Il neosenatore Errani: «Lavoro, salute, sud: serve un’opposizione nel merito»

Eletto nelle file di Leu, l’ex presidente della Regione spiega: «Il recente scontro istituzionale è stato causato da un mix inquietante di infantilismo, arroganza e corsa al potere». L’appello a fronti repubblicani? «Per me è un errore, serve discontinuità». Elezioni amministrative in arrivo: «Sui territori non esistono alleanze precostituite, e conta molto il vissuto locale»

Il ravennate più celebre sulla scena politica italiana degli ultimi decenni è senza dubbio Vasco Errani. Per tre volte presidente della Regione Emilia Romagna, si dimise nel 2014 dopo una sentenza di colpevolezza per falso ideologico in secondo grado che fu poi ribaltata dalla Cassazione che ne sancì l’assoluzione. Dopo la totale riabilitazione politica è stato commissario straordinario per la ricostruzione dopo il terremoto nel Centro Italia e, scaduto quel mandato, è tornato alla politica attiva da militante. Il suo addio al Pd alla Strocchi richiamò tantissimi ex compagni di partito e le tv nazionali. Errani, da sempre vicinissimo a Bersani, scelse infatti di seguire l’ex segretario in una nuova formazione politica, Articolo 1 – Mdp (a Marina fino al 10 giugno e dal 15 al 18 la festa della rappresentanza locale). La sua è stata una delle candidature eccellenti lo scorso 4 marzo per Leu, la formazione guidata da Piero Grasso, che nel complesso ha ottenuto un deludente 3,4 percento ma ha comunque consentito l’elezione di Errani al Senato, insieme ad appena tre colleghi di partito, dove ora si trova sui banchi dell’opposizione. Leu, nata come l’insieme di tre partiti (Possibile, Mdp, Sinistra Italiana) ha iniziato un percorso per diventare un partito che però non includerà tutte le tre forze (Possibile si è già chiamato fuori).

Senatore, cosa ne pensa di questo governo giallo-verde? Cosa in particolare la preoccupa di più?
«È un governo che nasce dopo 90 giorni di difficilissima gestazione e dopo uno scontro istituzionale, la cui responsabilità grava su Lega e Movimento Cinque Stelle, frutto di un mix per certi versi inquietante tra arroganza, infantilismo e rincorsa al potere. Nasce connotato a destra, in particolare sul tema delle tasse, dei migranti e dei diritti civili. Sicuramente gli interrogativi sono tanti a partire dalla distanza tra le promesse e gli annunci fatti e le concrete possibilità di realizzarli, fino alla confusione e alle incertezze sulla politica internazionale».

Vasco Errani

Secondo lei, sarebbe stato evitabile se il Pd avesse accettato un confronto con il Movimento CInque Stelle? Leu sarebbe stata disposta a un appoggio esterno in quel caso?
«Ritengo che, dopo aver approvato una legge elettorale sostanzialmente proporzionale, il rifiuto del Pd di aprire un confronto di merito sia stato un errore, noi un confronto pensavamo fosse giusto aprirlo. Oggi ci troviamo davanti ad un abbraccio pericoloso tra Movimento Cinque Stelle e Lega con molte incognite e già ora stanno emergendo molte contraddizioni».

Che opposizione dobbiamo aspettarci da Leu? Dopo il voto, dal risultato piuttosto deludente, siete praticamente scomparsi dalle cronache nazionali…
«Il 4 marzo è stato uno spartiacque per la sinistra italiana: una sconfitta storica. Io credo che la nostra opposizione si dovrà caratterizzare partendo da chi oggi non ha diritti, non ha protezione, si sente escluso e non trova risposte adeguate sul lavoro, nei servizi e nella società. Se la destra scommette sulla paura, la sinistra deve avere il coraggio di una battaglia culturale. Per me l’appello a “fronti repubblicani” non fa altro che replicare specularmente il messaggio lanciato dalla Lega del “popolo contro l’establishment”, è un errore. Credo invece che serva una netta discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi anni. Dovremo fare una opposizione nel merito a partire, per fare solo alcuni esempi, dalla grande questione del lavoro e della precarietà, dal sud, dalla necessità di rilanciare e finanziare il sistema sanitario e del welfare. Dovremo ragionare su una nuova idea di Europa che metta al centro una revisione dei trattati comunitari e delle politiche di austerità. Non possiamo accettare che la scelta sia tra la difesa di una Europa burocratica e il patto di Visegrad, tra un europeismo acritico e un sovranismo senza futuro».

