Martina: «Tutti in piazza il 30 settembre. E congresso dopo il forum di ottobre»

La chiusura della festa nazionale dell’Unità all’insegna dell’orgoglio per il Pd e per Ravenna: «Qui può ricominciare il riscatto»

Martina ChiusuraSe l’apertura, il 24 agosto, era stata segnata da tre parole – umiltà, unità, umanità – oggi, 9 settembre, la chiusura della prima festa nazionale dell’Unità avviene all’insegna di altre tre parole lanciate dal segretario Maurizio Martina: «Orgoglio, impegno, passione». È così che il Pd deve ritrovare il suo popolo, a cominciare dalla manifestazione di piazza indetta il 30 settembre a Roma. Nel discorso di chiusura il segretario si è dilinguato in un lungo e articolato attacco a un governo che «in questi 100 giorni ha prodotto zero fatti ma tantissimi danni».

Dalla questione dell’Ilva – «se Di Maio ha una sola faccia, chieda scusa a Taranto» rivendicando il fatto che il vicepremier abbia di fatto sottoscritto un accordo che ricalca quello già trovato da Calenda (a cui è andata la solidarietà dei segretari e della platea per la malattia della moglie) ma con un costo aggiuntivo di 80 milioni –, ai 49 milioni di euro che la Lega deve restituire allo Stato Italiano – «questa volta dico io prima gli italiani, quelli sono soldi degli italiani» – fino alla notizia del premier Conte impegnato in un concorso per una cattedra universitaria, una «roba da Repubblica delle Banane».

Davanti a una platea decisamente meno folta di quella che solo pochi giorni fa aveva accolto il suo predecessore Matteo Renzi (di cui Martina era il vice) e composta da tanti segretari di circolo venuti da tutta Italia ha ribadito come da Ravenna possa partire il riscatto del Pd e ha affrontato anche alcune questioni interne. «Sono stanco di litigi tra noi (e qui ha incassato l’applauso più scrosciante, ndr), serve rispetto, educazione, non pensiate che sia un romantico, ma noi dobbiamo volerci bene tra di noi», ha detto rivendicando il lavoro svolto – «credo di aver sempre fatto la mia parte» – e ha detto la sua anche su uno dei temi che ha attraversato la festa: «Io non credo che si debba cambiare il nome del Pd, in quelle due parole c’è il futuro». E infine, in un passaggio rapido, quasi un inciso, ha detto che sì, il congresso ci sarà, subito dopo il forum nazionale (che è previsto per ottobre). Chissà se basterà a convincere I tantissimi che hanno chiesto “congresso subito” sul palco in questi giorni e anche in platea.

Prima di Martina erano intervenuti anche il sindaco di Genova, città ferita e spezzata, e il segretario del Pd regionale Paolo Calvano, secondo cui «Ravenna ha fatto onore a tutta l’Emilia-Romagna con questa festa», andando così a confermare tutte le ragioni di orgoglio che, in apertura della manifestazione, aveva mostrato il segretario provinciale Alessandro Barattoni. A dimostrare il successo qualche numero: 30 quintali di cappelletti, 300mila presenze, centinaia di relatori, 86 dibattiti. E tra tutti un motivo di orgoglio in particolare: «L’accoglienza che è stata riservata alle cariche istituzionali e anche agli avversari che sono stati disponibili al confronto. Qui abbiamo gettato un seme per la ripartenza del Pd».

E a suggellare simbolicamente il tutto la maglietta rossi dei volontari come dono a Maurizio Martina nel giorno del suo quarantesimo compleanno.

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