Una beffa che pesa sulle tasche di tutti

Andrea AlberiziaLa vera beffa sarà se alla fine nessuno dovrà pagare per il pastrocchio. E tutto fa pensare che finirà così. Anzi no, finirà peggio: alla fine pagheranno i cittadini tutti. Anche quelli che – ci sia consentito dirlo, con tutto il rispetto per la disgrazia di quelle quattordici famiglie – dell’autocostruzione di Filetto non gliene frega niente. La possibilità sul tavolo per chiudere la storiaccia prevede che il Comune debba smazzare dei soldi suoi, cioè di tutti: 1,8 milioni di euro nell’ipotesi migliore, quasi tre in quella peggiore. Non erano in preventivo nel 2004 quando la giunta Mercatali lanciò il progetto con tre cantieri (Piangipane, Savarna, Filetto): famiglie che diventano manovali per pagare le case a un prezzo finale inferiore avendo fornito la manodopera. Nove anni fa erano in quattro attorno al tavolo: Comune, cittadini, Banca Etica, Alisei Ong. Oggi sono rimasti i primi tre e l’assente è quello che dovrebbe fornire le spiegazioni. Ma come si è arrivati a questo punto? Il Comune siglò un protocollo con l’Ong poi selezionò gli autocostruttori con un bando, loro costituirono una coop che diventò fornitrice per una società a responsabilità limitata incaricata dalla Ong (e omonima e con personaggi comuni ma formalmente distinta, come dice chi risponde al telefono della Ong). La Srl è fallita nel 2010 dopo aver incassato buona parte dei denari (80 percento di 1,3 milioni) erogati da Banca Etica concedendo una linea di credito alla coop. I soldi se ne sono andati e il cerino è rimasto in mano agli autocostruttori: 20mila ore di lavoro e case ferme al grezzo. Adesso il Comune propone l’accordo (a prova di Corte dei Conti, dice l’assessore): Palazzo Merlato prende terra e palazzi grezzi, indennizza gli autocostruttori con una cifra inferiore al credito con la banca ma sufficiente per chiudere la pendenza, completa le opere e chi tra gli autocostruttori ha ancora i requisiti potrà avere un tetto sulla testa entro diciotto mesi pagando 54mila euro di affitto in dieci anni e poi restando in affitto o comprando casa per 125mila euro (contro i 95mila previsti nel 2006). Agli autocostruttori costerà più del previsto. Per il Comune pure. La banca ci rimetterà 500mila euro. Ci perdono tutti. Tranne Alisei. Eppure da Piazza del Popolo dicono di non avere alcun titolo per fare causa alla Srl fallita. Il titolo l’avrebbero gli autocostruttori. Erano quattordici, oggi meno della metà: precari o operai. Ve li immaginate imbarcarsi in una causa? Ma soprattutto qualcuno ci metterà la faccia per spiegare come si è potuto firmare un protocollo che in un caso in cui ci sia da rimetterci 1,8 milioni non dia titoli al Comune per rivalersi?

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