RAVENNA 23/11/2015. CAMERA ARDENTE ENRICO LIVERANIMa Leu rischia una scissione a breve? A leggere le dichiarazioni di alcune componenti, non solo Possibile, ma anche di alcuni esponenti di Sinistra Italiana, si direbbe di sì…
«A dire la verità il 26 maggio scorso abbiamo deciso di dare il via al percorso costituente di LeU. Recentemente Grasso ha inviato una lettera aperta a tutta l’area dei democratici e dei progressisti per la ricostruzione di un campo politico. Prende quindi corpo il processo costituente di Leu come nuovo soggetto della sinistra che dovrà essere protagonista nella promozione di un campo politico dei democratici e dei progressisti in grado di fronteggiare questa nuova destra opponendo una nuova cultura politica».

Come immagina la compagine di sinistra o centrosinistra da qui a un anno, per le amministrative e le europee del 2019? Ci saranno alleanze con il Pd sui territori?
«Già oggi ci sono alleanze in molti territori. Non esistono alleanze precostituite, e come sappiamo bene conta molto il vissuto locale. Non bastano però le semplici intenzioni perché è chiaro che scelte di astratto schieramento non sono più sufficienti: il punto è riconquistare gli elettori e per questo occorrono politiche di discontinuità. Faccio solo alcuni esempi. Occorre promuovere una idea diversa di rapporto col potere attraverso forme reali di partecipazione da parte dei cittadini. Dobbiamo rilanciare gli investimenti sui servizi: dalla sanità, alla non autosufficienza, al contrasto alle povertà. Penso infine a politiche di programmazione che garantiscano la qualità del territorio e che mettano al centro l’innovazione tecnologica e l’ambiente come elemento discriminante delle scelte future di un nuovo modello di sviluppo».

Mdp in festa a Marina di Ravenna, il programma
Art.1-Mdp organizza la seconda edizione propria festa, dal 7 al 10 e dal 15 al 18 di giugno in via dei Mille 13 a Marina di Ravenna. La festa sarà aperta da Pier Luigi Bersani il 7 Giugno, che farà il punto sulla situazione politica, e si chiuderà il 18 Giugno con Vasco Errani. «Sarà l’occasione – spiegano gli organizzatori – per riaffermare la presenza di Articolo 1 Mdp nella provincia di Ravenna, da Alfonsine, Lugo a Ravenna». Come sempre saranno allestiti stand gastronomici.
Il programma prevede, dopo l’apertura di Bersani, venerdì 8 la presenza di Cecilia Guerra con il segretario regionale Cgil Luigi Giove sul tema del lavoro. Domenica 10 si parla dei 40 anni di sanità pubblica con Giovanni Bissoni, (esperto sanità e welfare); Paolo Zoffoli, (Presidente Commissione salute e politiche sociali, Regione Emilia Romagna). Il week end successivo, venerdì 15 sarà la volta di Roberto Speranza (Coordinatore nazionale di Art.1), mentre il 16 andrà in scena Basta Guerra! con Arturo Scotto (lo pettacolo teatrale “Fratelli”), domenica 17 si parla di ambiente e sostenibilità con Rossella Muroni, chiude lunedì 1 il senatore di Vasco Errani. Gli incontri sono sempre alle 21.

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