lunedì
04 Agosto 2025

Confermata la gara podistica del Pavaglione, l’utile sarà donato agli alluvionati

Manifestazione in programma per il 7 maggio con partenza e arrivo nel quadriportico, previsti percorsi da ventuno, nove e sei km

Lugo RunConfermata, nonostante l’esondazione dei corsi d’acqua che ha travolto diversi territori limitrofi, la giornata di sport in programma a Lugo domenica 7 maggio: una corsa podistica con partenza e arrivo dal piazzale del Pavaglione dopo aver percorso tante strade del centro e della periferia.

L’utile della manifestazione verrà donato alle famiglie alluvionate. Inoltre, domenica mattina ai banchi della consulta del volontariato dei Comuni della Bassa Romagna ogni cittadino potrà effettuare una donazione per fronteggiare l’emergenza.

Al mattino prevista l’esibizione di musici e sbandieratori dei quattro rioni lughesi che dal 13 maggio daranno vita al programma di sfide e rivocazioni medievali della tradizionale Contesa Estense.

A seguire, sempre nel piazzale del quadriportico del Pavaglione, Uisp organizzerà la Fit For Run, appuntamento di “riscaldamento attivo” per tutti con esercizi motori di preparazione.

Alle ore 9.45 partirà la LugoRun di 21 km, la mezza maratona agonistica che quest’anno sarà valida anche per l’assegnazione dei titoli del Campionato Regionale Uisp Emilia-Romagna 2023, sia in campo maschile che femminile, sia individuali che a squadre, con la distinzione fra le diverse categorie così come previste dalla Struttura di Attività di Atletica Leggera Uisp. Oltre 300 le iscrizioni.

Il vincitore assoluto della prova sui si aggiudicherà anche l’undicesimo Memorial Adriano Guerrini, dedicato al sindaco di Lugo dal 1965 al 1976, trofeo anche quest’anno assemblato a mano in mosaico dal laboratorio Annafietta.

Alle 10 il via della LugoRun di 9 km, la corsa per tutti coloro che vorranno camminare o correre senza classifica o cronometraggio. A seguire partirà la LugoRun di 6 km: un’iniziativa per sostenere gli istituti scolastici del territorio. Il progetto prevede la partecipazione degli alunni delle scuole elementari e medie.

In base alla percentuale di partecipazione di ogni singola scuola all’evento, tarato sulla grandezza della scuola in modo da non favorire nessun plesso, l’istituto stesso potrà essere fornito gratuitamente di materiale didattico.

Il percorso
Il percorso prevede arrivo e partenza nella piazza del Pavaglione di Lug, dopo essere passati tra la Rocca Estense e il monumento a Francesco Baracca, tutti gli iscritti si dirigeranno in direzione stadio-piscina. Dalla zona sportiva di Lugo i runner, percorrendo tutto viale Europa, si muoveranno verso il parco del Loto in direzione nord-est e attraverseranno l’area verde. Da via Canale Inferiore Destra il gruppo percorrerà le strade di Lugo Ovest transitando per il Parco delle Lavandaie e dirigendosi poi verso Zagonara costeggiando il Canale dei Mulini. Il percorso oltrepasserà poi per due volte il Canale Emiliano Romagnolo, rientrando verso il centro di Lugo. Un secondo passaggio dall’antico Ponte delle Lavandaie sarà preludio del transito su via Cento e infine su corso Garibaldi, prima dell’arrivo.
La LugoRun di 9 e 6 km transiteranno su una parte dello stesso percorso della competitiva, rientrando anticipatamente verso il centro per l’arrivo fissato sempre al Pavaglione.

Il principale simbolo della manifestazione sarà quest’anno la medaglia realizzata per l’evento e riservata ai primi 500 iscritti alla gara sui 21 km. Una medaglia disegnata in onore di Francesco Baracca, denominata “Asso dei cieli” dall’artista Leonardo Pagni.

Questa medaglia è la riproduzione del monumento a Francesco Baracca. Un omaggio al lughese più famoso nel mondo, ma anche all’opera in travertino e bronzo dello scultore faentino Domenico Rambelli inaugurata nel 1936. L’ala dell’immaginario aereo si staglia nel cuore di Lugo, in uno spazio che è connubio di diversi stili architettonici e altrettanto diverse epoche storiche.

Per i primi 500 iscritti della gara competitiva la quota di partecipazione comprende anche una canotta tecnica dell’evento realizzata da Runnek, azienda specializzata del settore running, oltre a numerosi servizi tra cui quello Pacer. Previsti anche ristori lungo il percorso e in zona Pavaglione, oltre alla musica e all’animazione per una bella festa della città.

