Che ricetta hanno i partiti contro il caro energia? Rispondono 6 candidati al Senato

Ai principali concorrenti in corsa per Palazzo Madama nel collegio uninominale che comprende anche la provincia di Ravenna abbiamo chiesto idee e soluzioni che dovrà mettere in campo il nuovo Parlamento per aiutare famiglie e imprese verso l’autunno

Cosa propongono i partiti in corsa per le elezioni Politiche per fronteggiare l’emergenza del caro bollette che si abbatterà sui conti di imprese e famiglie? Lo abbiamo chiesto ai sei principali candidati al collegio uninominale al Senato in cui ricade la provincia di Ravenna (per restringere la platea abbiamo escluso gli schieramenti che, secondo i sondaggi più accreditati, difficilmente raggiungeranno la soglia di sbarramento). A tutti abbiamo rivolto la stessa domanda: qual è la ricetta più efficace per il caro energia, sia nel breve periodo ma anche sul lungo termine per dare respiro a famiglie e imprese? A tutti abbiamo concesso lo stesso spazio in pagina: mille battute, spazi inclusi. Di seguito trovate le risposte dei candidati a Palazzo Madama, nell’ordine con cui sono stati estratti per la posizione sulla scheda elettorale.

RontiniCENTROSINISTRA, Manuela Rontini (Pd)
Un piano nazionale per il risparmio energetico con incentivi sulle rinnovabili L’emergenza energetica e il conseguente caro-bollette ormai insostenibile sono la priorità delle priorità. Senza agire sulla prima, ogni contributo straordinario o sgravio fiscale, comunque necessario per famiglie e imprese, sarà insufficiente. Occorrono misure immediate per contrastare il rialzo sconsiderato dei prezzi, a partire dal tetto europeo al prezzo del gas. E serve un piano nazionale per il risparmio energetico, con incentivi sulle rinnovabili, con norme chiare per chi investe. Su un tema così importante e strategico, la campagna elettorale ha evidenziato una volta di più il solco profondo tra una destra contraddittoria e inaffidabile e una forza responsabile come il Partito Democratico. Penso a Fratelli d’Italia: a livello nazionale si dicono d’accordo sulla necessità di dotarsi dei rigassificatori, decisivi per diversificare le fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, mentre a Piombino il sindaco dello stesso partito sta conducendo una accesa battaglia contro. Così non si va da nessuna parte. Al contrario il Pd, a tutti i livelli, parla ad una voce sola, con coerenza: una differenza non da poco per chi si candida a guidare il Paese.

BalboniCENTRODESTRA, Alberto Balboni (Fdi)
Un tetto europeo al prezzo di tutto il gas E serve il credito d’imposta Il decreto firmato dal ministro Cingolani per il disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas è già un misura significativa che chiedevano da tempo. Ora il prossimo passo deve essere un tetto al prezzo del gas in sede europea: tutti ne parlano e nessuno lo fa. Quando sembra vicino l’accordo, il prezzo cala. Questo dimostra che sarebbe utile. Gli Stati che si oppongono sono Germania, Olanda e Norvegia: tutti accomunati da governi di centrosinistra. Però queste cose non bastano. Ora c’è bisogno di dare sostegno alle imprese: ci sono rischi di chiusure e quando un’impresa chiude non sapremo mai se e quando riaprirà. Quindi posti di lavoro a rischio. C’è bisogno del credito di imposta, va usato l’extra gettito dell’Iva generato dagli stessi aumenti dei prezzi per abbattere le bollette in arrivo. E poi occorre modificare la norma sugli extra profitti fatti dalle aziende del settore: i soldi non arrivano alle casse dello Stato perché il testo si presta a ricorsi. Diciamo sì ai rigassificatori di Piombino e Ravenna, fondamentali per ridurre la dipendenza dal gas russo. Ma non solo: se in Croazia estraggono gas dall’Adriatico, allora bisogna riattivare tutti i pozzi disponibili al largo delle nostre coste. Infine sul lungo periodo siamo favorevoli al nucleare di nuova generazione.

