Giornata di mobilitazione nazionale in tutta Italia per favorire la fine della guerra
Il prossimo 23 luglio è la giornata di mobilitazione nazionale per la pace in tutte le città d’Italia. A Ravenna una serie di associazioni e realtà della galassia pacifista invitano cittadine e cittadini ad appendere sui balconi o finestre un drappo colorato come simbolo di pace, per tutta la giornata. I promotori sono Cgil, Anpi, Arci, Libera, il Comitato in Difesa della Costituzione, Salviamo la Costituzione e il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale della provincia di Ravenna.
«Siamo e saremo sempre dalla parte della popolazione civile, delle vittime della guerra – dicono i promotori dell’iniziativa sul territorio di Ravenna -; è necessario quindi fermare l’escalation militare cercando una soluzione negoziale che ponga immediatamente fine al conflitto in Ucraina. Le armi non portano la pace, ma solo nuove sofferenze per la popolazione. Non c’è nessuna guerra da vincere: noi vogliamo che a vincere sia la pace».
A livello nazionale gli organizzatori sottolineano che la guerra va fermata subito e va cercata una soluzione negoziale, «ma non si vedono sinora iniziative politiche né da parte degli Stati, né da parte delle istituzioni internazionali e multilaterali che dimostrino la volontà di cercare una soluzione politica alla crisi». Le realtà di questa iniziativa ritengono che l’Italia, l’Europa, le Nazioni Unite debbano operare attivamente per favorire il negoziato e avviino un percorso per una conferenza internazionale di pace che, basandosi sul concetto di sicurezza condivisa, metta al sicuro la pace anche per il futuro.
Tante piccole casette di legno per creare uno spazio a disposizione di chi vuole leggere. Inaugurazione il 27 luglio con l’invito ai cittadini a partecipare e portare un volume da donare
Tante piccole casette di legno che compongono una biblioteca in miniatura, i libri possono essere presi e depositati da chiunque, dunque cambiano in continuazione, attraverso il principio «prendi un libro, lascia un libro». Il parco Domenico Conti di Barbiano ospita una cosiddetta «little free library», promossa dalla biblioteca comunale Luigi Varoli di Cotignola in collaborazione con la cooperativa il Mosaico e il Comune di Cotignola. L’inaugurazione è in programma il 27 luglio alle 20.30.
Lo scopo delle biblioteche libere è quello di promuovere la lettura, dando la possibilità di uscire di casa e trovare una piccola casetta piena di libri da poter leggere in spazi aperti: i luoghi privilegiati per l’installazione sono proprio parchi, giardini, cortili o spazi comuni di condomini.
L’inaugurazione sarà allietata da «Leggiamo note, suoniamo parole»: la voce narrante di Alfonso Cuccurullo e la musica di Federico Squassabia accoglieranno i bambini con una lettura in musica tratta dalla bibliografia nazionale di Nati per leggere; suggestioni per ispirare l’utilizzo degli albi illustrati e della musica come strumenti di interazione e di contatto tra il mondo del bambino e quello dell’adulto. I partecipanti sono invitati a portare con sé un libro da donare per dare il via all’iniziativa.
Dal 24 al 28 luglio torna a Cervia “Filosofia sotto le stelle”, filosofi, scrittori e poeti in dialogo sui temi del nostro tempo.
La rassegna, organizzata dall’associazione culturale “L’Agenda filosofica” in collaborazione con il Comune di Cervia, è giunta alla sua 18esima edizione. Una maggiore età che il festival, un classico dell’estate cervese, festeggia con 3 lezioni magistrali, 4 café philo in collaborazione con la Nuova Darsena del Sale, un recital filosofico e una serie di eventi collaterali.
Filo conduttore di quest’anno è “Le parole e le cose” che affronta il tema del linguaggio e della relazione – si legge in una nota del festival – “che lega noi parlanti e la nostra percezione del mondo”.
Le lezioni magistrali si svolgeranno in piazzale dei Salinari alle 21.30 e vedranno in dialogo scrittori e poeti. La prima lezione, il 24 luglio, vede protagonisti il filosofo Massimo Donà e lo scrittore Tiziano Scarpa; il 25 sarà il turno di Rocco Ronchi e del poeta Roberto Mercadini; Umberto Curi e la scrittrice Carmen Pellegrino saliranno sul palco il 26.
