Dal 26 al 28 agosto la regina della tv con il giornalista Giovanni Terzi incontrerà personaggi come Paola Perego, Antonio Cabrini, Luca Ward
La rotonda Primo Maggio di Milano Marittima per tre serate diventa il salotto di Simona Ventura, regina della televisione italiana, e del compagno Giovanni Terzi, giornalista del quotidiano Libero. Una rassegna di incontri aperti al pubblico (26-28 agosto) con ospiti dello sport e della tv per chiacchierate a ruota libera. È prevista la partecipazione della conduttrice Paola Perego, dell’ex calciatore Antonio Cabrini, dello scrittore Federico Moccia, della coreografa Carolyn Smith e del doppiatore Luca Ward. “Ospiti alla città giardino” sarà la versione cervese di una iniziativa che Ventura e Terzi hanno già sperimentato a Rimini, la “Terrazza della Dolce Vita”.
Si parte il 26 agosto con Simona Ventura, Paola Perego e Federico Moccia autore di “Tre metri sopra il cielo”, “Summertime” e tanti altri romanzi. Durante la serata si affronteranno diversi temi, si parlerà di Romagna, ma anche degli stessi protagonisti, inoltre sarà l’occasione per presentare il nuovo programma “Citofonare Rai2”, che andrà in onda da settembre tutti i weekend sull’emittente nazionale.
Il 27 agosto si parlerà invece dei Mondiali del 1982, nella ricorrenza dei 40 anni della storica vittoria dell’Italia, saranno intervistati da Giovanni Terzi due personaggi conosciutissimi come l’ex calciatore Antonio Cabrini e Federica Cappelletti, moglie dell’indimenticabile Paolo Rossi.
Il 28 agosto sarà la volta di due personaggi molto amati come Carolyn Smith, ballerina, coreografa e giudice di ‘Ballando Sotto le Stelle’ e Luca Ward doppiatore e attore, conosciuto anche per essere stato la voce di Russell Crowe ne “Il Gladiatore”. Con loro il giornalista Giovanni Terzi parlerà di formazione e di giovani, essendo entrambi fondatori di importanti Accademie di ballo e doppiaggio italiane e ancora prima insegnati.
«Amo la Romagna – ha detto Ventura alla presentazione per la stampa – e sono felice di poter realizzare questo format su Milano Marittima, affrontando temi attuali come quello della formazione dei giovani, ma anche ripercorrere parte della storia di tutti noi raccontando i Mondiali del 1982, con amici e ospiti così importanti. Sarà per me un onore presentare con Paola Perego e Federico Moccia il nuovo programma che andrà in onda il prossimo autunno su Rai2».
Il sindaco Massimo Medri ha concluso: «Già in passato avevamo parlato con Giovanni Terzi e Simona Ventura per riuscire a portare iniziative di questo livello nella nostra località e siamo onorati di essere riusciti a realizzarle. Milano Marittima è lo scenario ideale per eventi di questo genere e vogliamo continuare a lavorare per aumentare questo tipo di iniziative. Saranno serate in cui si affronteranno tematiche di grande interesse, con personaggi famosi nel cuore della località di Milano Marittima».
Tremila euro per ogni impresa: discoteche, spettacoli viaggianti, parchi tematici, agenti di commercio del cibo e della moda
Altri ristori dall’Emilia-Romagna per sostenere le imprese del turismo e del commercio che più hanno sofferto negli ultimi due anni le conseguenze del Covid-19. Oltre 5,6 milioni di euro deliberati dalla giunta regionale per le discoteche e le sale da ballo, gli spettacoli viaggianti, i parchi tematici, gli agenti e i rappresentanti di commercio del settore food e moda. Per ogni impresa ammessa a contributo sono previsti ristori a fondo perduto fino a 3mila euro.
Per quanto riguarda le discoteche e sale da ballo la Regione interviene per la terza volta a sostegno del settore con un nuovo pacchetto da 1 milione di euro. In caso di risorse residue dopo la prima assegnazione del bando, il contributo regionale potrà essere elevato fino a un massimo di 140 mila euro, proporzionalmente alla perdita di fatturato, per le imprese che avranno dichiarato una perdita di fatturato superiore al 30% nel 2020 rispetto al 2019.
Agli agenti e rappresentanti di commercio del settore food o moda sono destinati oltre 2,8 milioni di euro (2.813.105,83). Anche qui, in caso di risorse residue, per le imprese che avranno dichiarato una perdita di fatturato superiore al 30% nel 2021 rispetto al 2019, potrà essere assegnato un contributo proporzionale alla perdita di fatturato fino a un massimo di 140 mila euro.