TestiUNIONE POPOLARE, Mirna Testi (Prc)
Scostamento di bilancio se non bastano i surplus dei gestori dell’energia Con l’autunno alle porte per le famiglie e le imprese inizierà un periodo di grande difficoltà dovuto all’aumento ingiustificato dell’energia iniziato circa un anno fa. Quale ricetta applicare per arginare, da subito, una situazione così grave? Far pagare a famiglie e imprese le stesse bollette che si riferiscono all’anno 2021, come recuperare le risorse? Attraverso il surplus delle società che gestiscono l’energia, anche quando hanno, furbescamente, la sede legale all’estero, pensiamo solo all’Eni che ha fatto un surplus di ricavi del quasi 700 percento nei primi mesi del 2022. Se questo non è sufficiente si fa uno scostamento di bilancio. Ovviamente sosteniamo la necessità di un progetto serio e importante che punta sulle energie pulite che ci metterebbe, oltretutto, al riparo da queste speculazioni che stanno mettendo in ginocchio l’Europa intera.

KranzTERZO POLO, Sylvia Kranz (Azione)
Avviare la progettazione di centrali nucleari La crisi energetica è questione di sicurezza Eu L’Italia dipende quasi totalmente da approvvigionamenti esteri di fonti energetiche. In passato altre forze politiche hanno detto no a tutto. Per il Terzo Polo Lista Calenda occorre dare immediata risposta alle famiglie e alle imprese, anche ricorrendo ad un piccolo incremento del debito pubblico per evitare un ricorso ben maggiore all’indebitamento per far fronte al fallimento del Paese. A ottobre si stima che una impresa su quattro chiuderà e il distretto ceramico di Sassuolo ha già spento i forni, mettendo il personale in cassa integrazione. Occorre: A) il disaccoppiamento del prezzo unitario energetico (PUE) oggi ancorato al costo del metano Russo; B) la tassazione dell’extra utile delle imprese fornitrici di energia per riversare a beneficio dell’utenza il surplus derivante da un loro arricchimento ingiustificato e da fenomeni speculativi; C) Riattivare subito le nostre piattaforme ravennati per l’estrazione di gas naturale, oggi ad un decimo del loro potenziale estrattivo; D) Installare i due rigassificatori di Ravenna e di Piombino; E) Avviare la ricerca e la progettazione di centrali nucleari di quarta generazione; F) La crisi energetica deve diventare un tema di sicurezza Europea perché possa imporre un tetto al prezzo delle forniture di metano.

RuggeriMOVIMENTO 5 STELLE, Anastasia Ruggeri
Piano di acquisto comune invece del price cap E poi serve un Energy recovery fund Oggi tutti scoprono che per rispondere all’emergenza che impatta su famiglie e imprese con bollette insostenibili serve un Energy recovery fund, ora anche il Fmi individua questa soluzione, noi l’abbiamo prospettata già a marzo 2022. Inoltre serve dividere il prezzo del gas dal prezzo dell’energia. Tutti parlano di price cap, ma penso sia più risolutivo un piano di acquisto comune. Se l’Italia avesse insistito e avesse inchiodato i nostri partner europei a questa necessaria soluzione saremmo diventati il leader mondiale nell’acquisto del gas, avremmo dettato le condizioni contrattuali. Investire sulle rinnovabili libera da ricatti. I combustibili fossili sono da sempre fonte di retaggi storici. Il nostro territorio possiede le competenze e le eccellenze per un energia pulita ad emissioni zero che ci darà un’indipendenza energetica vera.

304944740 106857222163314 8820167880035278392 NITALEXIT, Paola Fuschini
Cancellare le sanzioni e comprare gas russo Via l’Iva e gli oneri a carico dei consumatori Per Italexit è fondamentale sin da subito fare un serio scostamento di bilancio di minimo 30 miliardi di euro, come fatto da Germania ed Inghilterra, cancellare le sanzioni alla Russia e ritornare ad acquistare il gas russo, garantendo i contratti già in essere. Per arginare il caro energia è essenziale anche ridistribuire in toto l’extraprofitto che è stato accumulato da Eni e dalle altre partecipate, così da poter abbassare il costo delle utenze. Devono essere totalmente cancellati l’Iva e gli oneri di sistema dalle bollette di famiglie e imprese. Il cittadino, contrariamente da quanto consigliato dalle istituzioni europee e nazionali, non deve farsi carico di soluzioni improvvisate (tipo spegnere i termosifoni o cucinare la pasta con il fuoco spento), non avendo nessuna responsabilità nei confronti della Guerra e delle speculazioni effettuate nella borsa di Amsterdam. Le soluzioni devono essere applicate a monte, ossia da chi ha creato il problema.

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