Il 27 luglio, invece, sempre in piazzale dei Salinari, ci sarà il recital filosofico “Il matto e il cavallo. Vita, morte e beatitudine di Friedrich Nietzsche”, a tu per tu con l’autore Massimo Canepa e reading di Paolo Faroni.
Tutti gli incontri sono presentati dal giornalista Massimo Previato.
Oltre alle prestigiose lezioni magistrali, il festival riaccende, dal 25 al 28 luglio, anche i café philo, veri e propri laboratori di filosofia pratica, in cui si potrà intervenire in un confronto libero sui temi in calendario. I café philo si svolgeranno dalle 18.30 alle 20 alla Nuova Darsena del Sale e saranno condotti da Enzo Novara e Monica Daccò.
Nell’edizione del 2022 ci sono anche una serie di eventi collaterali tra cui la mostra del pittore Carlo Ravaioli, “La città dei filosofi”, all’interno del ristrutturato e rinnovato Magazzino del Sale, visitabile fino al 30 luglio. Il 26 luglio alle 20, sotto la Torre San Michele, ci sarà la presentazione del gioco di società sulla storia di Forlì e della Romagna “Forum Livii” con l’autore, Simone Valmori.
L’ingresso agli eventi di “Filosofia sotto le stelle” è gratuito. In caso di maltempo gli appuntamenti saranno annullati.
Festa e concerto, tutto da ballare, sabato 23 luglio, sul palco del Finisterre Beach di Marina di Ravenna
Un appuntamento tutto da ballare, che rievoca il grande Bob Marley, indiscusso “king of kings” del reggae, quello programmato dal festival Spiagge Soul al Finisterre Beach di Marina di Ravenna, per la notte di sabato 23 luglio.
Il concerto, a ingresso gatuito, con inizio alle 22, vede sul palco in riva al mare i Banana Boat, il duo Bruno Orioli (voce e chitarre) e Francesco “King Frisko” Plazzi (chitarra e voce).
Per l’occasione saranno accompagnati da una super band con Simone Francioni al basso, Pietro Taucher alle tastiere e Luca Rizzoli alla batteria, per un concerto all’insegna del ballo e delle buone vibrazioni “in levare”.
Il consigliere: «La presenza del Movimento nella maggioranza è dannosa». Il segretario Pd: «Fi ha affossato Draghi»
Alberto Ancarani di Forza Italia al voto domenica 12 giugno
«Andrebbe chiesto a De Pascale perché non prenda atto di quanto dannosa sia la presenza del Movimento 5 Stelle nella sua maggioranza e nella sua giunta. Sui temi strategici come quello energetico l’unanimità del consiglio comunale è stata infranta solo da quella parte politica. La stessa che ha determinato la caduta del governo Draghi. Per quale ragione, ora che la coalizione nazionale del Pd con i grillini è defunta egli deve continuare a infliggere alla città di Ravenna l’onta di essere governato da coloro che hanno portato a un simile esito?».
Lo dichiara Alberto Ancarani, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, all’indomani della crisi di Governo. «Spiace – commenta a proposito – che il Presidente Draghi sia caduto nel tranello del Pd che ha preteso che non ci fosse un nuovo governo senza i 5 Stelle al solo fine di salvare il cosiddetto campo largo senza rendersi conto che esso era già divenuto un camposanto. Avremmo voluto proseguire l’esperienza con il Presidente Draghi affinché la legislatura avesse un termine ordinato. Purtroppo le mattate grilline e l’incomprensibile resistenza del Presidente Draghi a liberarsene hanno comportato questo esito. Che però, sia chiaro, non è il dramma che ci viene raccontato. L’attuale parlamento non è più rappresentativo della volontà popolare in quanto il gruppo di maggioranza relativa è stato ormai abbandonato dall’elettorato nel paese ed è stato dilaniato dalla scissioni interne. Restituire dunque la parola agli elettori, gesto determinato dal Movimento 5 Stelle, e non certo dal centrodestra che ha solo preso atto dell’impossibilità di continuare a governare con compagni di strada non solo ideologicamente lontanissimi ma ormai inaffidabili anche per i principii minimi di convivenza».
«Forza Italia – conclude Ancarani – è pronta ad affrontare le elezioni politiche nella coalizione di centrodestra, continuando a rappresentarne la componente più moderata, liberale, europeista e atlantista nell’auspicio che possa esserci, subito dopo le elezioni, un governo espressione diretta della volontà dei cittadini senza la supplenza della tecnocrazia che per troppo tempo è stata, in parte inevitabilmente, protagonista».
A rispondere ad Ancarani è stato nella serata di ieri, 21 luglio, il segretario comunale del Pd, Lorenzo Margotti, senza entrare però nel merito della questione 5 Stelle.
«È importante sottolineare – ha detto Margotti – come Forza Italia sia tra quei partiti che hanno affossato il Governo Draghi, non votandone la fiducia al Senato. Ci sono state, importanti divisioni interne, tanto che alcuni nomi eccellenti hanno lasciato il partito in dissenso dalla scelta compiuta. Il Partito Democratico ha sempre sostenuto l’operato del Governo Draghi sin dalla sua costituzione e fino alla fiducia. Il segretario nazionale Enrico Letta e i parlamentari del Pd hanno provato in ogni modo a scongiurare questa situazione di instabilità e la caduta del governo. Questo è un momento che richiede serietà, soprattutto verso l’Italia e gli italiani che vivono un periodo molto difficile da un punto di vista sociale ed economico determinato da diversi fattori legati all’aumento dei prezzi dell’energia, dall’inflazione e ovviamente anche agli aspetti di instabilità internazionale che tutti conosciamo. È in corso una guerra alle porte dell’Europa e sul fronte interno bisogna dare continuità all’attuazione del Pnrr. Quella in cui ci troviamo non è la soluzione auspicata dal Pd, ma sin da ora ci stiamo preparando ad affrontare il breve periodo che ci separa dalle elezioni politiche. Lo faremo con serietà, proponendo la nostra agenda per il Paese attraverso le candidate e i candidati che andranno a rappresentare i cittadini nel prossimo Parlamento. Vogliamo scongiurare – conclude il segretario – il rischio che il prossimo Governo sia guidato da un centrodestra che mette in discussione l’appartenenza alla Nato, all’Unione Europea e che mette a rischio i finanziamenti derivanti dal Pnrr».
Da Sironi a Pulini, la rassegna ai Magazzini del Sale curata da Claudio Spadoni, vede le opere di grandi autori dell’arte italiana. Inaugurazione il 22 luglio
Si inaugura venerdì 22 luglio, alle 18.30 ai Magazzini del Sale, la tradizionale mostra promossa dalla Cna. Quest’anno si intitola “Sogno o son desto?”, è curata ancora una volta da Claudio Spadoni, e propone opere di una quarantina di artisti di diverse generazioni, che coprono oltre un secolo di storia dell’arte.
A presentare l’esposizione è lo stesso Spadoni. «La mostra affronta il tema del “notturno”, ovvero della dimensione onirica ma anche della visionarietà ad occhi aperti intesa nelle più diverse accezioni, così come è stata interpretata da una campionatura di oltre trenta artisti».
In mostra alcuni grandi protagonisti del primo ‘900 italiano come Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Gerardo Dottori, Albero Savinio, Osvaldo Licini, e figure di primo piano delle generazioni successive, come Sebastian Matta, Mattia Moreni, Emilio Scanavino, Franco Francese, Ennio Morlotti, Sergio Vacchi, Carlo Mattioli, Sergio Romiti, Ilario Rossi. E ancora Enrico Baj, Giosetta Fioroni, Mario Schifano, Concetto Pozzati, Luigi Ontani, Gino de Dominicis, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino. Per giungere ad artisti attivi da fine secolo a oggi, come Massimo Pulini, Antonio Violetta, Graziano Pompili, Silvano d’Ambroso, Davide Rivalta, Enrico Lombardi, Lucia Nanni, Enrico Minguzzi, Marco Neri, Franco Pozzi.
L’esposizione sarà organizzata in tre sezioni: la sezione “Notturni” offre una panoramica delle rappresentazioni della notte in senso proprio, con immagini paesaggistiche, figure nel buio, sogni o incubi. Segue la sezione che riprende il titolo della mostra, con opere che spaziano dalla visione allucinata a paesaggi sconvolti, evocazioni mitologiche, apparizioni misteriose, ma anche immagini di una memoria infantile o di un gioco concettuale di ambigue identità. L’ultima sezione, “Il sogno dell’antico, l’immaginario contemporaneo”, propone artisti che guardano al passato riprendendone motivi linguistici o con dichiarati omaggi ad alcuni grandi maestri, mentre alcuni esponenti dell’ultima generazione, pur sempre sul pensiero guida di motivi o generi artistici storici, li interpretano con soluzioni tecniche del tutto nuove.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con un testo introduttivo del curatore.
