mercoledì
27 Agosto 2025

Salvano il fratello in fin di vita, lei dona una nuova ambulanza al 118

Il gesto della titolare della società riminese Lillo & Wendy

Donazione Ambulanza118 (1)La società riminese Lillo & Wendy ha donato una nuova ambulanza alla centrale operativa del 118, sede di Ravenna.

Un gesto partito da un’esperienza di malattia, vissuta da un famigliare dei titolari, e che vuole essere un ringraziamento «ai sanitari che compiono quotidianamente un servizio di massima efficienza».

In particolare, il fratello della titolare, un 35enne con la sindrome di Melas, è stato salvato dal personale sanitario poche ore prima il giornod i Natale del 2020, quando era stato trasportato in ospedale a Rimini in fin di vita.

Il direttore della centrale operativa 118, Maurizio Menarini, ha ringraziato i donatori: «Questa ambulanza permette di implementare e innovare il parco mezzi di soccorso. La disponibilità di ambulanze efficienti, moderne, dotate  dei sistemi più moderni, ci consente di operare al meglio nel portare soccorso ai cittadini romagnoli».

La centrale operativa 118 Romagna gestisce annualmente circa 138mila interventi di soccorso pre ospedaliero, di cui 50mila circa nella provincia di Ravenna e 20mila nel solo comune di Ravenna.

Il sistema di soccorso preospedaliero 118 ha compiuto nel 2022 trent’anni dalla sua istituzione.

Covid, ripristinato l’accesso libero alle strutture ospedaliere

Abrogato l’obbligo della certificazione verde, rimodulati gli screening e gli isolamenti

PRESENTAZIONE NUOVI POSTI AL PRONTO SOCCORSO DI RAVENNA
PRESENTAZIONE NUOVI POSTI AL PRONTO SOCCORSO DI RAVENNA
7 GENNAIO 2020 – RAVENNA (RA)
fotografo: Massimo Argnani

Ripristinato l’accesso libero alle strutture ospedaliere da parte di visitatori e accompagnatori, abrogato l’obbligo della certificazione verde, rimodulati gli screening e gli isolamenti: la Regione Emilia-Romagna ridefinisce con le Aziende sanitarie locali le misure per la prevenzione e il contenimento della pandemia Covid-19, anche alla luce delle novità normative introdotte dal Governo.

Le principali indicazioni

Il documento, condiviso dalla direzione generale dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute con le Aziende sanitarie e i sindacati di categoria, è stato elaborato con il contributo del Comitato tecnico Scientifico per la Salute della Comunità (CTSSC), un organo permanente di supporto e consulenza tecnica della direzione, composto da membri scelti tra esperti in materie sanitarie, chiamati a formulare proposte e pareri.

Quattro i punti principali presi in esame: l’accesso alle strutture (residenziali, socioassistenziali, sociosanitarie, hospice, reparti ospedalieri, pronto soccorso e Dea – Dipartimento di Emergenza Urgenza), le modalità di screening per l’accesso, la gestione degli isolamenti e l’organizzazione dei reparti Covid.

L’accesso è libero, nel rispetto delle modalità organizzative e degli orari di visita previste da ciascuna struttura anche in base alla patologia. Abrogata la certificazione verde (green pass) rimane però l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione respiratoria per chiunque entri: il personale, i visitatori, gli accompagnatori, i caregiver e i soggetti esterni (fornitori, volontari, tecnici). L’obbligo della mascherina è previsto dall’ordinanza del 29 dicembre 2022 del ministero della Salute, che ne ha prorogato l’uso sino al 30 aprile 2023. Viene anche raccomandato di igienizzare accuratamente le mani ed evitare gli assembramenti.

Lo screening attraverso test antigenico o molecolare rimane obbligatorio per i pazienti al momento dell’ingresso in ospedale, mentre al pronto soccorso o nei Dea solo caso di presenza di sintomi respiratori; non va ripetuto durante la degenza, a meno che non compaiano i sintomi. È raccomandato ripetere questi test settimanalmente solo per i reparti che ospitano soggetti con grave immunodeficienza, quali i trapiantati o i malati oncoematologici. Il test non è previsto per i malati guariti da meno di 90 giorni. Non è più necessario lo screening previsto ogni 30 giorni per gli operatori sanitari, a meno che non siano sintomatici.

