In mostra la scomunica del figlio di Dante e una xilografia firmata da d’Annunzio

Alla Classense di Ravenna fino al 28 ottobre l’esposizione dedicata al “cenacolo ravennate” del Sommo Poeta

Dantes Adriacus Adolfo De Carolis

Dantes Adriacus di Adolfo De Carolis, con l’autografo di Gabriele D’Annunzio

Fra gli ottanta appuntamenti della rassegna Ravenna per Dante si inserisce l’inaugurazione de L’ultimo Dante e il cenacolo ravennate. Mostra di documenti dagli Archivi di Ravenna, Bologna, Pisa e Venezia, che si terrà sabato 8 settembre, alle 17.30 nella sala Dantesca della biblioteca Classense di Ravenna. Curata dai due professori dell’Università di Pisa Gabriella Albanese e Paolo Pòntari, l’esposizione illustra il capitolo ravennate della vita di Dante Alighieri offrendo al grande pubblico un volto del poeta per certi aspetti poco noto (segue domenica 9 settembre, ore 16, la visita guidata condotta dai curatori per la cui partecipazione è richiesta la prenotazione, scrivendo un’email all’indirizzo prenotazioni_eventi@classense.ra.it).

L’ultimo Dante e il cenacolo ravennate, a ingresso libero, è allestita in Aula Magna e nel Corridoio Grande della biblioteca; è possibile visitarla sino al 28 ottobre nei seguenti giorni e orari: da martedì a venerdì dalle 10 alle 12, sabato e domenica dalle 10 alle 18; chiuso il lunedì.

Attraverso un percorso espositivo tra preziose testimonianze archivistiche e iconografiche, a volte inedite a volte poco note se non a studiosi specialisti, L’ultimo Dante e il cenacolo ravennate vuole proiettare il visitatore dentro la Ravenna contemporanea al poeta, quella del Trecento, alla scoperta dell’urbanistica del tempo o dei luoghi visitati probabilmente dal lui stesso, come ad esempio le abitazioni dei suoi amici. In particolare, la mostra si focalizza sul “cenacolo” creatosi intorno a Dante, composto dall’élite professionale di Ravenna e Bologna.

La Morte Di Dante Eugenio Moretti Larese

La morte di Dante, di Eugenio Moretti Larese

Il documento più importante è senza dubbio la sentenza di scomunica contro il figlio di Dante, Pietro Alighieri, datata 4 gennaio 1321, accusato, assieme ad altri, di non aver mai pagato le decime per le chiese di Santa Maria in Zenzanigola e San Simone al Muro. La pergamena, proveniente dall’Archivio storico diocesano di Ravenna (Caps Q 9124), ha permesso di datare con più precisione l’arrivo di Pietro Alighieri a Ravenna e di conseguenza anche quello del padre. Anche la figlia di Dante, Antonia Alighieri, meglio conosciuta come suor Beatrice, è citata in un documento esposto in mostra. Si tratta del ventesimo volume dei Memoriali del Comune di Ravenna, conservato presso il locale Archivio di Stato, nel quale si indica il monastero di Santo Stefano degli Ulivi come l’istituzione religiosa che «sororis Beatrisie filie quandam Dandi Aldegerii» designa come suo erede universale. Anche l’Archivio storico comunale di Ravenna, con la pergamena 117, propone un documento importante. L’antico diacetto (libro di conti), segnalato per la prima volta dall’archivista e bibliotecario della Classense Silvio Bernicoli, riguarda il medico Fiduccio de’ Milotti, «il più caro amico di Dante a Ravenna» e riporta la data del 20 settembre 1319.

Tra le opere figurative si potrà ammirare la xilografia di Adolfo De Carolis Dantes Adriacus, datata 1920, autografata da Gabriele D’Annunzio e raffigurante il poeta a mezzo busto con le mani poggiate davanti a sé sugli ultimi versi della Commedia. Nell’esposizione ci saranno anche pezzi non ravennati: è il caso dell’olio su tela La morte di Dante, dato in prestito per l’occasione dai Musei Civici di Treviso. Il dipinto, realizzato fra il 1852 e il 1853 dal veneziano Eugenio Moretti Larese, raffigura un momento poco rappresentato nella tradizione iconografica relativa al poeta.

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