Per quanto riguarda lo spettacolo viaggiante, secondo intervento regionale a sostegno del settore, sono a disposizione 300mila euro. Come per le misure precedenti è prevista l’assegnazione di eventuali risorse residue fino a un massimo di 140 mila euro, proporzionalmente alla perdita di fatturato, per le imprese che avranno dichiarato una perdita di fatturato superiore al 30% nel 2020 rispetto al 2019.
Infine, per i parchi tematici e geologici, gli aquari e i giardini zoologici, secondo intervento regionale a sostegno del settore, sono previsti oltre 1,4 milioni di euro di ristori (1.453.324,46). Anche per queste imprese, in caso di risorse residue dopo la prima assegnazione del bando, il contributo regionale potrà essere elevato fino a un massimo di 140 mila euro, proporzionalmente alla perdita di fatturato, per perdite superiori al 30% nel 2020 rispetto al 2019.
A ottobre in arrivo bandi per tutte le aziende sanitarie della regione per gli operatori con almeno 18 mesi di servizio
La Regione Emilia-Romagna si prepara a stabilizzare il personale sanitario e sociosanitario precario che è entrato in corsia per affrontare l’emergenza pandemica. A inizio ottobre in tutte le aziende sanitarie regionali usciranno i bandi che interesseranno potenzialmente migliaia di lavoratori e lavoratrici.
I bandi riguarderanno, come prevedono le indicazioni nazionali, il personale sanitario e sociosanitario che sia stato assunto a tempo determinato con almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, maturati al 30 giugno 2022 alle dipendenze di un ente del servizio sanitario nazionale, e che abbia prestato tale servizio per almeno sei mesi nel periodo della pandemia, quindi tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022. Non necessariamente, dunque, il servizio deve essere stato prestato in Emilia-Romagna, motivo per cui il numero esatto di persone coinvolte potrà essere stabilito solo ad apertura dei bandi; potenzialmente, si tratta comunque di migliaia di professionisti.
Dopo l’intesa raggiunta lo scorso aprile, il confronto tra Regione e sindacati Confederali (Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl) è andato avanti, con un ulteriore incontro ieri, alla presenza dell’assessore alle Politiche per la salute e del Direttore generale. «Siamo impegnati da anni, e ancor più da inizio pandemia, a stabilizzare, assumere e assicurare il turnover del personale sanitario – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini – e per noi parlano i fatti e i numeri: considerando le assunzioni a tempo determinato e indeterminato, a partire dall’emergenza Covid la sanità regionale può contare su quasi seimila persone in più tra medici, infermieri, oss, amministrativi, dirigenti sanitari e altri operatori. Già adesso abbiamo una percentuale del personale a tempo determinato del 5%, tra le più basse in Italia, considerando che il contratto collettivo nazionale prevede come tetto massimo il 20%».
In Emilia-Romagna da inizio pandemia a oggi sono stati assunti a tempo indeterminato oltre 17.300 lavoratori, di cui quasi 2.400 medici e poco meno di 7.200 infermieri, con una percentuale di turnover per il personale a tempo indeterminato che ha raggiunto il 148%. Nel 2022 le assunzioni a tempo indeterminato sono già 2.300, con un turnover che raggiunge il 104%.
Il 10 e 11 agosto doppio appuntamento: si potranno anche osservare le stelle e visitare l’antico edificio
Torna anche quest’anno a Oriolo dei Fichi il doppio appuntamento con “Calici sotto la torre”. Mercoledì 10 e giovedì 11 agosto nel parco dell’antica torre medievale sulle prime colline di Faenza, dalle 19.30 a mezzanotte andranno in scena due serate di incontri, degustazioni e sorprese.
Si potranno degustare il Centesimino, il Famoso, l’Albana, il Sangiovese e gli altri vini dei colli faentini raccontati direttamente dai vignaioli presenti con i loro banchi di assaggio, provando abbinamenti con i cibi locali proposti da produttori di antichi grani, succhi, olio e mieli o con i piatti tipici proposti dal chiosco con ristorazione: tra le proposte pasta, piadina, affettati, arrosticini, dolci, bicchieri di frutta e non solo.
Grazie alla collaborazione con il Gruppo Astrofili Antares-Romagna dal parco panoramico di Oriolo si potranno osservare le stelle oppure visitare l’antica torre di Oriolo.
La colonna sonora di mercoledì 10 agosto sarà a cura della Judy Testa Band, che proporrà brani evergeen che hanno fatto ballare intere generazioni di giovani con arrangiamenti e mixaggi originali. Mentre giovedì 11 agosto spazio a Naif, gruppo che propone in chiave acustica brani famosi della scena pop e rock.
Alle ore 23 l’appuntamento sarà con “Fire Show”, spettacolo di fuoco e danza con Moko, artista che unisce la tecnica della giocoleria infuocata alla grazia della danza, creando un’atmosfera magica e surreale.
