venerdì
22 Agosto 2025

Guida pratica su come scegliere le scuole superiori: «Non pensate al lavoro…»

Ne parla lo psicologo Iacopo Casadei, che si occupa da vent’anni di orientamento: «Analizzare le competenze dei figli e gli orari con le materie. Non chiedete ai ragazzi l’impossibile»

Iacopo Casadei
Iacopo Casadei

«Una ricerca dice che un bambino sorride 300 volte al giorno, mentre un adulto solo 11. Ecco, la domanda che faccio ai genitori è proprio questa: quanto volete vederlo sorridere, vostro figlio, alle superiori?». A chiederlo, nel corso di conferenze che tiene abitualmente anche nelle scuole della provincia di Ravenna, è lo psicologo cesenate Iacopo Casadei, che si occupa da vent’anni di orientamento scolastico e professionale.

«Siamo tendenzialmente sempre pessimisti – continua, completando il ragionamento – mentre quando si parla di superiori diventiamo invece improvvisamente ottimisti, pensiamo che tutto potrà andare meglio, senza considerare oggettivi fattori ostacolanti. Spesso capita che la famiglia dia un valore alla scuola, senza capire però qual è il limite del ragazzo, pensando che il meglio per lui sia quella determinata scuola, appunto, mentre in realtà il meglio per lui sarebbe non chiedergli l’impossibile».

Cosa si aspettano genitore e figlio, quando partecipano ai suoi incontri?
«Entrambi hanno l’obiettivo di arrivare alla scelta migliore possibile, ma ci sono difficoltà che si ripetono e non aiutano. In primis, è difficile valutare le risorse che il ragazzino ha da spendere nelle superiori e per il ragazzino stesso non è facile autopercepirsi. Si tratta quindi di una decisione che va presa insieme, è una scelta di famiglia, non del ragazzo, anche perché i veri interessi maturano dai 16 anni in su. In Europa scelgono generalmente il proprio futuro a quell’età e sono d’accordo con chi critica il sistema scolastico italiano, che obbliga invece a farlo a 13 anni. Oltretutto abbiamo a che fare con una generazione cresciuta con astinenza scolastica, a causa Covid: sono un po’ più bambini, più immaturi, devono ancora crescere».

Quali sono i consigli pratici da dare alle famiglie?
«Tenere conto delle competenze scolastiche del ragazzo, sfruttando magari questi giorni anche per metterlo alla prova, se qualcosa non ci convince, dal metodo di studio alla maturazione. Non esiste una scuola migliore o peggiore: la scuola in realtà è un abito, che va indossato a seconda delle proprie caratteristiche. Scegliere una scuola in linea con le competenze dell’allievo permette anche di far maturare meglio le cosiddette competenze trasversali, come imparare a gestire lo stress. Per farlo bisogna scegliere una scuola equilibrata per il suo rendimento, né troppo stressante, ma neanche troppo in discesa».

Ma le famiglie conoscono le scuole superiori?
«Non molto, sto notando. Spesso si fanno trascinare da pregiudizi. E i ragazzi prendono in maniera troppo emotiva gli open day, che magari sono stati carini, ma non rappresentano la realtà. Il mio consiglio è di analizzare attentamente il quadro orario di ogni scuola, per capire poi quali sono le materie effettivamente con più ore, per cui i ragazzi dovranno passare più tempo sui libri».

Quanto si dovrebbe tenere in considerazione il cosiddetto sbocco professionale, quello che vorrebbero fare i ragazzi “da grandi”?
«La generazione dei 2009, in particolare, quella che in queste settimane deve scegliere le superiori, è nata a ridosso della grande crisi e tutti gli studi ci dicono che non avrà il problema del lavoro. Per una questione innanzitutto statistica: sono pochi, a fronte di generazioni di 50 e 60enni che gli lasceranno il posto: si sta aprendo un’autostrada sul mercato di lavoro. Questo aspetto quindi non dovrebbe incidere nella scelte delle famiglie, così come non si dovrebbe dare troppo valore a interessi professionali labili, del tipo “voglio fare l’avvocato perché mi piacciono le serie-tv poliziesche”…».

E l’attività sportiva?
«Io considero lo sport molto formativo, così come lo possono essere naturalmente la musica o il teatro. Credo sia necessario coltivare il talento sportivo, che spesso significa molte ore di allenamento e sacrifici. In questo caso il mio consiglio è di forzare meno dal punto di vista scolastico, non chiedere ancora una volta l’impossibile ai propri figli. E quindi se si decide di mettere al primo posto lo sport è giusto fare una scelta sulla scuola coerente. Se invece si punta prioritariamente sulla scuola, bisognerà ahimè saltare qualche allenamento…».

Le “Facce nuove” dell’indie-rock italiano in vetrina per tre giorni al Bronson

Torna il festival “Passatelli”, in collaborazione con il mensile Rumore. Dal 16 al 18 dicembre

Eugenia Post Meridiem
Gli Eugenia Post Meridiem

Bronson Produzioni e la rivista Rumore uniscono le forze anche in questo periodo pre-natalizio per la composizione del programma della storica rassegna “Passatelli in Bronson”, che quest’anno è alla dodicesima edizione.