Per ciò che concerne l’isolamento, per i pazienti che possono essere dimessi è previsto per la durata di 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, con la raccomandazione di utilizzare le mascherine FFP2 in casa per altri 5 giorni. Per i pazienti non destinati alle dimissioni occorre prevedere un isolamento di 10 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi. Tale periodo può essere interrotto anticipatamente in caso di tampone negativo. Per i pazienti immunodepressi, infine, il periodo di isolamento previsto è interrotto solo con un test antigenico negativo.

I contatti stretti in ambito assistenziale vanno individuati nei compagni di stanza mentre nelle strutture sociosanitarie includeranno anche gli altri ospiti con cui sono stati condivisi spazi o attività. Gli operatori sanitari e i visitatori saranno compresi tra i contatti stretti solo nel caso sia dimostrato che non abbiano utilizzato correttamente i dispositivi di protezione individuale.

Rimarranno attivi a livello aziendale e provinciale alcuni reparti dedicati esclusivamente ai pazienti con Covid-19, nei casi in cui la sintomatologia prevalente riguardi proprio l’apparato respiratorio. In tutti gli altri casi i pazienti che dovessero risultare positivi ai tamponi saranno ospitati nei reparti più adatti alle loro necessità assistenziali, seppure in isolamento per il tempo necessario.

Al via il restauro di sei dipinti su tavola di fine Quattrocento e inizi Cinquecento

Le opere sono ospitate dalla pinacoteca comunale di Faenza. Investimento da 80mila euro della Regione

DSC00194A Faenza è iniziato un percorso di restauro di lungo periodo (sostenuto da una convenzione con la Regione che è intervenuta con 80mila euro), che interviene su sei dipinti su tavola di fine Quattrocento e inizi Cinquecento, ospitati dalla Pinacoteca comunale, che è il più antico istituto museale della Romagna, costituito nel 1796, con un patrimonio di opere d’arte che vanno dal Trecento al Ventesimo secolo. Il riallestimento del suo percorso espositivo è stato inaugurato nel dicembre del 2021.

Gli interventi di restauro riguardano la Madonna con Bambino, San Giovanni Evangelista e il Beato Filippo Bertoni del Maestro della pala Bertoni; il Cristo portacroce di Marco Palmezzano; la Madonna con il Bambino in trono tra i santi Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Celestino Papa e Antonio da Padova (pala dei Celestini) e la Madonna con il Bambino san Giovannino e angeli, i santi Ippolito e Benedetto, i santi Lorenzo e Romualdo, il Padre eterno fra angeli (polittico dei Camaldolesi) di Giovan Battista Bertucci il Vecchio; la Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista, Benedetto, Romualdo, Giovanni Evangelista, Girolamo e un santo vescovo di Biagio d’Antonio; lo Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria con san Giuseppe di Luca Longhi.

In particolare, il restauro della pala Bertoni consentirà il prestito dell’opera alla mostra “Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa”, di imminente inaugurazione nella città estense, in concomitanza con la riapertura a febbraio di Palazzo dei Diamanti.

DSC00187I restauri sono stati assegnati al laboratorio Isabella Cervetti Restauri di Bastia (Ravenna), al laboratorio Salemme Restauri di Imola e a Maria Letizia Antoniacci di Faenza.

Il piano conservativo, realizzato d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, ha preso avvio da un imponente intervento di disinfestazione reso necessario da episodi di contagio da insetti xilofagi: l’obiettivo è assicurare ai dipinti su tavola, e in generale agli apparati lignei di telai e cornici, la profilassi propedeutica all’intervento conservativo.

