giovedì
03 Luglio 2025
energia

In Senato passa l’emendamento anti-stoccaggio di Co2. Esultano 5 Stelle e Coraggiosa

Critico il Pd: «Significa essere contro il polo tecnologico-energetico di Ravenna»

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Co2 Fridays Future
Una manifestazione del movimento Fridays for Future contro il centro di stoccaggio

È stato approvato nella commissione Bilancio del Senato un emendamento (presentato da Leu, Art. 1 e Movimento 5 Stelle) che di fatto elimina gli incentivi destinati alla nascita di impianti di cattura e di stoccaggio della Co2, come quello che Eni ha in progetto di realizzare al largo della costa ravennate.

«Il Partito Democratico si è astenuto – sottolinea il senatore faentino del Pd Stefano Collina -. Essere contro la cattura dell’anidride carbonica in Italia significa essere contro il polo tecnologico-energetico di Ravenna, unico luogo in Italia in cui il contesto esistente rende possibile una sperimentazione vantaggiosa. Il mio impegno è da sempre volto a fare in modo che Ravenna non diventi un’area di crisi complessa e per fare questo occorre programmare la transizione ecologica, che è per la nostra città significa transizione del sistema produttivo».

«Il recente rilascio del permesso di estrazione – prosegue Collina –  che garantirà lavoro fino al 2035 nel settore storico del gas, oggi si accoppia con la realizzazione delle scelte del futuro, attraverso il progetto già avviato Agnes dell’eolico off-shore. L’altra parte della transizione ecologica e produttiva di Ravenna sta nella cattura della CO2 portata avanti da Eni, che consente di trattenere sul territorio il know how tecnologico e ingegneristico patrimonio del polo ravennate. Si tratta quindi di una transizione che tiene insieme più fasi, garantendo lavoro di qualità: una prima fase in cui continua l’estrazione del gas, una fase centrale alimentata dalle tecnologie di cattura della CO2 e l’obiettivo green già delineato con l’eolico off-shore. Di fronte a questa prospettiva c’è chi oggi si vuol mettere di traverso e credo faccia la scelta sbagliata».

A esultare sono invece Silvia Piccinini e Igor Taruffi, rispettivamente capogruppo regionali del MoVimento 5 Stelle ed Emilia-Romagna Coraggiosa. «Un’ottima notizia che rispecchia quello che noi chiedevamo da tempo: ovvero che strutture come quella che Eni vuole realizzare a Ravenna non ottenesse anche un solo euro di fondi pubblici. Bene, quindi, che in Parlamento si sia scelto di percorrere questa strada. Adesso l’auspicio è che il tutto venga confermato anche durante l’approvazione finale della manovra di bilancio».

«Invece di spendere soldi pubblici per catturare e stoccare l’anidride carbonica emessa dai combustibili fossili –  aggiungono Piccinini e Taruffi – dobbiamo sfruttare le tecnologie che ci permettono di non produrla affatto, perseguendo gli importanti obiettivi europei legati alla decarbonizzazione. L’emendamento approvato va in questa direzione ed è totalmente in linea alla decisione del mese scorso della Commissione europea di scartare il progetto di Eni non includendolo né tra i 7 aggiudicatari del Fondo Europeo per l’Innovazione né tra i 15 che riceveranno assistenza dalla Banca Europea per gli Investimenti. Adesso serve che anche la Regione, nonostante ad oggi esistano diversi documenti regionali che ancora prevedono il sostegno ed il finanziamento a questo tipo di progetti, escluda definitivamente questa possibilità».

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