Programma che si dipanerà allora al Bronson Club di Madonna dell’Albero tra le due serate di Futura Rumore (16 e 17 dicembre) e la domenica dedicata invece a La Zona D’Ombra, il progetto di scouting, tutoraggio e produzione musicale dell’associazione culturale Bronson – vincitore del bando Legge Musica della Regione Emilia-Romagna – dal quale è nata una Call for Artists che ha portato Bronson a selezionare quest’anno sette artisti. Come intuiranno facilmente i lettori più affezionati dell’edizione cartacea del mensile musicale, il nome Futura Rumore allude alla rubrica Futura – una volta chiamata Facce Nuove –, la sezione dedicata ai nuovi artisti o alle nuove band. Praticamente è la trasposizione del format cartaceo in carne, ossa, parole e musica. Un modo per guardare al futuro delle nuove proposte musicali.

Il programma si concentra quindi sulle migliori nuove proposte del territorio nazionale indipendente: venerdì (porte aperte dalle 20.20) sul palco Maria Chiara Argirò, musicista adottata dalla scena londinese, tra jazz ed elettronica; poi a/lpaca, il cui album di debutto Make It Better, con sonorità tendenti a un punk motorik psichedelico, li ha già portati a essere ospitati da festival come Eursonic e SXSW (ad Austin, Texas); il gruppo heavy shoegaze Mondaze, che si inserisce prepotentemente nell’ondata nugaze con l’album di debutto Late Bloom, uscito per l’inglese Church Road; e i fiorentini Morgana, con il loro post punk/cold wave cantato in francese e italiano. Sabato (dalle 20.30) sarà la volta dei veneti Post Nebbia, una delle realtà più interessanti del panorama musicale italiano indipendente; Eugenia Post Meridiem, eclettica indie dreampop band genovese il cui nuovo album è appena uscito per Bronson Recordings; i fiorentini Rooms by the Sea, il cui primo album si muove in un’ideale linea di congiunzione fra Daughter e Sharon Van Etten; infine la bolognese Sleap-e (Asia Morabito), con il suo bedroom pop.

A questi si affiancheranno domenica 18 dicembre (dalle 15) anche gli artisti del programma “vetrina” La Zona D’Ombra, ossia Virtual State, Tanz Akademie, Nicole Bullet, Couscous a colazione, Big Sea e Asianoia. Le sette band (compresa Sleap-e che si esibirà la sera prima) sono state scelte – su un totale di ben 85 che hanno risposto alla Call dal comitato scientifico composto da Chris Angiolini (Bronson Produzioni), Bruno Dorella (Bachi da Pietra, OvO, Ronin), Alessandro Ceccarelli (BPM Concerti) e Alberto Zòrdan (Hoodooh Edizioni).

Come di consueto al festival sarà attiva la cucina con i passatelli della tradizione e altri piatti natalizi, per un festival che vuole mantenere fede al suo spirito conviviale, in cui pubblico, artisti e addetti ai lavori possono ritrovare un’occasione per ritrovarsi.

Dopo i concerti del weekend sono in programma aftershow, venerdì sera il dj-set di Stereophonica, sabato invece il Passatelli Party, con i dj Trinity, ToffoloMuzik e Party Marty e special guest il ciclista professionista che ama l’indie rock, Jacopo Guarnieri.

Prevendite e prenotazioni attive su Dice.Fm.

Finti contratti di lavoro a immigrati: madre e figlia finiscono ai domiciliari

Arrestato anche il compagno della 61enne titolare di un’agenzia interinale. L’obiettivo era far ottenere il permesso di soggiorno

Agenzia InterinaleSono accusate di aver fatto sottoscrivere finti contratti di lavoro a immigrati, allo scopo di far loro ottenere il permesso di soggiorno. Facendosi pagare dagli extracomunitari, anche fino a 5mila euro. Madre e figlia, di 61 e 29 anni, titolari di un’agenzia interinale di Ravenna, sono così finite ai domiciliari con l’accusa di aver violato il Testo unico sull’Immigrazione. Il tutto, senza nemmeno riuscire nell’intento, in quanto tutte le istanze dei “finti” lavoratori extracomunitari (una trentina i raggirati) avrebbero ricevuto esito negativo.

La notizia è riportata con tutti i dettagli sui due quotidiani locali in edicola oggi, 15 dicembre.

A finire in manette è stato anche il compagno della 61enne, un 73enne che si sarebbe prestato ad assumere in maniera fittizia gli immigrati. Così come sono stati denunciati a piede libero altri tre piccoli imprenditori compiacenti.

