Grandi opere: Ravenna fanalino di coda della Romagna

Alessandro MontanariLunedì 5 novembre due delle tre direttrici stradali principali di Ravenna erano interrotte.
A nord, la Romea è rimasta chiusa per otto ore a causa del ribaltamento di un camion. Più a sud, la Ravegnana continua ad essere terra di nessuno con gli automobilisti costretti alla gimcana nel forese, tra sensi unici, deviazioni e traffico interdetto ai mezzi pesanti (non sempre rispettato, a quanto dicono i residenti).
La tragedia della chiusa di San Bartolo, dove un tecnico 52enne ha perso la vita durante un controllo all’argine, ha ovviamente fatto passare in secondo piano la situazione in cui versa il collegamento tra due capoluoghi che distano venti chilometri l’uno dall’altro.

A chi – Alberto Ancarani di Forza Italia – chiedeva se fosse il caso di chiedere al governo una Ravegnana Bis, la giunta comunale ha risposto che non è il momento di bussare alla porta di Roma, dove oltretutto siedono gli avversari gialloverdi.
Insomma, ci si tiene la Ravegnana così com’è, con le sue curve e la carreggiata stretta, lungo un argine che peraltro non è in condizioni ottimali. L’alternativa, per le persone che vivono tra Ravenna e Forlì, non esiste. Viene da pensare che la situazione sia addirittura peggiore di quella di inizio Novecento, quando almeno esisteva un tramvai a vapore che collegava i due capoluoghi, dismesso poi nel 1930.

La questione della Ravegnana e il clima di rassegnazione attorno a una soluzione complessiva che porti la città fuori dall’isolamento, in cui sembra quasi fiera di vivere, porta a una riflessione anche sulle grandi opere che non sembrano toccare Ravenna. Il dibattito sull’approfondimento dei fondali del porto sembra aver fagocitato il resto e le grandi opere restano al palo. Se ne parla solo senza concludere nulla.

Il confronto con il resto della Romagna non induce a ottimismo. La nuova ed enorme tangenziale di Forlì e quella di Ravenna, la Classicana, non sembrano appartenere allo stesso universo e il capoluogo mercuriale ha già pianificato un ulteriore miglioramento viario.
A Cesena è stato appena confermato il finanziamento per la costruzione del nuovo ospedale (156 milioni di euro) che potrebbe in parte accentrare la politica sanitaria dell’Ausl Romagna (e infatti i sindaci hanno già cominciato a mettere le mani avanti sul tema…).
A Rimini sono partiti gli espropri per opere che renderanno enormemente più scorrevole l’attraversamento della città mentre, dopo una lunghissima gestazione, nel 2019 partirà il Trc, il trasporto rapido costiero che la collegherà con Riccione in modo rapido.
In alcuni casi si tratta di opere attese per anni ma che, alla fine, hanno visto la luce. L’E55 invece è ancora al buio, là dove vivono i sogni.

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