“Calici sotto la torre” è un evento organizzato dall’Associazione Torre di Oriolo. In caso di maltempo in una delle serate l’evento sarà recuperato venerdì 12 agosto.
L’Emilia-Romagna è fuori dalla zona infetta ma la giunta vuole prevenire i rischi
L’Emilia-Romagna ha adottato un piano per il contenimento del rischio di introduzione della peste suina africana. Al momento la regione è fuori dalla zona infetta, ma la giunta ha dato il via libera al documento che definisce interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nei cinghiali. La malattia, che colpisce suini domestici e cinghiali e non è trasmissibile all’uomo, se non fermata potrebbe rappresentare un grave danno economico per le aziende emiliano-romagnole che operano nel settore della zootecnia, filiera suina.
Tra gli obiettivi, rafforzare la sorveglianza nei selvatici e nei domestici per la rapida identificazione di eventuali casi di malattia, mettere a punto e applicare modalità operative e procedure per lo smaltimento delle carcasse nei selvatici in condizioni di routine e di sospetto peste suina africana. E ancora, rafforzare la biosicurezza negli allevamenti di suini domestici per la protezione dalle popolazioni di selvatici, con particolare attenzione alle aree identificate come critiche dall’analisi del rischio. Quindi incrementare la formazione, l’informazione e l’aggiornamento per veterinari, allevatori, cacciatori e altre categorie per il miglioramento della sorveglianza e per sostenere l’adozione di comportamenti corretti. Il Piano prevede anche la realizzazione di una campagna di comunicazione rivolta a tutti i cittadini per incentivare le segnalazioni di carcasse di cinghiale, che devono essere prontamente esaminate, e diffondere comportamenti corretti per impedire l’introduzione dell’infezione in Emilia-Romagna.
Secondo il documento messo a punto dalla Regione, non è considerato attuabile né tantomeno utile nel contrasto alla peste suina prevedere un’azione di riduzione generalizzata della popolazione di cinghiali selvatici su vasta scala, obiettivo peraltro già indicato da anni negli strumenti di pianificazione regionale. E’ opportuno, invece, identificare aree ben definite a maggior rischio, nelle quali effettuare azioni di contenimento della specie. Ma soprattutto, si ritiene di fondamentale importanza l’abbattimento sistematico di questi animali nei pressi degli allevamenti di suini domestici, con particolare riferimento a quelli all’aperto senza tuttavia escludere nessun’altra tipologia di allevamento.
Lo sforzo di prelievo di cinghiali in Emilia-Romagna, considerato il calo drastico dei cacciatori, ha raggiunto lo scorso anno i suoi massimi livelli con l’abbattimento di oltre 30.500 esemplari. Gli strumenti regionali consentono tutte le azioni previste dalla legge, alcune delle quali (“selezione” e “controllo”) attuabili durante l’intero anno solare.
Il solo abbattimento non può essere sufficiente a proteggere gli allevamenti suinicoli, infatti gli allevamenti familiari, tra gli allevamenti a maggior rischio di introduzione di malattia, con l’ordinanza del Presidente della Giunta emanata a maggio, sono stati depopolati. Per gli allevamenti all’aperto è prevista l’installazione di una tripla rete di recinzione già dal 2008, per gli allevamenti di suini al chiuso la Regione sta per approvare un bando per concedere aiuti per l’installazione di recinzioni.
In Italia, secondo i dati Assica del 2019, l’Emilia-Romagna è la seconda regione per macellazione dei suini con il 34%, dopo la Lombardia con il 39%. La filiera suinicola regionale conta circa 1.200 allevamenti, 1,2 milioni di capi e una produzione lorda vendibile stimata in 307 milioni di euro, nella quale sono ricomprese le varie Dop regionali: i prosciutti di Parma e Modena e numerosi salumi. In particolare, i prodotti a base di carne Dop e Igp hanno un valore alla produzione pari a 1,93 miliardi di euro e un valore al consumo pari a 4,98 miliardi di euro. L’export vale 601 milioni di euro. Il 53% del fatturato nazionale relativo ai prodotti a base carne Dop e Igp è attribuibile all’Emilia-Romagna.
Per fare prevenzione sulla diffusione della PSA, la Regione Emilia-Romagna ha avviato da tempo un servizio telefonico per segnalare eventuali cinghiali morti o resti. La campagna è rivolta ai cittadini, in particolare escursionisti, cacciatori, fungaioli e tartufai. Nel caso in cui ci si imbatta in un cinghiale morto (o nei suoi resti), l’invito è di telefonare allo 051 6092124, dopo aver memorizzato la propria posizione geografica, e di scattare una foto, da poter inviare successivamente ai servizi.