Nel weekend dal 23 al 25 settembre nello spazio degli ex Salesiani incontri e dibattiti con la redazione del giornale online. Programma da definire, già prevista la presenza anche di Luca Bizzarri e Andrea Pennacchi
Luca Sofri, direttore de Il Post, sarà a Faenza il 21 settembre
Il giornale online “Il Post” torna a Faenza per la quarta edizione di “Talk”, l’appuntamento autunnale con incontri e dibattiti di attualità e quest’anno sarà per tre giorni e non solo uno.
Il successo delle scorse edizioni, nonostante gli anni della pandemia, ha convinto ad aumentare le occasioni di incontro e di approfondimento per un intero weekend, dal 23 al 25 settembre che continuerà ad avere come cuore il Complesso ex Salesiani di Faenza. La formula di “festa-giornale” non cambia, diventano di più le occasioni di incontrare la redazione del Post, gli ospiti che si ritengono in sintonia con i contenuti e lo stile del giornale, il modo di affrontare i problemi spiegando bene le cose.
Fra i nomi già in programma, che verrà definito nelle prossime settimane, troviamo i componenti della redazione Luca Sofri, Francesco Costa, Manuele Menietti, Ludovica Lugli e Stefano Nazzi; inoltre saranno presenti Luca Bizzarri, Paola Turci, Giovanni de Mauro, Diego Passoni e Andrea Pennacchi.
Tra le conferme di questa edizione, anche la collaborazione con la libreria Moby Dick, che quest’anno avrà uno spazio più significativo, la collaborazione con lo studio di progettazione Bartoletti Cicognani che ha dato supporto nella gestione logistica degli spazi e valorizzazione degli ambienti del Complesso, Comm To Action il Laboratorio di Comunicazione d’Impresa di Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna che permetterà di coinvolgere diversi studenti, i quali seguiranno la promozione dell’evento sui canali social sia nei mesi precedenti che nel giorno stesso dell’iniziativa. L’evento è organizzato con il supporto locale della consulente Federica Ferlini, il patrocinio del Comune di Faenza, il sostegno di Unione Romagna Faentina e della Regione Emilia-Romagna.
«La notizia della maggiore durata di questo appuntamento non può che soddisfarci – dice il vice sindaco di Faenza Andrea Fabbri –. Per far conoscere la nostra città alle migliaia di abbonati del giornale che arriveranno in centro, offriremo dei pacchetti di agevolazioni per permettergli un’esperienza completa di conoscenza di Faenza e della propria offerta culturale e artistica».
La variante Omicron-5 è diventata dominante in meno di due mesi. Quarta dose già ricevuta dal 45 percento degli over 80
L’ondata della variante Omicron-5 del Covid in provincia di Ravenna viaggia a circa cinquemila nuovi contagi a settimana da inizio luglio. Sono numeri che non si vedevano da diversi mesi, precisamente da inizio febbraio (a gennaio la curva era arrivata a 10-12mila casi a settimana, i numeri più alti di sempre). Nel periodo dal 3 al 17 luglio il numero di nuovi casi ogni sette giorni è stato stabile, la curva potrebbe quindi essere arrivata al plateau. Oggi l’incidenza dei nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti (parametro che consente il confronto con altri territori) si attesa attorno a 1.100-1.300, leggermente sopra la media nazionale.
Nell’ultimo mese (20 giugno-20 luglio) in provincia ci sono stati quasi 19mila casi. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano stati 160. E nel 2020 furono 96. Nonostante queste distanze, il numero dei decessi non è schizzato. Quest’anno 28 morti, zero un anno fa, 5 due anni fa. E le terapie intensive e i reparti ordinari in ospedale non sono al collasso. I posti letto occupati in terapia intensiva da maggio non sono stati mai più di 5-6 al giorno, circa un terzo rispetto a dicembre. Gli esperti spiegano il dato con la minore gravità dell’infezione con la variante predominante in circolazione. I sequenziamenti a campione nei laboratori dell’Ausl dicono che oggi il 60 percento è Omicron-5, il resto quasi tutto Omicron-4. I primi casi di Omicron-5 sono di fine maggio.
L’Ausl comunica ogni sette giorni il dato dei casi attivi, cioè le persone hanno avuto una diagnosi di positività al virus (da tampone molecolare se avevano sintomi o con autotest antigenico casalingo se asintomatici) e stanno affrontando la malattia, nella quasi totalità dei casi in isolamento domiciliare. Al 18 luglio erano seimila. Il 17 gennaio scorso il picco massimo da quando è iniziata la pandemia: quasi 17mila.
Le morti per Covid in provincia sono state 1.400 circa in due anni e mezzo. Nel 2022 finora sono state poco più di 300. La maggior parte è concentrata nel bimestre dicembre 2020-gennaio 2021 (quando la campagna vaccinale era alle prime battute): 550 decessi. L’Ausl calcola un tasso di letalità dello 0,9 percento. Il dato è la proporzione di decessi sul totale dei soggetti ammalati in un arco di tempo. È un indice di rischio, indicando la probabilità di morire se si è affetti dalla malattia.
La diffusione del virus così massiccia sta avendo anche effetti sulla campagna vaccinale. Chi si infetta sviluppa un’immunità temporanea. Il ministero della Salute ha aperto la campagna delle quarte dosi – tecnicamente indicata come seconda dose di richiamo o second booster – l’1 marzo scorso. All’inizio solo per i soggetti fragili, da aprile a tutti gli over 80 e dal 13 luglio in Emilia-Romagna per tutti gli over 60 che corrispondono a una platea di 850mila cittadini. In quasi cinque mesi in provincia sono state somministrate 18mila dosi. È significativa la distribuzione temporale di queste dosi. Diecimila nel mese da metà aprile a metà maggio. Da allora si è viaggiato a una media di 300 a settimana fino all’impennata tra l’11 e il 17 luglio con 2.800 dosi.
L’Ausl Romagna fa sapere che nel Ravennate ci sono 29mila persone (su circa 400mila residenti) con più di 80 che potrebbero ricevere la quarta dose perché hanno avuto la terza da più di quattro mesi e in questo periodo non hanno contratto il Covid. La percentuale di chi si è prenotato è del 45 percento percento. Il dato è più alto della media romagnola (a Rimini si ferma al 30).
Per la fotografia completa della campagna vaccinale sul territorio va segnalato che ogni settimana vengono somministrate anche circa 100-200 dosi tra prime e seconde. In totale 850mila dosi da gennaio 2021. Da segnalare che lo 0,8 percento del personale Ausl in provincia è sospeso dal servizio perché non vaccinato: si tratta di 40 persone.
Il 24 luglio a Dolcevita Beach Club un contest ironico tra sfilate in passerella e prove di freestyle in mare, allestita un’area gioco per i più piccoli
Tra i simboli delle vacanze estive ci sono sicuramente i gonfiabili, oggetti galleggianti di forme e colori disparati, e la spiaggia di Punta Marina ospiterà un festival a loro dedicato. Al Marina Family Village e all’Adriano Family Camping Village il 24 luglio un evento aperto a tutti, sia agli ospiti della struttura di Club del Sole sia a coloro che decideranno di trascorrere una giornata al mare. Nella cornice del Dolcevita Beach Club un contest ironico: una sfilata sulla passerella portando con sé il proprio gonfiabile, possibilmente gigante e dalla forma esclusiva ed originale, la presentazione del proprio inflatable e, a coronamento dell’intera performance, si chiude con una prova di freestyle in mare.
Il primo classificato si aggiudicherà una vacanza in una delle strutture Club del Sole, al primo e al secondo di ogni categoria saranno consegnati diversi premi, come prodotti Intex, forniture Monge e giornate in spiaggia al Dolcevita Beach Club.
La giornata sarà dedicata al divertimento con attività sin dalla mattina: dalle 10 alle 17 saranno allestite un’area kids e un’area selfie per immortalare tutti i momenti della giornata; dalle 17 alle 18.30 è in programma la sfilata dei partecipanti e poi, dalle 18.30 alle 19, il momento clou, quello che premierà i vincitori di questa competizione unica. Dopo aver decretato i più originali e bei gonfiabili, spazio alla musica e al ballo con il Dj Paolo Pellegrino.
«Organizzare ed accogliere questo tipo di eventi è in linea con il nostro modo di vedere la “nuova” vacanza all’aria aperta – afferma Angelo Cartelli, direttore generale di Club del Sole –, nella quale il contatto con la natura, il mare e la libertà convivono con servizi innovativi ed esperienze uniche di intrattenimento dedicate a tutta la famiglia».
Se ne è parlato in un tavolo di confronto. In arrivo la firma per il rinnovo del protocollo sulla sicurezza
Sarà firmato nei prossimi giorni il rinnovo del Protocollo d’intesa per la pianificazione degli interventi sulla sicurezza del lavoro nel porto di Ravenna. Uno «strumento efficace – si legge in una nota del circolo Pd del Porto di Ravenna – per aumentare il livello di sicurezza e pianificare i relativi interventi a scopo precauzionale e preventivo». Il cui ritardo del rinnovo sta causando «non poche preoccupazioni agli operatori portuali», assicura il segretario del circolo, nonché direttore della Compagnia Portuale, Denis Di Martino.
Sul tema della sicurezza, e non solo, si è svolto nelle scorse settimane un tavolo di confronto organizzato dallo stesso circolo Dem del Porto, a cui erano presenti le principali associazioni datoriali e sindacali, oltre che gli enti e le associazioni rappresentative del mondo portuale.
«Le posizioni emerse – commenta il segretario Di Martino – indicano, che esistono due macro modelli di portualità. Il primo – basato su una concorrenza al ribasso, per attrarre clienti, praticando tariffe inferiori, speculando su formazione, sicurezza e rispetto dei contratti di lavoro – presenta potenziali incrementi di traffico nel breve periodo, a discapito delle regole in cui noi fortemente crediamo e che pensiamo debbano stare alla base di ogni forma di lavoro. Il secondo – continua la nota – è un modello di porto caratterizzato dall’erogazione di un servizio di qualità, saldamente legato al rispetto di quelle normative, che mettono seri limiti a speculazione e lavoro irregolare. Il tipo di sviluppo che noi proponiamo per il porto di Ravenna, basato sulla tutela della legalità e sull’efficienza e la specificità del lavoro portuale che siamo in grado di offrire. Un lavoro che sia in grado di generare un valore aggiunto nei confronti dei propri clienti, in termini di servizi e nei confronti del proprio territorio, in termini di ricchezza generata. Chiaramente, l’organizzazione dello scalo ravennate dev’essere in grado di adeguarsi alle esigenze, date dalle situazioni e congiunture economiche del momento, rispondendo positivamente e in maniera tempestiva alle reali necessità del mercato».
«Oltretutto – continua la nota del circolo Pd del Porto – pensiamo che in un momento di grandi trasformazioni e cambiamenti che il nostro porto sta affrontando o affronterà a breve sia importante avere ben presente il sentiero da percorrere evidenziando le differenze fra i due modelli di cui parliamo e crediamo che tutto il partito, non solo il nostro circolo, debba schierarsi chiaramente e senza tentennamenti. Rileviamo la necessità di una maggiore e più incisiva pianificazione del lavoro da parte degli Enti pubblici e di controlli effettuati dagli Organismi competenti. Il Governo del Paese, ancora oggi, non è stato in grado di mettere ordine in un fittissimo sottobosco di leggi, leggine e regolamenti, spesso contrastanti fra loro, che favoriscono di fatto l’insorgere del lavoro nero, della concorrenza sleale. Riteniamo pertanto necessario un intervento legislativo a livello nazionale che possa uniformare i sistemi portuali nazionali e limitare le svariate interpretazioni, a volte al limite del fantasioso, che di fatto favoriscono situazioni di concorrenza impropria».
«Ci teniamo a precisare – conclude la nota -, che le riflessioni fatte, devono intendersi non solo nei confronti delle “attività prettamente portuali”, ma anche verso quelle ferroviarie e di autotrasporto, che sono parte integrante del sistema logistico e portuale ravennate. Si può concludere dicendo che, per quanto emerso dalle discussioni fatte in ambito del Tavolo, le esigenze più sentite dagli operatori sono legate a una visione “regolata” del mondo del lavoro, all’erogazione di un servizio di qualità, a controlli seri e puntuali ed alla collaborazione di tutte le parti coinvolte, al fine di “fare sistema” e ragionare come un unico corpo. La necessità più sentita oggi da parte del Tavolo di confronto istituito in seno al Circolo Pd è poter diffondere una cultura del lavoro portuale, tramite dibattiti, pubblicazioni, social media, che possa contribuire fattivamente allo sviluppo dello scalo ravennate in termini positivi».