Chiuse il 2 maggio le iscrizioni alla gara competitiva, per quanto riguarda la ludico-motoria di 9 km, invece, le iscrizioni si effettueranno a ridosso della manifestazione e in presenza. Un gazebo iscrizioni sarà allestito nel piazzale del Pavaglione sabato 6 maggio dalle 14 alle 19 e domenica dalle 8 fino a poco prima della partenza.

Il Comitato territoriale Uisp Ravenna-Lugo torna a proporre un evento che ha come obiettivo primario quello di coinvolgere appassionati di podismo e walking, ma anche promuovere l’attività motoria. Fondamentale l’apporto della giovane Asd Liferunner, il supporto dell’amministrazione comunale lughese e della Contesa Estense.

Per informazioni consultare il sito www.lugorun.it oppure www.uisp.it/ravennalugo.

Statale 16 “Reale” ancora chiusa a Lugo e Alfonsine, riapertura prevista il 6 maggio

Fossi e canali di scolo che stanno raccogliendo le acque dei fiumi esondati metto a rischio la sicurezza della circolazione

343995560 617001796729736 6693219351630687723 NLa chiusura della statale 16 “Reale” in due punti, nel comune di Lugo e nel comune di Alfonsine per l’innalzamento dei livelli dei canali Fosso Vetro, Fosso Vecchio e Destra Reno, è stata decisa nella serata di ieri 4 maggio e la previsione delle autorità è che la situazione possa rientrare alla normalità solo nella mattinata di domani, 6 maggio, con conseguente riapertura della statale non appena le condizioni lo consentiranno.

Nonostante le condizioni meteo siano attualmente favorevoli, l’enorme mole di acqua che nei giorni scorsi ha invaso fiumi e canali deve ancora essere smaltita. La rete dei canali consortili deve far defluire quantità di acqua notevolmente superiori alla media. Per questo possono verificarsi fenomeni di tracimazione dei canali stessi, con fuoriuscita di acqua nelle strade e pericolo per la circolazione e per gli utenti della strada. Tutti i soggetti competenti in materia sono costantemente al lavoro per tenere monitorata la situazione, effettuare le chiusure soltanto dove strettamente necessario e limitarle il più possibile nel tempo.

Alla luce delle chiusure della statale, il percorso alternativo per chi viaggia da Ravenna in direzione Ferrara è costituito dalla Romea dir o dalla A14dir; solo il traffico locale può procedere lungo la statale 16 fino all’incrocio con la strada provinciale 24 via Basilica.

Prosegue anche il monitoraggio dei livelli idrometrici dei canali Fosso Vetro e Fosso Vecchio ai confini tra i comuni di Bagnacavallo, Alfonsine e Ravenna da parte dei volontari della Protezione civile, al fine di verificare e gestire eventuali fuoriuscite.

Consorzio di Bonifica: «I canali di scolo reggono le piogge, non i fiumi in rotta»

Dagli uffici di Lugo la ricostruzione degli allagamenti in Bassa Romagna per le rotture di Sillaro, Senio e Lamone

344834356 789259529495382 6474543962923143851 N
Mezzi al lavoro per riparare la rottura dell’argine del Lamone a Boncellino nella mattina del 4 maggio (foto Filippo Tura)

«La rete di canali di scolo artificiali gestiti dal Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale è progettata per il deflusso delle acque di pioggia che cadono sul territorio e non per riuscire a raccogliere la massa d’acqua fuoriuscita dalle rotture degli argini dei fiumi la cui gestione è affidata a altri enti». Dagli uffici di Lugo arriva una presa di posizione della dirigenza dell’ente pubblico che ha competenza sui 195mila ettari del comprensorio che include i bacini dei fiumi Sillaro, Santerno, Senio e Lamone, proprio quelli che hanno causato le alluvioni di Faenza e Bassa Romagna.

«L’acqua che fuoriesce in volumi ingenti dai fiumi allagando il territorio sottostante – si legge nella nota diffusa dal Consorzio – va a invadere il bacino scolante delle opere in gestione al Consorzio, determinando un inevitabile sovraccarico su una rete dimensionata per smaltire portate aventi ordini di grandezza inferiori, generate dalle acque di pioggia del solo ambito di pianura del comprensorio dell’ente. La rete scolante consorziale si trova quindi a svolgere una funzione a cui, in condizioni normali, sarebbero preposti i fiumi. L’acqua fuoriuscita dai fiumi non può certo defluire attraverso i corpi idrici sopraelevati da cui proviene».