Si raccomanda inoltre di evitare comportamenti scorretti che possono portare all’introduzione della malattia nelle popolazioni di cinghiali selvatici e negli allevamenti domestici, attraverso i residui di cibo e la contaminazione di scarpe e indumenti.
Progetto privato su un’area complessiva di 163 ettari sulla costa con insediamenti commerciali, residenziali e turistici per una popolazione di oltre mille persone
Europa Verde nel consiglio regionale dell’Emilia-Romagna punta il dito contro il progetto per la realizzazione di un campo da golf a Casal Borsetti, parte di una lottizzazione più ampia, approvato di recente dalla giunta comunale di Ravenna. Presentata un’interrogazione per chiedere spiegazioni sul consumo di suolo in aree sensibili del territorio ed elevato consumo idrico per il mantenimento dell’impianto.
La lottizzazione complessiva – ricorda Europa Verde – prevede l’insediamento di una superficie edificatoria pari a 28.253 metri quadrati, per una popolazione potenziale di 1.150 persone: 19.283 metri quadrati per l’edilizia abitativa, 7.000 metri quadrati per l’edilizia alberghiera, 819 metri quadrati per il golf e i relativi servizi, 611metri quadrati per l’edilizia commerciale. Un progetto che, a fini edificatori, occupa una superficie territoriale di quasi 163 ettari posta tra il corso inalveato del fiume Lamone e la foce del Canale in destra del Reno, peraltro interamente classificata dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio come area di notevole interesse pubblico. Riguardo, poi, alla realizzazione del campo da golf, Europa Verde rileva che per manutenere l’erba del campo il progetto prevede la costruzione di una condotta per prelevare acqua dal fiume Lamone e che si utilizzerà altra acqua proveniente dai canali irrigui del Consorzio di Bonifica.
Europa Verde chiede all’esecutivo regionale “se il progetto complessivo, che prevede, oltre alla realizzazione del campo da golf, anche edilizia abitativa, alberghiera e commerciale in aree di pregio tutelate, sia stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale (Via) e, nel caso, se sia possibile conoscerne esiti, prescrizioni nonché misure di mitigazione e di compensazione ambientali e/o monetarie previste”. Nell’atto ispettivo, inoltre, il gruppo assembleare domanda “se la giunta non ritenga inopportuna la realizzazione di un nuovo campo da golf in un momento di grave crisi idrica quale quello attuale e cosa preveda nel dettaglio il progetto di costruzione del campo da golf per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico necessario, in particolare, per la manutenzione del manto erboso”.
Diverse le patologie che hanno portato gli esemplari al centro di recupero: ferite da elica, cattura accidentale o per una una sindrome debilitativa. Si può prenotare per partecipare alle iniziative al largo di Marina
Il centro di recupero animali marini Cestha di Marina di Ravenna ha in programma per il mese di agosto una ventina di rilasci di tartarughe recuperate nei mesi scorsi. Il mese di agosto è il periodo nel quale si fermano le imbarcazioni da pesca a strascico e volante ed è il periodo migliore nel quale rilasciare le tartarughe marine.
Saratoga, Albicocca, Pippi e Baby Shark sono solo alcuni dei nomi delle pazienti guarite, arrivate al centro per patologie differenti, ferite da elica, cattura accidentale o per una una sindrome debilitativa che un anno fa ha spiaggiato circa 15 esemplari lungo la sola costa ravennate.
Proprio queste piccole tartarughe, dopo un anno di cura, saranno protagoniste degli eventi di liberazione col pubblico che potrà assistere alla conclusione dell’iter di cura di questi animali attraverso la sua restituzione alla vita selvatica. Per partecipare è sufficiente visitare i canali social del centro Cestha (Facebook e Instagram) o telefonare al 3518544072.
Un uomo di 55 anni è stato multato per essersi masturbato nella spiaggia naturista di Lido di Dante. Una multa salatissima, da 10mila e 200 euro, con tanto di ordine di allontanamento (per almeno 48 ore) dalla zona dove è stato notato dai bagnanti a praticare autoerotismo.
Sono stati gli stessi bagnanti a chiamare i vigili urbani, nel pomeriggio di ieri, 2 agosto.
L’uomo, senegalese, è risultato essere regolare in Italia.
Un ragazzo di Russi si è rotto il femore in un campo estivo nel Bresciano
La casa vacanze dove è avvenuto l’incidente
Un ragazzo di 14 anni di Russi nella serata di lunedì 1° agosto è caduto da una finestra della casa vacanze di Vezza d’Oglio, nel Bresciano, dove stava partecipando al campo estivo della parrocchia.
La notizia è riportata sui quotidiani on line di Brescia, che rivelano come il 14enne sarebbe precipitato da un cornicione dove si trovava per fare uno scherzo agli amici che erano nella stanza accanto. Il giovane avrebbe perso l’equilibrio, cadendo nel vuoto per circa cinque metri.
Soccorso con l’elicottero, è stato poi portato in ospedale senza mai perdere conoscenza.
La Diocesi di Faenza-Modigliana informa che il 14enne avrebbe riscontrato la frattura del femore sinistro «e altri minori traumi dovuti alla caduta». Per quanto riguarda la dinamica, invece, la diocesi si limita a dichiarare che sarebbe caduto dopo essersi seduto sul davanzale della finestra della camera da letto.
Ma la versione dello scherzo con tanto di camminata sul cornicione – scrivono i giornalisti bresciani – sarebbe stata confermata dalla stessa vittima dell’incidente (e dai suoi amici) ai carabinieri.
Parla il capogruppo in consiglio comunale del partito di Giorgia Meloni, responsabile del partito in provincia: «Siamo stati gli unici ad opporci al governo Draghi» Critiche all’Anpi: «Ormai solo organo di partito e cassa di risonanza»
Alberto Ferrero con Giorgia Meloni
Capogruppo in consiglio comunale a Ravenna dal settembre scorso, Alberto Ferrero è anche responsabile provinciale di Fratelli d’Italia, il partito che da anni vede una costante ascesa e che è dato come superfavorito nella competizione del 25 settembre. In questi territori si tratta di una presenza relativamente nuova e che oggi conta un migliaio di iscritti in costante crescita.
Consigliere, come sta lavorando Fratelli d’Italia sul territorio in vista anche delle prossime elezioni? «Innanzitutto stiamo continuando a strutturare maggiormente il partito a livello locale, abbiamo consiglieri nelle città più importanti come Lugo, Faenza e Ravenna, abbiamo avuto un buon risultato a Riolo Terme, appena un mese fa, e presto arriveranno novità in altri comuni che non voglio però anticipare. Siamo infatti convinti che al di là della forza del traino nazionale il partito ha bisogno di radicamento territoriale.
Come affronterete le elezioni politiche e come saranno scelti i candidati? Calati dall’alto o scelti dal basso?
«Do per scontato che saremo alleati con Lega Nord e Forza Italia anche in ragione del sistema elettorale che prevede collegi uninominali. In base a ciò che è sempre accaduto passato, e non ho ragione di credere che non sarà così anche questa volta, mi aspetto che a livello nazionale i tre partiti decidano quanti e quali seggi uninominali andranno a ognuna delle tre forze. A quel punto sarebbe sicuramente impensabile non tener conto del territorio».
Potrebbe non essere semplice. A parte qualche storico esponente di Forza Italia, voi siete presenti da poco e la Lega proprio a Ravenna ha avuto più di una defezione nel corso del tempo…
«Non parlo mai per principio di ciò che accade negli altri partiti. Mi sembra chiaro che più il candidato all’uninominale sarà persona nota e condivisa, più ci saranno possibilità di vittoria. Ma ripeto, capiremo chi dovrà avanzare i nomi solo quando avremo il quadro generale. Per quanto riguarda invece la parte proporzionale ognuno farà la propria campagna elettorale».
E voi potrete essere gli unici a dire di essere sempre stati all’opposizione.
«È così, perché noi non siamo disponibili a fare governi con chi ha idee opposte alle nostre, come Leu, il Pd o i 5Stelle, che in Parlamento si sono battuti per la cittadinanza rapida (il cosiddetto ius scholae ndr), l’aumento delle tasse tramite la revisione degli estimi catastali o il Ddl Zan».
Pensate di poter vincere anche qui?
«Questo è senza dubbio un territorio dove il Pd ha una posizione di vantaggio e dove governa da sempre e per questo spero che la gente abbia voglia di cambiare visti i risultati. Per fare un esempio su tutti: qui con sindaco, presidente della Regione e governo non si è ancora riusciti a estrarre il gas dall’Adriatico di cui avremo tanto bisogno».
Si farà però il rigassificatore, che voi approvate.
«Sì, anche se è bene ricordare che questi che ora si vantano di portare una nave rigassificatrice a 4 miglia dalla costa sono gli eredi diretti di quelli che quattordici anni fa dissero no a un vero rigassificatore, molto più capace, a 20 miglia dalla costa. In definitiva ora si vantano di risolvere, in ritardo, un problema che hanno causato loro stessi».
Uno degli argomenti a cui voi in quanto Fratelli d’Italia sarete chiamati a rispondere più spesso è l’accusa di essere se non fascisti, almeno nostalgici o comunque incapaci di prendere completamente le distanze dalla dittatura di Mussolini. Penso al sindaco di Bologna che parla di “Fascismo alle porte”… «Sono argomenti vuoti di chi non ha contenuti reali e che vuole coprire i propri fallimenti. A noi di fatto fanno un favore, più ci accusano di questo, più aumentiamo i consensi perché le persone capiscono la debolezza di questi attacchi e nessuno crede al pericolo di un ritorno del fascismo. La storia è storia, ora si tratta di fare politica. So che gli attacchi arriveranno da più parti, non solo dai partiti ma anche da realtà come l’Anpi che ormai non è altro che un’associazione di rievocazione storica».