Inaugurato il primo emporio della carità di Ravenna. Si farà la spesa senza soldi

Investimento della diocesi da 1,3 milioni di euro. Intanto continuano ad aumentare i pacchi viveri distribuiti dalla Caritas

È stato inaugurato a Ravenna in via Narsete – alla presenza anche del presidente della Cei, il cardinal Matteo Maria Zuppi – il nuovo emporio della carità della diocesi. Un progetto nato nel 2015 e che oggi si è concretizzato grazie a un investimento di 1,3 milioni di euro da parte della diocesi, con fondi 8 per mille, e grazie a un contributo straordinario della Cei di 500mila euro.

Con i suoi 1.800 metri quadrati di superficie, il nuovo emporio di Ravenna è il più grande di quelli diocesani o nati in ambito ecclesiale della regione. È stato intitolato a don Angelo Lolli, gigante della carità ravennate e fondatore dell’Opera Santa Teresa per il quale è stato avviato il processo per la causa di beatificazione

Il fulcro della nuova struttura sarà la grande sala centrale dedicata al market per le persone bisognose: ci saranno prodotti che arriveranno dal Banco alimentare, da una piattaforma regionale delle eccedenze di cui il nuovo emporio sarà un hub sul territorio e dalle reti informali che donano alla Caritas. Sugli scaffali non ci saranno prezzi, ma punti e le persone avranno a disposizione una card mensile con un certo numero di punti da spendere nei prodotti. Accanto a quest’area, c’è uno spazio altrettanto grande destinato a riunire vari “mercatini” di abiti e di mobili che fanno sempre riferimento al mondo Caritas. Qui si potranno prendere mobili a offerta libera e il ricavato andrà alla Caritas. Ma soprattutto potrà essere una “palestra di autonomia” per loro. Oltre a questi spazi aperti al pubblico, c’è un grande magazzino, agibile a muletti e altri supporti meccanizzati, che farà da punto di riferimento anche per le necessità delle Caritas parrocchiali e un deposito di mobili al piano interrato.

Dopo l’inaugurazione di questa mattina – 14 dicembre – la data prevista per l’apertura al pubblico è il 9 gennaio. A regime, l’emporio sarà aperto almeno quattro giorni a settimana, con una decina di volontari impegnati ogni giorno nella distribuzione e nella gestione.

Il nuovo emporio è pensato anche per essere un “luogo educativo”, con spazi per laboratori dedicati alle persone in difficoltà, ma anche a scuole, parrocchie e associazioni per educare al risparmio, al riuso e a un diverso rapporto con i beni. In programma anche l’accoglienza degli studenti nell’ambito del progetto ‘Volontari volentieri’ e di ragazzi sospesi, in accordo con le scuole.

Povertà in aumento. Secondo i dati del Dossier Caritas, nei primi 9 mesi del 2022 si sono rivolti al centro d’ascolto della Caritas diocesana 2.331 persone, con un ulteriore aumento rispetto allo stesso periodo del 2021, quando gli utenti erano stati 2.136. Nei primi 6 mesi di quest’anno, il centro d’ascolto ha accolto 199 nuovi nuclei in difficoltà, mentre erano 91 alla stessa data del 2021. E sono stati 13.876 i pacchi viveri distribuiti nella prima parte dell’anno. Un aumento stimato del 30%, rispetto a un anno già in emergenza come quello passato.

Concerto di Capodanno al teatro Alighieri: al via le prenotazioni

L’ingresso è gratuito, ma sarà necessario assicurarsi in anticipo il posto

Noreda
Il concerto di Noreda Graves di Capodanno 2020 (foto Eleonora Rapezzi)

Il primo gennaio, alle 11.30, al teatro Alighieri di Ravenna si terrà il concerto gospel degli americani Nate Martin & Sign (Usa), l’evento di saluto al nuovo anno promosso dall’ assessorato al Turismo con la direzione artistica di Francesco Plazzi di Spiagge Soul, in compartecipazione con la Fondazione Ravenna Manifestazioni.

L’evento è gratuito ma è obbligatoria la prenotazione che potrà essere effettuata da venerdì 16 dicembre alla biglietteria del teatro Alighieri (fino al 23 dicembre) on line su https://www.teatroalighieri.org/ e presso lo IAT di piazza San Francesco.

Durante il concerto è prevista una raccolta fondi per “Tutti i bambini e le bambine vanno a scuola”.

Un nuovo potabilizzatore a Bubano per servire acqua anche a 7 comuni ravennati

Investimento da 42 milioni di euro (Conami-Hera) per quadruplicare la potenzialità dell’impianto attuale nella frazione di Mordano (Bologna). Sarà pronto nel 2025

BACINI DI BUBANO 2Un nuovo potabilizzatore sarà realizzato a Bubano (frazione di Mordano in provincia di Bologna), con una potenzialità quadrupla rispetto a quello attuale in via Ringhiera, con nuova condotta che collegherà l’impianto alla rete idrica di Castel Bolognese. Si tratta di un intervento di ottimizzazione e potenziamento del sistema idrico locale e della sua infrastruttura, che coinvolgerà tredici Comuni, di cui sette in provincia di Ravenna (Castel Bolognese, Riolo, Solarolo, Bagnara, Sant’Agata, Conselice, Massa Lombarda).

