Gardin (Lega):«Se vinciamo noi meno tasse, sanità più efficiente e vera autonomia»

La segretaria provinciale nella rosa dei possibili candidati per il Carroccio alla tornata del 26 gennaio. Ma i nomi non sono ancora stati resi noti: «Aspettiamo la decisione di Salvini»

Gardin Borgonzoni

La segretaria provinciale Samantha Gardin con la candidata presidente Lucia Borgonzoni

Protagonista indiscussa di questa campagna elettorale per le Regionali è la Lega di Salvini che esprime la candidata Lucia Borgonzoni, l’unica a potersela giocare con il presidente in carica e ricandidato Stefano Bonaccini del Pd (e sostenuto da una coalizione del centrosinistra).

Samantha Gardin è la segretaria provinciale da 5 anni e l’abbiamo sentita in attesa dell’ufficializzazione dei candidati del Carroccio per la circoscrizione di Ravenna.

Gardin, quando avremo i nomi dei quattro candidati?
«Abbiamo proposto una rosa di nomi. Jacopo Morrone (segretario Lega Romagna, ndr) ha scelto le persone più meritevoli per l’attività fatta in provincia. Ora aspettiamo la decisione finale di Salvini».

Lei è in questa rosa?
«Io ho dato la mia disponibilità, sono anni del resto che lavoro sulla provincia».

E Andrea Liverani, il consigliere uscente? Che peraltro sembra aver già iniziato la sua campagna elettorale?
«Liverani sta soprattutto raccontando la sua esperienza sul locale degli ultimi cinque anni, come è stato chiesto di fare a tutti noi (prossimo appuntamento a Lugo il 15 dicembre alla Vineria Rossini, alle 17.30, ndr)».

Eppure resta la sensazione che voi della Lega parliate soprattutto di governo a Roma e Bonaccini invece di Emilia-Romagna. Ma qual è la vostra idea di regione per il futuro?
«In realtà abbiamo un programma articolato, che ho contribuito anche io a stilare, incentrato proprio sulla risoluzione di problemi locali, dal dissesto idrogeologico alla riapertura delle liste per le visite mediche in sanità che Bonaccini ha chiuso per fare tornare i risultati. Chi va a prenotare adesso sa bene che spesso è costretto a rivolgersi al privato».

Vuole quindi dire che se vincesse la Lega non avremmo ancora più privato in sanità, come in Lombardia?
«Per la sanità abbiamo le strutture, dobbiamo formare e assumere medici e infermieri, per riaprire le liste e ridare vi- talità agli ospedali. E bisogna aumentare i posti letto».

Ma la formazione dei medici non è tema da governo nazionale? Inoltre, tutto questo significherebbe aumentare la spesa. Dove sono le risorse? E come spiega comunque che oggi la Regione sia quella che accoglie più pazienti dal resto d’Italia?
«Io non ho detto che non abbiamo medici bravi, ma che non sono abbastanza. Ho parlato con molti di loro che mi hanno spiegato come ci siano diverse situazioni di disorganizzazione su cui si può intervenire. E la Regione le risorse le ha, bisogna vedere come vengono spese. Sulla formazione, la sanità è una materia concorrente tra Stato e Regioni: il tema del numero di medici va posto con più convinzione».

A proposito di rapporto Stato-Regioni, almeno una cosa vi sarà piaciuta di Bonaccini: la richiesta d’autonomia che non a caso non piace alla sinistra…
«Il problema con la proposta di Bonaccini è che ci porta all’autonomia senza valutarne i costi, senza aver calcolato quanto rimarrà sul territorio perchè non ha chiesto il residuo fiscale a differenza di Veneto e Lombardia. Non esiste un piano finanziario, e potrebbe essere pericoloso. Alle nostre richieste sui costi dell’operazione non ha mai risposto. Ha voluto inseguire Lombardia e Veneto, ma in modo pericoloso».

Quindi se doveste vincere voi, chiederete un’autonomia maggiore anche dal punto di vista fiscale?
«Esatto. L’autonomia serve, soprattutto per snellire l’incredibile burocrazia che si sovrappone tra i vari enti».

Anche Bonaccini promette una regione più “semplice”…
«E perchè non l’ha fatto fino ad adesso? La situazione anzi è andata peggiorando, lo posso testimoniare anche da commercialista».

Sul fronte tasse, avete promesso una riduzione…
«Sì, Irpef regionale subito e Irap. Può sembrare poco ma è uno sgravio alle aziende di un miliardo e mezzo».

Spostandoci sull’aspetto più politico, cosa si aspetta dalla coalizione? Sembra che Fratelli d’Italia sia in forte crescita, vi preoccupa?
«Ci sarà qualche travaso di voti, ma fondamentalmente abbiamo un elettorato diverso. Il nostro va dall’operaio al- l’industriale, all’imprenditore che chiede più semplificazione, snellezza, riduzione della tassazione sennò non andiamo avanti».

Soddisfatta dell’evento con Salvini per l’inaugurazione della sede a Ravenna? Le sardine in Darsena vi hanno un po’ rovinato la festa?
«Molto soddisfatta, anche se purtroppo l’accesso da piazza dell’Aquila è stato chiuso per la presenza di contestatori, tra centi sociali e sardine…».

Ma no, le sardine erano in Darsena, ed erano tante. C’è chi dice che Salvini stia cercando di evitarle…
«Non ha senso andare allo scontro. Noi facciamo la nostra campagna sui temi, loro non vanno oltre la protesta. Non mi interessano proprio».

Conferma la presenza di Salvini il 5 gennaio a Faenza?
«Non sono ancora in grado di confermare nulla, la sua agenda è pienissima e può cambiare».

A Faenza a maggio ci saranno anche le amministrative. Cinque anni fa avete sfiorato l’impresa al ballottaggio. Come ci arrivate nel 2020?
«Stavolta ce la portiamo a casa. I ragazzi sul territorio hanno fatto un ottimo lavoro e c’è una bella sezione. Finite le Regionali, si partirà con Faenza».

Domanda d’obbligo dopo che il suo segretario nazionale l’ha fatta diventare una questione internazionale: ma lei mangia Nutella?
«(Ride, ndr) Non amo i dolci, non ne mangio più da tempo».

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