«La storia si ripete, estate dopo estate. E diventa cronaca di cattive pratiche, evidentemente sempre più diffuse. Parliamo del lavoro stagionale: un tempo “pilastro” dell’economia turistica estiva, oggi sempre più al centro di appelli sconsolati da parte delle associazioni di categoria (“non si trovano lavoratori”), oppure, ed è peggio, oggetto di inchieste giudiziarie per comportamenti scorretti di chi dovrebbe mettere a disposizione i posti di lavoro». La lista Coraggiosa Ravenna, che riunisce varie forze di sinistra e appoggia il sindaco Michele de Pascale, interviene su un tema di stringente attualità: le lamentele di tanti imprenditori che non riescono a trovare manodopera in particolare per la stagione estiva. E poi l’indagine che ipotizza per diverse aziende del territorio un uso di contratti di lavoro illeciti per evitare di pagare contributi per i dipendenti.
«L’anello debole della catena sono sempre i giovani: le ragazze ed i ragazzi che si trovano ad entrare nel mondo del lavoro “per fare la stagione”, ma che oggi vengono a contatto con tipologie di rapporti sempre più incerti: che formano lavoratori precari, a chiamata, malpagati e spesso senza le tutele assicurative, sanitarie e previdenziali». Da qui la strada da seguire secondo Coraggiosa: «Riqualificare l’offerta e investire anche sui servizi, sulle professionalità e quindi sul personale e sulla formazione. Tutti abbiamo grandi aspettative e speranze per l’estate, ma la malattia cronica della precarietà di cui il Paese è affetto da molto tempo rischia ancora una volta di restare inguarita».
Per questo Ravenna Coraggiosa rivolge un nuovo appello all’Osservatorio per il lavoro e la legalità, affinché – coordinandosi con l’Ispettorato del lavoro, autorità sanitarie, forze dell’ordine e sindacati – «si concentri su queste situazioni critiche: individuandole attraverso estesi controlli e adottando i provvedimenti necessari per ricondurre alla legalità e al rispetto dei contratti, dei diritti dei lavoratori e delle regole sulla sicurezza tutte le aziende che vogliono operare sul nostro territorio».