Il Consorzio ricostruisce l’ordine cronologico degli eventi che hanno causato gli allagamenti.

Il 2 maggio la rottura del Sillaro e Conselice si allaga

Il primo evento catastrofico che si è verificato in ordine di tempo è la rotta del Sillaro in destra idraulica, nella giornata di martedì 2 maggio, in prossimità della via Merlo, al confine tra Imola e Massa Lombarda. L’acqua fuoriuscita ha in breve tempo allagato il territorio sottostante alla rotta espandendosi poi verso valle fino a invadere, già dalla stessa giornata del 2 maggio, l’abitato di Spazzate Sassatelli, oltre ad abitazioni sparse e terreni agricoli circostanti nei Comuni di Imola e Conselice.

Chiusa San Marco
La chiusa di San Marco sul fiume Montone nel pomeriggio del 3 maggio (foto Condifesa)

L’alluvione è stata intercettata dalla rete scolante consorziale che sta provvedendo a far defluire l’acqua verso valle. La maggiore portata è affluita tramite altri canali allo scolo Montalbotto, tributario del collettore Zaniolo, a sua volta affluente del collettore generale Canale di bonifica in destra di Reno. A causa dello straordinario sovraccarico idraulico, nella sera di mercoledì 3 maggio l’acqua aveva invaso via della Cooperazione e via Nullo Baldini immediatamente a ovest dell’abitato di Conselice, lambendo il centro abitato a est della strada Selice. «Nell’emergenza, il Consorzio ha ritenuto precauzionalmente di chiedere il distacco dell’alimentazione elettrica della centrale di pompaggio irriguo Tarabina, che è attualmente non raggiungibile dagli operatori essendo sommerse le vie d’accesso».

Le operazioni di chiusura della rotta arginale del fiume Sillaro, a cura dell’Ente competente, si sono concluse nella serata del 4 maggio.

Il 2 maggio rompe il Senio e si allaga Castel Bolognese

Santerno Giovecca
Il fiume Santerno nella mattina del 3 maggio visto da Giovecca (foto Nicola Bucchi)

Nella stessa giornata di martedì 2 maggio si è verificata anche una rotta in sinistra idraulica del Senio, all’altezza della frazione di Biancanigo del comune di Castel Bolognese, determinando l’allagamento di interi quartieri dell’abitato di Castel Bolognese. L’acqua fuoriuscita è stata intercettata principalmente dal Canale dei Molini e in parte dallo scolo Rio Ca’ Rossa e da altri scoli consorziali. «Ha significativamente contribuito ad attenuare le conseguenze dell’evento la laminazione avvenuta nella cassa d’espansione del Canale dei Molini, tra Castel Bolognese e Solarolo, che, pur essendo ancora in corso di realizzazione, ha già svolto con efficacia la funzione a cui è preposta. La cassa è stata, infatti, invasata persino oltre la propria capacità di progetto per un volume complessivo di circa 150mila metri cubi». Il sovraccarico che il Canale dei Molini ha comunque subito ha provocato numerosi danni nei corpi arginali dell’opera nel tratto tra Castel Bolognese e Solarolo e una rottura oggetto di un intervento di ripristino tuttora in corso a valle di Solarolo.

Il 3 maggio rompe il Lamone a Boncellino e Bagnacavallo si allaga

Nella mattinata di mercoledì 3 maggio si è verificato l’evento che, in termini di volume d’acqua e popolazione coinvolta, è per ora il più rilevante: a valle della frazione di Boncellino, all’altezza della via Muraglione, si è verificata una rotta disastrosa del fiume Lamone, la cui piena già dal giorno precedente aveva determinato estesi allagamenti nell’abitato di Faenza. «Praticamente è come se il Lamone si fosse creato una nuova foce verso l’abitato di Bagnacavallo attraverso una breccia avente un fronte della lunghezza di circa 40 metri». In pochissimo tempo l’acqua fuoriuscita con estrema violenza ha saturato la portata dei canali consorziali che l’hanno intercettata, in primis il Fosso Vetro e successivamente il Fosso Vecchio. L’alluvione si è poi rapidamente propagata verso il centro di Bagnacavallo interessando lo scolo Redino. «Anche in questo caso, ha contribuito ad attenuare l’entità del fenomeno la laminazione avvenuta nella cassa d’espansione del Redino, opera di recente realizzazione. Trattandosi di un’opera dimensionata per la messa in sicurezza idraulica di un bacino urbano ben circoscritto, avente quindi tutt’altra funzione che il contenimento delle piene del fiume Lamone, la cassa si è rapidamente riempita, cosicché l’acqua fuoriuscita dal Lamone ha proseguito il suo percorso verso il centro urbano».

Nella serata di mercoledì 3 maggio erano segnalati allagamenti nelle strade della parte est di Bagnacavallo. Già dalla mattina si era provveduto ad evacuazioni nella zona artigianale e in altre abitazioni.

La situazione al 5 maggio

La situazione persiste estremamente critica nel collettore Fosso Vecchio, nell’affluente Fosso Munio e nel Fosso Vetro, interessati dal transito delle portate esondate dal fiume Lamone. Rimane altrettanto critica la condizione di vari canali della rete scolante del reparto Zaniolo Buonacquisto nonché del collettore di bonifica Canale Destra di Reno, che portano verso valle le acque esondate dal fiume Sillaro. Già si sono verificate tracimazioni e filtrazioni d’acqua dai canali in territorio prevalentemente agricolo, con vaste porzioni sommerse. Il transito della portata interessa l’intera sezione fluente dei canali. È quindi forte il rischio che si possano innescare ulteriori tracimazioni o rotture e fontanazzi.

Cinquant’anni di Ravenna Jazz: «L’unico rimpianto è Miles Davis»

I ricordi della direttrice Sandra Costantini: «Che giornate con Pat Metheny e Max Roach. Un aneddoto? Noa che bacia le mani a un giovane Bollani, ancora sconosciuto…». Il cartellone del festival

Sandra Costantini
Sandra Costantini, direttrice artistica di “Ravenna Jazz”

Con la passione e l’entusiasmo che le sono propri, Sandra Costantini parla del “Ravenna Jazz”, lo storico festival di cui è direttrice artistica, la cui 50esima edizione è in programma quest’anno dal 4 al 13 maggio al teatro Alighieri e in altre location (il programma nella pagina a ­anco). Ci vorrebbe un libro per raccontarne l’evoluzione nel tempo, ma lei tratteggia alcuni dei momenti salienti.

Come le piace de­finire l’edizione di quest’anno di “Ravenna Jazz”? Quali i punti di forza?
«Direi “scon­nata”, soprattutto perché la musica sarà senza con­ni, senza barriere… Si spazia dal blues di Irene Grandi al jazz del concerto dei piccoli musicisti di “Pazzi di Jazz” dedicato a Charles Mingus, del quintetto di Alessandro Scala e della produzione in omaggio a Nina Simone con Italian Jazz Orchestra, Maria Pia De Vito e Flavio Boltro. Si viaggia dalla chitarra fusion del giovane prodigio Matteo Mancuso al cantautorato rock-folk-blues di Hugo Race, dall’alto voltaggio jazz-househip hop-afro del Neue Gra­c Ensemble al rock dei Led Zeppelin rivisitato dal trio di Francesco Bearzatti, dall’etno-jazz di Daniele Sepe nel suo tributo alle colonne sonore dei ­lm di Totò alla musica afro-peruviana della grandissima Susana Baca».

Il festival compie quest’anno 50 anni, un traguardo importante. Il primo piccolo bilancio che le viene in mente?
«Essere sopravvissuti a tutte le situazioni critiche che nel corso del tempo si sono susseguite è già un miracolo! Ultimamente poi il contesto è stato penosamente diffi­cile, tra pandemia, guerre, disgregazione sociale, in‑azione, tagli ai contributi regionali e comunali, aumento esponenziale dei costi… 50 anni senza perdere un’edizione sono un record da Guinness! Speriamo in un futuro migliore, c’è tanto da ricostruire».

C’è un’edizione che porta particolarmente nel cuore e perché?
«Sarebbero tante, ma volendo citarne una direi il trentennale del 2003, interamente dedicato a Pat Metheny “Artist in Residence”. Furono tre giorni intensissimi, in cui il grandissimo chitarrista si rivelò essere anche persona squisita, di eccezionale comunicatività e di non comune disponibilità. Si produsse in svariate formazioni, dal solo al trio con Paolino Dalla Porta e Massimo Manzi, in duetti con Rita Marcotulli, con Andy Sheppard, con il funambolico Han Bennink, col nostro immenso Enrico Rava per fi­nire in bellezza in veste di ospite del suo quartetto con Stefano Bollani, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto… In quei tre indimenticabili giorni Pat tenne anche un workshop con centinaia di studenti accorsi da ogni dove, da tutta Italia ma anche da oltre con­ne. La città era letteralmente invasa da una miriade di giovani con le chitarre a tracolla».