Il progetto è stato presentato alla stampa il 12 dicembre a Castel Bolognese in municipio. L’investimento complessivo sarà di 42 milioni di euro, di cui circa 30 finanziati da Conami, 11 da Hera e uno dal Piano Nazionale Acquedotti. Si tratta dell’intervento in ambito acquedottistico più rilevante mai realizzato sul territorio gestito da Hera sia per il valore economico dell’investimento, sia per il tipo di opera che coinvolge un intero sistema territoriale.

BACINI DI BUBANO 3L’iter autorizzativo della complessa opera, costituita da tre diverse parti, una che riguarda l’impiantistica e due le reti, è iniziato nel 2017 per completarsi nel 2022. Nell’aprile di quest’anno è iniziata la posa delle prima condotte e i lavori si concluderanno interamente entro il 2025, salvo imprevisti.

Gli obiettivi dell’opera sono principalmente cinque: avere a disposizione una maggiore riserva idrica; creare un sistema più flessibile e quindi più sicuro per ciò che riguarda la continuità del servizio e la disponibilità di acqua, grazie alla interconnessione di sistemi acquedottistici oggi isolati; fronteggiare la crescita della domanda a fronte di espansioni residenziali e industriali; ridurre il consumo di acqua dai pozzi; una minore durezza dell’acqua.

BACINI DI BUBANO 1Dell’attuale sito a Bubano fanno parte i due bacini alimentati dal Canale emiliano-romagnolo e dal canale dei Molini (che prendono l’acqua rispettivamente dal Po e dal fiume Santerno), un impianto di trattamento dell’acqua industriale da 400 litri al secondo e un potabilizzatore civile che ha una potenzialità massima di 40 litri al secondo.

L’acqua grezza viene prelevata dai due bacini e arriva all’impianto di trattamento a uso industriale in cui viene prodotta acqua con caratteristiche qualitative idonee alle sole attività industriali. Questa acqua, immessa nelle condotte dell’acquedotto industriale, viene utilizzata in parte da varie aziende, oltre 300, dei comuni di Imola, Mordano, Dozza, Massa Lombarda, Conselice e Sant’Agata, e in parte arriva agli impianti di trattamento e potabilizzazione di Castel San Pietro Terme, Bubano, Pontesanto (Imola), Conselice e Sant’Agata sul Santerno. Qui viene resa idonea al consumo umano e distribuita attraverso la rete dell’acquedotto civile, coprendo il 40 percento dei consumi di una vasta area che comprende Imola, Castel San Pietro Terme, Castel Guelfo, Medicina, Mordano, Conselice, S. Agata sul Santerno e Dozza.

Rendering 2Il potabilizzatore di Bubano produce invece acqua potabile a servizio delle utenze di Mordano, Bagnara di Romagna e della bassa imolese (indicativamente la zona a nord al di sotto dell’autostrada).

L’intervento in programma a partire dal 2023 prevede l’ammodernamento e il potenziamento dell’intero sito con la realizzazione di un nuovo potabilizzatore in sostituzione dell’attuale (con una potenzialità di 160 litri al secondo, quindi quattro volte maggiore); l’ottimizzazione dell’impianto di trattamento per uso industriale grazie all’inserimento di una sezione di filtrazione che incrementa la potenzialità fino a 450 litri al secondo e garantisce migliori condizioni di funzionamento ai potabilizzatori di Castel S. Pietro Terme, Conselice e S. Agata; la realizzazione di una sezione di trattamento fanghi.

Rendering 1L’intervento sulle reti sarà effettuato in due stralci. Il primo, già iniziato nell’aprile di quest’anno, consiste nella posa di una nuova rete lunga circa 6 km che porterà l’acqua a uso civile dall’impianto di Bubano al pensile di Chiusura (Imola) in Via della Fossetta. In parallelo, saranno totalmente rinnovati e potenziati il tratto di rete idrica a uso industriale da Bubano (via Fluno) a Imola (via Bicocchino), per circa 2,6 km di lunghezza.

Il secondo stralcio prevede il proseguimento della posa della condotta dal pensile di Chiusura, dove è terminato il primo stralcio, fino a congiungersi alla rete di Castel Bolognese, per complessivi 8,5 km. In questo modo verrà creata una nuova dorsale idrica che attraverserà i comuni di Mordano, Imola e Solarolo per terminare a Castel Bolognese. Il suo tracciato si svilupperà prevalentemente in area di campagna. Alcuni tratti di rete saranno posati con tecnologia no-dig, fra cui l’attraversamento dell’autostrada A14, quindi senza scavi a cielo aperto ma con trivellazioni.

Conferenza Stampa 2Al completamento dell’opera, l’incremento del prelievo delle risorse idriche superficiali dai bacini di Bubano si affiancherà ai sistemi di approvvigionamento già presenti sul territorio, migliorando la stabilità del sistema idrico.  L’impianto a uso industriale avrà infatti a disposizione un maggiore quantitativo di acqua da destinare ai potabilizzatori di Castel San Pietro Terme, Conselice e Sant’Agata sul Santerno o alle utenze industriali.

