Parla il nuovo segretario comunale Pd: «Dobbiamo coinvolgere di più gli iscritti»

Alessandro Barattoni, alla vigilia del festival dei diritti di Marina di Ravenna: «Renzi riparta dai territori»

Barattoni.Alessandro

Alessandro Barattoni

Alessandro Barattoni, 34 anni, di­pen­dente di un’azienda di autotrasporto, è il nuovo segretario comunale del Pd da qualche mese. Lo incontriamo alla vigilia del festival dei diritti organizzato a Marina di Ravenna dal 30 giugno al 2 luglio (vedi a questo link)  in un momento particolarmente travagliato per il Pd, dopo la scissione da parte di Mdp a cui hanno aderito anche molti esponenti del partito locale. E dopo le ultime, disastrose amministrative per i Democratici.

Segretario, che clima si respira nel partito dopo il congresso e dopo la scissione?
«C’è  voglia di discutere e confrontarsi. E credo che dopo un anno in cui per sette volte siamo andati dai nostri a dir loro cosa e come votare, ora sia arrivato il momento dell’ascolto. Un partito come il nostro credo abbia il dovere di confrontarsi con tutti, troppo spesso si è confuso l’ascoltare con il parlare solo con chi ci dava ragione. Per questo, per esempio, tra le prime aziende che abbiamo incontrato c’è l’Acmar (che come noto ha di recente licenziato oltre cento persone, ndr), per capire sia le ragioni dei sindacati e dei lavoratori, sia quelle dell’azienda».
A proposito di aziende più o meno vicine, viene in mente la Cmc, anche per la decisione di non sostenere più lo sport in città.
«Per le imprese, in particolare per le cooperative, sponsorizzare e sostenere non è solo un modo per mantenere un collegamento con la città ma è contribuire alla crescita delle persone, la storia ci dice che le sponsorizzazioni hanno consentito di far avvicinare i soci e i loro figli (in questo caso di muratori, in altri di camionisti, in altri ancora di braccianti) allo sport e alla cultura. Credo che Cmc possa e debba rivedere questa posizione».
Intanto Cmc minaccia di non riaprire il cementificio che occupava 19 persone, dopo l’obbligo di chisura dello stabilimento in Dar­sena per motivi legate alla compatibilità ambientale. Si tratta di un caso in cui la tutela della salute ha prevalso su quella del lavoro?
«Non credo si tratti di questo, e Cmc sapeva da tempo che lì non sarebbe stato possibile continuare a produrre. Sono certo che troverà una soluzione per i 19 lavoratori e anche per riavviare l’impianto che è un valore per tutta la città; restare senza potrebbe comportare problemi per molti».
Ma quale deve essere il ruolo del partito che esprime l’amministrazione, in questo come in altri ambiti? È stato spesso difficile scindere le due cose…
«Sì, è vero e credo che sia uno dei temi centrali, recuperare il ruolo, tornare a essere un luogo dove si produce pensiero attraverso il confronto con gli altri».
Cosa le è piaciuto di più dell’operato di De Pascale in questo primo anno e cosa di meno?
«Credo che Michele abbia fatto molto bene su vari fronti. In particolare è riuscito a portare Ravenna su tutti i tavoli nazionali che contano, come aveva promesso di fare in campagna elettorale. Tra i risultati più importanti c’è sicuramente il fatto di aver conservato i 40milioni di gettito Imu dalle piattaforme petrolifere, fondamentali per dare un po’ di ossigeno anche in termini di manutenzione del territorio».
Le multe ai mendicanti, potrebbe essere un provvedimento discutibile, un contentino agli alleati repubblicani?
«Le multe servono a sanzionare comportamenti scorretti, non mi sentirà mai parlare male delle multe. Se si pensa alla reinternalizzazione dei servizi sociali o al bando per l’accoglienza dei profughi, non credo si possa criticare Michele per le politiche sociali».
Politiche queste, in mano però a un’assessora non del Pd. L’alleanza con Sinistra per Ravenna è una garanzia di politiche di sinistra in questo momento in cui c’è tanto dibattito sulla collocazione dei dem?
«Chi dice che il Pd non è un partito di centrosinistra lo fa in malafede, è evidente. Io credo che le scelte di questo territorio siano la dimostrazione che dove il centrosinistra esiste è in grado di governare ed esprimere politiche diverse e riconoscibili rispetto a dove non governa».
