Alla scoperta del Museo nazionale della Ghisa

Il Museo della Ghisa di Longiano

Cos’è che rende Parigi inconfondibile? Non certo la lingua, o la dimensione, o lo smog… sono quei piccoli particolari, resi unici dal lavoro delle mani di piccoli artigiani, artisti ignoti e amanti del lavoro ben fatto, che hanno creato l’immagine condivisa di questa città. Insieme ovviamente all’assenzio e ai balletti russi… Contano di più le passeggiate sotto i lampioni in ghisa che le pacchiane discese di un parco divertimenti. E lo sanno persino i creatori dei film d’animazione.
Naviga, non affonda (Fluctuat, nec mergituri) è nello stemma della capitale francese e di certo i particolari di ghisa che affollano molte strade, piazze, angoli non sono portati al naufragio. Anche se oggi l’architettura e l’arredo urbano sembrano essere lontani dal lavoro tipico della fonderia, ancora ne ammiriamo il romanticismo e la cura del dettaglio. È però l’ornato classico, la nascita e la diffusione delle scoperte dell’archeologia che cambiano il gusto a metà ottocento e portano le maggiori città europee a gareggiare nelle forme con l’antico, imitandone decorazioni, ma con un occhio alle tecnologie che nel frattempo si erano evolute. Insieme alla diffusione dell’illuminazione pubblica, la ghisa occuperà le strade per concedere alla notte di essere abitata. Nascerà così la vita notturna, sconosciuta per millenni agli essere umani.

Esiste in Romagna, a Longiano per la precisione, un museo che racconta questa straordinaria stagione, sia dal punto di vista tecnico che estetico, che continua a fare lavoro di ricerca sia sul passato che sul presente delle fonderie. E che è ovviamente una fondazione privata, legata alla ditta Neri, che si occupa di arredo urbano. Il fondatore, Domenico Neri, era artista e scultore, che mise la sua arte al servizio della bellezza dello spazio pubblico, fondando un’azienda che oggi opera in più di 100 paesi del mondo. Oggi il cuore della produzione ruota intorno alla ricerca e sviluppo, con laboratori all’avanguardia, ma un occhio sempre attento alle radici. Ecco quindi l’impegno della memoria e della consapevolezza con l’apertura del Museo italiano della Ghisa che occupa un ex capannone industriale, ma anche uno spazio all’aperto e Santa Maria delle Lacrime, chiesetta sconsacrata che ospita parte della collezione. Ottima per far conoscere agli studenti la storia dell’illuminazione, l’esperienza della visita è ugualmente interessante per chi vuole unire la conoscenza della storia della tecnologia all’ammirazione per le arti cosiddette minori, forse perché più diffuse e popolari.

Museo Italiano della Ghisa – orari: Lunedì, mercoledì, venerdì dalle 9 alle 16/ Martedì e giovedì dalle 9 alle 12, Ss. Emilia, 1626, Longiano (FC), Tel. 0547 652171 652172 info@museoitalianoghisa.org

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