Secondo un consigliere comunale di Ravenna, Alvaro Ancisi di Lpr, c’è preoccupazione e angoscia tra il personale di Ravenna Entrate, la società del Comune che riscuote i tributi, che sta continuando a lavorare negli uffici dopo un caso di positività al coronavirus tra i dipendenti. Ancisi interroga il sindaco Michele de Pascale per sapere se sono state disposte le dovute misure di prevenzione e se ritiene che l’attività sia da considerare tra quelle essenziali che devono quindi restare attive.
Il decano dell’opposizione fa riferimento a informazioni ricevute e ritenute credibili: un dipendente di Ravenna Entrate in servizio fino al 12 marzo è risultato positivo al coronavirus. È poi entrato in malattia. «Nessuno dei colleghi è stato sottoposto a tampone di controllo, né messo in quarantena. I colleghi del suo stesso ufficio si sono però assentati per malattia. Nella mattinata del 12 marzo stesso è stata disposta la chiusura immediata degli sportelli al pubblico. Dal giorno dopo fino al 25 marzo, sono state imposte al personale ferie coattive a rotazione. Di fatto, è stata dimezzata la presenza giornaliera dei dipendenti. Il 23 marzo tutti a casa, in ferie coatte, per asserita disinfezione dei locali».
Ancisi prosegue descrivendo lo scenario nella sede: l’organizzazione degli spazi interni non assicura la distanza di almeno un metro tra i colleghi, «salvo che non stiano tutti incollati al loro sedile». La altre persone, utenti e no dell’azienda, per salire ai piani superiori sono obbligate a passare su un retro corridoio posto quasi a contatto degli sportellisti che servono il pubblico nel piano terra.