Beh, l’Anpi si fa portavoce della memoria della lotta di Liberazione ma anche di alcuni dei principi fondativi della Costituzione. Tanto più in una città Medaglia d’oro per la Resistenza. Non pensa che tutto questo possa avere un valore? «Un conto sono le associazioni d’arma come gli ex carabinieri, ma qui di ex partigiani non ce ne sono più, per ragioni anagrafiche. Cosa c’entrerà mai una ragazza di vent’anni di origine tunisina con la Resistenza? (il riferimento è alla segretaria Anpi di Castel Bolognese Sirin Ghribi, ndr). Il punto è che è ormai diventata una sorta di organo di partito che funge da cassa di risonanza del Pd e bisognerebbe avere l’onestà di ammetterlo. Un po’ come lo sono state le Sardine. E, a proposito, Lepore in effetti farebbe meglio a occuparsi di Sartori… (consigliere delegato Pd e leader delle sardine oggi impegnato in una campagna per la legalizzazione della cannabis, ndr)».
Fino a un massimo di 30mila euro. Solo per Under 40
Uno scorcio di Brisighella, tra i comuni coinvolti
La Regione fa il bis e lancia il nuovo bando rivolto alle giovani coppie e famiglie che desiderano acquistare una casa in uno dei 121 comuni dell’Appennino emiliano-romagnolo (tra cui quelli ravennati di Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme). Cinque milioni di euro le risorse a disposizione per contributi a fondo perduto da un minimo di 10mila a un massimo di 30mila euro.
Le domande potranno essere presentate dal 12 ottobre al 10 novembre prossimi: il via libera al bando da parte della Giunta è arrivato nella seduta di oggi (2 agosto), ora ci sono oltre due mesi di tempo davanti per prendere una decisione di vita importante ed eventualmente avanzare la propria candidatura.
Salgono così a 25 milioni di euro i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione per un’iniziativa inedita, sulla quale l’Emilia-Romagna ha aperto la strada, che punta a contrastare spopolamento, invecchiamento e a favorire nuove opportunità di sviluppo in Appennino e la valorizzazione di aree splendide e importanti per il sistema regionale.
Quasi settecento le domande finanziate con il primo bando del 2020 – rivolto sia all’acquisto che al recupero di immobili – con il quale erano stati stanziati dieci milioni di euro, poi raddoppiati a venti, a fronte dello straordinario successo incontrato: oltre 2.300 le domande ammissibili, a dimostrazione di come fosse stata intercettata un’esigenza reale.
Il nuovo intervento finanzia solo interventi di acquisto e non di riqualificazione. Una scelta dettata dalla necessità di evitare sovrapposizioni con le diverse misure e benefici nazionali – a partire dal superbonus 110% – che già prevedono agevolazioni soprattutto sul piano fiscale per sostenere interventi di ristrutturazione. Oltre che dalla volontà di rendere più veloci le procedure di erogazione dei contributi, che possono essere assegnati solo a consuntivo.
Punteggi aggiuntivi per chi ha meno di 30 anni e figli
Il bando è rivolto a giovani coppie e nuclei familiari, anche composti di una sola persona. Il richiedente dovrà essere nato dopo il 1^gennaio 1982, non dovrà cioè avere più di quarant’anni; essere residente in Emilia-Romagna, o svolgere un’attività lavorativa esclusiva o prevalente in regione. L’Isee del nucleo familiare non deve essere superiore a 50mila euro.
Il contributo è indirizzato all’acquisto di un alloggio in proprietà (limitatamente ad alloggi già esistenti) da adibire a propria residenza abituale per almeno cinque anni. Per lo stesso periodo l’alloggio non potrà essere affittato, né venduto.
L’acquisto dell’alloggio deve essere effettuato in data successiva alla approvazione del bando.
I contributi sono compresi tra un minimo di 10mila e un massimo di 30mila euro e comunque non potranno superare il 50% delle spese sostenute per l’acquisto dell’immobile.
Il bando prevede punteggi aggiuntivi per chi ha uno o più figli conviventi; per chi ha meno di 30 anni; per chi ha già un’attività lavorativa in un comune appenninico; per chi abita in un Comune non montano e trasferisce la residenza in un comune montano. Tra i requisiti premianti anche quelli riferiti alla localizzazione dell’immobile. Verrà infatti attribuito un punteggio più alto a chi acquista casa in Comuni con gli indici di decremento demografico, vecchiaia e reddito più svantaggiati. La graduatoria rimarrà valida per 12 mesi. Chi aveva presentato domanda per il precedente bando e non aveva ottenuto finanziamenti, se non ha ancora acquistato l’alloggio potrà ripresentarla.
Scambio di opinioni fra lo storico rapper emiliano e il “collega” Moder, direttore artistico della rassegna underground ravennate
Moder (in primo piano) con Murubutu (a sinistra)
Tra gli ospiti l’ottava edizione di Under Fest – rassegna che celebra lo spirito hip-hop delle origini e la scena rap underground, partita a fine luglio e in corso fino al 10 agosto –, mercoledì 3 dalla ore 21, al bagno Peter Pan di Marina di Ravenna, c’è anche Murubutu, storico nome della scena italiana, per cui è stato coniato il termine “letteraturap”, qui in una sorta di dialogo-intervista con il “collega” Moder, direttore artistico del festival (insieme a Kenzie) e rapper ravennate, anima tra le altre cose del centro culturale Cisim di Lido Adriano.
Moder: «Chi è Murubutu?»
Murubutu: «Un rapper e un cantautore, che utilizza la tecnica dello storytelling in modo sistematico».
Moder: «Facciamo entrambi parte di una corrente che Joey Badass definisce lyrical rap, che in Italia ha subito trovato una corrispondenza nella nobile storia del cantautorato. Chi ne sono stati secondo te i pionieri in italia?»
Murubutu: «Sicuramente Caparezza e poi Frankie (hi-nrg, ndr), che lo si voglia o no ammettere. Ma secondo te, invece, perché molti dicono, non senza polemiche, che il rap è il nuovo cantautorato?».
Moder: «Sovrapporre i due generi forse è sbagliato, ma entrambi puntano sull’autorialità – anche se a volte nel rap è solo presunta. Rapper e cantautori ci mettono entrambi la faccia, dichiarando con grande orgoglio di essere gli autori, non solo gli interpreti; entrambi scrivono per esigenza e sono riusciti a stravolgere dei cliché: l’uno portando sul palco la propria musica solo con una chitarra acustica, l’altro rivendicando i giradischi come strumenti. Credo poi che il rap abbia il merito di aver portato l’italiano nella musica ovunque, mentre una volta la scena indipendente preferiva evitarlo. E che abbia preso spunto dai grandi cantautori del passato, perché il rap in fondo si nutre del passato e non possiamo non farci i conti. Tu, in generale, come la vedi la situazione attuale del rap?».
Murubutu: «Decisamente florida, è un periodo di grande visibilità del genere, con il mainstream che dona luce anche all’underground. Va però aggiunto che spesso si va in direzioni diverse, lontane dal rap, anche se sempre all’interno del panorama urban. Quindi, per essere onesti, si dovrebbe rispondere che la situazione è rosea nel mondo “simile al rap”. Il rap vero e proprio invece vive una fase controversa, è stimolato tantissimo ma coinvolto non troppo; penso sia solo una fase, su cui però bisognerebbe riflettere».
Moder: «Dal tuo primo disco solista a oggi sono cambiate molte cose: ricordo che venivi visto come un’anomalia nel panorama, oggi il tuo nome riempie invece festival e locali storici per la musica italiana: quali sono stati i passaggi fondamentali di questa crescita?».
Murubutu: «Sicuramente l’aiuto delle nuove tecnologie che hanno garantito un’esposizione che prima, negli anni novanta, non era possibile: era banalmente molto più difficile farsi conoscere. Per quanto riguarda la mia proposta artistica, invece, credo abbia pesato una sorta di accettazione un po’ più trasversale rispetto al rapper classico, cioè il fatto di essere ascoltato e approvato, nel mio piccolo, non solo in ambito hip hop ma anche in altri ambiti musicali. E anche in altri ambiti culturali, compresi quelli istituzionali».
Moder: «Mi è sempre piaciuto il modo in cui riesci a sciogliere citazioni culturali, biografie, romanzi, con delicatezza senza palesare la fonte nella canzone. Quali sono i personaggi che più ti hanno ispirato in questo senso?».
Murubutu
Murubutu: «Sicuramente Flores d’Arcais e poi di personaggi viventi ce ne sarebbero diversi. Se guardiamo al passato invece, filosofi come Max Stirner o scrittori come Emile Zola, nelle loro forme espressive, mi hanno condizionato tantissimo».
Moder: «Sei della cerchia di artisti che ha fatto parte di Under dalla sua fondazione. Come hai visto cambiare il festival negli anni e cosa ci regalerai il 3 agosto al Peter Pan?».
Murubutu: «L’ho visto migliorare, non solo dal punto di vista artistico ma anche nella proposta logistica, organizzativa e fruitiva. Il 3 agosto vengo anche per fare delle chiacchiere, diciamo, per confrontarmi su alcuni temi fondamentali che sono interessanti per chi segue la scena rap e non solo. E poi mi esibirò in qualche pezzo a sorpresa per il pubblico».
Moder: «A parte rari casi, hai sempre tenuto la tua vita privata lontano dalla tua musica. Scelta in controtendenza nel rap, perché?».
Murubutu: «Da una parte per una questione puramente caratteriale: non amo parlare di me stesso, soprattutto nei testi. E poi perché il mio stile deriva dalla letteratura, dove si usa la terza persona. Racconto storie di terzi, che poi confluiscano anche in esperienze, desideri e prospettive personali fa sempre parte del gioco della narrativa».
Moder: «Hai mai avuto la sensazione di aver dato troppo alla musica? Questa cosa toglie tempo e energie a tutto e ti fa correre per l’Italia in lungo e in largo: come la vivi?»
Murubutu: «In realtà no, sono una persona che si organizza molto e penso di aver dato il giusto, non solo a livello di tempo ma anche dal punto di vista psicologico, perché la musica mi aiuta a mantenere un certo equilibrio, che credo di aver raggiunto. Senza di questo, forse sarei più presente nel mondo discografico, ma con un livello qualitativo più basso».
Moder: «C’è mai stato un momento in cui hai pensato di smettere? E per quale motivo non l’hai fatto?».
Murubutu:«Beh sì, negli anni novanta pensavo spesso di smettere, ogni volta che non andava come volevo. Forse anche nel 2013, dopo La bellissima Giulietta e il suo povero padre grafomane (disco del 2011, ndr) ma la verità è che ho sempre fatto musica per un’esigenza personale e quindi non avrei mai smesso, anche se non avessi avuto quel poco di visibilità che ho. Tu, invece, alla luce della tua lunga esperienza nei laboratori, credi che il rap in Italia possa realmente salvarti la vita?».
Moder: «Penso che niente possa salvarci, tranne noi stessi, però anche che l’hip hop dia strumenti di comprensione del mondo. È una lente di ingrandimento, che a volte ti offre an- che strumenti per trasformarlo, il mondo. Trovo che sia una grande arma per gli adolescenti: con l’hip hop diventi il doppio, con un altro no- me che in tanti casi è più vero del tuo nome reale. I laboratori poi sono una grande esperienza di lavoro collettivo e lavoro tra generazioni che servono anche solo per imparare ad impegnar- si, a riscoprire il piacere di fare fatica. A parte gli aspetti artistici, ho visto grandi risultati so- ciali e individuali, che sono stati la conseguen- za di passione e abnegazione».
Murubutu: «Perché secondo te il rap italiano ha un rapporto problematico con i contenuti politici? Prima la retorica sloganistica delle posse, poi il lungo vuoto dei testi gangsta e autocelebrativi, poi riflessioni sporadiche salutate come rivoluzioni conscious e infine l’ultimo caso della trap sedicente brigatista».
Moder: «Credo che sia perché è la società ad avere problemi con la politica, essendo diventata avulsa dalla realtà. In alcuni momenti della storia, invece, la politica e l’arte erano collegate, erano due modi attraverso i quali si poteva trasformare il mondo. Oggi questo non sembra più possibile e ci stiamo abituando a un individualismo sfrenato. Non credo sia un problema solo del rap ma di moltissime arti, perché hanno abbracciato appunto l’individualismo capitalista che è il contrario della “polis” come la si dovrebbe intendere. E in più in Italia è la società tutta, con i vari scandali che ci sono stati, che non crede più nel potere della politica. Non c’è più una visione del futuro, non solo tra i politici. Così salta ogni possibilità di pensarsi insieme, chiunque cerchi di farlo viene visto come un mezzo matto. E in questo momento il rap vuole essere, al contrario, super cool e quindi abbraccia in pieno la retorica capitalista, il rap mainstream almeno sicuramente. In America era diverso, con le questioni sollevate dalla popolazione afroamericana o la vita in certi quartieri. I primi esperimenti delle posse, in Italia, spesso utilizzavano quello stesso linguaggio ma male, per dire cose banali da parte di una generazione che in realtà aveva tutto ed era un po’ anche annoiata. Ci sono molto più proletari adesso che nel periodo posse. Anche questo è un segno dei tempi: il rap come controcultura all’inizio era rivolto ai ceti medi, oggi il rap massificato si rivolge ai ragazzi di strada, che non hanno nulla. Ma proprio nel momento in cui il “proletariato” abbraccia il rap, non si parla più di politica. Proprio quando non c’è mai stata così tanta divisione, così tanto classismo, con la scala sociale bloccata. Ma tutti hanno una gran paura di parlarne, compreso il rap. Che oggi dovrebbe essere preso come segnale, come campanello di allarme».