Il Comune di Faenza, con l’Assessorato alla cultura e la Pinacoteca, ha avviato un processo di riqualificazione delle raccolte d’arte acquisite in età napoleonica, con una riflessione a tutto campo sulla vocazione del patrimonio d’arte che la città custodisce e sulla destinazione d’uso dell’antica sede del Collegio dei Gesuiti, attualmente condivisa tra Pinacoteca comunale e Liceo Torricelli.

«Con la programmazione e il finanziamento di questi interventi, contribuiamo in modo significativo alla conservazione del nostro patrimonio culturale – ha spiegato l’assessore regionale Mauro Felicori -. Le opere restaurate a Faenza sono alcune delle testimonianze più antiche provenienti dalle chiese faentine e risalgono alla stagione feconda in cui ogni città della Romagna ospitava botteghe di pittori, decoratori e artieri che con le loro opere hanno portato un contributo significativo all’identità di questi territori».

«Ringraziamo la Regione – ha detto il sindaco di Faenza, Massimo Isola -. Questo contributo ci consentirà di intervenire sul patrimonio della Pinacoteca comunale di Faenza per svolgere, nel miglior modo possibile, il lavoro di conservazione delle opere, spesso secolari, che fanno parte del corpus del nostro museo. Queste risorse ci consentiranno quindi di metterle in sicurezza, svolgendo così al meglio la funzione principale che caratterizza la nostra Pinacoteca: prendersi cura e custodire la memoria che, secolo dopo secolo e generazione dopo generazione, trasferiamo per rafforzare e aggiornare la nostra identità e il nostro essere comunità».

A Ravenna immatricolazioni in calo del 15,4%, il dato peggiore di tutti i campus

Sono 1.126, circa duecento in meno del record di un anno fa. Complessivamente l’Alma Mater chiude con il -6,5 percento

Studenti UniversitàIl campus di Ravenna per l’anno accademico 2022/2023 registra un calo del 15,4 percento rispetto all’anno precedente. Si tratta di gran lunga del risultato peggiore tra quelli dei vari campus dell’Università di Bologna, con Rimini che perde il 3,7 percento, Forlì il 5,2 e Bologna il 6,9. Unica eccezione Cesena, che fa registrare una crescita dell’1,9 percento degli immatricolati.

Sono 1.126, in particolare, le matricole registrate dal campus di Ravenna quest’anno, contro le 1.331 del 2021/2022 che ha rappresentato il record storico dell’insediamento ravennate.

Complessivamente, l’Università di Bologna a fine gennaio 2023 registrava 26.421 immatricolati contro i 28.248 del 2022, in calo del 6,5 percento. Se guardiamo però all’anno accademico 2019/2020 – l’ultimo prima della pandemia – si registra una crescita del 4,2 percento: i nuovi iscritti in quel caso erano stati 25.369.

«Sono numeri che ci aspettavamo, dopo i due anni eccezionali della pandemia e visto il ritorno della didattica in presenza – commenta il rettore Giovanni Molari -. In molti casi, inoltre, si tratta di cali fisiologici, registrati in settori che nell’ultimo periodo avevano visto una grande crescita degli iscritti. Se il dato nazionale sulla diminuzione delle immatricolazioni sarà confermato, dovremo essere ancora più decisi sul fronte dell’orientamento all’università: in un Paese in cui il tasso di laureati resta molto basso, è importante rispondere ad una tendenza che riflette la curva demografica, portando sempre più studentesse e studenti ad intraprendere il percorso universitario».

Numeri in diminuzione si registrano sia per i corsi di laurea triennali (-4%), che per le lauree magistrali (-10,8%), che per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico (-4,9%). Nel caso delle laure magistrali il dato si spiega in buona parte con tempi più lunghi di laurea nelle lauree triennali: rimane infatti sostanzialmente stabile il dato totale degli studenti iscritti, che si attesta intorno a 89.000.