Attraverso le nuove condotte posate e grazie alla maggiore interconnessione della rete dell’acquedotto civile, la quantità di acqua resa disponibile per Imola aumenterà, consentendo di incrementare in caso di necessità l’integrazione verso Dozza, che, al termine di ulteriori interventi di interconnessione, potrà gradualmente dismettere il prelievo da pozzi. Castel Bolognese e Solarolo, in particolare, grazie alla nuova dorsale saranno serviti da acqua di superficie proveniente dal nuovo potabilizzatore. Ciò permetterà di dismettere gran parte dei pozzi attualmente utilizzati e mantenerne alcuni solo per eventuale integrazione.

Anche il mondo della scuola verso lo sciopero, «contro tagli e classi pollaio»

Cgil e Uil: «In provincia rischiano di scomparire 4 istituti con la nuova manovra del Governo»

Pexels Pixabay 256395
Foto di repertorio

Ci sarà anche il comparto scuola allo sciopero del prossimo 16 dicembre per dire no alle “classi pollaio”, all’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze, all’autonomia differenziata, e sì al completamento del Ccnl 2019-21, alla reintroduzione della “scala mobile”, al potenziamento degli organici docenti e Ata.

«Purtroppo non arrivano buone nuove dalla Finanziaria in fase di approvazione – afferma Sara Errani, segretaria provinciale Flc-Cgil –. Non sono previsti finanziamenti ma solo tagli, un po’ come per il comparto sanità. Si profila quindi un dimensionamento degli istituti che, con le nuove norme, passerebbero da 8.136 a 6.885 a livello nazionale. In provincia di Ravenna è ancora presto per dire cosa cambierebbe, proprio in questi giorni ci stiamo organizzando per fare alcuni conteggi. Ma è certo che le scuole sottodimensionate potrebbero presto scomparire. Verrebbero tagliati circa 1.400 stipendi tra dirigenti, insegnanti e personale vario».

Nella nuova riforma, definita ironicamente a “costo zero”, non si fa poi menzione del cosiddetto “organico Covid” che, durante la pandemia, era stato particolarmente utile. «Avevamo chiesto che fosse messo a regime – precisa Errani –, invece non se ne fa più menzione, come se il Covid non ci fosse più. Nessuna delle nostre richieste è stata ascoltata dal nuovo governo».

«La scuola deve tornare al centro dell’interesse – chiede Fabio Tommasoni, rieletto di recente segretario generale Uil Scuola Ravenna –. Malgrado il rinnovo contrattuale, la situazione è assolutamente grave e urge una soluzione ai tanti problemi, frutto di un ventennio di politiche fallimentari. La scuola non deve essere vista come un costo ma come una risorsa su cui investire perché ne va del domani dei nostri ragazzi che meritano un’istruzione di qualità. Il problema delle “classi pollaio”, sovraffollate, non è correlato solo alla sicurezza, ossia al difficile rispetto delle norme, ma all’apprendimento. Si lavora bene in classe con 15, al massimo 18/20 alunni, anche perché c’è la correlata questione degli studenti disabili alle superiori che richiede un certo numero di docenti di supporto. Non possiamo, infatti, pensare di fare scuole “ghetto”».

Le aspettative di chi sognava un forte investimento sul personale grazie al Pnrr, in modo da risolvere il precariato e da creare nuovi posti di lavoro, sono state disattese. Tanto più che nella nuova Finanziaria si parla solo di dimensionamento nell’ottica della razionalizzazione. «Attualmente abbiamo 44 scuole a Ravenna – ricorda Tommasoni – ma il rischio è passare presto a 40, sacrificando in particolare quelle più decentrate al mare o nel forese, con un grave danno per la qualità dell’insegnamento. In Italia abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e c’è da chiedersi: perché un giovane dovrebbe ambire a tale professione se dopo anni di studi e di prove infinite si troverà a prendere 1.400 euro al mese?».

Uil Scuola sta poi promuovendo una raccolta firme per opporsi all’autonomia differenziata che porterebbe a scuole di serie A o di serie B in giro per l’Italia. In ultima istana va contrastata, secondo Uil, la tendenza a trasformare le scuole secondarie in centri professionali: va bene guardare al mondo del lavoro, ma non si possono per questo sacrificare le materie generaliste per offrire a tutti un certo grado di alfabetizzazione.

La nuova direttrice di Ravennantica è la dipendente comunale Francesca Masi

Scelta dalla fondazione tra 26 candidature per sostituire Sergio Fioravanti, in procinto di andare in pensione

Francesca MasiIl Consiglio di Amministrazione della fondazione Ravennantica ha deliberato all’unanimità di affidare il ruolo di nuovo direttore a Francesca Masi.

È giunto così a compimento l’iter del concorso che ha suscitato indubbio interesse fra i potenziali concorrenti come stanno a dimostrare le 26 candidature pervenute all’attenzione della Fondazione.

