Beppe Bergomi premiato a Ravenna: «La Juve? Difficile che passi il turno»

L’ex capitano dell’Inter oggi commentatore televisivo al Pala Congressi per parlare di giovani e calcio

Bergomi RavennaUn Pala Congressi gremito (in particolare dai ragazzi del settore giovanile del Ravenna Football Club) ha salutato uno degli eroi del 1982, il più giovane calciatore dopo Pelè a vincere, a 18 anni, un campionato del mondo. Si tratta dello storico capitano dell’Inter dei record Beppe Bergomi, per tutti lo “Zio”, da anni commentatore televisivo, omaggiato alla terza edizione di “Non è un pallone per vecchi”, premio organizzato dallo stesso Ravenna Fc (nelle prime due edizioni sono stati premiati Roberto Donadoni ed Eusebio Di Francesco) e che viene assegnato a una figura del mondo sportivo “in grado di valorizzare i giovani e trasmettere loro equilibrio e passione”.

È stata l’occasione per raccontare alla platea come è arrivato a vincere il Mondiale, da quando a 11 anni venne scartato dal Milan per reumatismi nel sangue («ma ero contento di poter tornare a giocare con i miei amici») alla morte del padre a 16 anni («mi veniva a vedere poco al campo, aveva la sua attività da portare avanti»), invitando i tanti giovani presenti a giocare con passione e a inseguire i propri sogni, cercando di essere responsabili e di seguire esempi positivi.

Divertente il siparietto che si è aperto al momento delle domande del pubblico, con i ragazzi delle giovanili giallorosse protagonisti. E così scopriamo che il giocatore più difficile da marcare, per lo Zio, è stato Van Basten («ma i tifosi del Napoli non si offendano, il più forte è stato Maradona, a cui però perlomeno potevo togliere la palla di testa, quando era alta, a Van Basten no») e che Bergomi al momento non dà grosse possibilità di passaggio del turno in Champions alla Juventus, che tra l’altro commenterà in diretta su Sky. «L’Atletico non è forte solo a difendersi, è una squadra che sa ripartire e giocare. Se devo essere razionale credo che per la Juve sarà molto difficile, ma poi si sa, nel calcio può succedere di tutto…».

«Sono interista – dice poi un bambino di 10 anni – e ho l’abbonamento a San Siro, vorrei sapere cosa si prova a indossare la maglia dell’Inter». E Bergomi risponde come da copione: «Per me è stata una seconda pelle, una grande emozione. Sono colori che creano un grande senso di appartenenza». E poi cita due giocatori che secondo lui hanno rappresentato l’essenza dell’Inter nei suoi anni: Paul Ince e Diego Simeone.

Tra i relatori, pure lei premiata a fine incontro, anche l’ex calciatrice Katia Serra – che ha fatto un appassionato spot al movimento del calcio femminile, in vista anche del Mondiale della prossima estate – e il centravanti che sta trascinando il Ravenna verso i play-off, il simpatico Manuel Nocciolini (piccolo idolo dei bambini in sala), che ha raccontato brevemente la sua carriera, rivelando anche di essere stato sul punto di mollare, prima di ripartire dal Montevarchi in serie D e poi arrivare anche a giocare in serie B con il Parma, dopo aver vinto la C da protagonista.

E il presidente del Ravenna, Alessandro Brunelli, ha chiuso l’incontro annunciando una nuova iniziativa messa in campo dalla società: una sorta di borsa di studio per il ragazzo delle giovanili che i compagni voteranno come quello dal comportamento migliore e più rispettoso, dentro e fuori dal campo.

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