Continuano ad aumentare in modo significativo gli studenti internazionali: +7% rispetto allo scorso anno. In particolare, con una crescita molto rilevante (+64,2%) dei nuovi iscritti in arrivo dall’Iran: sono in tutto 266, di cui 102 studenti e 164 studentesse. Aumenti significativi si registrano anche per gli immatricolati in arrivo dalla Turchia (+22,8%), dalla Russia (+23,5%), dall’India (+32,3%), del Kazakistan (+77,3%), della Polonia (+55,6%) e della Germania (+63,3%).

Una crescita, quella degli studenti internazionali che interessa tutti i campus tranne quello di Ravenna, dove sono in calo del 3,1 percento.

Continuano ad aumentare anche i numeri delle domande di iscrizione all’Alma Mater – in crescita del 2,3% rispetto allo scorso anno – così come il numero dei candidati alle prove di ammissione, che fa segnare un +1,9%. Tutti dati che confermano ancora una volta la forte attrattività a livello nazionale e internazionale dell’Università di Bologna.

Prosegue infine il trend di crescita delle studentesse e degli studenti che beneficiano di una riduzione o dell’esonero totale delle tasse di iscrizione. In particolare, crescono del 2,3% gli iscritti con un Isee fino a 45.000 euro, che possono usufruire di forti riduzioni nelle contribuzioni studentesche. Tra questi sono 24.835 gli iscritti che quest’anno hanno potuto beneficiare dell’esonero totale dei contributi studenteschi, pari al 29,3% del totale degli studenti: un numero in crescita del 5,7% rispetto allo scorso anno.

Le mareggiate hanno reso inutilizzabili 106 ettari di terreni agricoli

L’allarme delle cooperative agricole, che chiedono un’opera di difesa costiera a Regione e ministero

Campi AllagatiA causa delle mareggiate di questo inverno sono stati sommersi 106 ettari di terreni agricoli di Agrisfera, cooperativa agricola braccianti socia di Promosagri, alle spalle di Casal Borsetti. I danni provocati sono definitivi, poiché l’acqua salata renderà i terreni inutilizzabili per alcuni anni e obbligherà l’azienda a diverse azioni di ripristino.

Promosagri chiede quindi un intervento di tipo strutturale a Regione e Ministero della Difesa, competente per il poligono di Foce Reno, per un’opera di difesa costiera volta a prevenire gli allagamenti e l’infiltrazione di acqua salata nei campi fino a Mandriole.

Tra coloro che subiscono di più le conseguenze dell’ingressione marina ci sono i produttori agricoli della costa, che da tempo denunciano in certe zone situazioni al limite della sostenibilità. «Il territorio agricolo ravennate è per buona parte molto delicato perché di origine alluvionale e spesso al di sotto del livello del mare: il problema dell’ingressione marina determina anche l’innalzarsi del cuneo salino, entrambi acuiti dall’innalzamento del mare stimato dagli esperti fino a 5 centimetri nei prossimi 10 anni – spiega Stefano Patrizi, presidente di Promosagri, la cooperativa di servizi che associa le 7 cooperative agricole braccianti della provincia -. La crescita del cuneo salino è un problema devastante per le produzioni, riguarda la concentrazione di sale nei campi coltivati ed è aggravata dalla mancanza di piogge e dalle difficoltà di irrigazione, per carenza di buone acque irrigue, che altrimenti ne diluirebbero la concentrazione».

Le Cooperative agricole braccianti affrontano queste problematiche con «buone pratiche agronomiche, l’utilizzo di sensoristica e strumentazioni informatiche avanzate»; tuttavia, per una soluzione strutturale del problema «occorre una strategia di difesa dell’area agricola costiera».

Presentazione del libro “Il Chilometro consapevole”, per unire gusto e sostenibilità

Nell’ambito della “Tempi di Recupero Week”

Il Chilometro ConsapevoleGiovedì 9 febbraio alle 18 a Faenza verrà presentato il libro Il Chilometro consapevole, scritto dal presidente di Tempi di Recupero Carlo Catani, insieme a Carlo Petrini. L’appuntamento si svolgerà nella Galleria Cento Pacifici del Ridotto del teatro Masini, in piazza Nenni, in occasione della “Tempi di Recupero Week”.