La commissione esaminatrice, in base alla valutazione per titoli, ha selezionato una prima rosa di 6 partecipanti. In esito ad un colloquio svolto individualmente con ciascun concorrente selezionato, è stata espressa un’ ulteriore valutazione dalla quale è emersa una rosa ristretta di 3 candidati, proposta al Consiglio di Amministrazione della Fondazione.

«Il Consiglio – dichiara il presidente di Ravennantica Giuseppe Sassatelli – dopo un ulteriore colloquio di approfondimento, ha espresso una valutazione positiva per tutte e tre le candidature, confermandone l’altissimo livello e l’indubbia professionalità. La scelta definitiva, condivisa all’unanimità, ha premiato la dottoressa Francesca Masi, sia per l’ampia esperienza maturata nel corso degli anni, a vari livelli, in ambito culturale, sia per la grande conoscenza del territorio, da sempre al centro della mission di Ravennantica».

Attualmente impiegata all’ufficio Politiche ed attività culturali del Comune di Ravenna, Masi inizierà il suo percorso in Ravennantica già dall’inizio dell’anno affiancando l’attuale direttore, Sergio Fioravanti, in procinto di andare in pensione, che ne agevolerà l’ingresso e l’assunzione delle funzioni con un progressivo passaggio delle consegne. I tempi e le modalità saranno concordate anche con il Comune, che a sua volta dovrà sostituire Masi. Il percorso dovrebbe arrivare a compimento in circa due/tre mesi.

Ravennantica attualmente gestisce, a diverso titolo, dodici strutture monumentali e museali, tre centri didattici per la scuola e le famiglie ed il Centro di Restauro per il Mosaico. Il tutto con oltre settanta dipendenti in gran parte laureati in prevalenza in Conservazione dei Beni Culturali.

Nuove targhe toponomastiche per ricordare Simonini, Pierpaoli e Tonini

Un ponte e una via dedicati a due professori, e presto – una strada o piazza – sarà intitolata al celebre cardinale, già arcivescovo di Ravenna

Toponomastica Mario Pierpaoli

Si arricchisce la toponomastica ravennate con la dedica di luoghi della città ancora anonimi a insigni personalità ravennati.
Proprio ieri, 12 dicembre, si è svolta la cerimonia di intitolazione al professore Mario Pierpaoli del tratto di strada dall’ingresso della basilica di San Giovanni Evangelista fino a via Carducci, nei pressi del liceo classico Dante Alighieri, dove Pierpaoli ha insegnato per tantissimi anni.

Mario Pierpaoli (1924 – 2012) ha insegnato latino e greco a Cesena, Urbino, Faenza e infine al liceo classico Dante Alighieri di Ravenna dal 1966 al 1989. Si è dedicato alla ricerca storiografica ravennate con numerose pubblicazioni tra cui: Da Caio Mario a Rosamunda. Vita e personaggi di Ravenna Antica; Storia di Ravenna. Dalle origini all’anno Mille; Storia di Ravenna. Compendio da Ottone III a Napoleone I; Il regno di Teoderico (Panegirico di Teoderico di Ennodio); Traduzione della Cronaca teodericiana dell’Anonimo Valesiano; Il Libro di Agnello Istorico e numerose altre.
L’intitolazione della strada è stata proposta dal Lions Club Ravenna Host, che ha conferito a Pierpaoli il riconoscimento “Melvin Jones Fellow”, riservato a chi ha particolari e specifici meriti per l’impegno con il quale ha compiuto un servizio umanitario e culturale.

Toponomastica Augusto SimoniniA fine novembre, invece, il nuovo ponte nella zona del Mausoleo di Teodorico è stato intitolato  ad Augusto Simonini (1921 – 2021) originario di da Castelvetro di Modena, pedagogista, storico e filosofo del linguaggio, docente a Ravenna oltre che a Vignola, Correggio, Reggio, Modena, Forlì, Parma e Rimini.
Sono stati gli alunni della IV B dell’istituto Magistrale Margherita di Savoia di Ravenna, dell’anno scolastico 1971/72, a proporre al Comune l’intitolazione del ponte all’ indimenticato professore, nel cinquantesimo anniversario della maturità, d’intesa con il figlio Ivan, noto editore ravennate.
Tra i libri firmati da Simonini rientrano Storia dei movimenti estetici nella cultura italiana; Autocefalia ed esarcato in Italia; La questione della lingua e il suo fondamento estetico; Quattrocento, letteratura italiana; L’ideologia di Alessandro Manzoni; Cent’anni di riviste. La vittoria della critica sulla letteratura; Il linguaggio di Mussolini; il romanzo Piedi alla luna.