Da quindici anni a Milano, una 39enne di Solarolo è cofondatrice di un’agenzia di comunicazione che lavora su social e digitale: «È come un testimonial, non è necessario. Funziona se è spontaneo. E non sempre il profilo che cerchiamo è quello con più follower». Quanto si guadagna con post e storie su Instagram e Tiktok? «Difficile dirlo»
«Se una campagna pubblicitaria funziona solo grazie a un influencer allora non è una buona campagna perché manca l’idea creativa. Però l’influencer adatto può essere l’aggiunta che trasforma un’ottima campagna in una eccellente». Le parole che inquadrano uno dei mestieri più inseguiti e sfuggenti di oggi sono di Michela Ballardini. La 39enne di Solarolo mastica pubblicità in campo digitale da un po’ di tempo, prima come copywriter e poi come responsabile di contenuti. Negli ultimi sedici anni Ballardini ha lavorato per diverse agenzie di Milano – seguendo clienti come Sanpellegrino, Fox, Nestlé e Folletto – poi nel 2021 è entrata nel team di Conic e con loro ha fondato l’agenzia Bico, dedicata all’ambito dei contenuti social e digitali, di cui è amministratrice delegata.
Partiamo dalle basi. Dal punto di vista di un’agenzia che costruisce una campagna per un marchio, che cos’è un influencer?
«È qualcuno che ha il seguito di una community e quindi è un mezzo per raggiungere una quantità di persone con un messaggio».
Andiamo subito al soldo. Quanto costa ingaggiare un influencer?
«Non c’è un tariffario, non esistono cifre predefinite. Di solito ognuno ha un minimo e un massimo e ci sono trattative. Per esempio, un profilo con mezzo milione di follower può chiedere 30-40mila euro per dieci contenuti suddivisi tra feed, storie e reel di Instagram e video Tiktok. Ma non è detto che chiunque abbia quei follower si muova per le stesse cifre».
Michela Ballardini, ceo dell’agenzia Bico (gruppo Conic)
Ogni campagna di pubblicità di qualunque brand ha bisogno di un influencer?
«No, sarebbe come dire che in ogni spot tv debba esserci per forza un testimonial. Dipende dalla strategia del brand, dai suoi obiettivi, dal budget e anche dal target. Per esempio se un brand ha un target molto molto ampio, è difficile che un unico influencer possa parlare a tutti. Allora in quel caso o si ha il budget per averne diversi per ogni target, oppure magari ha senso strutturare una campagna che non preveda influencer».
Come si decide se serve un influencer?
«Una compagna appoggiata solo sulla presenza di un influencer ha una debolezza creativa. Se devi spingere un rossetto e ti limiti a darlo a un influencer perché dica quanto è bello, non c’è un’idea creativa ma si basa tutto sul fatto che la sua community possa comprarlo per emulazione. L’ideale è immaginare una campagna che funzioni da sola e possa diventare eccellente con l’aggiunta di un influencer».
Come si individua l’influencer adatto?
«Un ruolo importante può averlo l’esperienza dei creativi. Poi ci sono agenzie specializzate che curano la gestione di più influencer, anche quelli che non hanno numeri enormi di follower. Si fornisce alle agenzie un brief più dettagliato possibile sul tipo di progetto, gli obiettivi del cliente, il tono di voce, lo stile del linguaggio e ti restituiscono delle proposte da valutare. Di solito viene anche presentata una reach stimata, cioè il numero possibile di persone che vedranno un contenuto, calcolato sulla base di precedenti contenuti simili quindi non è un numero scolpito nella pietra».
Cosa contribuisce ad avere una reach più o meno alta?
«Ci sono logiche che spesso restano sconosciute. Prendiamo l’esempio di Instagram: di recente l’algoritmo sta facendo tanti cambiamenti che molti influencer ammettono di non aver ancora capito. Ultimamente sembra che i reel vengano premiati molto di più rispetto alle storie o ai post statici perché Instagram si sta “tiktokizzando”: sta facendo scelte per avvicinarsi al social con cui è in concorrenza, come avevamo già visto quando aveva introdotto le storie per rispondere a Snapchat».
Un alto numero di follower è sempre il primo parametro che valutate nella scelta di un influencer?
«Il numero fa massa ma spesso è più interessante guardare l’engagement rate, il rapporto tra il numero di follower e quante interazioni fanno con i contenuti del creator. Esistono anche strumenti specifici capaci di valutare quanto è sano un profilo, per capire se ha acquistato follower».
Ma c’è una soglia minima di follower per ambire ad essere influencer?
«Potenzialmente potrebbe bastare anche un migliaio, si chiamano nano influencer e servono soprattutto per la promozione di attività locali che non hanno motivo di raggiungere persone distanti perché non saranno mai nel loro target. È un po’ come faceva una volta il pr della discoteca. Se però la zona di interesse è molto ristretta magari diventa più conveniente fare una sponsorizzata sui social dove hai la possibilità di definire i target».
Un profilo con molti follower, collezionati grazie ai propri contenuti, prima o poi verrà avvicinato da qualcuno per proporre sponsorizzazioni?
«Sì. Quando sei un megafono grande con una identità ben definita diventi per forza interessante per qualcuno che ha prodotti o servizi da promuovere. È successo così a Khaby Lame o a Mattia Stanga su Tiktok. E non sei interessante solo per i brand, diventi un oggetto del desiderio anche per molti editori che quasi certamente ti proporranno un libro perché sanno di averne una quota già venduta tra i follower. Ormai non c’è un influencer che non abbia fatto il suo libro…».
Instagram è contento che un brand investa soldi in un creator anziché nell’acquisto di spazi sponsorizzati venduti dal social network?
«Instagram è contento quando sulla sua piattaforma ci sono contenuti che tengono la gente con gli occhi sullo schermo. Quindi più tempo passa un utente a guardare contenuti, anche di influencer, e più pubblico avrà Instagram a cui mostrare le pubblicità da cui incassa».
Un influencer pubblica contenuti confezionati dall’agenzia o partecipa alla loro creazione?
«Più se ne occupa direttamente in prima personale migliore sarà il risultato finale perché aumenta la possibilità che venga qualcosa in linea con lo stile di quell’influencer e quindi percepito come più spontaneo dai suoi fan evitando l’effetto “marchetta”. L’importante è dare le coordinate precise all’influencer: se deve evitare certe parole per questioni legali, se deve tenersi lontano da certi ambiti…».
Quanto è credibile un influencer quando dice di essere utilizzatore di un prodotto o di un servizio?
«Se fa un contenuto a pagamento per legge va messa la dicitura “adv”, spesso sotto forma di hashtag, che sta per advertising. Se non c’è significa che sta proponendo qualcosa di sua iniziativa. Però ci sono anche altre formule. Per esempio “supplied by”: il caso classico è quello di un ristorante o di un albergo che invita un influencer perché possa provare un’esperienza. Non lo sta pagando ma lo sta ospitando, con la speranza che ne parli alla sua community. Oppure si inviano prodotti in regalo agli influencer, magari dopo aver chiesto qualche informazione sui loro gusti all’agenzia che li segue o a loro stessi, e poi si spera che ne parlino sui loro canali mettendo la dicitura “gifted by”. Il concetto cruciale è essere credibile: non puoi mettere una merendina in mano a un salutista e fargli dire quanto è buona, la sua comunità lo percepirà come finto».
Esibizione di Wressnig & Prado (in trio) venerdì 22 luglio sul palco del Finisterre Beach di Marina di Ravenna
Wressnig & Prado, un organista austriaco e un chitarrista brasialiano formano la “strana coppia” creatrice di un originale stile sonoro che intreccia soul, blues e funk in una nuova chiave groove. Sono attesi venerdì 22 luglio al Finisterre Beach di Marina di Ravenna nel fitto programma di live del festival Spiagge Soul 2022. Il set del concerto, a ingresso gratuito con inizio alle 22, si compone del trio Raphael Wressnig (Hammond B-3, voce), Igor Prado (chitarra, voce) e Yuri Prado (batteria, percussioni)
Raphael Wressnig non è il solito organista. La sua capacità di muoversi tra soul, funk, jazz e blues gli è valsa l’attenzione di una vasta platea internazionale di critici e numerose nomination, negli ultimi dieci anni, sia per i DownBeat Critics che per i Readers Polls come “Miglior suonatore d’organo dell’anno”. Dal funk in stile New Orleans al soul e rhythm&blues, i suoni percussivi di Hammond di Wressnig evocano musica dinamica e ad alto voltaggio, con un incontro tra stile old-school e new-school che crea un’autentica atmosfera soul & blues, ma con un tocco funky più contemporaneo.
Insieme al maestro della chitarra brasiliano Igor Prado mostra il brillante potenziale di questi vecchi generi, facendoli vivere in un modo nuovo. L’album Groove & Good Times è stato pubblicato a settembre 2021 su Pepper Cake Records ed è stato nominato per il German Record Critic’s Award, mentre DownBeat Magazine l’ha incluso nella lista dei “Migliori album del 2021”.