Al cinema Mariani nell’ambito della terza edizione di “Visioni Fantastiche”
Prosegue a Ravenna fino al 13 maggio la terza edizione del festival “Visioni Fantastiche – Cinema per le scuole e il territorio”.
La rassegna, totalmente gratuita per il pubblico previa iscrizione delle classi (tramite gli insegnanti) o delle singole persone, desidera offrire in particolare agli alunni e al personale docente il meglio del cinema fantastico contemporaneo, in una prospettiva didattica attraverso le proiezioni, i dibattiti a proposito dei film, le attività delle giurie, gli incontri con gli autori, i laboratori pratici e le masterclass condotti da formatori specializzati come i docenti Piero Di Domenico, Monica Manganelli e Luca Magi.
Diverse attività sono sold out e gli aggiornamenti sono pubblicati in tempo reale sui canali social del festival (a questo link la pagina Facebook).
Da segnalare nel weekend un ospite di grande spessore: Michel Ocelot, maestro del cinema di animazione, sarà a Ravenna oggi, sabato 6 maggio, e domani, domenica 7 maggio.
Ocelot presenterà al cinema Mariani (sabato alle 18, con tanto di dibattito con l’autore a seguire, e alle 21.30) in anteprima nazionale il suo ultimo film, Il Faraone, il selvaggio e la principessa, seguito (domenica 7 alle 10 del mattino, con un incontro anche in questo caso con il regista) da Principi e Principesse.
È nel 1998 che il grande pubblico scopre Michel Ocelot, grazie al successo del suo primo lungometraggio Kirikù e la strega Karabà.
L’Associazione bancaria italiana (Abi) invita le banche a sospendere il pagamento delle rate dei muti in Emilia-Romagna, a seguito dell’alluvione che ha colpito la regione il 2 e il 3 maggio scorsi.
«A seguito della dichiarazione del Consiglio dei Ministri dello stato di emergenza per l’ Emilia-Romagna – si legge in una nota stampa – l’Abi invita le banche a dare immediata attuazione alla sospensione dei mutui, appena i provvedimenti e le ordinanze istituzionali saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale».
Il focus di Polis festival in un intervento (e una tavola rotonda) sullo stato dell’arte. «Siamo di fronte a espressioni artistiche in cui, inevitabilmente, si staglia l’ombra della Jugoslavia, a suo tempo spazio culturale, intellettuale, creativo fiorente… La nuova generazione di teatranti avanza con poca memoria, solo col suo eco, il suo fantasma. Ma con una sua potenza…»
Žiga Divjak, “Il gioco” (foto Matej Povse)
Pubblichiamo questo intervento della giornalista e critica teatrale Natasha Tripney che nell’ambito del festival Polis coordina la tavola rotonda (6 maggio, ore 15, teatro Rasi) sul tema dell’attuale scena teatrale del Balcani che vede la partecipazione di esperti e studiosi quali Ivan Medenica, Sasho Ognenovski, Dubravka Vrgoč.
«Si può parlare di teatro dei Balcani in diversi modi. Ciò è necessario perché non si tratta di un teatro monolitico, ma di una serie di scene teatrali differenti.
Può essere visto come il teatro di una particolare regione geografica, ma i confini di quella regione possono variare a seconda della persona con cui stai parlando. È un teatro (o teatri) in cui, inevitabilmente, si staglia l’ombra della Jugoslavia. Composta da sei repubbliche – Serbia, Croazia, Slovenia, Macedonia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro, e due regioni autonome, Kosovo e Voivodina – la Jugoslavia è stata, per un periodo, uno spazio artistico, intellettuale e culturale fiorente. Il BITEF festival di Belgrado era conosciuto a livello internazionale come palcoscenico per le avanguardie e come ponte vitale tra Est e Ovest. Ma la Jugoslavia ha cessato di esistere più di 30 anni fa, e sarebbe sbagliato pensare al teatro contemporaneo dei Balcani solo come a qualcosa di modellato dal suo passato socialista – specialmente dato che il principio guida di fratellanza e unità non è stato applicato in maniera uniforme in tutti i paesi – o dalle guerre che l’hanno poi devastata. Ora c’è una nuova generazione di teatranti che si fa avanti con poca memoria della Jugoslavia, solo con il suo eco, il suo fantasma.
