Nei diciotto anni tra il 2006 e il 2024 nel comune di Ravenna sono stati cementificati circa 626 ettari di terreno vergine, di cui 85 nel 2024 (il dato più alto tra gli ottomila Comuni italiani). È imminente, forse entro la fine dell’anno o all’inizio del 2026, l’approvazione del nuovo piano urbanistico comunale (Pug), lo strumento che regola lo sviluppo del territorio secondo i dettami della Regione che parla di “consumo suolo zero”. Eppure è già noto che potranno essere costruiti altri quasi 700 ettari. È il paradosso per cui lancia l’allarme Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione con Lista per Ravenna (Lpr).
L’ulteriore avanzata del cemento, che contrasta con i proclami delle amministrazioni pubbliche regionali e comunali, è l’effetto di una cinquantina di lottizzazioni per cui sono state firmate le convenzioni tra il Comune di Ravenna e i privati che le hanno proposte. In sintesi, l’immobiliarista di turno chiede il permesso di costruire su un’area agricola e in cambio si fa carico di realizzare opere urbane a servizio della collettività (strade, rotonde o altre dotazioni). Oltre a questo, nelle casse del Comune entrano anche gli oneri di urbanizzazione pagati dal privato che costruisce.
La vicenda del Pug è tutt’altro che lineare. Il documento di indirizzo (che prenderà il posto del cosiddetto Psc, piano strutturale comunale) nasce da una legge regionale del 2017. I Comuni avrebbero dovuto partorire i loro Pug entro tre anni, ma la Regione ha prorogato quattro volte tale termine, fissando quello definitivo al 3 maggio 2024.
L’elaborazione del Pug del Comune di Ravenna è cominciata nel 2019. Il 5 febbraio è stato assegnato al raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Mate Engineering di Bologna il bando per la redazione del piano urbanistico generale e del regolamento edilizio.
«È interessante constatare – dice Ancisi – come dal 2006 al 2017, sindaco Fabrizio Matteucci fino al 2016, sono stati consumati in media 22,5 ettari di suolo l’anno. Dal 2018 al 2024, in piena era De Pascale, quando già era pienamente attivo l’editto della Regione sul “consumo zero”, la media è più che raddoppiata, salendo a 54 ettari. Grossa palla di cemento ai piedi del Comune di Ravenna è stato il secondo mandato di De Pascale, con la sua assessora Del Conte plenipotenziaria all’urbanistica, giacché, tra il 2021 e il 2024, la media annuale è ascesa alla quota vertiginosa di 65,5 ettari. Per sette anni, il consumo zero ce l’hanno solamente raccontato».



