De Pascale: «Il governo apra un tavolo». La Lega: «Il Pd fece promesse senza soldi»

Il sindaco di Ravenna chiede un confronto Anci-esecutivo. Morrone: «Quel bando era uno spot elettorale, abbiamo rimediato»

30 34 CITTA QUART TC1411:Layout 1Michele de Pascale torna a chiedere, anche come presidente di Anci Emilia-Romagna, un confronto con il governo per quanto riguarda lo stop ai fondi del bando periferia. Più diplomatico del suo collega di Rimini Andrea Gnassi – che parla di “scippo” -, de Pascale sostiene che i cittadini «non hanno bisogno di uno scontro fra Governo e Comuni, ma di collaborazione fra istituzioni della Repubblica. Sul Bando periferie è legittimo avere opinioni diverse, ma le tempistiche e il metodo con cui si è arrivati a questo provvedimento sono oggettivamente inaccettabili e segnano un brutto precedente che è bene recuperare subito».

Vedere il sogno Darsena sfumare quando tutto era ormai pronto non piace ovviamente al sindaco: «Non c’è stato alcun confronto con i Comuni e con due righe semi incomprensibili sembra si voglia gettare un colpo di spugna su due anni di progettazioni, investimenti e lavoro di soggetti pubblici e privati. Sinceramente non credo che il Governo fosse realmente consapevole degli effetti nefasti di queste due righe e ora vorrei che si evitasse il “muro contro muro” a prescindere dalle responsabilità. Nel Governo ci sono attenzioni federaliste e sensibili alla rigenerazione urbana a cui si deve e si può fare appello. Fermiamoci tutti un secondo, il Governo convochi immediatamente Anci e si trovi una soluzione condivisa per sedare le polemiche e correggere tutto a settembre. Dobbiamo mettere in moto immediatamente miliardi di investimenti in tutta Italia, non si può perdere altro tempo».

Per il deputato forlivese Jacopo Morrone, segretario della Lega Nord Romagnola, sul bando periferie «Il Pd, ha dispensato promesse che non poteva mantenere e garantito soldi che non poteva spendere. Il bando periferie infatti è stato finanziato (dal governo precedente) per metà dell’importo complessivo con le risorse stanziate sulla base di una norma sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale». Una spiegazione che ricalca quanto già detto in mattinata dal Movimento Cinque Stelle. «È evidente allora che quella del Pd è stata, perlopiù, un’operazione spot a soli fini elettorali imbastita per soccorrere, guarda caso, anche qualche impopolare amministratore romagnolo».

Aggiunge il leghista: «Per rimediare a questa presa in giro e sulla base della sentenza della Corte Costituzionale, con l’emendamento votato all’unanimità dal Senato, abbiamo liberato 2 mld di euro). Finalmente tornerà ad esserci possibilità di spesa per tutti i Comuni che hanno saputo ben amministrare, non solo per quelli del bando, i quali, comunque, avranno coperture per i primi impegni presi e anche per altre opere. Allo stesso tempo si tiene viva la graduatoria del bando periferie spostandone il finanziamento al 2020, per trovare risorse reali e spendibili e non inesistenti, con cui realizzarlo legalmente. In sintesi, il Pd con le sue polemiche strumentali mente, mentre quello in Parlamento, conoscendo la questione, per salvare la faccia ha votato l’emendamento».

Morrone conclude: «Con un’operazione di verità ben distante dalle promesse elettorali del Partito Democratico abbiamo guardato con attenzione alle risorse disponibili operando sulla base di un duplice criterio: quello della qualità e realizzabilità dei progetti presentati. Si tratta, in buona sostanza, di una nuova modalità di distribuzione delle risorse che non guarda più alle singole periferie ma ad un territorio ben più ampio che, nel nostro caso, si chiama Romagna».

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