Qualcuno potrebbe pensare al teatro dei Balcani come a un albero con molti rami e una radice comune, ma anche questa metafora è molto semplicistica. È forse meglio descrivere che definire. Il programma di POLIS Teatro Festival espone la varietà del teatro dei Balcani di oggi. Comprende lavori come Il gioco del giovane regista sloveno Žiga Divjak , una rappresentazione dolorosa dei brutali respingimenti subiti dai rifugiati sulla rotta balcanica. Usando materiale documentario raccolto da coloro che hanno subito tali trattamenti disumani, è un resoconto straziante dello spietato sistema di controllo delle frontiere europee. Il minatore di Husino dell’artista bosniaco Branko Šimić è un’installazione che esamina la transizione tra socialismo e post-capitalismo tramite i suoi monumenti. Fondendo testo, scultura e luci disco, invita il pubblico a riflettere.
C’è poi il lavoro del prolifico drammaturgo kosovaro Jeton Neziraj, che nelle sue opere spesso provocatorie, disseziona la cultura, la politica e le questioni sociali del suo territorio. Nella Vergine giurata esplora un particolare fenomeno sociale albanese – le donne che assumono il ruolo di uomini nelle loro comunità, e a cui vengono attribuiti lo stato e i privilegi degli uomini – mentre allo stesso tempo mette in discussione la fascinazione e la tendenza occidentale a esotizzare queste persone.
Oliver Frljić, “Dannato sia il traditore della patria sua!” (foto Ziga Koritnik)
Il regista croato Oliver Frljić è uno degli autori più conosciuti di questo territorio. I suoi lavori hanno attraversato tutta l’Europa – la sua produzione del 2017 La maledizione è stata soggetto di molte controversie in Polonia – e lavora attualmente al Maxim Gorki Theatre a Berlino. Il suo spettacolo di 13 anni fa Dannato sia il traditore della patria sua!, che come Il gioco è prodotto dall’innovativo Mladinsko Gledališče di Lubiana, affronta esplicitamente l’implosione della Jugoslavia e delle correnti di nazionalismi che hanno portato al suo collasso.
Questi spettacoli sono tutti marcati da differenti approcci nella forma e nella drammaturgia. Sono linguisticamente distinti – al festival andranno in scena in albanese, sloveno e bosniaco. Ma insieme queste performance offrono un assaggio dello spettro del lavoro fatto in questa regione, lavoro che esplora questioni che ruotano attorno alle specifiche identità nazionali dei paesi, ma che si rivolge anche a temi universali: la situazione dei migranti, la crisi climatica, l’impatto devastante del tardo capitalismo. È un teatro che spesso viene prodotto in circostanze complesse, in ambienti politicamente ostili o in opposizione a narrazioni dominanti, che lo rendono ancora più potente. È un teatro di transizione in transizione, complesso e polifonico, e, come risultato, eclatantemente difficile da definire».
Natasha Tripney è scrittrice, editor e critica con sede a Londra e a Belgrado. È editor internazionale di “The Stage”, il giornale del settore teatrale del Regno Unito. È anche redattrice di “SEEstage”, la piattaforma di critica teatrale del Sud-Est Europa. Nel 2011 ha co-fondato “Exeunt”, rivista teatrale online che ha diretto fino al 2016. Collabora regolarmente con il “Guardian”, l’“Evening Standard”, la “BBC” e “Kosovo 2.0”.
Anas, condividendo la decisione con il Consorzio di Bonifica, ha riaperto questa mattina (sabato 6 maggio) la strada statale 16 Adriatica (“Reale”), che nella giornata di giovedì era stata chiusa in due punti, da Glorie a Lavezzola, per l’innalzamento dei livelli dei canali.
Attualmente i livelli dei canali consortili sono in calo ed è stato valutato che la strada potesse essere riaperta nelle necessarie condizioni di sicurezza.