C’è un artista che più di altri ha segnato il festival?
«Nella sua lunga e importante storia, “Ravenna Jazz” ha ospitato diversi grandiosi artisti che hanno lasciato la loro impronta indelebile. Ricordiamo almeno Max Roach, con la sua M’Boom Re Percussion (1980), in duo con Abdullah Ibrahim (1983) e con Cecil Taylor (1984). Nel 1984 tenne a Ravenna anche il primo dei workshop di Mister Jazz, dopo il preludio con Kenny Clarke del 1982: il nome della rassegna, la cui gra­fia era originariamente “MisteR Jazz”, fu ispirato proprio a lui, laddove la “M” stava per Max e la “R” per Roach… Nell’ambito del progetto “Residenze” di Crossroads 2001, nei giorni a lui dedicati contribuimmo a fargli conferire la Laurea Honoris Causa dall’Università di Bologna (Dams). Ma voglio menzionare anche “il Re del jazz” italiano Enrico Rava, che tra il 1982 e il 2022 ha calcato il palcoscenico del festival ben 12 volte, con progetti sempre diversi. Citiamo poi almeno la super band “Complete Reunion” con Gato Barbieri, Stefano Bollani, Rosario Bonaccorso e Aldo Romano nel 2001, il quartetto “Chet Mood” in tributo a Chet Baker del 2007 con Philip Catherine, Riccardo Del Fra e Aldo Romano».

Un aneddoto che merita di essere raccontato?
«Edizione 1999. Alla Rocca Brancaleone, prima del trio di Brad Mehldau, si esibisce un giovanissimo Stefano Bollani con la sua Orchestra del Titanic: ha appena 27 anni, e non è ancora la star che sarebbe diventato. In platea siede anche Noa, in programma la sera successiva con la sua band. Finito il concerto, Noa vuole andare nei camerini a complimentarsi col bravo pianista, gli bacia addirittura le mani! A dimostrazione che i grandi artisti affermati sanno riconoscere subito un grande talento quando lo incrociano…».

C’è un artista che avreste voluto portare al festival e non è mai stato possibile?
«Sì. Io, ai tempi mi occupavo, dell’uffi­cio stampa… Miles Davis: è l’unico grande assente nel palmarès di Ravenna Jazz. Nel 1991 purtroppo scomparve e con lui ogni futura possibilità».

Cos’è il jazz oggi, per lei?
«È un lunghissimo racconto, senza ­ne, che continua a scriversi, con parole sempre diverse. È un linguaggio in perenne cammino, con cui si può narrare qualunque storia, e non mancano i narratori, navigati e novelli, che sanno interpretarlo magnifi­camente. È un idioma scritto e orale, con proprie regole ma che si possono tranquillamente stravolgere. E tocca le corde più profonde, quelle delle emozioni».

Cosa si può fare per migliorare ulteriormente nel prossimo futuro?
«Continuare a lavorare sodo, reinventarsi senza sosta, e soprattutto non perdere la passione»

Ravenna Jazz Irene Grandi 2
Irene Grandi

Il programma: Irene Grandi all’Alighieri, concerti tra Bronson, Cisim, Mama’s e Socjale