A livello nazionale però ci sono sempre più frizioni tra Pisaspia, Bersani e Renzi. Potrebbero riverberarsi sul territorio?
«Sono curioso e non so cosa succederà alla nostra sinistra… Ma sono anche tranquillo perché conosco la realtà locale e so che qui, come in Regione, è possibile lavorare insieme in modo proficuo».
Un festival a Marina di Ravenna. Un modo per riconquistare il territorio? O è proprio quella una delle sedi che potrebbero essere prestate o concesse a Mdp?
«È vero che Marina è l’unica realtà dove si sono dimessi gli otto noni del direttivo del circolo e per realizzare la festa parteciperanno volontari di tutto il comune. Per quanto riguarda la questione delle sedi, ho chiesto a Mdp un po’ di tempo per capire bene  la situazione, la distribuzione e disponibilità dei volontari e degli iscritti, le necessità dei diversi circoli. Ci troveremo dopo l’estate e sono sicuro che troveremo un accordo. Da parte nostra non c’è nessuna volontà di chiusura».
Intanto però fate un festival dei diritti. Un modo per vedere il bicchiere mezzo pieno da parte della cosiddetta “sinistra”?
«Il tema dei diritti lo abbiamo scelto perché ci sembra importante contestualizzare, mettere in fila le cose in modo che se ne capisca il senso e la direzione. Sicuramente l’allargamento dei diritti è stato un obiettivo raggiunto da parte del Pd. Ora credo che ci si dovrebbe concentrare sulla situazione socioeconomica del paese. Un partito riformista e progressista deve studiare e lavorare ogni giorno perché l’ascensore sociale possa ripartire».
Questa festa sarà anche un modo per incentivare il tesseramento. A che punto siete ?
«Circa il 50 percento del totale del 2016. Ma più che i numeri  mi preoccupano le persone che ci chiedono: “ma perché dovrei tesserarmi? A cosa serve?”. Ecco vorrei dare una risposta concreta a queste persone. È una sfida, che ormai riguarda solo il nostro partito – e aggiungo purtroppo anche perché tutti gli altri soggetti politici non si definisicono partiti ma movimenti, associazioni – ma che come segreteria credo da Ravenna dovremmo porre al Pd Nazionale e riguarda il ruolo e il coinvolgimento dell’iscritto in momenti diversi dell’anno. Non possiamo limitarci a gestire l’esistente».
Ci può indicare un impegno che come partito comunale volete prendere da qui a fine mandato? Una proposta da sottoporre al consiglio?
«Il nostro è un dialogo continuo, saremo a fianco dell’amministrazione e saremo un pungolo».
Alla riapertura dei Tre Ponti ha chiesto scusa. Un po’ una novità nel linguaggio della politica…
«Andando ogni giorno a San­t’A­l­berto so bene il disagio che hanno vissuto i residenti. Gli errori sono stati fatti nella fase iniziale della chiusura e dettati dal mancato confronto con chi tutti i giorni usufruiva di quella strada. Chiedere scusa, una volta terminati i lavori, mi è sembrato doveroso. Può capitare di sbagliare, bisogna saperlo ammettere».
È un consiglio che potrebbe dare anche a Renzi, per cui peraltro lei ha votato, dopo questa infelice tornata di amministrative per il Pd?
«Credo debba seguire la linea che aveva presentato al congresso e che partiva da un’analisi degli errori commessi e si poneva il tema di creare un nuovo centrosinistra. Proviamo a ripartire da lì e dalla connessione di un partito con il territorio e con i propri militanti, senza anteporre il destino personale dei dirigenti ai progetti».
Prima non mi ha risposto: davvero non le viene in mente nulla fatto dalla giunta de Pascale in questo anno che andrebbe secondo lei modificato?
«Credo che abbiamo due funzioni diverse e, in quanto partito di maggioranza relativa, complementari e supplementari. Come partito abbiamo il dovere di confrontarci, eventualmente di criticare, ma soprattutto di pensare a un orizzonte di medio-lungo periodo. Se posso permettermi – e non sono due errori ma cose sulle quali 12 mesi dopo è necessaria un’accelerazione – sono il decentramento, inteso come ruolo e servizio ma anche come valorizzazione di tutte le peculiarità ed eccellenze delle 70 frazioni del comune, e lo sviluppo di un nuovo rapporto con il Parco del Delta del Po».

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