Pubblico delle grandi occasione, mercoledì 11 settembre, per la chiusura della festa dell’Unità provinciale che ha ospitato la prima uscita pubblica del segretario del partito Alessandro Barattoni in veste di candidato sindaco di Ravenna. Iscritti e militanti Pd, giornalisti locali, big del partito (ma non c’era il sindaco De Pascale, impegnato a Piacenza per la sua campagna elettorale), alleati politici. Sul palco a intervistarlo i due caporedattori Carmelo Domini (Corriere Romagna) e Andre Degidi (Il Resto del Carlino).
Un Barattoni che si è commosso a inizio e fine incontro, mostrando così il lato più umano e la consapevolezza della portata della sfida che ha deciso di intraprendere. Nel mezzo il politico che almeno gli addetti ai lavori e gli iscritti del Pd conoscono ormai da sette anni, da quando è a capo della federazione: dettagliato, preciso, serio e pacato fino alla prolissità. Dalle grandi infrastrutture da pensare di concerto con la Regione dove a correre è il suo predecessore nel partito e attuale sindaco di Ravenna, Michele de Pascale (Barattoni ha rilanciato i progetti del bypass sul Candiano e dell’Alta velocità in Romagna, da qualche parte tra Faenza e Cesena, per una viabilità da adeguare a essa), fino ai servizi sociali e sanitari, sempre più in difficoltà per un mix di sottofinanziamento e invecchiamento della popolazione. L’invito quindi esplicito è di votare De Pascale a novembre e Barattoni a primavera per avere una sintonia di vedute sui diversi piani territoriali.
Sui suoi programmi da sindaco vero e proprio, Barattoni ha insistito molto sulla vivibilità della città, sull’idea di piantare più alberi (in particolare nei parcheggi) per contrastare le isole di calore, ma anche sulla necessità che Ravenna ritrovi una capacità attrattiva per i cervelli in fuga e i giovani.
Tanti i temi toccati che segneranno i prossimi mesi di campagna elettorale di un uomo che, anche alla prima uscita pubblica, tutto trasmette salvo che una mera ambizione personale e la cui parola d’ordine è stata a più riprese “responsabilità”. Non è mancata, come d’ordinanza, la promessa dell’ascolto e della campagna elettorale fra la gente. Del resto, di certo questa sarà la sua prima sfida, farsi conoscere fuori dalle stanze della politica e dalle platee di militanti frequentate fino a oggi.