Dopo l’evento-anticipazione di giovedì 4 maggio con il progetto “Pazzi di Jazz” che ha visto sul palco dell’Alighieri  esibirsi una grande orchestra e cori di studenti delle scuole ravennati sulle note delle composizioni di Charles Mingus, e la serta successiva il concerto della band di Alessandro Scala al Mama’s Club, l’edizione 50 di “Ravenna Jazz” entra nel vivo della programmazione sabato 6 maggio sempre al teatro Alighieri con  Irene Grandi.
La cantante presenta “Io in Blues”: un progetto live nel quale trovano posto i grandi successi del blues e del soul ma anche brani di Pino Daniele, Lucio Battisti, Mina e della stessa Grandi, riarrangiati in chiave rock-blues. Concerti anche al Teatro Socjale di Piangipane: martedì 9 maggio, arriverà la peruviana Susana Baca, indiscussa ambasciatrice nel mondo della musica afro-peruviana.
Due concerti anche al Cisim di Lido Adriano. Domenica 7 maggio il cantante e chitarrista australiano Hugo Race (con un passato con Nick Cave and the Bad Seeds che non si può non citare) con i suoi Fatalists propone un rock dall’animo oscuro, elementi folk e blues psichedelizzati.
Con il suo ensemble, il tastierista francese Neue Grafik rimescola tra loro jazz, house e hip hop, con marcate connotazioni afro ed evidenti infiltrazioni dalla dance elettronica londinese (mercoledì 10 maggio sempre al Cisim).
Al Bronson di Madonna dell’Albero il jazz si connette alle sonorità underground. Qui l’8 maggio si esibisce il giovane chitarrista Matteo Mancuso, un talento senza preconcetti (jazz, rock, fusion, manouche). Uno sguardo al passato per dare vita a sonorità futuristiche: è l’omaggio ai Led Zeppelin firmato dal sassofonista Francesco Bearzatti (in trio, giovedì 11 maggio sempre al Bronson).
Il festival prosegue ancora, venerdì 12 maggio al teatro Socjale con il sassofonista Daniele Sepe che presenta “Sepé le Mokò” un progetto musicale dedicato a Totò principe della risata, per concludersi con un gran finale, sabato 13 maggio, la teatro Alighieri, che vede in scena l’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti (solisti ospiti Maria Pia De Vito e Flavio Boltro) ad eseguire “Love me or leave me”, omaggio all’indimenticabile repertorio di Nina Simone.

 

“Obbiettivo Italia”: scatti alla popolazione per il 75° anniversario di Fiaf

A Bagnacavallo il 6 e 7 maggio il set fotografico che concorre al ritratto collettivo più grande del nostro Paese

Set Foto Bagnacavallo

Sabato 6 e domenica 7 maggio il Club Cinefotoamatori Bagnacavallese invita i cittadini di Bagnacavallo a partecipare a “Obiettivo Italia”, che si annuncia come il più grande ritratto collettivo del nostro Paese. Dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19, presso il Teatro Goldoni, il Club realizzerà infatti ritratti fotografici che entreranno a far parte del progetto nazionale dal titolo “Obiettivo Italia – Censimento Fotografico” promosso in occasione del 75° anniversario dalla sua fondazione da Fiaf, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.

I ritratti raccolti saranno poi esposti in un’installazione presso le prestigiose Gallerie d’Italia a Torino nell’autunno 2023, installazione che sarà riproposta su tutto il territorio nazionale presso la sede del Centro Italiano della Fotografia d’Autore a Bibbiena in provincia di Arezzo, nelle tredici gallerie Fiaf e presso i circoli fotografici a livello locale in tutta Italia. Sarà realizzato un catalogo stampato dedicato al progetto. L’Istat è partner operativo dell’iniziativa. Informazioni generali: www.fiaf.net.

Le conferenze SeDici Architettura di Reclam ripartono da Alfonsine

SeDici Architettura Tornano A Ravenna Le Conferenze Di Reclam
Lo showroom di Original Parquet

Tornano le conferenze di SeDici Architettura, promosse e organizzate da Reclam edizioni e comunicazione di Ravenna, a cura del professore Alberto Giorgio Cassani, dell’architetto Emilio Rambelli e del direttore editoriale Reclam Fausto Piazza. Con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Ravenna, che mette a disposizione i crediti formativi professionali ai partecipanti iscritti all’albo.

Gli incontri fra esperti, aperti a tutto il pubblico, proseguono il percorso sviluppato dal 2013 al 2019 con la realizzazione di 40 eventi e la partecipazione di oltre 60 relatori fra architetti, urbanisti, designer, fotografi di architettura, studiosi e amministratori pubblici.

La formula delle conferenze rinnova quella dell’incontro a più voci molto apprezzata in passato, per l’occasione accostando in un’unica serata di due ore, relazioni teoriche e storiche sul ruolo dell’architettura a racconti documentati sull’esperienza professionale e operativa di studi associati e progettisti.

Quando iniziano le conferenze e chi saranno i relatori

Copertina SaggioSi parte giovedì 11 maggio a partire dalle 18 allo showroom dell’azienda Original Parquet di Alfonsine, in via del Lavoro 4.

Il primo intervento della serata sarà a cura del professor Alessandro Canevari, esperto di teoria e storia dell’Architettura, che presenterà il saggio di Hugh Ferriss, Metropoli del futuro (Pendragon, 2022, nella foto).