Il lento deflusso delle acque di piena raccolte dai canali del reticolo secondario è proseguito tutta la notte ed è ancora in corso. In particolare fra Glorie e Alfonsine il consorzio di Bonifica della Romagna occidentale nella serata di ieri ha effettuato un taglio nel Canale Fosso Vecchio fra i comuni di Ravenna e Bagnacavallo per far defluire con maggiore facilità le acque dalle campagne.
L’iniziativa Cala l’Asso si svolgerà sabato 6 maggio a partire dalle 16 sotto la loggia comunale in piazza Marconi
Primo corso intergenerazionale di giochi di carte: l’iniziativa Cala l’Asso, promossa dalla consulta dei ragazzi, si svolgerà sabato 6 maggio dalle 16 sotto la loggia comunale in piazza Marconi a Bagnara di Romagna.
Nel corso dell’incontro ragazzi intervisteranno i meno giovani sulle loro modalità di aggregazione giovanili. Le interviste, le riflessioni e le immagini del pomeriggio confluiranno nel progetto Un salto indietro nel futuro, un percorso di democrazia partecipata con cui le consulte dei ragazzi dell’unione dei Comuni della Bassa Romagna aderiscono a ConCittadini, iniziativa patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna.
In caso di maltempo l’iniziativa si svolgerà nella sala consiliare della Rocca.
Per informazioni contattare il numero 344 2781145 oppure il Comune di Bagnara di Romagna allo 0545 905503.
Si terranno sabato 6 maggio alla biblioteca Holden e al teatro Walter Chiari. Ospite la scrittrice Antonella Lattanzi
Due eventi, a Ravenna e Cervia, nell’ambito del patto locale per la lettura dellaprovincia: promossi dalla rete bibliotecaria di Romagna e San Marino, si terranno sabato 6 maggio e saranno aperti a tutti, in modo particolare ai gruppi molto attivi e partecipati nel nostro territorio.
Alle 15.30 appuntamento alla Biblioteca – Officina creativa Holden di Ravenna per Un libro in testa!: un pomeriggio di festa dedicato ai più giovani, in cui conoscere i gruppi di lettura per bambini e ragazzi attraverso tanti biblio giochi.
Si comincia da uno Speed Date letterario, per poi proseguire con lo Scambio dicopie e il gioco a squadre C’era una volta un libro. Per partecipare sono necessari solo due requisiti: avere meno di 18 anni e portare con sé il proprio libro preferito.
Alle ore 18.00, nel teatro Walter Chiari di Cervia, la scrittrice AntonellaLattanzi incontrerà i gruppi di lettura della provincia di Ravenna. Lattanzi, che ha da poco pubblicato per Einaudi il romanzo Cose che non si raccontano, dialogherà con i lettori.
La doppia iniziativa è uno dei frutti del patto locale per la lettura sottoscritto il 15 marzo 2020 da tutti i Comuni della nostra Provincia. Pubblico e privato collaborano per rendere il libro e la lettura un’abitudine diffusa tra i cittadini di tutte le età.
I Comuni che ne faranno richiesta potranno anche fregiarsi dell’ambito titolo di“Città che legge”, conferito dal Centro per il libro e la lettura (Cepell), d’intesa con l’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani.
La provincia, attraverso la rete bibliotecaria, promuove diverse iniziative per avvicinare alla lettura digitale anche chi non legge o lo fa in modo sporadico, arricchendo costantemente il catalogo degli ebook disponibili al prestito.
Per informazioni per l’evento di Ravenna contattare il numero 0544 482119 oppure scrivere a holden@classense.ra.it. Per l’appuntamento di Cervia, invece, contattare lo 0544 979384 oppure biblioteca@comunecervia.it.
L’associazione di categoria ha apprezzato la rapidità di intervento del Governo su sollecitazione della Regione
I campi di Boncellino nella mattina del 4 maggio (foto Condifesa)
Manutenzione dei corsi d’acqua con programmazione e interventi regolari, a differenza di quanto accaduto finora, soprattutto lungo il corso del Lamone. È la richiesta di Legacoop Romagna dopo l’alluvione che ha colpito la provincia di Ravenna. L’associazione di categoria apprezza «la rapidità con cui è stato dichiarato lo Stato di emergenza per l’Emilia-Romagna da parte del Governo, su sollecitazione della Regione».
