Emergono due problematiche – scrivono i sindacati –, una relativa alla sostenibilità economica; l’altra di origine strutturale e logistica».
Il 30 novembre 2023 scadrà il contratto di appalto tra Alice e Herambiente. La coop, considerando il proprio stato di forte rimessa economica evidenziato ad Herambiente più volte, non ha intenzione di accettare proroghe. Si sta delineando uno scenario di estrema difficoltà, dove 45 dipendenti a tempo indeterminato, più altri 12 con contratto a termine, rischiano di non avere più un lavoro: Alice ha già inviato le lettere di licenziamento, ed in mancanza di una nuova azienda subentrante la continuità occupazionale cesserebbe, lasciando senza lavoro quasi 60 persone. «Inoltre si presenterebbero problematiche di igiene ambientale, in quanto l’impianto potrebbe smettere di funzionare con gravi conseguenze rispetto al riciclo dei materiali».
I sindacati hanno chiesto un incontro congiunto Herambiente e Alice ma la richiesta datata 13 novembre è ancora senza risposta.
Lo ha realizzato Rosetti Marino, impiegando 400 lavoratori
Ha lasciato ieri pomeriggio il cantiere Rosetti Marino di Marina di Ravenna una piattaforma a traliccio (il cosiddetto jacket) destinato al progetto Fenix, per l’estrazione di gas nell’offshore argentino, che sorgerà a 60 chilometri dall’arcipelago della Terra del Fuoco a una profondità di 70 metri.
A commissionare la struttura era stata l’anno scorso Total Austral.
Si tratta di un jacket alto 90 metri, dal peso 3mila tonnellate. Per la sua realizzazione hanno lavorato 400 persone. Rosetti Marino è tra le poche aziende al mondo in grado di costruire impianti del genere.
Attracco il 22 novembre, il sesto arrivo in un anno (341 persone finora). In provincia di Ravenna resteranno solo gli 11 minori non accompagnati
È confermato per le 12 del 22 novembre l’arrivo della nave Geo Barents della ong Medici senza frontiere (Msf) al porto di Ravenna con 57 naufraghi raccolti nel mare Mediterraneo. L’attracco è programmato alla stazione marittima di Porto Corsini, dove si è già conclusa la stagione delle crociere, ma le procedure sanitarie e di identificazione verranno fatte al Pala De Andrè dove i migranti saranno portati in autobus. Una volta completate le procedure, i migranti verranno distribuiti tra le province dell’Emilia-Romagna. Nel Ravennate resteranno solo gli undici minori non accompagnati di età tra 15 e 17 anni che andranno nell’ex caserma dei carabinieri a Santa Maria in Fabriago di Lugo gestita dal consorzio Solco. I 56 profughi raccolti dalla nave sono tutti maschi. La prefettura di Ravenna comunica che non sono segnalati casi critici a bordo eccetto 9 di scabbia già in trattamento.
Sarà il sesto sbarco di migranti a Ravenna (il primo fu il 31 dicembre 2022, in totale finora 341 persone), un porto che richiede in medi 4-6 giorni di navigazione dal centro del Mediterraneo dove solitamente avvengono i recuperi. Il governo italiano motiva la scelta dello scalo per distribuire sul territorio nazionale la gestione dell’accoglienza. I detrattori lo ritengono un metodo per tenere le Ong più a lungo lontane dallo specchio di mare dove si concentrano le traversate dei migranti.
Anche Msf, così come accaduto per le altre Ong, lamenta questo aspetto con un messaggio su Twitter: «Nonostante le condizioni meteorologiche nettamente peggiorate e la disponibilità di altri porti più vicini, le autorità italiane hanno designato Ravenna come luogo sicuro per la Geo Barents, costringendo i sopravvissuti e l’equipaggio a bordo a sopportare più di 4 giorni di navigazione difficile. Abbiamo richiesto un porto più vicino a causa delle avverse condizioni meteorologiche lungo il percorso, senza ricevere risposta. Rinnoviamo ancora una volta il nostro appello alle autorità italiane affinché pongano fine alla pratica dannosa di assegnare porti lontani che colpisce le imbarcazioni di soccorso».
A bordo della nave si trova anche una giornalista de Il Sole 24 Ore, Rosalba Reggio, che sta realizzando un reportage di una missione in mare. Un’operazione analoga a quella condotta da Luca Misculin de Il Post per realizzare il podcast “La Nave”.
La decisione della Cfs Europe, in accordo con i sindacati: «13 settimane, augurandoci che possa esserci una ripresa»
Lo stabilimento di Cfs Europe
Venerdì 17 novembre si sono incontrate, nella sede di Ravenna di Confindustria, le segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, insieme alle Rsu di stabilimento, con la direzione aziendale di Cfs Europe. L’incontro si è reso necessario a seguito di altre riunioni che si sono tenute nei mesi precedenti ed è stato chiesto dalla direzione dell’azienda – si tratta della Camlin Fine Sciences, una public company quotata in India, con una sede appunto a Ravenna – per l’attivazione della cassa integrazione guadagni ordinaria.
L’azienda ha proposto l’adozione dell’ammortizzatore sociale, per 28 lavoratori (su una sessantina complessivi), come strumento per gestire la situazione di difficoltà che affronta a seguito del perdurare della crisi che il mercato dell’idrochinone e del catecolo stanno vivendo a partire dallo scorso luglio quando, in ragione anche degli importanti costi delle materie prime e dell’energia, ha ridotto la propria produzione.
Le produzioni di idrochinone e di catecolo vengono realizzate nell’impianto di trattamento dei difenoli che è stato di conseguenza messo al regime minimo da alcuni mesi, con rotazione del personale per lo smaltimento delle ferie accantonate.
«Da quanto comunicato dall’azienda, oggi il mercato mostra leggeri segnali di ripresa – commentano i sindacati – ma non ancora tali da consentire la ripresa della produzione che ci auguriamo possa avvenire nel giro di qualche mese. Su richiesta dell’azienda abbiamo firmato l’accordo di cassa integrazione per una durata di 13 settimane con decorrenza dal 20 novembre, garantendo comunque ai lavoratori coinvolti la piena retribuzione, l’anticipo salariale da parte di Cfs Europe e la maturazione dei ratei contrattuali. In questi mesi di difficoltà crediamo di avere svolto, con l’aiuto delle Rsu e con il sostegno di tutte le lavoratrici e lavoratori, un compito difficile ma che ha un unico obbiettivo: la massima tutela contrattuale possibile e la maggiore garanzia occupazionale. Tale lavoro ci vedrà coinvolti anche nei prossimi mesi, mantenendo alto il livello delle relazioni industriali con la direzione aziendale in un’ottica di massima collaborazione, in attesa che si possa uscire al più presto da questa difficilissima situazione in cui si trovano oggi i lavoratori e le lavoratrici di Cfs Europe».