A seguire gli architetti Giorgio Liverani e Michele Vasumini parlerà dell’esperienza e dei progetti di Ellevuelle Studio di Modigliana, in un incontro dal titolo Cinetica Fossile_futuro e/è tradizione. Si tratta di un collettivo formato da Giorgio Liverani, Luca Landi, Michele Vasumini, Matteo Cavina, con Eleonora Festa, Andrea Cirillo, Giacomo Diolaiti e Chiara Piazza.

2 FOTO Ellevuelle Architetti
Gli architetti di Ellevuelle

Indagano l’architettura d‘oggi, interrogandosi sulle declinazioni e finalità della stessa. La loro ricerca ha come filo conduttore una sostenuta sperimentazione legata alla lettura del territorio, all’utilizzo sapido dei materiali e, ovviamente, alle necessità della committenza. L’idea generatrice è l’individuazione di un logo o schizzo, sintesi formale dell’architettura stessa, ed il tentativo di una sua (infinita) moltiplicazione, ogni volta analoga e differente dalle precedenti.

Scudetto al Napoli, festa a Ravenna: anche il prefetto tra i tifosi in piazza

Castrese De Rosa, originario del capoluogo campano, si è unito a un centinaio di supporter azzurri prendendo una pausa dai lavori della gestione dell’emergenza alluvione

La vittoria del terzo campionato di Serie A per il Napoli, arrivata con il pareggio 1-1 di Udine, ha acceso i festeggiamenti dei tifosi sparsi in tutta Italia e così è stato anche a Ravenna. Un centinaio di supporter azzurri si è radunato in piazza del Popolo davanti alla prefettura e a loro si è unito anche il prefetto Castrese De Rosa, originario del capoluogo campano.

Sul suo profilo Facebook il prefetto ha pubblicato alcune foto: «Una breve pausa dai lavori del centro coordinamento soccorsi per la gestione dell’emergenza riunito in seduta permanente in sala operativa per l’alluvione per festeggiare questo meritatissimo titolo. Occasione anche per manifestare con un grande applauso vicinanza, solidarietà, affetto a tutta la comunità ravennate di cui sono parte integrante, profondamente colpita dalla devastante alluvione. Forza Napoli e Forza Ravenna che anche stavolta supererà questa drammatica emergenza».

Si allaga il potabilizzatore, Conselice non ha acqua nelle case, in arrivo autobotti

Guasto annunciato alle 21 del 4 maggio dalla sindaca, lavori in corso per la riparazione ma non è possibile prevedere i tempi

IMG 9281L’alluvione nella zona di Conselice causata dalla rottura dell’argine del torrente Sillaro (avvenuta il 2 maggio e riparata nel tardo pomeriggio del 4) ha allagato i locali tecnici del potabilizzatore mettendo fuori servizio il sistema di pompaggio che garantisce la fornitura di acqua all’intero comune di Conselice. Le abitazioni sono quindi senza acqua corrente. Lo rende noto la sindaca Paola Pula poco prima delle 21 del 4 maggio con un post su Facebook.

Sono in corso i lavori per ripristinare il servizio: si procederà fino a completa riparazione ma non è possibile stimare i tempi di ritorno all’erogazione.

Pula informa che nel frattempo verranno posizionate, appena possibile, due autobotti per distribuire acqua alla popolazione: una nel parcheggio della Coop in via San Pasi a Lavezzola e l’altra nel parcheggio della Coop di via Battisti a Conselice.

Al via le operazioni di pulizia e ripristino. Si parte da Faenza e Castel Bolognese

Il Governo ha stanziato 10 milioni di euro per i primi interventi urgenti

WhatsApp Image 2023 05 03 At 14.00.08
Boncellino

È a pieno regime la macchina degli interventi per il rapido ritorno alla normalità nelle aree dell’Emilia-Romagna interessate dall’alluvione dei giorni scorsi e consentire il rientro degli sfollatati nelle proprie case nel più breve tempo possibile.

Si parte venerdì 5 maggio, dai comuni di Castel Bolognese e Faenza con 18 squadre di volontari della protezione civile regionale e 6 squadre della colonna mobile della Regione Toscana. Sabato si inizierà a procedere con i Comuni del circondario imolese, Conselice e Bagnacavallo grazie al supporto di altre 24 squadre di volontariato della colonna mobile della Regione Veneto e delle associazioni nazionali di Protezione Civile.

Al lavoro, insieme, amministratori, tecnici dell’Agenzia regionale di Protezione civile, volontari, gestori del servizio idrico integrato, gestori dei servizi ambientali e di raccolta rifiuti e Consorzi di bonifica coordinati all’interno dei Coc (Centri Operativi Comunali).