Queste le posizioni che Legacoop Romagna ha ribadito nel corso della riunione con le istituzioni svolta nel pomeriggio di venerdì 5 maggio 2023 nella sede di Terremerse. Al tavolo erano seduti il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente della Provincia Michele de Pascale, il Sindaco di Bagnacavallo Eleonora Proni e il prefetto Castrese De Rosa. Per Legacoop Romagna hanno partecipato il responsabile di settore Mirco Bagnari e la coordinatrice provinciale Elena Zannoni.
Alle istituzioni le cooperative hanno reiterato la richiesta di non porre limiti dimensionali per le aziende che saranno titolate a ricevere i ristori e il rinvio del pagamento di alcuni contributi, anche in virtù del fatto che le stesse zone sono state colpite severamente dalle gelate di fine inverno.
«Purtroppo la situazione nei campi delle Cooperative Agricole Braccianti —dice il responsabile di settore Mirco Bagnari — si conferma drammatica. Nelle cooperative di produzione si lavora senza sosta per tornare alla normalità: in particolare Deco Industrie e Terremerse stanno esprimendo il massimo degli sforzi, ma anche per queste attività sarà necessario richiedere i ristori per coprire i danni causati ai macchinari e i danni indiretti causati dal fermo produttivo forzato».
Il 6 maggio il festival propone altre opere teatrali in prima italiana di Šimić, Neziraj, ZONE -poéme e incontri sul Balkan Focus
Oliver Frljić, “Dannato sia il traditore della patria sua!” (foto Nada Zgank)
Sabato 6 maggio il festival POLIS Teatro Festival di Ravenna entra nel cuore del Balkan Focus tema centrale e internazionale dell’edizione 2023, con un intenso e articolato programma di eventi.
Zone -poeme-, “Nemico (attraversando i Balcani)” (foto Martina Pozzan)
Poi si alza il sipario sugli spettacoli.
Sempre nel pomeriggio (ore 17 e in replica domenica 7 maggio ore 15) si attraversano le sale del MAR – Museo d’Arte della città, per assistere alla prima assoluta di Nemico (attraversando i Balcani)del collettivo francese ZONE -poéme-, coproduzione di POLIS Teatro Festival pensata appositamente per gli spazi del MAR e sviluppata a seguito di una lunga residenza degli artisti nei Balcani, per riflettere sul concetto di nemico oggi in quei territori e conoscere meglio le guerre che attraversano il nostro presente. Nemico è un processo di creazione artistica globale sul rapporto con le guerre in Europa. Questa performance vuole interrogare la nozione di pace in relazione ai conflitti attuali e passati dell’Europa. In scena Mélodie Lasselin, Camille Dagen e Léa Pérat.
Alle ore 19.30 (Artificerie Almagià) va in scena la replica di Vergine giurata del drammaturgo kosovaro Jeton Neziraj, una produzione Qendra Multimedia, che affronta la tradizione albanese delle donne che decidono di vivere come uomini, mettendola in relazione con le questioni di genere e lo show business contemporanei.
Alle ore 20.45 il ridotto del Teatro Rasi (in replica domenica 7 maggio ore 18) ospita un altro atteso appuntamento di POLIS, la prima nazionale de Il minatore di Husino di Branko Šimić. Un’intensa installazione in cui il minatore simbolo della rivolta dei lavoratori di Husino degli anni ‘20, è reincarnato in una statua di specchi, un’opera di mosaico contemporaneo, che richiama la cultura disco, per riflettere sulla transizione al post-capitalismo e guardare con occhi diversi al futuro.