Il libro pone le basi per una nuova visione della nostra quotidianità alimentare; sono stati coinvolti ventinove contributori tra i più grandi esperti internazionali, per raccontare in modo semplice tematiche di sostenibilità. Per l’occasione sarà presente lo chef Giovanni Cuocci, coordinatore di un progetto di recupero globale e contributore del libro.

A seguire aperitivo con il cocktail del recupero offerto dallo staff del cocktail-bar 19.86 e da Monica e Tonica, il tutto accompagnato dagli assaggi di preparazioni di O’ Fiore Mio Hub.

Alla serata parteciperanno anche i locali e le osterie di Faenza: La Baita, O’ Fiore Mio, Fm Market, Casa Spadoni, 19.86 cocktail bar, Pizzeria Faréna, il gelato di Peace and Cream e molti altri che si stanno unendo, dove poter gustare preparazioni consapevoli e di recupero.

“Come sopravvivere a un figlio adolescente?”: al via una serie di incontri

Si partirà lunedì 13 febbraio. Tra i temi che verranno toccati il digitale, i videogiochi, le serie tv

AdolescentiIn programma una serie di iniziative organizzate dal Centro per le Famiglie di Faenza e dedicate all’età dell’adolescenza: si svolgeranno da febbraio a giugno e saranno rivolte a genitori, insegnanti e operatori dei servizi.

La rassegna dello “Speciale Adolescenza 2023” sarà aperta lunedì 13 febbraio alle 20.30, con l’incontro online Riconnessioni, condotto da Michele Marangi di SteadyCam Off. L’appuntamento sarà incentrato sul digitale in famiglia, “quali opportunità, quali rischi e quali sfide educative porta dentro le nostre case”.

Lo stesso Marangi, nell’incontro online che si terrà giovedì 2 marzo alle 20.30, dal titolo Dai videogiochi al gaming, farà un affondo sulle tendenze, le opportunità e le sfide educative del mondo videoludico.

Il ciclo di conferenze pubbliche si concluderà giovedì 20 aprile parlando di Adolescenti e nuovi modelli di identificazione: manga, anime e serie Tv, insieme alla psicologa e psicoterapeuta dell’Istituto Minotauro di Milano, Laura Turuani e a Daniele Innocenti, medico del servizio dipendenze patologiche dell’Ausl Romagna. L’incontro si svolgerà in presenza a Faenza, nell’aula 4 di Faventia Sales in via San Giovanni Bosco, 1.

Prosegue anche il gruppo di confronto rivolto ai genitori Come sopravvivere ad un figlio adolescente, una volta al mese, a partire da martedì 28 febbraio.

In programma anche gli incontri di presentazione dei nuovi servizi, giovedì 16 febbraio alle 14.30 si terrà Adolescenza: opportunità e servizi, nell’aula 4 di via Faventia Sales, in cui verrà presentato a tutti gli operatori e alla cittadinanza il nuovo servizio “Spazio Adolescenza”, rivolto ai ragazzi e ragazze dai 14 ai 25 anni e alle loro famiglie.

L’obiettivo del progetto è quello di offrire uno spazio in cui confrontarsi ed essere ascoltati da operatori qualificati e di aiutare a individuare strategie per migliorare la qualità di vita e ritrovare il benessere personale.

Nello stesso incontro verranno presentate le linee guida regionali contro la dispersione scolastica e il ritiro sociale e le strategie che l’Unione della Romagna Faentina sta attivando per sostenere i ragazzi e ragazze e le loro famiglie nel mantenimento del percorso scolastico, formativo e lavorativo.

Le iniziative del Centro per le Famiglie sono tutte gratuite, è però necessaria l’iscrizione su informafamiglie@romagnafaentina.it (telefono 0546 691871).  Info www.informafamiglie.it

La storica “Bottega” chiude in via Ponte Marino e apre al posto del “Mare Di Felice”

Resterà aperto un solo ristorante, con tanto di alimentari

Bottega Di FeliceIl ristorante e gastronomia Antica Bottega Di Felice cambia sede dopo dodici anni: l’attività di via Ponte Marino, in centro a Ravenna, chiuderà e si trasferirà di poche decine di metri, in via Matteucci, nel locale dove gli stessi titolari, Roberto Greco e Giordana Zeru, avevano aperto nel 2019 il loro secondo ristorante, Il Mare Di Felice.

Al suo posto, quindi (in un locale di cui i titolari sono già proprietari dei muri) nei prossimi giorni verranno trasferiti il ristorante e la bottega di alimentari di via Ponte Marino, dove non è stato invece possibile trovare un accordo con i proprietari per prorogare il contratto di locazione.

Si tratta di un’attività storica del centro di Ravenna: prima dell’apertura in via Ponte Marino, infatti, la “Bottega” era tra gli operatori del vecchio mercato coperto, prima che venisse chiuso e ristrutturato.

Patuelli: «Le misure contro l’inflazione non devono favorire una recessione»

Il presidente della Cassa di Ravenna e dell’Abi invita a considerare l’evoluzione economica prima di nuove strette sui tassi: «Le imprese hanno bisogno di allungare i tempi di restituzione dei prestiti»

Antonio Patuelli Paolo Gentiloni
Il presidente Abi Antonio Patuelli con il commissario Ue per l’economia Paolo Gentiloni

«Bisogna combattere l’inflazione per difendere salari, stipendi, pensioni e risparmi ma senza favorire una nuova recessione». Con queste parole il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) e de La Cassa di Ravenna, Antonio Patuelli, sintetizza il suo pensiero in relazione al complesso momento economico che stiamo vivendo.

Patuelli, il carovita è ormai una realtà e Ravenna è tra le città più care d’Italia. Che idea si è fatto?
«Non ho statistiche dettagliate sul consumo, dati che fra l’altro sono in continuo e costante mutamento, al punto che le previsioni non possono più essere perfette. L’inflazione in Europa è stata alimentata soprattutto dalla crescita dei costi dell’energia, in particolare del gas».

Parlando proprio di gas, da metà dicembre il prezzo è crollato in Europa e il ministro italiano dell’Economia ha anticipato che per febbraio il costo delle bollette del gas diminuirà del 40 percento…
«Queste riduzioni di costi incidono e incideranno anche sull’inflazione. Se questa tendenza sarà confermata, la Banca Centrale Europea dovrà tenerne conto per le sue scelte di politica monetaria. Il consiglio direttivo della Bce si riunisce il 2 febbraio, così faranno anche altre fra le principali banche centrali del mondo. C’è da chiedersi come e quanto saranno tenuti in conto i nuovi dati sui ridotti costi dell’energia e i riflessi sull’inflazione e come e quanto incideranno sulle scelte i dati che emergono in tempo reale. I rilevanti cambiamenti che si susseguono non possono essere trascurati e superati da scelte predefinite».

La Bce sembrava però intenzionata ad andare avanti sul rialzo dei tassi di interesse. Cosa ne pensa?
«Tra le banche centrali del mondo, la Bce è stata finora una delle più prudenti nell’aumentare i tassi (2,5 percento) che al momento sono comunque tra i più bassi del mondo, più limitati di quelli dell’Europa non aderente all’Euro. Basti pensare che il Regno Unito ha il 3,5, l’Ungheria il 13, la Repubblica Ceca e la Romania il 7, la Polonia il 6,75, l’Islanda il 6, la Serbia il 5,25, l’Albania e la Norvegia il 2,75, mentre la Turchia ha il 9 e la Russia il 7,5. Di fatto solo Danimarca e Svizzera hanno in Europa tassi un po’ più bassi, mentre Usa e Canada hanno il 4,5, Cina, India e Sud America ancora più alti».

A inizio anno lei ha aperto una riflessione dichiarando più volte che l’economia andrà in recessione se Francoforte non cambierà linea sul rialzo dei tassi…
«Credo che, prima di decidere nuove strette, sia giusto considerare le previsioni smentite dalla realtà, come avvenuto in queste settimane con il prezzo del gas. La banche centrali fanno previsioni su modelli matematici che a volte sono superate dai fatti in continua evoluzione».

Tra le preoccupazioni degli italiani, vi è certamente quella dei mutui. Non si rischia una nuova crisi del mercato immobiliare?
«Al riguardo, va ricordato che i tre quarti dei mutui sottoscritti sono a tasso fisso e, quindi, non cambiano, ossia non subiscono alcun effetto per la crescita dei tassi della Bce. Chi ha scelto il tasso variabile ha invece avuto grossi vantaggi fino al luglio scorso. Se il mutuo risale ad anni fa, grazie a tassi davvero infimi, allora si è avvantaggiato. Gli altri possono sempre decidere di trasformarlo in tasso fisso».

Parlando di liquidità, il timore maggiore è quello di veder progressivamente rosicchiare i risparmi. È davvero così?
«La questione è più complessa di quello che sembra. Certamente le famiglie meno abbienti hanno sofferto di più a causa dell’aumento dei prezzi ed è giusto che lo Stato fornisca gli aiuti necessari. Ma in molti altri casi, a livello personale, annuso un ritorno agli investimenti. D’altra parte, in tempi in cui i tassi erano vicini allo zero, fra tenere i soldi sul conto corrente o fare investimenti, non c’era poi molta differenza. Però ora il quadro si sta modificando: con i tassi positivi, tenere i risparmi in conto corrente non è redditizio, non stupisce quindi il ritorno a Bot e investimenti».

Fin qui il punto di vista dei cittadini. Cosa può essere di aiuto per le imprese in un quadro di continua forte incertezza?
«Come più volte ribadito, ritengo necessaria un’altra moratoria per venire in soccorso delle numerose aziende in difficoltà. Credo sarebbe meglio per tutti allungare loro i tempi di restituzione dei prestiti, invece che appesantirle con ulteriori indebitamenti».

Il 2023 è iniziato sotto i migliori auspici?
«Sì, se si fa riferimento alle più pessimistiche previsioni fatte nei mesi scorsi. Come detto, la diminuzione dei prezzi del gas e di altre materie prime vedrà un vantaggio sia per le famiglie che per le imprese».

Come valuta in particolare la possibilità di sviluppo della Romagna?
«C’è una nuova vitalità in particolare per le attività industriali, malgrado le numerose incognite. La Romagna è da sempre una regione operosa. I grandi investimenti in atto per il porto di Ravenna e per le infrastrutture in genere e per differenziare le fonti di energia, porteranno di sicuro a conseguenze positive».

“Calēre”, va in scena il difficile confronto fra generazioni

Sul palcoscenico del Rasi, l’8 e 9 febbraio, il nuovo spettacolo scritto e diretto dal ravennate Eugenio Sideri

Calere Eugenio Sideri

Mercoledì 8 e giovedì 9 febbraio alle 21, al Teatro Rasi di Ravenna, va in scena il nuovo spettacolo scritto e diretto da Eugenio Sideri, Calēre, con Enrico Caravita, Carlo Garavini, Maurizio Lupinelli, Chiara Sarcona, Patrizia Bollini, Marco Montanari, Giada Marisi e l’Ensemble Voces Cordis, diretto da Elisabetta Agostini (una coproduzione Ravenna Festival, NoveTeatro).

Calēra, in dialetto romagnolo, è il nome dei sentieri di campagna, le strade lungo gli sterminati campi che alimentano la cultura contadina e che il regista sceglie come immagine emblematica sulla difficoltà, per le nuove generazioni, di trovare il proprio percorso. Una storia che nasce dal confronto, amaro, tra un padre e un figlio, segnato, quest’ultimo, da troppe disillusioni verso il futuro. Lo sguardo del regista si allarga, come in un piano cinematografico, su porto e fabbriche, su campi e industrie. Su nottate che finiscono con un bicchiere di troppo mentre qualcuno si sta svegliando per andare a lavorare: la riviera e le sue luci accecano le stelle del cielo, oscuri presagi dello smarrimento di chi non ha una calēra su cui camminare.

In primavera i lavori per il rifacimento di piazza XIII Giugno

Tra i progetti del programma triennale dei lavori pubblici, da 15 milioni di euro

Piazza XIII GiugnoLa giunta del Comune di Lugo, nell’ultima riunione, ha adottato il programma triennale dei lavori pubblici del valore complessivo di 15 milioni di euro, che per l’anno in corso, prevede 4 milioni di euro di interventi.

È finanziato con 800 mila euro il rifacimento di piazza XIII giugno – al momento transennata con ordinanza del sindaco, a causa del manto stradale disastrato – con l’avvio dei lavori previsto in tarda primavera.

Previsti poi il rifacimento del manto stradale in zona artigianale con 127.500 euro e la realizzazione della rotatoria tra via De’ Brozzi e via Bedazzo con 260 mila euro.

Per la manutenzione straordinaria di molte strade, del centro e delle frazioni, sono a disposizione ulteriori 500 mila euro divisi in diversi stralci. Quasi 200 mila euro saranno destinati all’ultimo stralcio della manutenzione straordinaria del percorso promiscuo ciclo pedonale di viale Europa.

Per le scuole sono a disposizione 130 mila euro dedicati all’efficientamento energetico per il rifacimento del tetto della scuola secondaria di primo grado F. Baracca e 400 mila euro per l’adeguamento della scuola di San Bernardino con un finanziamento più corposo per adeguarsi al costo delle materie prime e contando su risorse Pnrr per l’edilizia scolastica. In entrambi i casi i lavori verranno affidati nel 2023, ma realizzati nell’estate del 2024 per consentire lo svolgimento regolare dell’anno scolastico.

Nell’elenco dei lavori pubblici previsti per il 2023 trova posto anche la riqualificazione dell’ex discount in via Macello Vecchio dove verrà realizzata una palestra e una sala civica.

Infine qualche lavoro anche nella “casa” dell’Amministrazione con 250 mila euro previsti per la Rocca con il consolidamento della torre quadrata nella zona nord est e 150 mila euro di interventi per la Biblioteca Trisi che gode anche di un finanziamento regionale.

A tutto questo si aggiungono i lavori finanziati dal Pnrr per la rigenerazione urbana e che sono partiti come il cantiere di Palazzo Rossi o sono a gara come Auditorium, ponte Pungéla a Villa San Martino e la pista ciclabile da Villa San Martino a Lugo per cui deve essere approvato il progetto esecutivo. Ugualmente per la nuova scuola dell’infanzia nella zona di largo Corelli si approverà a breve il progetto esecutivo. Proseguono anche i lavori per di laminazione nel territorio di Lugo Ovest e quelli a Lugo Sud.

Tutti questi interventi si aggiungono agli ordinari stanziamenti per il verde urbano e la manutenzione ordinaria delle strade cittadine.

Torna dopo quattro anni il torneo di calcio giovanile di Lugo

Tra i partecipanti anche squadre da Albania, Francia, Scozia e Ungheria

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Il Ravenna classe 2008 che vinse l’edizione 2019 battendo in finale il Pescara

Dopo tre anni di pausa forzata dovuta alle limitazioni anti Covid, torna a Lugo il torneo di calcio giovanile internazionale Stuoie Kids Foot, organizzato dal 2016 al 2019 dall’attuale società sportiva Lugo 1982 nell’area dello stadio comunale intitolato a Ermes Muccinelli.

La quinta edizione (con il coinvolgimento di un’ottantina di volontari) è fissata per sabato 3 e domenica 4 giugno e vi prenderanno parte complessivamente 20 squadre composte da giovani nati nel 2012 in rappresentanza sia del movimento calcistico del territorio, sia di club professionistici nazionali e internazionali.

Tra i partecipanti Bologna, Cesena, Pescara, Imolese e Ravenna, quest’ultima vincitrice nel 2019. Saranno a Lugo anche formazioni da quattro nazioni europee: Albania, Francia, Scozia e Ungheria.

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