Toponomastica Ersilio ToniniInfine, per una dedica toponomastica ancora da definire nei particolari, in una recente seduta, il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno “Una strada o una piazza per l’arcivescovo di Ravenna e cardinale Ersilio Tonini (1914 – 2013)” presentato da Daniele Perini (Lista de Pascale sindaco), Massimo Cameliani (Pd), Idio Baldrati (Pd), Marco Montanari (Pd) e, in corso di seduta, sottoscritto da Francesca Impellizzeri (Ravenna Coraggiosa), Giancarlo Schiano (Movimento 5 Stelle), Chiara Francesconi (Gruppo misto), Veronica Verlicchi (La Pigna-Città-Forese e lidi), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna-Polo civico popolare), Nicola Grandi (Viva Ravenna), Alberto Ferrero (Fratelli d’Italia), Gianfilippo Nicola Rolando (Lega Salvini premier). Sarà l’apposita commisione comunale ad accogliere la proposta, definire il luogo e la data ufficiale dell’intitolazione.

Palestre fredde, saltano gli allenamenti delle bambine. Il Comune: «Subito attivati»

A Ravenna società sportive alle prese con i disservizi alle scuole Camerani e Don Minzoni

Palestra MattioliIl riscaldamento non funziona e ragazzi e ragazze, bambini e bambine, sono costretti a fare allenamento (di pallavolo o pallacanestro) al freddo. O a saltarlo del tutto, come nel caso del centinaio di iscritte al Capra Team (società di basket femminile ravennate), che ha deciso di sospendere temporaneamente l’attività per le più piccole.

Succede a Ravenna, in particolare nelle palestre delle scuole Camerani e Don Minzoni, nel borgo San Biagio, utilizzate da diverse società sportive (dall’Olimpia Teodora alla Compagnia dell’Albero, passando per il Redentore…) dalle 17 in avanti, praticamente tutti i giorni.

La problematica va avanti da inizio dicembre, quando le temperature si sono abbassate e i dirigenti da noi contattati lamentano in particolare una cosa: «Dal Comune nessuno ci ha avvisato e nessuno risponde alle nostre segnalazioni, solo mail con una generica presa in carico del problema, che però non si risolve». Tanto che per le partite è stato necessario anche cambiare sede, o affidarsi al fair play di arbitri e avversari (non sarebbe possibile, per esempio, per i regolamenti della federazione di basket, giocare con meno di 16 gradi in palestra).

Alcuni lamentano un aumento delle influenza tra i tesserati, altri l’impossibilità, appunto, di potersi allenare. E anche i genitori hanno segnalato il disservizio al Comune, senza ancora ricevere una risposta nel merito.

«Per quanto riguarda invece la palestra Mattioli – commenta l’assessora ai Lavori pubblici Federica Del Conte, a cui abbiamo chiesto una spiegazione – l’intervento per riparare il guasto è già in corso, contiamo di risolvere al più presto. Purtroppo solo questa mattina (13 dicembre, ndr) abbiamo saputo del malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento alla palestra della scuola Camerani, perché non risulta fosse stata fatta la segnalazione e ci siamo subito attivati con i nostri uffici tecnici per risolvere il problema». Genitori da noi contattati assicurano di aver segnalato il problema già da diversi giorni.

Cgil e Uil contro il Governo: venerdì 16 dicembre sciopero generale di 8 ore

Assemblee pubbliche in tutta la provincia e volantinaggio: «No a condoni e voucher. Vogliamo pensioni certe per le nuove generazioni»

Cgil Uil FgCgil e Uil hanno proclamato una settimana di mobilitazioni regionali contro le scelte del Governo. In Emilia Romagna la giornata di lotta è fissata per venerdì 16 dicembre; in provincia di Ravenna sono previste, dalle 10 alle 12, assemblee pubbliche in piazza XX Settembre a Ravenna, in Largo della Repubblica a Lugo, in piazza Gramsci ad Alfonsine, in piazza della Libertà a Faenza, in viale Roma a Cervia e in piazza della Libertà a Bagnacavallo. Sono inoltre programmati volantinaggi in numerose altre località a cura di Spi Cgil e Uil Pensionati.

All’origine dello sciopero, che sarà di 8 ore o per l’intero turno di lavoro, ci sono la legge di bilancio in via di approvazione e i provvedimenti messi in campo dal Governo che non rispondono alle richieste dei sindacati. «La manovra contiene scelte sbagliate – dicono Cgil e Uil – per le lavoratrici e i lavoratori, per i pensionati e le pensionate, per i giovani, perché penalizza chi è più in difficoltà, non dà risposte sufficienti sul piano salariale e delle pensioni, precarizza il lavoro. Siamo contro una legge di bilancio socialmente iniqua, che penalizza lavoratori e pensionati e alimenta il lavoro povero e precario, premia gli evasori e costruisce un fisco ingiusto».

Cgil e Uil sono contrari alle misure del Governo, e in particolare, «contro un condono fiscale; l’aumento del contante; l’abolizione del reddito di cittadinanza; la diffusione dei voucher; l’opzione donna peggiorata; il blocco della rivalutazione delle pensioni».