Branko Šimić, “Il Minatore di Husino” (foto Mario Ilić)
Infine, (ore 21.30, Teatro Rasi) va in scena lo spettacolo spettacolo simbolo di questa edizionedi Polis: Dannato sia il traditore della patria sua! del geniale e provocatorio regista Oliver Frljić. Uno degli spettacoli sloveni più rappresentati al mondo, prodotto dallo Slovensko Mladinsko Gledališče di Lubiana. Uno spettacolo che parla del crollo della Jugoslavia attraverso le parole e i corpi dei numerosi attori in scena, affrontando gli stereotipi politici a 30 anni dai tragici eventi. Un teatro di realtà, impegnato, rude, post-drammatico e post-moderno, che si occupa di noi e del tempo che stiamo vivendo. L’universalità di questa performance è stata confermata dalle numerosissime repliche, che, a 13 anni dal debutto, continuano a calcare i maggiori palchi del mondo.
A seguire (ore 23 Teatro Rasi, sala Mandiaye N’Diaye) incontro con Gianni Manzella, la compagnia del Mladinsko Gledališče e Branko Šimić. L’incontro sarà trasmesso anche via streaming sui canali di ErosAntEros – POLIS Teatro Festival. Per la traduzione durante l’incontro si ringrazia Estranei, rivista indipendente e progetto culturale che si occupa di Mitteleuropa, Balcani e culture dell’Est.
Il negozio di abbigliamento è alla terza generazione familiare: fondato da Renzo, originario di Prato. La storia cominciò con il riutilizzo di abiti usati
Il negozio di abbigliamento Cipriani a Ravenna ha conseguito il riconoscimento di Bottega Storica dell’Emilia-Romagna. La targa è stata consegnata questa mattina, 5 maggio, dall’assessora comunale alle Attività produttive, Annagiulia Randi, e dal presidente provinciale di Confcommercio, Mauro Mambelli, che hanno visitato il punto vendita in piazza Baracca e si sono intrattenuti con i titolari, Itala Cipriani e i figli Paola e Stefano Perani che rappresentano la terza generazione della famiglia impegnata nell’attività commerciale.
Il negozio aprì nel 1946 con Renzo Cipriani, proveniente da Prato, e la compagna Elsa, genitori di Itala che ricorda quei tempi. L’attitudine pratese al trattamento e riutilizzo del materiale tessile determinò l’attività, che si svolgeva in via Don Minzoni alle spalle della Basilica di San Vitale, nello stabile che era stato un antico monastero oggi demolito (ne rimane una chiesetta ristrutturata). «Mi ricordo quei locali grandi e suggestivi nella loro antica e solenne decadenza – dice Italia –, aleggiava un profumo di camomilla messa ad essiccare su lunghi banchi, perché vi trovava posto anche il magazzino di un erborista; e ricorda che il piano terra era occupato anche da un deposito di macchine ed attrezzi agricoli».
Allora i Cipriani trattavano anche tappezzerie, biancheria, materassi, semplicemente quello che c’era, e dall’arrivo delle truppe Usa si affacciarono anche indumenti come i primi jeans (che Elsa pronunciava ostinatamente “i gin”), e indumenti militari che mezzo secolo dopo faranno impazzire le nuove generazioni. Operaie aprivano e selezionavano le balle di indumenti usati, fino ad ammucchiare il residuo di stracci ormai buoni solo per il lavoro delle ferramenta e carpenterie, a cui infatti venivano inviati, confezionati in sacchetti.
Il monastero fu abbattuto nei primi anni ’60, e questo costrinse a trovare una nuova sede, che da allora (1963) non è cambiata, in piazza Baracca.
A due giorni dall’inizio delle piogge che hanno causato l’alluvione in provincia di Ravenna, resta ancora un lungo elenco di vie e strade chiuse al traffico, soprattutto nel territorio faentino. Conselice non ha acqua potabile nelle case
La prefettura di Ravenna stima che l’alluvione del 2 e 3 maggio, con la rottura degli argini o l’esondazione di tre fiumi in più punti tra Bassa Romagna e Faenza, abbia riversato sul territorio circa dieci milioni di metri cubi di acqua. Una massa enorme che sta lentamente defluendo verso il mare ma sta mettendo in ginocchio la rete artificiale di canali di bonifica.
