Le proposte di CambieRà e Ravenna in Comune per salvare le edicole

Quattro mozioni e altrettante idee per trasformare il servizio in punto di riferimento per cittadini, turisti e fruitori di Start

EdicolaDue capogruppo di opposizione uniti per fare una serie di proposte per salvare le edicole. Si tratta di Samantha Tardi della lista civica CambieRà (edicolante lei stessa fino a pochi mesi fa) e Massimo Manzoli di Ravenna in Comune, lista civica che unisce le anime di sinistra che si oppongono al Pd.

La loro proposta nasce dalla constatazione che con il dimezzamento e oltre delle vendite dei quotidiani, negli ultimi dieci anni stanno chiudendo anche molte edicole «con la conseguente perdita di posti di lavoro e un lascito di manufatti chiusi, in zone strategiche della città, del centro storico e dei foresi, lasciati all’abbandono, al degrado ed utilizzati spesso e volentieri come toilette a cielo aperto sia da animali che da umani».
Partendo inoltre dal Protocollo d’intesa del 2 ottobre 2017 siglato tra Anci e Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) in cui si prevede la sensibilizzazione delle «amministrazioni comunali, a partire dai capoluoghi di regione e provincia, affinchè riducano considerevolmente i canoni delle edicole per le occupazioni permanenti e temporanee realizzate su strade, piazze ed aree appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune (…) affinchè valutino la possibilità di introdurre agevolazioni per la riduzione dell’onere da imposte immobiliari sulle unità sede di rivendite di giornali (…) e affinchè promuovano sul loro territorio iniziative che ripensino la funzione delle edicole rendendole un centro servizi al cittadino», consentendone la funzione di servizi anagrafici decentrati per il rilascio di certificati comunali, e diano agli edicolanti la possibilità di ampliare le categorie di beni e servizi offerti ai cittadini e turisti (…) garantendo che la parte maggioritaria degli spazi del punto vendita sia comunque destinato all’esposizione ed alla vendita della stampa» i due hanno depositato quattro mozioni.

Si tratta, spiegano di «soluzioni attuabili a livello comunale fino a proposte di impegno coinvolgenti i livelli a noi sovraordinati. Abbiamo ragionato sulla possibilità di attivare servizi differenziati ed aggiuntivi all’interno delle edicole con lo scopo di aumentare il flusso di potenziale clientela sia cittadina che turistica».
Tra le proposte concrete, la costituzione di una rete di Iat diffusi; l’istituzione di una rete di vendita e prevendita biglietti per manifestazioni sportive, culturali, teatrali, performative evitando il rilascio di esclusive ai grandi distributori; l’istituzione di una rete di servizi quali rilascio certificati, servizio anagrafe e/o postali.

Inoltre, «per consentire un riuso ed una riattivazione dei chioschi chiusi» – spiegano Manzoli e Tardi «abbiamo altresì avanzato proposte, quali la possibilità di cambio destinazione d’uso, mantenendo il divieto di somministrazione cibo e bevande, offrendo, con ciò, la possibilità di aumentare le probabilità di vendita del manufatto stesso affinché siano avviabili attività commerciali alternative a quella di rivendita giornali, come, ad esempio, punti di consegna/ritiro per corrieri e-commerce, temporary shop a rotazione e su pagamento di un noleggio, spazi di promozione per associazioni, isole solari e/o punti di ricarica per dispositivi, biciclette, auto, wifi, in abbonamento, vendita classica di merce non deperibile».

Scrivono ancora i due consiglieri: «Per quanto riguarda gli organi a noi sovraordinati abbiamo proposto l’avviamento di tavoli in cui siano presenti tutte le forze coinvolte, quali Associazioni di Categoria, Sindacati di settore (ad esempio Snag e Fieg), rappresentanti sindacali tra gli edicolanti stessi, affinchè si chieda con forza a Governo ed Editori un aumento della percentuale di sconto applicata sui prezzi di copertina (fermo da decenni alla media del 19% lordo); un progetto che preveda la spedizione degli abbonamenti in edicola, permettendo quindi al punto vendita di avere più giro di clientela e un minimo guadagno; proporre il divieto di inserimento negli illustrati e/o collezionabili in diffusione nelle edicole delle cartoline abbonamento; avviare qualunque iniziativa politica mirata ad aumentare il guadagno delle rivendite».

Infine, ecco il tema della biglietteria Start Romagna che Tardi e Manzoli ritengono «obsoleta, poco efficiente per gli utenti e poco appetibile per i rivenditori, i quali, di conseguenza riducono l’offerta di vendita al minimo indispensabile, con conseguente risultato di un servizio insufficiente per cittadini e turisti. Start Romagna, al momento, e salvo accordi particolari e diversi con alcuni rivenditori, richiede loro il pagamento totale dei titoli di viaggio ordinati, al netto dell’aggio, immediatamente al momento della consegna (effettuata da un operatore Start che gira in auto fermandosi ad ogni punto vendita), creando quindi la condizione di completa anticipazione della spesa da parte del commerciante, il quale andrà a recupero solo nei giorni o nelle settimane successive. Su alcune tipologie di biglietto, inoltre, viene richiesto un numero minimo di acquisto, sotto il quale non viene effettuata la consegna, nemmeno se facente parte di un ordine maggiore. La nostra prima richiesta verte innanzitutto sull’aumento dell’aggio dedicato ai rivenditori, oggi fermo al 5% lordo, senza influire sul costo del biglietto per l’utente finale. Poichè ci troviamo nell’epoca digitale, dove l’elettronico sta avanzando inesorabilmente, permettendo quindi fortissime riduzioni di consumo di carta, inchiostri, tempo e, soprattutto, denaro chiediamo a Start Romagna l’avvio di una trasformazione della biglietteria da una mera distribuzione dei titoli cartacei ad una biglietteria elettronica che consenta, tramite strumenti idonei, quali pos o pc, di poter rivendere i titoli di viaggio senza un pre-acquisto, bensì tramite una scelta digitale”. I vantaggi di questa opzione sarebbero il “risparmio del costo dell’operatore e della relativa auto aziendale che gira per le consegne; la riduzione del rischio smarrimento denaro incassato, poiché col sistema elettronico il pagamento avverrebbe tramite addebiti automatici in conto corrente o tramite carte di credito; la scelta completa a disposizione del commerciante per la vendita del prodotto più consono alle esigenze del cliente; il pagamento postumo, magari settimanale, e solo sul venduto effettivo, con addebiti automatici; l’abbattimento del rischio di invenduto; il controllo effettivo dei titoli venduti da parte di Start Romagna, siccome ora molti dei “venduti” sono semplicemente fermi nel cassetto di un rivenditore».

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