Corte Zavattini 31, nuovo spazio per la sperimentazione

A inaugurare la sede di Cristallino a Cesena una personale dell’artista tedesco Felix Schramm

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Felix Schramm, Bent, “Spatial Intersection”, 2015

Il 24 settembre a Cesena si apre un nuovo luogo per la sperimentazione, per il flusso, gli incontri e la produzione di arti visive, design e cultura: Corte Zavattini 31.

Coordinatore di questa realtà che, è intuibile, porterà non pochi stimoli al territorio romagnolo di area vasta, è l’associazione cesenate Calligraphie che arricchisce il suo percorso dotandosi di una “casa”, cioè di una radice, luogo di partenza, accoglienza, ritorno e messa in circolo di una varietà di indagine culturale che racconta in modo intenso la pratica artistica a 360 gradi, innestandola secondo una visione innovativa e liberamente contaminata tra i generi: con musica, filosofia, design, tradizione, memoria, opere d’arte attraverso mostre, workshop, residenze artistiche, conferenze, concerti.

Ad accompagnare l’opening della nuovissima officina artistica è Solo Show, personale dell’artista tedesco Felix Schramm, accompagnato da una performance del musicista e compositore Aga (Alessandro Gomma Antolini).

La mostra dell’artista si collega, tematicamente, alla riflessione intorno allo Spazio, nucleo tematico intorno al quale si snodano la quinta edizione del Festival Cristallino e il prossimo numero della rivista Edel, in uscita  a settembre, e accompagna, come fil rouge, tutte le iniziative 2017-18 di Calligraphie. «Spazio fisico, nel quale ci muoviamo, e spazio della rappresentazione, “zona”, scena, campo psichico… Nonché l’interazione tra i segni e lo spazio (argini, sconfinamenti, innesti, feritoie, inquadrature, strutture, linee di demarcazione, distribuiti tagli…)», spiega la curatrice Roberta Bertozzi.

Il lavoro di Schramm, scelto per l’opening della Corte, infatti, si muove sul confine liminare tra architettura e scultura, grazie alla creazione di installazioni che generano nuove relazione emotive e percettive degli spazi, modificando il concetto di ambiente, da “spazio da riempire” a “spazio vivo e mutevole”, disposto a superare i suoi confini in funzione di una nuova dinamica del rapporto opera-spettatore.

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