Attualmente infatti, a metà giornata del 5 maggio, la situazione di criticità è causata per lo più dall’innalzamento dei livelli idrici dei reticoli dei canali consortili. Nel pomeriggio è atteso il picco delle piene. Proseguirà nella notte l’attività di monitoraggio da parte di personale del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale e dei volontari del coordinamento provinciale di protezione civile.
Restano ancora chiuse al traffico diverse strade sul territorio provinciale.
Statale Adriatica chiusa, ecco il percorso alternativo
Il collegamento interrotto più importante è la statale 16 Adriatica, sbarrata al transito in due punti nel territorio di Alfonsine e Lugo. Non sarà riaperta prima della mattina del 6 maggio.
Per chi viaggia da Ferrara in direzione Ravenna è prevista la deviazione dalla rotatoria di innesto con via Rossetta sulla Sp8 verso Bagnacavallo per poi prendere la A14dir fino all’innesto con la via San Vitale. Viceversa, per chi viaggia da Ravenna in direzione Ferrara, il percorso alternativo prevede la deviazione al km 118,150 prima del ponte Bastia, sulla SP 10 fino a Madonna del Bosco per poi prendere la Sp15 e proseguire lungo la Ss16 var “Variante di Alfonsine” fino all’innesto con la SS16 al km 129,020.
Elenco strade chiuse per alluvione
Per quanto riguarda le strade comunali del territorio della Romagna Faentina, a Faenza le strade al momento chiuse al traffico veicolare restano quelle relative alla Zona Rossa (individuato dalle vie Cimatti, Silvio Pellico e Pantoli) e via Renaccio, da via Calamelli al Ponte Rosso, via San Martino è chiusa dal Ponte Verde alla Fornace del Bersaglio; a Brisighella le vie Rio Chié, Ceparano, Rontana; a Castel Bolognese le vie Boccaccio, Gradasso e Barigliano; a Riolo Terme la via Cuffiano Fantaguzzi; a Casola Valsenio le vie Chiesula, Monte Battaglia, Capanne, Cestina, Sintria mentre a Solarolo le vie Viazza e Molinello.
Con riferimento alle strade provinciali restano chiuse o parzialmente chiuse la SP 56 “Sarna”, la SP 60 “Corleto”, la SP 70 “Prugno”, la SP 63 “Valletta – Zattaglia”, la SP 49 “Bicocca”, la SP 23 “Monticino Limisano”, la SP 75 “Boncellino”, la SP 89 “Cocchi”, la SP 253 “San Vitale”, la SP 107 “Gagliazzone”, la SP 91 “Rampina”, la SP 115 “Cardinala” e la SP 66 “Casolana”.
A Conselice sta tornando l’acqua potabile nelle case
Nel comune di Conselice è stata interrotta ieri sera la fornitura di acqua potabile nelle abitazioni di circa 10mila persone a causa dell’allagamento dei locali dove operano le pompe idrauliche di distribuzione idrica. Alle 13 di oggi si sono conclusi i lavori di ripristino e da quel momento la fornitura idrica è stata riattivata progressivamente su tutto il territorio comunale. Per riparare il sistema hanno lavorato tutta la notte le squadre operative di Hera in collaborazione con i vigili del fuoco e la protezione civile: prima l’acqua tracimata è stata fatta defluire dall’area della centrale e dai locali tecnici, poi sono state ripristinate le apparecchiature danneggiate a causa dell’allagamento. Durante i lavori, per mitigare il più possibile i disagi, Hera ha posizionato sul territorio complessivamente 5 autobotti più una per reintegro, e sono stati forniti ai cittadini oltre 1.800 sacchetti da 5 litri di acqua potabile.
La falla sul torrente Sillaro è stata arginata e viene costantemente monitorata, mentre tecnici e operai sono al lavoro per bloccare definitivamente le fuoriuscite d’acqua.