E il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza relativo alla situazione in Emilia-Romagna.

«Voglio ringraziare la presidente Meloni e il ministro Musumeci per la decisione del Consiglio dei ministri di accogliere in tempi rapidissimi la richiesta di stato d’emergenza che avevamo avanzato come Regione già questa mattina – ha dichiarato il Presidente della Regione Stefano Bonaccini -. Insieme allo stanziamento di 10 milioni di euro per i primi interventi urgenti. Grazie anche al capo del Dipartimento nazionale di protezione civile, Curcio».

«Questo ci permette da subito di affrontare la messa in sicurezza delle aree più a rischio, le opere di ripristino per il ritorno alla normalità. Un lavoro di squadra e una collaborazione – prosegue Bonaccini – che sono certo proseguirà per ripartire, garantendo in maniera efficace i risarcimenti per i danni subiti da cittadini e comunità locali».

Come detto, la macchina degli interventi è già all’opera. Le prime operazioni saranno quelle necessarie per far defluire le acque, si procederà poi con quelle di pulizia, spurgo e di raccolta dei rifiuti. Contemporaneamente, i tecnici delle società di servizi stanno procedendo per i riallacci delle utenze gas, acqua ed elettricità interrotte, questo permetterà ai cittadini di rientrare il prima possibile nelle proprie abitazioni.

Inoltre, una rotta sul Sillaro è stata già chiusa, l’altra verrà chiusa entro sera.

A Bagnacavallo dalla rotta del Lamone, non fuoriesce più acqua.

I canali fanno paura: chiusa la Statale 16 a Lugo e Alfonsine

Modifiche alla viabilità nella zona di Fosso Vecchio e Fosso Vetro

Allagamento Alluvione AlfonsineA causa dell’innalzamento dei livelli di alcuni canali consortili interessati da un incremento di portata, si è resa necessaria la chiusura temporanea al traffico – in via precauzionale – ella strada statale 16 “Adriatica” ad Alfonsine e Lugo. (aggiornamento del 5 maggio: riapertura prevista per il 6)

Pertanto, presso i canali Fosso Vecchio e Fosso Vetro è stata disposta la chiusura della SS 16 dal km 136,100 al km 137,500 in comune di Alfonsine.

Il percorso alternativo, per chi viaggia da Ferrara in direzione Ravenna, prevede dalla rotatoria di innesto con via Rossetta la deviazione sulla SP8 verso Bagnacavallo per poi prendere la A14dir fino all’innesto con la via San Vitale.

Il percorso alternativo per chi viaggia da Ravenna in direzione Ferrara è costituito dalla Romea Dir o dalla A14 Dir; solo il traffico locale può procedere lungo la Statale 16 fino all’incrocio con la Basilica.

Analogamente, presso il canale posto al km 123,380 nel comune di Lugo, è disposta la chiusura al traffico della SS16 dal km 122,000 al km 124,000.

Il percorso alternativo, per chi viaggia da Ferrara in direzione Ravenna, prevede la deviazione al km 118,150 prima del ponte Bastia, sulla SP 10 fino a Madonna del Bosco per poi prendere la SP15 e proseguire lungo la SS16 var  “Variante di Alfonsine” fino all’innesto con la SS16 al km 129,020. Viceversa, per chi viaggia da Ravenna in direzione Ferrara.

Sul posto sono presenti le squadre Anas e le Forze dell’Ordine per la gestione della viabilità e per consentire la riapertura in sicurezza nel più breve tempo possibile.

Frana l’argine, chiuso il parco fluviale del Senio a Castel Bolognese

Franato Argine Chiuso Parco FluvialeUn argine è letteralmente franato a Castel Bolognese e il sindaco annuncia la chiusura del parco fluviale del Senio.

Le istituzioni raccomandano ai cittadini di non avvicinarsi per alcuna ragione.

Sul posto i tecnici per un intervento.

La zona è stata delimitata da apposite transenne.

Spunta crepa sull’asfalto: chiuso per un paio d’ore a Faenza il Ponte delle Grazie

Ponte Delle Grazie Faena

+++AGGIORNAMENTO+++ Il Ponte è stato riaperto poco prima delle 21

A Faenza nella serata del 4 maggio è stato chiuso per precauzione il Ponte delle Grazie, dove era comparsa una crepa inquietante.

La chiusura si è resa inevitabile per eseguire accertamenti tecnici sulla struttura.

Si tratta dello storico ponte sul Lamone che congiunge il cuore della città manfreda al cosiddetto Borgo Durbecco.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi