Al via il restauro di sei dipinti su tavola di fine Quattrocento e inizi Cinquecento

Le opere sono ospitate dalla pinacoteca comunale di Faenza. Investimento da 80mila euro della Regione

DSC00194A Faenza è iniziato un percorso di restauro di lungo periodo (sostenuto da una convenzione con la Regione che è intervenuta con 80mila euro), che interviene su sei dipinti su tavola di fine Quattrocento e inizi Cinquecento, ospitati dalla Pinacoteca comunale, che è il più antico istituto museale della Romagna, costituito nel 1796, con un patrimonio di opere d’arte che vanno dal Trecento al Ventesimo secolo. Il riallestimento del suo percorso espositivo è stato inaugurato nel dicembre del 2021.

Gli interventi di restauro riguardano la Madonna con Bambino, San Giovanni Evangelista e il Beato Filippo Bertoni del Maestro della pala Bertoni; il Cristo portacroce di Marco Palmezzano; la Madonna con il Bambino in trono tra i santi Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Celestino Papa e Antonio da Padova (pala dei Celestini) e la Madonna con il Bambino san Giovannino e angeli, i santi Ippolito e Benedetto, i santi Lorenzo e Romualdo, il Padre eterno fra angeli (polittico dei Camaldolesi) di Giovan Battista Bertucci il Vecchio; la Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista, Benedetto, Romualdo, Giovanni Evangelista, Girolamo e un santo vescovo di Biagio d’Antonio; lo Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria con san Giuseppe di Luca Longhi.

In particolare, il restauro della pala Bertoni consentirà il prestito dell’opera alla mostra “Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa”, di imminente inaugurazione nella città estense, in concomitanza con la riapertura a febbraio di Palazzo dei Diamanti.

DSC00187I restauri sono stati assegnati al laboratorio Isabella Cervetti Restauri di Bastia (Ravenna), al laboratorio Salemme Restauri di Imola e a Maria Letizia Antoniacci di Faenza.

Il piano conservativo, realizzato d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, ha preso avvio da un imponente intervento di disinfestazione reso necessario da episodi di contagio da insetti xilofagi: l’obiettivo è assicurare ai dipinti su tavola, e in generale agli apparati lignei di telai e cornici, la profilassi propedeutica all’intervento conservativo.

Il Comune di Faenza, con l’Assessorato alla cultura e la Pinacoteca, ha avviato un processo di riqualificazione delle raccolte d’arte acquisite in età napoleonica, con una riflessione a tutto campo sulla vocazione del patrimonio d’arte che la città custodisce e sulla destinazione d’uso dell’antica sede del Collegio dei Gesuiti, attualmente condivisa tra Pinacoteca comunale e Liceo Torricelli.

«Con la programmazione e il finanziamento di questi interventi, contribuiamo in modo significativo alla conservazione del nostro patrimonio culturale – ha spiegato l’assessore regionale Mauro Felicori -. Le opere restaurate a Faenza sono alcune delle testimonianze più antiche provenienti dalle chiese faentine e risalgono alla stagione feconda in cui ogni città della Romagna ospitava botteghe di pittori, decoratori e artieri che con le loro opere hanno portato un contributo significativo all’identità di questi territori».

«Ringraziamo la Regione – ha detto il sindaco di Faenza, Massimo Isola -. Questo contributo ci consentirà di intervenire sul patrimonio della Pinacoteca comunale di Faenza per svolgere, nel miglior modo possibile, il lavoro di conservazione delle opere, spesso secolari, che fanno parte del corpus del nostro museo. Queste risorse ci consentiranno quindi di metterle in sicurezza, svolgendo così al meglio la funzione principale che caratterizza la nostra Pinacoteca: prendersi cura e custodire la memoria che, secolo dopo secolo e generazione dopo generazione, trasferiamo per rafforzare e aggiornare la nostra identità e il nostro essere comunità».

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