Bagnacavallo allagata, ecco come aiutare a pulire
In via Albergone nella zona artigianale di Bagnacavallo. I pesci arrivano dai vicini laghetti di pesca sportiva
Il Comune di Bagnacavallo ha attivato un numero telefonico per aziende e privati che avessero bisogno di aiuto per sgomberi, pulizie e ripristini: 0545-280876 tutti i giorni dalle 8 alle 20. La cittadinanza si è mobilitata per aiutare famiglie e imprese in difficoltà: chi volesse partecipare come volontario può mandare la propria disponibilità al numero Whatsapp 333-2409767, attivo dalle 8 alle 20, e iscriversi all’Albo del volontariato civico individuale. Sono state oltre cento in poche ore le persone che hanno manifestato la propria disponibilità a coadiuvare il gruppo comunale di protezione civile di Bagnacavallo: accolti dall’assessore Francesco Ravagli, sono stati e dislocati in base alle necessità. La sindaca Eleonora Proni e la giunta comunale ringraziano.
I numeri di telefono per le emergenze da alluvione in Bassa Romagna:
– 337-1208726: posto di comando avanzato dei vigili del fuoco al palazzetto dello sport di Bagnacavallo per richiedere soccorso per difficoltà legate all’impraticabilità delle strade
– 800 072525: numero verde della centrale operativa della polizia locale.
Dopo oltre vent’anni l’esposizione verrà rivista nei contenuti didattici, nella selezione dei manufatti e nella veste grafica. Esposto il mosaico pavimentale della domus di via Dogana
Inaugurazione del nuovo allestimento delle ceramiche classiche al Mic (Museo Internazionale della Ceramica) di Faenza: appuntamento sabato 6 maggio alle 17. Dopo oltre vent’anni l’esposizione verrà rivista nei contenuti didattici, nella selezione dei manufatti e nella veste grafica.
«La nuova proposta espositiva delle ceramiche della Grecia e dell’Italia nell’antichità classica – commenta il curatore Andrea Gaucci – si pone in continuità con la precedente, riorganizzando le vetrine sulla base di quattro grandi aree tematiche storico-culturali e offrendo alcuni approfondimenti. Il principio che guida l’esposizione è il dialogo tra Grecia e Italia».
Seguirà la nuova esposizione delle ceramiche romane. Un arricchimento importante della selezione riguarderà la possibilità di esporre una porzione dell’ampio mosaico pavimentale rinvenuto nel 1971-1972 in occasione dello scavo archeologico della domus di via Dogana a Faenza, attualmente conservato nei depositi della soprintendenza a palazzo Mazzolani a Faenza.
«L’aggiornamento dei manufatti – precisa la conservatrice Valentina Mazzotti, coordinatrice del progetto di riallestimento – porterà in mostra un nucleo di oggetti provenienti dai depositi, che per la prima volta verranno presentati al pubblico».
«Inoltre, il percorso espositivo verrà aggiornato – continua la conservatrice -, offrendo un inquadramento di carattere storico-culturale per la parte greco-etrusca, diversamente da quella romane con una presentazione di tipo tematico-funzionale, che evidenzierà l’impiego della ceramica nei vari aspetti della vita quotidiana».
La collana delle guide del Mic sono edite da Silvana Editoriale. Il nuovo progetto espositivo e la relativa guida sono stati realizzati grazie al contributo concesso dalla direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali del ministero della cultura grazie al sostegno de La Bcc.
Il museo è aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 19 ed è chiuso i lunedì non festivi.
La sede dell’associazione culturale Artistation è stata sommersa dall’acqua il 3 maggio. Tanti i danni subiti dalla struttura
Lanciata una raccolta fondi sul sito internet GoFundMe per la scuola di musica Artistation di Faenza, che si trova in una delle zone più colpite dagli allagamenti: a poche ore dalla partenza sono arrivate oltre 250 donazioni e più di 13.500 euro.
L’associazione culturale Artistation opera a Faenza come ente no profit, principalmente come scuola di musica. La sede di via Pellico, durante l’alluvione del 3 maggio, è stata completamentesommersa dall’acqua e ora è inagibile a causa dei danni provocati alla struttura e alla strumentazione.
«Cerchiamo fondi in modo da ripristinare al più presto tutto l’occorrente – spiegano dall’associazione – per poter riaprire i corsi a tutti i nostri allievi, pensando che la musica sia una parte fondamentale della nostra vita, che sia anche terapeutica e possa aiutare a uscire da situazioni del genere».