Se la cultura ha i suoi tempi

Fausto PiazzaPer la prima volta da svariati anni, quando già a giugno era reso noto il cartellone della prosa all’Alighieri – anche per favorire le scelte e l’adesione degli abbonati – quest’anno la programmazione curata da Ravenna Teatro non è ancora stata divulgata. Per le incognite legate al rinnovo delle convenzioni culturali, in scadenza a fine anno, il Comune avrebbe invitato gli organizzatori a non promuovere la rassegna prima di avere messo a punto il bando pubblico  per l’affidamento delle attività e gestione degli spazi teatrali. Il dirigente in capo alla cultura Maurizio Tarantino ma anche Sindaco e Assessora alla cultura hanno rassicurato che nel caso della prosa non ci saranno ritardi né ostacoli alla programmazione già pronta. A quanto pare, a partire da Ravenna Teatro, ma forse anche per altri soggetti, in caso di necessità potrebbe attivarsi una sorta di clausola di salvaguardia, per garantire le iniziative attivate “a cavallo” fra il 2017 e il 2018.

Il bando per le “nuove convenzioni” che supera gli affidamenti “diretti” del passato e punta ad una valutazione più meritocratica dei progetti presentati dovrebbe essere approvato dal Consiglio Comunale, presentato pubblicamente e poi messo a gara, fra la fine di settembre e i primi di ottobre. A novembre, a filo della scadenza naturale dei “contratti”, tutto il sistema rinnovato probabimente sarà a regime e in grado di operare con la tranquillità di accordi formali e di prospettiva. C’è da scommettere (e da augurarsi) – fra rassicurazioni informali e necessità del Comune di non destabilizzare un settore da tempo fiore all’occhiello della città – che gran parte degli attuali titolari di programmazioni teatrali, musicali, di danza, cinema, ecc. saranno riconfermati.

Un aspetto però va sottolineato: sul piano istituzionale la giunta De Pascale con questa partita che peraltro impone un cambio di passo formale (il bando) è arrivata eccessivamente “lunga”. La necessità di innovare il settore culturale – sia per ragioni di adeguamento alle leggi sia per il “logoramento” del sistema convenzionato – dopo la partita persa di Ravenna 2019 era nota da tempo, e non si spiega come in 15 mesi la questione non sia stata affrontata nei tempi giusti consentendo ai soggetti “vincenti” (e agli eventuali esclusi) di programmare e promuovere serenamente e con certezza le proprie attività. Perchè per grandi e piccole associazioni o cooperative di operatori culturali, un conto è agire sulla fiducia un conto è stipulare contratti o prestiti bancari con una delibera in mano. Se le Istituzioni devono dare il buon esempio questo non è proprio un granché.

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