Cgil e Uil chiedono invece: «lotta all’evasione fiscale; investimenti su sanità, scuola e ricerca; taglio del cuneo fiscale; detassazione delle tredicesime e degli accordi di secondo livello, potenziamento della tassa sugli extraprofitti; pensioni certe per le nuove generazioni».

«Il 16 dicembre saremo nelle piazze delle nostre città per spiegare quanto le scelte di questa manovra peggiorino le condizioni dei cittadini – spiegano Marinella Melandri e Carlo Sama, rispettivamente segretaria generale della Cgil di Ravenna e segretario generale della Uil di Ravenna – sia in termini di equità e di reddito, sia in termini di riduzione dei servizi, da quelli erogati dai Comuni a quelli sanitari e sociali, all’istruzione. Se l’esecutivo non ritornerà sui suoi passi, la mobilitazione è destinata a proseguire anche perché la legge di bilancio, per quanto riguarda il caro energia, traguarda soltanto i prossimi 3 mesi. Siamo contro scelte inique, che colpiscono pesantemente il lavoro dipendente e le pensioni, sottraggono risorse alla rivalutazione delle pensioni, estendono fino a 85.000 euro la tassa piatta per i lavoratori autonomi. Il 16 dicembre saremo in diverse piazze della provincia con assemblee pubbliche: abbiamo scelto di dialogare con le persone nei loro luoghi di vita e di lavoro, perché è importante creare una consapevolezza diffusa di quanto siano iniqui questi provvedimenti e quanto invece servano equità, giustizia sociale e sostegno a chi è in difficoltà».

Alle 12 i segretari generali di Cgil e Uil saranno ricevuti dal Prefetto per illustrare dettagliatamente le ragioni dello sciopero.

Marco Cavalcoli miglior attore, Ravenna ancora protagonista agli Oscar del teatro

Agli Ubu premiata anche la scuola di vocalità fondata da Ermanna Montanari delle Albe e lo spettacolo co-prodotto da Polis. E nuovo riconoscimento Anct per la Divina Commedia del Teatro delle Albe

Marco CavalcoliRavenna ancora una volta protagonista ai premi Ubu, sorta di Oscar del teatro italiano, la cui cerimonia di premiazione si è svolta lunedì sera all’Arena del Sole di Bologna.

Marco Cavalcoli, a lungo membro della compagnia ravennate Fanny & Alexander, ha vinto il premio nella categoria Miglior Attore/Performer per gli spettacoli Ashes e Ottantanove.

Ubu Montanari PitozziTra i premi speciali, invece, uno è andato a Malagola, scuola di vocalità nata poco più di un anno fa a Ravenna, diretta e fondata da Ermanna Montanari del Teatro delle Albe ed Enrico Pitozzi, docente dell’università di Bologna. «Molteplici esperienze artistiche – si legge nella nota dei premi Ubu – sono confluite così in luogo fisico, un palazzo storico di pregio, restituito alla città in sinergia con le istituzioni locali: il manifestarsi “politico” del procedere congiunto di trasmissione e ricerca».

Da segnalare anche la vittoria di Inferno nella categoria Miglior Spettacolo di Danza, che può contare sulle musiche di Marco Zanotti, compositore di Russi, e i due premi ottenuti da Con la carabina della compagnia Licia Lanera, spettacolo co-prodotto dal festival ravennate Polis, che ha debuttato in prima nazionale a maggio all’interno del focus sulla drammaturgia contemporanea francese dell’edizione 2022 della rassegna organizzata da ErosAntEros (Licia Lanera ha ottenuto il premio “miglior regia”, mentre a Pauline Peyrade è andato il premio “miglior testo straniero (messo in scena per la prima volta da una compagnia italiana”).

Sempre a proposito di riconoscimenti ai protagonisti del teatro ravennate va segnalato anche quello conferito recentemente a Ermanna Montanari e Marco Martinelli dal Teatro Nuovo di Napoli – Premio ANCT (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, presieduta da Giulio Baffi) per la loro Chiamata Pubblica per la Divina Commedia di Dante Alighieri, una produzione di Ravenna Festival, con il sostegno del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, e di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 per Purgatorio.
Il progetto, ideato e diretto dai due fondatori del Teatro delle Albe, che ha coinvolto migliaia di cittadini e cittadine di Ravenna, ma non solo, accanto agli attori e alle attrici della compagnia, è stato scandito dalla musica di Luigi Ceccarelli, si è avvalso delle scene e dei costumi degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano – Scuola di Scenografia e Costume – guidati da Edoardo Sanchi e Paola Giorgi, delle luci di Francesco Catacchio e Fabio Sajiz e del sound design di Marco Olivieri.

«È stata una grande emozione partecipare alla premiazione – hanno dichiarato il sindaco De Pascale e l’assessore alla cultura Sbaraglia – ancora una volta gli artisti della nostra città ci hanno resi orgogliosi, portando Ravenna nelle assolute eccellenze nazionali e internazionali della produzione teatrale contemporanea, conseguendo un premio prestigioso, tra i massimi riconoscimenti per il teatro».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi