Corsini (Regione): «C’è il tempo per non snaturare il nostro modello di spiaggia»

Dopo la sentenza che fissa al 2023 la scadenza dei titoli per i bagnini, l’assessore regionale al Turismo ha incontrato il ministro: l’obiettivo è una nuova norma che possa tutelare gli imprenditori. I sindaci: «La Romagna è diversa dal resto d’Italia».

Andrea Corsini Emilia Romagna Balneari «Fare bene e fare in fretta senza creare allarmismi: se costruiamo una norma che garantisca le imprese balneari attuali non intravedo rischi di snaturare il nostro modello di organizzazione della spiaggia». Cerca di riportare la calma nell’ambiente balneare, l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, che essendo oltretutto cervese di nascita e ravennate d’adozione, di ambiente balneare può dire di intendersene. Lo contattiamo poche ore dopo l’incontro con il ministro Massimo Garavaglia, un vertice con le Regioni resosi necessario dopo l’ormai nota sentenza del Consiglio di Stato che ha fissato a fine 2023 la scadenza delle concessioni balneari.

«Il ministro – dice Corsini – si è impegnato a presentare in tempi rapidi un provvedimento di riordino delle concessioni in armonia con l’Unione Europea per poter tutelare il lavoro e gli investimenti degli imprenditori balneari». In sostanza non verrà contestata dal Governo la decisione di dover ricorrere all’evidenza pubblica per assegnare le concessioni, ma l’intenzione è quella di cercare di inserire piuttosto criteri tutelanti per i concessionari uscenti, a partire dall’individuazione del valore commerciale degli stabilimenti e degli investimenti effettuati nel tempo.

Un testo che il ministro presenterà ai partiti che sostengono il Governo Draghi per poi sottoporlo al vaglio della Regione, con Corsini che sottolinea come sia necessario coinvolgere anche le associazioni nazionali di categoria dei balneari. «Da troppo tempo i nostri operatori turistici stanno vivendo una situazione di incertezza rispetto al loro futuro – aveva dichiarato l’assessore in una nota inviata alla stampa dalla Regione –, a quello delle loro famiglie e delle proprie imprese.

Una situazione che deve essere chiarita una volta per tutte». Nei giorni successivi alla sentenza, anche i sindaci dei due comuni della provincia che si affacciano sul mare, Ravenna e Cervia, avevano pungolato il governo. Michele de Pascale, in particolare, ne ha approfittato per ricordare le colpe dei governi, di ogni colore, che si sono succeduti negli anni.

«La valorizzazione ai fini turistici dei nostri arenili non si è sviluppata allo stesso modo in tutto il Paese – spiega il sindaco di Ravenna –e in particolare l’accelerazione verso le evidenze pubbliche, con l’incertezza che minaccia di crearsi nei prossimi anni e la conseguente possibilità di stravolgimento del nostro modello turistico, rischia di avere un impatto estremamente negativo soprattutto sulla Romagna, dove più che in nessun altro luogo d’Italia si sono coniugati crescita, sviluppo, tutela dell’ambiente, capacità di offrire servizi sia a chi ha alta capacità di spesa sia a chi cerca una vacanza a prezzi contenuti, servizi comunque integrati con la possibilità di tutti i cittadini di fruire delle spiagge, sia quelle libere che quelle concesse».

«In questo senso – continua De Pascale – c’è un’unica grande responsabilità, che è quella che va attribuita a tutti coloro, di qualsiasi parte politica, che in questi ormai più di dieci anni hanno esercitato funzioni di governo nazionale, di non essere stati capaci di affrontare insieme all’Ue gli effetti di una cattiva applicazione dei principi della concorrenza e dei principi europei, pregiudicando una loro corretta declinazione, coerente con l’interesse nazionale. Le associazioni di categoria e le cooperative del nostro territorio hanno sempre chiesto garanzie per i loro investimenti e per il valore delle loro imprese, come Comuni della costa romagnola abbiamo chiesto di non stravolgere un modello turistico vincente che ha nella piccola e media impresa uno dei suoi punti di forza.

Nessun Governo, di centrodestra, di centrosinistra, tecnico, gialloverde, giallo rosso o persino di unità nazionale come quello attuale non solo non ha mai dato nessun tipo di risposta credibile, ma non ha nemmeno trasmesso la sensazione di occuparsi  significativamente del tema». «Qualsiasi decisione verrà presa – sono invece le parole del sindaco di Cervia, Massimo Medri – dovrà considerare anche le variabili che caratterizzano la costa italiana. I servizi di spiaggia dell’Emilia-Romagna non sono uguali a quelli della Calabria o di altre regioni. Fissati alcuni principi generali, va lasciato un margine di azione alle singole realtà territoriali per fissare dei paletti che ci consentano di difendere il nostro modello turistico e salvaguardare la capacità di iniziativa e le potenzialità di investimento dei nostri imprenditori.

Non bisogna farne una questione ideologica, ma evitare che il nostro modello turistico venga snaturato a favore di un’omologazione internazionale che inevitabilmente ci farebbe perdere fette di mercato. Occorre subito una proposta di legge che faccia chiarezza per impedire che si interrompa il trend di crescita che ha visto le nostre aziende investire per migliorare i servizi e ammodernare le strutture».

Assemblea straordinaria dei bagnini di Cervia

“Bolkestein 2023: quali prospettive dopo la sentenza del Consiglio di Stato”. Questo è il tema che sarà affrontato nell’assemblea straordinaria convocata dalla Cooperativa bagnini di Cervia venerdì 26 novembre (alle 14,30) all’Hotel Dante di Cervia. Saranno presenti l’assessore regionale Corsini (nella foto) e il giornalista Alex Giuzio di Mondo Balneare, esperto del settore.

 

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