lunedì
13 Ottobre 2025
controcinema

Verso gli Oscar: il bellissimo “La favorita” e la fantastica commedia “Green Book”

Due film che saranno protagonisti della cerimonia (quello di Lanthimos è candidato a ben dieci premi) e che vale assolutamente la pena vedere

Condividi
The Favourite
La Favorita

Febbraio è il mese degli Oscar (la cerimonia è in programma domenica 24). E sono usciti due bei film che ne saranno sicuramente protagonisti.

Avevo già scritto del film che è appena uscito in sala, vincitore del Leone d’Argento a Venezia (a questo link, dove si parla anche di Roma, altro grande protagonista agli Oscar), e ora fresco di 10 nomination: l’inglese The Favourite del greco Yorgos Lanthimos.

Di Lanthimos ricorderete i precedenti meravigliosi film, tutti di straniante fantapolitica distopica, tra cui The Lobster e Il Sacrifico del Cervo Sacro, con protagonista Colin Farrell. Il genere narrativo cambia completamente in The Favourite: film storico in costume. È l’inizio del 700 e in Gran Bretagna regna la Regina Anna Stuart (Olivia Colman). La sovrana è debole, fragile e poco adatta a governare. Il suo paese è in guerra con la Francia, conflitto costoso e non appoggiato da tutto il Parlamento. Anna si fa consigliare (e manovrare) dalla contessa Lady Sarah Curchill (Rachel Weisz), antenata del più noto e contemporaneo Winston Curchill, astuta moglie del comandante militare Conte Marlborough. Di fatto la Regina è soggiogata e controllata dalla contessa Sarah, con la quale esiste anche una segreta storia di sesso e amore. Ma a corte arriva la giovane Abigail Hill Masham (Emma Stone), cugina decaduta di Sarah, con una triste storia alle spalle fatta di stupri e rinunce. Abigail si insinua a poco a poco nel rapporto tra la Regina e la Contessa, nelle sue pieghe di amicizia e di erotismo, e tra gli intrighi e i complotti della politica nazionale, cercando di diventare la nuova Favorita della Regina Anna. La storia di tre donne di potere che rappresenta la storia delle Donne e del loro rapporto con il Potere Assoluto, dove le pulsioni del sesso e del corpo sono libere di sfogarsi sotto la cipria e gli abiti di lusso, con dialoghi eleganti ma esplicitamente sconci.
La raffinata regia fatta di lunghi carrelli a precedere, inquadrature pittoriche, e molte riprese in grandangolare, abbinata alla carnale visione del Corpo umano, alle musiche da camere barocche, e al tema della ascesa sociale di Abigail in un mondo rigidamente diviso per classi sociali, sono esplicitamente ispirati al miglior Peter Greenaway, quello de I misteri del giardino di Compton House, il Ventre dell’Architetto e Il cuoco, il ladro, la moglie e l’amante; così come al geniale Barry Lyndon di Stanley Kubrick. E l’ispirazione non è affatto una brutta copia. Film bellissimo, a gusto mio.

Green Book Golden Globes The Hot Corn PrevisioniL’altro film che vi consiglio è l’americano Green Book, altra storia vera interpretata dai due formidabili attori in coppia Viggo Mortensen e Mahershala Ali, per la regia di Peter Farrell, già autore, insieme al fratello Bobby, di capolavori della slapstick comedy americana come Scemo & più scemo e Tutti Pazzi per Mary. Siamo nella New York della 1962. L’italo-americano Tony Vallelonga (interpretato da Viggo Mortensen, incredibilmente credibile!) è buttafuori in un night-club. Il locale dove lavora deve però chiudere qualche mese, e si pone il problema di trovare un lavoro per mantenere la moglie e i due figli. Tony è un uomo semplice, per non dire volgare e ignorante; usa le mani e picchia quando necessario; e il suo massimo orizzonte sono montagne di fast food da ingurgitare compulsivamente davanti a una partita di baseball; ma ha un’etica, per la quale rifiuta certe “offerte” di lavoro non ortodosse da parte dei suoi connazionali. Finalmente un lavoro arriva, e ben pagato: essere autista e tuttofare, per due mesi, del famoso musicista Donald “Doc” Shirley nella sua tournèe lungo il Sud degli Stati Uniti. Cosa lo metterà in crisi? Il fatto che Doc Shirley è afroamericano, in un momento storico in cui i neri sono ancora vittime di pesanti discriminazioni e pregiudizi; ma ancora di più, che Doc è una persona di alta cultura, elegante nel parlare e nel vestire, che detesta ogni forma di volgarità e trivialità. I due inizialmente si detestano; ma progressivamente capiranno di dover affidarsi l’uno all’altro: Tony imparerà che la cultura, la gentilezza e la dignità non sono semplici orpelli, ma potenti strumenti per vivere meglio, e che esistono luoghi dove rimane sconvolto per il razzismo esplicito verso i neri; e Doc che esiste un mondo nel quale le maniere forti di Tony lo possono salvare, quel Tony che non conoscerà Chopin, ma sa a memoria tutte le canzoni di Lil’ Richards.
Una strana coppia alla A spasso con Daisy, ma a parti invertite, che senza tradire il sapore della commedia e del politicamente scorretto, sa raccontare la nascita di una amicizia vera tra due persone così agli antipodi, seguendo un percorso che sempre di più rivela la triste e attuale verità del razzismo in quegli anni. Una fantastica commedia, molto intelligente e molto attuale.

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La darsena di Ravenna protagonista alla Biennale di Venezia

Nel progetto "Italia Infinita 2075" che immagina una connessione veloce sotto l'Adriatico

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi